mongolia: la migrazione delle renne..

Mongolia : la migrazione delle renne Questo viaggio, l’avevo sognato parecchie volte e l'avevo preparato in silenzio perché volevo che la sorpresa fosse totale, le parole dette a voce troppo alta possono sminuire i sogni più folli. Cosi, come quella mattina di 7 anni fa, con le stesse guide e Gengis Khan, il cavallo bianco al quale avevo...
Scritto da: lunasiatica
mongolia: la migrazione delle renne..
Partenza il: 11/09/2009
Ritorno il: 05/10/2009
Viaggiatori: in coppia
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Mongolia : la migrazione delle renne Questo viaggio, l’avevo sognato parecchie volte e l’avevo preparato in silenzio perché volevo che la sorpresa fosse totale, le parole dette a voce troppo alta possono sminuire i sogni più folli.

Cosi, come quella mattina di 7 anni fa, con le stesse guide e Gengis Khan, il cavallo bianco al quale avevo messo dei fiori sulla sua criniera selvaggia e che avevo nutrito dolcemente mentre, avvicinandomi, mi faceva credere che si fosse annoiato delle mie carezze, partimmo all’assalto della taiga e delle montagne. La paura si univa alla speranza di arrivare per tempo da una famiglia Tsaatan per partire con lei e le sue renne verso l’accampamento autunnale. Questa folle speranza martellava la mia testa. È la qualità dell’erba, dei licheni e dei muschi a decidere le numerose migrazioni dell’anno, e anche la data del nostro arrivo dipendeva dalle renne. Bastava solo che le renne fossero dalla nostra parte! Un freddo glaciale accompagnò la nostra uscita da Tsangan Nur, l’ultimo villaggio laggiù a Nord ovest del lago Khösgöl, poco distante dalla Siberia. Il vento ci spingeva verso il lago come per farci cader dentro con i nostri cavalli. Fiocchi di neve piroettavano nel cielo quasi color inchiostro, fermandosi sui nostri dell. Una maligna raffica di vento strappò i fiori di campo della criniera di Gengis Khan ma, più tardi la taiga le avrebbe regalato una criniera d’oro e noi avremmo brillato nel sole. Se il cattivo tempo ci raggelò al punto di doverci incollare ai nostri cavalli per trovare un po’ di calore, poi avemmo la fortuna, nonostante la stagione e la zona, di poter continuare i giorni seguenti sotto un sole splendente. La silhouette di Drimmaa, augurandoci buon viaggio, ci sembrava ora cosi lontana solo dopo poche ore da quando la nostra carovana si era messa in moto verso il popolo delle renne. Questo viaggio, sebbene interminabile a causa della sua certa difficoltà e della nostra pietosa conoscenza dell’arte equestre, era comunque emozionante e meraviglioso. Lontano da tutto, anni luce dalle nostre abitudini, lontano dal rumore, in totale simbiosi con la natura, riprendevamo forza saldando il nostro corpo pesante contro un altro più sano, più vivace, più attento a quello che ci circonda, più vigile a tutte le emozioni che questo mondo fatto di erba e di pietra ci stava offrendo in regalo per il nostro ritorno in queste terre poco accoglienti.

E sempre la stessa angoscia: le renne erano dalla nostra parte? Il mio sogno si stava avverando? Le ombre si allungano, il sole timidamente si tinge di rosso, la temperatura diminuisce. Un leggero vento si alza. I profumi della steppa ci inondano dei loro aromi…E arriviamo all’accampamento che si sposterà solo quando le renne lo decideranno e partiranno per luoghi dove l’erba è più grassa, più abbondante prima del lungo e rigido inverno che si prepara.

Avete fatto buon viaggio? ci chiede l’anziano della famiglia, dopo che da diverse ore osservava il nostro incedere con il suo binocolo mongolo.

Sotto il tipi si sta bene, i cavalli sono calmi, le renne aspettano…Dopo una lunga cavalcata, seduti all’interno del tipi, ci riposiamo e approfittiamo del piacevole calore della stufa. In modo molto semplice, bevendo il tè al latte salato, ci annunciano che l’indomani, si domani, l’accampamento si sposterà, le renne hanno deciso cosi. Devono salire più in alto sulla montagna dove il muschio è abbondante e fuggire dal caldo di questa vallata, le renne amano solo il freddo! Rimaniamo senza voce! La notte sarà perturbata da mille domande, da mille dubbi: saremo capaci di seguirli su queste montagne cosi irte? A metà mattinata tutte le cose sono sparse fuori in un disordine organizzato. Sin dalla notte dei tempi ogni cosa ha il suo posto, tutto sarà impachettato con minuzia sulle otto renne scelte per trasportare tutti gli effetti miseri, ma preziosi perché indispensabili alla vita nomade. Un rumore risuona forte nel cielo che non ha ancora deciso il suo colore definitivo, è la tela del tipi che viene strappata alla sua struttura lasciando come una nave apparire la sua armatura. Questa armatura nuda da una impressione di fragilità. Composta da alcuni tronchi di legno legati in cima da cordami sapientemente annodati sa resistere alle pesanti tempeste di neve, ai venti violenti, al rigido clima così lunatico d’estate come d’inverno, niente si muove, niente vola dando cosi un riparo sicuro a questi abitanti delle foreste. Sotto l’urt dove rimangono solo i tronchi che servono alla costruzione del tipi e la stufa ancora calda, tutta la famiglia si riunisce per condividere un’ultima tazza di tè al latte salato. Seduti in cerchio attorno alla stufa che si raffredda, gli Tsaatan rendono alla natura lo spazio occupato. È una comunione totale tra loro e la natura, che null’altro può condividere. Impotenti ma profondamente consapevoli di questo momento maestoso e misterioso possiamo solo partecipare a questo momento cosi importante per loro prima della partenza. Molto di più di una abitudine è un rito che si inscrive nella notte dei tempi e senza il quale nessuna partenza può avvenire. L’intensità di questo momento quasi magico si legge sui loro visi, si nota nelle loro gesta semplici ripetute milioni di volte: si deve partire ringraziando di ciò che la natura ha regalato e cancellare ogni traccia del suo passaggio. Dietro di loro nessuno edificio ne ricchezza accumulati! Il loro solo pensiero è di trasmettere quello che loro stesso hanno ereditato: la taiga, i fiumi di acqua pura, le renne, la natura e la vita.

Ad un tratto senza che noi ce ne accorgessimo, la bambina della famiglia ben coperta viene messa in groppa alla renna che avrà il difficile compito di portarla sana e salva sino al prossimo accampamento. La carovana composta di circa 20 renne e 3 adulti impiegherà due giorni di cammino per raggiungere il posto scelto dalla famiglia. È scoccata l’ora della partenza…Appena il tempo di raggiungere i nostri cavalli e la famiglia è già lontana. Le renne hanno il piede più sicuro dei cavalli e camminano più velocemente. Non saremo più una cosa sola con i nostri cavalli e soffriremo con loro per inseguire gli Tsaatan nella taiga su questi sentieri ancestrali scritti solo nella memoria delle renne, tant’è che i sentieri non rivelano alcuna traccia del loro passaggio. Attraverseremo paludi dove i nostri destrieri faranno fatica a non sprofondare, cadremo ogni tanto su grossi sassi scivolosi quasi insormontabili, su lastre di ghiaccio che cedono sotto il peso della nostra carovana , ma seguire gli Tsaatan in quel silenzio assoluto ci regala una gioia indescrivibile. Gli aghi dei pini attutiscono il rumore degli zoccoli tanto da crederci soli al mondo, giocando a nascondino con le renne che appaiono alla svolta di un sentiero, dietro un gruppo di alberi, in cima ad un colle. La taiga in questo fine settembre è d’oro, la foresta si copre di un manto giallo cosi luminoso, che le renne come il sottobosco sono illuminati. Scalando le montagne, sovrastando le vallate, guardando verso la Siberia, abbiamo potuto ammirare le nevi eterne…Spettacolo intenso…Bianco immacolato che raggiunge l’azzurro cosi caratteristico del cielo mongolo…Maestosità dei luoghi abitati dagli spiriti dei quali abbiamo sentito parlare a lungo.

Arriviamo finalmente dove la famiglia ha deciso di montare un campo provvisorio. Già tutta la famiglia si attiva recuperando, tagliando i tronchi per montare il tipi, la stufa sarà la prima ad essere piazzata e accesa prima ancora che la tela avrà ricoperto l’urt. Mentre il cielo si incupisce, il freddo si fa sentire e durante la notte, cinta dal gelo, il tipi fremerà. La fiamma si fa più viva, il fuoco scoppietta, seduti vicino al focolare condividiamo un momento di riposo prima di addormentarci sotto un cielo stellato che promette sole per l’indomani.

Che giorno è? ieri?…Oggi?…Domani?…Non lo sappiamo più … sono parecchi giorni che viviamo con gli uomini renna, per cercare di capire ciò che li spinge a vivere una vita che ci sembra a volte difficile da sopportare. È tempo per noi di rientrare verso Tsangan Nur dove i bambini Tsaatan vanno a scuola nei collegi, rimanendo per lunghi mesi lontano dalle loro famiglie e dalle loro renne. Sebbene la vita sia più facile al villaggio, alcuni bambini sceglieranno la vita nomade dei loro avi. La sopravvivenza della tribù viene messa in gioco dalla continuità di questo modo di vita ed è la speranza dei genitori.

La discesa dalla montagna si farà da altri sentieri che solo le nostre guide di origine Tsaatan conoscono, trascinandoci ancora una volta verso stupendi paesaggi dove la paura di cadere da cavallo sparirà istantaneamente davanti tali spettacoli.

…E caracollando con fierezza alla testa della carovana, Gengis Khan, dopo avere strappato con un colpo di denti deciso un filo d’erba che emanava ancora il profumo del sole d’estate della lavanda e del timo entrammo nel cortile della nostra guest house dove Drimmaa ci aspettava come se non avesse mai lasciato la sua postazione dalla nostra partenza: era la fine del nostro viaggio nel paese degli tsaa.

Graziella www.Terramongolia.Com Per un viaggio dagli Tsaatan contattare mejet69@yahoo.Com (inglese) e www.Tsatantours.Com L’autista può essere contattato a www.Mongoliatours.Org o mejet69@yahoo.Com (inglese)

• Dell: abito tradizionale mongolo • Urt: sinomino di tipi in lingua tsaatan • Tsaa: renne in mongolo TSAATAN: Questa tribù vive in una delle regione più remote della Mongolia settentrionale, fra le foreste montane della taiga inaccessibili ai mezzi meccanici: l’unico modo per raggiungere gli Tsaatan è il cavallo. Sono allevatori nomadi di renne e vivono in tende (urt) sostenute da pali e ricoperte da teli molto simili ai tepee dei pellerossa nordamericani. Per gli Tsaatan la renna è tutto: cibo, indumenti e trasporto. Il loro regime alimentare si basa quasi esclusivamente sul latte ed i suoi derivati. La loro comunità è composta di circa 40 famiglie e 800 renna, ora grazie ad una associazione italiana le renne stanno meglio, la brucellosi ha danneggiato la salute delle mandrie e degli uomini perché non possono più avere rapporti e andare a fare pascolare le loro bestie dai loro fratelli nella vicina repubblica Tuva in Siberia.

Da metà giugno a metà agosto la tribù dei Tsaatan vive a 1 o 2 giornate a cavallo da Tsaagan Nur Sun. Prima e dopo gli accampamenti sono più lontani e nascosti nella foresta. Composta di non oltre 40 famiglie, questa tribù vive quasi esclusivamente dall’allevamento delle renne e abita in capanne simili a quelle degli Indiani d’America. Queste famiglie molto povere lottano ogni giorno per la loro sopravivenza e se decidete di incontrale si consiglia vivamente di apportare qualche generi alimentari alfine di migliorare la loro vita. Potete comperare il tutto a U.B. Prima della partenza o completare i vostri acquisti a Mörön e Tsaagan Nur Sun. Si consiglia di comperare quantità equa per le famiglie che s’intende visitare (da 5 a 10 seconda la vostra permanenza) Gli Tsatan hanno saputo utilizzare la prossimità del villaggio di Tsagan Nur e diversi hanno ora sotto il tipi il televisore alimentato da pannelli solari, una radio amatore per rimanere in contatto col mondo esterno e i bambini che sono a scuola nel villaggio, a volte anche hanno un cellulare ma che si usa solo quando si è vicino al villaggio.

Da quando si è aperto il centro degli Tsatan, gestito da una associazione americana, delle tensioni si sono create o riaccese tra i 2 gruppi di questa tribù. Non è mai facile per degli stranieri di voler il bene altrui imponendo il proprio punto di vista che naturalmente non corrisponde mai alle persone a chi si vuole venire in aiuto. Gli Tsatan non sono cosi felici di questa intrusione che subiscono più che apprezzarla ed accettarla . Il centro incita gli Tsatan a trovare degli introiti esterni: ad esempio alcune famiglie d’estate allestiscono dei “tipi-alberghi” a pagamento vicino al proprio titpi, scolpiscono oggetti nelle corna delle renne per venderli ai turisti. Preferiscono, ora, i soldi all’aiuto umanitario che potreste apportare (vedere lista più avanti) anche se tutto è molto più caro rispetto ad UB al villaggio di Tsangan Nur, senza contare il problema dell’alcolismo che potrebbe dilagarsi rapidamente. Si inizia a notare una certa tendenza a dimenticare alcuni usi e costumi, già il fatto che tutti i bambini Tsatan vanno a scuola a Tsagan Nur, la lingua mongola è diventata la lingua ufficiale della tribù, lasciando da parte il loro proprio idioma anche se questa lingua è insegnata a scuola ai bambini Tsatan. Si potrebbe temere che troppe famiglie si ravvicinano del villaggio alla ricerca di una vita più facile ma circa 5 famiglie si sono installate nelle montagne. La loro vita si basa sulla renna, è l’animale che deciderà delle migrazioni annue, circa 8/10 all’anno, in ricompensa delle cure ricevute la renna darà le risorse alla famiglia per vivere correttamente. Il turismo aumenta regolarmente ogni anno, circa 400 persone (statistica 2009) sono andate a trovarli. Ovio questo da lavoro alle guide Tsatan che sono installate, spesso dopo un matrimonio misto nella vallata, ma anche lì pare che il centro impone legge e prezzi. Se hanno saputo resistere a 70 anni di comunismo ora speriamo che la globalizzazione non li uccidono!

Lista acquisti (chiedere consigli al vostro autista): • Riso, farina • Tè, sale • Tabacco e carta per fare le sigarette • Articoli per la toilette: sapone, dentifricio, spazzolini, pettine… • Tessuto per fare dei dell, dei vestiti per bambini… • Candele, accendini, fiammiferi, penne, quaderni, carta da gioco, giochi per i bambini, magliette. Filo e aghi da cucire • Vedere anche tutti gli articoli citati nel capitolo: pernottamento sotto la ger A voi sta la decizione con la vostra guida di portare o meno alcuni di questi articoli visto che vi si chiederà di pagare il vostro soggiorno nella famiglia Tsatan dove dormirete.

ATTENZIONE: avere una guida fidata perché da qualche tempo esistono delle guide disoneste che vi prenderanno in giro portandovi nella taiga e dopo qualche ora vi diranno che l’accampamento si è spostato e che oramai è meglio tornare a valle!!! Non esitare a denunciare queste pratiche alla Polizia di Moron e di Tsagan Nur Sun.

Vi si farà spesso credere che gli Tsatan vivono vicino il lago Kosgol, non è vero salvo una o due famiglie che vivono li per il folclore locale. Si deve sapere che le renne amano il freddo e che il caldo li uccidono. È la ragione delle numerose migrazione durante l’anno che devono fare gli Tsatan. Cosi si capisce bene che questa famiglia che si installa vicino al lago Kösgöl d’estate, non è lì per rispettare le renne e una scelta di vita ben precisa con i suoi usi e costumi ma solo per fare degli affari¨ogni anno le renne che sono portate vicino al lago in estate soffrono parecchio. Da assolutamente evitare! Per veramente incontrare quel popolo isolato recarsi a Tsagan Nur Sun e raggiungere gli accampamenti a cavallo, non esistono piste e nessuna altra possibilità. Si può anche partire da Ulan Uul ma il camino sino alle famiglie Tsatan è molto più lungo. Una volta, sotto il regime sovietico, gli Tsatan vivevano nelle montagne di Ulan Uul. Furono spostati ed obbligati di andare a vivere nel villaggio di Tsagan Nur appositamente creato per loro in vista di una integrazione nella società mongola. Ma hanno saputo resistere andando a vivere con le renne nelle montagne.

GUIDE: chiedere di Bayna e Orcher alla piccola guest house Nammun di Tsangan Nur Sun. La guest house si trova all’entrata del paesino vicino alla scuola. La proprietaria di questa guest house è anche direttrice della scuola dove potete andare in periodo scolpisco chiedere di lei, si chiama Drimaa. La maggior parte delle guide sono stati i suoi allievi di modo che li conosce molto bene. Fate lavorare i locali evitanto se possibile si indirizzarvi al centro degli Tsatan. Bayna e Orcher sono delle guide atente, tutti e due di origine Tsatan e hanno della famiglia che vive sulle montagne con le loro renne. Attenti, gentili, premurosi sanno mettervi al vostro agio anche se sanno parlare l’inglese. Contare 4€ al giorno per cavallo affittato e idem per la guida (prezzo ottobre 2009). A secondo della quantità dei vostri bagagli (una parte potrà essere lasciata nella guest house) e del numero di giorni che partite si dovrà calcolare dai 2 ai 3 cavalli a persona.

È possibile fare altre passeggiate a cavallo nella zona indipendentemente che andate o meno dagli Tsatan.

Elettricità è finalmente arrivata a Tsaganur sun (ottobre 2009), bagni pubblici benvenuti dpo la gita dai tsatan: vedere orari di apertura, sono vicini alla scuola, prezzo 0.50 euro la doccia.

ANDARCI: da UB non è facilissimo arrivare sino a Tsagan Nur Sun con i mezzi pubblici, non ci sono linee regolari e soprattutto dopo Moron diventa aleatorio in quanto quella zone è molto discosta, poca popolata e frequentata. A Moron vedere le partenza dei tassì collettivi, eventualmente decomporre il vostro percorso andando da villaggio in villaggio o allora pagate per il mini bus intero per partire subito. Contare circa 4/5 g di jeep privata da UB.

Di più? mejet69@yahoo.Com anche per contare le guide, la guest house Nammun

PREPARAZIONE PER LA GITA EQUESTRA DAI TSAATAN: Una gita dagli Tsatan non si prende sotto gamba a causa delle bizze del clima e della difficoltà del gita estate come inverno: • Ci vuole un permesso speciale da richiedere in UB prima della vostra partenza dove saranno scritti i vostri nomi e numeri di passaporti, nomi dell’autista e numero di targa. A Moron si dovrà fare vistare qeul lascia passare e ancora una volta una volta giunti a Tsaganur Nur. Stessa modalità da compiere una volta la gita finita: recarsi in polizia a tsaganur Nur e a Moron. Questo permesso è obbligatorio perchè andate in una zona di frontiera • Anche d’estate fa freddo e il tempo cambia molto rapidamente durante la giornata.

• Non indossare indumenti stretti perchè la gita diventerà immediatamente una tortura e serve per poter vestirsi con vari strati • Tenda con DOPPIO TETTO (rischio di pioggia, neve o ghiaccio) • Sacco a pelo per alta montagna (meno 30 consigliato) notte molto molto fredde anche d’estate • Vestiario caldo perché il tempo cambia rapidamente (vestirsi con vari strati) prevedere vestiti di ricambio in caso di pioggia o cadute in acqua • Guanti caldi, berretto di lana, sciarpa, cappellino e impermeabile (evitare la mantellina perché se c’è vento il cavallo può avere paura dei movimenti della mantellina) ideale un dell estivo o invernale a seconda della stagione, copre bene, tiene caldo e può servire da coperta, poco caro. Coprirsi bene il collo perché il vento si infiltra sempre.

• Calze calde, scarpe alte e resistenti (stivali o proteggi gambe) si trovano stivali mongoli di vari tipi al Black Market di UB o a Moron, poco caro, e possono essere offerte alla fine della gita se non si le si vuole come souvenir! • Pantalone da cavallo o indossare sotto il pantalone una mutande da ciclista che addolcirà il contatto con la sella. Non indossare mai gli slip sotto le mutande da ciclista o il pantalone da cavallo onde evitare lo sfregamento degli elastici e il loro taglio che provocano. Ideale ad ogni stagione un pantalone di pile perchè molto confortevole.

• Pantalone impermeabile resistente da indossare sopra il pantalone da cavallo • Una mantello per la pioggia, non deve avere colori vivi perché non piace ai cavalli, si può comperare in loco • Occhiali da sole con un cordone (in caso di caduta da cavallo), crema per proteggersi del sole • Repellente contro le mosche e tafani in estate • Per le fermate: frutta secca, cibo energetico, acqua • Bagagli poco fragili, piuttosto piccoli e impermeabili per essere caricati facilmente sui cavalli. Prevedere sacchi di iuta o di tela resistenti per mettere i vostri bagagli come pure della corda per legarli.

• Prevedere un minimo di cibo per la vostra permanenza dai Tsaatan, potrete chiedere dell’acqua e cucinare da loro ma sapere dividere … • Pomata anti sfregamenti, prevedere antalgici e anti infiammatori (idea: al mattino prima di partire prendere un antalgico per diminuire la sensazione delle ossa rotte) • Sapere andare a cavallo non è indispensabili ma prendere prima di partire qualche lezioni vi permetterà di godervi di più la gita. La gita è davvero impegnativa ed avere alcune nozioni di guida equestre aiuta alla buona riuscita della gita.

• Per le vostre guide: sigarette e accendini e coltelli • Farmacia: portare con voi una farmacia ben attrezzata perché di sicuro dai Tsatan avrete da curare alcuni malanni. Prevedere cerotti medicati, disinfettante, bende, medicamenti per ogni tipo di dolori, per la febbre, pomate anti inflammatorie e lasciare alcune cose alle famiglie.



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