Myanmar a piedi nudi
Abbiamo prenotato il volo con Blu Panorama da Bologna a Bangkok (costo 639 euro a persona) e con Thai da Bangkok a Yangon (costo 219 euro a persona) ed un tour individuale senza guide direttamente dall’Italia con l’agenzia locale Adventure Myanmar Travel and Tours, con cui abbiamo comunicato solo via mail (rif. To Mrs. Aye Aye Myint), concordato dopo ripetute variazioni l’itinerario e pagato tutto in contanti al nostro arrivo a Yangon. Il prezzo concordato per il tour è stato di 1062 USD per persona con incluso: – visite e trasferimenti interni con auto privata a/c e autista (tutte le spese incluse); – camera doppia con prima colazione in alberghi categoria medio-alta; – voli interni Yangon/Bagan, Bagan/Mandalay, Mandalay/Heho, Heho/Thandwe e Thandwe/Yangon con Air Mandalay o Yangon Airway o Air Bagan; – escursioni in barca privata sul fiume Ayeyarwady da Mandalay a Mingun e sul Lago Inle; – biglietti ingresso al sito di Kakku.
Guida utilizzata EDT Lonely Planet.
Costo del visto circa 50 euro a persona (visto 25 euro + spese di agenzia e corriere).
06/11/04 # Bologna / Bangkok / Yangon 07/11/04 # Yangon 08/11/04 # Yangon / Kyaikhtiyo 09/11/04 # Kyaikhtiyo / Bago / Yangon 10/11/04 # Yangon / Bagan 11/11/04 # Bagan 12/11/04 # Salay / Monte Popa / Bagan 13/11/04 # Mandalay / Amarapura / Inwa / Sagaing 14/11/04 # Mingun / Mandalay 15/11/04 # Heho / Kalaw / Pindaya / Inle Lake 16/11/04 # Inle Lake 17/11/04 # Taunggyi / Kakku / Inle Lake 18/11/04 # Heho / Ngapali Beach 19/11/04 # Ngapali Beach 20/11/04 # Ngapali Beach / Yangon 21/11/04 # Yangon / Bangkok / Bologna 06/11/2004 # Bologna / Bangkok / Yangon Volo da Bologna a Bangkok con Blu Panorama (BV3016 # 21:50/15.05+1) e da Bangkok a Yangon con Thai (TG305 # 18:00/18:45). 07/11/2004 # Yangon All’arrivo a Yangon espletiamo le formalità d’ingresso e siamo ricevuti dal personale dell’Adventure Myanmar, veniamo accompagnati all’hotel per la consegna dei vouchers, dei biglietti aerei, di alcuni regali e per il pagamento del tour.
Pernottamento e cena all’Hotel Nikko**** [Superior room]. 08/11/2004 # Yangon / Kyaikhtiyo Partiamo per Kyaikhtiyo, l’autista ci viene a prendere all’hotel e ci accompagna per il cambio dei soldi, ci porta in un cambio illegale dove rimaniamo sull’auto e dopo alcuni minuti ci comunica che il cambio odierno è pari a 1 USD = 930 Kyats, procediamo con il cambio di 200 USD, ci porta un pacco di monete da 1000 Kyats legate con elastico, addirittura non ci stanno nel marsupio.
Dopo aver attraversato Yangon, partiamo per la nostra prima destinazione e notiamo subito la vita molto cruda e le strade molto dissestate, quasi impercorribili.
Arrivati al paese di Bago, ci fermiamo per una visita al mercato locale, posto molto suggestivo e pittoresco dagli odori pungenti, siamo gli unici turisti e siamo completamente immersi nella vita quotidiana dei birmani.
Dopo il pranzo raggiungiamo Kyaikhtiyo, per arrivare alla Golden Rock è necessario prendere un camioncino con panchine o assi di legno usati come seggiolino chiamato lain-ka, che viene caricato all’impossibile di cose e persone; la salita è da brivido, curve a gomito, discese da montagne russe con il camioncino lanciato al massimo, qui le norme di sicurezza stradale non esistono.
Facciamo una tappa di circa 30 minuti, perché l’ultimo tratto di strada è a senso unico, dove facciamo anche una piccola donazione con regolare ricevuta.
Al termine raggiungiamo il campo base di Kinpun, da cui si continua purtroppo a piedi per arrivare all’albergo Golden Rock.
La salita è ardua, anche se non abbiamo bagagli lasciati in auto all’autista, arriviamo stremati all’hotel, e dopo una breve sosta con doccia, partiamo per la Golden Rock, qui cediamo alle offerte dei portatori e ci facciamo accompagnare sulla sommità con una lettiga al prezzo di 5 USD (abbiamo provato veramente sensi di colpa, ma non se ne poteva fare a meno anche per la loro insistenza).
Per entrare al tempio della roccia dorata si pagano 6 USD per persona, lo spettacolo è bellissimo ed emozionante, sicuramente la fatica è ben ripagata dal tramonto e dai fedeli che pregano di fronte alla roccia e ai templi presenti.
La discesa al confronto è una passeggiata, peccato che è già sera e non abbiamo preso la torcia, non si vede nulla, il percorso è un po’ sconnesso, intriso di odori di incenso e di cibo, comunque dopo circa 30 minuti al buio arriviamo all’hotel.
Cena e pernottamento all’Hotel Golden Rock*** [Deluxe room]. 09/11/2004 # Kyaikhtiyo / Bago / Yangon Colazione e partenza ancora a piedi per raggiungere nuovamente il campo base di Kinpun, dove prendiamo un’altro camioncino con solita discesa spericolata fino ad arrivare al paese dove ci aspetta l’autista con i nostri bagagli.
Visitiamo il caratteristico mercato di Kyaikhtiyo dove facciamo i nostri primi acquisti.
La nostra destinazione è Bago, arriviamo dopo alcune ore di auto; per entrare nei siti archeologici si pagano 10 USD per persona e in alcune pagode anche una piccola tassa per la macchina fotografica.
La prima pagoda è la Shwemawdaw Paya, enorme e imponente con i suoi 114 mt., da un ingresso secondario riusciamo ad arrivare tramite un porticato alla Hintha Gon Paya.
Poi proseguiamo per la Shwethalyaung Paya che ospita un Budda reclinato lungo 55 mt. E alto 16 mt.
Visitiamo la fabbrica dei sigari Three Lions dove le lavoranti ti confezionano pacchetti da 50 e 100 sigari senza bisogno di contarli; ne acquistiamo 50 per 1000 Kyats.
Dopo il pranzo ripartiamo e visitiamo il Monastero di Khakhawaikyaung dove incontriamo centinaia di monaci tutti molto giovani intenti nella preghiera, a noi ricorda una cantilena. I monaci sono incuriositi da noi, ci guardano e ridono timidamente, dopodiché visitiamo la Mahazedi Paya molto grande e imponente con scalinate che portano in cima allo stupa dove le donne non possono salire.
Visitiamo un laboratorio artigianale di longyi con ancora i telai a mano, anche qui facciamo acquisti, poi visitiamo la Kyaik Pun Paya costituita da quattro Budda alti circa 30 mt. Schiena contro schiena, bello come tutti i templi finora.
All’ingresso troviamo una bambina che ci vende alcune cartoline in strisce da 10 in cotone e bambù decisamente molto belle.
Durante il ritorno a Yangon ci fermiamo a visitare un laboratorio di gemme e oro, molto interessante ma altrettante care, poi un altro laboratorio di legno intagliato.
Arriviamo in serata all’Hotel Nikko**** [Superior room] dove ceniamo e pernottiamo. 10/11/2004 # Yangon / Bagan Sveglia di buon ora per prendere il primo volo interno da Yangon a Bagan con Air Bagan (AB921 # 06:30/07:50), la colazione è al sacco consegnataci dall’hotel.
Arrivati a Bagan iniziamo la giornata con un altro autista che ci accompagnerà per i prossimi giorni con un pulmino da 7 posti. Per entrare nella zona archeologica si pagano 10 USD per persona direttamente all’aeroporto.
Prima sosta al mercato di Nyaung U dove veniamo praticamente assaliti dai venditori abituati ovviamente ai turisti.
Poi procediamo per la visita alle innumerevoli pagode dell’area archeologica della piana di Bagan, un’area di 40 Km. Quadrati dove vi sono migliaia di stupa e pahto, con rovine risalenti a più di 800 anni fa.
Visitiamo di seguito Shwezigon Paya, Kyanzittha Umin, Wetkyi-in Gubyaukgyi, Upali Thein, Htilominlo Pahto, Ananda Pahto, Dhammayangyi Pahto e Sulamani Pahto.
Pausa pranzo al Sarabha Restaurant e poi di nuovo immersi nella piana di Bagan per visitare di seguito Tayok Pyi Paya, Paya Thone Zu, Nanda Pyin Nya Paya, Kyat Kan Umin un monastero dove un giovane monaco ci fa da guida e ci spiega qualcosa ma non capiamo nulla perché nessun parla inglese, Iza Gawna Temple, Wi Ni Do Paya, Lay Myethna Paya, Sin Byu Shin monastero disabitato, Pya Tha Da Paya, Dhamma Ya Za Ka Zedi, Shwesandaw Paya ultima pagoda dove assistiamo al tramonto rovinato purtroppo dalle nuvole.
Andiamo al Bagan Hotel**** [Deluxe room] dove ceniamo e pernottiamo con bellissima serata e vista sul fiume. 11/11/2004 # Bagan Oggi visitiamo la parte di Old Bagan e Myinkaba facendo sosta di seguito a Thatbyinnyu Pahto, Nathlaung Kyaung unico tempio Indù rimasto a Bagan, Pahtothamya o Thamya Pahto, Mimalaung Kyaung monastero disabitato, Shwegugyi Patho, Min O Chan Tha Pagoda, Porta di Tharaba Gateway, Mahabodhi Paya, Bupaya Paya, Gawdawpalin Pahto, Mingalazedi Paya, Gubyakgyi e Stupa Myazedi, Manuha Paya, Nanpaya.
Dopo la solita pausa pranzo al Sarabha Restaurant proseguiamo nel pomeriggio per visitare Nagayon e Pawdawmu Paya, Abeyadana Pahto, Somingyi Kyaung, Seinnyet Nyima Paya e Seinnyet Ama Pahto.
Per cambiare un po’ entriamo in un laboratorio artigianale per la produzione delle lacche, vi lavorano molti giovani ragazzi, fanciulli e bambini.
Dopodichè andiamo al Lawkananda Kyaung dove un gruppo di bambini ci segue per tutta la visita con il solito tentativo di farci da guida e rifilarci qualche cartolina, noi alla fine regaliamo caramelle.
E’ ormai arrivata l’ora del tramonto che vediamo dalla Pya Tha Da Pagoda con un cielo bellissimo privo stavolta di nuvole.
Ceniamo al ristorante Si Thu e torniamo al Bagan Hotel per la notte. 12/11/2004 # Salay / Monte Popa / Bagan Si parte per l’escursione odierna, l’autista ha portato con se lo zio, ci ha chiesto se poteva accompagnarlo in un posto sulla strada, ovviamente acconsentiamo senza nessun problema.
Il viaggio è lungo, incontriamo vari villaggi di una povertà estrema, da non credere, le strade sono molto dissestate, a volte dobbiamo guadare fiumi in secca, a volte la strada è composta da terra e detriti, non osiamo pensare quando arriva la stagione delle piogge.
Arrivati a Salay visitiamo il Monastero Youqson Kyaung tutto in legno teak, molto bello, si pagano 3 USD per persona, all’interno troviamo un ragazzo che ci spiega alcune cose riguardanti gli oggetti esposti.
Poi ci rechiamo verso l’altro Monastero Thadanayauggy Kyaung con tanti piccoli monaci curiosi e timidi che salutano continuamente, poi la Nan Paya con all’interno il più grande Budda di lacca della Birmania, dove il custode ci fa vedere anche tutta la sua impagliatura interna.
Per ultimo visitiamo il Payathonzu una serie di tre piccoli templi in mattoni tutti collegati, simili a quelli di Bagan. Proseguiamo e appena arrivati al Monte Popa ci fermiamo per il pranzo, mangiamo bene, ma è necessario adeguarsi alle condizioni igieniche.
Saliamo verso il Monte Popa facendo circa 700 scalini tra decine e decine di scimmie e molta sporcizia, il panorama è decisamente bello e veniamo ripagati dalla fatica, anche se rovinato da alcune case e costruzioni ricoperte da tetti in lamiera, cosa che non valorizza certamente il luogo e anche il tempio sta per essere gradualmente rinnovato e modificato con oggetti e materiali moderni, peccato, rimane comunque la vista dal basso del Monte Popa che è molto affascinante.
Riprendiamo la strada del ritorno e arriviamo a Bagan, dove facciamo acquisti in un altro laboratorio artigianale di lacche. Ceniamo ottimamente al ristorante River Wiew e pernottiamo ancora al Bagan Hotel. 13/11/2004 # Mandalay / Amarapura / Inwa / Sagaing Anche oggi sveglia di buon ora per raggiungere l’aeroporto di Bagan, la destinazione è Mandalay con Yangon Airways (HK917 # 07:50/08:20).
All’arrivo a Mandalay ci attende il nuovo autista, che ci porterà a visitare le antiche capitali della Birmania.
La prima sosta è ad Amarapura con la sua miseria, interi villaggi di povera gente, case di legno e paglia immerse nel fango, con un traffico incredibile composto da auto, autobus fatiscenti, motorini, biciclette e carri trainati da buoi, tutto senza nessuna regola di circolazione.
Ci fermiamo al ponte di legno U’Bein Bridge realizzato in teak, lungo 1,2 Km e vecchio di due secoli, lo attraversiamo tutto a piedi andata e ritorno, molto suggestivo, vediamo pescatori a piedi e in barca, persone che attraversano semplicemente le acque poco profonde del laghetto.
Poi visitiamo il Monastero Mahaganayon Kyaung, arriviamo nel momento in cui all’interno gli abitanti del villaggio offrono il pranzo ai monaci, in particolare riso, frutta e dolci; poi in religioso silenzio i monaci, sotto gli occhi dei turisti siedono in refettorio e consumano il loro pasto con dignità, dopodiché lavano i loro piatti ed è come vivere insieme a loro (molto interessante e piacevole).
Mentre prendiamo la strada per Inwa si vedono molte piccole stupa e pagode.
Per arrivare al paese di Inwa (Ava) è necessario prendere un barcone in legno a motore, costo 500 Kyats andata e ritorno, e poi un calesse con cavallo gestito dalle persone del paese al costo di 2500 Kyats che ti scarrozza per circa 2 ore. Nel percorso tipico si visita inizialmente il Monastero Bagaya Kyaung, completamente in teak che ospita i bambini orfani del villaggio per studiare, sono dolcissimi, all’arrivo dei turisti iniziano a parlare a voce alta, sembra stiano cantando, facciamo un’altra donazione. Arriviamo poi a Nanmyin, una torre pendente alta 27 mt e infine il Maha Aungmye Bonzan, dopodichè si ritorna al traghetto per dirigerci verso Sagaing.
Nel tragitto ci fermiamo a visitare un laboratorio per la tessitura della seta e cotone, giovani ragazze realizzano cose bellissime ma purtroppo a prezzi elevati, procediamo.
A Sagaing visitiamo la Kaunghmudaw Paya e la Soon U Ponya Shin Paya sulla collina di Sagaing, da dove si possono vedere decine e decine di monasteri.
Scendiamo dalla collina e dopo aver visitato un laboratorio artigianale di argento dove vediamo anche qua cose bellissime ma a prezzi elevatissimi, ritorniamo all’U’Bein Bridge per il tramonto da non perdere, ci rifacciamo il ponte un’altra volta con molta calma, i bambini ci segnano e ci fanno mille domande, ormai siamo tutti amici. Per il ritorno decidiamo di prendere una barchetta per 2000 Kyats e dal lago Taungthaman assistiamo ad uno dei tramonti più belli del viaggio, facciamo tantissime foto a barche, alberi e ai piantoni in legno del ponte attraversate dal sole rosso.
Al termine della giornata ritorniamo a Mandalay dove vediamo una cosa molto strana per noi occidentali: il semaforo a tempo, 25 secondi per il rosso e altrettanti per il verde.
Raggiungiamo l’Hotel Mandalay Hill Resort**** [Deluxe Room] dove ceniamo e pernottiamo. 14/11/2004 # Mingun / Mandalay Dal porto per turisti di Mandalay oggi prendiamo la barca per Mingun. Il porto è paragonabile alla sponda di un fiume fangoso, attraverso passerelle di legno e barche affiancate raggiungiamo la nostra imbarcazione gestita da una famiglia di locali.
Il viaggio di andata dura circa un’oretta a causa delle correnti contrarie, è leggermente fresco ma il panorama è bellissimo, tanta natura immersa nel fiume, villaggi di pescatori e capanne di legno e paglia.
Arrivati a Mingun veniamo assaliti dai venditori locali, visitiamo la Pondaw Paya, la Settawya Paya e il Mingun Sanitarium, una casa di cura per anziani, tristissimo, ma loro sono felicissimi di vederci, ci abbracciano, facciamo anche qui una donazione per le loro cure sanitarie gestite sul posto da infermiere e altro personale volontario.
Poi visitiamo la Hsinbyume Paya, la Mingun Bell e l’incompleta Mingun Paya.
All’Hsinbyume Paya ci affiancano due bambini, si chiamano Mo’ Mo’ e Più Più, ci fanno compagnia e tante domande, parlano italiano con alcune frasi semplici e anche qualche parola di altre lingue, sono simpaticissimi, si spacciano per nostre guide e ci aiutano nel salire e scendere gli scalini prendendoci per le braccia, gli regaliamo molti prodotti requisiti negli hotels (sapone, dentifricio, spazzolini, elastici per capelli e shampoo).
Alla fine li salutiamo a malincuore anche perché loro avranno altri turisti da servire e guidare.
Dopo alcuni acquisti dai venditori insistenti, ritorniamo alla barca per il viaggio di ritorno, prendiamo un po’ di sole, ci rifocilliamo con banane, mandarini e acqua offerti dal barcaiolo.
All’arrivo troviamo il nostro autista che ci porterà a visitare la città di Mandalay, molto caotica.
Per la zona archeologica di Mandalay si pagano 10 USD per persona, il biglietto comprende anche le antiche capitali.
Ci fermiamo alla Mahamuni Paya con il suo Budda ricoperto da uno spessore di foglie d’oro che supera i 15 cm, qui facciamo anche alcuni acquisti, interessanti gli intagli in legno, poi andiamo al mercato Zegyo, molto grande, realizzato all’interno di un palazzo a tre piani, stracolmo di mercanzia di ogni tipo, in prevalenza stoffe, all’esterno c’è anche la zona alimentare, meglio proseguire.
Poi visitiamo il Monastero Swenandaw Kyuang, in legno, bellissimo, la Kuthodaw Paya ovvero il libro più grande del mondo con le sue 729 lastre di marmo che riportano tutto il canone buddista.
Proviamo ad entrare al Mandalay Fort/Palace, la struttura del palazzo dall’esterno è imponente con le sue mura e le sue torri, ma ci rendiamo subito conto che è stato tutto distrutto e rifatto, anche male, quindi proseguiamo.
Saliamo allora alla Mandalay Hill dove ci rilassiamo, alcuni studenti birmani ci chiedono se possiamo parlare con loro in inglese per fare pratica, nessun problema, ci fanno tantissime domande dalle più semplici alle più complesse sulla scuola italiana, il lavoro, la società, i nostri viaggi, ecc. Dopo un’oretta ci lasciamo per vedere il tramonto.
Rientriamo all’Hotel Mandalay Hill Resort dove anche stasera per la stanchezza ceniamo e pernottiamo. 15/11/2004 # Heho / Kalaw / Pindaya / Inle Lake Anche oggi sveglia di buon ora per prendere l’aereo per destinazione Heho con Yangon Airways (HK918 # 08:50/09:20).
Il volo è brevissimo, mentre le strade che ci aspettano sono disastrose, in parte incompiute, mezzo asfalto e mezza terra, sassi, buche e scossoni a volontà.
La prima tappa è la cittadina di Kalaw dove facciamo una breve visita al mercato, poi visitiamo il tempio Dhamma Yon e lo stupa scintillante Aung Chan Tha Zedi.
Proseguiamo per Pindaya dove entriamo nelle bellissime grotte con le oltre 8000 statue del Budda all’interno fatte di legno, di stucco e altri materiali, quasi tutte dorate; solo alcune conservano i colori originali del passato.
Lasciamo Pindaya e visitiamo un laboratorio artigianale di ombrelli di carta dove ne acquistiamo alcuni colorati e bellissimi.
Ora si parte per il Lago Inle, tre ore lunghissime di auto con continui scossoni, ma ci regalano panorami bellissimi.
Per arrivare all’hotel immerso nel lago dobbiamo prendere una barca a motore, la quale ci accompagnerà domani nella nostra escursione sul lago.
All’arrivo veniamo accolti con musica suonata dal personale gentilissimo, l’hotel è bellissimo composto da palafitte di legno e bambù completamente sul lago e collegate tra loro con passerelle, ma ovviamente presenta alcuni problemi logistici, la luce in stanza è presente solo dalle 5 alle 8 del mattino e dalle 16.30 alle 22.30 della sera, per il resto dobbiamo utilizzare delle torce elettriche.
L’acqua calda è razionata e funziona solo per periodi determinati, la scaldano con una caldaia funzionante a legna.
Ceniamo e pernottiamo in hotel, il Paradise Inle Resort*** [Superior room], non possiamo fare altro, la notte sul lago è bellissima con la sua tranquillità, le acque calme e le luci dei pescatori notturni, peccato l’alto numeri di insetti, jeki e scarafaggi. 16/11/2004 # Inle Lake Sveglia e colazione prima di passare tutta la giornata in barca dalle 8 alle 16 circa, durante il percorso visitiamo numerosi villaggi molto pittoreschi ed ognuno è specializzato nel fabbricare qualcosa: sigari, seta, ferro, argento, bronzo, bambù e legno.
Vediamo anche i numerosi giardini ed orti galleggianti, i pescatori che remano con le gambe e centinaia di bambini che ti salutano dalle palafitte all’infinito.
Visitiamo il coloratissimo mercato galleggiante dei 5 giorni di Ywama dove acquistiamo due libri del Budda da alcuni venditori ambulanti che usano per le contrattazioni una tabella simile al cartellone della tombola con riportato i vari prezzi sia in dollari che in kyats.
Ci fermiamo alla Phaung Daw U Paya con all’interno 5 Budda talmente pieni di foglie d’oro che sembrano dei birilli da bowling.
Pranziamo in un ristorante sul lago, dopodiché proseguiamo fermandoci in un laboratorio della seta dove anche qui facciamo alcuni acquisti e poi in un laboratorio di sigari dove molte ragazze ne devono confezionare circa 1000 al giorno per guadagnarsi la paga giornaliera di 1 dollaro; qui incontriamo una mamma con un grosso bambino di 5 mesi, sa già salutare come fanno tutti i bambini in Birmania: “tatà”.
In tutti i posti dove ci fermiamo ci offrono tè, biscottini e anche crackers di riso buonissimi.
Infine visitiamo il Nga Phe Kyaung monastero in legno famoso per i monaci che addestrano i gatti a saltare dentro ad un cerchio, a noi sembra più che altro uno spettacolino per turisti.
Dopo un’intera giornata in barca sotto il sole siamo abbastanza stanchi e il nostro barcaiolo ci comunica che il tour è finito e torniamo all’hotel dove come tutti veniamo accolti ancora con musica, cocktail e salviette fresche e profumate.
Cena e pernottamento ancora all’hotel Paradise Inle Resort. 17/11/2004 # Taunggyi / Kakku / Inle Lake Si parte molto presto per l’escursione odierna a Taunggyi e Kakku, prendiamo la barca e facciamo una breve sosta per incontrare le donne Padaung conosciute meglio come le donne giraffa o con il collo allungato da collari metallici dorati. Ovviamente la visita richiede un piccolo contributo di 3 USD per persona al ragazzo che ci ha accompagnato, qui acquistiamo alcuni loro prodotti realizzati a mano.
Proseguiamo con l’auto fino a Taunggy dove ci fermiamo per ottenere il permesso per visitare Kakku, si pagano 3 USD per persona e 5 USD per la guida Pa-O obbligatoria per i turisti stranieri, una ragazza molto carina che parla un ottimo inglese.
Taunggy è l’ultima città visitabile dai turisti dopodiché si entra nel Triangolo d’Oro, durante il percorso stradale il panorama è bellissimo, come pure le etnie che abitano e lavorano in queste zone, purtroppo iniziamo anche a vedere qualche arma che circola tra i villaggi e giubbe militari indossate da persone con capelli lunghi.
Arrivati a Kakku, aperto ai turisti stranieri dal 2000, ci rendiamo conto che il posto è molto affascinante, si tratta di un sito archeologico in corso di restauro composto da ben 2478 stupa, alcuni ben conservati mentre altri completamente distrutti ed immersi nella vegetazione.
Dopo aver visitato abbondantemente il sito, ritorniamo indietro fermandoci un’oretta nella cittadina di Taunggy dove visitiamo il mercato locale, grandissimo e pieno di merci di ogni tipo, legale ed illegale, infatti il mercato è conosciuto per essere un centro di contrabbando di prodotti dai paesi vicini come Cina e Thailandia.
Ritorniamo al punto di attracco al Lago Inle dove rientriamo con la solita barca all’hotel Paradise Inle Resort per la cena e il pernottamento. 18/11/2004 # Heho / Ngapali Beach Anche oggi sveglia all’alba per il trasferimento aereo da Heho a Thandwe (Sandoway) con Air Mandalay (6T463 # 09:25/11:20), inizialmente in barca e poi in auto raggiungiamo il piccolo aeroporto dove stranamente l’aereo parte in anticipo e fortunatamente non facciamo nemmeno il previsto scalo intermedio a Bagan.
In tarda mattinata arriviamo allo splendido Hotel Amazing Ngapali Resort**** [Studio Suite] situato sulla spiaggia di Ngapali Beach dove ci consegnano un’imprevista “studio suite” sul mare, con veranda in legno, lettini e ombrelloni privati, è paradisiaco.
Facciamo un bagno nelle turchesi e calde acque del Mare del Bengala e continuiamo la giornata prendendo il sole e passeggiando per la spiaggia. Nel tardo pomeriggio noleggiamo due biciclette per visitare il paese e i villaggi vicini, sembriamo due marziani, tutti ci guardano e tutti ci salutano, ci rendiamo velocemente conto che l’esterno non offre molto, arriviamo fino alla zona degli hotels di Sandoway e a piedi ci rechiamo sulla spiaggia dove vediamo pescatori con le proprie barche di legno e altri che stendono il pesce sulla spiaggia per essiccarlo.
Torniamo in hotel dove ceniamo e pernottiamo. 19/11/2004 # Ngapali Beach La giornata prevede totale relax al mare, la sveglia non è programmata, come pure la colazione.
La mattina è dedicata ad una passeggiata sulla spiaggia per la classica raccolta di conchiglie, ne troviamo di bellissime, poi bagni, sole e anche qualche momento di riposo.
Nel pomeriggio decidiamo di fare un’altra passeggiata, arriviamo di fronte ad un cartello rosso con scritta in birmano, lo ignoriamo, ma dopo alcuni minuti veniamo assaliti verbalmente da un custode che con fare minaccioso ci fa capire che non possiamo continuare ed andare oltre, strano ma vero, dobbiamo tornare indietro, non capiamo il perché, chissà cosa ci sarà.
Anche stasera ceniamo e pernottiamo in hotel. 20/11/2004 # Ngapali Beach / Yangon Anche oggi la mattina è dedicata al riposo, abbiamo l’aereo per Yangon alle 13.45 con Air Mandalay (6T465 # 13:45/14:35). Arrivati a Yangon incontriamo il nostro nuovo autista che ci accompagnerà per una veloce visita della città.
Visitiamo il Bogyoke Market dove facciamo alcuni acquisti immersi nel caos della bancherelle e dei venditori, il mercato è immenso e pieno di merci di ogni tipo, acquistiamo alcuni arazzi e alcuni prodotti in lacca, ma purtroppo sono già le 17 cioè l’ora di chiusura.
Proseguiamo per la Shwedagon Paya, è imponente, bellissima, dopo quelle di Bagan è sicuramente la più bella.
Per l’ingresso si pagano 5 USD per persona più la solita tassa per la fotocamera.
Facciamo due giri attorno alla pagoda rigorosamente in senso orario, il primo veloce per renderci conto della sua bellezza, mentre durante il secondo leggiamo continuamente la guida per tutte le necessarie informazioni sui templi, sulle immagini e sui punti planetari che costituiscono i giorni della settimana, piene di fedeli intenti nella preghiera.
Mentre il sole tramonta, il cielo rossastro rende ancora più affascinante la vista della pagoda, facciamo molte foto, peccato il tempo limitato.
Mentre torniamo all’auto, percorriamo uno dei tunnel d’ingresso, disseminato di negozi che vista l’ora iniziano a chiudere, ma ciò nonostante riusciamo a fare gli ultimi acquisti di alcuni oggetti in legno e cartapesta.
Ritorniamo all’hotel, dopodiché, accompagnati dall’autista, ceniamo al ristorante Green Elephant, scegliamo l’ottimo Myanmar Food Set, mangiamo decisamente bene.
Pernottiamo ancora uno volta all’Hotel Nikko**** [Superior room]. 21/11/2004 # Yangon / Bangkok / Bologna Dopo la colazione ci rechiamo all’aeroporto internazionale di Yangon per il nostro volo di ritorno, qui incontriamo ancora il personale dell’Adventure Myanmar che ci saluta con alcune regali e con la foto del nostro arrivo.
Volo di ritorno da Yangon a Bangkok con Thai (TG304 # 10:05/11:45) e da Bangkok a Bologna con Blu Panorama (BV3017 # 17:05/22.55). Il Myamar è un paese bellissimo con le sue pagode d’oro e le sue risaie, sembra di essere tornati indietro di 100 anni, i mezzi di trasporto più diffusi sono i carri trainati dai buoi, le biciclette e i calessini tirati dai cavalli. Le strade sono disseminate di buchi, gli autobus sono incredibili e pieni di gente, le case semplici capanne, per lo più su palafitta per evitare gli allagamenti nella stagione delle piogge, e poi migliaia di Stupa, Templi e Pagode disseminati ovunque, cui si accede rigorosamente a piedi nudi.
Il popolo birmano è sempre sorridente, cordiale e gentile, ciò che ci ha impressionato è il loro senso religioso, i bonzi e le suore si incontrano dappertutto, anche bambini, con la loro ciotola in cerca dell’offerta che gli permette il pasto quotidiano a base di riso e curry. Tutti ti guardano con il viso sereno, mai aggressivo e ti sorridono anche se non gli dai niente, vorresti poter dare a tutti, ma non è possibile. La gente è serena pur vivendo da decenni in un paese dittatoriale e sopravvive ai molti problemi grazie alla cultura religiosa impressa dalla filosofia buddista. Nessuno che si arrabbia e tutti ti sorridono con gentilezza e pazienza, non esistono furti, delinquenza e prostituzione.
I contadini delle campagne vivono dei prodotti coltivati nella loro terra fertile e vivono serenamente nelle loro case di legno teak e bambù in mezzo a bufali, buoi, capre e galline. Andar per stradine è bellissimo, si incontra molta gente negli abiti tradizionali, diversi a seconda della provincia e della minoranza etnica.
Molti masticano il betel (pezzi di noce di areca o betel, essiccata o fresca, impastata con calce e avvolta in una foglia, alcuni anche con tabacco aromatizzato, menta piperita e varie spezie) che sputano in giro e lascia loro una schifosa bocca rossa (la guida dice che è cancerogeno), è un leggero eccitante e dà un senso di benessere, gli dà la forza di andare avanti quando questa viene meno.
E’ un paradosso, ma una dittatura terribile è riuscita a mantenere intatto un paese splendido.
Anche se pochi parlano l’inglese, è bello comunicare a gesti, ciao Birmania grazie per averci ospitato così gentilmente tanto da farci sentire in famiglia. Abbiamo gli occhi e il cuore pieni della tua terra e della tua gente meravigliosa, non cambiare mai, noi non ti dimenticheremo … Mingalarbar Myanmar! Raffaele e Monica