Myanmar – Mingalaba

Mingalaba è il saluto tipico degli abitanti del Myanmar: è una sorta di augurio, buona fortuna, buon giorno, tanti auguri; è la dimostrazione di serenità e di felicità interiore che questo popolo meraviglioso manifesta ad ogni singola occasione. Abbiamo deciso di pubblicare questo nostro viaggio per far si che tutti conoscano questo...
Scritto da: chiaragigi
myanmar - mingalaba
Partenza il: 27/12/2004
Ritorno il: 14/01/2005
Viaggiatori: in coppia
Mingalaba è il saluto tipico degli abitanti del Myanmar: è una sorta di augurio, buona fortuna, buon giorno, tanti auguri; è la dimostrazione di serenità e di felicità interiore che questo popolo meraviglioso manifesta ad ogni singola occasione.

Abbiamo deciso di pubblicare questo nostro viaggio per far si che tutti conoscano questo fantastico paese, ma anche per far si che il turista non rovini quello che è il sapore e l’armonia che si respira in Myanmar.

ora veniamo al racconto: 27-12-04 Ore 9.30 atterriamo a Yangon con un tranquillo volo della Thai. All’aeroporto ci viene a prendere Kyew (=ciò) e ci porta in albergo, pomeriggio libero e da domani siamo in giro con lui. Ci incamminiamo per respirare un po’ di aria birmana, verso la Sule Paya, la nostra prima pagoda, l’impatto è stato inferiore alle attese. Ci siamo poi immersi per le strade, un tipico mercato orientale,un mix di odori e profumi, alcuni piacevoli altri decisamente nauseabondi. Tutti per terra a vendere qualunque cosa … riso, pesce, verdura, tessuti, chincaglierie, gioielli … L’impressione è che l’igiene sia una cosa sconosciuta; l’impatto è stato decisamente forte.

Decidiamo di prenderci un the in riva al lago, degustando un po’ di tipici pasticcini e stuzzichini (tutti con carne e peperoncino … alla faccia del pasticcino !!). Sarà il the, sarà il lago, ma la giornata prende un piega buona. Giretto in riva al lago, shopping e di corsa a vedere il tramonto sulla Shwedagon Paya. … e da domani viene il bello !!! 28-12-04 Shwedagon Paya … da rimanere senza parole, stupenda !!!!!! La campana è interamente d’oro, luccicante e affascinante, ma l’insieme dei templi e tempietti dedicati a Budda, danno un fascino unico, così come i fedeli che pregano e bagnano le testa del budda rivolto verso il loro segno (gg di nascita) P.S. I giorni della settimana sono 8; come i lati dello stupa, si distinguono il mercoledì mattina (elefante con le zanne, nascita del budda) e il mercoledì pomeriggio (elefante senza zanne). Siamo quindi andati a vedere il primo Budda reclinato, gigantesco e con le incisioni nei piedi )che sono paralleli quindi è morto). Visita alla fabbrica del vetro e pranzo al Green Elephant, un po’ caretto (5$ a testa) ma mangiato molto bene. Nel pomeriggio visita alla stupa Botataung (dedicata ad un capello del Budda), l’unica cava, con l’intero completamente ricoperto da mosaici di vetro.

Giro all’albergo coloniale Strand Hotel … niente di speciale, e quindi giretto allo Scott Market, cena al caffé Aroma. Il nostro autista non ci segue mai … abbiamo scoperto che è musulmano; argh un popolo di 50 milioni di buddisti, noi abbiamo beccato il musulmano!!!! 29-12-04 Golden Rock Partenza di buon ora direzione Bago, qui visitiamo i 4 budda, il budda reclinato (è più grande di quello di Yangon) e l’enorme Shwemawdaw Paya, peccato che stiano pulendo l’oro della campana per cui no vediamo niente … Sigh ! Due ore di macchina verso Kyaiktiyo (Golden Rock) Dal Base Camp abbiamo fatto 40 minuti di pick up più altri 40 a piedi, bella ripida, ma lo spettacolo ripaga abbondantemente la fatica. Vedere il tramonto dalla roccia interamente ricoperta d’oro è stata un’emozione fortissima. Rientro al buio in mezzo alle bancarelle con i soliti intensissimi aromi.

30-12-04 Giornata di trasferimento dalla Roccia d’oro a Pindaya. La discesa verso il Base Camp di Kyaiktiyo non ha davvero nulla da invidiare alle montagne russe di Gardaland, lanciati a 80 all’ora in discesa per una strada di montagna con tornanti e strapiombi … quindi 3 ore di macchina fino a Yangon e pranzetto in una tipica tea house.

Quindi volo con la Air Mandalay, biblica da 70 posti fino a Heho. Qui troviamo il nostro nuovo autista (che non abbiamo ancora capito come si chiama) che per fortuna “speacks english”. Trasferimento di 2 ore fino al Conqueror Hotel di Pindaya per una strada incredibilmente ricoperta di buche, ma contornata da un delizioso profumo di mandarini. Fa freddissimo !!!! Cena al ristorante dell’hotel con spettacolo locale incluso.

31-12-04 Il risveglio non è decisamente dei migliori … gran scossa di terremoto, ma per fortuna tutto bene.

Visita alle grotte di Pindaya, interamente riempite di budda, in tutti gli angoli, la strada è stata tanta per arrivare fin qui ma ne valeva decisamente la pena, anche per il paesaggio che si vede dalla grotta. Acquisto di una meravigliosa spada Shan di 50 anni … il nostro salotto la sta aspettando !!!! Quindi 3 ore di macchina per arrivare a Inle Lake. Saliamo su una piroga e navighiamo il lago fino al nostro albergo Shwen Inn Thai; la nostra camera è una palafitta di legno sull’acqua un posto meraviglioso e molto romantico in cui passare l’ultimo giorno del 2004.

Visita quindi alla fabbrica della seta (comperato un Longij), alla fabbrica delle spade, dell’argento, dei sigari e della carta di riso. E’ incredibile come riescano a fare tutto quanto a mano.

Cenone e spettacolo con gruppo musicale danzante del luogo, un vero spasso, soprattutto per lo speacker da noi soprannominato “spaccio”.

01-01-05 Sveglia di buon ora, anche oggi è freschetto e visita al mercato itinerante: assolutamente unico !! Abbiamo fotografato anche una famiglia Pa-o, con il loro costume tradizionale. Acquisto del pugnale Shan e visita al monastero dei gatti saltanti … che saltano veramente, incredibile !!!!! Poi al floating garden con le orchidee che si specchiano sull’acqua. Questo lago ci è piaciuto un sacco anche se mi sono presa un bruttissimo raffreddore !!! Volo fino a Mandalay e nuovo autista .. Ma la sera siamo liberi e con un taxi che in realtà è una specie di incrocio tra una 600 e un’ape cross andiamo a mangiare in un ristorante Shan … delizioso !!!! Che serata indimenticabile tra il giro in taxi e la cena !! 02-01-05 Oggi abbiamo visto un sacco di cose: prima siamo andato alla fabbrica degli arazzi (Kalaga), ne abbiamo presi 3, e poi alla città di Amarapura, dove abbiamo visto il monastero in cui all e10 e mezza più di 1000 monaci mangiano tutti assieme sotto lo sguardo indiscreto di molti turisti curiosi. Quindi è la volta di Sagaing, visita ad un monastero con “guida speciale” e grotta dei 30 budda, una bella vista della pagoda in cima alla collina. Poi visita alla città di Inwa con l’Oscar … ops: Horse Car. Monastero in teak, bellissimo, torre di guardia inglese diroccata e paurosamente inclinata, da cui si gode una splendida vista, monastero in pietra con paya. Tramonto di fronte al U Being Bridge con derby calcistico con monaci tra gli spali, cena in un ristorante con camerieri che clienti, carino ma meglio quello di ieri, ci torniamo domani con l’apecross !!!! 03-01-05 Abbiamo preso il battello e attraversato il fiume e siamo giunti alla città di Mingun .. Sembra di essere tornati indietro di 200 anni: nessuna macchina ma solo Oscar, carri, galline, pecore … peccato che a causa dei molti turisti i locali siano diventati molto insistenti nella vendita dei loro oggetti.

Abbiamo visto la Hsinbyme Paya bianca, la Mingun Bell. Una campana enorme di 55555 viss (90 tonn) dal suono imponente, e sopratutto la gigantesca Mingun Paya mai terminata da cui si gode di uno spettacolo meraviglioso. Ritorno a Mandalay, pranzo in una tea house (economiche ed abbondanti) e visita alla stupenda Mahamuni Paya; dentro c’è un budda totalmente d’oro ed è talmente venerato che, oltre al maxischermo per i fedeli si merita la doccia tutti i giorni e il lavaggio dei denti alla 4:00 di ogni mattina.

Siamo riusciti inoltre a mandare una mail a casa da un cybercaffè. Pomeriggio in visita alla famosissima Kuthodaw paya con contiene il libro più grande del mondo, ovvero 729 lastre di marmo sulle quali è inciso l’intero canone buddista e quindi poi alla Sandamani Paya, contenente i commenti al libro e soprattutto l’Atumashi Kiaung: un monastero interamente in tek, veramente fantastico. Tramonto dalla Mandalay Hill, ma a parte il sole, nulla di speciale.

04-01-05 Sveglia alle 4:40, colazione senza french pankake perché il cuoco ha deciso che non aveva voglia di darmi retta .. E quindi imbarco alle 5:50 destinazione Bagan. Alle 6:30 eravamo già incagliati, il fiume è mooolto più basso di quello che credevamo, si naviga a vista, peccato sia buio pesto, c’è uno con un paletto di legno sulla prua della nave che cerca di capire quanto fondo è il fiume. 12 ore di navigazione con altro intagliamento a Pakokku e quindi arrivo alle ore 18:00 a Bagan.

05-01-05 Bagan: indescrivibile !!!! Assolutamente meravigliosa, pagode ovunque che si ergono dalla foresta … ovunque ci si giri si resta ammaliati da tanto splendore, oggi abbiamo visto 16 templi tra cui: Ywa Haun Gi Gyi, Shwezigon Paya, Shwegugyi Temple e Dhammayazaka Zedi. Tramonto quindi dalla Shwesandawo Le pagode più belle sono sicuramente quelle su cui si può salire e godersi uno spettacolo unico. Che giornata indimenticabile !!!!! 06-01-05 Altra giornata dedicata alla visita delle pagode. Noi giriamo in macchina, è più fresco e si possono vedere molti più templi, cosa che in bici o in calesse sarebbe molto più complicato, anche se sicuramente molto più romantico. Degne di nota: Mingalazedi (bello, vicino al fiume e ideale per il tramonto), Dhammayangyi e la Sulamani davanti, ma soprattutto l’Anandha Temple e il monastero vicino, con gli affreschi ancora integri tra cui l’arrivo di Marco Polo a Bagan. Tramonto dalla Pyathada Paya, leggermente meno conosciuta e quindi con molti meno turisti. Si conclude così il nostro soggiorno a Bagan, un luogo decisamente magico.

07-01-05 Giornata di trasferimento, partiamo alle 7:00 direzione Magwe con un autobus di linea poiché quello per Pyay era pieno. Il bigliettaio dell’autobus aveva un modo decisamente singolare per reclutare passeggeri, passando per i villaggi gridava il mone della destinazione … “Magwe, Magwe!”. L’autista dal canto suo, grazie al betel a ad altre foglie verdi non bene identificate, ha sputato fuori dal finestrino ben 52 volte (contate … Dal momento che eravamo in prima fila).

In compenso il viaggio è stato anche simpatico e arriviamo a Magwe a mezzogiorno. Solo che a differenza di quello che scrive la Lonely Planet i servizi per Pyay sono davvero scarsi (partenza ore 17:00 arrivo ero 01:00, oppure partenza ore 9:00 del giorno dopo). Quindi contrattiamo con un taxista che ci porta a Pyay in pick up, senza posti a sedere, seduti sul cassone … 150 miglia: risultato: gola a pezzi e schiena piena di lividi ma alle 17:40 arriviamo a Pyay e troviamo un motel.

08-01-05 Tramite l’albergatore prenotiamo il biglietto dell’autobus per Ngapali. Partenza ora 20:00, abbiamo quindi un giorno intero da passare in un posto in cui non c’è assolutamente nulla. L’autobus arriva alle 22:00 da Yangon, si vede immediatamente che non è proprio un bus per turisti, anzi, ci sediamo tra sacchi di riso, zucchero, mandarini, lime, piastrelle, lamiere, motori diesel e un numero non precisato di altre ceste e sacchi. Non avendo alternative siamo saliti ugualmente. Il viaggio è durato 13 ore, tra strade impraticabili, semisterrate e piene di buche .. Con altri passeggeri che fumavano, rantolavano, russavano, pregavano nel sonno: un viaggio terribile !!!!! Alle 5:00 il bus si ferma in un posto … boh, era buoi e non si capiva, per scaricare tutti i passeggeri e le tonnellate di merci ci sono volute 2 ore di tempo, poi hanno rimontato anche 5 sedili che evidentemente avevano tolto, sono saliti altri passeggeri e poi 3 ore di viaggio per arrivare a Tandwe.

Qui assieme ad altri 3 occidentali dell’autobus (gli unici) prendiamo un pick up direzione Ngapali Beach, alle 11:00 siamo finalmente in albergo.

09/10/11/12-01-05 Il paradiso, spiaggia bianca, palme mare cristallino, bungalow fronte spiaggia e 20 turisti in 3 km … il luogo ideale per rilassarsi !!!!!!!! Qui passiamo quattro giorni assolutamente indimenticabili, mangiando benissimo nei quattro ristorantini della spiaggia, facendo lunghe passeggiate e fantastici bagni, in un mare calmissimo che però a poca distanza da qui 2 settimane fa ha portato morte e distruzione … A guardarlo da qui sembrerebbe proprio impossibile da tanto è bello.

13-01-05 Ultima mattinata passata a fare la nostra passeggiata in cerca di conchiglie e poi via all’aeroporto e volo con la solita Air Mandalay per Yangon. All’arrivo c’è Kyew che ci aspetta e che ci porta di nuovo al nostro albergo, il pomeriggio torniamo a vedere la Shwedagon Paya e dopo venti giorni la rivediamo più bella della prima volta; al primo giorno abbiamo notato soprattutto l’immensa campana dorata (era impossibile staccarle gli occhi di dosso) oggi invece notiamo anche tutti i piccoli rilievi, gli interni lavoratissimi dei templi, le lunghe scalinate per salire sulla collina dove si erge la pagoda; insomma ne ammiriamo ancor di più la bellezza, poi la sera andiamo a mangiare in un ristorantino Shan, oramai siamo affezionati ai piatti Shan … strepitosi !!! 14-01-05 Mattinata allo Scott Market dove Gigi mi ha comperato un bellissimo anellino con rubino birmano (wow … è luminosissimo) e poi a China Town a rivedere questo incredibile miscuglio di colori, odori, sapori dove tutto è assolutamente fortissimo. L’impatto oggi è stato decisamente inferiore a quello del primo giorno, oggi ci è proprio piaciuto passeggiare per il mercato e per le strade pur sporchissime e indecenti, con i venditori di frutta, di pesce e di carne per strada a fianco dei tubi di scappamento dei camion e dei pick up che passano, una passeggiata assolutamente indimenticabile … Come indimenticabile è stata questa vacanza, che ci ha lasciato dentro una grande serenità e una grande felicità; abbiamo conosciuto un popolo con una cultura decisamente diversa dalla nostra ma con una serenità interiore unica, sempre con il sorriso e sempre gentili, non hanno mai cercato di fregarci in nessun modo e si sono dimostrati in ogni occasione veramente deliziosi. Sicuramente la loro rigida condizione politica non dà molte possibilità né tanto meno libertà (stampa, opinione, lavori forzati), però questa loro condizione unitamente alla religione decisamente rasserenante in ogni suo aspetto li ha mantenuti in uno status veramente unico,. Speriamo che la lenta apertura che il governo sta facendo non si traduca in una unica corsa al denaro da parte di tutti i Birmani (o Myanmarici come li abbiamo chiamati noi) perché questo si tradurrebbe sicuramente nella perdita di quello che è la loro bellezza e la bellezza di questo meraviglioso paese che ci è rimasto proprio nel cuore.



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