Myanmar con 25$ al giorno

Il "mio" Myanmar con 25$ al giorno (con appendice in Thailandia) PREMESSA Quello che troverete in queste pagine rappresentano il tentativo di continuare a viaggiare cercando di vedere il più possibile ma spendendo il meno possibile, per cui non ho cercato servizi né eccellenti né...
Scritto da: baldinibru
myanmar con 25$  al giorno
Partenza il: 02/01/2006
Ritorno il: 03/02/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
Il “mio” Myanmar con 25$ al giorno (con appendice in Thailandia) PREMESSA Quello che troverete in queste pagine rappresentano il tentativo di continuare a viaggiare cercando di vedere il più possibile ma spendendo il meno possibile, per cui non ho cercato servizi né eccellenti né buoni, ma quelli anche appena accettabili purchè economici.

Ristoranti e stanze d’albergo in cui ho badato alla bontà di ciò che c’è nel piatto e non ai suoi contorni (tovaglie, servizi vari ecc.) e alla comodità del letto.

In sostanza, meglio viaggiare male con pochi soldi e vedere che stare a casa e non vedere.

IL VOLO Naturalmente il prezzo del volo aereo è escluso dal calcolo della spesa giornaliera.

Volo della Quatar Airlines Milano-Doha e Doha-Yangon.

Ritorno da Bangkok-Doha e Doha-Milano.

(Non ho trovato posto da Yangon per il ritorno, per cui c’è il più nel prezzo anche il volo Yangon-Bangkok).

Costo del volo A/R 713 euro + 142 euro per Yangon-Bangkok. Totale 855 euro.

2.1 LU Partenza alle 15.15 da Torino con bus diretto a Malpensa ed arrivo alle 17.30 Partenza da Malpensa alle 22.30 Spese: bus per Malpensa 18 euro, rullino per foto 3,5 euro.

Totale 21,5 euro (circa 26$) 3.1 MA Arrivo a Doha alle 6.30 dopo circa sei ore di volo. Cambio aereo e ripartenza da Doha alle 9 con arrivo a Yangon alle 18.30 dopo circa altre sei ore di volo.

Dopo le formalità doganali (a proposito,non c’è più l’obbligo, per i turisti singoli, di cambiare i 200 $ in FEC) taxi da aeroporto al centro città (15 Km. Circa 30′) ed alle 19.15 sono in albergo vicino alla pagoda Sule, punto di riferimento del centro cittadino.

La prima cosa che colpisce quando salgo sul taxi all’eroporto è che, come in tutto il sud est asiatico, si sale sulla sinistra perchè l’autista è sulla destra, ma quando si parte scopro che qui la guida è a destra, come da noi.

L’autista stesso mi consiglia un albergo vicino alla pagoda, lo vedo, mi va bene; per stasera basta così.

Cambio 20$ in albergo, mi danno 22000 kyats(leggi ciat), ma è così solo a Yangon, mi dicono che nel resto del paese 1$ = 1000 kyats.

Spese: souvenir monete del Qatar 2$, taxi aerop.-Yangon 5$, hotel per 1 notte 6$ (compresa 1^ colazione abbondante: toast con uovo, frutta, burro e marmellata, caffè o te), cena 2$, totale 15$ – Totale progressivo 41$ – media/giorno 21$.

4.1 ME Sveglia alle 8.30, poi mi reco nei pressi della stazione alla Sakura Tower a consegnare un pacchetto che la mia amica dell’agenzia viaggi di Torino mi aveva dato per una sua collega di Yangon.

Di fronte alla stazione c’è l’ufficio che fa i biglietti del bus per Kinpun, prima meta e campo base per l’escursione al Golden Rock. L’autobus però non parte da lì, ma dal terminal che c’è vicino all’aeroporto e, guarda caso, si può andare solo con un taxi (quando sei lì poi scopri che ci sono anche gli autobus, ma questo fa parte del gioco).

L’autobus delle 11 parte alle 11.25, transita per Bago alle 14.25, per Kyaikto alle 16.40 ed arriva a Kinpun alle 17.15 fermandosi proprio davanti ad un hotel-guest house irresistibile (Sea Sar).

Spese: taxi per stazione 1$, taxi per terminal 4$, bus per Kinpun 8$, pranzo in viaggio 3$, hotel Sea Sar 4$ (sono piccoli bungalow con bagno e doccia solo fredda), prenotazione bus per Bago del 6.1 3$, cena,bibite e caffè 2$. Totale 25$.

Totale progressivo 66$. Media/giorno 22$.

5.1 GI Escursione al Golden Rock (masso in bilico su una montagna che, si dice, sta in equilibrio per la presenza di un capello di Buddha). E’ un’esperienza quasi unica. Ci si raduna nel piazzale presso l’hotel da dove partono i camion; i camion hanno il pianale contenente sette travi trasversali che fungono da panche per i passeggeri. Si sale su una scala che arriva alla piattaforma ad altezza pianale e poi ci si siede sulle travi: 7 persone per ogni fila per cui ci stanno sedute 50 persone. Il mio camion parte alle 9.

Il primo tratto va abbastanza bene, anche se l’autista è un po’ spericolato e nelle curve si ha l’impressione di ribaltarsi. Dopo circa 15′ ci si ferma in un piazzale perchè la strada diventa troppo stretta e si va a senso unico alternato per cui ci sono sempre circa 10′ di attesa. Si prosegue e si arriva al 2ー piazzale dove si scende (sono le 9.45) e di qui si prosegue a piedi per una ripida salita per circa un’ora.

Sulla cima della collina c’è un gigantesco spiazzo (circa 500 m. Di lunghezza per 20-30 di larghezza) tutto lucido con edifici religiosi e immancabili bancarelle; al termine c’è il celebre Golden Rock; visita, giri vari, foto: una meraviglia.

Poi alle 12.30 inizia la discesa ed alle 13 sono al 2ー piazzale; ripartenza dopo 10′ ed arrivo a Kinpun alle 13.45. Pranzo e poi alle 15 bus per Bago con arrivo alle 18.

Anche qui, casualmente, l’autobus ferma davanti all’hotel Emperor che, sempre casualmente, è gestito da parenti del Sea Sar di Kinpun… (chissà se gestiscono anche il bus…). Ma anche per oggi il pieno di gioia e fatica è fatto.

Spese: camion A/R 2$, ingresso Golden Rock 6$, donazione (facoltativa) 1$, bibite varie (fa caldo) 2$, pranzo a Kinpun 2$, hotel a Bago per 2 notti 11$ (incredibile, camera con bagno, doccia calda, aria condizionata, tv satellitare e si vede anche la Rai), cena 4$, prenotazione bus per Lago Inle per il 7.1 12$. Totale 40$.

Totale progressivo 106$. Media/giorno 27$.

6.1 VE Per la visita di Bago conosco Gilbert, un ragazzo francese che sta facendo il giro del mondo (ha fatto Parigi-Londra-Quito-La Paz-Santiago-Papeete-Sydney-Alice Springs-Darwin-Singapore-Bangkok-Yangon) e ci accordiamo con due ragazzi del posto che ci fanno fare il giro dei luoghi principali con l’accortezza di farci entrare da ingressi laterali per non pagare i biglietti di ingresso (per la cronaca il biglietto di ingresso costa 10$ e vale per tutti i siti di Bago).

Non sto a descrivere tutti i posti, pagode, templi, ma sono molto belli; oltre a quelli riportati nelle guide ci hanno fatto vedere anche luoghi e momenti di vita (anche non belli) in particolare l’interno di una, chiamiamola, fabbrica di sigari dove, al buio quasi totale, sei donne confezionano i sigari e due di esse ogni tanto fanno dondolare un’amaca in cui ci sono i loro bambini a cui è permesso stare vicino alle madri(ma sarebbe meglio vietarlo perchè respirano un’aria di tabacco che non è certo salutare).

In un’altra casa invece c’erano quattro ragazze (anche loro abbastanza al buio) che tessevano su telai in legno.

Uno spettacolo da non perdere, ma anche da osservare con rispetto e silenzio, anche per chi non lo condivide, il pranzo di circa mille monaci del monastero, monaci che in fila passano davanti al pentolone dove due di loro prendono il riso con una ciotola e la mettono nel contenitore del monaco.

Molto suggestiva anche la statua di Buddha sdraiato all’interno di un altro tempio. E’ in fase di completamento, ma all’esterno, un’altra statua gigante di Buddha sdraiato.

Spese: tour completo 9$, permesso per foto in un tempio 0,3$, pranzo (offerto anche ai ragazzi) 4$, bibite varie 3,5$, rullino per foto 3$, cena 2,2$, internet per 1 ora 1$.

Totale 23$. Totale progressivo 129$. Media/giorno 26$.

7.1 SA Mattino a girare per il mercato di Bago dove, fra l’altro, uno degli accessi è costituito da un ponte pedonale sul fiume con un piccolo ufficio per il pagamento del pedaggio (caso rarissimo al mondo, credo).

Alle 14 arriva il “nostro” autobus (mio e di Gilbert); ci aspettano 16 ore di viaggio.

Facciamo conoscenza con Cristina, una brutta simpaticissima ragazza tedesca che divide la sua vita fra Germania e Australia. Lei non va fino al lago Inle con l’autobus, ma si ferma a Kalaw per poi arrivare al lago con un trekking di tre giorni nella foresta.

L’autobus viaggia abbastanza bene per i primi 150 Km. Poi la strada diventa piena di buche, di interruzioni e strettoie a senso unico alternato che, per l’elevata presenza di camion, fanno perdere molto tempo.

Si arriva a Taungoo alle 18.40; sosta per la cena fino alle 19.20, poi si viaggia discretamente per altre tre ore fino a Takton, poi seconda sosta dalle 23.40 alle 0.05.

Spese: pile per macchina fotografica 1,6$, internet 1 ora 1$, pranzo 2,5$, cena 2$. Totale 7$. Totale progressivo 136$. Media/giorno 23$.

8.1 DO Poco dopo Takton si lascia la strada principale per imboccare una specie di scorciatoia che, mi dicono, è aperta solo nella stagione secca; una strada disastratissima fatta prevalentemente solo di buche; l’autobus non supera la media di 20 Km./h e ci mette 5 ore per percorrere i 70 Km. Fino a Kalaw (arrivo ore 5.10).

Qui Cristina scende e anche Gilbert, che si è fatto convincere da Cristina, decide per il trekking, per cui ci salutiamo con gli auguri di buona vita.

Alle 5.35 3^ sosta ad Aungbang; fa freddissimo, siamo a 1300 m.; si riparte alle 6 e si giunge a Shwenyaung alle 7. Di qui partono i taxi per Nyaungshwe (che fantasia!, il contrario del nome del paese precedente), capoluogo della zona del lago Inle e da cui partono i tour in barca a motore.

Sono un po’ distrutto, il taxista mi porta all’hotel Gypsy, buon hotel, sistemo il bagaglio (sono le 8) e chiedo informazioni per i tour: ce ne sono diversi, ma quello più completo (e anche ovviamente il più caro) parte alle 8.30. Oggi è domenica e ci sono orari ridotti. Che fare? Lascia la valigia, paga il tour in albergo (attenzione, oltre al prezzo del tour c’è da pagare una tassa di 3 $ non pagabile con altre valute, neppure euro né kyats), esci dall’albergo, attraversa la strada e lì c’è il porto canale con le lance a motore pronte. Salgo e…Andiamo.

Il giro del lago è bellissimo, si toccano punti particolari come il mercato Shan (mercato niente di speciale, ma costumi delle persone bellissimi), una pagoda, una fabbrica di vestiti di seta e cotone e una di lavorazione dell’oro e dell’argento.

Si vedono inoltre i celebri pescatori che remano con la gamba (cosa faticosissima)anziché con le mani, ma ho notato (e dopo l’omino dell’hotel me l’ha confermato) che i pescatori remano con la gamba quando vedono arrivare le barche con i turisti, poi, appena queste si allontanano, tornano a remare con le mani.

Ci sarebbe, ma non oggi domenica, anche il mercato galleggiante in uno dei villaggi del lago. Il tour si conclude con la visita al “monastero dei gatti che saltano”.

Si tratta di un monastero frequentato da molti gatti ed alcuni di loro sono stati addestrati dai monaci a fare salti in un cerchio (tipo circo).

Io ne ho visti 12 spaparanzati tutti vicini a dormire al sole, poi il monaco ha cominciato ad agitare un barattolo metallico con le crocchette ed al rumore quattro dei gatti l’hanno seguito per circa tre metri, quindi il monaco ha preso il cerchio, l’ha posto a circa 50 cm. Da terra ed ha ordinato ai gatti, mediante una carezza ripetuta sotto il mento, di saltare.

Non ne avevano molta voglia poi uno di loro ha proprio assunto l’aria di chi ti dice:”Va bene, dai, facciamo felici questi turisti rompiscatole e saltiamo”.

Dopo due salti, ignari dei flash delle macchine fotografiche e dei commenti dei turisti, sono tornati lentamente a riaddormentarsi nel gruppo.

Si rientra a Nyaungshwe alle 15. Ho seguito il consiglio del ragazzo dell’albergo e ve lo trasmetto: cercate di fare i tour del mattino perchè quelli del pomeriggio sono spesso accompagnati dalle zanzare.

Sono stanco, ma preferisco non dormire e fare un giro per il paesino, veramente piccolo ma, con sorpresa, trovo i primi due ristorantini, a 50 m. Uno dall’altro, con cucina italiana (leggi spaghetti, fettuccine, lasagne, pizza, tagliatelle, linguine, pappardelle e gnocchi).

Spese: colazione 0,6$, taxi per Nyaungshwe 2$, hotel 8$, tour del lago 12$ + 3$ tassa, maglietta (facoltativa) 3$, cena 2,5$, caffè e bibite 1$.

Totale 32$. Totale progressivo 168$. Media/giorno 24$.

9.1 LU Partenza alle 9 da Nyaungshwe in pick-up, cambio a Shwenyaung e proseguimento con altro pick-up ma, ahimè, dopo circa 10′ si ferma per un guasto al motore; poiché la cosa è grave, tutti noi scendiamo e a piccoli gruppi veniamo caricati su altri pick-up che transitano, sempre strapieni, a intervalli vari.

Dopo circa un’ora salgo anch’io sul terzo pick-up, sono in piedi sul predellino posteriore e aggrappato al tetto; così fino a Heho (16 Km.), poi una signora scende ed io mi siedo sulla panca fino ad Aungbang dove scendo per il cambio.

Da qui a Pindaya sono 38 Km., arriva un taxista a offrirmi il passaggio e mi chiede 12$; rifiuto, fa una seconda offerta di 8$ ma gli dico di attendere voglio informarmi su autobus o pick-up, mi tiene fermo chiedendomi 5$, ma… Vado con il pick-up per 0,7$.

Si parte alle 13.10, la strada è in brutte condizioni, piena di buche e stretta (non come la Takton-Kalaw) e si arriva a Pindaya alle 15. Qui trovo un ragazzo che con il suo calesse mi porta ai piedi delle grotte. Ci vado subito in quanto sono aperte fino alle 18. C’è una lunghissima scalinata per arrivare sul piazzale d’ingresso, ma a metà è interrotta per lavori per cui proseguo a piedi lungo la strada che costeggia, tortuosamente, la scalinata; passa un motociclista che mi offre un passaggio fino al piazzale.

Poiché non mi ha chiesto nulla gli offro 1$ per una bibita (felicissimo!).

All’ingresso del piazzale in un piccolo box ufficio ti chiedono 0,2$ per il permesso di fotografare. Entro nell’atrio e mi trovo davanti ad una modernità incredibile: un ascensore panoramico, e gratuito, che porta fino all’ingresso delle grotte. Il panorama su Pindaya e sul suo lago è stupendo.

All’ingresso c’è un secondo ufficio dove spicca un cartello in cui c’è scritto che gli stranieri sono “invitati ad offrire” 3$ (se non “offri”, non entri…).

L’interno delle grotte è uno spettacolo favoloso: ci sono 8094 statue di Buddha di ogni dimensione (non le ho contate ma ci credo) che si vedono percorrendo i piccoli spazi fra le varie file di statue ed inoltrandosi per circa 200 m. Nella grotta.

Finita la visita, all’uscita trovo un personaggio stranissimo a cui, evidentemente, l’impiegata dell’ufficio dei 3$, che ha registrato il mio passaporto, deve aver detto che arrivo da Torino e che si presenta sorridente sventolando una grande bandiera della Juventus e chiedendomi di fare una foto con lui e la bandiera. Facciamo anche questo.

Alle 17 sono alla fermata degli autobus con la speranza di poter partire presto per Kalaw.

Speranza vana. Da Pindaya, dopo le 13 non c’è alcun mezzo (taxi escluso, che però ti chiede 20$) per Aungbang.

Parlo con un ragazzo dell’ufficio turistico che mi aiuta fermando l’unico camion di passaggio. L’autista del camion mi fa segno che partirà dopo che sarà stato caricato il camion, già un autocarro di 8 metri che tre ragazzi stano caricando a mano con sacchi di cemento; prima di riempire tutto il cassone passano quasi due ore, poi, alla fine, visto che anche i ragazzi erano sfiniti, l’autista cambia idea e decide di fermarsi e ripartire domani mattina. Non mi è rimasto che cercare un albergo (ho trovato il Myit Phyar, mi chiedono 12$, gliene offro 10 ed accettano). Anche per oggi basta.

Spese: pick-up per Nyaungshwe 0,4$, pick-up per Aungbang 2$, pranzo 1$, pick-up per Pindaya 0,7$, moto per grotte 1$, “offerta, permesso per foto e 2 cartoline 3,4$, calesse A/R 2$, hotel 10$, cena 3,5$.

Totale 24$. Totale progressivo 192$. Media/giorno 24$.

10.1 MA Trasferimento semimassacrante. Appena esco dall’albergo mi viene incontro un “tassista collettivo” (quelli che partono solo quando sono pieni) che però con 2$ mi porta fino ad Aungbang (arrivo 8.40). Qui cerco vari pick-up per Kalaw ma quando il primo parte sono le 10 e si arriva a Kalaw alle 10.30. Alla stazione dei bus mi dicono che il bus diretto per Mandalay parte solo alle 20 ma mi consigliano di provare con mezzi vari.

Così trovo un pick-up che parte alle 10.45 per Meiktila. La strada è disastrosa, per fare 96 Km. Ci vogliono 5 ore e mezza comprensive di due soste per foratura, pranzo e riparazioni delle gomme dai gommisti lungo il percorso. Si arriva a Meiktika alle 16 e dopo mezzora c’è un altro autobus piccolo che parte per Mandalay.

La strada è decisamente migliore, si viaggia bene, ma il pullmino fa tante fermate. Arriva a Mandalay alle 20.30 ma siamo fuori città. Di fronte al terminal c’è un albergo. Sono distruttissimo, chiedo il prezzo, 17$, no, troppo. Esco come un automa, chiamo un taxi e per 3$ mi porta in centro; gli chiedo un hotel economico, ma non ci capiamo; mi fa vedere due hotel ma sono da 20$.

Alla fine mi fermo al Royal City, vicino al Palazzo Reale e…Va bene 13$. Non ci sono più ristorantini aperti, per stasera sono andato al BBB, ma …4,5$ per cenare. Vado a dormire. Domani si vedrà.

Spese: colazione a Pindaya 0,4$, taxi per Aungbang 2$, pick-up per Meiktila 5$, pranzo 1,6$, bus per Mandalay 3$, taxi per Hotel 3$, hotel per 3 notti 39$, cena 4,5$.

Totale 59$.Totale progressivo 251$. Media/giorno 28$.

11.1 ME Mi sveglio con un’idea che in albergo mi hanno realizzato subito: il noleggio di una bicicletta per visitare Mandalay all’ottimo prezzo di 1,5$ al giorno.

E così con piantine ed elenco dei principali posti da visitare mi avvio.

Inutile descrivere le bellezze delle pagode Kuthodaw,Sandamuni e Kyaukdawdgi e dei monasteri Atumashi e Shwenandaw. Bisogna vederli, pieni di colori, di mosaici di vetri e specchi, di intarsi in legno incredibili.

Sono passato casualmente davanti allo zoo ed ho deciso di visitarlo. Non sono molto amico degli zoo, ma questo, pur non essendo l’habitat naturale per alcuni animali (soprattutto leopardi, elefanti, ippopotami, cervi ed uccelli) almeno garantiscono loro un pasto.

Nel pomeriggio sono salito alla Mandalay Hill, la collina dietro la città con una stupenda pagoda in cima ed un panorama indimenticabile reso ancor più suggestivo da un tramonto rosso fuoco.

Qui conosco due coniugi di Torino che però ora vivono in Francia e ci accordiamo per domani per dividere le spese di un’auto con autista per la visita delle vecchie capitali Amarapura, Inwa e Sagaing.

Poco dopo faccio conoscenza con una ragazza americana, Amy, che sta viaggiando sola per le vacanze, brutta ma simpatica. Si chiacchiera un po’ anche con alcuni monaci buddisti poi ci si lascia.

Quando torno in albergo trovo una di quelle sorprese che quando le racconti non ci crede nessuno: anche Amy alloggia nel mio stesso albergo, così, dopo due risate, ceniamo in un ristorantino vicino all’albergo, poi lei rientra, io mi faccio ancora una piccola passeggiata lungo il canale che costeggia le mura del palazzo reale e rientro.

Spese: noleggio bici 1,5$, ingresso zoo 1,5$, banane per orsi e elefantino 0,5$, pranzo e bibite 2,5$, 3 parcheggi bici 0,2$, pick-up per Mandalay Hill 0,5$, permesso per foto Mandalay Hill 0,4$, cena e acqua 2,8$.

Totale 10$. Totale progressivo 262$. Media/giorno 26$.

12.1 GI Altra giornata meravigliosamente intensa e massacrante.

Sveglia alle 6.45, colazione e per le 7.40 sono davanti all’hotel Bonanza dove, poco dopo, scendono i coniugi Giampiero e Marina, i torinesi trapiantati in Francia, lui dal passato avventuroso ex ufficiale di marina e poi militante nella legione straniera; dopo venti anni di servizio è in pensione, ma poiché la pensione in Francia non arriverà prima dei 60 anni (lui ne ha 53), si occupa di motori di barche, lei simpaticona.

Si parte per il tour delle ex capitali, prima tappa, dopo una breve sosta in un laboratorio artigianale di souvenirs, Amarapura con il suo U’ Bein Bridge, ponte in legno tek sul fiume e, pare, sia il più lungo del mondo (quasi 2 Km.) che collega la cittadina con un villaggio.

Lo percorriamo a piedi all’andata visitando anche il villaggio e relativa pagoda con vicino una scuola primaria nella quale siamo stati accolti con grida di gioia dai bambini; al ritorno G.Piero e Marina sono a piedi, io li “seguo” in parallelo su una barca a remi sul fiume.

Successivamente ci rechiamo al monastero dei monaci dove assistiamo al pranzo (simile a quello visto a Bago).

Sono le 12 quando si parte per Inwa (ex Ava); si arriva alle 12.20, si traghetta poi si prosegue su un calesse per il tour della città. Anche qui monasteri e pagode testimoniano un passato per noi non sempre comprensibile ma sicuramente intenso ed interessante.

Preciso che in uno dei monasteri non sono entrato perchè mi sono sembrati eccessivi i 4 $ di ingresso.

In un altro monastero invece, poiché avevo nuovamente rifiutato di pagare i 4$ la ragazza di servizio, vedendomi seduto su una panca ad attendere che G.Piero e Marina terminassero la visita, mi ha chiamato in disparte e mi ha detto: Dammi 1$ ed entra. (ovviamente senza biglietto). E in effetti il monastero, pur essendo discreto, non vale certo quella cifra (pensando anche ai 10$ con cui puoi visitare tutti i siti di Bago…) Ritorniamo, sempre con il calesse ed il traghetto, al punto in cui l’autista ci attendeva e partenza, alle 14.45, per Sagaing, terza ed ultima tappa.

All’ingresso di Sagaing, poco prima del ponte sull’Ayeyarwaddy che porta alla città, si deve pagare una tassa di 3$, tassa che vale però anche per la visita di Mingun.

Emozionante la visita ad un monastero di monache buddiste. Non ne avevo mai visti, né in Thailandia, né in Indonesia, ragazze di ogni età, dai 10 ai 60 anni rapate a zero e con la tonaca rosa, apparentemente allegre, molto cordiali, chiacchierano volentieri e…Sembrano felici. E’ stata una visita breve, ma mi ha colpito molto, nonostante io abbia una sorella suora.

Dal monastero si sale per una gradinata fino alla Sagaing Hill, simile alla Mandalay Hill, con una stupenda pagoda e un panorama che spazia a 360ー da Mandalay a Amarapura e Inwa.

Lungo la discesa parliamo con due monaci che ci fanno deviare dalla gradinata per portarci vicino alle loro abitazioni; qui, chiedendoci una “offerta” di 1$ ciascuno, ci aprono un cancello, ci inoltriamo all’interno della montagna con candele e pile e visitiamo alcune cappelle con affreschi risalenti al 1400; negli anfratti ci vengono incontro alcuni pipistrelli, abbastanza infastiditi dalla nostra “invasione” del loro territorio.

Usciamo, ringraziamo i monaci, finiamo la discesa e torniamo a Mandalay, dove arriviamo alle 18.30.

Abbiamo percorso con la macchina solo 55 Km. Ma mi sono sembrati 500; ci siamo dati appuntamento per domani per Mingun. Ho cenato in un ristorantino indonesiano, poi…Sono le 21.30 ed ho finito.

Spese: taxi per Hotel Bonanza 1$, barca Amarapura 1$, traghetto per Inwa 0,5$, calesse Inwa 1$, monastero 1$, succhi di frutta 1$, tassa ingresso Sagaing-Mingun 3$, tour autista 6$, cena, acqua e bibite 3,5$.

Totale 18$. Totale progressivo 280$. Media/giorno 26$.

13.1 VE Giornata abbastanza tranquilla con G.Piero e Marina. Battello alle 9 per Mingun con arrivo dopo circa un’ora. A Mingun visita della gigantesca pagoda incompiuta (c’è solo il basamento alto circa 50 m. E con lato di circa 70 m.; in più un terremoto l’ha lesionata gravemente).

Adesso c’è una scalinata abbastanza comoda per salirvi e godersi il panorama del fiume mentre sulla cima del basamento occorre qualche cautela sulle pietre smosse (e a piedi nudi fa male…).

Dopo l’incompiuta c’è la celebre campana (dicono sia la più grande del monco) e quindi una bellissima pagoda bianca a terrazze (ricorda, in piccolo, il Borobudur indonesiano).

Ho anche cambiato albergo, sono anch’io al Bonanza (7$ al giorno anziché 13 del Royal con gli stessi servizi escluso il rifacimento della stanza, ma per me va benissimo, bagno, doccia calda, tv satellitare, aria condizionata che però non uso, e ventilatore, che uso).

Spese: taxi per hotel e imbarcadero 3,5$, battello A/R per Mingun 3$, 3 rullini per foto 5,5$, 2 magliette (facoltative) 4,5$, internet per 1 ora 1$, telefono per 1’45” 7$ (assurdo!), hotel per 2 gg. 14$, biglietto prenotazione battello per Bagan del 15.1 (il primo dove c’era posto) 10$, cena 2,4$.

Totale 51$. Totale progressivo 331$. Media/giorno 28$.

14.1 SA Sempre con G.Piero e Marina abbiamo trovato un autista che ci porta a Py Oo Win (ex Mamyo), una cittadina a 70 Km. Da Mandalay.

Qui il sabato c’è il mercato del popolo Shan che non ha prodotti diversi dagli altri mercati, ma i costumi che indossano sono molto belli.

Dopo il mercato siamo andati alle cascate di Pwe Kauk (10 Km.) discrete, non molto alte, ma ben tenute.

Rientro a Py Oo Win e visita del centro, del bellissimo tempio cinese multicolore e del principale mercato della città.

Nel pomeriggio visita alle cascate Anisakan,a circa 20 Km. Ci si ferma in un piazzale, poi, a piedi, si scende lungo un sentiero non facilissimo per circa mezzora.

Queste cascate sono stupende, un salto di circa 70 m. In un laghetto i piedi della cascata stessa.

Durante il mini trekking ci hanno “scortato” sei ragazze che durante la non semplicissima risalita (circa 1 ora), ci hanno fatto veramente da angeli custodi, utilizzando anche i loro larghi cappelli per farci aria. Alla fine abbiamo lasciato loro una mancia.

Durante il ritorno verso Mandalay ci siamo imbattuti in un corteo lunghissimo diviso in tre parti, la prima costituita da ragazze in costumi locali, la seconda da bambini su cavalli e la terza da famiglie su calessi trainati da buoi “decorati”. Ci hanno spiegato che si tratta della festa per l’ingresso in società delle giovani ragazze, ma non siamo riusciti a capirne molto.

Al rientro a Mandalay, vicino all’albergo, c’è una ragazza che “gestisce” due baracchini, uno per preparare veri e propri hamburger alla Mc Donald e l’altro per preparare succhi di frutta tropicale veramente buonissimi.

Così, poiché domani il battello per Bagan parte alle 5.30, non c’è la colazione in albergo, per cui mi sono fatto preparare quattro panini non con l’hamburger, ma con la frittata e tre succhi di lichees. Per preparare la frittata la ragazza mette un piccolo pezzo di burro sulla piastra, poi vi appoggia uno stampino rotondo in acciaio e all’interno vi rompe l’uovo che poi mescola velocemente e lascia cuocere; dopo circa un minuto con una paletta capovolge la frittata sempre dentro lo stampino in modo tale che venga perfettamente rotonda e della misura del panino. Dopo aver scaldato il panino sulla piastra vi pone una foglia di insalata, la frittata, due fette di pomodoro, un po’ di cipolla e due spruzzate di salse, Copre con il “coperchio” del panino e incarta (4 panini 1,4$).

Per i succhi invece li prepara in un bicchiere di plastica ed alla fine lo copre con una macchinetta che, a caldo, applica il coperchio in plastica e lo sigilla (3 succhi 1,2$).

Spese: tour autista 12$, ingresso cascate Pwe Kauk 0,5$, caffè,succhi e zafferano 2$,sveglia calcolatrice 1,6$, mancia minitrekking 3$,colazione per domani 1,1$, cena 2$.

Totale 22$. Totale progressivo 353$. Media/giorno 27$ 15.1 DO Levataccia alle 4. Alle 4.30 arriva l’autista del taxi per l’imbarcadero ed alle 4.50 siamo al battello. Si parte puntuali alle 5.30, ma alle 6.15 il battello si incaglia,niente da fare, siamo fermi. Attendiamo un’ora un rimorchiatore e dopo due ore di tira e molla riesce a liberarci. Si riparte alle 9.25. Dimenticavo una piccola piacevole sorpresa: su questo battello c’è anche Gilbert che, dopo il trekking con Cristina e il giro del lago, è arrivato a Mandalay ed oggi va a Bagan.

Alle 13 il battello fa la sua prima fermata regolare a Minnun, ma non accosta a riva perchè l’acqua è troppo bassa e rischia di incagliarsi di nuovo, per cui chi vuole o deve scendere o salire deve bagnarsi fino alle ginocchia.

Durante la breve sosta (circa 15′) entrano in acqua alcuni ragazzi e ragazze con cesta sul capo per vendere i loro prodotti: chi compra butta i soldi in acqua e chi vende tira la merce sul battello: il Myanmar è anche questo!.

Si prosegue senza intoppi; dopo aver visto l’alba adesso si vede il tramonto, poi alle 19.30 il battello attracca a Pakokku per la seconda fermata e dopo quasi altre due ore arriva a Bagan.

Sono le 21.15 ma sorge un problema: il battello non può accostare al molo sempre perchè l’acqua è troppo bassa. Vengono fatti due tentativi di applicare due assi di legno tra battello e molo, ma non ci si riesce. Al terzo tentativo l’asse appoggia finalmente sul molo, ma è troppo lungo (circa 6 m.) ed al centro balla terribilmente e, poiché sul battello c’è una comitiva di anziani tedeschi, rischierebbero di finire in acqua.

Viene posto un secondo asse sul primo ed al centro un ragazzino applica altre due assi, poste trasversalmente e legate alle due principali per ridurre il “ballo”.

Poi viene steso un tubo in ferro appoggiato da un lato alla balaustra del battello e dall’altro, sul molo, viene tenuto a spalla da un ragazzino.

Comunque si scende tutti pian piano e passando uno alla volta.

Arrivati a terra veniamo “caricati” più o meno volentieri su tanti calessi e portati al centro della cittadina di Nyaung O, porto di Bagan.

Troviamo una guest house (Inwa), un discreto ristorante e…A nanna. Anche per oggi è fatta. Sono le 23.

Anche qui, per gli stranieri, si paga la “tassa per Bagan” di 10$ (solo $) quando si arriva all’aeroporto, o al porto o alla stazione o in qualsiasi albergo o negli appositi box uffici della città.

Spese: taxi per battello 1$, bibite e caffè in battello 2$, calesse per guest house 0,5$, hotel per 3 gg. 21$, tassa per Bagan 10$, cena e acqua 2,5$.

Totale 37$. Totale progressivo 390$. Media/giorno 28$.

16.1 LU Giornata abbastanza tranquilla. Ho preso a noleggio una bicicletta, sono andato a visitare la pagoda Swezigon e qui ho ritrovato Amy, insieme alla quale ho anche visitato il tempio di Ananda. Qui ci siamo lasciati ed io ho proseguito per New Bagan dove, all’Hotel Tanzin, ho consegnato il secondo pacchettino affidatomi in agenzia viaggi da Torino.

Sulla via del ritorno ho bucato una gomma, per fortuna nei pressi di un ciclista, così ho potuto riprendere il cammino dopo circa mezzora.

Sono rientrato verso le 16 ma…Non stavo bene, la classica “diarrea del viaggiatore” ha colpito anche me, eppure sono stato sempre molto attento, per cui mi sono messo nel letto e…Vedremo.

Spese: noleggio bici 0,7$, biglietto prenotazione bus per Pyay per il 19.1 8$, parcheggio bici (c’è anche qui…) 0,05$, caffè, succhi e bibite 1,2$, riparazione foratura 0,3$, cena 2$.Totale 12$. Totale progressivo 402$. Media/giorno 27$.

17.1 MA Stamattina stavo molto meglio, però ho fatto una colazione leggera, poi con G.Piero e Marina siamo andati con un taxi a Mount Popa, un monastero sulla cima di una collina a circa 50 Km. Da Bagan fermandoci lungo il tragitto a visitare una distilleria.

Il monastero è molto grazioso e frequentato da svariate scimmiette.

Siamo rientrati alle 14.30, in tempo per veder partire Gilbert per Yangon e poi per India e Nepal prima di concludere il suo giro del mondo e tornare a Parigi.

Quattro passi al mercato ma niente di speciale. Ottima cena invece con pesce.

Spese: Tour Mount Popa 6$, banane per scimmie 0,4$, souvenir pietre cave 0,4$, riso e coca 0,7$, bibite 1$, cena 3$.

Totale 14$. Totale progressivo 416$. Media/giorno 26$.

18.1 ME Proseguimento della visita di Bagan con G.Piero e Marina, loro sul calesse e io dietro in bicicletta. Abbiamo anche conosciuto Juany, una ragazza di Tenerife (Canarie), a spasso per il Myanmar.

Non sto a descrivere le varie pagode e templi, originali e suggestivi, anche se discretamente distanti uno dall’altro; non è una cosa da fare a piedi, ci vuole troppo tempo, ma la bicicletta è l’ideale, la strada è discreta, lievi saliscendi, con tranquillità si può assaporare tutto.

Abbiamo cenato tutti e quattro in un ristorante indiano e ci siamo dati appuntamento per il pranzo di domani.

Spese: noleggio bici 0,7$, 2 parcheggi bici 0,1$, involtini e coca 2,5$, bibite e mance ai ragazzi del tempio 1$, cena 2,5$.

Totale 7$. Totale progressivo 423$. Media/giorno 25$.

19.1 GI G.Piero e Marina hanno proseguito la visita di Bagan; io ho fatto un ultimo giro per il porto poi ho pranzato con Juany e due canadesi ed alle 15 ho rivisto G.Piero e Marina per gli ultimi saluti.

Alle 15.15 sono salito sull’autobus per Pyay, buono e con aria condizionata che però dava molto fastidio ai passeggeri birmani infreddoliti.

Per circa tre ore viaggio normale su strada discreta, poi, dopo Magwe, la striscia centrale di asfalto si è progressivamente ristretta e ad un tratto è finita, per cui si continuava il viaggio su terra battuta.

Improvvisamente l’interno dell’autobus si è riempito di polvere entrata da un finestrino che un passeggero birmano aveva aperto parzialmente per far entrare un po’ di aria calda e per cui è stato severamente rimproverato dall’assistente dell’autista.

Ci sono voluti quasi venti minuti di colpi di tosse e starnuti prima che i nostri polmoni e i nostri stomaci “assorbissero” la polvere nell’abitacolo.

Poi, improvvisamente, così come era sparita, ricompare la striscia di asfalto per cui si riprende a viaggiare a velocità accettabile (circa 40-50 Km/h).

L’autobus arriva a Pyay alle 24, scendo e un signore mi indica una guest house economica ma decisamente brutta, ma per questa notte va bene così.

Spese: 4^ notte hotel Bagan 7$, noleggio bici 0,7$, mancia albergo 1$, internet 1ora 1$, pranzo 2$, cena in viaggio 1$, hotel Pyay 4$.

Totale 17$. Totale progressivo 440$. Media/giorno 25$.

20.1 VE Mattino subito a prenotare il bus per Taungrup, che però parte solo alle 18, poi giro per Pyay che offre uno splendido tempio su una collinetta da cui si vede anche un bellissimo panorama ed una gigantesca statua di Buddha (circa 30 m. Di altezza) che domina la città.

Pranzo in un ristorantino cinese, poi proseguo verso il fiume, mi fermo in un altro ristorantino a guardare un po’ le barche che passano, pescatori e trasportatori, donne che lavano i panni sulla riva e bambini che fanno il bagno.

Alle 18 parte l’autobus; dopo circa un’ora e mezza ci fermiamo ad un posto di controllo immigrazione. Siamo due stranieri sull’autobus a far registrare i nostri passaporti, io e un ragazzo tedesco di Monaco, Phillip, che avevo già incontrato di sfuggita al lago Inle.

Mentre ci registrano l’autobus va a fare rifornimento di gasolio al paese vicino e torna dopo circa 40′. Ancora alcuni controlli dei documenti dei passeggeri birmani e, dopo questa strana fermata, si riparte alle 20.25.

Seconda “strana” sosta di 5′ alle 21.25: uno degli assistenti scende dall’autobus e depone un mazzo di fiori bianchi a una piccola cappella di Buddha.

Dopo mezzora sosta per la cena nel villaggio di Naung Yoo, nuovi controlli dei passaporti in un altro ufficio immigrazione in cui si registra il nostro passaggio, breve cena e riparazione di un guasto.

Si riparte alle 23.10, ma il motore del bus soffre sui ripidi saliscendi soprattutto perchè, come tutti i veicoli qui, sovraccarichi di persone e di merci, sacchi di riso, di noci di cocco, di verdure, di banane e cose varie.

La strada è pessima ma non ai livelli di Kalaw.

Spese: 2 pick-up taxi 0,2$, biglietto bus per Taungrup 7,5$, mancia a guida 1$, permesso per foto tempio Pyay 0,2$, pranzo 2$, bibite varie 1,1$, cena 1$.

Totale 13$. Totale progressivo 453$. Media/giorno 26$.

21. 1 SA Dopo un’altra sosta il bus è di nuovo in crisi, piccolo intervento di circa 10′ e si prosegue.

All’1.15 altro ufficio immigrazione che registra i nostri passaporti e così pure un altro all’1.45. Alle 2.30 settima sosta ufficialmente per “colazione”, ma siamo solo in tre a prendere il caffè.

Successivo controllo passaporti alle 5.30 e, finalmente, alle 5.50 l’autobus arriva al terminal di Taungrup.

Qui, sia pur stanco e distrutto, raccolgo le ultime informazioni su Sittwe. C’è il battello che però costa 40$, poi altri 10$ da Sittwe a Mrauk U, l’alternativa è l’aereo che però ne costa 55 fino a Sittwe. Non è permesso agli stranieri andare a Sittwe via strada.

A malincuore decido di rinunciare a questa meravigliosa 2^ (dopo Bagan) perla del Myanmar, ma 100$ + spese vitto e alloggio sono troppi.

Lascio tristemente il ragazzo del battello e cerco di non pensarci più buttandomi sulla ricerca di un bus per Thandwe e Ngapali Beach.

Trovo un pick-up camion che, su strada pessima, ma leggermente migliore di quella della notte appena fatta, parte alle 6.15 e riesce ad arrivare a Thandwe, dopo 60 Km., tante fermate, una sosta per colazione, l’ennesima sosta all’ennesimo ufficio immigrazioni che registra il nostro passaggio, alle 10.40.

Alle 10.50 c’è un piccolo mototaxi che prendo insieme a Phillip dividendone le spese e giungiamo alle 11.30 alla spiaggia di Ngapali Beach: stupenda!!! Troviamo un albergo da 20$ al giorno, ma per due giorni va bene così.

Pranzo e cena con favoloso pesce e pomeriggio in spiaggia. Sono le 21 e vado a dormire (incredibile, ma è così).

Spese: colazione 0,4$, pick-up per Thandwe 1,6$, taxi per Ngapali Beach 2$, hotel per 2 gg. 40$, pranzo 2,3$, biglietto bus prenotazione per Yegy per il 23.1 10$, cena 3,7$.

Totale 60$. Totale progressivo 513$. Media/giorno 26$.

22.1 DO E’ da tanto che non dormivo 12 ore consecutive.

Mi sono svegliato alle 9, colazione e lunga passeggiata sulla spiaggia. Mi sono fermato a vedere le donne di un villaggio che hanno steso un letto di paglia sulla sabbia, poi vi hanno posto un enorme telo azzurro e, dopo aver pulito il pesce, lo hanno steso sul telo ad essiccare. Un lavoro minuzioso, di pazienza quasi certosina, svolto da donne di ogni età, da bambine, adolescenti e anziane che sembrano tramandarsi questa tradizione.

Dopo aver steso il pesce sul telo sono passate su un altro telone con dei bastoni per “girare” il pesce steso precedentemente; anche qui una pazienza per cercare di rivoltare la maggior quantità possibile di questi pesciolini lunghi circa 7 cm.

Dopo un sublime bagno,nel pomeriggio altra lunga passeggiata sulla spiaggia nella direzione opposta.

Cena con Phillip, con un ottimo trancio di barracuda alla piastra e..Buonanotte.

Spese: pranzo 2$, cena4$.

Totale 6$. Totale progressivo 519$. Media/giorno 25$.

23.1 LU Ho appena finito colazione, ma c’è stata una piccola curiosità. E’ arrivata una coppia di filippini, lui molto anziano, lei sui 35 anni, ma è stato impressionante quello che ha mangiato lui.

Qui per la colazione viene allestito un buffet molto ricco; lui si è preso patate al forno, riso, omelette, frittelle di riso dolci, 3 fette di pane tostato, burro e marmellata, papaya, cocomero, 2 banane, succo d’arancia e tè. E pensare che lui non pesa più di 50 Kg.! Resto della mattinata per un’ultima passeggiata sulla spiaggia a fotografare la copia della statua della sirenetta di Copenaghen che si trova qui su uno scoglio.

Alle 13.30 parte l’autobus diretto a Yangon; io viaggio fino a Yegy, una cittadina dove si dovrebbe arrivare all’1 di notte ed in cui devo poi prendere il bus successivo per Pathein.

L’autobus fa una fermata di 50′ a Thandwe, per cui ne ho approfittato per visitare la cittadina, ancora in stile coloniale con pochi ammodernamenti.

Poi si parte e per quaranta minuti va tutto bene (a parte due soste per controllo passaporti), poi l’asfalto finisce e inizia la terra battuta che va progressivamente peggiorando con l’arrivo delle buche. Si procede a rilento, ma non ancora ai livelli della terribile strada di Kalaw.

Dopo una terza sosta per controllo si arriva a Kantaya alle 20.40 e qui c’è la sosta per la cena; si riparte alle 21.20 con altra sosta alle 22.45.

Spese: pranzo, caffè e cena 5$.

Totale 5$. Totale progressivo 524$. Media/giorno 24$.

24.1 MA …E altra sosta all’1.30 (ma non è Yegy), e poi altra sosta alle 2.50 e poi, quando ormai pensavo a Yegy come a uno scherzo per cui mi stavo appisolando, ecco Yegy, l’assistente mi avvisa che devo scendere, io semi-rinco prendo il borsone e la giacca a vento e scendo, mentre l’autobus riparte subito.

Dopo poco mi rendo conto che non sono a Yegy, ma al bivio per Yegy, sono le 3.50 e non c’è nessuno. Passa un tizio a cui provo a chiedere informazioni sul bus per Pathein, ma lui mi indica solo di prendere la strada ovviamente per Yegy. Io però non ho molta voglia di camminare al buio, così aspetto. Dopo circa un’ora vedo passare un risciò, lo fermo e mi faccio portare alla stazione dei bus e lì un altro signore mi spiega che il primo bus per Pathein parte alle 6.

Sono le 5.10…Aspetto. Alle 5.30 arriva, alle 6 parte, alle 9 è a Pathein.

Altro risciò per il capolinea del bus per Ngwe Saung, che però parte alle 11, per cui ne approfitto per una piccola visita alla zone del porto canale fluviale.

La strada per Ngwe Saung è decisamente buona, il manto di asfalto è liscio e solo negli ultimi 10 Km. È un po’ rattoppato.

L’autobus è sempre affollato e quando è proprio pieno anche di gente in piedi, fa una fermata in cui i tre assistenti fanno scendere la gente in piedi per caricare nel corridoio dodici sacchi di riso, quelli da 50 Kg., poi la gente è risalita e si è sistemata sui sacchi. Poco dopo sono saliti anche due militari che portavano una sega in ferro, manuale, lunga circa 1,5 m. Con dei dentini che se ti toccavano…

Così si arriva a Ngwe Saung alle 13.30. Si può dire dopo 24 ore di viaggio.

Ho trovato un piccolo resort (qui ci sono solo questi alberghi) per 15$ a notte, ma non mi piace molto: è una capanna bungalow in legno, camera molto grande, ma priva di arredi, c’è solo il lettone con la zanzariera, niente armadi, né comodini, né sedie (ne “prelevo” una nella hall) e bagno con doccia solo fredda.

Bagno nel pomeriggio nelle calde acque dell’oceano indiano (anche se non pulite come quelle di Ngapali Beach), cena in un ristorantino poco lontano e adesso vado a dormire. Che roba! Sono le 20.30.

Spese: risciò Yegy 2$, bus per Pathein 1$, risciò Pathein 0,5$, bus per Ngwe Saung 3,5$, mototaxi per resort 1$, caffè involtini 0,5$, hotel per 2 gg. 30$, pranzo 1,7$, cena 1,5$.

Totale 42$. Totale progressivo 566$. Media/giorno 25$.

25.1 ME Giornata tranquillissima. Al mattino una passeggiata fino alla vicina isoletta, vicina perchè al mattino, con la bassa marea, puoi raggiungerla bagnandoti solo le caviglie, mentre, se vai al pomeriggio, l’acqua arriva a metà gamba.

Quando arrivi sull’isoletta ci sono due cose un po’ sconcertanti: la prima un cartello in cui ti chiedono 50 Kyats per l’ingresso e 500 per permesso di fotografare, la seconda è un’altra copia della sirenetta di Copenaghen, questa però vistosamente colorata e che non fa certo un buon accostamento con la vegetazione dell’isoletta.

Tornando verso l’albergo ho trovato i pescatori impegnati nella fase finale del tiro della rete sulla spiaggia: divisi in due gruppi tirano le estremità delle reti poste a semicerchio avvicinandosi pian piano fino a richiuderla del tutto raccogliendo i pesci in apposite ceste da portare poi al mercato.

Nel pomeriggio mi sono recato a piedi al villaggio di Ngwe Saung, a circa 3 Km. Dall’albergo, villaggio costituito da due file di case a 1 o 2 piani ai lati dell’unica strada che lo attraversa, case fatte prevalentemente in legno, alcune anche in muratura e con tanti ristorantini e negozi di souvenir vari.

Come accade quasi ovunque in Myanmar, qui tutti ti guardano come una bestia (abbastanza) rara, ma tutti ti sorridono e ti salutano con il classico “mingalabar”, un’abitudine, un valore che noi abbiamo perso forse irrimediabilmente, io che scrivo, tu che leggi e noi che tentiamo di giustificare ipocritamente dando colpa al progresso, mentre, in realtà, la colpa è solo nostra.

Un “ciao hallo mingalabar” che non significa “voglio soldi”, “sono disponibile”, “semidairettatifrego”, un “ciao” che aumenta di valore quando proviene dalle voci dei bambini e che raggiunge il suo massimo quando aprono tutto il loro sorriso per ringraziarti delle caramelle che hai loro appena dato.

Approfitto di questo mio momento particolare per dirvi alcune cose che non sempre compaiono sui depliant e guide. Qui le persone sono tutte vestite, nel senso che né uomini né donne usano pantaloni corti, ma sarong o gonne fino alle caviglie, solo le braccia sono scoperte.

Qui nessuna effusione in pubblico, nessuno si tiene per mano e neppure marito e moglie camminano sotto braccio né con la mano sulla spalla né cingendo i fianchi (qualche eccezione nella capitale, prevalentemente dalla comunità cinese), nessuno urla o grida o litiga per strada né alza la voce nelle discussioni, per contro l’abitudine di sputare a terra in qualsiasi momento, anche durante una conversazione, rappresenta un comportamento naturale sia maschile che femminile, così come emettere suoni “digestivi” con la bocca o con l’estremo fondo schiena, o soffiarsi il naso con le dita.

Non ho visto nessuno dar da mangiare agli animali, ma nessuno maltrattarli, ho visto generalmente i gatti in buona forma mentre la situazione dei cani è pietosa, sono quasi tutti magri, non da mostra canina, ma da mostri canini, spaventati, non si lasciano avvicinare e tendono a fuggire, buona anche la situazione degli animali da lavoro: buoi, bufali e cavalli non mi sono sembrati deperiti.

Spese: bus per Yangon per il 26.1 7$, pranzo 1,4$, bibite e caffè 0,4$, cena 3,7$, risciò 1,5$. Totale 14$. Totale progressivo 580$. Media/giorno 24$.

26.1 GI Giornata impiegata per il ritorno a Yangon.

L’autobus parte alle 9 da Ngwe Saung, arriva alle 11.20 a Pathein, breve spostamento alla fermata dei bus per Yangon ed alle 13 partenza. La strada è tutta in buone condizioni e l’autobus non è affollato. Breve sosta ristoratrice a Pantanaw dopo due ore e mezza, bellissimi panorami sulle risaie ed arrivo a Yangon alle 18. Sono tornato nello stesso albergo in cui ero stato il 3.1 appena arrivato, ma, per questi ultimi due giorni, voglio “scialare” un po’. Domani vedremo.

Spese: mototaxi per Ngwe Saung 0,5$, noodles e caffè 1$, caffè e snack 0,8$, taxi per hotel 1,5$, hotel per 1 notte 6$, cena 2$.

Totale 12$. Totale progressivo 592$. Media/giorno 24$.

27.1 VE Giornata trascorsa alla scoperta di Yangon.

La parte centrale della città, vicino alla bella pagoda Sule, si può girare tranquillamente a piedi. Si vedono diversi palazzi lasciati dagli Inglesi. La zona del porto è sempre molto frequentata, c’è una bella pagoda, la Botatung, con annesso mercato. L’ingresso costa 2$, ma io…Non sono entrato anche perchè da fuori, attraverso la cancellata, si vede praticamente tutto.

Nel pomeriggio mi sono “inscatolato” su un autobus (50 Kyats) e sono andato a vedere la pagoda Swedagon, la più grande del Myanmar.

In effetti non è solo una pagoda, ma attorno allo stupa c’è una vera e propria città santuario, dai colori,dalle forme e dalle lavorazioni indescrivibili tanti sono i particolari: nicchie, altarini, cappelle con statue di Buddha di ogni dimensione e tutti coloratissimi e contornati da tetti variamente intarsiati e colorati. Una vera delizia.

Ecco, per esempio, una piccola assurdità: per entrare si pagano 5$ e li ho pagati anch’io, ma questo vale molto più di 5$, direi anzi che vale anche molto più dei 10$ che ti chiedono per i luoghi sacri di Bago.

Cena con ottime polpette di pollo e verdure miste, breve passeggiata nel mercato vicino alla pagoda Sule e poi…Buona notte.

Spese: 2 rullini per foto 2,2$, 2 sveglie calcolatrici 3$, cartoline, bolli e buste 1,8$, zuppa e acqua 2,8$, hotel per 2 gg. 30$, internet 0,4$, bibite e bus 0,4$, ingresso pagoda Swedagon 5$, cena 2,5$.

Totale 48$. Totale progressivo 640$. Media/giorno 25$.

28.1 SA Mattino trascorso al mercato Bogyoke per piccoli acquisti; circa metà dei negozietti e bancarelle però erano chiusi perchè oggi, per loro, è fine anno e domani è il capodanno cinese. La regola dei mercati è contrattare sempre, tornando anche due o tre volte, senza ovviamente pretendere regali, ma si riescono a comprare buone cose a buon prezzo.

A mezzogiorno sono andato allo zoo. Appena sceso dall’autobus però mi sono trovato davanti a una folla indescrivibile che faceva la coda alla biglietteria. Non ho saputo spiegarmi il motivo, non mi era mai capitato di fare la coda per entrare in uno zoo. Ho provato a mettermi in fila, a circa 50 m. Dalla biglietteria, ma dopo circa mezzora ero ancora fermo in quanto la “fila” si era nel frattempo ingrossata ai lati, così ho deciso di rinunciare, sono tornato presso la pagoda Sule ed alle 13 ho preso l’autobus per Thanlyin (ex Syriam) dove sono arrivato circa 50 minuti dopo. E’ una cittadina molto antica, ma, secondo me, non ha quel fascino descritto in alcune guide turistiche.

Quello che mi ha colpito di più è stato un affresco gigante su una parete esterna della pagoda che raffigura, probabilmente, Buddha durante l’ascesa al cielo.

Al ritorno mi sono fermato in un paesino (l’avevo intravisto durante l’andata) con una stazioncina ferroviaria.

Mi sono informato e, casualmente, dopo circa un’ora c’era un treno per Yangon, così ho voluto provare anche le ferrovie birmane. Ho tentato invano di fare il biglietto (10 Kyats) perchè il bigliettaio mi ha detto che per gli stranieri c’è l’apposita biglietteria tre stazioni dopo questa.

Il treno delle 16.30, motrice e due vagoni, è arrivato sferragliando alle 17,il bigliettaio mi ha “consegnato” al capotreno che mi ha tenuto seduto vicino alla sua postazione.

Il treno ha proceduto a velocità lentissima (sui 20 Km./h) con notevole rumore e paurose oscillazioni laterali in quanto i binari non sono proprio dritti ed inoltre hanno uno scartamento molto ridotto.

Dopo due fermate, la terza stazione è quella di Toegyalmgkalay dove il treno si ferma circa 15′ per trasferire la motrice davanti e riprendere in senso inverso il percorso diretto poi a Yangon. Qui avrei dovuto fare il biglietto, ma il capotreno ha detto che ci pensava lui.

Il treno ha proseguito, ha fatto altre sei fermate prima di entrare nella stazione centrale di Yangon alle 18.35; un’ora e mezza per fare 32 Km.

Però, c’è il però finale, il capotreno mi ha salutato senza farmi il biglietto, sarebbe stato troppo complicato perchè noi stranieri sulle ferrovie governative dovremmo pagare in dollari o FEC (la seconda moneta birmana). Io avevo i dollari, ma lui non aveva il resto e così…

Spese: souvenir vari 10$, elemosina 1$, bus per Thanlyin 0,2$, taxi 0,5$, riso pollo e caffè 1$, bibite varie 1,3$, cena 1,9$.

Totale 16$. Totale progressivo 656$. Media/giorno 24$.

29.1 DO Sveglia, preparativi, colazione, taxi per aeroporto, formalità doganali e…Si aspetta l’aereo per Bangkok che, pare, abbia tre ore di ritardo.

Un po’ arrabbiati i passeggeri che perderanno la coincidenza per Sydney, ma sono arrabbiature inutili che non risolvono certo il problema.

Alle 13.30 la compagnia Bangkok Airways ci porta un vassoio con il pranzo e, nella sua apposita sala dell’aeroporto, ci sono a disposizione fette di torta, caffè, te, succo d’arancia, il tutto ovviamente gratis.

Passa così il tempo ed alle 16 arriva l’aereo delle 13. Si parte alle 17.

Grazie, Myanmar, un’altra splendida perla nello scrigno dei ricordi della mia vita.

Si arriva tardi a Bangkok, anche perchè, verso la fine del volo, il comandante ha annunciato che, a causa dell’intenso traffico all’aeroporto di Bangkok avremmo dovuto “girare in tondo” per circa mezzora; inoltre il Myanmar è uno dei paesi che, nel fuso orario, adotta la mezzora, per cui a Bangkok è più tardi.

Si atterra alle 18.55 e…Non sapevo cosa fare questi quattro giorni; non volevo stare in città, avevo già visto anche le principali località dei dintorni (Pattaya, Ko Samui, Ko Chang,) per cui ero incerto su Chon Buri, Hua Hin e Rayong.

Al box informazioni mi dicono che tutte le località sono graziose, buone spiagge per il giorno e città da girare la sera, però, per tutte, si parla di domani.

Alle 6 parte il bus per Hua Hin, alle 6.50 il treno per Chon Buri e Rayong. Intanto prendo l’autobus per il centro, nonostante ripetuti tentativi dei tassisti per accaparrarmi, ma ti chiedono 10$, mentre l’autobus va alla zona centrale (Kahosan Road) con 100 bath (il bath vale ancora 50 delle vecchie lire, il cambio è 1$ = 38 bath).

L’autobus parte alle 20.30 e alle 21.15 è in centro, adesso è velocissimo lungo l’autostrada che attraversa, sopraelevata, tutta la cità.

Arrivato al centro cerco un albergo, ma sono tutti pieni per il capodanno cinese.

Dopo dodici tentativi inutili (ma non mi perdo d’animo) prendo un tuc tuc (le classiche mototaxi coloratissime) e mi faccio portare alla stazione ferroviaria dove so che c’è un albergo non proprio fra i migliori, ma anche questo è pieno. Ma io non mi perdo d’animo, vado alla stazione e chiedo informazioni sul treno per Hua Hin, mi danno un depliant e mi dicono che il primo treno è domani mattina alle 7.45 con arrivo a Hua Hin alle 11, faccio presente che c’è un altro treno alle 22.45 (erano le 22.20) con arrivo a Hua Hin alle 2.20, ma mi dicono che è tutto pieno e mi indicano la biglietteria dove mi raccomandano di prenotare subito per domani. Ma io mi presento alla biglietteria e provo a chiedere con gentile fermezza un biglietto per il treno delle 22.45, anche viaggiando in piedi. Invece, con sorpresa, il bigliettaio mi fa un biglietto regolare con posto a sedere assegnato (300 bath). Bravo Bruno.

Il treno parte puntuale, arriva puntuale a Phetchaburi, la stazione prima di Hua Hin, poi si ferma in un’altra stazioncina per far transitare un altro treno in senso opposto, così arriva a Hua Hin alle 2.50.

Qui mi viene incontro un tassista che si offre di portarmi in un albergo, ma dopo sette tentativi (sono tutti pieni), ne trovo uno vicino alla stazione anche se non a buon mercato. Contratto un po’ con la ragazza della reception perchè 1000 bath per notte mi sembrano troppi e riesco a strappare 800 perchè mi fermo 4 notti, compresa questa fatta a metà, ma..Stiamo qua, sono le 4.

Spese: taxi per aeroporto Yangon 5$, snack ultimi kyats 1,2$, tassa aeroporto 10$ (il solito, secondo me, furto legalizzato ormai in quasi tutto il mondo), souvenir 15$, internet 2$. Totale Myanmar 33$. Totale progressivo 689$. Media/giorno finale 24,6$.

30.1 LU Sveglia alle 9,30 (non volevo perdere la splendida colazione buffet ricchissima, riso, vermicelli, torte varie (non fanno però per me), wurstel, uova strapazzate o all’occhio di bue, prosciutto, burro marmellata e miele, pane tostato, succo d’arancia o di ananas, caffè o te, latte..Be’ qui siamo in Thailandia e c’è tutto e sembra che stiano accorgendosi che, anche alzando un po’ i prezzi, la gente continua a venire. Mi è tornato in mente quando, dal 1972 al 1976 abitavo a Brescia e conoscevo il proprietario di un ristorante dove effettivamente si mangiava bene, che mi disse: “ Bruno, tu avrai ragione, ma io in un anno ho aumentato tre volte i prezzi e il mio ristorante è sempre pieno. Perchè non dovrei aumentare?”.

Ma torniamo a Hua Hin. Bicicletta a noleggio e visita al villaggio degli elefanti, 3 Km. Fuori città dove ci sono una quindicina di elefanti e su cui puoi salire per un breve giro, ma non ci sono salito, 800 bath mi sono sembrati troppi per un’emozione che avevo già provato anni fa a Chiang Mai. Ho preferito spendere 20 bath di banane e dargliele da mangiare. Sono bestiole fantastiche.

Nel pomeriggio altra piccola escursione al monte delle scimmie, una piccola altura sul mare a circa 5Km. Su cui c’è un tempio (non eccezionale) e in cui si incontrano tante scimmiette. Naturalmente ci sono anche negozietti di souvenir e di banane per le scimmie.

31.1 MA Giornata trascorsa a scorrazzare per la provincia. Questa volta ho noleggiato un motorino, qui costano sempre poco (200 bath al giorno); al mattino mi sono recato a Cha Am, cittadina balneare a circa 35 Km., non è niente di speciale, però ci sono molti curiosi tandem sia a due che a tre posti e alcuni anche a quattro posti.

Rientrando sono ripassato al villaggio degli elefanti e con altri 20 bath di banane sono stato un po’ vicino a loro. Nel pomeriggio sono sceso verso sud fino a Suan Sot Prat, un’altra piccola località balneare e al rientro sono ripassato al monte delle scimmie e con altri 20 bath di banane te le vedi girare intorno continuamente, attente ad ogni tua piccola distrazione per fregarti qualcosa.

1.2 ME Giornata intensissima. Dopo colazione un salto al mercato dove ho comprato ancora un po’ di zafferano (qui a buon mercato), poi alla stazione dove alle 12 ho preso il treno per Phetchaburi (arrivo alle 13.40 con un’ora e mezza di ritardo) ma insomma per 13 bath di biglietto si può sopportare…

Vicino alla stazione trovo un ragazzo mototassista che mi propone la visita dei templi principali della città, di altri due sulla collina e delle grotte che si trovano in periferia. Si mette a mia disposizione per 300 bath,accetto.

Cominciamo dai templi sulla collina. Mi lascia alla base della collina dove c’è una funicolare che porta su, poi un breve tratto a piedi per vedere l’antica città di Phra Nakhon Khiri: bei ricordi e belle vedute.

Poi alle grotte: tre caverne consecutive contenenti varie statue di Buddha fra stalattiti e stalagmiti, poi altri due templi abbastanza graziosi dopodichè ho lasciato il mio tassista ed ho proseguito da solo a piedi per il centro della cittadina e per vedere l’ultimo tempio, fra l’altro, pieno di cani che girano continuamente in attesa dell’arrivo serale di una “canara” che porta il mangiare per tutti (ma non basta mai).

Per la cronaca, a parte i 70 bath della funicolare, tutti i templi e le grotte sono a ingresso gratuito.

Il treno del ritorno mi fa due sorprese: la prima alla biglietteria in cui mi dicono che i treni ordinari (3^ classe) da 13 bath finiscono alle 17, dopo ci sono solo due espressi (133 bath, quasi una coltellata!), la seconda è che il primo treno, quello delle 18,15, viaggia con 100 minuti di ritardo, così, partenza alle20 ed arrivo a Hua Hin alle 21.20 con due ore di ritardo finale.

2.2 GI Ieri sera, dopo aver descritto la giornata, mi è venuta ancora un’ispirazione per cui sono andato in stazione ed ho fatto un biglietto del treno.

Così stamattina altra levataccia alle 3.40, ho fatto tutte le valigie ed alle 4.10 ero in stazione, pronto per il treno delle 4.20…Arrivato alle 4.50, partito ed arrivato a Nakhom Pathon alle 7.50 (un’ora di ritardo), poi cambio treno ed alle 9.10 partenza per Kanchanaburi e River Kwai Bridge, il celebre “Ponte sul fiume Kwai”.

Cosa non si fa per il turismo in Thailandia, lo stato sicuramente più all’avanguardia del sud est asiatico: è stata costruita una stazioncina proprio presso il ponte (siamo a circa 5 Km. Da Kanchanaburi), si scende dal treno e appena questo ha varcato il ponte per proseguire per Nam Tok tutti possono percorrerlo a piedi, infatti fra i binari è stata costruita una passerella pedonale, poi fra un’arcata e l’altra del ponte sono stati allestiti balconcini su cui fare foto in tutta sicurezza o rifugiarsi in caso di passaggio di altri treni.

Non solo, fra le 12 e le 14, orari in cui non passano treni, c’è un piccolo trenino turistico giallo che con 20 bath attraversa il ponte a passo d’uomo, poi torna indietro, ottimo per anziani o persone che soffrono di vertigini.

Poi sulle rive del fiume ci sono tre ristorantini galleggianti fissati a riva e che, a una certa ora, vengono sganciati e trainati da una barca a motore per una minicrociera sul fiume, passando ovviamente sotto il ponte.

E ancora, c’è anche un battello a due piani che parte da Kanchanaburi lungo il Kwai ed arriva poco dopo il ponte…Che poi il ponte, in sé e per sé, è un normalissimo ponte ferroviario, simile ai nostri ponti sul Po di Piacenza o Ferrara.

Naturalmente non manca il contorno di negozi e bancarelle pieni di souvenir; ah! dimenticavo, c’è anche il museo della seconda guerra mondiale (ingresso 30 bath) con all’esterno una locomotiva, arrugginitissima, usata per il trasporto delle merci.

Si riparte alle 15 e si arriva a Bangkok Thon Buri alle 17.30, prendo un tuc tuc ed arrivo alla stazione centrale in quanto, domani, ultima levataccia, l’aereo per Doha parte alle 7.50 per cui bisognerà essere in aeroporto alle 5 e l’unico mezzo è il treno delle 4.20 (il primo autobus parte solo alle 6) che arriva in aeroporto alle 5.

Inutile dire che anche oggi sono abbastanza distrutto.

Appena scendo dal tuc tuc vedo, fra le bancarelle, l’insegna dello Station Hotel, non l’avevo mai vista neppure le altre volte che ero stato a Bangkok. Presso la stazione avevo sempre alloggiato in un alberghetto, che credevo l’unico attorno alla stazione (a parte due hotel a 10 o 12 stelle…) non proprio “attirante” se non per il prezzo (200 bath).

Ma stavolta ho provato lo “Station”. Non è molto diverso dall’altro, è più un hotel da “incontri”, però …250 bath per la stanza, con bagno, che, prima volta al mondo che vedo, ha un WC alla turca, con ventilatore (se vuoi con aria condizionata costa 400 bath), ma generalmente preferisco il ventilatore, quando lo metti alla minima velocità dormi con la brezza.

Ho cenato nel ristorante dell’albergo stesso, poi breve passeggiata digestiva e adesso sono le 21…Buona notte.

3.2 VE Sveglia alle 3.40, treno alle 4.20 (il treno è il mezzo più economico per l’aeroporto, lo scrissi già due anni fa nel viaggio che trovate in Laos, Cambogia e Kho Chang, e il prezzo non è cambiato: 5 bath, sì 5 bath, cinque (250 ex lire = 0,13 euro).

L’autobus costa 100 bath, i taxi, per l’aeroporto, ti chiedono 20$ (il doppio di quando arrivi).

L’aeroporto di Bangkok è sempre affollatissimo, ci vuole quasi un’ora per controllo bagagli, controllo passaporti, vaiapagarelatassadiuscitadi500bath (e qui accettano solo bath, niente dollari né euro, per cui altra coda per cambiare soldi e ri-coda per pagare la tassa) e…Annunciano che l’aereo partirà con più di un’ora di ritardo, ma mentre leggo sul video i ritardi in parte mi consolo perchè alle 6 stavano imbarcando i passeggeri di un volo per Brisbane e di uno per Frankfurt che avrebbero dovuto partire alle 23.45 e 23.55…

Aereo ottimo, con televisori su tutti gli schienali delle poltrone con, a scelta, 5 film e giochini vari, ma io…Ho dormito un po’.

Si arriva a Doha alle 12 con 40′ circa di ritardo, si riparte alle 13.50 (sempre con 40′ di ritardo) e si arriva a Malpensa alle 18.20, quasi puntuali.

Autobus per Torino alle 20,30 ed arrivo alle 22.30.

Spese in Thailandia: 257$. Totale progressivo 946$. Media/giorno totale 28,7$.



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