Mykonos in uno scampolo d’estate
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GIORNO 1
Atterriamo sull’isola intorno alle 15 locali, perciò gran parte della giornata ormai è andata: decidiamo, quindi, di dedicarci all’esplorazione della città e dei suoi innumerevoli vicoli, costruiti sapientemente a formare un labirinto di colori, attorno ai quali dominano incontrastati i mulini a vento. La città ci accoglie così: caotica anche a fine settembre, ma di quel caos che ti fa venire voglia di buttarti nella mischia ancora di più, e ci richiama a delle frequenti soste con i suoi tanti baretti sparsi quà e là, in cui gustare dei coloratissimi e profumatissimi frullati di frutta fresca. E poi l’argento dei suoi gioielli esibiti quà e là, i profumi delle taverne, la musica dei locali, i flash delle macchine fotografiche… e i prezzi di un soggiorno che si prospetta tutt’altro che economico (mia cara Paros, ma proprio nessuno ti prende in esempio?). Come qualcuno ricorderà dal precedente diario cicladico, essendo di ottima forchetta sia io che l’amica che mi accompagnerà in questo soggiorno, decideremo, quindi, di evitare accuratamente il centro città per le nostre soste culinarie, riservandoci per la prima sera il piacere di cenare da Andreas e Maria, sulla strada che porta a Platis Gialos, gustando dell’ottima carne alla griglia. La camminata del pomeriggio ci sfinisce, perciò decidiamo di tornare dirette in hotel, per sfruttare al massimo la giornata successiva, che sarà dedicata al mare.
GIORNO 2
Il mare di Mykonos… quale scegliere? Impossibile visitare tutte le calette che si insinuano nella sua bellissima costa, però proviamo a farne una buona carrellata, sostando magari meno su ciascuna di esse e raggiungendone altre solo per immortalare qualche scatto, magari al tramonto, e correre poi dritte verso un’altra destinazione. Anche oggi il meltemi è rimasto in panchina: possiamo quindi dirigerci, in mattinata, verso la costa nord, altrimenti notoriamente battuta e afflitta dalla sua energica forza. Panormos si presenta ai nostri occhi come un enorme lago, di acqua piatta e cristallina, e ci immergiamo tra le sue acque fredde e tonicizzanti, prima di riprendere la macchina in direzione leggermente più a nord, verso Agios Sostis. Ad attenderci, quì, una deliziosa baietta, inserita all’interno di una cornice selvaggia dominata dai tetti rossi di una chiesa e dai tavoli blu della piccola taverna lì a fianco, che ovviamente ci vedrà suoi ospiti per un pranzo a base di carne/pesce/verdure alla griglia, dalle proporzioni ben poco prevedibili. Letteralmente esauste dal pranzo, ci dirigiamo prima verso il paesino di Ano Mera, e poi giù per la costa sud della famosissima SuperParadise, per spiaggiarci come due balenottere in attesa del tramonto osservato dall’adiacente Paradise beach. Tanta musica, tanti lettini, tanti ombrelloni di paglia, tanta scena… ma siamo agli sgoccioli di questa estate, l’atmosfera non è quella caciarosa dei mesi caldi per eccellenza. Rientriamo in hotel, e dopo una leggerissima cena a base di formaggio e sfoglie tipiche locali reperite nei forni dell’isola, ci dirigiamo verso la città, che ci inghiotte letteralmente mentre camminiamo tra i suoi vicoli.
GIORNO 3
Buongiorno Mykonos, e grazie ancora a un meltemi totalmente assente, che ci farà godere a pieno della bellezza del tratto di costa situato a sud est dell’isola, tra le insenature di Kalo Livadi, Kalafatis e Lia, con una puntatina nella particolarissima baia di Aghia Anna, circondata da due piccole rotondità di terra totalmente deserta, collegate alla terra ferma attraverso una strisciolina. L’intento era quello di fermarci a pranzare in una delle due taverne di questo piccolissimo centro di pescatori, ma i prezzi esposti ci fanno desistere da questo intento, portandoci poco più verso nord, nella baia di Fokos e della sua omonima taverna. Ricordate quanto scritto il giorno prima a proposito delle quantità di cibo ingerite durante il pranzo? Bene, quì ci troviamo a sperimentare l’esatto opposto… Leggere come due gazzelle, questa volta ci dirigiamo verso sud, alla spiaggia di Agrari, dalla quale, dopo aver lasciato la macchina, parte un sentiero per raggiungere la vicina Elia. Nel bel mezzo delle due spiagge, si trova una piccola baietta, a esclusivo appannaggio di nudisti gay, ma molto molto suggestiva. E’ quì che decideremo di passare il nostro pomeriggio, con lo sguardo rivolto ad un mare che più cristallino non si può. Di rientro ad Agrari, ci fermiamo al bar sulla spiaggia per sorseggiare un caffè freddo e fare due chiacchiere, dopo di chè direzione hotel e poi taverna Lefteris sulla spiaggia di Ornos, molto viva e piena di bei localini. Per la serata, avremmo in programma un cocktail in città, ma i prezzi ci fanno desistere notevolmente, ripiegheremo dunque su un frullato di frutta e sul classico giretto per i vicoli.
GIORNO 4
E’ la giornata dedicata alla visita dell’isola di Delos, splendido sito archeologico rimasto intatto come secoli fa, ad ospitare le rovine dei popoli che hanno scritto la nostra storia. Suggestiva l’atmosfera che si respira: sembra quasi di entrare in contatto con lo spirito dei nostri antenati, e l’idea di visitarne le case, le chiese e calpestarne i pavimenti (qualcuno ancora intatto) ti mette i brividi. Il sito non è, praticamente, mai transennato, per cui davvero si può entrare dentro le antiche dimore a cielo aperto o sfiorare le colonne dei templi. Ma la splendida bellezza di tutto ciò che ti sta davanti funge da sola a regolare il tuo comportamento nel massimo del rispetto. Ferme al bar dell’isola, facciamo due chiacchiere con il titolare, che ci racconta della sua vita, e di quella delle altre 20 persone che con lui abitano l’isola per circa 7 mesi l’anno: dalle 9 del mattino fino alle 15 accolgono i turisti che a fiotti si riversano nell’isola, dalle 15 e un minuto, appena l’ultimo traghetto salpa dall’isola, cala il silenzio sulle rovine e la vita dei loro custodi, che solo da lontano scorgono le luci della vita che si accende nella vicina mykonos. Sarebbe interessante restare quì per una notte, ma l’idea di viverci per sempre mi terrorizza, e con una sensazione di curiosità mista a sollievo ci prepariamo a salutare la culla della nostra civiltà, e approdiamo al porto di mykonos, dal quale, una volta recuperata la macchina, ci spingeremo verso su, direzione Fanari, sede dell’antico faro dell’isola, dal quale si ammira un tramonto da mozzare letteralmente il fiato. La nostra ultima serata è arrivata, e ceniamo alla taverna Nikolas, sulla splendida Agia Anna. Ultime foto di rito, ultime chiacchiere in hotel con Giannis e poi a dormire…
GIORNO 5
L’ultimo sull’isola. Il volo è alle 15:30, abbiamo ancora qualche ora prima di lasciare la macchina a noleggio e dire arrivederci a questa splendida isola dalle chiese rosse e bianche, i mulini a vento e le strade a strapiombo sul mare. L’ultimo giro lo riserviamo al monastero in prossimità di Ano Mera, nel quale vive tutta sola soletta una suora di giovane età, che ci accoglie calorosa parlando un perfetto inglese. Un giro a Ftelia, ancora qualche discesa e risalita in giro per i campi e le stradine sterrate dell’isola e di rientro in hotel, dove Giannis ci ha promesso di farci assaggiare il più buon pastitsio dell’isola. Verrebbe quasi da piangere nel lasciare una persona così tanto affettuosa e cordiale come lui, per non parlare delle sensazioni che si provano di fronte all’idea di lasciare l’isola e la sua atmosfera. Ma la vacanza finisce per tutti, ed è ora di rientrare a Malpensa. Il meltemi inizia a farsi sentire, ma per fortuna a Milano ad attenderci c’è il sole.