My Bali
Sembrerà banale, ma dopo aver letto il libro Mangia, Prega e Ama di Elizabeth Gilbert, da cui hanno tratto anche l’omonimo film con Julia Roberts, la voglia di visitare questo paese è cresciuta a dismisura Incoraggiata da questo ho letto anche “Il segreto di Bali” di Giuliano Gherpelli e devo dire che, pur non essendo così coinvolgente come il precedente, mi è servito tanto a prepararmi al viaggio.
Bali è un’isola dai mille volti, non esiste una descrizione univoca e si può trovare veramente di tutto. Si può fare Trekking, mountain bike, surf, sub, yoga, ci si può sballare nei locali di Kuta.. oppure si può semplicemente ascoltare e osservare cercando di trovare il proprio flusso di energia. Ciascuno può trovare la propria dimensione.
Allo splendore di Bali si aggiunge il fatto che i balinesi sono un popolo speciale, sorridono sempre, alla vita, alle persone e persino alle cose. Sarà dovuto alla religione hindu, così fortemente sentita, ai riti, alla filosofia di vita, sta di fatto che non ho mai sperimentato una cordialità e una serenità tanto forte come a Bali.
Quello che più mi ha colpito non sono tanto le spiagge, le discoteche, i monumenti, che parimenti sono meravigliosi, sono le persone e la cultura che mi hanno fatto innamorare di questo paese. Ovviamente non è tutto rosa e fiori, c’è anche un lato oscuro, ci sono aspetti negativi come il traffico, l’inquinamento, la povertà, l’aumento della prostituzione. Tuttavia è meglio non voler vedere tutto, è meglio vedere quello che si può senza la presunzione di vedere tutto perché non tutto deve essere visto.
Faccio una piccola parentesi sui costi, io ho prenotato tutto con anticipo poiché avevo un budget limitato e volevo essere sicura di spendere poco e di trovarmi in posti puliti e carini senza dover perdere tempo in loco a cercare alloggi economici, magari senza connessione internet per poter consultare i giudizi. Per alloggi, voli, traghetti e assicurazione sanitaria ho speso 1100 euro a testa prima di partire, mentre una volta a Bali ho speso 500 euro a testa comprensivi di escursioni, pranzi, cene, taxi e tutte le varie ed eventuali spese extra, per un totale di 1600 euro a testa.
Il clima ad agosto è perfetto, coincide con la stagione secca e le temperature, pur essendo alte, sono sopportabili e anzi di sera serve un maglioncino.
Ho prenotato con circa 3 mesi di anticipo il volo di andata e ritorno su Jakarta con la Qatar Airways con scalo di 4 ore a Doha (costo del volo 670 euro a testa) e con solo un mese di anticipo il volo di A/R Jakarta-Bali con la Air Asia (costo del volo 110 euro a testa). Siamo arrivati a Jakarta alle 22 di sera e dopo aver pagato per il visto circa 25 dollari a testa (state attenti al resto, qualora vi spetti, noi abbiamo pagato in dollari e ho avuto il resto in rupie inferiore a quanto mi sarebbe spettato, ma purtroppo non avendo ancora capito il cambio, 1 dollaro circa 10000 rupie, mi sono lasciata fregare!!) ci siamo diretti all’hotel Pop (25 euro a camera) per trascorrere la notte in attesa del volo del mattino che ci avrebbe portati a Bali. L’Hotel è carino e a soli 10 min di taxi dall’aeroporto, un’ottima soluzione per trascorrere una notte di transito a Jakarta. Prendete solo taxi della Blue Bird Group se vi capita poichè sono i “regular taxi”, ovvero i taxi ufficiali che garantiscono tariffe economiche e regolamentate con il tachimetro. Tutti gli altri fanno spendere di più. Noi per fare il tragitto Aeroporto – Pop! Hotel abbiamo speso 5 dollari (50000 rupie). Le rupie si prelevano tranquillamente all’aeroporto e un po’ ovunque si trovano bancomat.
Il giorno successivo ci siamo svegliati all’alba e siamo partiti per Bali. Ad attenderci c’era Ketut, il driver prenotato dall’Italia, che per 25 dollari ci ha portati ad Ubud, alla Rumah Jepun (Casa del Frangipane) dove abbiamo trascorso 4 notti. In questa vacanza ho deciso di prenotare camere tramite il circuito Air BNB. Per Rumah Jepun ho speso circa 36 euro a notte a camera ed è localizzata a soli 5 minuti dalla Monkey Forest e in pieno centro di Ubud. La casa ha un giardino stupendo e pur essendo in pieno centro è silenziosa ed isolata. La camera era pulita e molto carina, ottimo rapporto qualità-prezzo.
Ubud e i suoi dintorni sono splendidi, il verde è accecante, il cibo ottimo e le persone speciali. Il primo giorno a Ubud abbiamo fatto un giro per il Market e per le vie della città, abbiamo sperimentato i famosissimi massaggi balinesi (vi segnalo la Spa Kayma sulla Monkey Forest Street), siamo stati a vedere una rappresentazione teatrale tipica (Kecak, non ve la consiglio in realtà perché è un po’ incomprensibile per noi), abbiamo visitato il Monkey Forest Temple, davvero carino, immerso nel verde con tutti i macachi dalla coda lunga che sono pronti a saltarti addosso e a rubarti il cibo dalle mani.
Il secondo giorno a Ubud abbiamo fatto una gita in giornata con Ketut, il nostro driver, che per 50 dollari per tutto il giorno, ci ha portati verso il nord. Durante la giornata abbiamo visto dei paesaggi unici, la prima tappa è stata il tempio sul lago Pura Ulun Danu Beratan (circa 1 ora e mezzo da Ubud), tempio meraviglioso ed è rappresentato anche sulla banconota da 50000 rupie indonesiane. Via dal tempio siamo saliti verso i monti e abbiamo visto da un punto panoramico i laghi Danau e Tamblingan, poco più a nord del lago Beratan. In seguito abbiamo proseguito verso sud per le risaie di Jatiluwih. Queste risaie sono patrimonio culturale dell’UNESCO e sono meravigliose, terrazzate, isolate e silenziose. Il verde è immenso e offrono uno spettacolo davvero unico e irripetibile.
Il giorno seguente abbiamo prenotato un tour (baligobike.com) da una delle agenzie turistiche che si affacciano sulle strade di Ubud per soli 30 dollari. La gita iniziava in macchina (8 persone) per poi proseguire in bici. Abbiamo visitato una piantagione di cacao e caffè, abbiamo fatto colazione direttamente con vista sul vulcano Batur e in seguito, abbandonata l’auto, abbiamo proseguito la giornata in bicicletta. Il tragitto in bicicletta è durato circa 2 ore e mezza e ci ha fatto percorrere circa 30 km in discesa, perciò non preoccupatevi, non è affatto faticoso! Il percorso ci ha dato l’occasione di vedere la vera Bali, abbiamo attraversato le campagne e le risaie vicine ad Ubud, abbiamo visitato una tipica Balinese family house in campagna e abbiamo avuto la possibilità di parlare con gli abitanti. Il tour è terminando con un pranzo delizioso presso la casa dell’organizzatore nei pressi di Ubud. Nei pressi di Ubud abbiamo potuto vedere anche le risaie che circondano la città, che pur essendo meno autentiche di quelle di Jatiluwih, sono parimenti meravigliose. Al termine del tour ci hanno anche insegnato a suonare uno strumento tipico, il gamelan. Questa gita è stata davvero istruttiva e piacevole, ve la consiglio, vi consente di vedere e di sentire Bali in un modo meno turistico e vi assicuro che i 30 km sono tutti in discesa e non sono assolutamente faticosi.
Purtroppo i giorni ad Ubud sono terminati, ci sarebbero state molte altre attività, come il trekking sul vulcano Agung o sul Batur, il rafting nelle gole del fiume Ayung, ma purtroppo il tempo ci ha posto un limite!!
Il giorno seguente partenza alle 7 da Ubud direzione Padangabai per prendere il traghetto veloce per le Gili Islands. Abbiamo preso la Marina Srikandi che per 81 dollari a testa ha offerto oltre al traghetto anche il trasporto con lo shuttle da e per padangbai verso le destinazioni successive. Il traghetto non è economico, però è veloce, il tragitto dura poco meno di 2 ore, noi siamo scesi a Gili Trawagan e la fermata prima era Sengiggi a Lombok. Il mare è di solito un po’ agitato ma la barca è veloce e non si avverte, generalmente, mal di mare..
Gili Trawagn è molto bella, non ci sono macchine ma solo carretti trainati da cavalli e Biciclette. Il mare è turchese, la spiaggia bianca piena di coralli (Attenti a non tagliarvi) e di pesci colorati. Le Gili sono state definite le Maldive degli anni 70, io dico che si sono belle, ma le Maldive sono un’altra cosa. Gili Trawagan è delle tre Gili quella con più ristoranti e bar quindi può essere che il mio giudizio sia un po’ influenzato dal fatto di aver trovato così tanta gente..Alle Gili Siamo stati tre notti e abbiamo soggiornato sempre con un host di air bnb, Marco e Lisa, alla Rumah Cahaya (Casa della Luce) spendendo anche in questo caso 35 euro a notte.
Il primo giorno a Gili Trawagan abbiamo fatto il giro dell’isola con le bici messe a disposizione dal nostro host, in un paio d’ore il nostro giro si è completato. All’ora del tramonto abbiamo attraversato l’isola e siamo andati sulla sponda Est a vedere il tramonto. Qui abbiamo assistito a uno spettacolo fantastico, sdraiati sul lettino in circa mezz’ora il sole ha lasciato il passo all’oscurità e a un certo punto è sparito dietro il monte Agung di Bali. Il secondo giorno abbiamo fatto una gita in barca per soli 15 dollari a testa e abbiamo potuto fare snorkeling anche a Gili Meno e a Gili Air, dove abbiamo anche pranzato. I fondali sono belli ma non eccezionali e abbiamo avvistato anche qualche tartaruga! Dopo tre giorni alle Gili riprendiamo il traghetto e andiamo Sanur, che di per se non è meravigliosa, se non che è più tranquilla della assordante Kuta e si trova in una posizione strategica per fare gite in barca alla vicina Nusa Penida o Nusa Lembogia, e anche per andare a Kuta. Per arrivare a Sanur, dove siamo arrivati per gli ultimi giorni di vacanza, abbiamo dovuto affrontare un viaggio in barca di due ore con onde costanti e alte (confermo che non si soffriva il mal di mare) e un trasferimento con shuttle della Marina Srikandi che ha finito per essere estenuante. Il nostro autista non aveva idea di quale fosse il nostro indirizzo a Sanur e trovarlo è stata un’impresa.. alla fine io e il mio ragazzo siamo stati abbandonati dall’autista e due ragazzi misericordiosi ci hanno portati con due motorini a destinazione! Non vi dico che fatica portare la valigia di 20 kg su un motorino.. Abbiamo soggiornato con il nostro ultimo host di air bnb spendendo solo 18 euro a notte presso la sua villa in cui abbiamo noleggiato una stanza. La villa era deliziosa, un po’ isolata dal centro ma affacciata sui campi di riso e con una piccola piscina privata. Per muoversi avevamo bisogno del motorino, ma ne è valsa la pena anche perché i giorni seguenti ci siamo avventurati a Kuta a fare surf, nella penisola di Bukit a Jimbaran e a Padang Padang. Confermo che le spiagge non sono meravigliose e il traffico è assordante e fittissimo.. muoversi con il motorino è stata una fatica, ma divertente. Jimbaran è un paese di pescatori con una spiaggia carina e dove è possibile mangiare dell’ottimo pesce.
L’ultimo giorno siamo stati al tempio di Uluwatu, vicino a Jimbaran, che è direttamente affacciato sul mare. Il paesaggio è molto bello ma c’era veramente troppa gente.
Il giorno seguente partenza per Jakarta. In questo caso avevamo uno stopover di 13 ore e pertanto ne abbiamo approfittato per visitare la città. Abbiamo prenotato un tour privato con toursbylocals (un po’ costoso, 100 euro in due) ed è stata una bellissima esperienza. Nonostante Jakarta in se non offra nulla di eccezionale da visitare, le spiegazioni della nostra guida e il calore che ci ha dimostrato hanno reso questa giornata unica.
Farid ci è venuto a prendere all’aeroporto e ci ha portati in giro tutta la giornata con l’auto. Tenendo presente che per raggiungere il centro di Jakarta ci vogliono circa due ore, siamo riusciti a visitare il Monas (Monument Nasional) e la moschea Istqal, la più grossa del sud est asiatico anche se è piuttosto bruttina. Abbiamo mangiato in un ristorantino tipico e poi ci siamo diretti giornata al parco delle miniature in cui sono ricostruite tante tipologie di case indonesiane. Non mi aspettavo molto da Jakarta, però devo ammettere che un giro lo merita, avendone l’occasione.