Myanmar 2008 MIN GALA BA di buongiorno

MYANMAR 2008 DIARIO di VIAGGIO..... MIN GALA BA’ Lunedì 10 Novembre, ci troviamo tutti: Bruna, Pia, Luciana, Luisa, Anna, Angelo, Mariuccia, Gigi, Loretta, Gianni, Silvana e Bruno alle 7.45 e, pieni di entusiasmo, partiamo per la bellissima Terra che ci aspetta: il Myanmar. Alle 10.30 circa siamo a Malpensa, alle 13.35 l’aeromobile che...
Scritto da: Silvana Biancon
myanmar 2008 min gala ba di buongiorno
Partenza il: 10/11/2008
Ritorno il: 24/10/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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MYANMAR 2008 DIARIO di VIAGGIO… MIN GALA BA’ Lunedì 10 Novembre, ci troviamo tutti: Bruna, Pia, Luciana, Luisa, Anna, Angelo, Mariuccia, Gigi, Loretta, Gianni, Silvana e Bruno alle 7.45 e, pieni di entusiasmo, partiamo per la bellissima Terra che ci aspetta: il Myanmar. Alle 10.30 circa siamo a Malpensa, alle 13.35 l’aeromobile che ci porterà a Bangkok spicca il volo…Dovremo volare per circa 9400 km e 10,5 ore. L’aeromobile è confortevole, ogni uno ha il proprio monitor per guardare i film, giocare o tenere sotto controllo la rotta. Le hostess hanno l’abito Thailandese e sono molto carine.

Martedì 11 Novembre, atterriamo alle 7 (+ 6 ore rispetto all’ Italia) del mattino e ripartiamo per Yangon alle 8.30 dove arriviamo alle 9.30 (+ 5,5 ore rispetto all’Italia). Le valigie arrivano subito, usciamo e incontriamo Franco, la guida che ci accompagnerà in questi giorni: è simpatico e chiacchierone. Arriviamo all’ Hotel Sedona alle 10.30: molto bello, vicino al Lago cittadino e a quello che rimane del Palazzo Reale oggi caserma. Nella hall ci accolgono con salviette umide e fresche e aperitivo ( questa usanza la troveremo in tutti gli hotel del tour), distribuisco le chiavi e ci diamo appuntamento alle 12.30 per il pranzo. Un’occhiata alla piscina che ci tenta ma…È preferibile andare in camera e riposare un pò. Alle 15 si parte dall’ hotel: iniziamo la nostra visita con la Pagoda Shwedagon, bellissima, piena di pellegrini perchè domani si festeggia la fine della quaresima e ci sarà una grande festa con prove di tessitura e altre iniziative. Vediamo gruppi di donne con vestiti uguali: chi bianco-azzurro, chi bianco-marrone e altri: sono le squadre che parteciperanno alla prova di tessitura. Tanti monaci arancioni e alcune monache in rosa. Tante famiglie sedute per terra con bambini ed anziani che conversano e mangiano assieme: nessun occidentale. La pagoda è una piccola città piena di stupa e temli ma la grande “campana” dorata splende in tutta sua bellezza, nonostante sia coperta in parte da una fitta rete di bambù perchè stanno incollandole sopra un’altro strato di lamine d’ oro. Franco tenta di spiegarci la sua storia ma il nostro entusiasmo per fotografare e filmare tutti gli angoli possibili, lo fa decidere di rimandare la spiegazione e lasciarci liberi di fare. Andiamo poi al mercato di Cinatown, ubicato lungo una trafficatissima strada, dove si vende frutta colorata (che non abbiamo mai visto) insetti vari e altro. E’ quasi buio e ritorniamo alla pagoda Shwedagon per vederla illuminata…Le strade intorno sono tutte al buio, la strada dove facciamo le foto è quella dove si è svolta l’anno scorso la rivolta pacifica del monaci. Franco ci dice che dal 2006 Yangon, che vuol dire “fine della guerra” non è più la capitale del Myanmar: la nuova capitale è NAY PYI DIAW che è a circa 360 km a nord…Ma nessuno, in occidente, lo sa. Rientriamo, la cena è italiana e buonissima…Ci abbuffiamo e poi…A nanna.

Mercoledì 12 Novembre, Ore 7 partenza per KYAIKTHYIO (circa 180km in pullman). Franco ci regala una tipica borsa di tela , che qui tutti usano e che si chiama Shan luè (luè=borsa perciò borsa dello stato Shan) e ci dice che il Myanmar è formato da 7 Stati e 7 Regioni; noi, in questi giorni, visiteremo 3 Stati e 4 Regioni. Il più grande (1/3 del Myanmar) è lo stato Shan. In Myanmar sono presenti 67 gruppi etnici.

Intorno alle 10 arriviamo a BAGO, la prima capitale di questa terra che prima del “regime” si chiamava Birmania. E’ molto caotica, strade in costruzione, cumuli di terra e pietre, una moltitudine di fili della luce che intrecciati passano da edificio a edificio, attraversano strade penzolando nel vuoto. Camioncini caricati all’ inverosimile di persone e cose che, sfidando tutte le leggi della fisica, non si capovolgono…Andiamo al monastero Kha Khat Wain Kyaung dove assistiamo al pranzo dei monaci (circa 900) che oggi è offerto da una famiglia Thailandese. I monaci si dispongo in silenzio in due file; dai più vecchi ai più piccolini, sostano in piedi e al gong si incamminano composti verso la sala da pranzo: ogniuno con la sua ciotola, qualcuno ci sorride di nascosto… All’entrata, altri monaci riempiono la loro ciotola di riso prendendolo da quattro pentoloni enormi. I tavoli sono bassi in modo che si possa mangiare seduti per terra; sulle tavole ciotole di verdura cotta da mescolare con il riso. Tutto in silenzio…A parte il rumore degli scatti delle macchine fotografiche e dei bisbigli di noi “viaggiatori” che, in un angolo, vergognandosi un pò …Ma non poi tanto…Entriamo nella loro intimità fotografandoli e filmandoli…I monaci non possono mangiare dopo le 12, dopo possono bere solo bevande fresche. Il monaco deve rispettare 114 precetti mentre il novizio molti di meno; sono comunque vestiti allo stesso modo perciò non si riconosce che è monaco da chi è solo novizio. Il buddhismo qui è diverso dal Tibet, Cina, Corea, Giappone, dove riconoscono il Dalai Lama come loro capo spirituale. Qui hanno un Capo spirituale “indipendente” cioè solo per il Myanmar. Pranziamo discretamente in un ristorante vicino al monastero, visitiamo i 4 Buddha seduti: Kyaik Pun Paya , sempre rigorosamente scalzi ed il Buddha sdraiato. Tutti molto colorati e alla parvenza “moderni”. Ripartiamo…Arriviamo a KINPUN dove lasciamo il pullman (nel quale si era rotto l’impianto dell’ aria condizionata…) e prendiamo i camion aperti che ci porteranno verso la roccia d’oro. Carichiamo i (pochi) bagagli, ci sediamo nel cassone su panche di legno e partiamo. I camion si inerpicano a tutta velocità sulla strada a tornanti che porta al punto da dove poi andremo a piedi o in portantina fino alla roccia d’oro . Il tragitto dura circa 45 minuti durante i quali, tenendoci fermamente attaccati ai bordi, ridiamo, facciamo battute e…Gridolini di paura.

Scendiamo e c’è tanta confusione e pieno di ellegrini…Davanti a noi …La salita; sono le 16.15. La strada è di cemento ma molto ripida, Anna, Angelo, Bruna e Pia prendono le portantine in bambù e tela simili a barelle, che sono portate sulle spalle da 4 uomini che, sincronizzati, muovono le braccia avanti e indietro per darsi il tempo. I bagagli sono caricati in grandi ceste che altri ragazzi si caricano sulle spalle con una cinghia che passa sopra la testa. Iniziamo a salire…Luisa parte come una saetta e così Franco…Noi la prendiamo con più calma…Verso la vetta, ad una biforcazione, prendiamo la strada che, a gradoni, passa in mezzo a baracche- bancarelle, dove alcuni vivono e vendono i loro prodotti: pepe verde e nero, unguenti, scorpioni secchi, altri animali non definiti, oggetti di lacca, mitra giocattolo in bambù ecc. Vediamo macinare il grano a mano con una pietra e altre cose …

Arriviamo a KYAIKTHYIO in meno di un’ ora ed è quasi il tramonto; siamo a circa 1200m ed in lontananza vediamo il grande sasso d’orato illuminarsi nella luce del tramonto. Non resistiamo e portato gli zaini in camera ci avviamo, assieme a decine di pellegrini, verso il luogo più sacro per i birmani. Ci vuole circa un quarto d’ora per arrivare là, ormai è quasi buio. Bisogna camminare scalzi: a tratti su marmo, a tratti su cemento rugoso. Quando arriviamo centinaia di pesone accovacciate in mezzo a tantissime candele stanno pregando. Parecchi si sono accampati nel piazzale antecedente la roccia, bambini, ragazzi, donne, uomini …Proviamo ad avvicinarci ma solo agli uomini è permesso toccare questo fenomeno di equilibrio reso possibile, secondo la leggenda, da un capello di Buddha. Le emozioni sono forti, la roccia d’ oro illuminata, una voce recita preghiere da un altoparlante…La luce calda di migliaia di candele…I bisbigli dei pellegrini…Fa freddo e c’è vento ma rimaniamo ancora…

Giovedì 13 Novembre.

Ieri sera abbiamo deciso di vedere l’alba in questo luogo magico perciò ci alziamo alle 5 e, dopo aver bevuto solo un tà caldo, usciamo. Fa molto freddo, siamo a piedi nudi e imbaccuccati. Fuori sembra che nessuno sia andato a dormire, pellegrini vanno e vengono chiacchieranto come se non fosse l’alba. Raggiungiamo la zona sacra e andiamo avanti…A piedi nudi…Arriviamo nel piazzale davanti alla roccia con i piedi gelati ..Qualcuno si infila di nascosto le calze…I pellegrini pregano ancora…Sulle bancherelle spuntano vassoi di cibo con pasti completi (zuppa, riso, frutta). La voce dall’altoparlante continua a recitare preghiere…Facciamo ancora tante foto… Franco ci ringrazia per avergli dato l’opportunità di essere lì e aver potuto visitare e pregare in questo luogo religioso per lui molto importante. Rientriamo, colazione e alle 7.30 iniziamo la discesa. A un quarto di strada anche io, a causa delle mie ginocchia, mi arrendo alla portantina e ballonzolando arrivo giù…Dove c’è la stessa confusione di ieri. Portantine, camion, pellegrini, venditori… Saliamo sul camion e questa volta siamo assieme ai birmani…In totale 57. Bruna, Pia, Franco ed io nella cabina con il guidatore; Pia ed io incastrate dietro i sedili. I camion non partono…Dopo una mezzora (aspettano i camion che vengono su perchè la maggior parte della strada è a senso unico) si parte e ripetiamo il tragitto al contrario. Troviamo un altro pullman CON aria condizionata e riprendiamo il viaggio. Ci fermiamo ancora a BAGO per vedere il Grande Buddha sdraiato lungo 55 metri: Shwethalyaung Paya, fotografare la Shwemawdaw Paya , pranzare nel ristorante di ieri (unico affidabile della città) e visitare un villaggio dell’etnia MON. Nel villaggio visitiamo le aule-scuola nel monastero che accoglie i bambini orfani: i bambini sono proprio carini e curiosi di vedersi nel display delle macchine fotografiche. Poi vediamo, nelle case di bambù, la tessitura con vecchi telai manuali e la preparazione dei sigari; rigorosamente tutti a mano. Rientrando a Yangon ci fermiamo, lungo la strada, presso un tempietto Nat, dove comperiamo una ghirlanda di fiori e la offriamo allo spirito protettore dei viaggi. Prima di rientrare in hotel fermata in un negozio di pietre preziose. Mentre alcuni comperamo assaggio lo zucchero di palma e le caramelle di tamarindo che mi vengono offerte: tutto molto buono. Il ristorante dove andiamo a cena è bellissimo, è una copia delle barche reali: illuminato, sulle rive del lago, sembra una nave-pagoda d’oro. La cena è ottima e varia ma io opto per il pesce (gamberi, pesce, verdure fritte ecc) il dolce e la frutta preferisco non mangiarli. Lo spettacolo è “per turisti” ma accettabile: danze popolari, un elefante variopinto (con gli uomini dentro) che balla tra i tavoli, le marionette…Belle. Rientriamo in hotel.

Venerdì 14 Novembre Sveglia alle 4, partenza dall’hotel ore 5, l’agenzia è ben organizzata, pensano loro ai bagagli e ci consegnano direttamente la carta d’imbarco (sarà così per tutti i voli interni che faremo). Dall’aeroporto riesco finalmente a spedire una e-mail in Italia. Volo Air Bagan (linea privata) ore 6 ; partenza in perfetto orario: l’aereo è ad elica…E ha 46 posti…Bruno è un pò nervoso… Arrivati a BAGAN alle 7.30 circa, iniziamo subito la visita della zona archeologica che abbiamo già visto dall’aereo…Un mare di verde (alberi e cespugli) con migliaia di macchie rosse (pagode in mattoni) che spuntano fino all’orizzonte. Non c’è nessuno perciò possiamo goderci la tranquillità del luogo e la serenità che infonde quel mare di verde…Bambini ci accolgono per venderci cartoline e souvenir e ci chiedono “bom-bom”.. Noi distribuiamo dolci che abbiamo “prelevato” in hotel…Old BAGAN è veramente un impatto emotivo incredibile; soprattutto quando saliamo sulla cima di una pagoda per vedere il panorama dall’ alto. Anna si commuove…Le 5000 pagode sono davanti e intorno a noi…Visitiamo alcuni templi (lo Stupa è una campana “piena” e si può solo girarci attorno; il tempio si può visitare all’interno) nei quali sono presenti ancora pitture raffiguranti il Buddha. Pranziamo in un ristorante sulle rive dell’ Irrawaddy e per arrivare alla sala da pranzo attraversiamo un giardino tropicale. C’è anche uno spettacolino con suonatore e danzatrice snodata. Dalla terrazza si vedono le donne che lavano i panni nel l’acqua …Marrone del fiume. Nel pomeriggio visitiamo i templi Manuha, Ananda e poi una fabbrica di prodotti in Lacca dove ci fanno vedere tutte le fasi di lavorazione. Rientriamo in hotel e ceniamo ottimamente. Sabato 15 Novembre Oggi iniziamo con le visite con il mercato locale di Nyayng-oo (gna-u). Prima la zona dove si vendono frutta e verdura coloratissine, poi ci addentriamo tra le bancarelle che, a settori, vendono longyn (abito/gonna tipico usato sia dagli uomini che dalle donne), tè, magliette, pesce secco, cibi cotti, fiori, ciabatte eccetera. Verso l’uscita ecco la zona del pesce fresco dove donne accovacciate tagliano le teste a pesci di tutte le dimensioni e li pesano su bilance che, in Italia, non si vedono da almeno 50 anni. I mercati sono proprio la mia passione: odori, suoni, colori…Continuiamo poi la visita “culturale” e vediamo il tempio Qukhiaupì (quciaupì), Htilominlo (tilomilo), il monastero Okke Kyaung (occian) con bellissime pitture all’interno e ancora il tempio Ananda e poi gli stupa restaurati con il contributo di Franco (la guida) che con orgoglio ci fa vedere la targa in marmo con il suo nome… Poi alle 15.30 tutti in calesse a girovagare tra i templi divertendoci un sacco tra risate, foto, sobbalzi, buche, saluti… Ci fermiamo nel piccolo villaggio di Pwa Sow… E poi ancora su per i tanti gradini della pagoda Damaiasica per vedere ancora il tramonto sulla piana di Bagan…In silenzio…A parte il canto di tantissimi uccellini… E poi un invito da parte di Franco a farci conoscere la sua famiglia così andiamo a casa di sua sorella: una grande villa con domestici. E ci accolgono con calore e tanti sorrisi e Franco orgoglioso ci presenta la sua famiglia. Alle 23 circa, al rientro dalla cena con relativo spettacolo di marionette, troviamo ad aspettarci, nel giardino dell’ hotel al buio, la signora a cui Luciana aveva regalato un pò di cose nel pomeriggio. L’ha aspettata per regalarle alcune ciotole fate da lei. Luciana si commuove e con lei tutti noi…Quante cose ci stà insegnando questo popolo…

Domenica 16 Novembre Oggi lungo viaggio verso Mandalay. Strada dissestata ma alberata; il paesaggio è bello. Ci fermiamo da alcuni contadini che estraggono la linfa dalla palma per poi produrne lo zucchero e il distillato. C’è anche la famiglia del secondo autista che, orgoglioso ci fa vedere la sua piccola bambina…Riprendiamo il viaggio; lungo la strada gruppi di donne che portano contenitori di latta pieni d’acqua…Chissà quanta strada dal villaggio al pozzo…Carri trainati da buoi, contadini nei campi…Mucche, bufali e…Tante capre…Qualche persona in bicicletta o a piedi…Ma la maggioranza è su camioncini assieme ad animali, verdura, sacchi di riso. Il paesaggio è colorato di verde per le tante risaie… Il fondo stradale è sempre…Orribile… Pranziamo in modo semplice in un ristorante statale. Adesso la strada è “accettabile”… Sull’asfalto strisce di riso e di peperoncini che si asciugano al sole…Ogni tanto camioncini in “panne” lungo la strada… Arriviamo stanchi nella periferia di MANDALAY, lungo il fiume Irrawaddy, da una parte gruppi di case in mezzo a discariche…Dove donne e bambini cercano il loro sostentamento…Immagini tristi…E dall’altra il fiume che a quest’ora del giorno (verso il tramonto) è bellissimo. Arriviamo al famosissimo ponte in tek U Bein’s …Ed è pieno di birmani: monaci, donne, bambini, famiglie…Chi si fotografa…Chi passeggia…Chi guarda il panorama…Chi ci rincorre per venderci delle borsette fatte di semi…In questa atmosfera gioiosa aspettiamo il tramonto per vederlo e fotografarlo Lunedì 17 Novembre Iniziamo la visita con il monastero di Shwe Nandaw con splendidi intarsi in legnodi tek e lamine d’oro: è del 1800 ed è l’unica parte rimasta del Palazzo Reale. Vediamo una bambina che sembra una bambola truccata…E anche un pò assente…Forse ha la febbre…Ha tanta tosse, le diamo caramelle ma non le mangia…Mi fa uno strano effetto…Vediamo anche una lumaca enorme…Poi andiamo a AMARAPURA che è stata l’ultima capitale birmana prima l’arrivo degli inglesi e qui entriamo nel monastero “dei fanciulli” Mahagandhayon dove vediamo scene di vita quotidiana dei monaci. Chi si fa la doccia (vestito) all’aperto, chi lava il proprio vestito arancione, chi legge, chi cammina…E qui conosciamo un amico di Franco che ci mostra, come far diventare un pezzo di stoffa attorcigliandolo, piegandolo, girandoselo addosso,…L’abito da cerimonia di un monaco. Poi arriva il momento del pranzo…Sono le 10.30…Anche qui tutti i monaci fermi in varie file…In silenzio e poi al gong…Tutti in movimento verso la sala deputata al pranzo…Noi andiamo via…Altre visite ci aspettano. Torniamo a Mandalay e, prima di salire alla Mandalay Hill, ci fermiamo lungo il fiume perchè dall’altra parte si vede, nonostante la foschia, SAGAING: altra capitale birmania che, con le sue pagode bianche e oro , adesso ospita solo monasteri. Dalla Mandalay hill si vede tutta la città e…Anche il nostro hotel. Per arrivare abbiamo preso piccoli camion che ci hanno “sballottati” bene, su una tortuosa strada in salita, nonostante fossimo aggrappati ad una sbarra centrale. Poi, una scala ci ha portato sulla terrazza della pagoda. Dovevamo venire qui per il tramonto ma Franco ci consiglia di vederlo dal fiume…Ci fidiamo di lui. Pranzo in un ristorante cinese: buono. All’uscita vediamo, dall’altra parte della strada, un muretto al di là del quale due ragazzi e una ragazza tutti insaponati si lavano…Vestiti…Ma sono sulla strada ! Il pullman ci porta al molo dove un vecchio barcone…Ma tutto per noi…Ci aspetta. La passerella è…Un’asse stretta e lo scorrimano… Un tronco tenuto da due ragazzi (uno sulla terra e uno sulla barca)…Ridendo …Con la paura di cadere…La attraversiamo e saliamo sulla barca. Tanti bambini ci salutano dalla riva, nel fiume marrone c’è chi lava i panni e chi si fa il bagno. La navigazione dura circa un’ ora, il fiume è largo e vediamo in lontananza villaggi e vegetazione. Arriviamo a MINGUN e un gruppo di donne arriva di corsa per venderci ombrellini colorati. Qui vediamo la campana più grande del mondo, la pagoda bianca Myatheindan e abbiamo anche un pò di tempo libero per curiosare tra le tante bancherelle. Risaliamo dul barcone e dopo una mezzora ci fermiamo sul fiume e attendiamo il tramonto… Che pace…Barche di pescatori…Il dondolio della barca…

e poi il fuoco nel cielo…Che abbiamo ammirato, fotografato e filmato da tutte le angolazioni. A terra ci aspettano i bambini…Li metto in fila e distribuisco i dolci che, come al solito, abbiamo ”prelevato” dall’hotel…Ewwiva ce ne sono per tutti, e i bambini erano proprio tanti…Abbiamo sempre paura che qualcuno rimanga senza. Dopo cena incontriamo Padre John, un missionario birmano cattolico che si è fatto 7 ore di macchina per incontrarci. Ci racconta dei suoi ragazzi, della scuola che ha costruito, del muro per le alluvioni…Gli lasciamo vestiti, medicine, materiale scolastico e un’offerta…Ci lascia la sua mail: gianni@mandalay.Net.Mm in caso altri veneti andassero giù con materiale per lui.

Martedì 18 Novembre Prima di prendere il volo per Heho (Heho vuol dire Valle) andiamo a vedere un laboratorio dove preparano le lamine d’oro che servono come offerte religiose, la stda per l’aeroporto è trafficata e piene di gente in bicicletta, con la “gamella” del pasto attaccata al manubrio, che va, in senso opposto al nostro, verso la città a lavorare. Camion strapieni di gente, bambini che vanno a scuola a piedi, persone in motorino con caschi che sembrano elmetti di guerra. Motorini sui quali, la persona dietro, tiene fascine di legna, taniche di benzina, sacchi di riso o verdura…Suonano tutti il clacson ed è un chiassoso concerto. L’aereoporto è grande, nuovissimo e…Deserto…L’aereo è a elica come quello su cui abbiamo volato per Bagan, la terra dall’alto sembra un enorme vestito di arlecchino, tutta a rettangoli gialli, rossi, verdi, marroni e bianchi dati dalle diverse coltivazioni . Le colline si alternano a zone pianeggianti ma tutto è sempre a rettangoli colorati. Atteriamo nello stato Shan; il più vasto del Myanmar, la strada verso il lago INLE (che vuol dire piccolo lago o 4 laghi attaccati) è piacevole. Arriviamo all’imbarco e…Bruna, Pia, Luisa e Luciana si comperano…4 cappellini che mi ricordano le Suore Orsoline e glielo dico…Ridiamo di gusto e saliamo sulle barche che, attraverso un canale, ci porteranno sul Lago che conta circa 400 villaggi per un totale di circa 70000 abitanti: gli Inta i “figli dell’acqua”. Ogni barca porta 4 persone sedute in fila una dietro l’altra e…4 ombrelli per proteggerci dagli spruzzi! Quando sbucchiamo nel lago cerco con lo sguardo i famosi pescatori che usano il piede per accompagnare il remo…Non ce ne sono molti e, alcuni di questi remano comodamente con le braccia…Rimango un pò delusa…Pensavo di vederne molti di più. L’acqua è calma e limpida, mossa solo dai motori delle barche. Fiori di loto adornano le rive, dove ci sono i villaggi e gli orti galleggianti… Molto particolari…Non ne avevo mai visti… Ogni tanto colonie di gabbiani si dondolano sull’acqua…Il cielo a tratti è azzurro, poi ci sono nuvole, ogni tanto sbuca il sole…Arriviamo al ristorante …E anche qui mangiamo bene…Ripartiamo…Visitiamo alcuni villaggi … I bambini ci salutano allegramente con le manine…Alcuni, anche piccoli, vanno da soli sulle barche che vengono utilizzate per tutti gli spostamenti: le case sono palafitte sull’acqua. Arriviamo al monastero dei “gatti saltanti”…Che però non ci sono più…E poi vediamo anche le donne dal collo lungo …Sono in un negozio come attazione per i turisti…Un pò triste…Riprendiamo la barca e…Il tramonto tinge di rosa il cielo e l’acqua…Vediamo altri pescatori che , questa volta remano usando i piedi…Un gabbiano ci accompagna volando sopra di noi…È quasi buio quando arriviamo all’hotel, direttamente con le barche. Vediamo le luci in lontananza e quando ci avviciniamo sentiamo i tamburi che ci danno il benvenuto…Le camere dell’hotel sono direttamente sul lago: uno spettacolo. Anche la cena è ottima.

Mercoledì 19 Novembre Io e Bruno ci siamo svegliati alle 4 per vedere l’alba dalla vetrata della nostra bellissima camera…Il lago è uno specchio che si colora man mano di azzurro di rosa e poi di giallo …Alle 7.30 siamo già tutti in pullman e partiamo. Il paesaggio è verde, vediamo alberi di Jacaranda…Franco ci dice che su questa strada c’è una prigione e che potremmo vedere dei prigionieri che vanno ai campi dei lavori forzati…Con la palla al piede…Per fortuna non ne vediamo…Ci fermiamo vicino a una casa che sembra in festa…Infatti si festeggia un matrimonio e ci invitano ad entrare…Andiamo a rendere omaggio ai due sposi che ci sorridono in silenzio…Sono poveri contadini ma, oltre che ai parenti, stanno offrendo da mangiare a chi è più povero di loro…Ripartiamo, la strada per PINDAYA è lunga… Arriviamo a Aungban per vedere il mercato, Franco ci lascia liberi; anche qui la solita confusione…Tornati in pulman Franco vuole cantare con noi e iniziamo con Azzurro…Per finire con “Fratelli d’ Italia”…E lui canta e ride con noi…La strada è orribile: stretta e piena di buche, facciamo fermate frequenti perchè incrociamo camioncini pieni di verdura (cavolfiori, cappucci), sacchi di riso e contadini e non si può passare in due…Ci fermiamo in una scuola di un villaggio e lasciamo materiale scolastico e loro ci regalano due canzoni che cantano tutti assieme dai più piccoli ai più grandi…Arriviamo a PINDAYA, pranziamo e poi passeggiamo fino ad un parco di ficus benjamin enormi; alcuni rami sono sostenuti perfino da grosse pietre…Ci fermiamo a vedere come fanno la carta di gelso con incorporati fiori e foglie e come, con questa carta, costruiscono ombrelli e ventagli e poi…La grotta con più di 9000 statue di Buddha. Saliamo con l’ascensore (non sempre funziona) e questo ci fa risparmiare circa 1500 gradini…L’impatto con la grotta è incredibile, una macchia d’oro enorme…Le statue sono una attaccata all’altra, di tutte le dimensioni, subito non ci si rende conto di quante sono. Un labirinto di passaggi e gradini rende possibile camminarci in mezzo e noi tutti, incuriositi, a piccoli gruppi, iniziamo la nostra esplorazione…Questo luogo è incredibile…Verso KALAW incontriamo alcuni ragazzi e bambine in groppa a bufali ci fermiamo a regalare magliette…I contadini stanno raccogliendo e battendo il riso…La terra a tratti è verde, gialla, bianca, marrone…Come la vedevamo ieri dal cielo…Franco ci dice che a Kalaw c’è Padre Paolo, un altro birmano missionario cattolico, che lui conosce così decidiamo di andare a portargli vestiti e materiale scolastico .

Arriviamo che è buio, la chiesa è chiusa e dietro…Buio pesto e latrare di cani…Chiamiamo “Paoloooooo, Paolooooo…” ma nessuno risponde…Franco ha paura dei cani e si nasconde dietro di me…Si vedono delle piccole luci ma non capiamo dove andare…Bruno ha una piccola pila…Dico di chiamare tutti assieme…Uno…Due…Tre: “PAOLOOOOOOO” e giu a ridere…”PAOLOOOOOO” finalmente una luce e una porta si apre e Padre Paolo si affaccia stupito. Ci presentiamo e lui ci accoglie imbarazzato…Lui ci tiene a farci vedere la chiesa, ci chiede cinque minuti e la apre solo per noi…È orgoglioso del nostro apprezzamento…Ci salutiamo e raggiungiamo l’albergo…Dove Franco ha preparato uno scherzo al gruppo…Dopo avermi avvisato e fattomi diventare sua complice: dice a tutti che i bagni sono in comune. Io tento di stare al gioco ma il nervosismo sale…Per fortuna quando tutti si accorgono che non è vero passa tutto…È l’ultima sera con Franco e lui è particolarmente chiacchierone…

Giovedì 20 Novembre Ieri sera non ci siamo accorti di che bei giardini fioriti avesse l’hotel, sono le 7 la valle è nascosta da una nebbiolina…Il paesaggio è proprio bello…Fa un pò fresco ma rimango stupita perchè le ragazze dell’hotel indossano la giacca a vento! Durante il trasferimento all’aeroporto ringrazio Franco a nome di tutti e lui si commuove leggendo il nostro biglietto. Poi…Tira fuori un libro, chiede a tutti la data di nascita e ci dice in quale giorno siamo nati e quale animale ci rappresenta. Ultimo saluto, ultimo abbraccio in aeroporto…, non sappiamo se ci sarà lui a Yangon quando torneremo dal mare. Arriviamo a NGPALI e qui ci attendono due belle e gentili ragazze che si prendono cura di noi. Saliamo su un minibus con aria condizionata e …Via verso l’hotel che…È proprio bello, con striscione di benvenuto, aperitivo, salviette bagnate…Che bella la vita !!!! …Se Franco mi avesse dato i biglietti giusti per il ritorno…Momenti di panico…Chiamo l’agenzia a Yangon…Mi dicono di non preoccuparmi…Il mare è splendido e caldissimo, la spiaggia è deserta …Le camere sono immerse in un giardino tropicale, il pranzo e la cena OTTIMI.

Venerdì 21 Novembre Al mattino sulla spiaggia vediamo bambini che vanno a scuola…Carri carichi di paglia trainati da buoi…Ragazze con ceste di banane sulla testa…Vecchine che raccolgono conchiglie…Il mare è calmissimo, arriviamo, camminando sulla spiaggia, fino al villaggio di pescatori e vediamo un mare di pesce che si stà seccando al sole su reti distese sulla paglia adagiata sulla sabbia…Che puzza…La gente ci accoglie sorridendo…Vivono in baracche senza acqua e luce ma…Sembrano sereni…Distribuisco ai bambini un sacchetto di animaletti di gomma che guardano curiosi senza portarseli l’ un l’altro ma giocandoci assieme. Le “orsoline” distribuiscono alle donne vestiti da bambini e altro…In acqua gli uomini raccolgono le reti e riordinano le barche…Il tramonto è incantevole, domani lo fotograferemo…In hotel c’è una “Spa” e convinco Bruna, Pia e Mariuccia a farci il massaggio thailandese…Si aggiunge anche Gianni…Arriviamo tutte in accappoatoio ciabatte e borsetta (per i soldi e altro) ma, per un disguido l’appuntamento non c’è…Così come siamo decidiamo di andare a vedere cosa c’è fuori dall’hotel e senza pensarci usciamo…Sulla via c’è qualche negozio ma la strada non è illuminata e ridendo come matte (pensando a come siamo vestite) decidiamo di rientrare… Cena ottima abbiamo cuochi e camerieri solo per noi…Poi…Tutti a bere il caffè da Mariuccia e Gigi…

Sabato 22 Novembre Al mattino c’è un pò nuvolo ma mentre facciamo colazione il tempo diventa splendido. Qualcuno ha trovato ancora penne e quaderni da distribuire perciò chiediamo alle donne delle bancherelle sulla spiaggia (grandi amiche di Bruna…) dove è la scuola…E ci andiamo ma …È chiusa. Chiediamo ad alcune donne sulla strada ed in un attimo parte un ragazzo in bicicletta…Dove va ??…Ci fanno capire che è andato a chiamare il maestro…Che dopo un pò arriva e ci apre la scuola…Diciamo che non vogliamo arrecare disturbo ma lui sorride orgoglioso, e ci chiede da dove veniamo… Il mio inglese fà faville…Ci ringrazia del materiale e ci salutiamo,salutiamo anche le donne sulla strada e poi ci godiamo l’ultimo giorno di mare…Oggi è il compleanno di Luciana e… Questa sera sono riuscita ad organizzare una torta a sorpresa per lei…Ci preparano la tavola lungo la piscina…La cena prosegue tranquilla e si parla del ritorno…Alla fine arriva la torta con le candeline e…Luciana si commuove contenta e tutti le cantiamo gli auguri…

Domenica 23 Novembre Ci alziamo presto e faccio l’ultimo bagno, il cielo è splendido, salutiamo tutti e partiamo…Arriviamo a yangon e …Troviamo ad aspettarci Franco che ci fa vedere le ultime cose e ci accompagna all’aeroporto…ADDIO o forse ARRIVEDERCI MYANMAR… Lunedì 24 Novembre siamo a Casa…

…E arriviamo alle “emozioni” :… Il tramonto alla LA ROCCIA D’ORO in mezzo a decine di pellegrini che pregano accovacciati in mezzo a centinaia di candele …E l’alba…Che freddo con la giacca a vento e i piedi nudi …E i monasteri con centinaia di monaci che in silenzio si dispongono in fila e attendono la loro ciotola di riso e…I piccoli monaci che ti sorridono di nascosto…E le monache vestite di rosa…BAGAN con le sue 5000 pagode di mattoni rossi che spuntano da una foresta verde…Una meraviglia sia al mattino che al tramonto. E in barca sul LAGO INLE , i pescatori che remano con la gamba, distese di fiori di loto, bambini che ti chiamano dalle palafitte per salutarti e noi a mandare baci… E il tramonto sul grande fiume birmano IRRAWADDY noi soli su una grande barca…E l’incontro con il missionario che aveva fatto 7 ore di macchina per incontrarci a cui abbiamo dato medicine, abiti e altro… E l’altro che non ci spettava, lo abbiamo chiamato a squarciagola nel buio (nessuna strada ha l’illuminazione) scatenando l’abbaiare di decine di cani randagi e noi…A ridere…E le risate quando mettevo in fila i bambini per dare loro i dolci che avevamo …”preso” in hotel…E i coloratissimi mercati…E le indescrivibili strade …E gli incredibili (per quanto carichi) camioncini che incrociavamo, pieni di merci e persone che sfidavano tutte le leggi fisiche sull’equilibrio…E l’accoglienza nella casa di alcuni contadini dove si stava celebrando un matrimonio…E l’impatto dei 9000 Buddha nelle grotte di Pindaya… E le canzoni dei bambini in una scuola dove abbiamo consegnato quaderni e penne…E la commozione che abbiamo provato…E le conchiglie che i bambini mi hanno regalato quando ho dato loro dei giochini…A NGPALI e le canzoni italiane cantate in pullman con Franco (la nostra simpaticissima guida) che ci diceva continuamente…”non sapete quanto siete fortunati… Qui la maggioranza della popolazione non ha niente…” Vi abbraccio di cuore cari Birmani …GE SU BE’…Grazie Silvana



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