Mozambico, il grande viaggio da Nord a Sud

Viaggio dalle Quirimbas a Maputo con mezzi pubblici e di fortuna
Scritto da: gmassera
mozambico, il grande viaggio da nord a sud
Partenza il: 07/08/2014
Ritorno il: 23/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
“Si posso percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfiorate. Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare, camminando si apprende la vita, camminando si conoscono le cose, camminando si sanano le ferite del giorno prima… cammina guardando una stella, ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi… cammina cercando la vita curando le ferite lasciate dai dolori. Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.. ”. (Rubén Blades)

Così nasce l’idea di questo viaggio, scorrendo foto, coltivando il desiderio di raggiungere una terra incontaminata, un lontano dai classici viaggi e dal turismo di massa. L’organizzazione è snella e veloce come sempre, una letta a qualche racconto di viaggio, volo, visto e prima notte prenotata. Nella testa l’idea di percorrere tutto il Mozambico da Nord a Sud con mezzi pubblici, ambizioso, forse troppo, ma vale la pena provare.

Malpensa, 7 agosto la partenza, l’emozione si mischia ai tanti dubbi e ai tanti interrogativi, l’idea di un itinerario e uno zaino pieno di sogni. “Non seguire i sentiero già segnato; va invece, dove non vi è alcun sentiero, e lascia una traccia” (S.Bambaren).

Maputo, 8 agosto è mattina presto, la città è già viva, nelle strade, nei mercati, centinaia di persone che camminano, lavorano, vendono qualsiasi cosa possa avere un prezzo.. incroci i primi sguardi e riempi i polmoni di aria, di libertà. Poi, la visita della città che si protrae per tutta la giornata, guida alla mano, seguendo “il percorso consigliato”, passando per il lungo mare, fino alla stazione ferroviaria e alla Praca da Independencia. Come non scordare il simpatico muratore portoghese, il finto poliziotto dell’aeroporto o il giovane diventato “guida turistica” per l’occasione.. i primi volti di questa terra. La prima cena mozambicana è anche l’occasione per conoscere di persona Nunzio e Laura, la loro esperienza ed il loro sogno di trasferirsi in Mozambico. La luce nei loro occhi è il miglior augurio per questo viaggio appena iniziato. Un saluto resta sospeso nell’aria “a presto”..

Pemba, 9 agosto, con volo da Maputo in un paio d’ore il paesaggio cambia completamente. Le case fatiscenti a ridosso dei grattaceli super moderni hanno lasciato il posto a villaggi e ad un piccolo paesino appoggiato alla spiaggia. A Pemba non c’è praticamente nulla per cui valga la pena fermarsi ma è tappa obbligata per chi vuole visitare il nord. Ci sono poche strutture, tutte carissime e una lunga striscia di sabbia a Praia de Wimbi dove potersi concedere una bella passeggiata. Un dolce ricordo, una canzone cantata tra i sorrisi immensi di una banda di bambini..

È il 10 agosto, sveglia alle ore 3.30 e rapido trasferimento alla stazione dei bus, il chapa, diretto a Quissanga e Tandanhanque parte intorno alle ore 5.00. È ancora buio, la stazione è affollata, nessuno che parli inglese ma provate a chiedere un’informazione a questa gente.. troverete persone disposti ad aiutarvi, a darvi un’indicazione, un consiglio.. magari non come te lo aspetti, magari completamente fuori rotta perché nel loro disordine quotidiano noi fatichiamo ad entrare, la comunicazione non è certo agevole ma ci sarà sempre un sorriso ad attendervi. Il viaggio dura 5 ore, in uno spazio vitale risicato le soste nei villaggi a caricare gente e ogni tipo di bagaglio son anche l’occasione per sgranchire le gambe e cogliere lo sguardo curioso dei passanti. Qualche kilometro dopo il bivio per Quissanga si arriva a Tandanhanque, su una brutta spiaggetta di fronte ad una piccola insenatura. Il dhow diretto all’isola di Ibo è arenato nella sabbia in attesa che si alzi la marea per partire.

Ibo Island, è primo pomeriggio, il sole è alto e caldo, gli zaini sulle spalle, la stanchezza, la fame e la sistemazione da trovare, il primo impatto è un po’ duro. Ibo è il punto di partenza per le navigazioni verso l’arcipelago delle Quirimbas, a prima vista pare deserta, quasi inanimata. Per le vie del paese solo sabbia, case abbandonate con i muri corrosi dalla salsedine e sciami di bambini che si rincorrono e giocano. Ci sono pochissime strutture su questa isola, tra quelle già piene e quelle chiuse, non è per nulla facile trovare una sistemazione. Approdiamo al Cafè do Ibo, una casetta di proprietà di una famiglia africana, sistemazione semplice ma accogliente, economica se confrontata con altre, diciamo che è perfetta. Incontri sul cammino.. il gestore del Miti Miwiri che ben presto diventa il punto di riferimento per organizzare le escursioni e la cena, la carinissima Lucie del Baobibo disponibilissima per ogni necessità, le giovani guide locali sempre sorridenti e abituate ad aver a che fare coi turisti.

Arcipelago delle Quirimbas, 11 agosto, la prima escursione in dhow. Colazione con uovo e patatine fritte (!!!) e poi via, il ritrovo è alle 8.00, quando la marea è perfetta per partire. Non ci vuole tanto per capire che qui tutto si muove in funzione delle maree. L’escursione prevede tre tappe, una nuotata con i delfini in uno stretto tra due isolotti, lo snorkeling attorno ad una grande nave che giace sul fondo del mare ed una terza sosta in una meravigliosa lingua di sabbia in mezzo all’oceano. Il giro merita assolutamente ma occorre dotarsi di pinne perché le correnti sono spesso forti, e nuotare in queste acque potrebbe esser molto difficoltoso. Al ritorno a Ibo, c’è tempo giusto per una passeggiata e per organizzare il giorno successivo. Il Miti Miwiri è anche un ottimo centro per incontrare persone, viaggiatori con cui condividere un’esperienza nuova, un pezzo di cammino, cambiare il programma di viaggio, improvvisare. “Ogni nome un uomo ed ogni uomo è solo quello che, scoprirà inseguendo le distanze dentro se. Quante deviazioni, quali direzioni e quali no?”. Così accade, due nuovi viaggiatori entrano a far parte di questo racconto e la direzione cambia e diventa l’isola di Matemo, un tour di due giorni con bagaglio leggero, giusto per la lunga navigazione, naufragando su un’isoletta sperduta, dormire una notte sulla spiaggia sotto la luna e il manto stellato. Tutto grazie all’organizzazione e all’assistenza di Lucie del Baobibo che rimedia la barca per raggiungere questo paradiso.

Arcipelago delle Quirimbas, 12/13 agosto, la navigazione è un lento cullare del vento che gonfia la vela, l’acqua verde smeraldo accarezza dolcemente la prua mentre l’orizzonte si dipinge di colori che le parole non sanno raccontare. Il marinaio getta l’ancora sulle bianche sabbie dell’isola di Rolas, popolata solo da qualche decina di pescatori e una moltitudine di granchi giganti.. tutt’attorno solo banchi di coralli e conchiglie. È solo una tappa, prima di spostarsi sull’isola di Matemo poco più in là. Per dormire sull’isola l’unica sistemazione disponibile sono alcune capanne di makuti sulla spiaggia. L’isola un tempo aveva anche un resort di lusso ora chiuso. Qui c’è un piccolo villaggio con un piccolo negozietto e null’altro.. ma che vi può servire? Questo è un paradiso.. Passeggiando incontri il carpentiere che riparando lo scafo del suo dhow ti sorride e ti chiede una foto, la signora sulla spiaggia che spacca coralli per ricavarne il carbonato di calcio per fare mattoni, i bambini che giocano con le conchiglie e ti corrono incontro per prenderti la mano, sfiorarti, toccarti perché sei tu quello strano.

Un pescatore si occupa della cena rigorosamente a base di pesce, riso frutta e verdura, poi è solo il rumore del mare, la marea, la notte buia con le sue stelle. Ma non è tutto qui, al largo dell’isola è possibile fare snorkeling tra distese di coralli incontaminati dal fondo del mare si protendono fino a sfiorare la superficie, quasi a voler rubare il colore ai raggi del sole.

“…Perché non c’è un luogo perfetto, ma alla fine c’è solo un posto dove l’anima trova pace.”

Troppo bello per trovare le parole giuste per raccontarlo, se fino a questo momento il mare ed i suoi colori avevano d’incredibile ma questa tappa supera di gran lunga tutte le altre. La riflessione è d’obbligo.. l’uomo distrugge tutto, chissà fino a quando queste meraviglie resisteranno, forse fino a quando la barca di qualche turista non le distruggerà passandoci sopra incurante del danno creato oppure fino a quando qualcuno spezzerà l’incanto con una pinna per distrazione o per portare a casa su souvenir con milioni di anni di storia.

On road, 14 agosto, la sveglia alle ore 4.00! Il viaggio porta ora a raggiungere Ilha de Mocambique, ma dalle Quirimbas a meno che non abbiate un mezzo privato è necessario fermarsi una notte a Pemba spezzando in due il trasferimento… o almeno così dicono tutti. La verità è che è possibile farlo anche in giornata facendo un buon mix di mezzi di trasporto, ma occorre buona resistenza! La prima parte del trasferimento è gestita con trasporti privati, indispensabili per superare velocemente lo scoglio del tratto di strada fino alla N1 da cui prender qualche mezzo pubblico. Il Miti Miwiri organizza trasferimenti da Ibo a Pemba, la verità è che non serve arrivare a Pemba.. si parte alle 5.00, è l’alba, una meravigliosa alba, ritmata dal solito lento navigare perso a rimirare il sole che sorge proprio dietro le decadenti case di Ibo. In poco meno di un’ora si è nuovamente a Tandanhanque, dove un autista è già li in attesa. Il trasferimento privato è costoso ma permette di arrivare velocemente in un paesino sulla juction che dalla N1 porta a Pemba e da dove è possibile prendere un mezzo di trasporto diretto a sud (non ricordo purtroppo il nome della località). L’attesa è breve, giusto 10’ dopo si ferma un carro diretto a Namialo, il cassone è molto meglio dei chapa, forse perché sei all’aperto e non al chiuso schiacciato come una sardina e forse perché ad ogni sosta nei villaggi riesci a cogliere qualche vero assaggio di vita quotidiana. Occorrono quasi 5 ore per arrivare a Namialo, da qui partono i chapa diretti a Ilha (via Monapo). Nel tardo pomeriggio, quando il sole è ormai tramontato il chapa attraversa il lungo ponte che collega Ilha alla terra ferma. Ilha vive in un’atmosfera magica, qui la guerra civile non ha mai messo piede, qui vi troverete catapultati in una dimensione tutta nuova.

Ilha de Mocambique, 15 agosto, dopo il lungo trasferimento del giorno prima, serve un giorno di relax perso a passeggiare per Ilha e a contrattare un’escursione per il giorno successivo nelle isole vicine. Ilha ti rimane nel cuore! Passeggiando da Stone Town a Makuti Town, con il solo onere di scattar qualche foto per poi fermarsi a bere un birra sulla spiaggia nei pressi del forte attendendo il tramonto.

Ilha de Mocambique, 16 agosto, alle 8 come concordato il giorno precedente, si parte per un tour che prevede una prima tappa all’isola di Goa e la visita del faro. Goa è bellissima, meriterebbe un giorno intero di contemplazione restando sdraiati sulle bianchissime spiagge di quest’isoletta. Ma il tempo strige, il viaggio verso sud deve riprendere quindi non resta che concentrare in un giorno più isolette, dopo Goa è il turno di Sete Paus, anch’essa bellissima, solo un po’ più affollata della precedente. Nel primo pomeriggio dopo un’ora di navigazione si raggiunge la spiaggia di Cabaceira Pequenha impreziosita da una bellissima laguna dove è possibile fare snorkeling e vedere tantissimi pesci bellissimi (tra cui i tantissimi pesci scorpione). Il dolce riposare sotto il sole con il sapore del sale sulla pelle dura abbastanza da recuperare le forze prima di riprendere il cammino, a piedi tra le mangrovie, per raggiungere il villaggio dei pescatori dove il dhow attende di rientrare a Ilha.

“..se impari la strada a memoria non troverai certo granchè, se invece smarrisci la rotta il mondo è li tutto per te..” (Il viaggiatore)

On road, 17 agosto, il tour del nord è finito. Da oggi inizia il lungo avvicinamento alle spiagge del sud. Partenza al mattino presto con un chapa diretto a Nampula. Volo LAM e arrivo a Beira nel primo pomeriggio. Beira è una città piuttosto sporca, bruttina e che non trasmette il senso di sicurezza percepito nelle altre località. Per di più è molto cara e con pochissime strutture per turisti. Purtroppo arriva anche la prima vera grana.. i bus Express x Vilanculos sono al completo, l’unica alternativa per scappare da questa città è prendere un “Old bus” diretto a Maputo e scendere a Pangane. Non resta un ricordo della città ma resta il volto del gentilissimo signore zambiano che si è fatto in quattro per trovare un bus e del peter pan olandese incontrato in birreria, le loro parole sono state di sostegno oltre che di grande aiuto!

“Di tutti i poeti e i pazzi, che abbiamo incontrato per strada

ho tenuto una faccia o un nome, una lacrima o qualche risata”. (Modena City Ramblers)

On road, 18 agosto, la sveglia suona alle 4.00! Il pullman partirà in ritardo ma l’importante è non sprecare altro tempo. Col senno di poi era molto meglio volare direttamente fino a Maputo ed arrivare a Vilanculos con un volo o tramite qualche autobus, evitando Beira che oltretutto è famosa per esser la città con il più alto tasso di rischio malarico e sto pullman è infestato da zanzare! Il viaggio verso Vilanculos è lento e le soste sono tantissime ma nei villaggi è sempre possibile fare acquisti di artigianato locale, parlare con la gente, in fondo dai, non è stato nemmeno tutto sbagliato.. Scendendo a Pambarra, sulla N1, allo svincolo per Vilanculos è possibile trovare qualche chapa in partenza per la località marina. Vilanculos è una cittadina un po’ spenta e dove non c’è veramente nulla, piena di turisti, di cui molti italiani, tutti diretti verso le Bazaruto. Si nota molto la differenza con il nord, meno battuto e più incontaminato. Sistemazione al Baobab backpackers, gestito da Marina, italiana e molto brava e disponibile.

Magarique island, 19 agosto, sveglia di buon mattino e via per la prima escursione verso Magaruque, la prima isola dell’arcipelago di Bazaruto, in dhow, come sempre. L’isola è splendida, in circa tre ore è possibile fare il giro completo di tutta l’isola a piedi. Il pranzo viene preparato dai ragazzi dell’equipaggio grigliando il pesce e il pollo direttamente sulla barca. Tutto squisito, in pure stile occidentale, seduti comodamente su una spiaggia incantata. Non a caso queste isole sono metà di tante lune di miele.

Se capitate da queste parti non mancate di provare una cena dalla Leopoldina, un piccola baracca sulla strada sterrata poco fuori dal Baobab, gestita da una ragazza locale con marito disabile. La location è semplice e spartana, ma prepara una paella squisita, piena di riso e con granchi giganti oltre a verdure e calamari. Una delle migliori cene Mozambicane.

Arcipelago de Bazaruto, 20 agosto, giornata di escursioni, navigando tra le isole di Benguerra e Bazaruto. Il tour è organizzato da un’altra struttura, l’Odissea Dive che si trova a un centinaio di metri dal Baobab lungo la spiaggia. Si parte con gommone condiviso con una ventina di altri turisti, per lo più americani, tutti equipaggiati con mute, pinne e maschere. Le immersioni nello splendido reef poco al largo dell’isola di Benguerra, la barriera corallina e la ricchezza di pesci è incredibile. Pic-nic sull’isola di Bazaruto, la più importante dell’arcipelago, dove il pomeriggio vola via rilassandosi al sole o passeggiando tra le enormi dune di sabbia di questo piccolo angolo di paradiso.

Prima di salutare queste meravigliose isole un pensiero passa per la testa.. le differenze tra le escursioni nel nord, improvvisate e quasi disorganizzate dove paghi la barca, indipendentemente da quante persone ci sono, al sud, dove trovi pure i biscotti ad attenderti al ritorno, il tavolino per il pranzo e la gita può essere anche organizzata in gommone anziché in dhow. Anche la differenza di temperature non è indifferente, tra il Nord e il sud del Paese ballano diversi gradi ed in agosto, nel pieno della stagione invernale, non è cosa da poco.

On road, 21 agosto, la destinazione di oggi è Tofo, per una volta non occorre far le cose di corsa, ci sono chapa in partenza a tutte le ore quindi.. perché non godersi una colazione guardando l’oceano e con tutta calma, e poi in tarda mattinata dirigersi verso la stazione dei chapa per prenderne uno diretto verso Maxixe. Arrivati a Maxixe a piedi si raggiunge la stazione dei traghetti per imbarcarsi per Ihnambane. La traversata del canale tra le due città dura poco più di una mezz’ora. Ad Inhambane, partono i chapa per Tofo. La tratta Inhambane – Tofo dura tre quarti d’ora circa ma il chapa che dalla stazione dei trasporti parte con circa 15 passeggeri, appena fuori dal paese, lontano dai controlli della polizia comincia a caricare un numero di persone da guinness dei primati. Tofo è un piccolo paesino affacciato su una tranquilla insenatura, molto turistico, ma molto tranquillo e dove è possibile passare intere giornate a guardare l’oceano per cogliere il salto di un delfino o di qualche balena. Tofo è l’ultima tappa di questa avventura, è la località perfetta per recuperare energie, e distendere la mente. A Casa ‘na Praia, piccola casetta gestita da donna Laura, italiana, trasferita in Mozambico già da parecchi anni è come sentirsi a casa.

Inhambane – Tofo, 22-23 agosto, gli ultimi giorni si perdono a spasso tra le viuzze di Tofo, visitando la bella cittadina di Inhambane. L’unica pecca di questa zona è che essendo ormai tanto abituata al turismo non ti da la possibilità di comprare nulla di artigianale, i prezzi sono folli, anche otto volte superiori a quelli riscontrati al nord nei villaggi. Ci sta, questo è il loro business. A Tofo è anche possibile partecipare a qualche escursione in quad della durata di circa un paio d’ore. Addentrandosi nella vegetazione e arrivando fino al faro di Barra dove si trova un punto panoramico sulla costa molto bello, poi via a tutto gas in libertà sulla spiaggia e poi su un percorso in mezzo alle mangrovie (possibile grazie alla bassa marea). Il paesaggio è stupendo, si attraversano villaggi immersi nella foresta pieni di bambini ormai abituati al passaggio dei quad, che tendono la mano per “battere un cinque” e regalare così un sorriso aperto e di gioia. La fine di questo tour sa di amaro perché porta con se le more del ritorno. “il ritorno porta addossa mal di testa e mal d’anima..”

On road, 24 agosto, pick up di fronte al Fatima’s Backpacker’s alle 4! Il bus che collega la struttura con l’omonima basata a Maputo funziona abbastanza bene. Il bus dovrebbe essere “riservato” e il biglietto acquistabile su prenotazione ma poi.. come al solito si riempe a dismisura strada facendo. È pomeriggio presto, i palazzi di Maputo rispuntano all’orizzonte, ci sta giusto il tempo per una passeggiata pomeridiana e una cena di ritrovo con Nunzio e Laura per lo scambio di racconti. Domani volo di rientro che segna la fine di questa magnifica ed emozionante avventura “rotolando verso sud” in Mozambico.

Dedicato a chi scappa,

dedicato a chi si sente vivo solo portando lo stesso paio di pantaloni per più di una settimana,

dedicato a chi fa una carezza sulla testa dei bambini che fanno l’elemosina,

dedicato a chi odia trovare masse di turisti sul proprio cammino,

dedicato a chi scappa dalle responsabilità, a chi immagina una vita avventurosa

a chi va a dormire solo per sognare.

Dedicato alle persone gentili,

dedicato a chi ti cede il passo e a chi ti dà una mano con i bagagli,

dedicato a chiunque si è incontrato una sola volta nella vita ma ci rimane nella testa,

dedicato a chi si innamora ogni volta che prende un aereo,

dedicato a chi si addormenta in autobus…

…dedicato a chi non smette mai di viaggiare…

Angelo Calianno (un viaggiatore come tanti)

#gianlubox80



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