Mongolia: un popolo, un’identità

Di viaggi ne ho fatti tanti, ma un viaggio attraverso una tradizione ancora così forte non mi era ancora capitato. Dal 1990 questa nazione è una repubblica democratica, successivamente ad un'era di comunismo che ne ha lasciato ancora delle tracce evidenti. Tuttavia, questo popolo sta cercando di mantenere salde le proprie tradizioni e le proprie...
Scritto da: sonjam
mongolia: un popolo, un'identità
Di viaggi ne ho fatti tanti, ma un viaggio attraverso una tradizione ancora così forte non mi era ancora capitato.

Dal 1990 questa nazione è una repubblica democratica, successivamente ad un’era di comunismo che ne ha lasciato ancora delle tracce evidenti.

Tuttavia, questo popolo sta cercando di mantenere salde le proprie tradizioni e le proprie origini millenarie. Il progresso lo si comincia prepotentemente a sentire solamente nella capitale, Ulan Bator, che in modo rudimentale si affaccia piano piano all’occidente.

Una nazione morfologicamente più grande della Francia ma con una bassissima densità demografica data da una popolazione di appena 2,5 milioni di abitanti.

Una popolazione che è orgogliosa di sentirsi ancora oggi identificare “nomade”e credo verrà definita così ancora per un bel po’.

Il resto dell’immenso paese è veramente ancora incontaminato.Appena esci dalla capitale il paesaggio si fa gradualmente più verde e se ne percepisce la vastità. Pochissimi centri abitati “di cemento” ma tante “gher” isolate o a piccoli gruppi (le tende tipiche nomadi mongole), vaste pianure inmezzo alle colline, cavalli, mucche e altri animali a mandrie solitarie che attraversano le vallate sono il magnifico quadro che mi si presenta di fronte. Insomma natura, natura e ancora natura!!!! I colori qui sono il denominator comune e il sole li inonda e li risalta per almeno 280 giorni all’anno.

Ogni tanto ai lati dell’unica via principale, che nettamente s’intercetta stagliare l’orizzonte delle vallate, si trovano degli Stupa rudimentali sulla cui sommità poggia la “ruota del Dharma”, avvolti dai tipici scialli buddisti che qui sono principalmente di colore blu a rappresentare il colore del cielo della Mongolia. Insieme ad essi sono attorcigliati scialli di altri colori.Giallo, rosso, verde e bianco, che rappresentano le preghiere, similmente a quelli che si possono trovare in India o in Tibet. Alla base di questi Stupa si trovano le offerte lasciate dai fedeli e trovi di tutto.Dalla bottiglia di vodka alle stampelle!! La religione buddhista, oltre alla presenza dello sciamanesimo, è un altro elemento di spicco e purtroppo oggi, anche per necessità finanziarie, diviene una buona fonte di guadagno grazie al flusso di turisti che va a visitare i Monasteri più importanti o quello che ne è rimasto dopo le razzie durante le varie guerre e conquiste. Ma di posti incontaminati e carichi di energia e silenzio ne trovi ancora, basta svoltare in qualche stradina non asfaltata inmezzo alle colline e ti ritrovi in qualche tempietto ancora incontaminato e con i monaci che vivono nelle Gher! I nomadi sono un lato affascinantissimo della Mongolia, vivono veramente ancora con le abitudini di mille anni fa e quindi a seconda della stagione si spostano da un luogo all’altro.Solo che oggi smontano e caricano la Gher su un camion adibito agli spostamenti. Entri in queste tende immense e senti il calore che le famigliole trasmettono. Dentro trovi tutto l’occorrente essenziale per vivere in modo più che degno! Al centro della tenda c’è una grande stufa che d’inverno riscalda ampiamente l’ambiente ed i mobili sono quelli tipici coloratissimi e lavorati che ho già conosciuto in India tra le comunità tibetane. Gli inverni qui sono rigidi ma loro sono super organizzati. I volti della gente, sono la parte migliore: i volti dei bambini, dei vecchi segnano dei tratti di storia e cultura che non hanno pari e soprattutto una serenità e pace che ti fa stare a proprio agio. Quello che mi resta da sperare è che tutto qui rimanga il più integro possibile e l’occidente come al suo solito non ci metta troppo lo zampino.Purtroppo è facile farsi affascinare dalle novità, dagli agi e dalla modernità! Il Giappone mi dà invece senso di frenetico progresso nel Sol levante, nonostante sia la terra dello Zen, con tutte le conseguenze di asetticismo e negatività che ne derivano. So di essere di parte perché adoro natura, semplicità e me ne andrei a vivere con niente, in una capanna, a ricercare il senso del vero che con i nostri occhi offuscati dalle cose belle del progresso non notiamo più! Consiglio la Mongolia a tutti i veri viaggiatori e chi lo è.Sa a cosa mi riferisco!! Buon viaggio!! SO



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