Montagne della Valle d’Aosta

Girovagando senza meta per tre giorni
Scritto da: moniasvario
montagne della valle d'aosta
Partenza il: 17/08/2015
Ritorno il: 19/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

GIORNO 1

La nostra destinazione resta sconosciuta fino alla sera prima: avremmo voluto fare un giro di 3 giorni sulle montagne del Trentino ma le previsioni del tempo sono a dir poco pessime su quell’area, mentre spiragli di sole e di buona speranza fanno capolino a ovest così che… Valle d’Aosta sia!

Indice dei contenuti

La sveglia suona alle ore 3,30 e non so da quanto tempo non mi capitava di vedere una stella cadente..strano a dirsi ma questa mattina corre più veloce di noi sopra l’autostrada A4 (espresso un desiderio, sìììì!).

Poco dopo le 7 giungiamo a Courmayer e precisamente al piazzale antistante lo Skyway Monte Bianco, una spettacolare funivia che sale alla Punta Helbronner (3.466 mt), terrazza panoramica sotto il Monte Bianco. Il cielo non è proprio limpido e alla base delle montagne ci accolgono delle nebbie poco simpatiche tant’è che, per farci un’idea di come possa esser lassù, guardiamo in internet una webcam; purtroppo l’ultimo aggiornamento risale alla sera precedente (tutto lo schermo completamente grigio!). Mmm..Proviamoci comunque.

Il prezzo del biglietto è abbastanza caro (€ 45 per l’alta stagione) e la prima corsa della mattina è alle 6,30 con cadenza ogni 20 minuti. La funivia è spaziosa e rotante su se stessa (lentamente, non viene di certo il mal di testa!) così da offrire una vista a 360° lungo la salita. Arrivati in cima alle 7,40 circa ci fondiamo in terrazza e lo spettacolo è da pelle d’oca (non solo per il freddo!); il Monte Bianco è illuminato dal primo sole del mattino e metà della valle sottostante è coperta dalla nebbia. Una meraviglia, che altro dire…

A parte la vista sulla montagna più alta d’Europa, anche il Dente del Gigante che spicca a est con i suoi (buttali via) 4206 mt rende l’intero scenario davvero stupendo, davanti al quale tutti i presenti (massimo 10 persone) non possono far altro che restare attoniti ed in religioso silenzio. Dopo aver ‘assorbito’ il più possibile lo spettacolo decidiamo di scendere al piano inferiore per una colazione ai tavolini attigui alla vetrata che si affaccia sul fianco del Monte Bianco. Appurato che con queste condizioni da qui uno non vorrebbe mai andarsene, vogliamo salire un’ultima volta in terrazza ma siamo già disincentivati sulle scale, dove dobbiamo affrontare una fiumana di gente urlante.

Ok, sono le 9 e la magia è finita…desistiamo e ci ritroviamo da soli sulla funivia in discesa. Il macchinista ci spiega che dobbiamo scendere subito in quanto pare che alla partenza vi siano molte persone in attesa; è titubante sul fatto che a breve probabilmente la nebbia si sarà sollevata talmente tanto da coprire tutte le montagne che abbiamo adorato al sole un’ora fa.

Ecco alcuni consigli per chi volesse salire:

• Il sacrificio di una levataccia viene ampiamente ricompensato dalla prima luce del mattino che illumina una natura pazzesca.

• La mattina presto c’è poca gente e, da che mondo è mondo, la montagna si vive in silenzio, grazie a Iddio.

• Evitare il contatto con genitori che al bancone del bar fanno prendere metà bicchiere di latte ai figli ‘altrimenti a quest’altitudine ti si blocca la digestione’. No comment.

Una volta nella vita questo spettacolo è da vedere e noi siamo troppo contenti di aver azzeccato i tempi e le condizioni perfette! Arrivati a valle intorno alle 10 togliamo qualche strato di vestiario (il clima è decisamente differente!) per poi entrare nel paese di Courmayeur alla ricerca di un ufficio turistico ove recuperare qualche mappa relativa ad escursioni nella zona ma cambiamo repentinamente idea notando come la nebbia copra le montagne già a metà altezza. Inseguiamo l’azzurro, quindi proseguiamo a sud verso Aosta facendo tutta la provinciale per passare attraverso questi bei paesi, finchè giungiamo allo svincolo per la Valsavarenche, un nome che ci piace, suona bene! Dalla mappa delle Alpi che tengo sempre in auto si intuisce come questa valle resta ai piedi del massiccio del Gran Paradiso, vuoi che non ci siano escursioni da fare? Andiamoci!

Salendo in auto questo posto comincia già a trasmettere belle sensazioni, ci sono cascate in ogni dove ad incorniciare un panorama montuoso bellissimo. Al paese di Valsavarenche ci fermiamo all’ufficio del turismo dove un ragazzo gentile ci spiega alcuni percorsi a piedi e ci dà informazioni sui campeggi presenti in valle, in più acquistiamo una mappa dettagliata inerente i sentieri ed escursioni di tutto l’intero Parco Nazionale del Gran Paradiso (verrà buona anche in futuro).

La strada finisce all’abitato di Pont, posteggiamo l’auto e, essendo passate ormai le 14.00, ci piazziamo su un prato per un picnic. Il paesaggio è idilliaco, un fiume ci scorre vicino e alle nostre spalle si stagliano un ghiacciaio e delle montagne innevate tutte oltre i 3000 mt di altitudine. Il tempo di dare un occhio alla mappa, decidiamo di fare il sentiero 3 (in Val d’Aosta sono segnalati in giallo) che il ragazzo all’info point ci ha detto essere abbastanza breve e semplice. Partiamo quindi (tardi e zavorrati dal pranzo!) per l’escursione che arriva fino alla Croix-de-la-Roley, punto panoramico proprio frontale al massiccio del Gran Paradiso!

Superata la Croix procediamo incuneandoci nella valle retrostante lungo un altipiano che giunge ai Laghi del Nivolet ma, pur semplice, riteniamo che il sentiero sia un po’ troppo lungo da percorrere per intero, vista l’ora. Torniamo dunque all’auto e decidiamo che questo posto è troppo bello per non fermarci anche a dormire!

Vicino al park c’è il Camping Pont Breuil; sistemata la tenda e dopo una bella doccia bollente (siamo a 2000 mt quindi ci sta, eccome) scendiamo per cena all’abitato di Dégioz dove ci imbattiamo nella brasserie ‘L’abro de la leunna’, un posto carino pieno di oggettistica inerente fate e folletti. Mangiamo dell’ottima carne. Essendo svegli dalle 3,30 concordiamo nel rientrare presto al campeggio; gonfiato quindi il materasso e trovata la pila nel caos dell’auto, intorno alle 22,30 si dorme, o perlomeno… si tenta… perché fa davvero freddo: alle ore 7 del mattino seguente la Seat segnerà 3°C.

GIORNO 2

Il clima ci aiuta a destarci con solerzia: raccogliamo quindi zaini, vestiario ‘da montagna’ e ci dirigiamo al piccolo market del campeggio dove compriamo il cibo per l’escursione di oggi; in concomitanza paghiamo i 18 € del ‘soggiorno’ e siamo contenti di apprendere che la tenda va sgomberata entro le 16. Questo ci da’ la possibilità di rientrare tranquillamente nel primo pomeriggio, sistemarci ed eventualmente decidere se fermarci qui un’altra notte…tutto dipenderà dal tempo meteorologico!

Facciamo una buona colazione al bar per poi incamminarci lungo il sentiero 1 che ha come prima destinazione il Rifugio Vittorio Emanuele II. Il bel percorso, dapprima nel bosco e poi su per il fianco della montagna, dura circa 2,5 ore e, appena sotto il rifugio, deviamo sulla sinistra seguendo il sentiero 1A. Nel nostro immaginario esso ci avrebbe portato frontali e sotto al massiccio del Gran Paradiso, in realtà il sentiero corre lungo un crinale che andrebbe sorpassato, lasciandoci comunque il dubbio di cosa avremmo trovato dietro. Ci accontentiamo di stendere la nostra coperta su una roccia e gustarci il panorama da qui, assieme a dei gustosi panini hehehe.

Pian piano cominciano a salire delle nebbie fitte a coprire le cime delle montagne, quindi decidiamo che è giunta l’ora di rientrare al campeggio dove ci attende una pioggia sottile. Sono le 15 e diamo un occhio alle previsioni per oggi e domani, non molto confortanti accidenti! La nostra idea di massima sarebbe di entrare in Svizzera e visitare il Cervino da Zermatt (completare il trio Monte Bianco, Gran Paradiso, Cervino non sarebbe male in effetti…).

Valutiamo però che passare la notte in tenda sotto un potenziale acquazzone non ci permetterebbe di dormire un granchè quindi con grande rammarico, mentre Federico smonta la tenda, controllo su Booking.com se vi siano alloggi economici (dicasi..un tetto) in zona Aosta o comunque sulla strada verso la Svizzera; trovo un’offerta last minute (50 €) in uno chalet appena dopo il confine svizzero. Raccolte tutte le nostre cose ci spariamo una merenda calda al bar per poi scendere verso Aosta intorno alle 17 e lì decidiamo di tornare a cenare nell’ottima pizzeria ‘Postiglione’ dove siamo stati nel 2011. Sono le 18 quindi ne approfittiamo per una pennichella di un’ora in auto.

Dopo cena impostiamo il satellitare verso il Passo del Gran San Bernardo; verificato il costo del tunnel su internet (29 €) optiamo per ben più economica strada provinciale SS27 che, a detta di Google Maps, dovrebbe durare una ventina di minuti in più (la vedo ardua..comunque si va!). La bella strada sale a tornanti e, giunti al passo (2400 mt), ci accoglie una pioggia battente e poi una nebbia fitta da non riuscire a vedere a 10 mt di distanza, per cui con calma affrontiamo la discesa in Svizzera. Arrivati a Bourg-Saint-Pierre, primo centro abitato dopo il confine, ci sistemiamo nello chalet e, reduci da una lunga giornata di cammino, il sonno ci porta via agevolmente.

GIORNO 3

La sveglia suona anche oggi abbastanza presto; scendiamo verso Martigny e, prima del centro abitato, ci imbattiamo in un centro commerciale dove facciamo colazione dimenticandoci di essere in Svizzera. Arriva il totale ed è salato: 2 cappuccini e 2 croissants €10,50, accidenti. Tutto ciò ci fa rivalutare il buon proposito di mangiare in modo decente oggi, in un ristorante se possibile, evitando i soliti panini che abbiamo assunto nei due giorni precedenti durante le nostre escursioni in montagna.

Entriamo nel supermercato per comprare qualcosa per il pranzo (al sacco, quindi) poi, controllate le previsioni del tempo, cambiamo di nuovo destinazione last minute in quanto su Zermatt danno tempo buono solo nel pomeriggio… si va quindi verso il lago di Losanna. Per il poco tempo in cui rimarremo in Svizzera decidiamo di non acquistare l’adesivo per accedere alle autostrade quindi con maggior tempo ma con più delizia attraversiamo un po’ di ordinati paesini tipici. Giunti a Montreux valutiamo di non procedere verso Losanna, cosa che comporterebbe un paio di ore addizionali tra andata e ritorno, quindi ci spariamo una rilassante passeggiata lungo lago.

Torniamo all’auto intorno alle 12,30 percorrendo poi la strada a ritroso e fermandoci un’oretta in un parco giochi per il pranzo. Dopo ‘non so quanto tempo’ di noiosa guida arriviamo a Tasch, dove bisogna obbligatoriamente fermarsi per proseguire in treno verso Zermatt; una capatina all’ufficio del turismo ci aiuta a capire meglio come muoverci e, di conseguenza, decidere il da farsi. Allora.. dando un occhio alle nebbie che campeggiano a metà montagna possiamo dedurre che riusciremmo a vedere ben poco il Cervino quindi, partendo da questa semplice considerazione, valutiamo che non vale la pena di pagare minimo 7,50 CHF per il posteggio più 16 CHF a testa per il treno. Anche l’opzione di fermarci a dormire in zona per provare a salire domani viene scartata abbastanza velocemente. Con un po’ di amarezza per la necessaria decisione scendiamo a valle ed affrontiamo poi il Passo del Sempione, di notevole bellezza, prima di rientrare in Italia super soddisfatti!



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