Namibia terra dai mille volti
Viaggio in NAMIBIA
TERRA DAI MILLE VOLTI
Effettuato da Filippo e Lucia
Partenza 23/07/2003 Ritorno 08/08/2003
23/07/2003
Bene finalmente è il giorno della partenza
Viaggio Aereo Milano Malpensa –Jhoannesburg Jhoannesburg- Windhoek
24/07/2003
Arrivati all’aeroporto di destinazione e sbrigate le formalità per il ritiro della...
Ascolta i podcast
Viaggio in NAMIBIA TERRA DAI MILLE VOLTI Effettuato da Filippo e Lucia Partenza 23/07/2003 Ritorno 08/08/2003 23/07/2003 Bene finalmente è il giorno della partenza Viaggio Aereo Milano Malpensa –Jhoannesburg Jhoannesburg- Windhoek 24/07/2003 Arrivati all’aeroporto di destinazione e sbrigate le formalità per il ritiro della macchina a noleggio, dove per la verità tutte le pratiche sono al quanto nebulose e l’unica certezza che ci viene trasmessa è quella che nonostante le assicurazioni stipulate dovremo pagare di tasca nostra tutte le eventuali rotture. Nel frattempo visionando l’auto constatiamo lo stato di usura degli pneumatici ma al fronte della nostra protesta ci viene riferito che il limite minimo per il battistrada è di mm 3 avendo le nostre quattro gomme rispettivamente mm4, 4, 7, 7 per loro è tutto regolare !! e l’usura ?? Ma questa è un’altra storia che dovremmo discutere con il nostro rent-a-car in Italia. OK partiamo con la netta sensazione di essere stati dei polli da spennare ma la voglia di iniziare la nostra avventura talmente forte che ci lasciamo infinocchiare. Saltiamo in macchina e via sono le 14. 00 e la nostra 1° tappa è prevista a Otjiwarongo 250 km circa. Che strana sensazione la guida a sinistra difficile direi ma poi ci si abitua, la strada verso nord è totalmente asfaltata e poco trafficata il panorama è incantevole e appena passata la capitale Windhoek vediamo di sfuggita in mezzo alla foresta alcune Giraffe; un brivido ci corre lungo la schiena, siamo in Africa ora è certo, ma questo avvistamento è uno stuzzichino lo capiremo più avanti. Si procede veloci ed alcuni Facoceri ci attraversano la strada e dopo lo spavento rallentiamo un pochino siamo al calar del sole (17. 30) ed il nostro B&B Falkennest dista ancora 30 km. , dopo qualche informazione arriviamo e al cancello d’ingresso ci accolgono due grossi pastore tedesco che POI si dimostreranno amichevoli. La nostra camera è accogliente e pulita, depositiamo le valige e nel buio notturno (18. 30) facciamo spesa al supermercato Spar, consumiamo la nostra cena frugale accompagnandola ad un ottimo vino rosso sud africano presso il B&B e poi a dormire perché la prossima sveglia è per le 5. 30 destinazione ETOSHA NATIONAL PARK. 25/07/2003 Suona la sveglia e la prima nostra alba africana ci invoglia a velocizzare il nostro breekfast abbondante e famigliare. Facciamo il pieno di benzina verde e puntiamo la prua verso la porta nord del parco il campo di Namutoni, la strada è sempre asfaltata e meno trafficata, a metà mattina facciamo tappa a Tsumeb una bella e animata cittadina attirati da un centro d’artigianato che pero ci delude un pochino ci fa più felici la vista di uno strano caffè (le tossine italiane sono ancora presenti)gestito dalla signora Francesca Ardito figlia di immigrati italiani in Sud Africa e sposa di un tedesco in Namibia fra un caffè ed un dolcetto Francesca ci chiede di mandarle una cartolina dall’italia e di farle un po’ di pubblicità perchè gli affari non vanno proprio a gonfie vele. Ci è difficile uscire velocemente ma il tempo corre e la frenesia di vedere regna nel nostro animo, dopo i saluti siamo di nuovo in auto ancora un paio d’ore ed eccoci alla porta del parco. Una simpatica guardiana ci da il ben venuto e delicatamente ci propone oggetti d’artigianato. siamo a Namutoni l’atmosfera è d’avamposto in era un vecchio forte tedesco, l’entusiasmo ci porta sfruttare l’opportunità di avere la tenda, per la verità sono io che spingo per questa soluzione perché Lucia dopo aver letto sulla nostra guida Lonely Planet che nel campo tende stazionano un branco di sciacalli idrofobi (mai visti) è abbastanza perplessa. Cede visto il mio entusiasmo, in pochi minuti montiamo la tenda in un bel posto con alberi ed una bella erbetta, constatiamo che i bagni sono vini e soprattutto puliti, pranziamo al sacco al tavolino in dotazione del nostro posto tenda alcuni uccellini neri dividono con noi la mensa sotto il più bel cielo che abbia mai veduto. Siamo pronti partiamo per il nostro primo giro perlustrativo a Fotocaccia. All’uscita di namutoni un branco di manguste saranno state almeno 20 ci da il benvenuto e mappa alla mano seguiamo il percorso per la pozza di Twee Palms, fantastico subito Sprinbok, steenbok, gnu, orici, un branco di zebre ci attraversa la strada siamo emozionantissimi e dopo un paio d’ore diventiamo esigenti vogliamo vedere anche gli “altri”. Arriva il premio mentre Lucia riesce a chiudere un occhio per la stanchezza le Giraffe ci bloccano la strada ci fermiamo volentieri ad ammirarle nella dolcezza dei loro movimenti che ci paiono regali. Il tramonto sta per arrivare ed il cancello del parco chiude alle 17. 30 arriviamo con una decina di minuti d’anticippo e dopo aver parcheggiato a piedi ci dirigiamo verso la pozza del campo, il tramonto ci conquista di nuovo ma un pochino di delusione ci invade perché solo qualche sprinbok è venuto ad abbeverarsi. Siamo subito rincuorati dalla superba cena a buffet 95 dollari Namibiani che viene servita al ristorante del campo. Sazi per il cibo e per l’intensa e bella giornata tentiamo di andare a dormire, cosa per altro che mi riesce benissimo cosi non e per Lucia che si lascia sopraffare da tutti i rumori della savana solo dopo qualche ora riuscirà a dormicchiare. 26/07/2003 Il freddo si il freddo (8°) pungente della mattina ci sveglia, dobbiamo trasferirci al campo Halali, il cancello si apre alle 6. 20 dopo il pieno fino all’ultimo centilitro via scegliamo un percorso costellato da tutte le pozze possibili perché li ci sono maggiori possibilità d’avvistamento finalmente a metà mattina riusciamo a vedere gli elefanti ma sono lontani la nostra sete non è placata cosi arrivati a Okerfontein vediamo vicinissimo un grosso esemplare di elefante africano maschio che si sta sollazzando nella pozza, è incredibile come un animale così imponente possa generare tanta tenerezza. Arriviamo ad Halali ed il polveroso campo tende ci accoglie et voila la nostra casa è pronta. Ci vuole proprio una bella doccia, sono le 13 la temperatura di 30° ce lo permette. Pranzo rigorosamente al sacco e via verso Goas una bella pozza dove ci dicono è possibile avvistare Leoni. Arriviamo sul luogo una vastità di specie animali ma di leoni neanche l’ombra, pazienza l’arrivo di una famiglia di elefanti danno l’idea di un muro che avanza ci emoziona di nuovo li contiamo sono ben 18 fra cui ci fanno sorridere 6 piccoli Dumbo. Esausti e soddisfatti torniamo verso il campo con l’idea che all’indomani mattina saremmo tornati a Goas. Alle 18. 30 consumiamo la solita cena a buffet steso prezzo 95 ND ma meno abbondanza. Poi direzione pozza del campo l’ubicazione è molto suggestiva un costone di roccia a picco sulla stessa pozza illuminata, fa freschino ma siamo ben coperti e dopo poco un ombra si scorge in lontananza non è chiara perché è all’estremità opposta a noi e la luce non arriva ma ho un sussulto a me sembra un felino ma Lucia non conferma anzi dice che è uno sciacallo, sciacallo un piffero escla mo con l’aiuto dello zum della telecamera ho la conferma è IL LEOPARDO, un brusio si diffonde tra i presenti ora è visibile ad occhio nudo da lontano ma visibile si sta abbeverando quatto quatto resterà sempre lontano. Tutti dicono che è stata una bella fortuna vederlo. !! 27/07/2003 Già e allora che dire quando alla mattina seguente dopo aver aperto con il guardiano il cancello d’uscita sulla strada per Goas eccolo di nuovo ma questa volta è li davanti a noi a non più di 3 metri sdraiato in mezzo alla pista, dall’emozione riusciamo solamente a filmarlo di sfuggita e con le sue maculature per sempre nella mente ci dirigiamo verso Goas, che ci fa vedere le iene (brutte bestie)ed un sacco di altri animali ma niente Leoni. Dopo molta attesa ci dirigiamo vero Okauejo ultimo campo prima della porta sud dell’Etosha. Nel nostro carniere oltre al re della foresta manca anche il rinoceronte, ma tutti ci dicono che è praticamente impossibile non vederli alla pozza del campo. Allo spaccio del campo ci danno una dritta per avvistare i leoni, pozza di Okondeka. La nostra curiosità ci fa dimenticare il pranzo e così ci dirigiamo verso la suddetta pozza All’ingresso della quale una serie di ossa e la carcassa di una zebra ci fa capire di essere nel posto giusto, ma purtroppo nulla solo zebre, orici, gnu, struzzi, cosi decidiamo di rimanere appostati e di sgranocchiare qualche cosa; sono le 13. Mentre stiamo mangiando da una duna di sabbia( non la macchina)davanti a noi si alza un testone enorme è lui “o LIONE” che bestia è l’esclamazione di tutt’e due a poco apoco scopriamo che tutto il branco è sempre stato li sotto le dune a sonnecchiare davanti (noi eravamo dietro) al loro prossimo possibile pasto. Restiamo ad Okondeka tutto il tempo disponibile ed ogni tanto vediamo leone e leonessa che stancamente si alzano fanno due passi sbadigliano e tornano a dormire, è quasi il tramonto dobbiamo rientrare siamo contenti ora ci mancano solo i Rino. La pozza del campo è vicino al nostro posto tenda così decidiamo di cenare con carne alla griglia (localmente Braii)visto che ogni posto tenda è fornito di un bel barbecue. Fra un boccone e l’altro a turno facciamo una capatina alla pozza per vedere se ci sono ma per ora “solo” un elefante. Finiamo in fretta e decisi se necessario anche a rimanere tutta la notte andiamo alla pozza ci appostiamo assieme ad una platea di spettatori trepidanti. Il premio arriva uno dopo l’altro calcano la scena ben sette Rinoceronti che stazionano alla pozza in compagnia di otto elefanti quattro giraffe due iene e gli immancabili sprinbok. L’incredulità del nostro compagno di panca un ragazzo tedesco che fuma una strana sigaretta che puzza di griglia ci fa capire la fortuna che abbiamo avuto. La stanchezza e la gioia ci accompagnano a letto e questa volta neanche l’ululare di un piccolo sciacallo a non più di cinque metri da noi che Lucia dice che si sia perso e sta chiamando la sua mamma ; non ci impedisce di addormentarci come sassi. 28/07/2003 Riusciamo a dormire fino alle sei ma il freddo ci sorprende ed i nostri sacco a pelo che dovrebbero garantire il comfort sino a 6° sono inadeguati, smontiamo velocemente la tenda corredati di cuffia e guanti e via verso l’uscita la prossima tappa è fissata per Twyfelfontein. Presto la bella strada asfaltata ci abbandona e la pista che percorriamo non ci fa stare tranquilli, arriviamo a khorixas una bruttina cittadina dove al distributore di benzina veniamo attorniati da ragazzi locali che insistentemente ci chiedono il nome per inciderlo al momento su piccole noci da venderci come souvenir. L’operazione più difficile la effettua Lucia “il cambio in banca” tempo effettivo 40 min. Con tre file all’attivo. Ripartiamo e lungo il cammino come previsto ci fermiamo a quel che rimane della mitica foresta pietrificata, è fantastico pensare che questi tronchi si siano pietrificati nel corso dei secoli, peccato che l’indiscriminata asportazione sia da parte dei turisti e dei gestori locali per inutili souvenir abbia deturpato questa magnificenza di natura. Via di nuovo la strada si fa più difficile ma le vedute sono stupende e ora fa caldo! Arrivati al sito di Twyfelfontein ci accorgiamo che le soluzioni per dormire in loco sono o la tenda di nuovo o un lussuoso lodge reduci da tre notti in tenda decidiamo per il lodge una bellissima struttura magistralmente mimetizzata nella parete di roccia. Posati i bagagli ci dirigiamo verso il sito delle incisioni rupestri, all’ingresso scegliamo il percorso breve e via via la nostra guida ci illustra i disegni raffiguranti i vari animali della zona e ci fa presente che tali incisioni si presume risalgano a 6000 anni, purtroppo dato il gran caldo non riusciamo a godere a pieno di queste bellezze archeologiche ci scusiamo con la guida e ridiscendiamo velocemente in cerca d’acqua, dissetati allo snack d’ingresso decidiamo di tornare al nostro bellissimo lodge e di sfruttare i 200 dollari pagati, ovvero bagno in piscina, sono le prime ore di relax del nostro viaggio. Data l’eleganza del nostro albergo sfoggiamo i nostri migliori abiti per la cena ; da notare che il ristorante è stato ubicato in una soppalcatura interamente in legno antistante la piscina. La cena manco a dirlo a buffet è ottima e a lume di candela il tutto condito da un cielo stellato da film e udite udite fa caldo e sera e fa caldo non ci sembra vero 29/07/2003 Ben riposati ci godiamo la colazione poi di nuovo partenza destinazione Swakopmund all’inizio la strada non è particolarmente insidiosa ma dopo la città mineraria di Uis Min (dove ad ogni angolo ci vengono proposte pietre minerali) improvvisamente il deserto pietroso e niente altro la strada ora si fa difficile bisogna ridurre l’andatura anche perché il bordo della strada sembra un cimitero per copertoni scoppiati e nonostante le nostre due ruote di scorta la paura di bucare è tanta visto che in 200 km abbiamo incontrato due auto, Ma finalmente eccolo immerso nella nebbia il cartello che ci indica la costa atlantica è il paese di Henties Bay, facciamo rifornimento e poi di nuovo a nord lungo la costa meta Cape Cross visita alla colonia di Otarie. Non ci sembra vero ora la strada è asfaltata, un breve viaggio e all’ingresso paghiamo il biglietto e tre km più avanti ci troviamo di fronte a migliaia di otarie vocianti e per la verità un pochino puzzolenti ma questo non inficia la singolarità dallo spettacolo Soddisfatti si ritorna verso sud direzione Swakopmund 90 km circa in città troviamo posto all’hotel pension Rapmund gestito da una gentile signora anziana, manco a dirlo tedesca, non riuscimo ad avere la vista mare (che consigliamo) mala camera è ugualmente pulita e ariosa, di nuovo fuori per la visita del grazioso centro dove abbondano lussuosi negozi, poi mentre sorseggiamo una birra in un locale puro stile bavarese decidiamo di cenare nel migliore locale (vedi Lonely) di Swakopmund il Kucki’s Pub Accomodatici decidiamo per il superbo piatto di pesce per 2 : mai decisione fu più azzeccata. È stata la migliore cena di tutto il viaggio e non solo!!!. Ci addormentiamo come sassi, la sveglia il mattino è fissata per le 7. 30 tardi perche tanto dobbiamo fare solo 40 km. 30/07/2003 Walvis Bay sinceramente per noi una piccola delusione ; niente a che vedere con Swakopmund. È una cittadina prettamente industriale dove avviene la lavorazione e l’inscatolamento del pesce. Degna di nota è però la laguna dove vi soggiornano numerosi fenicotteri rosa e vicino alla quale troviamo alloggio nei bungalow statali. Nel pomeriggio andiamo alla famosa duna 7 una montagna sabbiosa a 25 km dalla costa arrivati siamo in compagnia di alcuni ragazzi che si lanciano giù dalla duna a cavallo di lastre di compensato come se fossero slitte. Conquistata con fatica la vetta della duna un bel venticello leggermente sabbioso ci asciuga il sudore, la vista è magnifica e vista la fatica fatta decidiamo di starcene li un po’a godercela. Dopo di che tentiamo anche noi di slittare ma con poco successo vista la minuzia delle nostre “slitte” pezzi di compensato troppo piccoli, scendiamo lo stesso a gambe levate e alla fine della discesesa conosciamo Claudio e Simonetta due ragazzi romani con cui scambiamo informazioni e ci diamo appuntamento a Windhoek sera del giorno 6 agosto. 31/07/2003 La mattina seguente partiamo per il mitico deserto del Namib destinazione Sussusvlei la strada sterrata è insidiosa bisognerebbe andar piano ma la voglia di arrivare fa la sua parte e allora… Passato l’abitato di Sesriem arriviamo dopo 360 km al weltevrede rest camp dove decidiamo di accamparci, il posto tenda è ok ed il bagno tutto per noi visto che siamo gli unici campeggiatori. Riprendiamo l’auto direzione dune di Sossusvlei, entrati nel parco la strada si fa di nuovo asfaltata e arrivati al limite massimo di percorrenza per le normali auto ci trasferiamo su di un 4×4 80 Nd a testa che ci trasporta ai piedi delle dune di Sossusvlei. Penso di aver già usto molti superlativi ma qui ci stanno tutti la magnificenza delle dune il colore rosso della sabbia che cambia al calar del sole sembrano dipinte in un cielo che più azzurro non si può (spettacolo unico al mondo). Anche qui saliamo sudiamo ci riposiamo e godiamo del panorama di dune circostanti e scattiamo un sacco di foto che avranno colori bellissimi. Ritornando con il 4×4 riusciamo anche a vedere alcuni orici, ritorno al Weltevrede cena e letto perché domani ci attende la tappa + lunga. 01/08/2003 è la sveglia ci preparano la colazione nel cestino cosi posiamo consumarla durante il viaggio lungo tortuoso e mai asfaltato destinazione sorgenti calde di AI-AIS estremo sud del paese. dopo circa 400 km di guida troppo veloce ci accorgiamo che il nostro pneumatico posteriore destro si è afflosciato. Via a tempo di record (sembravamo i meccanici della Ferrari) sostituiamo la vecchia gomma con una nuova fiammante. La tanto temuta foratura è arrivata, ora abbiamo una sola ruota di scorta. Dopo 670 km arriviamo ad AI-AIS stazione termale punta sud del fish river canyon, siamo veramente stanchi e Lucia sfoggia tutto il suo charme e facendo amicizia con Trudy addetta all’assegnazione alloggi trova una bella stanza le cui finestre danno direttamente sulle vasche al coperto. L’evoluzione è matematica si ci spaparanziamo a ripetizione in tutte le vasche a ogni temperatura Il tutto fino all’orario di chiusura. Alla sera spira un vento freddo e dopo cena decidiamo di riscaldarci con un bicchierino di Amarula, una sorta di crema al wisky sud Africana ma fatta con un frutto locale. (Buona!). 02/08/2003 La mattina a malincuore si parte non prima di un altro bagno caldo nella piscina all’aperto. Destinazione Fish River Canyon entrata di hobas. 80 km circa. Sulla strada dopo una decina di km nei pressi di un passaggio a livello in mezzo al nulla Lucia scorge un cucciolo di cane li solo vicino ad un binario sembra addirittura incastrato, ci fermiamo subito e avvicinandoci constatiamo che non è così è libero vivo e vegeto ci corre in contro e dalla felicità mi fa la pipì sulle pedule, dopo averlo rifocillato e abbeverato ci si presenta il problema cosa facciamo? Ci balena anche l’idea di portarlo con noi in Italia ma ci sembra molto complicato. Ci guardiamo in giro e lungo i binari scorgiamo un abitazione forse viene da li e si è perso non vogliamo credere che anche qui risiano gli abbandoni estivi, seguiamo i binari aggiriamo una montagna e ci troviamo di fronte ad una struttura hotel Ristorante dove alloggiano gia altri 3 cani chiediamo se fosse loro ma la risposta è negativa nessuno sa niente del cucciolo, il propitario bianco del posto non è il massimo della simpatia ma la signora di colore che lo coadiuva ne ha per tutti e due infatti si dichiara subito disponibile ad adottare il nostro piccolo amico, così consumiamo un caffè e dopo aver immortalato il nostro cucciolo con la telecamera ripartiamo. Siamo a Hobas entrati nel parco arriviamo ad un picco che da direttamente sul canyon è maestoso e proviamo ad immaginarlo quando nella stagione delle piogge il fish River lo inonda con le sue acque, ora si scorgono solo delle pozze qua e là, restiamo ad ammirare il panorama in compagnia degli immancabili corvi e poi visto che il pomeriggio avanza prendiamo la strada per la nostra prossima dimora:il Fish River Lodge un selvaggio ed isolato posto situato 90 km a nord all’inizio del canyon. Finalmente arriviamo all’insegna che indica il lodge svoltiamo a sinistra aprimo un cancello ed ora ci mancano “solo” 22 km imbocchiamo una stradina stretta e tortuosa ad una velocità ridottissima 25/30 orari, ci mettiamo subito il cuore in pace pensavamo di essere arrivati invece ci vorrà ancora un ora (MAGARI!!!!!). La strada sembra non finire mai ogni tanto un cancello poi un indicazione e così di seguito prima 18 km, 14km, 10km, 6km, 4km, 2, 5, tutto ovviamente nel nulla, peniamo manca poco siamo arrivati. Niente di più sbagliato una svolta a destra alcune lastre e poi d’improvviso la sabbia manco a dirlo ci siamo dentro la macchina è ferma le ruote affondano, proviamo scavare ma è tutto inutile. Così ci dividiamo Lucia va a cercare aiuto in fondo a2, 5 km c’è il Lodge ed io testardo e sicuro di riuscire a liberare l’auto rimango sono le 16. 30. Le provo veramente tutte anche con il crik ma non riesco proprio ora mi convinco, intanto il buio comincia a diventare più buio, ma perché Lucia non arriva ?Qualche pensiero e rimorso mi assale (se fossi andato con lei!). In lontananza i fari di una jeep mi rasserenano sono loro. A fatica riusciamo a rimorchiare fuori dalla sabbia l’auto ma di andare avanti non se ne parla cosi decidiamo di parcheggiarla un centinaio di metri indietro per non avere problemi e farci riaccompagnare sul posto il mattino seguente. Nel rientro al Lodge il proprietario mi dice che la scorsa notte è venuta una tempesta di sabbia che ha così ridotto La strada e che con una normale auto è impossibile passare. Rincuorati ma provati dall’avventura arrivati al lodge ci dissetiamo con un bel boccale di birra e qui Lucia mi fa notare che pure lei ha avuto i suoi guai in effetti i 2, 5 km alla fine erano 6, 5 così mi spiego come mai non arrivava più (BRAVA). Alla sera l’ambiente è rallegrato da un folto gruppo di ragazzi che ha appena finito un trekking di 5 giorni 85km la cena è ottima e abbondante stile vecchio west. Poi tutti a nanna, noi, qui dopo le 20 niente elettricità. 03/08/2003 Riappropriatici della macchina all’alba ripercorriamo la fatidica stradina stando molto attenti, tutto procede per il meglio la destinazione è Hardap Dam. Imboccata la statale verso nord tutto fila liscio, via via la morfologia del territorio cambia da arido e roccioso a giallo verde collinoso chiaro segno che evidenzia la presenza dell’acqua, infatti la nostra meta è un bel lago-diga dall’acqua blu ovviamente costellato da un bel parco a gestione statale. Non ci sono problemi per trovare posto dato che in questo momento fa freddo e non c’è molto turismo (Qui molti abitanti locali vengono ad effettuare battute di pesca). Il lago così poco animato ci mette tristezza così per riscaldare anima e corpo mi vedo costretto sfoderare un sontuoso fuoco per il nostro braii il tutto in compagnia di tre bei milioni rossi che sono stati attratti dal profumo della nostra griglia. 04/08/2003 Al risveglio davanti alla nostra porta fa la comparsa una famiglia di babbuini un po’ spelacchiati e sporchi, appena ci vedono scappano di corsa, probabilmente anche noi appena svegli non abbiamo un bell’aspetto !!!!!. Ricarichiamo per l’ennesima volta l’auto, destinazione Gross Barman altre terme, si ci piace fare il bagno nell’acqua calda. Questo parco si trova una sessantina di km a nord di Windhoek. Anche qui nessun problema di posti letto. Siamo subito in piscina, che fantastico relax. Poi visto che nel vicino paese di okahandja c’è un bel mercato artigianale decidiamo di fare un po’ di acquisti, come al solito le contrattazioni sono lunghe e divertenti ma poi si arriva sempre ad un prezzo per noi irrisorio, alla fine regaliamo anche le nostre ultime magliette e carichi di oggetti in legno. Rientriamo e via di nuovo in piscina (al coperto) fino alle 19. 30, qui è gia notte e l’immancabile braìì, è l’ultimo, chiude la nostra serata. 05/08/2003 Siamo a Windhoek la capitale 160. 000 abitanti. Trovato velocemente il nostro Hotel Steiner ( bello, ottimo rapporto qualità prezzo). Ci tuffiamo in centro a piedi 5 min. Dall’ hotel, è carino e moderno un mare di negozi e centri commerciali e poi bancarelle su bancarelle che per la verità sono più care di Okahandja ma qui la vita costa di più ci fanno notare! Tutto vero ma noi i nostri acquisti li abbiamo già fatti e a parte qualche cosuccia sbirciamo qua e là. Arriva sera e per cena scegliamo Nando’s un take away famoso per la sua salsa piccante piri-piri Ordiniamo due pita di pollo io extra hot Lucia hot, io adoro il cibo piccante e questo extra garantisco è veramente extra ma non amaro (only the braves). 06/08/2003 La mattina successiva gita al Daan Viljoen game park Effettuiamo un bel trekking di 10 km dove riusciamo a antilopi orici sprinbok ed un infinità di uccelli. Rientriamo presto perché alla sera abbiamo appuntamento con Claudio e Simonetta. Lavati e stirati inganniamo l’attesa curiosando per il centro e alle 19. 00 eccoli puntualissimi. Decidiamo di raccontarci la vacanza al ristorante Luigi e the fish, bello buono ed animatissimo. Loro hanno a disposizione ancora una settimana ed andranno alle cascate Vittoria (a proposito come è andata ?) beati loro!. La serata vola letteralmente incredibile abbiamo fatto la mezza. Li accompagniamo in albergo e ci salutiamo scambiandoci gli indirizzi. Domani si torna a casa. 07/08/2003 L’aereo parte alle 12. 50 e dopo aver acquistato un nuovo pneumatico in sostituzione di quello forato(pagato 580 ND contro gli 800 richiesti dall’agenzia!!!) arriviamo all’aeroporto, riconsegniamo l’auto e ci vengono addebita ti ulteriori 135 ND per un graffio sul copri cerchio A questo punto leggermente infuriato asporto il suddetto copri cerchio (con i miei135 ne compreranno uno nuovo)e lo riduco in tanti pezzettini trà l’incredulità del personale addetto e le risate di approvazione di altri mal capitati come noi. Il volo è perfetto anzi di più perché a Jhoannesburg ci spostano in prima classe che fortuna, riusciamo dormire ed il viaggio di ritorno ci sembra meno amaro. Sarà banale dirlo ma questo viaggio ci ha regalato forti emozioni in tutti i sensi. Due ricordi su tutti ETOSHA paradiso degli animali Sossusvlei perla del Namib.