Moto Tour per conoscere la Ciociaria, la Sila, i Grecanici, gli Arbereshe ed i croati del Molise.

Perchè non si finisce mai di scoprire il Bel paese ...
Scritto da: ENRY70
moto tour per conoscere la ciociaria, la sila, i grecanici, gli arbereshe ed i croati del molise.
Partenza il: 22/08/2020
Ritorno il: 09/09/2020
Viaggiatori: 1
Spesa: 2000 €
Naufragato il progetto originario di raggiungere il Caucaso via moto, decido di visitare il Bel Paese. Tre settimane sono davvero poche ma ho potuto apprezzare zone da me sinora ignorate, dopo tanto girovagare per il mondo! Ho tentato di usare Couchsurfing ma il maschio latino, si sa, difficilmente ospita uomini, ma le storie apprese riempiono di orgoglio…la cosa più importante dei viaggi sono le persone che si incontrano, poi i luoghi!..e la storia pazzesca di questa minoranza linguistica croata a cui sono arrivato tramite la minoranza italiana di, non vi anticipo nulla….

Rientrato il sabato dopo una splendida settimana in barca a vela nel nord della Sardegna, con lunghe tratte a vento che mi ricorderò per sempre, poche ore di riposo e si parte, destinazione il paese natale di mio padre, Buriano (vicino Castiglione della Pescaia)…..get ready!

ITINERARIO

Periodo 22 agosto-9 settembre 2020

Giorno 1: Monte Amiata – Santa Fiora – Piancastagnaio – Arcidosso

I casi della vita: ho un cugino di primo grado Alessandro, con il quale ho sempre tenuto un rapporto fatto solo di saluti di persona perché lui vive a Grosseto ed io a Genova ma da quando entrambi abbiamo comprando l’Honda Integra..beh siamo spesso in contatto. Qualche settimana prima avevo promesso alla sua simpaticissima figlia Gioia, di 12 anni, che avremmo fatto una bella giornata sulle due ruote insieme alla sua nuova compagna Roberta e poichè ogni promessa è un piacere, eccoci alla partenza alle 10.00 del mattino. Messi i giubbotti di sicurezza, quando guido, ovunque mi trovi e con qualsiasi temperatura il minimo è: casco, guanti e giacca con protezione e, se posso, scarpe e pantaloni da viaggio, partiamo. Prima tappa il simpatico paesino di Arcidosso, dove c’è un castello ed un museo..poi Piancastagnaio, con il suo bel centro storico simile a quello di Castel del Piano, tutti autentici e medioevali. Spostamenti su saliscendi spettacolari, sosta a mangiare in ristorante sotto i castagni, poi affrontiamo la salita sino alla vetta del monte non prima di aver attraversato la “faggeta più grande di Europa”, davvero emozionante. In vetta la folla è strabocchevole ma ordinata, visitiamo la croce e poi direzione verso una dei più bei borghi di Italia: Santa Fiora. Strano, per decenni ho bevuto dall’acquedotto del “santa Fiora” appunto, ed oggi scopro l’origine dell’acqua di Buriano…il ritorno verso Grosseto è fatto da motociclista con grande gioia di Gioia, un po’ meno da parte del su’ babbo…..

Giorno 2: Torrice (Fr) – Monumento della Donna Ciociara – Castro dei Volsci

Sveglia con calma, i postumi alcolici e casinari della settimana in barca stentano ad abbandonarmi e sotto un sole bestiale mi metto in marcia, destinazione Ciociaria. Lungo il percorso mando la foto dell’uscita autostradale di Monte Romano a mio nipote Fabietto il quale, quando era piccolo ovvero circa 18 anni fa viveva in questo paesino e mi ripeteva: “non c’è niente zio, a Monteromano” mentre ora gli hanno dedicato persino una exit….arrivo a Torrice (Hotel Palazzo Rosa, 38€) dove ho prenotato una stanza che si rivelerà una magione, ospitata dentro un palazzo seicentesco completamente rosso…spettacolo. Depositati i bagagli sfrutto la luce estiva e mi precipito a vedere il monumento della “mamma ciociara”, argomento poco conosciuto ed infame dei disastri compiuti dalle truppe marocchine, esperti di combattimenti sulle montagne, durante la liberazione d’Italia..abbiamo pugnalato alle spalle i cugini transalpini? 50 ore di libertà alle truppe, it is revenge, darling. Il monumento si trova in altro borgo classificato come fra i più belli di Italia: Castro dei Volsci. Nella piazzetta ci sono delle informazioni su quella triste storia, non esistono musei ed anche dei giovani autoctoni non mi sembrano preparati sull’argomento. Il borgo è pulito e bentenuto, con covid quasi tutto chiuso ma va bene lo stesso. Al rientro a Torrice vado a mangiare in una pizzeria locale, una porzione da oltre 1 kg mi riempie abbestia…poi letto.

Giorno 3: Veroli – Boville Ernica – Monte San Giuseppe Campano – Cimitero Polacco di Montecassino – Caprile – Roccasecca

Sapevo che la Ciociaria custodisse dei tesori ma oggi..comincio con Veroli, bellissimo paese medioevale, dove all’interno della chiesa è riprodotta la Scala Santa, la vetta è un gioiello nel gioiello per non parlare delle catacombe che gentilmente l’ufficio turistico mi permette di vistare: si estendono per oltre 30 metri sotto la piazza…senza parole ma la visita che più mi sbalordisce è quella dentro la chiesetta del convento delle monache benedettine di clausura in piazza Santa Maria dei Franconi. All’interno sento la voce registrata di un coro ed una signora che prega. Ad un certo punto lei si alza e sento un vociare: non era un nastro registrato ma le monache che ogni 6 ore cantano e pregano…impagabile. Riprendo il viaggio direzione Boville Ernica, altro centro affascinante, anche qui il monastero delle Monache di Clausura ed altre Chiese. Del resto mi trovo nell’ex stato pontificio…..non sazio, incappo nel mitico Monte San Giuseppe Campano, sede di un castello privato, chiuso ma visitabile su prenotazione, cercate il nr che non preso purtroppo. C’è anche una targa che ricorda la lotta fra le truppe di Garibaldi e gli “Zampitti”, fedeli al Papa….quante storie offre il nostro paese. Direzione Abbazia di Montecassino e lungo la strada sulla sinistra scorgo un paese molto bello, vi passerò la notte: Caprile. Arrivo sulla vetta molto tardi, visito il cimitero dei soldati polacchi alla cui entrata c’è un museo orgoglio nazionale ed è gestito da una ragazza polacca. Le racconto la storia dei rifugiati polacchi della seconda guerra mondiale in Uganda, che avevo raccontato in altro mio resoconto, lei rimane basita! Le ho mandato tutta la documentazione, mi ha promesso che se aggiungeranno anche questa parte della storia mi citeranno come fonte. Dovete infatti sapere che i soldati che liberarono Monte Cassino facevano parte dell’armata del gen Sanders, costituita Tobruk su idea di Churchill ed assenso di Stalin che li teneva prigionieri in Russia. Nel mio viaggio in moto in Polonia vidi un autobus con destinazione “Montecassino”, la ragazza del museo mi spiega che sono frequenti i luoghi con quel nome proprio perché simbolo di orgoglio nazionale..tradito, infatti nonostante il loro sacrificio e le promesse la Polonia era già stata venduta ai sovietici nel ‘43…..inviate le foto ai miei amici polacchi ripercorro la strada a ritroso perché voglio fermarmi nel paese di cui ho detto prima: Caprile. Da lontano appare come bianco, purtroppo con il declino demografico è poco abitato. Ad alcuni chiedo se posso dormire da qualche affittacamere: no, devi andare a Roccasecca e così faccio. Lasciata la roba, ritorno per visitarlo. Molto carino poi vado come consigliato al “pub” come lo chiamano loro: è da almeno un anno che è gestito da un brillante mastro birraio che lo ha trasformato in ristorante! Cena di elite con tavolate di ragazze da sole.., come sempre prendere con beneficio di inventario le info…. Tra le quali che non si può dormire nel paese, errato! (www.birraterradilavoro.com)

Giorno 4: Abbazia Montecassino – Sperlonga – Gaeta – Santa Maria Capua a Vetere (Colosseo)

La visita all’abbazia è originale, soprattutto nella parte dove i monaci quasi difendono i tedeschi che avevano permesso loro di portare via i tesori. La sua distruzione fu ordinata dall’inetto gen Neozelandese che aveva minacciato di ritirare le sue truppe in caso non avessero distrutto l’abbazia e contro il parere del gen Americano Clark. Ricostruita a tempo record come avvenuto secoli addietro, è un esempio straordinario di arte…sceso in basso visito il cimitero americano e poi direzione Gaeta, la città delle cento chiese. Il Maschio Angioino è imponente e la memoria storica mi assale: è qui che Ferdinando II si arrese e si rifugiò a Roma scortato dai soldati di Napoleone III. Passeggiata lungo il quartiere dei negozi e direzione Sperlonga per un bel bagno. Dopo la sosta riprendo la marcia verso Santa Maria Capua a Vetere. (Ospite del B&B “L’Arena 338-709 4106) 5 minuti distante dal colosseo locale…. SMCAV è una cittadina che pullula di giovani, molto carina.

Giorno 6: Reggia di Caserta – Seterie di San Leucio – Sant’Agata dei Goti – Telese

La reggia è un tesoro nazionale…ho impiegato circa 5 ore per la visita….inclusi gli scenografici giardini inglesi. Finito nel primo pomeriggio vado a visitare San Leucio ed il museo che ospita il tentativo “socialista” di Ferdinando iv° nel settore delle seterie. In zona ci sono dei negozi ed anche delle seterie che fanno vedere la lavorazione, ma non ci sono riuscito. La guida è inorridita alla mia domanda: che altro c’è da vedere in zona?..su suo suggerimento mi reco a visitare la splendida Sant’agata dei Goti, cittadina costruita sul dirupo di un fiume e che ha dato i natali agli avi dell’attuale sindaco di New York Bill De Blasio!Il centro storico è un incanto….non pago dirigo la moto verso Telese, le terme e non certo la casa di Mastella….bevuti 5 litri della acqua termale ritorno a casa dove mangio super pizza napoletana….

Giorno 7: Colosseo SMCAV – Sila – Longobucco (Cs) .

Sveglia, colazione al bar offerta dal B&B con pastiera napoletana e visita all’incredibile Anfiteatro Capuano, secondo solo a quello di Roma. Si narra la Storia dei gladiatori, di Spartaco..quanti tesori nascosti esistono in Italia? Tre ore di visita, davvero il minimo sindacale e poi partenza destinazione Sila. L’impatto è meraviglioso…il fresco, le foreste di alberi, la natura selvaggia, i luoghi intorno a Camigliatello sono un ricordo di qualcosa di ancestrale…alla ricerca di qualcosa di veramente autentico mi imbatto in un cartello direzionale: Longobucco, “paese dei telai di argento e di briganti”. L’arrivo è dall’alto e nella piazza sembra di tornare indietro nel tempo, piena di persone, il cartello che avverte “qui i bambini giocano ancora per strada” etc etc..prendo posizione alla locanda La Campanara. Nella piazza si tiene il mitico “peperoncino Jazz festival”, il cui libretto regalerò al mio collega calabrese doc Antonio che, quando lo ha ricevuto, mi ha detto..”ci andavo sempre”….la cena con base prodotti tipici della Sila mi ha deliziato ma ciò che mi ha dato più soddisfazione sono le storie che ho appreso guardando le foto dentro il B&B: ci sono quelle dei confinati dal regime fascista per ragioni religiose, dell’assassino di Giacomo Matteotti….ed una foto di cui scoprirò la storia l’indomani.. Ronfata cullata dal raglio di un asino. Longobucco è incredibile.

Giorno 8: I deportati Etiopi del fascismo – Bocchigliero – Serra San Bruno

Visita del museo dei briganti, poi quello dei telai con acquisti di alto livello (www.mariocelestino.it) poi mi fermo a parlare con il titolare e mi racconta la storia della foto degli africani che avevo visto la sera prima: erano i deportati del governo Etiope Selassiè, famiglie nobili che rappresentavano una minaccia all’amministrazione coloniale fascista. Mi racconta che vissero in un edificio a 10 metri a nord dalla sede del museo dei telai e che uno di questi si innamorò di una paesana ed ebbe un figlio. Finita la guerra egli tornò in patria ma, alcuni anni dopo prima di morire, si ricordò del figlio avuto, nel frattempo divenuto pastorello nel suo testamento! Dall’Africa scrissero al sindaco di allora che accompagnò il ragazzo alla stazione e la storia continua con la sua morte, circa dieci anni dopo, perché pare che i parenti volessero impossessarsi dei suoi averi ricevuti in eredità…..purtroppo non esiste una targa che ricordi questa storia incredibile: ho scritto al sindaco, prima via PEC, poi tramite lettera per fare felici noi viaggiatori….sono sicuro che troveranno pochi euro necessari per questo scopo….visito la chiesa, con la targa che ricorda il legame dei Cavalieri Brigidiani e la loro capostipite Svedese, pazzesco.

Il tempo è mai abbastanza quando si viaggia, avrei investigato meglio questo legame fra Cavalieri ed i paes….e riparto con una sgradevole sorpresa: a Longobucco non ci sono benzinai e neppure a Bocchigliero, prossima destinazione. Devo guidare indietro fino a Camigliatello, voce del verbo 40 minuti + 40 persi. Una ragazza mi dice che l’intero Paese è una bomba incendiaria perché chiunque ha delle belle taniche ricolme di benzina nelle cantine…tra le altre cose il paese è costituito in questo modo: piano strada i magazzini/cantine e al primo piano le abitazioni le quali erano alla vista di tutti durante le possenti nevicate dei decenni scorsi quando il livello della strada si alzava di un piano! Viaggiato a ritroso e rifornita la moto, giungo a Bocchigliero dove pranzo al ristorante L’entr’arc, dove due simpatici ragazzini mi spiegano che le compagnie petrolifere offrirono 60.000€ all’unico benzinaio per chiudere. Questo vi fa capire come è la mobilità nella Sila: molto difficile, lenta e su strade dissestate.

Da lì mi cimento nell’attraversata della Sila sino a a Serra San Bruno, via San Giovanni in Fiore ed un altro posto incredibile…..TIRIVOLO ovvero il luogo dove si può respirare l’aria più pura di Europa!!!!!Solito video selfie al mio amico Antonio, calabrese Doc, che rimane basito pure lui….Respirato a pieni polmone riprendo il tour: Serra San Bruno. Il centro storico pullula per un raduno di Harleysti…l’hotel Certosa 0983-71538 mi consiglia un’ottima pizzeria in centro: tutti si fanno in quattro per contattare un mitico Carbunè..ma è troppo presto, l’attività riparte a settembre.

Giorno 9: Monastero Benedettino – Reggio Calabria

Sveglia, colazione ed il gentilissimo proprietario mi porta da un carbonaio, sotto uno svincolo della strada ma nulla, il titolare mi dice che è ancora agosto..la carbonaia riapre fra qualche giorno, meglio tornare fra qualche settimana. Questi ormai residui dal tempo dei fenici stanno attirando l’attenzione da ogni parte di Italia….producono carbonella per la brace, per i forni, in condizioni difficili, forse stoiche…..impossibile conoscere questi nuovi dannati ma riesco a visitare la perla del Monastero dei monaci Benedettini di clausura, circondato da un parco secolare! Molto interessante la visita, all’uscita vado in negozio di prodotti tipici poco distante, sì il mio disturbo di acquisto quest’anno sarà evaso da prodotti tipici: funghi secchi, il cui profumo mi ha accompagnato sino ad a ottobre, salse piccanti, liquori etc etc (www.serfunghi.it) ….poi tento di raggiungere una carbonaia seguendo il fumo che proviene dalla montagna ma la strada richiederebbe gomme tassellate..nulla da fare..parto per Reggio e lungo la strada scatto delle foto a Sorianello, paesetto carino. Avrei voluto visitare l’ex sito siderurgico di Molvegna, che molti sudisti considerano testimonianza della razzia sabauda ai danni dell’economia del Sud post unità ma il tempo è tiranno. L’arrivo a Reggio Calabria è in perfetto orario e mi ricongiungo con il mio compagno di mille viaggi Paco, in missione Siciliana, ma ne approfitta per sconfinare aldilà del Regno delle Due Sicilie.

Giorno 10: Scilla – Chianalea

Il più bel lungomare d’Italia, make no mistake about that…..Reggio ha questa grazia, di fronte alla Trinacria..colazionati rotta verso Scilla, bella spiaggia, bella gente con visita poi alla Venezia del Sud, Chianalea……villaggetto di pescatori, non sul mare, ma con il mare sotto….rotta nel passato! Serata sul lungomare, abbastanza frequentato e poi b&b.

Giorno 11: Melito Porto Salvo – Aspromonte – Bova

Giornata di mototouring, prima tappa sono quei metri di spiaggia che nel 1860 accolsero I mille provenienti dalla Sicilia..il museo è chiuso. Seconda tappa il paesino di Bova, famoso per la locomotiva ed altri palazzi tipici. Finalmente abbiamo capito perché il Monte è chiamato Aspro! Pranzo a km zero in una trattoria tipica del Borgo di Marcello Mafrica con seguente acquisto di prodotti tipici, i bagagli cominciano ad ingrossarsi e poi diamo corso al consiglio del titolare di andare a nord, verso il villaggio fantasma di Roghudi Vecchio, un’oretta circa. Causa strada a volte bombardata il tour dura un sacco di tempo..nel percorso capiamo perché i rapiti finirono quassù….al ritorno scorgo il pazzesco villaggio di Galliccianò dove tornerò domani. Bagno al tramonto a Brancaleone Marina.

Giorno 12: Galliccianò (si parla il grecanico) Vale il Viaggio- San Luca – Caraffa di Catanzaro

Salutato Paco, impossibile visitare i Bronzi, faccio rotta all’incredibile paese di Galliccianò, dove ancora si parla il Grecanico. Ormai a rischio di spopolamento ho la fortuna di aggregarmi ad un tour appena iniziato con la guida locale (Giovanni 340-735 12 93). Il tour ti fa entrare in un’altra dimensione..fatelo, vi anticipo solo che questa comunità è stata scoperta dalla Grecia solo nel 2009, pazzesco. Inoltre è solo parlato e non scritto, insomma ci sarebbe da fare un film, come per altre storie che ho scoperto durante questo viaggio. Un ragazzo offre anche pranzo ma ormai avevo in testa un’altra cosa: San Luca, il paese della faida. L’arrivo dalla costa mi ha proiettato in un’altra dimensione: dal caldo e dal sole a picco, il cielo, via via che risalgo verso la collina, diventa funereo stile film Angel Heart, ascensore per l’inferno con Mickey Rourke…..arrivo nella piazza principale e fermo un ragazzo che sta attraversando per chiedere dove posso mangiare: “ma che ca[#@ di ristoranti vuoi che ci siano a San Luca?!?!?!?” Buongiorno! Nella gelateria mi dicono che non hanno nulla e non sanno dove indirizzarmi. Faccio un giretto con la moto e mi pare, perché lo sono davvero, di essere un corpo totalmente estraneo…scendo e mi fermo in una pizzeria ma aveva riaperto dopo la chiusura della domenica e non ha nulla da offrirmi e neppure indicare un posto aperto. OK, lungo il tratto finale c’è un bar aperto con un nugolo di ragazzi…facciamo che mi fermo la prossima volta! Selfie di fronte al cartello del Paese, panino nella Locride ed arrivo sul tardi nel mitico paesino albanese di Caraffa di Catanzaro, dove ancora c’è l’usanza di stare insieme e parlare a coppie..purtroppo non ci sono posti dove dormire, fotografo la foto dell’eroe albanese e giungo vicino a Lamezia Terme per dormire e spezzare il viaggio.

Giorno 13: Rossano Calabro – Museo Liquirizia – Matera

Bello tranquillo incappo in un messaggio pubblicitario del museo della liquirizia Amarelli, presto detto: visita ed acquisto compulsivo di prodotti del reganissu (in genovese) nonché di altri prodotti presso “U piccante e più”: acquisto del liquore al bergamotto, peperoncini, melanzane e scambio due parole sulla vergogna del ricarico dei prezzi dai produttori a noi cittadini. Loro per bypassare questa rapina, ti consegnano entro 24/36 ore le clementine appena raccolte, ma la quantità minima è di almeno 10 kg per ammortizzare la spedizione: (www.upiccanteepiù.it 338-7083656). Prima di andare segnalo che nei ristoranti dove mi sono fermato è difficile se non impossibile avere frutta: confermano che altri turisti hanno notato al cosa, forse perché non servono frutta che proviene da lontano….l’arrivo nel primo pomeriggio a Matera è davvero piacevole. Lasciata moto e presa stanza presso Casa Vacanza Sant’Anna, dormo un poco per poi partecipare al tour di Matera (materacitytour), imperdibile con la storia dei Sassi, bollati da Togliatti come la vergogna dell’Italia anni ‘50. Gli abitanti furono sfollati (ricollocati) il quartiere andò in rovina fino agli 70 quando un’associazione si mise in testa la riqualificazione sino alla meraviglia di oggi. La sera trascorsa lì è fiabesca.

Giorno 14: Matera- Altamura- Alberobello – Latiano

Altro giro di questa meraviglia, con la luce del giorno, le sue Chiese, i suoi musei viventi….come tutti i viaggiatori ho un ricordo strepitoso di questa citta……ripresa la moto mi dirigo ad Altamura: il suo pane è davvero “buono”, non è marketing. Comprato, mi è durato una settimana, persino in viaggio con la moto…..acquazzone estivo ed arrivo ad Alberobello….il paese dei trulli, sembra il posto delle fate. Delle due zone, scegliete quella meno colorata perché non ci sono i negozi attiraturisti i quali, tuttavia, meritano un tour. Visito il museo Casa Pezzolla…..e poi all’amato paesello di Latiano (Br) dove mi aspettano gli affetti più cari dei miei cugini. Preso possesso dell’affittacamere in pieno centro, facciamo cena nel bel centro storico di Mesagne: mooolto tipico e totalmente riqualificato dopo gli anni bui degli anni ‘90.

Giorni 15-16-17-: Latiano – Punta prosciutto (Caraibi)- Santa Maria di Leuca- Togo Beach

Giornate spensierate insieme ai miei parenti…il primo giorno al mare presso i caraibi del Salento, la spiaggia di Punta Prosciutto, acqua cristallina e spiagge dorate, insieme a mio cugino Piero, soprannominato Alec Baldwin per la sua impressionante somiglianza con l’attore americano e con suo figlio di 9 anni, un autentico terremoto Vincenzo, una lingua sagace e tagliente: “Uè Erri, muoviti se vuoi una donna, che stai diventando vecchio!” questo è quello che mi ha detto quel giorno…..l’indomani dopo ho portato mio cugino a visitare Santa Maria di Leuca, ovvero Finibus Terrae, al ritorno spiaggia vicino Gallipoli….il terzo giorno fine estate con il botto presso il Togo Bay, resort di Punta Lapillo, giornata che avrebbe dovuto essere il mio quotidiano sin dall’adolescenza, belle donne a gògo. ottime bevute, sdraio sole e mare spettacolare..insieme ad Alec c’era anche mia cugina Mery finalmente felice con al suo fianco il brillante Armando, latianese pure lui……a cena ci attendeva mia zia Carmela, tristemente famosa in famiglia come cuoca eccellente che riempie il tuo piatto come un carbonaio riforniva di carbone la locomotiva a vapore nel 1800….quel giorno sono stato a digiuno proprio per poter mangiare qualcosa come mezzo kilo di orecchiette, oltre il resto….mi mancheranno tutti sino al prossimo viaggio, anche l’altra figlia di Alec, Sharon che non era con noi perché a settembre “non si va al mare..” adolescente al 100%

Giorno 18: Montemitro – Croati Del Molise vale il viaggio

Come ho fatto a conoscere questa comunità linguistica? Semplice, al ritorno dalla repubblica Serpska (Bosnia Erzegovina) un mio collega mi chiede se avessi visitato la comunità italiana di Stivor. Curioso ho approfondito questa storia e sono finito a Montemitro. Qui mi ospita il B&B di Vesna, praticamente un appartamento tutto per me nel paesino (347/356 3011, oppure 340 5155303), signora Croata che ha sposato uno dei cultori e diffusori di questa storia incredibile. Il papà del signor Michele racconta che i loro avi giunsero probabilmente dal villaggio balcanico di Makarska, fuggendo all’arrivo degli ottomani, intorno al 1.450. E questo accadde anche per gli albanesi che ora popolano i villaggi calabri ma tutti li conoscono, ma i Croati in pochissimi, e neppure loro conoscevano la loro storia sino agli anni ‘60. Come è stato possibile? I cognomi non tradiscono…ma lì è l’inghippo: complice la Chiesa Cattolica del tempo, questo popolo si trasferì nel circondario Molisano perché aveva bisogno di persone e ricostruzione dopo un terremoto. Ed allora? All’epoca i registri civili erano tenuti dalla Chiesa ed i sacerdoti latinizzarono quanto era scritto in croato! Col tempo essi ed i vari popoli vicini si considerarono come parlanti un dialetto meridionale..fino al 1900 circa, quando uno studioso croato, in un negozio di Napoli, sentì parlare questa lingua strana e riuscì ad entrare in contatto con il medico del paese e fare ulteriori ricerche. Negli anni ‘60 poi la cosa divenne pubblica perché dalla Jugoslavia premevano per stringere legami con questi lontanissimi avi, ma la guerra fredda rallentò il tutto sino all’ingresso della Croazia in EU. Oggi, mi racconta suo papà, ai bilaterali Italia-Croazia, l’argomento è sempre sul tavolo perché considerati come croati puri o qualcosa di simile….Come ho scritto all’inizio essi costituiscono una minoranza linguistica (grazie Vesna, le parole sono importanti) e non hanno nessun senso di appartenenza ad un paese che è fra i più nazionalisti del mondo. Dopo l’incontro, dove mi spiegano che verranno aperti tre musei nei tre comuni dove vivono, vado ad Acquaviva Collecroce, forse il borgo più grande dei tre, l’altro è San Felice del Molise. Altra sorpresa pazzesca nel portale di retro della chiesa c’è il simbolo dell’Ordine dei Cavalieri Malta, che possedette il comune….dalla Dalmazia ai Templari. Valutate voi se non vale la pena venire qua. Al rientro nella mia casetta vado in pizzeria: il fornaio mi regala anche delle birre in quanto ospite…..la cosa più importante dei viaggi sono le persone che si incontrano, poi i luoghi….

Giorno 19: rientro a Genova via Buriano.

Lasciati questi luoghi medioevali, faccio ritorno a Genova via Buriano, in due tappe.

Come ho già scritto in occasione del mio moto tour sino ad Helsinki, per viaggiare in Europa ci vorrebbero mesi, per questo forse tre settimane in più non sarebbero bastate.

Sono ancora sbalordito delle storie e delle persone conosciute in oltre 500km percorsi.

Pare che il Great Reset, propugnato dal World Economic Forum, preveda una società dove la gente riceva dei sussidi per consumare meno energie fossili. Ergo più tempo libero a patto di essere sudditi del neo consumismo… ed allora la prossima destinazione potrebbe essere un anno sabbatico per andare in Giappone in moto, via della seta / sud est asiatico all’andata e Siberia al ritorno.

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