NAMIBIA 2003: nella terra degli Himba

Il viaggio: Non si tratta esattamente di un viaggio organizzato in piena autonomia. Ci siamo appoggiati ad Argonauti Explorer: non un tour-operator tradizionale, ma un’associazione di viaggiatori che propone itinerari di massima e il supporto di corrispondenti sul posto; i dettagli del viaggio vengono definiti dal capogruppo (che altri non è...
Scritto da: pierpmont
namibia 2003: nella terra degli himba
Viaggiatori: in gruppo
Il viaggio: Non si tratta esattamente di un viaggio organizzato in piena autonomia. Ci siamo appoggiati ad Argonauti Explorer: non un tour-operator tradizionale, ma un’associazione di viaggiatori che propone itinerari di massima e il supporto di corrispondenti sul posto; i dettagli del viaggio vengono definiti dal capogruppo (che altri non è che un socio che propone quel particolare viaggio) e dal gruppo che vi partecipa. La scelta è, anche a posteriori, positiva; la parte di Namibia, diciamo tradizionale (Etosha – Skeleton Coast – Damaraland – Swakopmund – Soussulvlei) si potrebbe in definitiva affrontare tranquillamente anche da soli. La visita al Kaokoland, ed in particolare il tratto lungo il Kunene, le valli del Marienfluss e di Hartmann, hanno invece bisogno del supporto di guide esperte. Eventualmente a Swakopmund si trovano parecchie agenzie, che possono essere contattate sia sul posto che tramite internet, in grado di fornire l’appoggio per la visita di quei territori. Tra l’altro Swakopmund è una cittadina che, al contrario di Windhoek, garantisce un soggiorno tranquillo e, durante i preparativi per l’organizzazione del viaggio nel Kaokoland, offre parecchie possibilità di escursioni nei dintorni. Le guide che hanno accompagnato noi, Dirk e Guss si possono contattare presso: Namibia Explorers PO Box 3190 Swakopmund, Namibia Tel: 0926464404230 Cell: 0811224651 e-mail: namexp@iway.Na. Il sito è:http://swakop.Com/namexp/index.Htm Le strade sono discrete, anche se la maggior parte non sono asfaltate; il fondo è quasi sempre buono e anche le auto senza doppia trazione possono percorrerle agevolmente. L’unico inconveniente reale è rappresentato dall’alto rischio di forature (sempre 2 ruote di scorta a bordo!) e le gomme dei mezzi fuoristrada sono più resistenti (le nostre 3 jeep complessivamente hanno forato “solo” 5 o 6 volte). Molta attenzione bisogna porre ai rifornimenti di carburante perchè i benzinai sono molto rari.

2-3 agosto M i l a n o – Z u r i g o Swissair Z u r i g o – D u b a i Emirates A.

D u b a i – J’ b u r g Emirates A.

J’ b u r g – W i n d h o e k Namibian A.

Il viaggio è lungo e noioso, ma Emirates, la compagnia con cui abbiamo fatto le due tratte più lunghe, offre un discreto confort (anche in Economy); l’aeroporto di Dubai è poi una sosta interessante sia per l’ambiente, che per lo shopping (in particolare gli articoli di elettronica). A Windhoek, incontriamo all’aeroporto le nostre guide, Dirk e Guss, con le tre fuoristrada su cui carichiamo i bagagli e raggiungiamo, ormai quasi al tramonto il lodge, non lontano dalla capitale, dove, passiamo la prima notte in Namibia! Una curiosità: in aeroporto ho cambiato circa €1000,00 (contributo alla cassa comune per 4 persone) e…Ho svuotato la cassaforte! La mattina successiva quindi, oltre ad una sosta per un minimo di spesa in un supermarket perderemo un po’ di tempo in città perché gli altri componenti del gruppo non hanno neanche un Dollaro Namibiano. La città si presenta, ad un analisi superficiale, abbastanza anonima, e mostra, un discreto benessere; lasciano perplessi le recinzioni in filo spinato elettrificato intorno alle case.

4 agosto W i n d h o e k – O k a h a n d i a – O u t j o – O k a u k u e j o ( B u n g a l o w ) La strada, tutta asfaltata, e rettilinea non attraversa paesaggi particolari, anche se la novità fa sì che non ci si annoi; appena fuori Windhoek notiamo un mercatino di artigianato. A Outjo incontriamo una signora Herero con il suo costume tradizionale: la fotografo da lontano perché non amano mettersi in posa. La strada corre lungo un canale di irrigazione dove gruppi di ragazzini fanno il bagno e immancabilmente ci salutano. Okaukuejo ci accoglie con i suoi bungalows spartani, il suo ottimo ristorante a buffet e la più incredibile pozza dove gli animali vengono ad abbeverarsi dal tramonto in poi: è difficile staccarsi da uno spettacolo del genere per andare a dormire! 5 agosto O k a u k u e j o – H a l a l i – p o z z e v a r i e – N a m u t o n i ( C a m p ) Lungo le strade polverose di Etosha, tra una pozza e l’altra lo spettacolo è continuo. Delude soltanto la pozza di Namutoni dove stranamente assistiamo ad un tramonto scenografico, ma senza animali. Dormiamo in tenda; il campeggio è discreto, i servizi buoni, ottimo il ristorante sempre a buffet. 6 agosto N a m u t o n i – p o z z e v a r i e – N a m u t o n i ( C a m p ) La giornata è interamente dedicata alla visita del parco; l’unico animale che non vediamo, nonostante l’impegno di Dirk nella ricerca, è il leopardo. La piscina di Namutoni, gelida, è comunque gradita dopo una giornata immersi nella finissima polvere di Etosha.

7 agosto N a m u t o n i – O s h a k a t i – R u a c a n a ( G u e s t h o u s e ) Ci fermiamo a Oshakati in un supermarket a fare spese per il periodo che trascorreremo in campeggio libero nel Kaokoland. C’è anche una banca con ATM, ma il limite di prelievo è veramente basso e quindi ci facciamo la lunga trafila allo sportello per cambiare gli €uro. Il supermarket è invece interessante: i prodotti di importazione sono venduti più o meno a prezzi simili ai nostri, mentre gli analoghi, locali o Sudafricani, costano meno della metà. La spesa di Dirk e Guss è perlomeno curiosa: un numero imprecisato di bottiglie di cognac e di Coca Cola! 8 agosto R u a c a n a – H i p p o ‘ s p o o l – C u n e n e R i v e r L o d g e – ( C a m p ) A Ruacana c’erano delle cascate sul Cunene (Ruacana falls); la costruzione di una diga per la produzione di energia elettrica e per l’irrigazione dei campi ha lasciato soltanto il ricordo. E’ comunque un posto curioso: il benzinaio BP è l’ultimo per centinaia di km e vende di tutto, anche gli antibiotici! Dopo la cena e la notte passata nella Guest House, riempiamo serbatoi e taniche di riserva di benzina e un consistente numero di taniche di acqua potabilizzata. Non sappiamo se riusciremo a trovarne altra prima di 5 o 6 giorni. Quelli che passeremo lungo il Kunene. La prima tappa della giornata è su un ansa del Cunene denominata Hippos pool, ma degli ippopotami non si vede traccia. Anche loro se ne sono andati dopo la costruzione della diga. La strada corre lungo il fiume, sterrata, ma con un buon fondo e arriviamo al Campeggio Cunene River Lodge nel primo pomeriggio. Il campeggio, con una terrazza bar sul fiume presenta una vegetazione tropicale lussureggiante e ci concede un pomeriggio di autentico relax. Al tramonto partecipiamo ad una discesa in gommone lungo il Cunene; il titolo dell’escursione è “Booze trip – crociera con alcool illimitato” !?! Il suo significato lo capiremo solo durante il rafting; già salendo sui gommoni siamo stati divisi in due gruppi: whisky e gin! E in quel momento abbiamo cominciato ad intuire… ma la scoperta dei grossi frigor stipati di bottiglie ha chiarito definitivamente la natura dell’escursione! Il tramonto sul Cunene resta comunque un piacevole ricordo di quella serata. Il ritorno al Lodge con le fuoristrada ci fa cominciare ad intuire come sarà la strada da lì in poi. E’ proprio appena dopo il Camp che si incontra il bivio denominato Swartbooi’s Drift, dove la pista battuta piega verso sud; da li continuando verso ovest, lungo il Cunene in direzione Epupa Falls, è indispensabile avere una guida. Anche Dirk e Guss che ci passano tutti gli anni, si orientano con un GPS, perché la pista dopo la stagione delle piogge subisce continui mutamenti e in parecchi tratti è irriconoscibile. Grigliata in campeggio (ovunque in Namibia c’è un barbecue a disposizione) e poi a cuccia nelle tende nel buio più assoluto. Mi sveglio nel cuore della notte e esco dalla tenda per fare due passi e…Il cielo stellato al Cunene River Lodge è uno spettacolo indescrivibile e indimenticabile! Altri simili ne vedremo nei prossimi giorni, ma il primo è quasi uno shock.

9 agosto C u n e n e R i v e r L o d g e – v i l l a g g i H i m b a – O r o n d i t i ( C a m p i n g L i b e r o ) Si parte presto, la pista è al limite della percorribilità; in parecchi punti si scende dalle auto e si va a piedi. Incontriamo i primi Himba che svolgono ancora la vita dei pastori nomadi. Si trovano anche piccoli kraal abbandonati da un anno con l’altro. I villaggi che incontriamo sono costituiti da un solo nucleo famigliare o al massimo da due. Sono gentili, si fanno fotografare volentieri, il capofamiglia ci accoglie armato di un coltellaccio che depone dopo aver accettato i piccoli regali che portiamo (tabacco, farina, sale…). Campeggio libero sulla riva del fiume dove facciamo il bagno: Dirk e Guss ci garantiscono che dove c’è corrente non ci sono i coccodrilli…Fanno il bagno per primi e quindi siamo tranquilli.

Durante il giorno abbiamo incontrato solo un fuoristrada di una coppia di francesi.

10 agosto O r o n d i t i – V i l l a g g i H i m b a – E p u p a f a l l s – O k a n g w a t i – E t e n g w a ( C a m p i n g L i b e r o ) Ancora incontri con piccoli nuclei di Himba; ormai avvertiamo il loro avvicinarsi dall’odore di rancido del miscuglio di terra rossa e burro che le donne si spalmano dappertutto: sulla pelle, sui capelli, sui gonnellini di capra. Facciamo una sosta a Epupa Falls dove si può fare il bagno (una specie di violento idromassaggio). Le cascate sono imponenti e siamo nella stagione secca. A Epupa si arriva, oltre che dalla pista lungo il Kunene (est-ovest) anche con una buona strada sterrata (sud-nord), c’è un bel campeggio sotto il palmeto in riva al fiume, e gli Himba che si incontrano sono “civilizzati”. Infatti le donne vendono piccoli oggetti e chiedono un compenso per le foto, gli uomini sono ubriachi. Questo è l’impatto della civiltà su una popolazione come gli Himba! E si dice che la città di Opuwo sia peggio.

A Epupa è in programma la costruzione di una diga in joint-venture con l’Angola: il progetto rischia di determinare la scomparsa di un luogo paesaggisticamente molto interessante, ma soprattutto, allagando le terre dove gli Himba svolgono la loro esistenza di pastori nomadi, mette a rischio la loro stessa esistenza condannandoli agli effetti di una “civilizzazione” forzata cui non sono pronti e di cui non sanno cosa farsene.

Ritroviamo al campeggio i nostri amici francesi che sono in difficoltà perché hanno bucato entrambe le ruote di scorta. Dirk e Guss con pochi attrezzi di fortuna le smontano dai cerchioni e le riparano.

Ripartiamo per accamparci dopo qualche ora nel letto sabbioso di un fiume in secca, circondati da una foresta di mopani. Il barbecue è alimentato dalla legna di un mopani secco raccolto dopo un’accurata ricerca da Dirk; pare che sia il legname migliore per il fuoco. In effetti la mattina ci sono ancora le braci per il caffè.

11 agosto E t e n g w a – V a n Z y l P a s s – M a r i e n f l u s s ( C a m p ) La pista si fa sempre più accidentata avvicinandosi al Van Zyl Pass; questo passo è percorribile solo da est a ovest. In pratica si arriva al passo dall’altipiano e da qui si scende nella valle del Marienfluss. Al contrario, in salita, non è pensabile affrontarlo neppure con un fuoristrada. La discesa, la facciamo tutti a piedi, a parte Alessio che resta in macchina con Guss a farsi sballottare: le pendenze sono da “ottovolante” e il fondo è quanto di peggio si possa immaginare, infatti noi “pedoni” arriviamo alla fine della discesa prima delle macchine. La vista del Marienfluss dal passo è uno spettacolo, che si rinnoverà kilometro dopo kilometro per tutta la pianura fino al campeggio sul Kunene dove passeremo la notte. La parola campeggio indica un gruppo di acacie sotto ognuna delle quali si trova un rubinetto di acqua non potabile e l’immancabile spazio per il fuoco. I “servizi” e le docce sono allestiti in un separè di cannette senza porta…Al Camp si arriva da un’altra pista sud-nord percorribile da un buon fuoristrada anche senza guide; infatti troviamo nella piazzola a fianco un gruppo di Avventure nel Mondo.

12 agosto M a r i e n f l u s s – K u n e n e p o o l s – R e d D r u m – H a r t m a n n V a l l e y ( C a m p i n g L i b e r o ) Si riattraversa da nord a sud il Marienfluss con i suoi paesaggi sconfinati; si incontrano sprigbocks, giraffe, struzzi, e gli splendidi orix, fino al bivio denominato Red Drum (così si chiama dalla presenza di un barile di benzina dipinto di rosso); a quel punto si piega a ovest verso la Hartmann Valley, che corre parallela al Marienfluss e termina anch’essa sul Kunene. La Hartmann Valley è un territorio di proprietà di un agenzia di Svakopmund che qui accompagna i turisti per safari fotografici. Per accedervi bisogna avere un permesso che Dirk si è procurato per noi. La valle, splendida come il Marienfluss, termina in un fantastico deserto di dune che bruscamente digradano sul fiume. Dall’altra parte del fiume si scorge, arida e montuosa l’Angola. La notte la passiamo accampati sulle prime dune nella solitudine più assoluta. Alcune orme che Dirk giura essere di un ghepardo ci consigliano di montare le tende una appiccicata all’altra; Dirk ha l’aria di ridere sotto i baffi, ma…Al mattino passeggiata sulle dune fino al fiume; con il fresco dell’alba si cammina volentieri, il ritorno ormai a mezzogiorno è un’autentica sfacchinata. L’acqua da bere è calda e cattiva dopo alcuni giorni nelle taniche. Anche le nostre scorte alimentari sono scarse e si mangia qualche scatoletta e paste liofilizzate.

13 agosto H a r t m a n n V a l l e y – D u n e – K u n e n e – H a r t m a n n V a l l e y – O r u p e m b e ( C a m p ) Ripercorriamo, nel pomeriggio, tutta la valle e ci fermiamo ad un pozzo a riempire le taniche di acqua fresca (da potabilizzare). Incontriamo gli ultimi Himba da cui compriamo alcuni manufatti (braccialetti, cestini, e un tremendo secchiello cosparso della solita mistura di burro rancido, che leghiamo fuori dalla macchina – credo che Dirk non ci avrebbe fatto salire con quella che lui chiama “puzza di Himba”!). Il campeggio è quanto di più spartano si può immaginare; meglio le notti in campeggio libero.

14 agosto O r u p e m b e – P u r r o s – s a f a r i e l e f a n t i ( H o a r u s i b r i v e r ) ( C a m p ) Trasferimento breve al campeggio di Purros: un vero lussuoso camping con docce e bagni con acqua corrente e le porte! Inquieta un po’ il cartello che avvisa del possibile passaggio di elefanti tra le tende… Infatti questa è una delle due zone all’infuori dei parchi dove si possono vedere elefanti liberi; e dedichiamo il pomeriggio, lungo il letto quasi completamente secco, dell’Uarusib alla ricerca degli elefanti con risultati assolutamente deludenti. Seguiamo tracce più o meno recenti del passaggio di gruppi anche consistenti di questi animali, ma di elefanti non ne vediamo. Dirk ci promette di portarci nei prossimi giorni sull’Ugab river dove avremo una seconda possibilità.

15 agosto P u r r o s – S e s f o n t e i n – T w y f e l f o n t e i n ( C a m p ) Torniamo gradualmente verso zone più abitate; Sesfontein è un vecchio fortino tedesco trasformato in lodge con una pompa di benzina e alcuni negozi. La zona ricorda un’oasi sahariana, ma per chi arriva, come noi, da 8 gioni di “nulla” sembra una metropoli: c’è un bar dove si beve una bibita fresca e un minimarket dove comprare generi di prima necessità. Il paesaggio (entriamo nel Damaraland), anche se molto polveroso è sempre interessante ed è caratterizzato da formazioni rocciose molto peculiari.

16 agosto T w y f e l f o n t e i n – P e t r i f i e d f o r e s t – B u r n t m o u n t a i n – O r g a n p i p e s – R o c k p a i n t i n g s – B r a n d b e r g ( C a m p ) Visitiamo la foresta pietrificata, la montagna bruciata, le canne d’organo, che sono le principali attrazioni turistiche del Damaraland e ci arrampichiamo per la visita delle pitture rupestri preistoriche accompagnati da una simpatica guida Damara, che oltre a farci ammirare le opere dipinte dal popolo san circa 6000 anni fa, ci dà un saggio della lingua Damara fatta di schiocchi con la lingua che la rendono certamente di difficile apprendimento, ma sicuramente interessante da ascoltare. Gli ultimi due campeggi sono ormai forniti di comfort come docce con acqua calda, bagni con acqua corrente e piazzole con barbecue.

17 agosto B r a n d b e r g – s a f a r i e l e f a n t i ( U g a b R i v e r ) – C a p e c r o s s (c o l o n i a o t a r i e ) – H e n t i e s B a y – S w a k o p m u n d ( B u n g a l o w) La mattina percorriamo prima con le jeep il letto quasi secco dell’Ugab seguendo le tracce degli elefanti e quando Dirk si convince di essere ormai vicino, a piedi ci inoltriamo nella boscaglia. E’ difficile esprimere l’emozione (e anche un po’ di paura!) dell’incontro con un gruppo di enormi elefanti, molto vicini e soprattutto senza la fragile ma rassicurante protezione della carrozzeria delle auto come all’Etosha. Diciamo che è a causa dell’emozione che non sono riuscito a cambiare il rullino in tempo e non ho neanche una foto di questi animali… Cerchiamo di raggiungere la costa seguendo il letto dell’Ugab River, ma l’acqua aumenta e restiamo impantanati al punto di dover ritornare sui nostri passi e raggiungere Cape cross dopo un ampio giro. Sulla costa c’è nebbia e fa freddo; la colonia di foche è impressionante e anche la puzza. Henties Bay è una cittadina di vacanze senza molte attrattive dal nostro punto di vista: lo sport locale è la pesca sportiva. Al contrario Swakopmund è molto interessante con le sue case in stile tedesco ai margini del deserto. Anche nelle vie principali si incontrano persone vestite in puro stile bavarese. I nostri bungalow, piuttosto spartani, in un villaggio protetto dal filo spinato, dopo dieci giorni di tenda ci sembrano un hotel a 5stelle. Non parliamo dell’ottimo ristorante a buffet presso la vecchia stazione ferroviaria dove, dopo il nostro passaggio, credo che possano avere rivisto la formula a prezzo fisso! 18 agosto S w a k o p m u n d – M o o n l a n d s c a p e – W e l v i s c h i a d r i v e – S p i t z k o p p e ( t r a m o n t o ) – S w a k o p m u n d ( B u n g a l o w ) Gita di un giorno nei dintorni di Swakopmund; la parte saliente direi è senza ombra di dubbio anche la meno pubblicizzata: lo Spitzkoppe. La passeggiata al tramonto tra i graniti rossi dello Spitzkoppe ha una dimensione quasi magica. Già la vista della montagna che si innalza in mezzo alla pianura polverosa del Damaraland, più che al Cervino, come suggeriscono certe guide, fa pensare ad Ayers Rock. Ma quando parcheggiate le auto, ci si inoltra tra gli enormi massi di granito, perlopiù tondeggianti, quando ci si arrampica su rocce che hanno una sonorità particolare, quasi fossero cave, quando ci si siede sul granito tiepido, nel silenzio assoluto, ad ammirare il tramonto sullo sfondo dello sconfinato bush, allora le analogie con la magica pietra degli aborigeni australiani si fanno più evidenti. Al ritorno, complice l’ennesima foratura, facciamo un incontro che aggiunge motivi di riflessione ad una giornata già resa particolare dalla visita allo Spitzkoppe; come spesso accade in Africa, dal nulla compare un ragazzino: circa 12 o 13 anni, ben vestito, parla un buon inglese, perché lo studia a scuola, ha una macchinina in fil di ferro autocostruita che ha qualcosa di geniale (ammortizatori e sterzo perfettamente funzionanti!) e dopo qualche chiacchiera gli regaliamo 4 o 5 scatolette di carne tipo pressatella (comprate a Sesfontein dove non c’era altro), che i miei figli ormai si rifiutano di mangiare. Questo piccolissimo regalo deve rappresentare qualcosa che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare perché all’inizio stenta a credere che siano per lui e poi convinto di ciò, corre via felicissimo scomparendo nel nulla da cui era arrivato. Le sue ultime parole: vado a casa a mangiarle con il mio porridge! Spiace non aver una sua foto per ricordarlo meglio.

19 agosto S w a k o p m u n d – g i o r n a t a l i b e r a – S w a k o p m u n d ( B u n g a l o w ) Swakopmund è una cittadina piacevole: bei negozi, simpatici caffè, un lungomare con le palme, mercatini di oggettini artigianali e poi la giornata di riposo ci voleva. Da Swakopmund piccoli aerei da turismo portano a vedere le dune di Sesriem e la Skeleton Coast, ma l’escursione non fa per me. La cena è a casa di Dirk dove siamo invitati tutti per un classico barbecue. 20 agosto S w a k o p m u n d – W a l v i s b a y ( f e n i c o t t e r i r o s a ) – D u n a 7 – V o g e l f e d e r b e r g – S o l i t a i r e – S e s r i e m ( C a m p ) Si riparte al mattino presto; la prima tappa è Walvis Bay, via di mezzo tra la città portuale e la località di vacanza; nella laguna si può ammirare una nutrita colonia di fenicotteri rosa. La Duna 7 è un po’ un assaggio di cosa sarà il deserto del Namib a Sesriem. Lungo la strada ci fermiamo a vedere gli alberi faretra (kokerboom), caratteristici aloe che crescono nel deserto del Namib che si aggiungono alle particolarità botaniche che abbiamo incontrato fin ora: le preistoriche welvischie, i maestosi baobab, gli onnipresenti mopani, le tipiche acacie della savana. Una tappa suggestiva è Solitaire: una stazione di servizio con annesso-bar ristorante-bungalows con un’atmosfera particolare. Non si può passare di qui senza assaggiare l’apfelstrudel di Solitaire! Il campeggio di Sesriem è strategico per la visita del parco delle dune di Sossusvlei, perché solo partendo da qui si può vedere il sole sorgere dalla duna 45 (45 significa che dall’ingresso del parco ci sono 45km di strada asfaltata ma piena di buche). La notte in tenda è comunque molto fredda e ci penserei due volte prima di rifare l’esperienza. Un bungalow è certamente preferibile.

21 agosto S e s r i e m – a l b a d u n a 4 5 – N a r a V l e i – S o s s u s v l e i – D e a d v l e i – H i d d e n v l e y – t r a m o n t o – S e s r i e m ( C a m p ) L’alba alla duna 45 è senz’altro uno spettacolo suggestivo anche se in parte rovinato dal vento gelido. La visita dei Vlei (depressioni tra le dune) arrampicandoci da una duna all’altra segnano un’altra giornata indimenticabile di questo viaggio. E’ necessario avere un fuoristrada perché l’ultimo parcheggio per le auto normali è molto distante dalle zone più interessanti. Anche così la camminata sulla sabbia è lunga e faticosa. Torniamo verso sera alla duna 45 per le foto del tramonto.

22 agosto S e s r i e m – S e s r i e m C a n y o n – S o l i t a i r e – N a u c h a s ( L o d g e ) La sosta a Nauchas, in un agriturismo, offre uno sguardo sulla vita di un’autentica farm Namibiana: la corrente elettrica, proveniente da un generatore, viene staccata alle 23; l’acqua calda proviene da boiler alimentati a legna. L’alimentazione del bruciatore è praticamente continua e viene garantita da una ragazza che fa la spola dalla legnaia alla caldaia, per quello che ci è dato vedere, praticamente tutto il giorno; la cena e la colazione si svolgono nella sala da pranzo della fattoria in un’atmosfera molto afrikaan. Anche i dintorni della casa sono molto suggestivi: si possono fare numerose passeggiate nel bush; i sentieri sono ben segnati, ma in pochi minuti ci si ritrova soli immersi nella natura.

23 agosto N a u c h a s – M e l r o s e f a r m ( g h e p a r d i ) – W i n d h o e k La visita a Melrose Farm consente di vedere e fotografare un gruppo di ghepardi in semilibertà; gli animali sono belli, hanno veramente molto spazio (la fine del recinto non si vede), ma è sempre un recinto; l’effetto zoo lascia un velo di malinconia, o forse è la fine del viaggio? Sono sicuro che la stessa visita 20 giorni fa avrebbe suscitato un diverso entusiasmo…Nei dintorni di Windhoek ritroviamo la strada asfaltata. L’aeroroporto è circa 40 km fuori città. 23- 24 agosto W i n d h o e k – J ‘ b u r g Namibian A.

J ‘ b u r g – D u b a i Emirates A.

D u b a i – F r a n c o f o r t e Emirates A. F r a n c o f o r t e – M i l a n o Alitalia Per vedere le immagini del viaggio: http://utenti.Lycos.It/viaggifaidate/



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