Mordi e Fuggi in di o dalla Tunisia
In totale abbiamo percorso circa 1000 km in questo tratto d’Africa dove si fondono cultura musulmana e mediterranea, villaggi berberi e beduini, strade polverose e lussureggianti vie, sterminate distese di ulivi e immense steppe ed altopiani rocciosi, il chiasso ed il traffico di Tunisi ed il silenzio assoluto del deserto in cui solo al vento è concesso il privilegio di pregare. Abbiamo attraversato paesaggi dove la terra rossa richiama la pelle rugosa di questo popolo come se tutto fosse fuso in un connubio inscindibile: uomo, terra e animale; un viaggio alla scoperta delle nostre radici, degli usi e costumi di un importante fetta del popolo mediterraneo.
I tasselli che compongono il puzzle del nostro tragitto sono stati : i muli che trainano i carretti, i rifornimenti di gasolio rudimentali, i taxi collettivi, i venditori di peperoncino, i tessitori di tappeti, i vasai, i pastori con prole, i mercati di galli, pecore e pelli di dromedario, i variopinti fruttivendoli, le baguette e le frittelle, il narghilè, il cus-cus, il succo di cedro, i gruppi di bambini che percorrono km per raggiungere le scuole, così come i gruppi di donne col velo che di sera al buio percorrono dalle fabbriche le strade desolate per arrivare al villaggio, il contrasto tra i colori pastello delle facciate delle moschee, sempre ben curate e ben tenute e gli scenari apocalittici da post-guerra delle abitazioni dei villaggi eternamente in costruzione.
Partenza il 06 Gennaio da Milano Malpensa ore 10:00 arrivo a Tunisi ore 12:00. Il primo approccio con la Tunisia non é stato dei migliori: Tunisi è una città molto trafficata, la segnaletica stradale è insufficiente, si guida in maniera sconsiderata ed i pedoni sono dei pericolosi temerari. Meglio muoversi in taxi all’interno della città (prezzo max della corsa 4DT). Per il tour invece fate come noi, noleggiate un auto tramite www.tunisiarentacar.it (115DT) . Convenienza,serietà e cortesia assicurati. Subito fuori l’aeroporto siete già direttamente sulla tangenziale che vi porta all’autostrada (P1) per Sfax.
Per Sousse sono 2 ore di strada ed il tragitto é scorrevole nonostante i perenni lavori. Giunti a destinazione le mura della prima medina che incontriamo ci incuriosiscono, fin’ora questi contesti li avevamo ammirati solo nelle oasi rappresentate nei presepi napoletani. Purtroppo si son fatte le 19:00 e ci sconsigliano di visitarla perché le strette e buie vie brulicano di tipi poco raccomandabili di sera. Arriviamo sul lungomare, e l’aspetto é quello della riviera romagnola anni 70, in una luce ancor più triste vista la stagione invernale.
Albergo La Gondole in linea con il contesto ma tutto sommato economico: 70 DT la stanza doppia. In generale pulito, riscaldato e ordinato ma colazione non proprio invitante. Abbiamo cenato in un ristorante esattamente alle spalle dell’albergo: ottimo il cus-cus, la musica di sottofondo tipica allieta la cena, bello anche l’allestimento del tavolo ad opera di una simpatica cameriera che ci parla del suo fidanzato italiano. 40 DT é stato un buon prezzo se si considerano il numero di birre offerte a Kamel, il receptionist dell’hotel, che é rimasto li al tavolo con noi raccontandoci il suo punto di vista sulla vita tunisina, una testimonianza importante sul fermento di quei giorni. Parla in maniera fluida sia l’inglese che il francese, vorrebbe sposarsi con la sua fidanzata, ma ha bisogno di più soldi, tutto il mondo é paese evidentemente. Al mattino dopo partenza all’alba e risveglio con finestra sul mare: é la prima immagine da desktop che ci vien regalata da questo viaggio. Scattiamo qualche foto in spiaggia, cercando di catturarne i colori insieme al senso di pace di quei panorami. Avrei voglia di farmi una corsetta sul lungomare ma non c’é tempo, il viaggio che ci aspetta é lungo e faticoso.
Il tragitto P12 é scorrevole fino a Kairouan. Una ventina di km dopo Sousse incontriamo un villaggio berbero, il cartello ha la scritta solo in arabo e la nostra cartina nemmeno lo segnala. È composto da una decina di case che si affaccia sulla strada e finalmente vediamo i primi dromedari, carini quelli vivi, un pò meno le teste e le pelli dei loro più sfortunati parenti, appese in bella mostra. Questa zona é piena di insediamenti berberi, Takrouna, 10 km a nord di Sousse é il più famoso. Superiamo Kairouan e la strada….scompare! Ebbene si, lavoro di rifacimento totale delle carreggiate costringono le carovane di viandanti ad attraversare quasi 50 km di cantiere con strade polverose e sterrate e sconsigliabili chioschetti di panini e bibite sul ciglio della stessa. Superato il cantiere il contesto inizia a mutare, la fauna mediterranea fa spazio al terreno più brullo. Fortunatamente lungo la strada si trovano numerosi agenti di polizia a cui spesso ci rivolgiamo per chiedere informazioni e che certo in quel contesto ti rassicurano… Al bivio per Sidi Bou Zid gli agenti ci invitano a deviare per Sbetila dal normale itinerario per raggiungere Gafsa, causa incidente, forse la verità é che per quella città evitano che ci passi il grosso del traffico (turisti soprattutto) a causa di focolai che continuano ad formarsi dopo la morte del giovane laureato che proprio li si é fatto incendiare dicembre scorso per protesta; chissà se immaginava che il suo gesto avrebbe avuto una tale eco. Continuiamo a percorrere una strada ancor più desolata e soprattutto più lunga ma i paesaggi e le immagini che riusciamo a catturare ci compensano della fatica fatta. Giungiamo finalmente a Gafsa dopo aver attraversato decine di villaggi caratteristici e non segnalati sulle cartine convenzionali.
Abbiamo 2 ore di ritardo sulla nostra tabella di marcia per cui attraversiamo senza sosta questo porto di mare nel deserto che ci appare forse la più moderna città che incontriamo, forse addirittura fuori contesto. Siamo molto ansiosi di arrivare a Tozeur, nonostante ciò é impossibile non fermarsi ad ammirare gli infiniti spunti che offre il territorio del Jerid.
Sono le 13:00 e la maestosa porta ci da il benvenuto nel “giardino” che é la nostra vera meta. Siamo a Tozeur, una ridente cittadina dal fascino irresistibile che regala al turista una sensazione di completo distacco dalla realtà. Un iscrizione all’ingresso della città dice “Vedi Tozeur e Rivivi”..ci sembra un motto familiare…
Ci colpiscono subito i colori sgargianti, il senso di pace, le tipiche mattonelle giallastre fatte a mano che formano elaborati disegni geometrici sui muri delle case e ripetuti poi sui tappeti, i datteri, le palme e i caleche: siamo arrivati nell’oasi. Cerchiamo di visitare un tratto del lago di Chott El Jerid per vedere uno dei famosi miraggi, ma ahimè non riusciamo a trovare traccia di specchi d’acqua, allora torniamo in città e ci godiamo il mercato e saliamo al volo su uno dei famosi caleche per un minitour dell’oasi ( se vi minacciano di lasciarvi in mezzo all’oasi se non pagate un supplemento non cedete!). Finito il giro ci godiamo l’atmosfera intima e silenziosa della bellissima medina dove temi gli sguardi curiosi dei locali e se sei fortunato vieni “catturato” da uno di loro che ti conduce, in cambio di una visita al suo negozio, su uno dei tetti delle abitazioni ad ammirare la medina dall’alto. Il nostro albergo è una vera sorpresa Ksar El Jerid, consigliatissimo (Prezzo 120 DT). Consigliamo vivamente di fare base qui per eventuali tour nel deserto, l’albergo fornisce anche l’aggancio a diversi tour operators locali che organizzano ogni genere di avventura nel deserto. Io avrei voglia di vedere i luoghi del film guerre stellari attraversando la strada sterrata a metà del tragitto per Nefta ma è troppo tardi ormai, facciamo un giro veloce a Nefta (che ha tutto l’aspetto di una città di confine) e torniamo a Tozeur a mangiare al ristorante Le Minaret: zuppa di legumi, carni e cereali, cus-cus e coca cola (niente alcool da queste parti) alla modica cifra di 17 DT. Davvero carino e curato.
All’alba del giorno dopo ripartiamo malinconici con la promessa di tornare atterrando direttamente nel piccolo aeroporto locale per visitare tutto il sud. Nel viaggio di ritorno per Kairouan siamo più rilassati e facciamo molte più foto, ormai siamo consci e positivamente consapevoli che la bellezza di questo nostro viaggio sta nel percorso. A Kairouan siamo accolti di forza da un associazione organizzatissima di “pesca-turisti” che ci scorrazza in giro per la città santa ad una velocità adeguata al nostro viaggio. Mezz’ora al prezzo di 10 DT per vedere la piazza della Grande Moschea dal tetto di un palazzo attiguo, i monumenti più importanti tra le strade della Medina tra cui segnaliamo la Casa del Santo,la Moschea delle 3 Porte e la Zaouia di Sidi El Ghariani. Ci spiegano tutti i dettagli più importanti che caratterizzano l’architettura e la logistica del quartiere e delle abitazioni, ci mostra le botteghe dei tessitori di tappeti ed entriamo all’interno di un laboratorio per la cottura del pane arabo. Con un po’ di affanno e un bel cumulo di foto rubate, riprendiamo l’auto e ci soffermiamo nel quartiere popolare della città per un kebab lontano dai percorsi turistici. Ne vale la pena, la vera Kairouan è li; il dietro le quinte dello spettacolo per i turisti con mercatini dell’usato, rigattieri, abitazioni malandate, mercati rionali maleodoranti, una serie di elementi che ci fanno riflettere sul valore della vita qui. Ripartiamo per Tunisi a metà pomeriggio, un po’ stanchi per il tour de force. La strada interna che percorriamo dalla cartina sembrava quasi un autostrada ma non lo è per nulla, l’unica di tutta la Tunisia é e rimane quella per Sfax. In compenso i rifornimenti di benzina sono frequenti e un pieno costa la metà rispetto all’Italia.
Siamo di nuovo a Tunisi quando sono ancora le 18:00. Decidiamo di fare un salto a Cartagine e Sidi Bou Said. Dopo un tale viaggio stonano gli armoniosi intonaci bianchi e azzurri puliti e curatissimi così come il benessere degli abitanti e dei locali che si respira ovunque. La cittadina regala scenari meravigliosi ai turisti che dal lungomare si godono romantici tramonti sul mare, magari scorgendo anche le rare colonne fenici sopravvisute della vicina Cartagine. Abbiamo anche visto l’immensa opulenza del palazzo dell’ormai ex-presidente Bel Ali.
Torniamo a Tunisi. L’albergo Yadis Ibn Khaldoun è stato un buon affare camera da letto a 100 DT, considerando i canoni non alti dell’offerta alberghiera tunisini, ci appare un ottimo compromesso qualità-prezzo. Unico neo è la posizione leggermente distante dalla grande via del centro ma visti i prezzi dei taxi non é un problema. Tra le traverse di Avenue di Bourgiba si trovano i ristorantini più caratteristici (anche qui evitate la medina al buio) a prezzi tutto sommato accettabili. Noi abbiam mangiato in un bistrot francese “Chez nous” in 2 per 40DT, ovviamente addentratevi un po’ e non fermatevi al primo che incontrate. La mattina seguente avevamo l’aereo alle 13:00 per cui c’è stato tutto il tempo per ammirare il colonnato della Grande Moschea al centro della medina (solo affaccio a pagamento 5DT a testa), una scuola coranica esattamente alle spalle della moschea e soprattutto ci siamo addentrati nei caratteristici suk: cunicoli bui e stretti pieni di bancarelle che vendono di tutto. Chiusi la maggior parte domenica purtroppo. Assolutamente da vedere.
Ripartiamo , facendo scalo nel modernissimo aeroporto di Lione. L’impatto con la modernità, il lusso, la tecnologia, tutta quella luce, l’eleganza della gente, ci fa quasi sentire a disagio ed inadatti. Ma questa è la nostra vita, e dopo questo viaggio forse la apprezziamo ancora di più.
26/02/2012
Orazio&Magda