Myanmar il paese della gente che sorride

Myanmar il paese della gente che sorride 22/12/2000 Aereo da Bangkok a Yangon arrivo ore 9,45. Troviamo i soliti procacciatori che per due dollari ci accompagnano in città. Solo due dollari perché sperano di venderci il tour organizzato. 23/12/2000 Giriamo per Yangon e visitiamo un mercato e il lago Inya. Nel pomeriggio andiamo a visitare la...
Scritto da: Silvia Nicolini 1
myanmar il paese della gente che sorride
Partenza il: 22/12/2000
Ritorno il: 04/01/2001
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Myanmar il paese della gente che sorride 22/12/2000 Aereo da Bangkok a Yangon arrivo ore 9,45. Troviamo i soliti procacciatori che per due dollari ci accompagnano in città. Solo due dollari perché sperano di venderci il tour organizzato. 23/12/2000 Giriamo per Yangon e visitiamo un mercato e il lago Inya. Nel pomeriggio andiamo a visitare la Shwedagon pagoda. La pagoda più grande della Birmania, dove tutte le cupole sono ricoperte d’oro e di gemme preziose. Molto particolare è vedere come tengono pulita la pagoda. Tutti in fila con la scopa. In una atmosfera magica aspettiamo la sera tra le preghiere. Nella sera cerchiamo un locale per rilassarci. Ascoltiamo musica dal vivo, ma siamo i soli in questo locale. È sabato sera ma non si vede nessuno. Siamo serviti e riveriti da cinque camerieri.

24/12/2000 Prendiamo il bus per Bago. Nell’albergo prenotiamo il tour per la Golden Rock e l’autobus che ci porterà al lago Inle. Andiamo a visitare due pagode di Bago. In una delle due ci sono dei ballerini di Yangon che fanno una danza preghiera. Nell’altra pagoda grande quasi come la Shwedagon si trova la parte della punta caduta in uno dei numerosi terremoti che infliggono la Birmania. Aspettiamo il tramonto sul tetto del nostro hotel sorseggiando un te cinese.

25/12/2000 Partenza per la Golden Rock con un taxi. Scopriamo troppo tardi che la Golden Rock è racchiusa da una gabbia perché pericolante. Questa pietra sacra viene ricoperta da foglioline d’oro dai credenti, rigorosamente solo uomini: le donne devono stare a debita distanza. Il prezzo della fogliolina d’oro è spropositato, per loro: quasi due mesi di stipendio. Al ritorno notiamo dei banchi che vendono materiali per la medicina alternativa. Se si hanno problemi di affaticamento si possono anche prendere delle lettighe. Alla sera, tornati a Bago, troviamo una chiesa nel cui interno si svolge una rappresentazione di bambini. Buon Natale.

26/12/2000 Andiamo a vedere uno dei Buddha distesi più grandi del mondo. Poi andiamo in un mercatino dove vendono i longi, l’abito tipico degli uomini, e Silvio decide di comprarne uno e farsi insegnare come si indossa. Poi con scampoli di stoffa si fa fare una bandana che utilizzerà per tutto il viaggio. Mentre facciamo acquisti attiriamo le curiosità di tutti. Girando per il centro troviamo un barbiere che ci offre un taglio, e alcuni uomini che stanno tagliuzzando dei copertoni vecchi per farne sandali e para ruote di carro. Ci fermiamo e ancora attiriamo l’attenzione di chi ci circonda. Infine visitiamo un monastero e assistiamo al pranzo dei bonzi, e possiamo vedere alcuni momenti della loro giornata. Partiamo per il lago Inle.

27/12/2000 Arriviamo al lago Inle alle 5,30 del mattino dopo dodici estenuanti ore in un autobus fatiscente su strade devastate. Prenotiamo il giorno stesso il tour del lago che parte alle 8,30. Abbiamo un po’ di tempo per riposare. Partiamo per il tour che comprende la visita di alcune fabbriche (dell’oro/argento e delle stoffe), di pagode sconsacrate (vietate ma visitabili con un’aggiunta di qualche soldo), dei giardini galleggianti dove vengono coltivate patate e pomodori e del famoso monastero dei gatti saltanti dai nomi di artisti stranieri: c’è Michael Jakson tutto nero con il muso bianco, Sophy Marceau con gli occhi azzurri, Leonardo di Caprio con gli occhi verdi e tanti altri. 28/12/2000 Partiamo al mattino presto per andare a Mandalay. Arriviamo alle 15,30 29/12/2000 Concordiamo un tour per le città antiche (Amarapura ed Ava) che comprendente anche fermate per visitare le fabbriche. Vediamo gli scultori del marmo, le fabbriche di marionette e arazzi, le fabbriche di statue di bronzo prima di andare al monastero di Mahagandhayon, ad Amarapura, il più grande monastero Birmano dove risiedono numerosi monaci. Il posto è bello, ma quanti turisti, e spesso anche un poco irrispettosi. Arriviamo in una pagoda vietata alle donne e infine andiamo in una fabbrica di tessuti di seta. Andiamo ad Ava, l’altra città antica. Arriviamo in un’isolotto che bisogna girare in calesse. Tra casupole fatiscenti dove sonnecchiano i bambini e venditori di souvenir ci sono varie pagode e una torre d’osservazione. Assistiamo anche ad un finto combattimento di galli fatto apposta per noi. Poi arriviamo ad un monastero di tek dove si trova la scuola. Tornati sulla terraferma passiamo per la famosa pagoda a “tetta”, ma non entriamo. Andiamo invece in una pagoda molto pacchiana, dove colori molto sgargianti e specchietti luccicano al sole. Al tramonto andiamo al ponte di tek, sempre ad Ava. Finito il tramonto passiamo dall’altra parte del ponte dove ci aspetta un barcaiolo per farci vedere una pagoda tra le più antiche. Purtroppo è troppo scuro per vedere bene. Al ritorno ci si presenta uno spettacolo meraviglioso fra le palafitte del ponte.

30/12/2000 Andiamo a Mingun la terza città antica, dove ci sarebbe stato il più grande pagoda del mondo se fosse stata terminata, e dove esiste la campana funzionante più grande del mondo. Torniamo alle 14,00 e andiamo a Mandalay Hill, bel posto dove vedere Mandalay dall’alto 31/12/2000 Andiamo a Bagan col boat. Partiamo alla mattina presto (5,00) con un boat lento. La vista è stupenda, tra pagode meravigliose ci fermiamo ogni tanto nei villaggi dove fanno scambi di materie e cibo. Il viaggio si fa interessante, ma ben presto scopriamo che per arrivare a Bagan ci impiegheremo più del dovuto: arriviamo infatti alle 23.

1/01/2001 Giro per Old Bagan dove arriviamo con un pikup. Giriamo a piedi tra i magnifici stupa rossi. Visitiamo gli interni dove si possono vedere i vari Buddha nei quattro punti cardinali. Saliamo su alcune pagode. A Bagan si conta il più alto numero di pagode, anche se molte sono state distrutte dalle guerre e dai terremoti. Verso sera giungiamo alla pagoda più alta attualmente aperta al pubblico e aspettiamo il tramonto tra miriade di persone. Che impresa salire i grandissimi gradini 2/01/2001 Andiamo sul monte Popa dove per salire si percorre una scalinata altissima e impervia.

3/01/2001 Noleggiamo le biciclette e andiamo a new Bagan a vedere la fabbrica delle lacche. Ci spiegano come si fanno: possono essere di crine di cavallo o di bambu o di legno. La prima fase è di ricoprirli di lacca, per sette volte e di lasciarlo per sette giorni ogni volta. Poi si incide e si colora: prima col rosso, poi si lascia per sette giorni, si pulisce e via col secondo colore, e poi con gli altri.

4/01/2001 Raggiungiamo l’aeroporto in taxi e prendiamo l’aereo per Yangon. Ci rilassiamo in hotel. Ormai il nostro soggiorno in Birmania è terminato. Domani partiamo. Quanti bei ricordi e che bella gente abbiamo incontrato.

Silvia Nicolini e Silvio Dorini e-mail silvianicolini@yahoo.It.



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