Mosaico del Sudafrica in 3500 chilometri di parte 3

Tra Capo di Buona Speranza, Cape Vidal, i big five, foche e balene
Scritto da: mokina
mosaico del sudafrica in 3500 chilometri di parte 3
Partenza il: 04/08/2016
Ritorno il: 23/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Ecco tutti i dettagli (ma proprio tutti!). PARTE III° : IL RACCONTO GIORNALIERO

5/8 = dopo un lungo viaggio di 10 ore da Dubai, atterriamo a Cape Town in perfetto orario e, dopo una dogana a tempo di record (non penso di averci messo più di una decina di minuti), ci dirigiamo al nastro bagagli. Prima sorpresa sgradevole: niente valige, sono rimaste a Dubai per via del caos provocato dalla chiusura dell’aeroporto il giono 2/8 per l’aereo incendiato.

Cominciamo bene; è la prima volta in 20 anni di viaggi, ma c’è sempre anche quella.

Compiliamo i moduli sperando in una consegna rapida e ci dirigiamo fuori dove ci aspetta il taxi inviato dalla guest house: 20 minuti e siamo nella nostra bella camera n.1 del Brenwin, ottimo B&B vicino al waterfront.

Primo giro a piedi del porto e cena all’OCEAN BASKET, una catena di ristoranti di pesce che ci accompagnerà per la vacanza (373 R in due).

6/8= dopo una bella colazione torniamo al waterfront per prenotare ROBBEN ISLAND, l’isola-carcere di Mandela ma, seconda delusione, la prima data disponibile dopo 5 giorni e quindi salta.

Lì vicino c’è il capolinea del SIGHTSEEN TOUR, il famoso bus rosso dove si sale e scende a piacere, così compriamo i biglietti (2 giorni + crociera baia = 580 R in due).

Altra delusione: la teleferica per la TABLE MOUNTAIN è chiusa per manutenzione e riapre l’8, il nostro ultimo giorno in città ed il bus salta la fermata.

Accipicchia, tre disguidi in fila per una pianificatrice seriale sono davvero troppi; la prendo comunque con filosofia (siamo in vacanza dopottutto!) e decidiamo di chiedere ad un taxi di portarci dalla partenza della teleferica (300 R and./rit). per vedere il panorama della città.

Sinceramente non ne vale la pena: il sentiero per salire a piedi pare sia lungo ed impervio (poi confermato da qualcuno che lo ha fatto), quindi rinunciamo, scattiamo un paio di foto e torniamo alla fermata del bus.

L’autobus ha 4 linee: la rossa, la blu, la gialla e la viola e copre tutto quanto visitabile in zona.

Incominciamo dalla rossa, prima sosta SIGNAL HILL, la collina proprio affianco alla table mountain zona di pic nic e sentieri.

La strada panoramica (sedetevi a sinistra) si arrampica sui tornanti della collina e la vista della città dall’alto permette di scattare bellissime foto della baia.

Seconda sosta LONG STREET, la via centrale dei backpackers: molti locali carini ed un bel mercatino etnico, GREEN MARKET SQUARE, dove facciamo qualche compera.

Risaliti, la seconda fermata è CAMPS BAY, sulla costa; facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia, fotografiamo i 12 APOSTOLI (picchi di granito alle spalle del mare) e mangiamo un’ottima pizza e focaccina al PRIMO PIATTO (10 euro a testa).

Devo dire che la pizza è sempre stata un’ottima variante alla carne ed al pesce e la abbiamo trovata sempre molto buona, spesso cucinata nel forno a legna.

Riprendiamo il bus che rientra in citta lungo la costiera (più ti avvicini e più si notano palazzi lussuosi e viali alberati: qui vivono i ricchi sudafricani) e decidiamo di prendere la barca che effettua il giro nella baia per vedere la colonia di foche (compresa nel biglietto del bus, partenza molo dietro l’acquario ogni mezz’ora).

La crociera è piacevole e le foche davvero buffe: nuotano con la pinna alzata come una bandiera e dormono beatamente nei copertoni appesi ai moli.

Un giro al FOOD MARKET merita davvero: è un capannone con corner mangerecci di ogni tipo, dal gelato ai formaggi e ci fermiamo a chiacchiera con un ragazzo italiano che vive lì e prepara cannoncini & c.

Poi, nel centro commerciale vero e proprio (primo ingresso, ce ne è più di uno) compriamo la presa per la corrente ed una torcia nel negozio che vende tutto per il safari e cerchiamo la libreria per l’acquisto di una mappa stradale (7 euro).

Torniamo in albergo per una doccia e per controllare se sono arrivate le valigie, ma la ragazza della reception ci informa che, non solo non sono arrivate, ma ha provato a chiamare parecchie volte l’aeroporto senza che nessuno rispondesse.

Un cambio lo abbiamo nello zaino, pertanto possiamo attendere ancora un giorno, poi possiamo pensare di andare direttamente là.

Per cena scegliamo il SEVRUGA RESTORANT (sempre sul porto) perché da fuori ci fa una bella impressione ed è pieno di gente; mangiamo due ottimi antipasti, il primo ed il dessert, acqua e calice di vino e spendiamo 20 euro a testa (più che onesto visto il posto ed il servizio).

Siamo rientrati da 10 minuti e sentiamo bussare alla porta: sono le valigie, evviva!

7/8= oggi è domenica, c’è meno traffico e molti negozi non aprono. Prima commissione il ritiro dell’auto; prendiamo un taxi ed in 10 min. siamo arrivati. (il rent è nella zona del quartiere arabo sulla strada per la Table mountain, facile da individuare).

Ritirata la piccola KIA PICANTO (6 gg:110 euro con tutte le assicurazioni) ci rendiamo subito conto che il bagaglio è un po’ piccolo, ma non avendo con noi le valigie incrociamo le dita e speriamo: vedremo di incastrarle bene.

La parcheggiamo proprio davanti alla guest house ( la avremmo potuta prendere anche da domani, oggi non ci serve) e prendiamo la linea blu del nostro bus rosso destinazione giardini botanici; paghiamo l’ingresso di 55 R a testa ed incominciamo la visita di questo splendido parco pieno di piante, fiori e panchine di sosta per ammirare lo splendido paesaggio, visto che si trovano in una zona fuori città un po’ collinare.(volendo si possono portare i panini per il pic nic).

La visita dura circa un paio di ore, poi riprendiamo la blu fino all’incrocio con la linea viola, quella che effettua un tour per le cantine vinicole di CONSTANTIA,seconda meta di oggi: vogliamo infatti visitare la cantina Groot (traduzione= GRANDE) per la precisione, una delle più antiche della zona.

Arriviamo all’ora di pranzo, pertanto ci fermiamo al primo ristorante che si incontra entrando e spendiamo 10 euro a testa per due ottimi burgher con calice di bianco; proseguiamo con la visita dell’antica casa (30 R a testa) e della cantina (guidata, con degustazione di 2 buoni bianchi e 3 rossi=55R a testa). Il vino sudafricano è buono, a mio gusto trovo migliori i bianchi (chardonnay e sauvignon) dei rossi (merlot, pinot ed il locale pinotage); comunque per una buona bottiglia di “riserva” si spendono anche 25 euro.

Torniamo con la linea viola fino alla fermata della blu e rientriamo in città dalla costa (il percorso di rientro è uguale alla linea rossa).

Cena di pesce (ottima= 510 R in due) al DEN ANKER (sempre sulla baia in zona torre orologio), locale a vetrate con splendida vista.

8/8= altra giornata meravigliosa, quindi affrontiamo il Capo di Buona Speranza iniziando dalla costiera panoramica; prendiamo la solita strada verso sud che ormai conosciamo a memoria e ci fermiamo ad HOUT BAY per una breve visita al porticciolo (da qui, volendo, partono le barche che ti fanno fare il giro nella baia per veder le foche) ed alla bella spiaggia con le dune.

Poco più avanti inizia la famosa strada panoramica CHAPMAN’S PEAK DRIVE (50 R) con vedute sull’oceano davvero mozzafiato; arrivati all’ingresso del parco di CAPE POINT, paghiamo i 125 R a persona e seguiamo le indicazioni per GOOD HOPE, prima sosta del nostro giro di oggi.

Foto allo struzzo che pascola indisturbato ed all’insegna di legno con latitudine e longitudine della pericolosa penisola (ricordo che il punto più a sud sarà CAPO AGHULAS, più avanti sulla costa) dove tante navi naufragarono per i venti e le tempeste prima dell’apertura del canale di Suez che cambiò la rotta mercantile.

Sulla sinistra della spiaggia prendiamo il sentiero che sale per fare un paio di foto anche dall’alto e scopriamo degli animaletti carinissimi, le procavie (una vaga somiglianza con le marmotte) che non hanno affatto paura e si lasciano avvicinare e fotografare.

Proseguiamo in direzione sud, e dopo 10 minuti di strada arriviamo al famoso faro, posto a 200 metri sopra la collina; non abbiamo voglia di fare la strada a piedi in salita, pertanto prendiamo la monorotaia che con 58 R a testa (A/R) ci porta in cima.

La vista a 360 gradi sugli oceani è spettacolare e si sta benissimo solo con la felpa; dopo una breve passeggiata e le foto di rito, prendiamo l’auto e ci dirigiamo a BOULDER’S BEACH per vedere i pinguini (ingresso 60 R).

La passerella di legno posta sulla spiaggia permette di vedere i nidi e la colonia di questi buffi animali che paiono quasi “fuori luogo” in una realtà così poco selvaggia come questa parte della regione.

Ormai si è fatta l’ora di pranzo e ci dirigiamo a SIMON’S TOWN per cercare il Cafè Penguino, locale consigliataci da una guida del posto con avi italiani; arriviamo in centro senza vederlo (ci dicono poi che era un po’ fuori), quindi optiamo per un localino che ci incuriosisce, il MEETING PLACE.

Da fuori pare un negozio di oggettistica, ma in realtà è anche un posto dove si può bere o mangiare qualcosa; prendiamo un’insalata di tonno, una quiche di verdure, dolce e caffè e spendiamo 220 R in due.

Ultima tappa di oggi: MUIZBERG, graziosa località balneare famosa nei primi del 900 per le sue colorate cabine in legno (molto carine, ma pensavo di trovarne di più).

Sempre a proposito di case colorate, rientrati a Citta del Capo dall’autostrada, ci dirigiamo nel quartiere musulmano di BO-KAP; il quartiere è davvero carino e le case colorate molto fotogeniche.

Oggi riapre anche la funicolare e siamo tentati di salirci; casualmente veniamo a sapere che c’è una fila pazzesca in quanto è la festa della donna e sono tutti in vacanza, quindi desistiamo.

Cena al famoso PANAMA JACKS, ristorante aperto nei conteiner del porto commerciale, davvero insolito e con menù di pesce freschissimo; bisogna andarci assolutamente in taxi, impossibile arrivarci da soli (gamberi e calamari fritti a 310 R a testa).

9/8= alle 8 siamo già fuori dall’albergo destinazione FRANSHOEK;imbocchiamo la N2 con indicazioni PEARL e dopo circa 40 min. prendiamo per la R45 per andare a visitare la cantina caldamente consigliata dalla padrona della precedente guest house, la BABYLONSTOREN.

Paghiamo 10 R di ingresso e ci danno una cartina della tenuta, dicendo che possiamo girare liberamente; mi fermo ad accarezzare gli asinelli, compro i biscotti cotti nell’antico forno a legna e visito gli orti ed i campi coltivati a frutta passando da bei viali ombreggiati.

Davvero una bellissima tenuta: più che una cantina vera e propria la paragonerei ad una grande fattoria.

Proseguiamo poi per Franshoek, davvero piccolo e carino, con un’unica strada principale piena di locali e negozietti; il giro non dura più di un’oretta, quindi di nuovo in macchina per STELLEMBOSH, percorrendo una strada ricca di vigneti e cantine vinicole.

La città universitaria non ci dice granchè, quindi giusto un giro per il centro e una sosta per un boccone e partiamo con direzione STRAND, approfittandone dell’ennesima bella giornata che ci invoglia ad arrivare ad HERMANUS percorrendo la panoramica strada costiera.(mi faccio i complimenti da sola per quanto sono metereologicamente fortunata poiché con il sole è davvero tutto più bello!).

La costa è davvero una meraviglia e ci ricorda vagamente qualche paesaggio delle isole greche; prima sosta, la GORDON’S BAY, porticciolo turistico, per un caffè poi la BETTY’S BAY per le dune di sabbia ed i pinguini.

In 80 km.siamo ad Hermanus: la guest house (DORPSHUYS) la troviamo un po’ a fatica e dobbiamo telefonare per farci dare le indicazioni (in realtà la zona residenziale non è così difficile da raggiungere, bisogna solo fare attenzione che i nomi dei viali alberati sono scritti in basso sul marciapiede).

La bella villa ha camere a quattro stelle ed il gentile proprietario ci chiede subito se vogliamo prenotare la crociera per vedere le balene per il giorno successivo; alla nostra risposta affermativa inizia subito a telefonare e ci conferma il tour delle 14 con la compagnia THE WHALE WATCHERS (700R a testa).

Ci chiede se vogliamo anche prenotare un tavolo per la cena in uno dei ristoranti del centro, ma noi preferiamo recarci sul posto a dare un occhio, tanto abbiamo intenzione di cenare presto.

Il centro è a circa 15 minuti a piedi, ormai sono le 18, ma in giro non vediamo molte persone ed i negozi sono tutti chiusi; ci fermiamo a cena da Fabio, ristorante italiano consigliato dai nostri padroni di casa.

Ottima la bruschetta e la pizza, così come gli spaghetti alla puttanesca serviti nella padella di ferro (forse la qualità della pasta di un grano non troppo duro…): conto più che onesto (340 R in due), tenendo conto che, spesso, all’estero i locali italiani sono sempre i più cari.

10/8= dopo un’abbondante colazione a base di muffin, yogurt e uova con il bacon che mio marito ricorda ancora, prendiamo il sentiero delle balene poco distante.

Il sentiero è lungo 10 km, ma il proprietario della guest house ci ha sconsigliato il pezzo dal centro paese verso destra e ci ha consigliato di prendere il sentiero partendo dalla casa e guardando il mare a sinistra.

Dopo 10 minuti dobbiamo togliere la felpa: oggi, qui sul mare, ci saranno almeno 25 C°, ma niente balene; visto che sarebbe comunque troppo lungo percorrerne anche solo la metà del percorso a piedi, dopo un paio d’ore di cammino torniamo in albergo a prendere l’auto e facciamo un giro in paese per cambiare i soldi e bere un caffè in un grazioso locale dal gusto retrò.

Percorriamo quindi tutta la baia (lasciando il mare a destra) in macchina fino alla foce del fiume: scattiamo qualche foto, cerchiamo le balene con il cannocchiale (niente!) poi ci fermiamo di nuovo poco più avanti alla bella spiaggia di dune dove vediamo un grazioso localino con tavoli all’aperto sotto un grande albero (DUTCH CAFE’). Il locale è pieno di turisti che pranzano guardando il mare e, detto fatto, ci sediamo anche noi : che bello mangiare guardando la sabbia e le onde, sembra la gita di Pasquetta!

Ordiniamo un burgher e delle ottime polpette di pesce, le FISHCAKE (con i soliti 10 euro a testa) e poi di corsa al molo dove ci aspetta la barca: forse riusciremo a vedere le balene.

Il molo è completamente dall’altro lato del paese rispetto a dove siamo ora, chiediamo e ci danno le solite indicazioni sbagliate (non per cattiveria, ma perché non lo sanno) e finalmente un ragazzo ci indica la strada giusta: siamo in perfetto orario per il briefing.

La barca non è molto grande, ma è un catamarano, pertanto stabile, anche se oggi il mare è davvero calmo e non è nemmeno affollata (non saremo più di una ventina di persone):prendo posto all’interno, vicino al parapetto piuttosto che salire sul piano superiore decisamente più ventilato.

Subito vedo un delfino nuotare poco distante, poi avvistiamo una balena con il suo cucciolo: la barca si avvicina (ma non troppo, per non disturbarla) e iniziamo a fotografarla.

Poi è la volta di una placida foca ed ancora due balene che fanno sentire il loro respiro dal getto di acqua sopra la testa: un’esperienza davvero emozionante!

Il tempo passa in fretta, sono ormai le 17 e il catamarano rientra in porto; se non avessimo fatto questa gita non le avremmo proprio viste poiché si trovavano lontano dal sentiero costiero.

Purtroppo ci hanno raccontato che il loro numero è decisamente diminuito con il passare degli anni e, in questi tempi, si fa più fatica ad avvistarle dalla costa.

Tornati in paese sosta gelato da DOLCEMANIA: il cono è squisito ed il prezzo molto italiano (30 R).

Concludiamo la bella giornata con un altro pezzo di passeggiata sul sentiero delle balene godendoci il bel tramonto; cena alla pizzeria COL’CACCHIO (la pizza è sempre la pizza!).

11/8=questa mattina percorriamo la costiera fino a STENTON, grazioso paese sul mare e poi deviamo verso BREDASDORP per raggiungere il parco THE HOOP.

Arrivati al paese, notiamo le indicazioni per CAPE AGHULAS, il famoso punto più meridionale dell’Africa, pertanto decidiamo di andare subito a vederlo, vista la bella giornata di sole (in realtà il tempo è stato lo “spauracchio” di tutta la vacanza, del tipo FACCIAMOLOADESSOCHEPOIPUOCAMBIARE).

Dopo un quarto d’ora arriviamo al faro del capo dove vediamo sulla cima delle persone intente a scrutare il mare; decidiamo di andare prima a visitare il punto in cui si uniscono i due oceani, INDIANO e ATLANTICO e lasciare la visita del faro ad un secondo tempo.

Proseguiamo quindi per la strada sterrata che ci porta, dopo aver percorso circa un kilometro, al parcheggio del punto panoramico: scattiamo le solite foto ricordo sulla spiaggia e torniamo al faro, costruito nel lontano 1806.

Visitiamo il museo e paghiamo i 30R a testa per poterci salire da una serie di ripide scale di legno: la vista è davvero a 360 gradi sulla costa, famosa pure lei per i numerossissimi naufragi (pare che siano morte più di 2500 persone).

Prima di uscire chiediamo una cartina della zona all’INFORMATION POINT e la gentile signora ci regala una mappa e ci spiega la strada per raggiungere il parco.

Ripercorriamo i 26 km.che ci separano da Bredasdorp e ci fermiamo in banca a cambiare i soldi e ad un take away con quattro tavoli all’aperto dove mangiamo con 4 euro in due (fish&chips ed una coca grande).

Seguendo la cartina stradale raggiungiamo dopo 10 kilometri la strada sterrata direzione THE HOOP: la strada è in buone condizioni ed è un susseguirsi di sali e scendi su perfette colline tondeggianti coltivate, formate da immensi campi di fiori gialli di colza e pascoli di mucche, un paesaggio molto simile alle nostre colline toscane.

Lasciata la deviazione del parco sulla destra, proseguiamo ancora un ventina di minuti fino al bivio con l’indicazione sulla sinistra della POTTEBERG G.H.(750 R a notte, contanti).

La fattoria in cima alla colina è bellissima, quasi una villa, ed imboccato il sentiero una cinquantina di oche starnazzanti ci danno il benvenuto; non c’è nessuno in giro, ma una volta parcheggiata l’auto noto un cartello di benvenuto con il mio nome su una porta verde.

Entriamo ed ammiriamo l’appartamento: è davvero grande e dotato di ogni confort.

Poco dopo ci raggiunge Saartje la proprietaria, che ci dà il benvenuto, ci ricorda l’orario della cena e ci suggerisce di raggiungere il parco, visto la giornata meravigliosa e poco ventilata.

Torniamo indietro un pezzetto, prendiamo la deviazione e paghiamo i 40 R a testa per l’ingresso del parco: vediamo subito qualche erbivoro pascolare, ma la nostra meta è la spiaggia di bianche dune.

Dopo una mezz’oretta arriviamo al parcheggio, cambiamo le scarpe chiuse con un paio di sandali comodi e ci apprestiamo a scalare subito la prima duna alta almeno 20 metri.

In cima si apre uno spettacolo meraviglioso: da una parte l’immensa spiaggia deserta a perdita d’occhio e, davanti a noi, le balene che saltano dall’acqua!

Ci sediamo e ci perdiamo nello spettacolo insieme a qualche altro turista (pochi per la verità); il tempo passa in fretta e a malincuore lasciamo la duna di soffice borotalco per percorrere un pezzo del sentiero che si apre sulla sinistra e costeggia la costa, passando dalle numerose calette di acqua trasparente.

Il sentiero è bellissimo, ma gli occhi sono costantemente al mare: lo spettacolo delle numerose balene danzanti è qualcosa di unico, inspiegabile a parole.

Solo quanto vedo oggi vale il viaggio in Sudafrica!

Attendiamo il tramonto per vedere i colori meravigliosi del sole che cala e poi rientriamo in guest house; alle 7 arriva la padrona di casa con un vassoio carico di squisitezze e finalmente assaggiamo una vera cena sudafricana a base di vari tipi di verdure, il babootie (pasticcio di carne) ed un pudding tiepido con crema inglese, tutto squisito.(prezzo cena 200 R a testa).

12/8= dopo la colazione preparata con il latte fresco trovato nel frigorifero ed i biscotti con il nescaffè delle nostre provviste basilari che ci accompagnano in viaggio (quella che definisco “la scorta di sopravvivenza”) salutiamo e torniamo in paese perché vogliamo lavare l’auto.

Anche se facciamo fatica a trovare il lavaggio (rigorosamente a mano) sotto il parcheggio del supermercato (chiediamo a tre persone ed ognuno ci dice un posto diverso) alla fine riusciamo nell’intento e con 70 R l’auto è come nuova.

Ci dirigiamo ad ARNISTON dove si possono visitare delle grotte marine (noi bypassiamo) e si fotografano le famose casette bianche dai tetti di paglia che ricordano le antiche case olandesi e poi proseguiamo verso nord (seguire CALEDON), per andare a prendere la N2 direzione Cape T.(sono circa 70 km.)

Trovare il FRITZ HOTEL non è facilissimo, ma noi scegliamo la scorciatoia di chiedere ad un taxista di accompagnarci dietro compenso, così lui telefona, si fa dare le indicazioni e noi lo seguiamo con la nostra auto.

L’hotel è situato in down town, in una piccola vietta a senso unico molto tranquilla (10 min.a piedi dalla Long Street); parcheggiamo l’auto proprio davanti e lasciamo i bagagli in camera.

La camera è posta su un ballatoio in legno (sembra una vecchia casa coloniale), è grande, ha il bagno open sulla camera (solo un separè a dividere vasca e lavandino) ed il servizio in un piccolissimo ripostiglio.

Usciamo e ci fermiamo subito da NANDO’S, la famosa catena di cucina di pollo, dove prendiamo due pita ripiene con patatine e coca per 70 R a testa poi a piedi lungo la Long street e vie limitrofe per un ultimo giro della città; oggi c’è in giro qualche nuvola e, la table mountain è coperta.

E’ proprio destino che non riesca a salire con la teleferica!

Per la cena abbiamo prenotato al CHALK & CORK, un posto carinissimo vicino al nostro albergo trovato per caso: la cena si rivela davvero buona (435 R in due per due antipasti, due secondi ed un dolce).

13/8= sveglia all’alba per recarci in aeroporto (volo per DURBAN ore 9,30 KULULA AIRL.50 euro a testa): in realtà dall’hotel le indicazioni sono chiarissime ed arriviamo in soli 15 min.percorrendo la solita N2.

Lasciamo l’auto (dovete seguire le indicazioni RETURN CAR), ci fermiamo a colazione ed attendiamo l’orario dell’imbarco dopo aver sbrigato tutte le formalità del caso; volo tranquillo di circa 2 ore.

Ci rechiamo allaTempest per il ritiro dell’auto, lamentandoci un po’ che nella prima noleggiata, due piccoli bagagli proprio non ci stavano nel baule; il gentile signore ci porta al parcheggio e ci fa scegliere una di quelle a disposizione.

La scelta cade sulla MICRA, categoria superiore, ma il tipo ci dice che non pagheremo supplementi rispetto all’utilitaria; chiediamo anche il navigatore e partiamo.

Prendiamo la N2 per recarci a S.LUCIA e, dopo soli 60 km, il tom tom si spegne e non si riaccende; armeggiamo un po’ con il filo di ricarica e, non sapendo che pesci pigliare, lo colleghiamo con la nostra power bank.

Si riaccende prontamente (meno male che lo abbiamo portato) e chiamiamo il noleggiatore per farcelo sostituire; alla richiesta di tornare indietro, desistiamo e decidiamo di tenerlo così, vorrà dire che terremo la power sempre carica per poterlo utilizzare.

Dopo almeno 3 caselli, 60 R di spesa e un brutto incidente, ci fermiamo in un’area di sosta per mangiare qualcosa e comprare una colla per la guarnizione del vetro che con la velocità sbatte e dà noia.(il WIMPY è sempre una garanzia: due ottimi sandwiches A 100 R in due).

Altri 100 km. Ed arriviamo a S.LUCIA (da Durban dista 220 km.); troviamo facilmente il nostro BRIDGE APPARTMENT, proprio in centro e ci sistemiamo nel bilocale posto al piano terra con posto auto proprio davanti alla porta (è un complesso di appartamenti stile condominio, chiusi da un cancello automatico).

L’appartamento n.62 (BOOKING) è grande e confortevole, forse un po’ vecchiotto, ma per un paio di notti va bene (47 EURO a notte); usciamo subito alla ricerca dell’agenzia per prenotare l’HYPPO E CROCCO TOUR per domani mattina (ore 7,15-220 R a testa), spesa allo SPAR per la colazione e poi ci godiamo uno splendido tramonto sul fiume di un rosso abbagliante.

Per la cena abbiamo proprio di fianco ai nostri condomini il famoso ALFREDO, pertanto questa volta la cucina di casa è chiusa; Alfredo è molto simpatico, viene al tavolo a salutarci ed a prendere l’ordinazione e ci offre un limoncello a fine pasto (spesa 385 R in due, ottima la pasta e la pizza).

Di solito all’estero non usiamo cenare nei ristoranti italiani perché sempre più cari e non sempre di qualità, ma in Sudafrica ci sono molti italiani trasferiti ed è l’eccezione che non conferma la regola, quindi un po’ dei nostri piatti varia sensibilmente il limitato menù locale di pesce o carne.

14/8= colazione veloce perché alle 7 ci dobbiamo trovare all’imbarcadero, passato il ponte sulla destra e dobbiamo raggiungerlo con l’auto perché non è lontano, ma a piedi non è fattibile.

Siamo solo noi ed una famiglia spagnola con la guida che manovra una sorta di gommone piatto; l’aria è parecchio frizzante e la felpa sola non basta, serve anche un giubbotto ed il foulard.

Iniziamo la navigazione sulla foce del fiume ed incontriamo subito un grosso gruppo di ippopotami immobili nell’acqua, 8 femmine ed un maschio; la guida si avvicina il più possibile, mantenendo però una distanza di sicurezza (ci aveva già raccomandato di non fare rumori molesti o spostamenti in massa da una parte all’altra della barca) perché gli ippopotami non sono animali tranquilli, anzi, forse quelli che attaccano di più se disturbati.

Ci spiega infatti che il fiume è percorribile con il gommone lento solo nel primo tratto poiché gli ippopotami presenti si sono ormai abituati all’uomo, mentre più avanti si deve passare a tutta velocità perché gli animali attaccano anche gli scafi.

Il nostro giro prosegue per un paio di ore e vediamo davvero tanti ippo, anche cuccioli e un paio di coccodrilli; soddisfatti salutiamo la guida e ci dirigiamo all’ingresso est del SIMANGALISO WETLAND PARK (ingresso 70 R a testa + 5 per la mappa, massimo 120 ingressi giornalieri).

La giornata è talmente bella che meriterebbe di portare un pic nic per mangiare sulla bella spiaggia di CAPO VIDAL, ma visto che vogliamo uscire per l’ora di pranzo per raggiungere anche il lato ovest del parco (sempre a pagamento:stessa cifra), tanto vale mangiare qualcosa all’OCEAN BASKET.

Appena entrati percorriamo tutti i vari loop che incontriamo a destra e a sinistra (segnalo il MISSION ROCK con un bel belvedere sulla collina dove si ammira tutta la vasta piana degli erbivori) dove vediamo facoceri, babbuini, zebre ed il primo dei BIG FIVE, il rinoceronte.

Arrivati alla lunga spiaggia di CAPE VIDAL (proprio quella della pubblicità del famoso bagnoschiuma) ci rilassiamo con una bella passeggiata sul bagnasciuga, con i piedi a mollo (l’acqua è freschina, ma piacevole).

Ripercorriamo velocemente la strada a ritroso e, usciti dal parco, andiamo a mangiare qualcosa di veloce all’Ocean (235 R in due); riattraversiamo il ponte degli ippo ed arriviamo all’ingresso ovest del parco.

Ripaghiamo ed entriamo; iniziamo subito a vedere un po’ di erbivori con e senza corna, le solite zebre e, finalmente, le giraffe!

Arriviamo fino al lago e vediamo un paio di rinoceronti, poi scattiamo qualche foto allo splendido tramonto e torniamo verso l’uscita, visto che alle 18 in punto il parco chiude.

Tenete quindi conto che ci vuole una giornata intera per visitarlo tutto: se volete accorciare i tempi, stringete la pausa pranzo ad un panino e fate la crociera sul fiume il giorno prima o dopo.

Cena da Alfredo che ci chiede se abbiamo visto gli elefanti: accipicchia, questi li abbiamo mancati, ma in compenso abbiamo avvistato una coppia di splendide aquile.

15/8= nonostante Alfredo ci avesse consigliato di entrare all’ingresso sud dell’IMFOLZI PARK più vicino a S.Lucia e poi uscire da quello nord il MEMORIAL GATE situato a soli 15 km.dalla nostra destinazione, il piccolo paesino di HLUHLUWE, decidiamo di percorrere la veloce autostrada (75 km.) perché il nostro itinerario prevede due giorni per girarlo e non abbiamo la necessità di accelerare i tempi visitandolo in una sola giornata, come fanno molti turisti che tengono come base S. Lucia.

Se volete accorciare i viaggio guadagnando un paio di giorni da dedicare al Krugher e qui che lo potete fare: calcolate 3 notti a S.LUCIA (1 giornata per il Wetland, 1 per l’infolozi ed 1 fra crociera e spiaggia) e poi rientrate a Durban per volare a Nelspruit.

La nostra scelta però è stata quella di attraversare lo SWAZI in auto, quindi ci avviciniamo fermandoci due notti nell’incantevole HLULALA G.H. nel paese dal nome impronunciabile che tradotto potrebbe assomigliare ad un “sluèslue”.

La guest house è in una piccola via parallela alla strada principale, proprio di fronte all’HOTEL PROTEA; la nostra bella camera con affaccio sulla piscina ha anche un angolo cottura e capiamo subito il perché quando vediamo il paese… non c’è nulla, nemmeno un ristorante!

La ragazza però ci dice che esiste una convenzione per la cena all’hotel di fronte e, la prima sera, è addirittura compresa nel prezzo della camera (60 euro) e ci prenota un tavolo dandoci un vaucher.

Quindi prima tappa al solito SUPERSPAR per comprare i panini-picnic e poi ci dirigiamo all’ingresso del parco Imfolozi che qui si chiama HLUHLUWE PARK (350 R in due + 40 per uno splendido libretto/mappa con le foto e descrizioni di tutti gli animali).

Questo grande e bellissimo parco ha solo due ingressi, il nord ed il sud, ma basta pagare un biglietto giornaliero per poterlo percorrere tutto (considerate circa 80 km): però in una giornata non riuscirete a girarlo in ogni dove quindi o gli dedicate un paio di giorni come abbiamo fatto noi, oppure vi consiglio di vedere la parte sud, più popolosa di animali.

Lasciata la strada principale asfaltata, iniziamo a percorrere le deviazioni sterrate, stando attenti che sul pilastrello dell’incrocio con il numero del sentiero non ci sia la scritta 4×4 perché la nostra piccola Micra non sarebbe in grado di arrampicarsi.

Primo colpo di fortuna: due rinoceronti si sono piazzati in mezzo alla strada e non ci pensano proprio di spostarsi… spegniamo il motore e gli scattiamo un servizio fotografico da matrimonio.

Poi i soliti erbivori di tutti i tipi e un branco di bufali (e siamo a due!); è ora della pappa, quindi sosta nell’area picnic e poi ancora rinoceronti e rinoceronti.

Ma non dovevano essere pochi e difficili da vedere?!

A fine giornata conto decine di avvistamenti di questi maestosi animali e leggo sulla guida che hanno ripopolato il parco con 3500 esemplari: adesso ho capito perché rinoceronti come se piovesse!

La cena all’hotel si rivela deliziosa: posso scegliere fra un antipasto, un piatto principale ed un dessert e il filetto che mi portano è talmente morbido che si taglia anche senza coltello; gente ai tavoli, poca.

Festeggiato il ferragosto!

16/8= altra giornata nel parco; prepariamo i panini e prendiamo l’autostrada (AUTOSTRADA è un eufemismo: strada veloce con tanta gente che chiede l’autostop o vende qualcosa) verso sud direzione S..LUCIA (praticamente …torniamo indietro!).

Oggi percorreremo l’intero parco da sud a nord; appena pagato l’ingresso ecco l’elefante… evviva, è senz’altro di buon auspicio!

Il tempo è un po’ nuvoloso e non fa troppo caldo e incominciamo a percorrere tutte le varie strade alla ricerca di meravigliosi scatti fotografici; anche oggi tante zebre, tantissimi ungulati, giraffe rinoceronti bianchi, ma niente di gattoso.

Dopo pranzo nella solita sosta pic nic chiedendoci se qui, seduti al tavolo, siamo davvero sicuri da animali feroci (è tutto aperto!) ci dirigiamo nel punto indicato sulla cartina con una casina, perché lì si può lasciare l’auto ed entrare in una zona protetta e recintata vicino ad una pozza d’acqua.

Ci sediamo ad aspettare senza fare rumore e presto arriva un’intera famiglia di facoceri ad abbeverarsi; attendiamo ancora un po’, sperando in qualcosa di più grosso, ma non vediamo nulla pertanto proseguiamo direzione nord (l’altro gate è piuttosto lontano ed i tempi di percorrenza sempre lunghi).

Incontriamo una famiglia di babbuini, di scimmie, parecchi bushpig (simili ai facoceri, ma più chiari e piccoli) ed arriviamo in prossimità dell’uscita; vediamo un gruppo di macchine ferme sul ciglio della strada, segnale che stanno guardando qualcosa di interessante.

Ci fermiamo a nostra volta, ma proprio non vedo niente, nemmeno con il binocolo, quindi abbasso il finestrino e chiedo alla macchina davanti a noi. Il signore alla guida mi indica un albero e mi dice di guardare sopra il ramo: è una leonessa solitaria beatamente sdraiata che muove la coda!

Siamo troppo contenti e ce ne andiamo salutando con affetto questo parco davvero meraviglioso ed imperdibile!

Cena col vaucher al Protea hotel (120 R a testa, davvero poco rispetto ai prezzi del menù) un po’ meno buona di ieri perché avevano allestito un buffet per i gruppi appena arrivati (anche uno di italiani bello grosso) e mancavano parecchi piatti di quello alla carta (niente filetto, ma solo entrecot).

17/8= prendiamo la solita N2 direzione PONGOLA e, prima del paese, deviamo sulla destra per la frontiera (è ben indicata da un grosso cartello).

Primo stop, ti scrivono su un foglietto la targa ed il numero di persone, poi si parcheggia e si entra in ufficio per il visto di uscita, infine il controllo passaporti; stessa cosa subito dopo per l’ingresso nello Swazi (in più si pagano 50 R).

Finiti i controlli durati non oltre 10 minuti, si prende la strada per Manzini che è sempre e solo dritta, passando da coltivazioni di canna da zucchero intervallate da piccoli paesi e dalla fabbrica per la produzione nazionale dello zucchero stesso.

Dopo circa tre ore arriviamo in città e ci fermiamo a chiedere info per raggiungere il nostro lodge, il VALLEY VIEW (750 R colazione inclusa) poiché la sim del Sudafrica qui non funziona; la gentile signora chiama per noi e poi ci disegna una mappa per arrivarci, visto che si trova in una zona un pò collinare appena fuori dalla cittadina.

La mappa è perfetta ed in 10 min. siamo lì (non lo avremmo mai trovato!): la camera non è pronta, ma ci da allo stesso prezzo una superior con cucina.

Lasciati i bagagli torniamo in centro; acquistiamo comunque una sim (15 R+50 di ricarica) per eventuali telefonate (oggi è il compleanno del mio papi e non posso mancare gli auguri delle 80 candeline) e mangiamo una buona pizza (è stata spesso la nostra alternativa alla carne) da DONAIRS PIZZA (margherita big+acqua+coca 6 euro in due).

Abbiamo intenzione di trascorrere il pomeriggio nel MLIWANE SANCTUARY RESERV, quindi prendiamo la nuovissima strada a scorrimento veloce R3 direzione MBAMBANA ed usciamo quando vediamo il cartello del parco.

Paghiamo 80 R + 25 della cartina ed iniziamo a girare un po’; le strade sono tutte sterrate e qui davvero servirebbe una 4×4.

Proviamo ad arrampicarci per la collina, ma incontriamo un fuoristrada che scende e ci dice che è meglio non salire con la nostra piccola Micra, causa pendenza e buche a voragine.

Torniamo faticosamente indietro e riusciamo a graffiare le portiere con i rami delle piante; vediamo i soliti erbivori in branco già visti e niente di che, insomma, si poteva anche evitare.

Tornati in città facciamo un giro (qui turisti non ce ne sono proprio ed il paese è un vero paese africano) e ci infiliamo in uno SPAR per fare la spesa per la cena, visto che dove dormiamo noi non c’è proprio nulla.

Compriamo anche il polish ed uno straccio per togliere i graffi alle portiere, anche se abbiamo pagato tutte le assicurazione del caso preferiamo non avere problemi.

Rientrati al lodge, chiediamo la colazione per le 7,30 e approfittiamo della WIFI per controllare il percorso di domani: il Krugher ci attende!

18/8= alla 8 siamo già sulla M3, direzione nord verso la capitale; appena passata, bisogna fare attenzione alla deviazione sulla MR1 uscita PIGGS PEACH che ci porta dritti alla frontiera.

Durate il percorso ci fermiamo ad una bancarella per acquistare alcuni animali in pietra (prezzi molto bassi) ed alle 10,15 sbrighiamo le formalità di uscita dallo Swazi; da qui in poi la strada è tutta in rifacimento/allargamento ed i cantieri stradali rallentano un po’ la nostra marcia.

Dopo un’oretta abbondante arriviamo a MALALANE: vogliamo fare un po’ di spesa e mangiare qualcosa e SPUR (una delle catene sudafricane) ci offre un bel filetto ed un ottimo burgher per 275 R in due.

Un’altra mezz’ora di strada direzione MAPUTO e siamo all’ingresso sud del parco, il BRIDGE GATE e, il nostro lodge, è 200 m.prima sulla sinistra (CROCODILE bridge).

Il campo sul fiume è formato da 7 ampie tende fisse, con tanto di frigo e bagno in muratura, con letto matrimoniale e lettino singolo, davvero spaziose e comode.

Carinissima la piccola piscina, ma meglio ancora la grande cucina con tavolo vista fiume a disposizione degli ospiti con tanto di stoviglie e lavastoviglie; i proprietari alle 18 accendono il barbecue ed il fuoco con le sedie intorno e gli ospiti possono cucinarsi la carne accompagnata dai contorni offerti da loro.

Questo è davvero un posto speciale, che merita una menzione d’onore e ci fa rallegrare di non aver prenotato all’interno del parco, ma qui, il classico posto dove uno desidera tornare!

Ci fermiamo due notti perché il Kruger è stato per noi solo una tappa del Sudafrica e non la tappa principale ed abbiamo già una grande idea per la prossima volta che torneremo.

Lasciati i bagagli ci dirigiamo all’ingresso per prenotare il safari per domani all’alba (partenza alle 5- 388 R a testa) e paghiamo l’entrata per il giro del pomeriggio (275 R a testa + 50 per la mappa); il parco è grande quanto la regione Veneto e per girarlo servirebbe una settimana.

Noi ci limiteremo a vedere la parte sud, quella più ricca di animali e partiamo con un circuito circolare su strada asfaltata.

La prima raccomandazione che vi faccio è di fare molta attenzione all’orario; infatti è un momento essere in ritardo ed il parco chiude alle 18 (ora del buio) con severe multe per i trasgressori.

Ve lo dico perché proprio noi siamo arrivati 5 minuti un ritardo (ci è andata bene), ma ce la siamo vista davvero brutta e ci siamo beccati un bello spavento.

Purtroppo è un attimo sottovalutare le distanze: dovete calcolare, non più di 25 km.all’ora.anche se sulla strada principale si può raggiungere i 50.

Il Krugher da solo vale il viaggio: branchi e mandrie di animali, dai kudu alle zebre, dalle giraffe ai rinoceronti neri, dai leoni ai ghepardi, davvero tanti anche se bisogna andare e cercarli e trascorrere ore e ore in macchina (e, a volte, è pure difficile avvistarli).

Iniziamo con una mandria di bufali, poi una iena nascosta nell’erba, un avvoltoio i soliti erbivori grandi e piccoli (il piccino dalle grandi orecchie che gira solitario è il mio preferito), poi un colpo di fortuna incredibile: vediamo alcune macchine ferme e ci avviciniamo piano.

Incredibile, un branco di leonesse con un solo giovane maschio sono a lato strada e la attraversano guardando nei finestrini: meraviglioso e che foto, da vendere al National Geographic!

Torniamo che ormai è quasi buio (mai più!) e ci prepariamo per la cena; purtroppo oggi non abbiamo comprato la carne, ma un ragazzo inglese ospite della guest house ci regala un filetto tenerissimo che arrostiamo sul barbecue.

La padrona di casa ci ha preparato delle ottime patate arrostite che insieme ad una bottiglia di rosso locale rendono la cena davvero suberba; ci sediamo un po’ a chiacchiera (ma in inglese si fa fatica) intorno al fuoco e poi a nanna perché domani sveglia all’alba.

19/8= ci vestiamo veloci con pile (almeno lo metto una volta!) e sciarpa, laviamo la faccia come i gatti e si parte: la colazione al rientro che è previsto verso le 9.

Ci troviamo all’ingresso del parco con la guida e gli altri 6 passeggeri che, guarda a caso, sono tutti italiani; ci mettiamo la coperta sulle gambe, accendiamo le grosse pile in dotazione e vediamo… tanti occhietti luminosi nascosti nella vegetazione!

La guida ci spiega che se sono blu si tratta di erbivori, gialli felini; inizia a schiarire, fa davvero un freddo becco, e finalmente ci attraversa la strada a tutta velocità un ghepardo con un coniglio in bocca. Naturalmente niente foto: è stato troppo veloce e si è nascosto nella vegetazione.

Proseguiamo fino a quando il ragazzo seduto alla sinistra chiede alla guida di moderare ulteriormente la velocità perché ha visto qualcosa in lontananza; accostiamo e ci fermiamo del tutto in attesa di vedere che cosa succede.

Da lontano, vediamo avvicinarsi una mamma ghepardo (cheeta, leggi ciita il nome in inglese) seguita da due piccoli: vi dico solo che in tutto il parco ce ne sono solo 350 e con questo ho detto tutto.

I cuccioli si avvicinano sempre più ed iniziano a giocare salendo e scendendo da un alberello: ci fermiamo 10 min.buoni ad osservarli e finalmente scattiamo un servizio fotografico completo.

Giriamo per il parco fino alle 9, ma non avvistiamo più nulla: ci manca il leopardo.

Usciti dal gate andiamo un salto a Komatiport (12 km) per fare benzina e comprare la carne per il barbecue di stasera: sulla piazza dello SPAR, fra i numerosi negozi c’è anche una fornitissima macelleria dove si può assaggiare anche dell’ottimo BILTONG (la tipica carne secca) affettato finemente (ottimo nel panino con pomodoro e olio).

Rientrati in tenda ci cambiamo con abiti più leggeri (durante il giorno si arriva sui 27C) e facciamo colazione; giunge l’ora di rientrare nel parco.

Paghiamo l’ingresso e, la prima cosa che vediamo, sono una coppia di ghepardi sdraiati sotto una pianta : oggi ghepardi come se piovesse!

Poco dopo anche una bella leonessa solitaria all’ombra di un grosso cespuglio; è ormai ora di pranzo e per oggi abbiamo deciso che non mangeremo i soliti panini ma ci fermeremo al SEBI LODGE.

All’interno troviamo l’ottima catena MUGGS & BEAN (già provato il loro cappuccino davvero buono) con una veranda con vista spettacolare sul fiume e mangiamo un paio di wraps alle verdure (190 R in due) insieme a degli uccellini dalle bellissime piume azzurre che girano tra i tavoli alla ricerca di cibo.

Il lungo giro del pomeriggio tutto in sterrato, poco ci fa vedere se non qualche elefante.

Usciamo puntuali dal parco e ci godiamo l’ultimo tramonto di pace in questa oasi naturalistica; quanto abbiamo visto a noi è bastato come prima volta ed abbiamo solo un poco il rimpianto di aver mancato il quinto BIG FIVE, il meraviglioso leopardo.

20/8= dopo aver lavato la macchina (dopo gli sterrati è davvero inguardabile) prendiamo la N4 direzione NELSPRUIT, poi una volta usciti si segue SABIE e GRASKOP.

La strada panoramica è bellissima, sembra di essere in montagna con fitti boschi di piante piantate dall’uomo (per la legna); arrivati a Graskop seguiamo per errore le indicazioni per il VALLEY VIEW invece che per il PANORAMA VIEW e ci troviamo in un posto supereconomico da backpachers dove la stanza non è altro che una casetta di legno senza bagno stile capanna attrezzi di LEROY E MERLIN.(effettivamente ci era parso strano vedere tanti giovani in giro).

Torniamo in paese e chiediamo all’ufficio informazioni che finalmente ci indirizza correttamente; il Panorama è un paio di kilometri fuori, ha una zona campeggio,degli appartamenti in boungalow di muratura ed una splendida vista (da qui il nome) sulla vallata sottostante.

La casetta è carina con stanza, cucina attrezzata e bagno, forse un po’ vecchiotto e in stile un po’ discutibile, con le pesanti tende damascate e le pareti affrescate con paesaggi rupestri, ma comunque comodo e pulito (630 R a notte).

Torniamo in paese per il pranzo e proviamo il mitico HANRY’S PANCAKE, il posto più conosciuto di Graskop: qui si mangiano solo pankake salati e dolci e sono la specialità del locale (275 R in due per due con formaggio e pomodoro ed uno con la cioccolata).

Bighelloniamo nei negozietti, un po’ di spesa allo SPAR (stasera pasta con il tonno) e rientriamo nel nostro appartamentino.

21/8= questa mattina la giornata è meravigliosa, ma l’aria frizzantina; dopo una bella colazione prendiamo la R532 direzione BLYDE CANYON e giriamo subito a destra per il primo loop.

Incontriamo THE PINNACLE (10 R), una sorta di torre di roccia che ci dice poco e compriamo una maschera di legno (300 R, ma la vedremo più avanti a 200),poi sosta al GOD’S WINDOW (20 R) dove c’è un bellissimo paesaggio e si fa una passeggiata per il sentiero della RAIN FOREST.

Terza sosta gratuita al WONDER VIEW, altra terrazza con vista; ci fermiamo alle BERLIN FALLS (10 R) per ammirare la cascata, poi dopo 26 km. il sito più bello, le BOURKE’S LUCK POTHOLES (50 R).

Qui c’è una bella area di sosta picnic con tavoli e ombra ed il paesaggio di queste pozze d’acqua davvero suggestivo; anche qui segnalo le bancarelle con merce a prezzi più bassi di tutti gli altri posti.

Proseguiamo per l’ultima tappa del percorso: le THREE RONDAVELS, tre grandi formazioni a forma di panettone con veduta spettacolare sul BLYDE CANYON (40 R).

Rientriamo a Graskop, non prima di una piccola deviazione al paesino di Leroro (davvero africano) ed alle LISBON FALLS (10 R).

Sono le 14 ed è ancora presto, pertanto percorriamo i 25 km. che ci portano a SABIE; purtroppo oggi è domenica ed è tutto chiuso (quel poco che c’è perché rimane meglio Graskop) quindi decidiamo di rientrare fermandoci prima alle MAC MAC POOLS (10 R) un bellissimo posto da picnic (ve l’ho già scritto che il picnic è il loro svago principale) con pozze d’acqua e cascatelle dove ci si può tuffare e poi alle MAC MAC FALLS (10 R) per vedere la cascata (tutte le cascate sono carine, non aspettatevi quelle del Niagara però).

22/8= la vacanza, purtroppo, finisce oggi e questa è la giornata del transfer alla capitale; partiamo con comodo ed impostiamo il navigatore che ci fa percorrere una bella strada a doppia corsia coltivata ad alberi da frutta.

Alle 12,30 consegniamo l’auto in aeroporto e paghiamo il deposito bagagli (80 R a al pezzo) poi prendiamo il treno/metropolitana veloce ma caro (23 euro a testa A/R) che in 15 min.ci porta alla fermata di ROSEBANK, zona tranquilla di centri commerciali. (l’aereo parte alle 22,30).

Mangiamo una pizza davvero buonissima (insisto: forno a legna e sapori italiani veri) da PIZZA E VINO (185 R in due) e poi pomeriggio di shopping (per le fashion addict segnalo il nonomarca DR SHOLL).

Il tempo è bello, ma l’aria davvero frizzantina rispetto a Graskop o al Krugher, dove di giorno era molto più caldo.

Rientrati in aeroporto, recuperiamo i bagagli, poi facciamo vidimare gli scontrini per recuperare l’iva al 14% dello shopping (banchetto davanti al check in QATAR) poi, passata la dogana, cerchiamo l’altro ufficio TAX REFUND che ci rimborsa con carta di credito utilizzabile entro un anno (ci danno anche il pin per poterli prelevare).

Volo di rientro puntuale e tranquillo.

CONSIDERAZIONI FINALI

Non posso che ripetere quanto ci sia piaciuta questa vacanza così varia e così facile da organizzare senza intoppo alcuno; per il tempo quasi primaverile, non è merito mio, ma solo grandissima fortuna perché riconosco che molti luoghi non avrebbero avuto gli stessi impatti emozionali con freddo e pioggia.

A chi dice che questa non è la vera Africa rispondo senz’altro che è vero, ma è una parte dell’Africa che merita senz’altro una visita ed anche più; noi abbiamo già nel cassetto una splendida idea, CASCATE VITTORIA, KRUGHER NORD E MOZAMBICO….ma questo sarà un altro viaggio!

Chiedo venia per la lunghezza del racconto, ma questo con il taccuino di viaggio e l’album fotografico sono le fatiche che manterranno indelebili i miei ricordi nel tempo…

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MOSAICO DEL SUDAFRICA IN 3500 KM.parte 3

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