Namibia on the road, un viaggio indimenticabile nella terra “meravigliosa” dell’Africa

Persi nel silenzio di deserti sabbiosi, albe infuocate e strade sterrate
Scritto da: winani
namibia on the road, un viaggio indimenticabile nella terra meravigliosa dell'africa

La Namibia, una terra di contrasti mozzafiato e bellezze naturali ineguagliabili, è una destinazione che lascia un’impronta indelebile nel cuore di chi la visita. Questo diario di viaggio è una cronaca personale dell’esplorare attraverso le vaste distese di questa nazione affascinante, dove il deserto del Namib si fonde con l’Atlantico, creando paesaggi che sembrano appartenere a un altro pianeta.

Diario di viaggio

1° giorno, 10 settembre

Con un volo Ethiopian Airlines, con la quale ci siamo trovati benissimo per comodità e per puntualità, con un volo notturno facciamo scalo ad Addis Abeba per poi raggiungere Windhoek.

2° giorno, 11 settembre

All’arrivo sbrighiamo le formalità doganali, attiviamo una SIM che si rivelerà quasi del tutto inutile visto il segnale quasi sempre assente, cambiamo un pò di soldi e tramite il transfer fornito dalla compagnia di noleggio, ci dirigiamo al ritiro dell’auto. Dopo aver contattato varie compagnie, quella che ci ha convinti di più per prezzo e serietà è stata la Africar. Una scelta che si è rivelata ottima. Ci siamo trovati benissimo in tutto, per la disponibilità e la gentilezza del personale, per la qualità del mezzo e di tutta l’attrezzatura fornita, per il prezzo e per il servizio. Abbiamo scelto una Toyota Hilux attrezzata per il campeggio, decisamente la migliore scelta che potessimo fare visto le strade che abbiamo incontrato. Una volta ritirata l’auto, ne approfittiamo per fare un po di spesa e di rifornimento per i giorni successivi. Portatevi sempre molta acqua!

3° giorno, 12 settembre

All’alba lasciamo Windhoek, direzione Deserto del Kalahari. Abbiamo optato per una sistemazione in campeggio. Una volta arrivati, carichi di curiosità, partiamo subito per il sentiero tracciato nel parco. Ce ne sono 3 di diversa lunghezza, noi scegliamo il più lungo, 10km. I nostri occhi vanno alla ricerca dei primi animali, ma per buona parte del tragitto niente da fare. Stavamo per perdere le speranze quando, all’improvviso, ecco un bel gruppo di zebre. Riusciamo con molta pazienza e in rigoroso silenzio ad avvicinarci, abbastanza da guardarci occhi negli occhi. Una bellissima emozione, per noi è la prima volta.

Lungo la strada di ritorno avvistiamo qualche struzzo in lontananza e un’antilope enorme. Al Lodge abbiamo prenotato un tour in 4×4 sulle dune al tramonto, quindi alle 16:00 in punto siamo pronti a partire. La nostra guida è simpatica e preparata, ci spiega un sacco di cose e cerca di avvistare più animali possibili: suricati, springbok, impala, struzzi, orici, formicai giganti, e soprattutto giraffe! È la nostra prima volta a tu per tu con questi splendidi animali e siamo davvero tanto emozionati. Passando da una duna all’altra circondati da terra rossa, piante e alberi, il sole inizia a calare. Il cielo si tinge di arancione e il sole che sparisce lascia spazio ad un freddo cane! Aperitivo e rientro al lodge. Escursione veramente consigliata!

4° giorno, 13 settembre

deadvlei

Dopo una notte veramente fredda, ci svegliamo all’alba. Mettiamo il naso fuori dalla tenda e quello che vediamo ci lascia senza parole: sopra le sagome ancora buie degli alberi intorno a noi, il cielo si tinge di colori arancio da sembrare più un tramonto che un alba! Ci prepariamo e partiamo alla volta della prossima tappa: il deserto del Namib, nello specifico Sossusvlei! 5 ore di strada, (per alcuni tratti piuttosto “scomoda”), dove temperatura e contesto cambiano continuamente regalandoci paesaggi bellissimi. Arriviamo nel primo pomeriggio, a Sesriem acquistiamo il permesso per l’ingresso di 2 giorni e partiamo alla volta del Sesriem Canyon, che però ci ha delusi un pò. Approfittiamo dell’orario e facciamo un salto alla Duna 45. Appena entriamo nel parco, ci innamoriamo subito di questo posto, restiamo senza fiato, per l’immensità, per i colori, l’atmosfera… tutto è indescrivibile.

5° giorno, 14 settembre

big daddy

Anche stamani sveglia all’alba, ci mettiamo in fila ai cancelli pronti per entrare, e come una carovana partiamo. Il primo parcheggio a cui arriverete è per tutte le auto, dopodiché a circa 5 km se ne trova un altro ma la strada che separa i due è percorribile solo con un 4×4 essendo una strada molto sabbiosa. Noi abbiamo deciso di lasciare l’auto al primo parcheggio e di usufruire del comodo servizio navetta.. la scelta si è rivelata giusta, ed ogni nostro dubbio si è dissipato dopo aver visto le auto infilate nella sabbia lungo il percorso. Arriviamo presto, girovaghiamo un pò alla scoperta di questo pianeta sconosciuto e decidiamo di scalare subito la Big Daddy.

Alta ben 250 metri, si dimostra un’impresa abbastanza ardua e faticosa, ma lo spettacolo che ci si apre davanti al nostro arrivo in cima, ci ripaga di tutta la fatica. Un mare di sabbia, il deserto con le sue dune è davanti ai nostri occhi con le sue mille sfumature e forme, la Dead Valley ai nostri piedi. Veramente un’emozione unica! Ma ora dobbiamo scendere…quindi ci lanciamo giù per la duna, un’esperienza davvero divertente! Atterriamo cosi nella Dead Valley, arida e spettacolare. La massa di turisti nel frattempo se n’è andata quindi siamo solo noi! Ci sembra di trovarci in un quadro, nel silenzio assoluto, in una distesa arida, ma che parla da sola. Semplicemente bellissimo! Esausti ma felici raggiungiamo il parcheggio, riprendiamo la navetta e raggiungiamo la nostra auto per tornare al nostro campeggio per goderci un ultimo tramonto bellissimo qui nel Deserto del Namib, dove abbiamo lasciato un pezzo di cuore.

6° giorno, 15 settembre

Lasciamo Sesriem in direzione Swakopmund, e lungo il tragitto ci fermiamo a Solitarie, un piccolo insediamento dove poter fare rifornimento e assaggiare quella che dicono essere la torta di mele più buona della Namibia. Il viaggio risulta abbastanza lungo e scomodo, ma alla fine ce la facciamo e nel primo pomeriggio raggiungiamo la città. Approfittiamo per acquistare qualche souvenir e girovaghiamo un pò per le vie del centro, che però non ci entusiasma più di tanto, ma d’altronde sapevamo che sarebbe stata solo un punto di appoggio per l’escursione del giorno dopo a Sandwich Harbour.

7° giorno, 16 settembre

Per la scoperta di Walvis Bay e Sandwich Harbour ci siamo appoggiati alla nostra struttura con cui abbiamo prenotato un tour al mattino di 4 ore con Ranger Tours and Travels (ranger-tours-travels.business.site oppure contact.rangerstours@gmail.com). Johan, la nostra guida, ci ha fatto scoprire angoli meno battuti con una simpatia e disponibilità incredibili. È stato divertente, competente e gentile. Abbiamo visto posti bellissimi e lo consigliamo vivamente! Nel nostro tour abbiamo visto la laguna piena di fenicotteri, le saline, la Baia, abbiamo corso in 4×4 sulla spiaggia fino a raggiungere le dune dove il deserto si incontra con il mare. Veramente un’esperienza pazzesca! Finito il nostro tour partiamo lungo un ottima strada asfaltata, con tappa a Hentie’s Bay per fare rifornimento e raggiungiamo la prossima tappa, Cape Cross, un’immensa colonia di otarie. Paghiamo una piccola tassa all’ingresso e muniti di mascherina e Vicks per la puzza incredibile, ci perdiamo tra innumerevoli otarie, grandi e cuccioli. Vederle da cosi vicino è veramente una bella e divertente sensazione! Ci lasciamo alle spalle le otarie e dopo aver percorso chilometri e chilometri di strada pietosa, raggiungiamo il nostro campeggio disperso nel Damaralnd dove, unici ospiti, dormiremo sotto un manto di stelle in un silenzio surreale.

 

8-11° giorno, 17-20 settembre

Sveglia all’alba e si parte direzione Etosha! Dopo aver letto recensioni pietose sulle strutture interne al parco, abbiamo deciso di soggiornare fuori e di suddividere il parco in zone da visitare nei diversi giorni, spostandoci da ovest ad est, entrando e uscendo dai vari Gate. Di zebre, giraffe, gnu, orici, antilopi, elefanti e struzzi davvero un’infinità, poi leonesse, rinoceronti, iene e uccelli. L’Etosha è un parco veramente grande, a tratti monotono, con strade anche molto scomode, ma è stata per noi un’esperienza davvero bellissima!

12° giorno, 21 settembre

È giunta l’ora di rientrare alla base per il nostro tristissimo ritorno a casa. Dopo 5h30 di ottima strada, con un paio di posti di blocco, tra cui uno molto discutibile, raggiungiamo Windhoek, dove riconsegniamo l’auto e terminiamo la nostra giornata in un pub niente male assaggiando piatti tipici.

13° giorno, 22 settembre

Oggi si torna casa. Lasciamo questo paese meraviglioso, che ci ha incantati con la sua natura, i suoi paesaggi, i suoi colori. Siamo grati di aver avuto la possibilità di concederci quest’esperienza, che resterà viva per sempre nei nostri ricordi.

Consigli di viaggio

  • Avevamo letto diversi diari in cui si precisava che sarebbe stato tranquillamente fattibile un viaggio on the road in Namibia con una automobile che non fosse 4×4, sinceramente non la penso affatto così. Alcune strade sono piene di sassi e buche che si protraggono anche per centinaia di chilometri; anche all’interno del Parco Etosha non sono migliori. Ammesso che riuscita a non distruggere la macchina non credo che ne potrete uscire con le ossa in buone condizioni!
  • Proprio in considerazione delle strade, e del fatto che il segnale telefonico è quasi sempre assente, il consiglio è quello di acquistare al momento del noleggio un satellitare. A noi è andata bene, non abbiamo forato nemmeno una gomma, ma in caso di problemi meccanici, ci siamo resi conto che non avremmo avuto modo di chiamare proprio nessuno.
  • Per il cambio valuta, non occorre che cambiate molto. In tutti i distributori in cui ci siamo riforniti accettavano la carta di credito, nei negozi pure. Veramente in pochissime occasioni saremmo stati costretti ad usare solo il contante. Quindi, meno ne avrete meglio sarà!
  • Avevamo letto delle pessime recensioni sulle strutture interne al Parco Etosha; ovviamente non siamo entrati nelle camere e non possiamo dare un giudizio attendibile, ma non si sono sembrate così male, soprattutto Okaukuejo e Halali.
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