Mosca & San Pietroburgo in autonomia: alla scoperta della patria degli zar

Viaggio in famiglia di quattro giorni a Mosca e quattro a San Pietroburgo alla scoperta di due realtà diversissime di questo enorme Paese
Scritto da: jaguar89
mosca & san pietroburgo in autonomia: alla scoperta della patria degli zar
Partenza il: 11/08/2013
Ritorno il: 19/08/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: Fino a €250 €
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PREMESSA

Chi decide di fare un viaggio in Russia è generalmente tormentato da una serie di dubbi e interrogativi. Le complesse pratiche per fare il visto, le difficoltà a comprendere l’alfabeto cirillico, la leggendaria freddezza dei russi, racconti di corruzione dilagante etc. spesso scoraggiano i viaggiatori meno intrepidi a scegliere questa destinazione. Questo racconto vuole anche aiutare chi si accinge a organizzare un viaggio nella patria degli zar a risolvere tali questioni.

Il nostro viaggio, che per una serie di circostanze ho compiuto con mia sorella (20 anni) e i miei (ultracinquantenni con ancora tanta voglia di girare il mondo), è iniziato con circa 6 mesi di anticipo rispetto alla data della partenza con l’appoggio (prima volta nel mio percorso di viaggiatore, sigh!) di un’agenzia di viaggi.

Purtroppo per risolvere le (numerose) beghe burocratiche appoggiarsi a un’agenzia è praticamente irrinunciabile, anche perché per ottenere il visto è necessario prima ottenere dagli alberghi in cui si soggiornerà una dichiarazione che attesti il pernottamento presso le loro strutture (che ovviamente rilasciano dietro il pagamento di una ragguardevole somma). Abbiamo scelto gli hotel insieme all’agenzia, e non siamo rimasti particolarmente soddisfatti: considerate però che è molto difficile trovare alberghi di qualità decente vicini al centro città a prezzi medi. Il rilascio del visto e le pratiche annesse sono care (considerate circa 200€ a persona), ma fortunatamente appoggiandosi all’agenzia siamo riusciti a evitare molte magagne burocratiche. 4-5 mesi prima della data della partenza avevamo già prenotato tutti i voli, compreso quello interno da Mosca a San Pietroburgo (di cui dirò in seguito) e gli hotel. Abbiamo trovato un’ottima offerta Pisa-Roma-Mosca e San Pietroburgo-Roma-Pisa con Alitalia a 205€ a persona (complessivi per andata e ritorno). Il volo interno è stato invece effettuato da Rossiya Airlines (75€ a testa). In un secondo momento ho prenotato anche il transfert dagli aeroporti agli hotel all’arrivo nelle città: cercando su Internet si trovano delle ottime offerte proposte da compagnie affidabili, che vi permettono di semplificare molto il vostro primo approccio con la Russia. Gli aeroporti di Mosca, ad esempio, sono molto distanti dal centro e non sono serviti dalla metro e, in bus, si devono fare diversi cambi in stazioni con indicazioni esclusivamente in cirillico. Personalmente consiglio caldamente la soluzione con il transfert già prenotato da casa. Ultimo consiglio: stampatevi i nomi degli hotel in caratteri cirillici. Può essere l’unico modo per comunicare agli autisti dove si desidera andare e un modo per farvi capire dalle persone se vi perdete.

1° giorno – 11-8-13

Il nostro viaggio verso la terra degli zar incomincia all’alba con il volo Pisa-Roma (ore 7.05). Aspettiamo quindi oltre 3 ore per l’imbarco del volo per Mosca che dura circa 4 ore. Per effetto delle due ore di fuso quando arriviamo sono le 16.35. Affrontiamo titubanti i controlli di frontiera della polizia russa che, dopo averci scrutato torvamente e fatto qualche domanda in un inglese zoppicante, appone gli opportuni timbri sui nostri passaporti e ci lascia passare. Naturalmente le procedure sono piuttosto lente, ma con la giusta dose di pazienza autoimposta si riesce a superare tutto senza grossi problemi. Come detto abbiamo prenotato tramite l’agenzia un servizio di trasfert che per 1800 rubli (36€) in 4 ci ha portato comodamente all’albergo. Il primo impatto con la Russia è forte: la periferia è dominata da palazzoni in stile sovietico di 20 o 30 piani, attraversati da un’autostrada a 4 corsie per senso di marcia che porta verso il centro città. Le auto di coloro che abitano in periferia sembrano essere in buona parte mie “coetanee” e il panorama complessivo si sposa piuttosto bene con l’immaginario che gli europei occidentali hanno della Russia post-comunista. L’albergo dove abbiamo prenotato 2 camere per 4 notti per 650€ totali (circa 80€ a camera a notte) è il Maxima Zarya Hotel: si trova a circa 15-20km dal centro, ma è ben collegato ad esso con la metro che è a 5-10 minuti a piedi. È un grande albergo dall’aria un po’ decadente dove soggiornano anche gruppi in gita organizzata. Ha l’aria un po’ sciupata, tutto sommato non lo consiglierei ma per chi come noi fondamentalmente ci passa solo la notte va più che bene. Posate le valigie decidiamo di dirigerci verso il centro con la metro: per arrivare alla fermata si deve attraversare una zona un po’ isolata ma ci sono sempre molte persone che si dirigono verso la stazione e quindi non si percepisce mai una vera sensazione di pericolo. Dopo essere riusciti a comprare il biglietto da una babushka decisamente innervosita dal fatto che non capissimo il cirillico e un tragitto di circa 20 minuti scendiamo ad una delle fermate nei dintorni della piazza Rossa quando sono circa le 19. Superiamo il vecchio museo Lenin e il museo di Storia Naturale ed entriamo nella piazza: l’impatto è forte, la piazza è costeggiata dal Cremlino e in fondo ad essa si staglia la sagoma di San Basilio. Ciò che colpisce maggiormente sono però, nonostante una brutta struttura in ferro per alcuni spettacoli che si tengono al centro della piazza, le dimensioni. Osserviamo quindi l’esterno di San Basilio con la luce del sole calante e entriamo anche brevemente ai magazzini GUM, che si trovano su uno degli altri lati della piazza e vengono illuminati di sera da una moltitudine di piccole luci di dubbio gusto. Anche i magazzini GUM hanno un loro fascino, ma sono quasi le 21.30 e ci dirigiamo quindi alla ricerca di un posto dove consumare la prima cena della nostra vacanza. Alla fine capitiamo, un po’ casualmente, in un ristorante georgiano dell’Arbat, uno dei pochi rimasti aperti dopo le 22. Una brodosa minestra al lardo e degli spiedini ci introducono alla cucina russa, caratterizzata da sapori molto diversi da quelli a cui siamo abituati. La cena non è entusiasmante ma ci sazia e, dopo esserci quasi persi al ritorno in hotel, andiamo finalmente a dormire all’1 passata.

2° giorno – 12-8-13

La mattinata del 2° giorno è dedicata al Cremlino. Scopriamo che il biglietto di accesso alle mete turistiche (350rubli, 7€) è diversificato per i cittadini russi e tutti gli altri, a ulteriore testimonianza (ne avremo diverse durante il nostro soggiorno) che i turisti in Russia non sono particolarmente benvoluti e anzi, in alcuni casi, sono a stento sopportati. Il complesso è estremamente esteso (calcolate 4/5 ore di visita compresi gli interni delle cattedrali). Non voglio descrivere in dettaglio tutto ciò che può essere ammirato al Cremlino, dato che lo può fare una qualsiasi guida. Il mio consiglio è però di selezionare cosa vedere in base ai propri interessi. La parte assolutamente irrinunciabile è certamente la piazza delle Cattedrali, dove quattro cattedrali e una chiesa si susseguono in uno spazio di pochi metri. Le cattedrali sono tutte diverse e estremamente interessanti e consiglio caldamente di visitarle anche all’interno, nonostante le code che spesso si formano al loro ingresso a causa delle loro dimensioni ridotte. Le iconostasi e le pitture che ricoprono quasi completamente gli interni sono estremamente ricche e piuttosto complesse: indubbiamente è indispensabile una buona guida (anche cartacea) per comprenderle a pieno. Dopo aver visitato alcuni altri palazzi della struttura, abbiamo completato il nostro giro senza visitare l’Armeria di Stato e il Fondo Diamantifero dato che oreficeria, argenteria, armi e gioielli non si sposano particolarmente con i nostri interessi. Se invece siete interessati considerate un paio d’ore in più. Dato che sono le 2 passate, all’uscita facciamo un breve spuntino alla versione russa di Sbarro, un self-service con una moltitudine di piatti (di basso livello e prezzo in base al peso) che ci permette di saziare il nostro appetito. Torniamo quindi a San Basilio che vediamo con la luce del sole e visitiamo all’interno (250rubli, 5€ a testa): tutto sommato l’interno ci ha un po’ deluso perché non si riesce ad avere, per la struttura architettonica della chiesa, una visione d’insieme. Le cattedrali all’interno del Cremlino sono certamente più affascinanti. Ci dirigiamo quindi al ponte sulla Moscova poco lontano, che la nostra guida segnala come il miglior punto panoramico per osservare San Basilio, la piazza Rossa e il Cremlino: la visione d’insieme è davvero molto bella e vi consigliamo di non farvela sfuggire. Dato che abbiamo ancora qualche ora libera nella giornata decidiamo di dirigerci a una delle mete più lontane dal centro, il complesso Kolomenskoe. Situato in un vasto parco in periferia, da cui si vedono tutti i (brutti) quartieri suburbani, il complesso ha le sue maggiori attrazioni nella Chiesa di Nostra Signora di Kazan (con bulbi blu) e nella Chiesa dell’ascensione: siamo lontani dalle mete turistiche tradizionali e il luogo è rilassante (anche se un po’ abbandonato a se stesso). Se avete tempo a disposizione può essere una meta “diversa”, ma certamente non rientra tra i luoghi imperdibili di un viaggio a Mosca. Non ancora stanchi concludiamo la giornata con una passeggiata nell’Arbat e tra le sue vie caratteristiche. Consumiamo la cena al Karetnyj Dvor, in una via un po’ defilata e in un locale carino. La cameriera parla solo russo e il menù in inglese è del tutto incomprensibile, quindi le nostre scelte sono un po’ casuali. Certe pietanze sono buone (io ho assaggiato come antipasto un ottimo formaggio di pecora locale), altre presentano degli accozzi piuttosto arditi (o semplicemente lontani dai nostri gusti): il salmone ripieno di funghi in salsa è stato duro da mangiar giù! Ottimo invece il pane, piuttosto simile alla nostra focaccia, anche se praticamente senza sale.

3°giorno – 13-8-13

Dopo la colazione in albergo (con un buon numero anche di pietanze dolci) iniziamo la giornata andando alla scoperta del Kitaj Gorod, il più antico quartiere di Mosca. Girovaghiamo per Nikolskaja ulitza per arrivare alla piazza Tetralnaja: qui osserviamo le decorazioni liberty dell’imponente Hotel Metropol e, soprattutto, l’imponente facciata del Bolsoj, uno dei teatri più famosi al mondo, dove purtroppo non è possibile entrare se non in occasione delle rappresentazioni. Dopo una breve occhiata agli altri teatri presenti sulla piazza (Molodioznyj teatr e teatro Malyj) imbocchiamo la via Petrovskaja, ricca di edifici architettonicamente interessanti, per arrivare infine al monastero Petrovskij. Questo complesso (ingresso gratuito) sorge quasi al termine della via ed è spesso ignorato dai turisti: gli edifici rossi con bulbi scuri sono in effetti un po’ decadenti ma meritano secondo noi una breve visita. Decidiamo quindi di arrivare anche alla chiesa della Natività di Ns Signora di Putinki, poco lontana, che splende per il suo candore e le cupolette azzurre ornate di stelle: sicuramente originale. Dopo il lungo percorso, che abbiamo fatto tutto a piedi, decidiamo di prendere la metro per portarci nella zona del museo Puskin a cui abbiamo intenzione di dedicare buona parte del pomeriggio. Facciamo una breve sosta alla chiesa del Salvatore, tanto imponente quanto brutta, in cui per altro non mi fanno entrare perché indosso dei pantaloni corti (mi dicono che anche l’interno non sia granché). Al solito inutile sottolineare come ai russi sia riservato un trattamento del tutto diverso e abbia visto entrare anche ragazze in minigonna… Dopo un pezzo di pizza a “Il Patio”, un piccolo ristorante italiano che fa pizze e piccole insalate, ci dirigiamo al museo di Belle Arti Puskin. C’è una lunga coda che ci attende (circa 40min), dopodiché entriamo nell’enorme museo (400rubli intero, 200 studenti – 8€ e 4€ rispettivamente) di cui abbiamo scelto preventivamente le parti da visitare. In particolare alcune sale contenenti solo copie di opere italiane rinascimentali e altre riguardanti la pittura russa antica ci sono sembrate abbastanza trascurabili. Non troviamo però la parte che più ci interessava, cioè quella dedicata agli Impressionisti e ai Post-Impressionisti, a cui il museo deve fondamentalmente la sua fama. Nessuno ha la minima intenzione di spiegarci qualcosa in una lingua diversa dal russo, e quindi, piuttosto sconsolati, usciamo. E qui scopriamo la soluzione al dilemma: la nostra guida, risalente al 2009, non riportava che il museo è stato diviso in due sezioni e che è presente quindi una nuova ala che contiene tutte le opere d’arte dal 1800 in poi. Decidiamo di visitare anche questa seconda parte, anche se dobbiamo pagare un nuovo biglietto dello stesso prezzo del precedente e prendiamo anche due audio guide (a pagamento, ma ben fatte), che nell’altro museo ci era stato impedito di prendere per motivi imprecisati. Questa parte è di grande impatto e giriamo per oltre 2 ore e mezzo, nonostante la fatica accumulata, tra capolavori di Cézanne, Gauguin, van Gogh, Monet, Picasso e molti altri. Purtroppo siamo a ridosso della chiusura e quindi dobbiamo accelerare nella visione delle ultime sale ma il giudizio complessivo sul museo è decisamente positivo: se dovete scegliere vi consigliamo caldamente questa seconda “ala” piuttosto che la prima, anche se la scelta dipende fondamentalmente dai vostri gusti artistici. Prima di andare a cena completiamo la visita dell’Arbat arrivando anche a S. Nicola dei Tessitori, che è un po’ fuori mano: la chiesa è bianca con decorazioni arancio e verdi e, anche se possiamo vederla solo dall’esterno, ci sembra comunque interessante. Ceniamo in un locale poco lontano (Castle Grill) dove prendo un semplice filetto di manzo (buono!) e una crème brulé: un po’ più caro dei precedenti (e forse meno caratteristico) ma complessivamente discreto. Riprendiamo quindi la metro e ci ritiriamo in hotel per ricaricare le pile.

4°giorno – 14-8-13

Dopo la solita sveglia mattutina ci dirigiamo verso il Monastero Novodevicij che si trova su un’ansa della Moscova non lontano dal Cremlino a cui è possibile arrivare in metropolitana. Il complesso si sviluppa nei pressi di un grazioso laghetto da cui si gode di una bella visione d’insieme ed è possibile visitare con il biglietto cumulativo diversi edifici, due dei quali contengono delle piccole esposizioni di icone e arte sacra. Nel complesso incrociamo alcune religiose, con il loro lungo abito nero tipico della tradizione ortodossa. L’edificio più bello è certamente la chiesa di Nostra Signora di Smolensk, riccamente affrescata all’interno e con una splendida iconostasi. Come detto molto bella è anche la struttura del complesso in sé, circondato da mura sulle sponde del lago. Facciamo una breve visita al vicino cimitero, dove sono sepolti numerose personalità di spicco (Gogol, Majakovskij, Chrusciov, Eisenstein, …). Tuttavia il luogo è piuttosto sporco e non possiede, almeno per noi, una grande attrattiva. Per via degli spostamenti la mattinata se ne è andata, torniamo quindi in zona Cremlino e, dopo aver mangiato qualcosa da Sbarro, visitiamo con più attenzione il quartiere del Kitaj Gorod nella zona di Varvarka Ulitza. Passiamo per il vecchio fondaco degli inglesi e per la Chiesa dell Trinità a Nikitniki, in bei toni rossi, bianchi e verdi. La passeggiata per il quartiere (1h e mezzo circa) è piacevole ma non imperdibile. Ci dirigiamo quindi verso il museo Majakovskij, che avevamo in programma di visitare perché molto particolare, ma purtroppo avevamo indicazioni sbagliate sugli orari e lo troviamo chiuso. Pensavamo che la visita del museo ci avrebbe impegnato buona parte del pomeriggio e quindi dobbiamo riadattare i nostri programmi: decidiamo di dirigerci verso il monastero Andronikov, nel quartiere Taganka, segnalato dalla nostra guida con due stelle. Il monastero, che è chiuso, non è brutto, ma probabilmente siamo un po’ stufi di questi edifici complessivamente simili e, dato anche il viaggio in metropolitana piuttosto lungo, non ci sembra entusiasmante come i primi che abbiamo visitato. Decidiamo quindi di visitare più in dettaglio uno dei monumenti di Mosca di cui il turista può godere in ogni momento: la metropolitana. Costruita per dar lustro alla potenza del regime, essa è costituita da gallerie labirintiche illuminate da splendidi lampadari, che si snodano molte decine di metri al di sotto del livello stradale: le scale mobili per arrivare ai binari sono infatti lunghissime e molto ripide. Decidiamo di visitare alcune delle stazioni più famose come la Novoslobodskaja, decorata con vetrate, la Kievskaja, ricca di mosaici, la Arbatskaja, con bellissimi lampadari, e quella di Ploschad Revolutsii, con enormi statue rappresentanti le diverse professioni. È la nostra ultima sera a Mosca e decidiamo di cenare nella zona del Bolsoj in Petrovskaja ul. presso il ristorante Serbet, che propone cucina uzbeka e orientale in genere con ottimi piatti piuttosto aromatici ma molto gustosi a prezzi ragionevoli. Probabilmente consumiamo la nostra miglior cena a Mosca. Termina così la nostra visita di Mosca, con l’unico (parziale) rimpianto di non essere riusciti a visitare Segiev Posad, cittadina a circa 1 ora da Mosca, con la sua Lavra della Trinità di S. Sergio: purtroppo arrivarci con mezzi pubblici richiedeva parecchio tempo. Infine abbiamo deciso di saltare le gallerie Tetrjakovskaja, perché conosciamo troppo poco l’arte russa per poterle davvero apprezzare. Prima di andare in albergo torniamo però nella piazza Rossa di notte: questa è davvero un’esperienza unica che consigliamo a tutti di fare. Le luci, l’enorme piazza e in particolare la vista dal ponte sulla Moscova, hanno qualcosa di magico, con i bulbi colorati di san Basilio che danno al paesaggio un tono quasi fiabesco: noi non abbiamo avvertito alcuna sensazione di pericolo e la vista della piazza Rossa di notte è un’esperienza che non potete perdere!

5°giorno – 15-8-13

Gran parte della giornata di oggi è dedicata al trasferimento a San Pietroburgo. In agenzia ci avevano caldamente consigliato il trasferimento in aereo perché più veloce e economicamente paragonabile a quello in treno. In realtà, considerando gli spostamenti, anche il viaggio in aereo necessita del suo tempo e, forse, quello in treno permette di farsi un’idea del cambiamento del paesaggio tra le due città. A causa dell’enorme traffico partiamo la mattina per prendere un aereo in partenza alle 14 dove siamo tra i pochi non russi. Arriviamo alla stazione prendendo la metro e poi un comodissimo treno: il prezzo complessivo in 4 è però di poco inferiore a quello pagato per il transfert. L’unico problema al momento della partenza può essere però quello del traffico che sovente, dai racconti che ci hanno fatto, può ritardare l’arrivo in aeroporto. L’arrivo a San Pietroburgo alle 15.30 è accompagnato da una pioggia battente e una temperatura di una decina di gradi inferiore a quella di Mosca. Il transfert che avevamo prenotato con l’albergo non arriva, non riusciamo a metterci in contatto con l’hotel e piuttosto indispettiti, siamo costretti ad affidarci ad una compagnia di taxi che alla fine ci fa spendere meno di quanto avevamo pattuito con l’hotel. L’albergo è in una traversa della Prospettiva Nevskij, in posizione centralissima, ma quando arriviamo rimaniamo shockati. L’ingresso casca letteralmente a pezzi, con intonaco saltato e scritte sui muri: un vero disastro. L’albergo (Goodnight Hotel, evitatelo come la peste!) è in realtà al secondo piano e seppur allegro come visto dalle immagini su Internet inizia da subito a rivelare le sue (innumerevoli) pecche: le stanze sono minuscole e anche poco pulite e la giustificazione per il mancato arrivo del transfert è che…se ne sono dimenticati! Decisamente perplessi iniziamo il giro della città dalla vicinissima Prospettiva Nevskij. Questo lunghissimo viale è delimitato quasi ininterrottamente da bellissimi palazzi, che un recente lavoro di restauro ha fatto tornare a splendere. In particolare ci soffermiamo a osservare il palazzo Beloselskij, il negozio Elisevskij, con la sua bellissima struttura liberty e poi risaliamo verso Ploscad Ostrovskovo: questa zona è stata progettata dall’architetto italiano Carlo Rossi, indiscusso maestro dello stile neoclassico. In particolare è notevole la simmetricità della via Rossi, da cui si ha una bella vista sul teatro Aleksandrinskij. A primo impatto San Pietroburgo appare subito molto diversa da Mosca: molto più “europea”, non ha nessuno elemento che richiami al periodo sovietico. I palazzi, di grande ricchezza e dimensioni incredibili, si susseguono con grande eleganza e si specchiano nei canali, dando alla città nel suo insieme un fascino particolare. Arrivati al ponte sul canale Griboedova decidiamo di fermarci per cercare un posto per la cena. Alla fine, sotto consiglio della guida, andiamo al Bistro Garçon, un ristorante francese. Per 30€ mangio un’omelette alla menta, un’ottima spigola e dei truffles. Notiamo inoltre che, data la più forte influenza europea, qui l’inglese è più diffuso ed è più semplice farsi capire. Anche le stazioni della metro ad esempio hanno tutte i cartelli tradotti. Soddisfatti torniamo in albergo per riposarci…

6°giorno – 16-8-13

Al risveglio subito una brutta sorpresa: per la colazione c’è un solo tavolo da 6 persone e, dato che è ovviamente pieno, siamo invitati a consumare la colazione… sul divano della sala d’aspetto! Lasciamo al più presto l’hotel e completiamo la visita della Prospettiva Nevskij a cominciare dal punto dove ci eravamo interrotti ieri. Entriamo in particolare nell’imponente Chiesa di Ns Signora di Kazan (ingresso libero), ma non ci entusiasma particolarmente. Dopo aver attraversato il Ponte della Banca, con i suoi grifoni alati, ed essere arrivati fino a Dvortzovaja Pl., dove si trova il palazzo d’Inverno e che visiteremo con più calma nei prossimi giorni, decidiamo di fare la prima “gita fuori porta” in programma, quella a Tzarskoe Selo. Raggiungiamo il palazzo con un treno suburbano (30min) che prendiamo non senza difficoltà, dato che in stazione ci sono solo indicazioni in russo e nessuno è particolarmente collaborativo con i turisti. Un anziano tuttavia, senza parlare una parola di inglese, capisce quali sono le nostre intenzioni e ci porta direttamente al binario giusto indicandoci l’ora di partenza: fortunatamente le persone gentili esistono ovunque. Arriviamo al palazzo in autobus e dopo una breve coda entriamo al parco. È anche uscito il sole e lo spettacolo è sorprendente: la facciata azzurro intenso della reggia circondata da un enorme parco, luccica delle decorazioni in oro, tipicamente barocche. Nel parco sono in corso non meno di una decina di diversi matrimoni, con russi ubriachi che cantano e fotografano gli sposi. Ci aspetta quasi 1 ora di coda per entrare nel palazzo (350 rubli biglietto intero, 180 studenti) e, dopo un breve spuntino, possiamo finalmente cominciare il nostro giro. Le stanze sono davvero incredibili, con ricchissime decorazioni d’oro che testimoniano la ricchezza degli zar. Particolarmente belli il salone da ballo, la fuga d’oro (diverse sale in successione che se viste in prospettiva costituiscono una lunga scia d’oro) e la ricostruzione del sontuoso studio d’ambra, probabilmente trafugato dai nazisti. Il parco è altrettanto bello e esteso: vi consigliamo di scegliere in anticipo cosa vedere o, in alternativa, di fare una lunga passeggiata senza un obiettivo preciso ma che vi permetta di apprezzare la bellezza d’insieme del luogo. Decisamente soddisfatti della nostra visita, attraversiamo brevemente il Parco di Alessandro per vedere dall’esterno il Palazzo di Alessandro, vasto edificio in stile neoclassico, meno impressionante del precedente. Non riusciamo a capire quale autobus prendere per tornare in stazione e quindi ci incamminiamo a piedi (circa 30min). La visita della reggia di Caterina (considerate almeno 5/6 ore compresi gli spostamenti) ci ha sorpreso in positivo, data la ricchezza del palazzo e la vastità degli splendidi giardini e ci sentiamo di consigliarla a chiunque decida di visitare San Pietroburgo. Tornati in treno in città, non ancora stanchi decidiamo di fare una breve visita all’isola Vasilevskij, piena di studenti e musicisti. Percorriamo il lungofiume con il sole calante, fiancheggiando il palazzo Mensikov e arrivando a quello che è senza dubbio il punto più bello, la Strelka, che offre una splendida vista sul palazzo d’Inverno e la fortezza dei S.S. Pietro e Paolo: non perdetela! Sotto consiglio anche di altri racconti di Turisti per Caso andiamo a cena al Caffè Letterario, sulla Prospettiva Nevskij, dove mangio dell’ottimo salmone fresco e poi una steak con baked potato per meno di 20€: premuroso anche il servizio, con i camerieri che parlano un buon inglese e sono riusciti a farci capire cosa stavamo ordinando.

7°giorno – 17-8-13

Dopo un’altra pessima colazione in divano (stiamo cominciando ad odiare il nostro albergo) ci dirigiamo verso Peterhof, reggia ispirata a Versailles a circa 30km dalla città e affacciata sul golfo di Finlandia. La reggia è raggiungibile facilmente in autobus, molto più comodo del treno preso ieri. Paghiamo l’ingresso (1000 rubli complessivi tra giardino e palazzo per gli adulti, pari a circa 20€) e visitiamo il palazzo prima dell’arrivo dei gruppi organizzati: l’interno del Palazzo Grande e delle sue Sale di rappresentanza è molto bello, ma forse meno originale di Tzarskoe Selo. Anche la facciata del palazzo, di un giallo tenue, è meno caratteristica, mentre quello che è davvero unico è il parco che circonda l’edificio centrale, ricchissimo di fontane con numerosi giochi d’acqua che vengono attivati progressivamente durante la mattinata. Il parco è immenso e alcune fontane molto originali, tra cui le note (e molto divertenti per i bambini) fontane degli scherzi. Non elencherò tutte le fontane del parco, che potrete trovare descritte in dettaglio in qualsiasi guida: certamente però il parco è davvero bello e se, come successo a noi, riuscirete a visitarlo in una giornata di sole apprezzerete il tutto ancora di più. Essendo già pomeriggio decidiamo di tornare in città per andare alla scoperta della zona di Piazza delle Arti: il canale ci guida verso la magnifica Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, edificata nel luogo dove è avvenuto l’assassinio dello zar Alessandro II nel 1881. La chiesa, con cupole tortili, è ispirata alla cattedrale di S.Basilio a Mosca ed è decorata anche all’interno (ingresso 250 rubli, 5€) molto riccamente. Il nostro giro ci conduce quindi al palazzo d’Estate e al giardino d’Estate, cinto da un famoso cancello in ferro che si rivela meno particolare di quanto descritto nella nostra guida. Ceniamo quindi in zona al James Cook, una sorta di pub con buone birre e ottimi piatti di carne, dove mangiamo concirca 25€ a testa.

8° giorno – 18-8-13

Il nostro ultimo giorno completo a San Pietroburgo è dedicato in buona parte all’Ermitage e alla zona circostante. Arriviamo di buon mattino in piazza Dvortzovaja dove ammiriamo il palazzo d’Inverno. La piazza è enorme e, data l’ora mattutina, praticamente vuota, e fa così risaltare ancor di più le dimensioni degli edifici che la circondano. Sull’altro lato della piazza rispetto al palazzo d’Inverno è presente lo Stato Maggiore Generale e al centro c’è invece la Colonna Aleksandrovskaja. All’apertura entriamo all’Ermitage (ingresso 400 rubli per gli adulti). Ancora una volta consiglio di scegliere in anticipo che sezioni vedere: è uno dei musei più grandi al mondo e vedere tutto è semplicemente impossibile. Noi ci concentriamo su Impressionisti e post Impressionisti, sulle sale del palazzo che contengono ancora gli arredi originali, sull’ala dedicata alla pittura italiana rinascimentale e alla ricca sezione dedicata a Rembrandt e, nonostante abbiamo visitato forse 1/5 dell’intero museo, usciamo dopo quasi 5 ore del tutto stremati. Il programma di oggi prevede quindi un itinerario nel vicino quartiere dell’Ammiragliato: qui è presente la Cattedrale di S.Isacco, la cui enorme cupola è visibile da molte zone della città. L’interno (ingresso 250 rubli, 5€) è molto imponente e ricco, in uno stile baroccheggiante che non mi entusiasma particolarmente. Il giro nel quartiere è piacevole anche se non ci sono altri grandi monumenti da vedere, con la parziale eccezione del palazzo Jusupovskij che con la sua lunghissima facciata gialla domina il canale. Facciamo poi una breve deviazione nella zona della Mojka, dove vediamo il famoso teatro Marinskij, una delle culle del balletto classico, in stile eclettico: purtroppo non è possibile visitarlo all’interno. Arriviamo infine alla cattedrale di S. Nicola, una piacevole cattedrale bianca e azzurra che non riusciamo a visitare all’interno. La visita di questo quartiere è un po’ al di fuori dei giri turistici tradizionali e proprio per questo ci permette di avere uno scorcio della San Pietroburgo autentica, con gli anziani che riposano nei parchi e le persone che conversano nei locali: in particolare questa è una delle zone più povere della città, tanto che ancora al giorno d’oggi non è servita neanche dalla metropolitana. Andiamo per l’ultima cena al ristorante Kilikija, sempre nella Mojka, dove assaggiamo una cucina armena davvero ottima: oltre a numerosi tipi di pane gustosissimi, mangio una sorta di minestra di fagioli molto speziata e la tava, un piatto tipico (abbondantissimo!) fatta di carne a pezzi stufata con pomodori, melanzane e peperoni: davvero buonissima! Anche il locale è molto carino, con un’ampia volta, e ancor più sorprendente è il conto (poco più di 15€ a testa!): se siete in zona un posto decisamente consigliato.

9° giorno – 19-8-13

Oggi abbiamo l’aereo solo alle 18, il che vuol dire che abbiamo ancora la mattinata per girare. Lasciato (senza alcun rimpianto, anche farsi pulire la camera è stata una vera impresa!) l’hotel, dedichiamo la mattinata alla visita della Fortezza di San Pietro e Paolo: la fortezza è un po’ una delusione, e la cattedrale apre solo alle 12, il che ci fa perdere un sacco di tempo. Facciamo una visita alla vicina moschea (particolare) e poi torniamo sull’isola: la cattedrale è maestosa e gli interni (biglietto 440 rubli per gli adulti, ottenuto dopo essere stati presi a male parole dalla bigliettaia per motivi ignoti) contrastano con l’atmosfera tradizionalmente oscura delle chiese ortodosse. Il resto non ci colpisce particolarmente. Decidiamo di fare anche un breve salto al monastero Aleksander Nevskij, famoso per i vicini cimiteri dove riposano Dostoevskij e Chajkovskij. Il monastero è pieno di pellegrini che venerano la reliquia del santo ma, a mio avviso, può essere assolutamente saltato se non avete sufficientemente tempo. Verso le 14 riprendiamo la metro e, dopo un veloce pranzo e aver recuperato i bagagli in albergo, ci dirigiamo all’aeroporto dove arriviamo con ampio anticipo. Dopo 4 ore arriviamo a Roma (guadagnando 2 ore grazie al fuso) e in tarda serata siamo di nuovo nella nostra Toscana.

In definitiva un viaggio fai-da-te in Russia è al giorno d’oggi più che fattibile, senza davvero nessuno ostacolo reale per chi abbia un minimo di senso di adattamento. Non essere vincolati dagli spostamenti di un gruppo consente inoltre di avere una libertà impagabile che permette di scoprire aspetti della cultura locale che sarebbe altrimenti difficile cogliere. Mosca e San Pietroburgo sono davvero diversissime, ma certamente uniche nel loro genere. La piazza Rossa a Mosca è meravigliosa, ma nel complesso la città sembra mancare di una coerenza complessiva tra i diversi quartieri, con edifici di epoca comunista che si alternano con edifici storici o più moderni. San Pietroburgo invece non corrisponde affatto all’idea di città russa che mediamente un cittadino dell’Europa Occidentale ha: il fascino bohemien della città ci ricorda in ogni momento il ruolo di capitale culturale che ha ricoperto per decenni, e la maggior influenza che l’Europa occidentale ha avuto su di essa. In definitiva queste città sono due piccoli mondi che aspettano solo di essere scoperti.

Per ogni informazione o consiglio potete contattarmi all’indirizzo e-mail ricky.pittis@hotmail.it



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