Namaste’ Mumbai parte II

Probabilmente la crudeltà delle immagini ha spinto il mio subconscio a dimenticare un'altra parte importante dell'esperienza a Mumbai : il CRAWFORD MARKET. Nato in epoca coloniale , come luogo di scambio delle merci (si ricordi il florido periodo commerciale della Compagnia delle Indie) nel corso del tempo si è trasformato in affollato mercato...
Scritto da: PAPERINA69
namaste' mumbai parte ii
Partenza il: 15/05/2009
Ritorno il: 20/05/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Probabilmente la crudeltà delle immagini ha spinto il mio subconscio a dimenticare un’altra parte importante dell’esperienza a Mumbai : il CRAWFORD MARKET.

Nato in epoca coloniale , come luogo di scambio delle merci (si ricordi il florido periodo commerciale della Compagnia delle Indie) nel corso del tempo si è trasformato in affollato mercato locale frequentato dal popolo appartenente alle caste sociali più basse : di ciò ci siamo rese conto non solo visitandolo ma anche dai commenti dei ns amici indiani che dicevano di non averci mai messo piede (esprimendo l’intenzione di non farlo neppure in futuro) oltre che darci per pazze per esserci andate.

L’edificio si trova nella zona sud di Mumbai, a nord della stazione ferroviaria di Victoria e di fronte alla sede centrale di polizia ; una delle caratteristiche principali è la Torre dell’Orologio, ornata con bellissime incisioni vittoriane ed il fatto che l’intera struttura è progettata in modo che riceva la luce del sole durante tutto l’arco della giornata. . Il mercato si sviluppa in un’area di circa 72.000 mq ed è famoso per la sua architettura, una miscela di Normanna e fiamminga . I grandi portali dell’ingresso principale , situato in una caotica via , sono sovrastati da bellissimi bassorilievi raffiguranti contadini indiani al lavoro nei campi di grano; entrando il panorama cambia completamente rispetto all’esterno : un brulichio di persone al lavoro come tante formiche intente a preparare provviste per l’inverno. Si nota subito una incredibile geometria nel disporre coloratissima frutta e verdura mentre il pavimento resta nascosto dalla paglia disseminata ovunque: la merce arriva in casse di legno completamente chiuse e riempite di paglia per ammortizzare eventuali urti e mantenerne integro il contenuto. Gli uomini , in abiti tradizionali, seduti su montagne di casse, ci osservano incuriositi : anche qui siamo le uniche europee e ci viene il sospetto che non siano abituati a vedere turisti gironzolare li dentro, tanto meno turiste donne…

Come negli altri quartieri non faccio per nulla fatica a trovare soggetti “volontari” per le mie foto anzi tutt’altro…Mi chiedono proprio di esser fotografati! Affascinate dai colori, dalla geometria delle forme e dal profumo della frutta fresca tropicale , seguiamo il tizio che , appena scese dal taxi , per poche rupie si era offerto di farci da guida.

Nel corpo centrale del mercato sono collocate le fontane progettate da Lockwood Kipling, padre dello scrittore Rudyard Kipling che spiccano tra paglia e frutta nel loro celeste acceso.

Arrivando nella zona adibita al commercio di animali la cosa si fa umanamente pesante : in anguste gabbie di legno fanno mostra di se tristissimi volatili, tra cui grandi Cacatua ed Are dagli sguardi malinconici che suscitano tanta tenerezza…Poco più avanti delle piccole cavie bianche dagli occhi rossi ammassate l’una sopra l’altra. Purtroppo il peggio deve ancora venire…La scena più raccapricciante ci si mostra dinnanzi alle piccole gabbie contenenti cuccioli di cani moribondi, denutriti e malconci senza neppure una ciotola d’acqua..L’immagine che rimarrà sempre impressa nella mia mente è quella di un cucciolo meticcio color crema (tipo un labrador) dall’età apparente di 80-90 giorni, che arrotolato su se stesso giaceva agonizzante col capo chinato all’indietro e gli occhi rovesciati…Stava morendo davanti all’indifferenza dei passanti e del commerciante a cui avevo rivolto uno sguardo indignato e che di tutta risposta mi aveva invitato ad andarmene blaterando qualcosa di incomprensibile. Di fronte a milioni di persone che campano di stenti ed a cui viene atttribuito meno valore di una mucca (sacra ed intoccabile) non riesco comunque a trovare una giustificazione a questo scempio ed orrore sugli animali… Nel frattempo le mie compagne si erano allontanate frettolosamente e , a malincuore, ho abbandonato impotente la scena di quell’orrore. Mi sono poi resa conto che quell’immagine cruenta aveva distolto il mio olfatto dall’acre ed indescrivibile odore che infestava l’aria, un misto tra marciume,animale morto, sangue ed urina che scorrevano a rivoli sotto i nostri piedi : eravamo giunte nella zona macelleria , dove, come in tutti i paesi africani,teste di capre ed agnello ,coperte di mosche ed appese nel vuoto, gocciolavano sangue dappertutto. Ecco perchè le mie amiche avevano allungato il passo! Il mercato di Stone Town (Zanzibar) a confronto di questo sembrava un prato fiorito…E vi assicuro che anche lì si scherzava poco …

Uscendo da quell’orrore, ci dirigiamo in taxi verso un quartiere commerciale molto affollato e dai negozi abbastanza fatiscenti dove ,in lontananza, si scorge la bellissima torre di un minareto e, qua e là, qualche cancello barocco ,arrugginito, ricordo degli antichi fasti coloniali.Ci facciamo largo tra la gente evitando di intralciare uomini che trainano a mano dei carretti di legno carichi all’impossibile di mercanzie (addirittura qualcuno per partire ha bisogno che venga aiutato da altri uomini).

Gettiamo lo sguardo all’interno di un paio di negozi e ci rendiamo conto che la merce esposta siamo soliti trovarla in vendita, in Italia, presso i mercatini mensili di modernariato, stile anni 50! Ecco un altro spaccato di vita quotidiana , lontana dallo scintillio e dallo sfarzo del Taj Mahal & C., cruda ma molto vera : questo è quanto riservato alla fetta più grossa degli indiani di Mumbai, dove, checchè se ne dica, è purtroppo evidente questa orribile classificazione sociale.

Mumbai è anche e soprattutto questo.



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