Muoversi a Catania con i mezzi pubblici
Arrivo all’aeroporto di Catania Fontanarossa, da dove l’autobus 457 (o Alibus) mi porta dritta dritta in centro in una ventina di minuti. E’ ancora in corso la Festa di Sant’Agata, per cui mi fa scendere a Piazza Borsellino, da dove arrivo al mio b&b sulla Via Etnea – all’angolo con Via di S. Giuliano in circa un quarto d’ora. In realtà la passeggiata normalmente richiede al massimo 5 minuti, attraversando il Giardino Pacini, ma data la giornata di festa le strade sono affollattissime e avanzare per altro in una città a me nuova è cosa non da poco. Il biglietto per l’autobus locale attualmente costa € 1.00 ed è valido 90 minuti. I biglietti giornalieri costano € 2.50 e vi permettono di spostarvi in tutta l’area urbana, comprese quindi località come Acitrezza o Acicastello.
Ormai è sera, mi godo i fuochi artificiali e una pizza a “Il Sale”, che mi è stata consigliata dalla mia vicina in aereo ed è famosa soprattutto per la Pizza Parmigiana. Il conto del ristorante in queste zone non supererà mai i 25€, vino incluso, particolare che mi permette di apprezzare ancor di più la meravigliosa cucina siciliana!
Il giorno seguente ho appuntamento con il mio amico di Giarre per la visita dell’Etna, quindi qui ho effettivamente barato: dalla mattina alla sera ci siamo mossi in auto visitando Etna Nord, Etna Sud e una gran quantità di paesini etnei. Tuttavia ci sono moltissime agenzie che organizzano l’escursione sull’Etna e che offrono il pick-up al vostro albergo, basta solo dare un’occhiata sul web per scegliere quella che fa al caso vostro. La maggior parte dei tour organizzati vi porteranno ad Etna Sud, dove salirete con la funivia più pulmino fuoristrada fino alla sommità. Il costo non sarà di certo economico, considerando che solo il trasporto in funivia e bus costa 51€ a persona. Molta gente sale a piedi, ma bisogna essere allenati e pronti ad una scarpinata di ore. Tenete conto che l’Etna è fatto di sassi e polvere: un passo avanti e due indietro! Sulla cima tirava un vento fortissimo, a me che peso una cinquantina di chili mi spingeva all’indietro, ma in estate di giorno non fa troppo freddo: vi basteranno una felpa e un k-way. E un burrocacao se non volete passare i giorni seguenti con le labbra secche!
Dopo la visita all’Etna decido di passare il terzo giorno della mia vacanza a rilassarmi in spiaggia. Io ho scelto la spiaggia sabbiosa, la Plaja, lungo Viale Kennedy, raggiungibile dal centro ancora una volta col bus dell’amt in pochi minuti. Quando vedete gli scivoli del Parco Acquatico, potete scendere alla fermata seguente dove avete la spiaggia libera, poi iniziano i lidi a pagamento, il primo è il Lido Azzurro che dicono sia più adatto alle famiglie e l’ultimo è le Capannine, più trendy e adatto ai giovani e col mare più pulito. Non ho trovato il meraviglioso mare tipico della Sicilia, ma musica, giochi in spiaggia, animazione e balli di gruppo e tutti i servizi di un lido attrezzato. La sera decido di concedermi una bella cena di pesce fresco e il ristorantino “Mm” vicino alla pescheria sembra proprio fare al caso mio. Una scorpacciata di pesce fresco, crudo e grigliato a meno di 25€, chissà quando mi ricapiterà?!? Prenotate perchè anche di martedì ho faticato a trovare un tavolo!
Quarto giorno
Fa caldo, c’è sole, ho ancora voglia di mare ma anche di esplorare. Cosa c’è di meglio allora di Taormina?!? Al b&b mi consigliano di muovermi in bus, ma io propendo per il treno che sembra (e ripeto SEMBRA!) un mezzo più veloce, a patto che prendiate il diretto. In realtà ritardi, sopressioni, guasti la fanno da padrone, ma per me non è un problema: sono in vacanza e presto o tardi, mi basta arrivare a destinazione. Il treno arriva a Giardini in una quarantina di minuti, da lì potete prendere sia l’autobus turistico dell’Interbus (€ 1.90) o il piccolo bus locale (€ 1.00) per arrivare al centro di Taormina (Taormina Nord) o alle spiagge (Taormina Sud). Io voglio andare per prima cosa all’Isola Bella, che dista poco più di un km dalla stazione, infatti qualcuno ci arriva a piedi. L’Isola Bella è effettivamente bella, ma presa d’assalto da turisti e locali, per cui non ci resisto più di un’ora. Sinceramente, a parità di tipologia di spiaggia (di sassi, ricordatevi le scarpette, o comunque le vendono lungo la scalinata che vi porta alla spiaggia per € 5.00), ho preferito quelle della riserva dello Zingaro: l’acqua è più bella e le spiaggie meno affollate – qui si fatica a trovare un posto per l’asciugamano e la gente litiga perchè il vicino gli sta rubando l’ombra!!!!
Affronto in senso inverso la dura scalinata che mi ha portato quaggiù e salgo verso Taormina Nord con la funivia (€ 3.00). Il centro di Taormina è molto carino, pieno di vicoletti e negozi, con una bellissima piazzetta dove da un lato si apre il panorama sulla baia e dall’altro la chiesa sembra appoggiarsi alla roccia della montagna. Quando poi siete stanchi di camminare, scendete fino ai giardini della Villa Comunale, che offre verde, panchine e ancora una volta paesaggi mozzafiato. Ritorno alla stazione col bus e poi di nuovo il treno fino a Catania. Stasera ceno allo “Street Food” a pochi passi dal mio b&b e finisco per passare l’intera serata con i simpaticissimi ragazzi del locale e i loro amici.
Un po’ per l’esperienza del giorno prima, un po’ perché i treni in questo caso offrono orari alquanto scomodi, per la mia visita a Siracusa propendo per il bus (Interbus € 9.60 a/r da Piazza Alcalà a Catania, a Corso Umberto I a Siracusa; c.ca un’ora e mezza di viaggio). Scesa dal bus mi trovo un po’ spaesata: non c’è nulla, nè un’indicazione per il centro, nè un ufficio di informazione turistica per richiedere una mappa della città. Questa sarà in effetti la sensazione che Siracusa mi lascia in generale: una città dove i turisti in giornata arrivano a frotte, ma poi non sono accolti con le giusti informazioni su una città che in realtà avrebbe molto da offrire. Andando un po’ a naso arrivo ad un ufficio informazioni, dove una ragazza molto giovane e anche molto inesperta mi fa pagare per darmi niente di più di una mappa dove mette un cerchio attorno ad Ortigia ed uno attorno all’Anfiteatro Romano. Nel tentativo di ricevere qualche informazione in più mi riempio di gelati, granite e souvenirs, ma continuo a ricevere per lo più un “Non lo so” come risposta; non mi crederete ma solo un ragazzo in un negozio di souvenirs è riuscito a darmi informazioni accurate, mi ha spinto ad andare all’Anfiteatro quando ormai pensavo non ne valesse la pena e si è giustamente arrabbiato per questa situazione in cui Siracusa viene lasciata. Lui ha grandi progetti per pubblicizzare la sua città e gli auguro di riuscirci, perchè anche Siracusa se lo merita.
La precisazione porta semplicemente al consiglio di informarvi bene a casa. Detto ciò Siracusa è da vistare, venendoci in giornata vi dovrete limitare al delizioso centro di Ortigia, senza perdervi il castello e poi dirigervi verso lo spettacolare Anfiteatro Romano. Se avete bambini si divertiranno all’Orecchio di Dionisio. Tutta la città, in particolare l’Anfiteatro e la splendida Piazza del Duomo ad Ortigia acquistano secondo me una bellezza impareggiabile contro cielo azzurro di una limpida giornata estiva. Neanche a Siracusa mancano i belvedere con splendidi panorami sul mare e se vi fermate un po’ più a lungo dovete andare alla spiaggia di Fontanebianche. Per muovervi nel centro di Siracusa esistono in estate dei piccoli van, guidati da persone super cordiali, il biglietto costa € 0.50 e vale 90 minuti. Peccato non siano troppo frequenti…
L’autobus mi riporta a Catania in perfetto orario e questa sera decido di provare la famosa carne di cavallo. A “Il Cavaliere” mi mettono in lista da quanta gente c’è, ma finalmente riesco a sedermi e a gustare polpette, involtini e un bel filetto, il tutto con vino, caffè e amaro per circa € 16.00: decisamente il ristorante più economico di tutta la vacanza (nonostante la qualità)!
E’ arrivato l’ultimo giorno della mia vacanza e anche se l’aereo parte solo alle 22:15 decido di non allontanarmi troppo dal centro, che fra l’altro finora ho visitato solo di sera. Mappa in mano faccio il giro delle varie attrazioni, cominciando dal Duomo (un po’ deludente a dire il vero, non me ne vogliano gli amici catanesi!), poi verso il Castello Ursino, risalgo verso il Teatro Greco, cerco un po’ di fresco ristoratore ai Giardini Bellini e poi esco di nuovo su Via Etnea verso Piazza Stesicoro dove si può ammirare un pezzo della Catania sotterranea, ora purtroppo non più visitabile. Un bel giro del centro l’ho già fatto qualche sera prima col trenino che parte da Piazza Duomo; sì lo so, molto turistico, ma il giretto di circa 30-40 minuti è stato davvero apprezzabile (un giro € 5.00)!
Dopo pranzo decido di recarmi ad Acitrezza per vedere i faraglioni, col bus locale da Via Etnea, vicino Piazza Stesicoro (ma parte da Piazza Alcalà). Sappiate che c’è un solo bus all’ora, quindi organizzatevi con i tempi!!!! Acitrezza è famosa per essere il paese dei Malavoglia, che casualmente avevo letto poco prima di decidere di partire. Si snoda sulla riviera dei Ciclopi, chiamata così per quei faraglioni di origine vulcanica, che la legenda vuole fosse stato Polifemo a scagliare in mare contro Ulisse. Che crediate alla scienza o alla legenda, fanno comunque una certa impressione, soprattutto se fate una passeggiata lungo la riva e potete godervi il panorama libero da tutta quella gente in costume sulle rocce. Dal porticciolo si può fare un giro in barca ai faraglioni per pochi euro. Anche il castello di Acicastello si può vedere da Acitrezza.
Ritorno in centro a Catania per procurarmi gli ultimi souvenirs e comprare i cannoli da portare agli amici rimasti al freddo a Venezia. “I dolci di Nonna Vincenza” è un laboratorio in Piazza San Placido, ma c’è anche un punto vendita in Piazza Duomo, oltre che due punti all’aeroporto. Scopro così che invece di comprare e imbarcare i cannoli, con gli ovvi rischi che questo comporta, posso ordinarli in centro e ritirarli direttamente al gate in aeroporto e saltando anche la coda! I miei cannoli sono così arrivati a Venezia perfetti, facendo vivere a me e ai miei amici ancora qualche (gustoso) attimo di Sicilia.