Myanmar on the road
Attraversato il ponte che unisce le due frontiere, mi sono fermato nell’ultimo ufficio. Sotto il controllo di un funzionario Birmano ho compilato dei moduli, pagato 20 baht thailandesi come tassa e ricevuto il benestare per entrare a Thachilek. A Thachilek ho acquistato, al cambio in nero, i primi kyats, per un dollaro 1100 kyats. Un tuc-tuc mi ha portato per 40 baht alla stazione dei taxi/autobus, dove ho preso accordi con un taxista, 400 baht per un passaggio fino a Kengtung ( Kyaingtong ) la città che si trova nello stato Shan, al centro del triangolo d’oro. Sotto una pensilina, ho aspettato 3 ore mentre il taxista cercava almeno un secondo passeggero da caricare oltre a me. Credo che la cosa migliore da fare sia recarsi alla stazione dei taxi il prima possibile, cosi’ si puo’ partire con il primo che si completa.
Con il taxista sono ritornato all’ufficio immigrazione al confine e abbiamo compilato un ulteriore modulo in cui venivano specificati i nomi dei passeggeri e il loro numero di documento. Il modulo poi, durante il viaggio, verra’ presentato ad ogni chekpoint. Il viaggio fino a Kengtung è molto bello, la strada si inerpica sulle colline, e da li si possono vedere panorami fantastici. E’ stato durante il viaggio che ho fatto la conoscenza con il Betel. Tutti i Birmani, o quasi, si infilano a lato della gengiva una mistura composta da radice di betel ( un albero simile alla palma da cocco ) fatta a pezzi, un pizzico di tabacco, calce e lime. Il tutto avvolto in una foglia e chiuso alle due estremità. E’ un leggero eccitante, l’autista mi dice che lo mastica per tenersi attento durante la guida. Oltre a tenere svegli e a rendere i denti neri, provoca lo stimolo alla salivazione. E’ abbastanza disgustoso ma bisogna farci l’abitudine.
Nel tragitto fino a Kengtung si trovano più checkpoints .L’autista scende, presenta il modulo compilato all’ufficio immigrazione, il mio passaporto, paga una tassa, ringrazia e riparte. Ogni volta la stessa trafila, almeno per 5 volte. A Kengtung sono arrivato nel tardo pomeriggio e ho trovato un letto in una guesthouse per 4 Usd. (In Myanmar i voli aerei e i pernottamenti si pagano in dollari americani, mentre il resto lo si paga in kyat) Da Kengtung è impossibile proseguire via terra, a meno che non si ritorni indietro. Per proseguire il viaggio ho dovuto acquistare il biglietto aereo per Mandalay, la seconda città, in ordine di grandezza,del Myanmar.( 72 usd ). Ho preso accordi con un mototaxista che mi ha fatto da cicerone. ( 1500 kyats ). La città è costruita intorno ad un bel lago, interessanti sono i wat intorno al centro della e il mercato mattutino al quale prendono anche parte membri di varie tribu’ delle colline circostanti. Il volo è con la yangon airwais, parte alle 15 e arriva, dopo un veloce scalo a Heho, a Mandaly verso le 16.30 circa. Dall’aereoporto, che dista circa 20 km dalla città, ho diviso il prezzo del viaggio in taxi fino in centro con un altro passeggero ( 9000 kyats ) . Mi sono fatto lasciare davanti ad una guesthouse in cui ho preso alloggio ( 4 usd con colazione ). Nella guesthouse ho conosciuto delle persone con cui ho diviso il costo del taxista che, per qualche giorno, ci ha accompagnato nelle gite fuori città. Ho visitato molte località, villaggi e templi. Da non perdere Amarapura, Inwa, Sagaing e le cave di Monywa.
Dopo aver visitato il forte, Mandalay hill, il mercato coperto, e vari templi, una visita ad una casa da the è dovuta. Si puo’ bere un the in cui viene diluito latte condensato dolcissimo e mangiare dei pasticcini mentre si chiacchiera con la gente del posto, un buon momento per socializzare. I Birmani sono molto cordiali, educati e parlano volentieri con uno straniero ( kalabwa ) soprattutto di sport, se poi si ha qualche conoscenza dei piu’ importanti campionati di calcio europei è ancora meglio. La sera manca spesso l’energia elettrica, per cui se si ha intenzione di uscire a piedi ,è meglio premunirsi di pila, le strade sono completamente al buio. Per girare in città ho noleggiato una bicicletta e ho preso gli autobus pubblici. Nella guesthouse dove ho alloggiato, ho acquistato il biglietto dell’autobus per proseguire il viaggio fino a Kalaw. ( 4200 Kyats ) Partenza alle 6 del pomeriggio per arrivare alle 5 del mattino dopo. Anche qui trovato alloggio per 4 dollari con colazione. Kalaw è piccola, si gira tranquillamente a piedi. Vari trekking con le guide del posto, mi hanno permesso di visitare alcuni dei villaggi della zona. Un’ escursione alle grotte di Pindaya magari in giornata è una cosa che bisogna fare. Per arrivarci, visto che distano circa 50 km, si puo’ noleggiare un taxi oppure serevirsi un autobus pubblico Da Kalaw ho proseguito, sempre in autobus, verso Nyaungshwe, la città che si trova sulle rive del lago Inle. Ho noleggiato una barca e ho visitato il lago e alcuni mercati dei villaggi che vi si affacciano. Per accedere al lago si pagano tre dollari.
Il lago è molto bello, uno specchio d’acqua cristallina circondato da montagne. Da ammirare le colture galleggianti.
Noleggiata una bici, ho girato la citta’ e i dintorni per qualche giorno.
Per 7000 kyats ho comprato il biglietto dell’autobus da Nyaungswe a Nyaung-U, la città a cui si accede se si vogliono visitare i templi di Bagan. Partenza alle 5.30 del mattino e arrivo alle 4.30 del pomeriggio con un autobus pubblico. Lungo la strada, intorno a Meiktila, una sosta per il pranzo, 800 ks. L’autobus si ferma davanti ad un posto di polizia in cui bisogna pagare i 10 usd che permettono di visitare la zona dei templi. Un conducente di trisciò mi ha lasciato davanti alla guesthouse ( 7 dollari con prima colazione ) in cui avevo deciso di sostare. Ho trovato molto comodo arrivare ai templi in bicicletta, piuttosto che a piedi visto che le distanze sono grandi. Bagan è un posto stupendo, i templi sono a centinaia e coprono una piana di 40 kmq.
Mi sono fermato qualche giorno piu’ del previsto, ne è valsa la pena. Da Nyaung-u si puo’ partecipare, appoggiandosi per l’organizzazione alla guesthouse dove si alloggia, ad una breve gita di una giornata verso il monte Popa, dimora dei Nat ( spiriti della natura ). Volendo approfondire la conoscenza del culto dei Nat, bisogna visitare la Shwezigon Paya che si trova subito fuori della città. Infatti è qui che sono custodite le statue dei 37 spiriti, quello protettore dei viaggiatori è Ko Myo Shin. Andando a visitare la Shwezigon Paya si puo’ notare che nonostante la religione ufficiale sia quella buddista, molti birmani credono al culto degli spirti. Molti sono coloro che, con timore reverenziale, vanno a rendergli omaggio facendo offerte in denaro o in fiori.
Il biglietto dell’autobus per Yangon, per un viaggio cominciato alle 3 di pomeriggio e terminato alle 6 del mattino dopo, è costato 6500 kyats. Il taxi fino alla zona della Sule Paya è costato 3000 kyats e la guesthouse 8 dollari con prima colazione. La zona della Sule Paya è ottima se si vogliono visitare i templi piu’ importani e qualche mercato a piedi. I posti da visitare sono tanti. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Dipende dal tempo che si ha a disposizione.
Dopo qualche giorno passato a Yangon, con un volo Biman ( 86 usd ), sono ritornato a Bangkok da dove ho proseguito per Francoforte e poi l’Italia.
Nell’arco del viaggio ho cambiato piu’ volte, sempre al mercato nero. I tassi variavano da 1100 Kyats a 1250 kyats per un dollaro. A Yangon evitare di cambiare nella zona intorno alla Sule Paya; anche se vengono promessi tassi apparentemente favorevoli, la possibilità di essere raggirati è alta. L’accesso ad internet non sempre è facile. Molti siti piu’ frequentati sono censurati. Con un indirizzo hotmail.Com non si hanno problemi a controllare e spedire le mail. Telefonare è costoso, da 4 a 8 dollari al minuto. Ho telefonato dalla guesthouse e dai centri comunicazione di Mandalay e di Yangon. Prima di partire e durante il viaggio ho seguito la profilassi antimalarica.
Mangiare è molto economico, una media di 2,5 dollari a pranzo. I pernottamenti partono da 3 dollari per una camera con ventilatore, bagno in comune e prima colazione. I biglietti degli autobus si possono acquistare o direttamente alla stazione di partenza, almeno un giorno prima, oppure nella gusthouse o hotel dove si alloggia. In questo caso si paga una piccola commissione. Il noleggio della bici costa 1000 kyats per una giornata. E’ un paese economico in cui viaggiare, dove gli spostamenti sono lenti e faticosi. Se non si hanno grandi pretese e si eliminano le visite ai siti dove si paga una tassa d’entrata, un budget di 10 dollari al giorno può bastare, i voli interni conviene acquistarli sul posto.
Dal punto di vista della sicurezza non ho avuto nessun tipo di problema, solo a Yangon la polizia mi ha controllato la macchina fotografica. Ero in una zona off-limits e pensavano avessi fatto qualche scatto.
Purtroppo è un paese strozzato da un regime militare despota che non lascia spazio a nessuna forma di democrazia e libertà d’opinione ( ogni tipo di comunicazione viene filtrata e censurata ), arrivando a calpestare e disprezzare i diritti umani. E’ bene saperlo. Credo che una forma di turismo “intelligente” possa aiutare un popolo tra i piu’ poveri dell’Asia. Si puo’ alloggiare in strutture a gestione famigliare, per gli spostamenti servirsi di compagnie private, quando si contratta un prezzo magari non impuntarsi per pochi centesimi ma cedere, per noi sono 10 centesimi d’orgoglio per loro potrebbero essere l’unico guadagno di una giornata e ,quando si esce, non impuntarsi per trovare il locale che la guida turistica che abbiamo in mano decanta tanto elogiandone qualità e convenienza, ma guardarsi intorno, ce ne sono tantissimi altri che meritano di essere visitati e hanno la sfortuna di non essere citati. I Birmani amano molto parlare, sia per il fatto che sono curiosi, sia per il fatto che in questa maniera fanno esercizio in una lingua straniera, per cui concedersi a qualche chiacchierata potrebbe fare loro molto piacere. Il Myanmar è un paese da vivere in maniera spirituale, immergendosi completamente nella quotidianità della vita nelle città e nei villaggi. Interagire con la gente del posto e fermarsi ad ascoltare, scambiare opinioni, curiosità, aneddoti, è la vera ricchezza che si può guadagnare da un viaggio in questo paese, perché è proprio la gente a renderlo uno dei luoghi piu’ affascinanti dell’Asia.
Se qualcuno è interessato ad altre informazioni di carattere generale o specifiche ad un argomento o luogo, o ad un semplice scambio di opinioni, mi scriva pure. Saro’ ben felice di rispondere. Per ora un saluto e un buon viaggio.
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