Montenegro maremonti

Il viaggio in Montenegro lo sognavo ormai da mesi, io e mio marito l'abbiamo prenotato in agenzia in pieno inverno. Finalmente arriva in giorno di ferragosto, partiamo dal porto di Bari su una nave dell' Azzurra Line in leggero ritardo, sono circa le 00,15 e sappiamo che ci attendono ben nove ore di navigazione. Abbiamo le poltrone numerate ma...
Scritto da: spindomen
montenegro maremonti
Partenza il: 15/08/2009
Ritorno il: 25/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Il viaggio in Montenegro lo sognavo ormai da mesi, io e mio marito l’abbiamo prenotato in agenzia in pieno inverno.

Finalmente arriva in giorno di ferragosto, partiamo dal porto di Bari su una nave dell’ Azzurra Line in leggero ritardo, sono circa le 00,15 e sappiamo che ci attendono ben nove ore di navigazione.

Abbiamo le poltrone numerate ma appena le raggiungiamo ci rendiamo conto che l’ aria condizionata è troppo alta, praticamente si congela, dunque decidiamo di trascorrere la notte su delle sdraio sul ponte-nave. E’ dura, c’è troppo vento ma lo preferiamo di gran lunga al gelo artificiale. PRIMO GIORNO: Si dorme pochissimo questa notte, abbiamo paura di addormentarci e di perdere il grandioso spettacolo delle Bocche di Cattaro (Kotor), quindi prima delle 5 siamo già a camminare sul ponte, ansiosi di vedere il fiordo più grande d’ Europa dopo quelli norvegesi. Ecco che intorno alle 7 del mattino ci troviamo all’ imbocco, il mare non sembra più un mare ma un grande, bellissimo lago attorniato da montagne ai cui piedi sono ubicati graziosi ed antichi paesini di stampo veneziano. Fa freddino, indosso un maglioncino, mi sembra davvero di essere in Norvegia, che meraviglia! Vorrei avere mille occhi per non perdere neanche un centimetro di tutto ciò che ho davanti! Ad un certo punto in mezzo al mare-lago ci sono due isolette da fiaba, al passaggio della nostra nave alcune suore si affacciano festosamente dalle finestre di un monastero e ci salutano agitando fazzoletti bianchi, suonano persino le campane. E nei più lontani paesetti rivieraschi è un tripudio, fazzoletti bianchi ovunque, tutti ci salutano come se in quel momento stesse passando la nave di una regina. Mi emoziono, è un’ accoglienza indimenticabile che rimarrà per sempre nel mio cuore. Intorno alle 9,15 arriviamo nella bellissima Kotor, che fu veneziana nei secoli scorsi e italiana negli anni ’40. Mio marito è ormai uno scatenato fotografo, dappertutto ci sono angoli da immortalare, piazzette, antiche chiese ortodosse in pietra, romantiche stradine, è il paese ideale dove ad ognuno di noi piacerebbe abitare. Diamo un’ occhiata ai prezzi di ristoranti e pizzerie, sono davvero bassi e più tardi scopriremo che è così in tutto il Montenegro. A malincuore lasciamo Kotor e la nostra Brava dopo non molti chilometri ci porta a Budva, detta la “Rimini del Montenegro”, dove alloggeremo per una settimana nel villaggio turistico “Slowenska Plaza” che si affaccia sull’ omonima spiaggia. Espletate le formalità in reception, con un carrellino accompagnano noi e altri italiani con i nostri bagagli nelle rispettive “Kalete” (stradine) in cui si trova il cancello di accesso alle nostre semplici ma confortevoli e pulite camere. Nel bagno non riusciamo a capire come funzioni la doccia, chiediamo lumi ad una donna delle pulizie e finalmente la doccia, con estrema facilità, si avvia. Ci rinfreschiamo ed usciamo ad esplorare il villaggio, che è enorme, un vero paese, con tante Kalete, portici, piazzette, un “Korzo” (corso), splendidi giardini ben tenuti, ristoranti, bar e tanti negozi, due piscine, più lontano il campo da tennis e tanto altro, non manca niente. Il tutto condito da efficienza e pulizia. E tutt’ intorno un’ incantevole cornice di montagne. La spiaggia è di pietre, il mare cristallino, i numerosi e bei lidi che si susseguono offrono musica, divertimenti e possibilità di effettuare tanti sports acquatici ed escursioni ad isole o all’interno, nella montagna montenegrina. Dopo aver mangiato e bevuto in due con appena 16 euro nel self-service interno al villaggio, il “Mercur”, facciamo un riposino e poi una lunga passeggiata e attraverso uno dei due corsi paralleli, uno all’interno e l’altro sul lungomare, arriviamo nel bellissimo e affollato centro storico di Budva, tutto in pietra. Negozi e locali dappertutto, pensavo di andare in vacanza in un Paese un po’ arretrato ed invece sgrano gli occhi, è tutt’altra cosa da come me l’immaginavo! Io e mio marito continuiamo la passeggiata ed arriviamo in un’altra spiaggia di Budva, Mogren, molto carina, con pietrisco sottile, poi scopriamo anche Mogren 2 e faccio il primo bagno alle 19.00, il mare è gelido ma limpidissimo, non vorrei più uscire. Ceniamo a self-service allo Slowenska, siamo in regime di mezza pensione, quindi colazione e cena le faremo sempre qui. Ad alcuni pugliesi che sono vicino a noi non piace il cibo, io e mio marito fortunatamente non siamo tipi schizzinosi, prendiamo ciò che più ci piace e mangiamo alla grande. Abbiamo l’intelligenza di non cercare la pasta a tutti i costi, è risaputo che all’estero non la sanno cucinare. Ma c’è tanto altro: spezzatini e goulash deliziosi, squisiti peperoni ripieni di carne e grano tanto per fare un esempio. La sera facciamo un giro fra bancarelle, giostre, locali, discoteche, casinò: la movida c’è, c’è eccome! Ma a noi due la movida proprio non interessa, quindi verso le 11.00 andiamo a letto, stanchi.

SECONDO GIORNO: La colazione al villaggio è grandiosa, c’è veramente di tutto e sono contentissima, non sono mai stata una che la mattina si limita al caffè e ad un cornetto. Verso le dieci con una barca-taxi, insieme a tante altre persone, partiamo per un’escursione: dal mare vediamo le spiagge di Becici, Przno, Milocer ed arriviamo alla celebre isoletta di Sveti Stefan, dove decidiamo di rimanere per alcune ore. Con una passeggiata panoramica e mozzafiato sulla scogliera nella macchia mediterranea, arriviamo all’altrettanto celebre spiaggia di Milocer, detta “della regina” e qui facciamo un bellissimo bagno per la gioia di tanti pesciolini che cominciano a piluccarci le gambe nutrendosi della nostra pelle desquamata: niente paura, è tutto indolore! Al ritorno in barca (l’orario di ritorno è opzionale) passiamo accanto all’isola di Sveti Nicola e infine ci portano a fotografare una suggestiva grotta marina, nei cui pressi alcune nudiste si godono il caliente sole del primo pomeriggio. La sera, attraverso un sentiero, ci spostiamo a piedi a Becici, molto più tranquilla rispetto a Budva ma priva di un centro storico. TERZO GIORNO: Al mattino siamo sulla spiaggia “Slowenska Plaza”, bellissima anche perchè si può tranquillamente scegliere di prendere il sole sul vicino prato, sotto un albero: tutte quelle persone distese sull’erba mi ricordano tanto i Figli dei fiori degli anni ’60. Dopo pranzo invece prendiamo la macchina e andiamo ad esplorare la stupenda spiaggia di Jaz, a pochi chilometri da lì, che con tutto quel verde non so perchè ma mi ricorda tanto quelle spiagge settecentesche su cui approdavano i pirati. La sera la trascorriamo nel centro storico di Budva, Stari Budva. QUARTO GIORNO: Ci spostiamo verso l’interno: quanto è montuoso e verde il Montenegro, infatti so che tanti anni fa molti cacciatori italiani venivano a praticare qui l’arte venatoria grazie alla ricchezza di selvaggina. Arriviamo a Cetinje, la vecchia capitale che però non è una grande città, ha l’aspetto di un paesone, infatti mi sembra molto vivibile. Vediamo il palazzo reale in cui nacque la regina Elena di Savoia, un bel museo, un’antica chiesa ortodossa con annesso un vecchissimo cimitero, il palazzo presidenziale con guardie vestite in maniera folkloristica che attirano l’attenzione di molti fotografi, l’orientaleggiante ambasciata di Francia, fino ad arrivare in un famoso monastero in cui dei sacerdoti ortodossi dall’aspetto un po’ inquietante (uno di loro sembra una statua del museo delle cere, un altro ha enormi, misteriosi e penetranti occhi verdi, tipo Rasputin) stanno celebrando la messa, alla fine della quale distribuiscono a tutti uva e pezzetti di pane secco. Mio marito, essendo in shorts, è costretto ad indossare una lunga tunica bianca e ciò suscita la mia ilarità perchè sembra il santone di qualche setta, anzi mi ricorda il figlio ribelle del film di Verdone “Un sacco bello”. Poi ci dirigiamo verso il monte Lovcen, che comprende un “Adventures Park” e sarebbe bellissimo da visitare ma decidiamo di ritornare a Budva perchè l’aria condizionata della camera d’albergo ha bloccato la schiena di mio marito, infatti non si sente affatto bene. QUINTO GIORNO: E’ il giorno della grande paura. In pullman partiamo per una delle tante escursioni a cui si può partecipare durante il soggiorno in Montenegro, quella al bellissimo monastero di Ostrog, incastonato nella roccia a 1000 metri di altezza. Gli ultimi chilometri sono orribili, comincio a disperarmi senza curarmi della presenza degli altri, la strada che sale al monastero è stretta, più si sale e più sudo freddo, guardo giù e mi manca l’aria, preferirei scendere e farmeli a piedi quei brutti tornanti. Quando il pullman incrocia altri veicoli è costretto a fare retromarcia o si sposta ancora più a destra… Penso che siamo prossimi a precipitare in una scarpata e grido che voglio scendere, la guida che ci accompagna e mio marito mi consolano ma ormai sono in preda ad un vero e proprio attacco di panico. Finalmente arrivati, il monastero è bellissimo e custodisce le spoglie di San Basilio, venerato in molti Paesi d’Europa come padre della chiesa ortodossa. Allungo la mano verso la bara per baciare il tappeto che copre il santo ma il Pope mi abbassa il braccio perchè è vietato toccarla, non siamo in Italia! Scendendo a piedi per una faticosa scorciatoia, ci fermiamo in altri due piccoli monasteri, uno dei quali ha degli interni stupendi e scattiamo foto anche se non si potrebbe… La discesa in pullman è “da capelli bianchi” come la salita, anche perchè l’autista non mi pare che guidi molto piano. Ci fermiamo in un luogo pittoresco a pranzare e poi passiamo per la capitale Podgorica (ci sono dei palazzoni titini di una bruttezza allucinante) e per il bellissimo lago di Skadar (Scutari), che merita tante foto. La sera presso un bar all’aperto del villaggio assistiamo ad uno spettacolo che mi piace molto: giovani e bravissimi ballerini in abiti tradizionali eseguono antiche danze slave. SESTO E SETTIMO GIORNO: Al mattino del sesto giorno con il pedalò raggiungiamo in 23 minuti l’isola di Sveti Nicola. Sul fondo del limpido mare avvistiamo numerosissimi ricci, che non vengono mangiati, come in Italia. Qui non è diffcile trovare cozze giganti di quelle esposte nei musei. Facciamo il bagno, il mare oggi è più freddo che mai ma a me piace così. All’una mangiamo in un locale del Villaggio, il “Pjaca”, una buona pizza. In serata nel centro storico compriamo dei souvenirs. La stanchezza comincia a farsi sentire, in questi giorni ho camminato tanto che ho le bolle sotto i piedi.

Il settimo giorno trascorriamo la mattinata sulla spiaggia semisabbiosa di Becici, che nel lontano 1936 a Parigi fu riconosciuta e premiata come la migliore spiaggia del Mediterraneo. Stranamente il mare non è freddissimo, sul fondo ci sono belle pietroline colorate. Come a Budva, anche qui c’è tanta gente ma mai caos, le nostre spiagge italiane sono più caciarone. Devo dire che quando c’è chiasso o si gioca a pallone scopriamo che sono sempre nostri connazionali, i turisti degli altri Paesi si comportano in modo più educato e tranquillo. OTTAVO GIORNO: Addio Slowenska Plaza, lasciamo Budva e ci dirigiamo verso Petrovac, che ha un grazioso lungomare, spiaggia di sabbia e l’antica cittadella fortificata veneziana, su cui saliamo per scattare delle foto alle due belle isolette di fronte. Proseguiamo per Bar, fuori la città nuova a qualche chilometro visitiamo la Stari Grad (cttà antica) e fotografiamo un ulivo che ha più di 2000 anni. Poi verso Ulcinj, a pochi chilometri dall’Albania. Se non avessimo prenotato in agenzia non avremmo avuto problemi, in tutto lo Stato dappertutto affittano sobe (stanze) per pochi euro. A Ulcinj ci accorgiamo che è tutto così diverso: coesistono cristiani ortodossi e musulmani, chiese e monasteri e moschee con minareti, cimiteri con croci e cimiteri con la mezzaluna. La città è carina, il lungomare pure, ovunque ci sono negozi con scritte in lingua italiana, la spiaggia piccola è di sabbia fine, il mare qui è più simile al nostro Mar Jonio, si cammina tanto ma l’acqua è sempre bassa. Purtroppo però ci accorgiamo che qui l’ambiente è più “tamarro”, c’è un gran caos e tanta sporcizia sulla spiaggia, qui buttare per terra o nel mare lattine, sigarette e cartacce sembra la regola: peccato, perchè è bello! Saliamo nel bel centro storico in pietra e pranziamo mangiando ottimi calamari alla brace al “Kalaja”, con splendida terrazza sul mare; poi il padrone ci affitta una sobe per 25 euro a notte (2 persone), ma sappiamo che altrove le sobe in appartamenti privati le danno anche per meno di 10 euro! La camera è carina, ha un balcone che ci regala una vista indimenticabile su dei faraglioni. La sera passeggiamo e mangiamo un’ottima pizza cotta in forno a legna e del kebab nella pizzeria “Aviano 2”. Notiamo che in nessun ristorante montenegrino si paga il coperto! Un concerto di musica araba invade tutta la cittadina, la sonorità è altissima, in camera non riusciamo a prendere sonno, devo ammettere che ci infastidisce non poco. NONO GIORNO: Nel bar “Rosa” faccio un’abbondantissima colazione per soli 3 euro, chissà per quanti anni ancora ci saranno prezzi irrisori qui in Montenegro, secondo me ancora per poco. In auto dopo pochi chilometri raggiungiamo la bella spiaggia di Ulcinj chiamata “Velika Plaza”, lunga ben 14 chilometri. La sabbia è pulita, il mare pure, si sta benissimo ma anche qui da un lido vicino arrivano martellanti musiche arabe non stop. Niente par condicio! Comunque è davvero bello e non c’è il casino di ieri della spiaggia piccola. In serata prepariamo le valigie, domani si parte.

DECIMO GIORNO: A Bar, facciamo colazione al “Pekara Verona”, con squisite grandi brioches farcite artigianali che vanno dai 30 ai 60 cents. In un pub-pizzeria vicino, l'”Hollywood”, due uomini seduti al tavolino stanno mangiando due pizze a colazione! Prima di imbarcarci, facciamo una passeggiata sul lungomare ed abbiamo anche il tempo di visitare il piccolo palazzo reale di re Nicola, padre di Elena, che ospita anche un museo (entrata:1euro). Sulla nave siamo costretti a sorbirci le lamentele e le polemiche di alcune italiane antipatiche e snob che non fanno altro che ridacchiare e parlar male della loro esperienza in Montenegro, demolendo tutto e tutti, evidentemente non hanno lo spirito giusto per visitare Paesi diversi dal nostro, per giunta con un passato recente pesante. A noi invece è piaciuto molto, anche se sappiamo di non aver visitato la parte più bella, cioè il parco nazionale del monte Durmitor con i suoi profondi canyons, i laghi stupendi e le tante bellezze che gli hanno permesso di essere inserito meritatamente fra i beni naturali protetti dall’UNESCO.

Pazienza, sarà per un’altra volta! P.S. Se non riusciro’ a vincere, mi farebbe piacere vederlo comunque pubblicato sul vostro bel giornale. GRAZIE MILLE.

Maria Teresa Denittis p.S. Avrei voluto mandarvi delle foto ma non so come fare.



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