MOSCA, e fanno dieci..
Se sieteriusciti a venire a Mosca senza essere legati a un’ agenzia, e volete vedere la città indipendentemente da musei, monumenti e quant’altro, senza affidarvi a un taxi (sconsigliabile, non solo da un punto di vista economico: potreste finire a girare con uno che conosce la città meno di voi…), una cosa intelligente, e non tanto difficile, è prendere il “trollèybus” (una via di mezzo fra l’ autobus e il tram, senza l’ odore di benzina del primo e gli scossoni del secondo) . La cosa è abbastanza facilitata dal fatto che quasi tutte le linee dei trollèybus parto no e arrivano nello stesso posto: la Lubyanka (sì, quella), centralissima e abbastanza interessante di per sè (non solo per gli amanti delle spy story: c’ è il Detsky Mir per i regali “alli piccini” e lì vicino, il museo politecnico . Merita, anche se non siete ingegneri) . E naturalmente il metrò ferma anche lì . Salve le ore di punta, il trolleybus sembra fatto apposta per guardare fuori . Sedili alti e comodi, finestroni ampi . Non tutte le linee passano per posti interessanti, ma qualcuna sì .
LINEA 63: ferma davanti al museo politecnico di cui sopra, poi và alla “Staràya Plòshad” (piazza vecchia), passa vicino al museo della Storia di Mosca, al Club Jao Da (un pilota cinese, di più non sò) e alla sinagoga di Mosca . Da lì al quartiere Taganka, sede del famoso teatro di Lyubimov, più o meno alla confluenza fra la Moscova e la Yauza (non il posto più ecologico di Mosca, ma tant’è) . Lì vicino c’ è il cinema “Illusione”, esempio di architettura russa anni 30 (costruttivismo, realsocialismo, fate voi), ancora funzionante come cinema (ma solo film doppiati . In russo) . Poi si và verso la periferia, ma non troppo . Capolinea, metrò “Ryazanskaya” . Potete scendere o tornare indietro (non con lo stesso biglietto, molto probabilmente) . Se scendete, una vota capito dov’ è esattamente il metrò, potete farvi un giretto a piedi: c’ è il parco Kuskovo, bella ex residenza degli ex conti di Sheremetyevo (l’ aeroporto internazionale -stanno facendo il terzo terminal- sorge in un altro ex possedimento dei conti) . Nel parco c’ è un giardino all’ olandese (non chiedetemi perchè, è scritto così) e uno all’ italiana (siepi, fontane, cose del genere), una grotta e un laghetto con spiaggia pubblica . Se ci capitate in estate (ed è balneabile), è la cosa più utile . Vale da solo il viaggio (anche in metrò) . LINEA 16: Se il parco di Kuskovo non vi interessa, potete scendere dal 63 quando arrivate al cinema Illusione (“Kinoteàtr Illyùsya”), arrivare a piedi al Lungofiume (“Naberèshnaya”) Uspenskaya e prendere il 16 (altro biglietto, mi raccomando) . Se avete finito i biglietti del tram, lì vicino c’ è il metrò Kropotkinskaya (e il Museo Pushkin, e la Dom Fotogràfii, e il Tempio di Cristo Salvatore, e il Museo Rerik, ma questa è un’ altra storia) . Altrimenti, il 16 và sul lungofiume Kremlevskaya (ossia verso…Indovinato), dunque potete dare un’ occhiata insolita al Vasylyevsky Spusk, che fà parte delle fortificazioni del Kremlino, all’ Hotel Rossiya (se non l’ avranno ancora spianato), alla Moskova (inteso come fiume) e soprattutto alla Piazza delle Cattedrali, DENTRO il cremlino (non sarà come esserci dentro, ma per entrarci si paga di più, e c’ è sempre una fila che levati) . In ogni caso, il 16 ferma lo stesso al metrò Kropotkinskaya . Dunque, se avete tempo, il museo Pushkin potete vederlo lo stesso . LINEA 2: sempre in quei paraggi, c’ è una fermata della linea 2, che fà vedere una Mosca tutta diversa . Alexandrovsky Sad (sempre zona Kremlino), il “Novy Arbat” (grattacieli anni 60, casinò,librerie, la “Casa Bianca” sede del governo federale e l’ altro grattacielo, scuro, del governo di Mosca -città/regione-), poi Kutuzovsky Prospekt (arco di trionfo, Park Pobedy, museo-panorama della battaglia di Borodino -1812-) . Se volete scendete lì (c’ è il museo, c’ è Park Pobedy, c’ è il metrò), altrimenti, tranquilli: Okhotny Ryad, Teatràlnaya Plòshad (zona Bolshoy), e voilà, di nuovo la Lubianka . LINEA 9: anche questa parte dalla Lubyanka, lato “Stretènskoy Bulvàr” . In quella zona c’ è il Club “Mech i Shit” (Spada e Scudo, cos’ avete capito) , “dedicato” al buon vecchio KGB, e il monumento a Nadezhda Krupskaya, la signora Lenin, popolarmente chiamato “Ushi”, orecchie (il monumento, non la Krupskaya) . Direzione, Prospekt Mira (più o meno “via della pace”, e non è un nome di ieri mattina…) . Da segnalare: VVZ (ex VDNK, l’ esposizione del meglio dell’ URSS) . Si stà pensando di ri-farne l’ esposizione del meglio della Russia, agricoltura e zootecnia comprese, ma par il momento i padiglioni ospiyano mostre (anche interessanti) ed esercizi commerciali (compreso “Armeysky Magazin”: se siete collezionisti di cose militari o vi piace il genere, si trovano cose “serie” e si paga meno che sull’ Arbat…) . Comunque merita un salto (lungo, non è un campo da tennis), anche se la statua famosa dell’ operaio e della kolkhosiana è in restauro fino a data da stabilire . Il 9 passa anche per la Via degli Astronauti (con relativo monumento-obelisco-missile lanciato) . Potete fermarvi anche lì, tanto alla VVZ c’ è una linea monorotaia sopraelevata, nuova di zecca, collegata al metrò, all’ ingresso principale, e un metrò “classico” poco lontano . Altrimenti, un pò di pazienza e siete di nuovo alla Lubyanka, lato “Myasnizkaya” . Là vicino c’ è un caffè-negozio-culto per gli amanti del caffè, e anche del tè (in Russia prevalgono i secondi) . Come si chiama ? “Lyubòv-Morkòv” . Più o meno, “Amore-Carota” . Perchè ? Mistero russo…
LINEA 20: Parte da Belorussky Vaksàl, una delle grandi stazioni di Mosca, e probabilmente l’ unica stazione al mondo con una chiesa dentro (non una cappella, una chiesetta ortodossa tutta intera, al primo piano) . Lungo il percorso, teatro “Romen”, e se vi piacciono gli orologi, fabbrica “Slava” (Gloria) . Ci potete arrivare dalla Lubyanka anche col 12, attraverso Okhotny Ryad e la Tverskaya Uliza, come dire, il centro del centro . Se volete dare un’ occhiata (solo un’ occhiata) alla Mosca “by night”, c’ è la linea B, che percorre il Sadòvoe Kolzò (sad- giardino: una volta era un anello di giardini, e si chiama ancora così), il confine della parte più “sù” di Mosca . Dal’ luna di notte alle 5,50, è percorsa dal trolleybus N, un mezzo ogni 20 minuti, almeno in teoria . Occhio: anche in centro, la sicurezza, dopo il tramonto, è relativa . “La notte è di Charlie…”…
Alcune notizie generali: non esiste, almeno fino a Luglio 2005, un biglietto giornaliero, dunque prendete un biglietto per ogni trollèybus che pensate vi possa servire . Ci sono chioschi per strada che li vendono, e se avete un dizionarietto e imparate come si chiede un biglietto in russo, non ci sono problemi . Imparate anche un pò di numeri, così capite quanto costano i biglietti . Hanno la brutta abitudine di aumentare troppo spesso…
Ah, se le indicazioni non vi sembrano chiare e pensate di portarVi dietro una pianta della città, fatelo, e dateci un’ occhiata prima di uscire, dovunque vogliate andare (anche senza trollèybus): lo fanno anche i moscoviti . Una città grande come la provincia di Pistoia, nessuno la conosce davvero “come le proprie tasche” . A me qualcuno ha chiesto dov’ era il distretto militare… 2: Il museo delle favole russe . Alla stazione Partisanskaya (ex Ismailovsky Park, così è più facile non confonderla con Ismailovskaya), subito a sinistra del mercato all’ aperto (Vernissage, ora e sempre), c’ è ancora il Russkoe Posoboe, la ricostruzione (abbastanza idealizzata) di un villaggio-fortezza russo dei secoli passati, costruito principalmente in legno . Qualcuno ci aveva acceso un fiammifero di troppo o cose del genere (si sospettano i commercianti centroasiatici del mercato vicino, ansiosi di “allargare” i loro spazi espositivi), ma lo stanno ricostruendo presto e bene (fine dei lavori, settembre prossimo) . La gestione è affidata a una società chiamata “il tesoro russo” (russkoe sokròvishe), che si occupa soprattutto della vendita di artigianato e souvenir (di qualità, genuini -niente “made in China”- e non troppo cari), con due grosse eccezioni (a parte una chiesa che, ovviamente, non fa parte della società): un piccolo museo di costumi popolarti, praticamente ancora tutto da fare, e un museo delle favole russe (“Dom Skasòk”, casa delle favole) . Un museo un pò particolare: se non avete bambini, praticamente non ve lo fanno vedere (comunque potete farvene un’ idea su www.Domskasok.Ru . Per altre informazioni: domskasok@rambler.Ru) . E se li avete, non è SOLO un museo . Più che esposizioni, le visite sono “teatralizzazioni” per bambini . L’ idea è far conoscere, attraverso le favole, la cultura, gli usi e le tradizioni di diversi popoli, e le opere di vari scrittori e artisti . Il sistema è una “full immersion” nelle favole, ai confini del gioco di ruolo: fare la parte dei personaggi delle favole, conoscere gli oggetti che si usavano ” a quel tempo”, arnesi, costumi, bambole, anche attraversolibri e illustrazioni . L’ associazione “Dom Skasòk-Jìli Bwìli” (Jily-Bwìli è l’ equivalente del nostro “C’ era(no) una volta”) pubblica anche un giornale (naturalmente “Jìli Bwìly”, naturalmente in russo), e ha partecipato a programmi europei nel suo campo di attività (programma “Hands on ! Europe”, associazione europea dei musei per bambini, ecc.) . Oltre alla sede nel Russkoe Podvòrye, l’ associazione ne ha una alla VVZ-ex-VDNK (metrò VDNK, ovviamente), padiglione 8, e un’ altra vicino al metrò “Ismàilovskaya” (quella nel bosco, tanto per stare in tema): 2a Parkovaya Uliza, Dom 18 . La sede alla VVZ è internazionalista (Non solo fiabe russe -Pushkin incluso-, ma anche Perrault e altre fiabe “estere”) . Quella al Russkoe Podvòrye, molto meno (miti degli antichi slavi, fiabe popolari russe, “bylyny” -da non confondere coi “bliny”, prego- e oggetti del passato russo) . Quella di Ismailovskaya è dedicata a Pinocchio, anzi, “Burattino” (la versione russa, leggermente riveduta e scorretta), ad Andersen, ai Grimm .
Un pò per diffondere la cultura popolare, un pò per fare più soldi, nel museo e nelle sue filiali si possono organizzare feste di capodanno, feste di compleanno e altre feste per bambini, “teatralizzate” anche quelle (vuoi Biancaneve ? “Pojàluista !”), e le troupes dell’ associazione possono andare in scuole, asili, centri vacanze per bambini (quello che resta -e non è pochissimo- delle “colonie” dei pionieri), e “teatralizzare” anche lì . Dato che programmi del genere non si improvvisano per il primo che passa (e che può anche non passare), per andare e vedere bisogna telefonare prima . I numeri sono sul sito internet . Se gli addetti al centralino sanno l’ inglese, non lo sò . L’ italiano…Chissà, nelle favole tutto è possibile…
3: Nonno Gelo abita qui ? Non troppo lontano da Mosca, nell’ Oblast’ (provincia) di Vologda, esattamente nella città di Velìky Ustyùg, fra un sacco di altre cose (boschi, lupi, orsi, chiese, aria buona, neve ecc.), c’ è la casa-madre di Nonno Gelo, il Babbo Natale russo . Nonno Gelo fà quello che deve fare (risponde alle lettere dei bambini, manda e riceve auguri, ecc.), ma non lavora solo d’ inverno . Si può andare lì in qualsiasi periodo e lo si trova . Come minimo potete scrivere una lettera d’ auguri per Capodanno (anche a Ferragosto), e la Ditta lo recapiterà a tempo debito a chi volete voi (l’ idea è così così, ma vuoi mettere, “saluti da Nonno Gelo e da…”) .
Nonno Gelo a parte, Veliky Ustyug è una città antica, non meno antica di Mosca (1147), e come Mosca all’ incrocio di due fiumi, il Sukon e lo Yug . Una via di mezzo fra un museo a cielo aperto e una città-favola . Museo a cielo aperto per le mura, le chiese (18, monasteri compresi), le case dei mercanti, i musei, insomma, poco o niente da invidiare alle città dell’ Anello d’ Oro . Il tutto circondato da boschi, acque, orsi,linci, alci, cinghiali, lupi, uccelli e via animando (e pesci, ovvio) . Città fiaba perchè…L’ abbiamo detto . Non è necessario raccapezzarsi con “elektrichky” e autobus di linea per arrivare a Veliky Ustyug (anche se è possibile, specialmente se vi raccapezzate col russo) . Per informazioni su escursioni e altre attrattive del posto, vedere severgrad.Com (e-mail: manager@severgrad.Com, o info@severgrad.Com) . Tra parentesi, l’ agenzia Severograd ha un ufficio anche a Mosca, ma l’ indirizzo è su internet (tel./fax, Mosca 186 60 91) . Per informazioni dall’ ufficio turistico della città: adm_vv_ec@vologda.Ru . 4: La shunghite (no, non è una malattia…) In Russia, molto più che altrove, è facile trovare fiere-mercato (vìstavk-yàrmarki) di articoli fatti con minerali, ambra e pietre dure, non necessariamente trovabili in gioielleria (anzi, lì potete anche non metterci piede) . Non solo . Gli articoli “samozvièty” (ossia quelli di cui sopra) non si vendono solo per la loro bellezza (che pure c’ è, eccome . Specialmente i quadri fatti con pietre e ambra di diversi colori, tipo mosaico) . Si possono trovare pietre per ogni segno zodiacale, per esempio, ossidiana per gli acquari, e non solo (portachiavi, orecchini, collane, scegliete voi), e in genere per ogni esigenza: salute, affari, armonia domestica, ecc. (e anche le pietre per la salute sono specializzate: nervi, pressione e così via) . Attenzione, non si stà parlando di bancarelle post-hippy on the road, e tanto meno di “zigàny” (zingari) . Tutto molto più rispettabile, al limite della scienza . In genere, chi vende questi articoli ve ne può parlare con la stessa tranquillità, competenza e precisione con cui un ottico vi parlerà delle diverse lenti, polarizzate, antiriflesso, ecc. E molto spesso la stessa competenza è propria degli aquirenti, così nascono interessanti discussioni fra professionisti o quasi, tipo quella del venditore di bacchette magiche in “Harry Potter” . Non manca una vasta letteratura sull’ argomento, e non a livello “new age” . Qui la cosa è seria . Un discorso a parte merita la shunghite (a proposito, se sentite parlare di “nefrite” non preoccupatevi, non è una diagnosi: è il nome russo della giada) . Anche perchè, a differenza delle altre pietre, esiste soltanto in Russia (anzi, soltanto in Carelia, fra “Piter” e il confine finlandese, forse anche un pò più in là, ma poca roba), ed è l’ unica che può essere interessata a scopi indiscutibilmente “pratici” (filtri dell’ acqua per rubinetti e cose del genere) . E’ una pietra nera lucida, più simile all’ ossidiana che al carbone, e oltre a sostituire degnamente il carbone nei filtri suddetti, può servire a diverse altre cose . Se vi piace l’ estetica, la trovate in piramidi (concessione alla new age), in icone o in altre forme ancora, ma anche senza queste raffinatezze, può essere utile: in piastrine per assorbire le radiazioni dei telefonini (il difficile è fissarla agli stessi, o peggio ancora infilarla nella custodia trasparente, se ne usate una), o anche dei monitor dei computer (saranno low emission, ma non si sà mai…), e allora basta tenerle in tasca . O anche in cuscini per il mal di schiena (tipo cinture elastiche imbottite, da indossare sotto i vestiti) . In tal caso, ovvio, la shunghite, in polvere o in ciottoli, và a fare da imbottitura, DENTRO il cuscino . Vìstavky-yarmarki a parte, ci sono negozi che vendono ANCHE articoli in shunghite (ma pochi) o SOLO articoli in shunghite o quasi (anche meno) . Quello che conosco io è in zona metrò Piervomàyskaya, 10a Parkovaya Uliza . Un palazzo bianco, qualche gradino a salire e una pensilina vecchio stile all’ ingresso, targhe varie vicino al portone . Il negozio è dentro, primo corridoio a destra, sempre dritto . Problema: non sò se sanno l’ inglese…
5: Museo delle cere a Mosca .
Se volete farvi un corso accelerato di storia russa (per approfondire ci sono altri indirizzi), potete fare un slto a Prospekt Mira, dom 25 . 150 personaggi, da Vladimir Sole Rosso, l’ evangelizzatore della Rus di Kiev (987) a Vladimir Vladimirovic Putin . Un museo delle cere a Mosca c’ era anche prima, da 15 anni, ma non aveva una sede definitiva . Ora ce l’ ha .