Mondiali di calcio in corsica

Innanzi tutto ci presentiamo: siamo Manuela e Niccolò, e quello che stiamo per raccontarvi è un bellissimo viaggio alla scoperta della Corsica. La ragione principale che ci ha portato lì è stata la ricerca del relax, dopo che l’anno scorso avevamo percorso più di 2000 Km in 15 giorni in giro per l’Andalusia (viaggio bellissimo ma...
Scritto da: MANU0605
mondiali di calcio in corsica
Partenza il: 01/07/2006
Ritorno il: 15/07/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Innanzi tutto ci presentiamo: siamo Manuela e Niccolò, e quello che stiamo per raccontarvi è un bellissimo viaggio alla scoperta della Corsica.

La ragione principale che ci ha portato lì è stata la ricerca del relax, dopo che l’anno scorso avevamo percorso più di 2000 Km in 15 giorni in giro per l’Andalusia (viaggio bellissimo ma sicuramente tutto meno che rilassante!).

E allora siete pronti a rivivere con noi questo magnifico viaggio? Tutti a bordo, si parte!!! 1° GIORNO – 1° LUGLIO 2006 La sveglia suona alle ore 5.30…4 ore di riposo dopo un venerdì sera un po’ “pazzo”…Gli occhi sono abbottonati e la mente ancora non ha ben realizzato che si parte per le VACANZE!!! Partenza da Livorno alle ore 9.00 con Moby Lines. Avevamo acquistato i biglietti via Internet usufruendo della tariffa speciale per l’auto ad 1 Euro…E questa è stata l’unica nota positiva del viaggio, perché per il resto la nave era stracolma all’inverosimile, tanto che noi ci siamo dovuti fare la traversata a sedere per terra sul ponte, visto che non trovavamo neanche un posto! Il momento dello sbarco è stato, se possibile, ancora peggio: il personale era completamente disorganizzato, ci hanno indirizzato tutti verso i garage, sia gli autisti che i passeggeri, creando degli ingorghi pazzeschi! L’esperienza è stata quindi negativa, e consigliamo vivamente di scegliere un’altra compagnia di navigazione! Ma eccoci finalmente sbarcati in terra corsa. Ci dirigiamo subito verso Porto Vecchio, prima tappa del nostro “tour”, che dista circa 147 km da Bastia. La strada è dritta, il traffico è scorrevole, e anche se non ci sono bei panorami da ammirare, è piacevole guidare. Il primo campeggio in cui ci sistemiamo è “U Pirellu”, situato subito dopo Porto Vecchio, sulla strada che porta verso la spiaggia della Palombaggia. Abbiamo scelto questo campeggio perché consigliato dalla guida Lonely Planet, ma soprattutto da altri frequentatori di questo sito. E in effetti il campeggio sarà il più bello che ci capiterà di trovare in tutta la Corsica. Ha tutto quello che si può desiderare: piazzole ombreggiate, silenzio, bagni e docce attrezzati e molto puliti, volendo anche una bella piscina. In più la spiaggia dista solo 3 km e in 10 minuti di macchina si raggiunge Porto Vecchio.

Montata la nostra piccola e pratica tenda, sono già le 18.00, però decidiamo lo stesso di andare a farci un bagno rigenerante alla Palombaggia. A quell’ora la spiaggia è quasi deserta, e noi ci godiamo un po’ di tranquillità. Tornati in campeggio, dopo una bella doccia, ci prepariamo un piatto di spaghetti con il nostro mini-fornellino Campigaz, che prima della partenza era stato sbeffeggiato un po’ da tutti per le dimensioni miniaturizzate, e che invece abbiamo subito rivalutato per la rapidità nel cuocere! E mentre cala la sera comincia la nostra battaglia personale con la torcia a gas della Campingaz…Per chiunque decida di acquistarla, sappiate che le istruzioni sono fatte in modo che non la possiate mai accendere! In realtà la cosa è semplicissima (dopo le prime due sere passate al buio ci siamo riusciti anche noi!).

Per la prima sera decidiamo di andarcene a nanna presto: le pazzie della sera prima, le 4 ore di sonno e il viaggio si fanno sentire! Perciò dopo aver guardato al bar del campeggio la partita Brasile-Francia (vinta dalla Francia) (ebbene sì…Eravamo in Corsica durante i Mondiali!!!), le luci si spengono sulla prima giornata…Buona notte!!!! 2° GIORNO Il programma per la giornata di oggi è fatto di solo mare. La mattina torniamo alla Palombaggia. Lasciamo la macchina in un grande parcheggio gratuito all’interno di una bella pineta, e la spiaggia è subito lì. Consigliamo di non fermarsi subito nel primo fazzoletto di spiaggia appena arrivati, ma di camminare un po’, superando le due file di scogli che ci sono sulla destra. Al di là di questi si estende una lunga lingua di sabbia bianca praticamente deserta . Se invece decidete di restare nel primo tratto, siate preparati a sopportare vere e proprie colonie di italiani (ebbene sì) urlanti. Il pomeriggio abbiamo cambiato spiaggia, e siamo andati a Santa Giulia, che dista pochissimo dalla Palombaggia. La spiaggia a nostro parere è molto più bella della Palombaggia, ma certamente anche più turistica, piena di diving center, noleggio surf, moto ad acqua e via dicendo e questo la rende un po’ caotica. Comunque l’acqua cristallina vale sicuramente la visita.

Di ritorno in campeggio abbiamo cercato un supermercato aperto (nei dintorni di Porto Vecchio ve ne sono molti, anche grandi), ma essendo domenica, non siamo stati accontentati. Abbiamo dovuto così ripiegare sullo spaccio del campeggio, dove per due pomodori e due mozzarelle, e una confezione di zampironi (accessorio da non dimenticare nel vostro bagaglio!) abbiamo speso la modica cifra di 9 Euro!!! Consiglio: evitate il più possibile di fare acquisti nei market dei campeggi o nei piccoli negozietti; i prezzi sono inaccessibili! Dopo cena abbiamo visitato Porto Vecchio, che un po’ ci ha delusi. Ce l’aspettavamo più particolare, invece è un piccolo paesino di mare senza nessuna particolare attrattiva, se non le piccole stradine graziose, costellate però di ristoranti e negozi di souvenir dovunque. Carino e niente più! 3° GIORNO Stamattina partiamo alla volta di Bonifacio, che raggiungiamo in una mezz’oretta. Lasciamo la macchina nel parcheggio della città alta e iniziamo la visita, che ci porta per le strette e fresche stradine della cittadina, fino ai bastioni, da cui la vista delle falesie è, come ci aspettavamo, magnifica. Bonifacio ci è piaciuta molto: quando si arriva dalla strada, alzando gli occhi la si vede lassù, arrampicata sulla roccia, a dominare il mare. E quando siamo in cima, la vista sul porto in basso, incastonato in un’insenatura naturale, circondato dalla roccia bianca, è veramente unica.

Verso l’ora di pranzo riprendiamo la strada per Bastia e raggiungiamo la spiaggia della Rondinara. Qui l’unico grande parcheggio è a pagamento (Euro 3,50 la tariffa). Munitevi di cibo e acqua perché l’unico posto di ristoro della spiaggia è un bar ristorante dove una bottiglia d’acqua costa Euro 3.50. La Rondinara, incastonata in un bel golfo, è come le altre spiagge, bellissima per la limpidezza del mare che sembra una piscina naturale, anche se non arriva ai livelli di Santa Giulia. La differenza con le altre spiagge è che forse questa è la meno “sfruttata” dal turismo…Addirittura c’erano delle mucche che dormivano placidamente a poca distanza dagli ombrelloni! 4° GIORNO L’ultimo giorno di permanenza qui vogliamo alternare il mare con la montagna, noi che siamo amanti di entrambi. Per fare ciò, ad una mezz’oretta da Porto Vecchio, c’è un paesino chiamato L’Ospedale: da qui comincia la bella foresta dell’Opedale, e sempre da qui (un poco più avanti), parte la passeggiata per la cascata di Piscia De Gallo. E’ una bella camminata lungo un sentiero che attraversa un paesaggio di rocce, e porta proprio di fronte alla cascata. Lì un cartello avvisa che per scendere giù ai piedi della cascata, il sentiero diventa pericoloso. In realtà, anche se la discesa sulle rocce è molto ripida, basta avere le scarpe adatte e fare attenzione a dove si mettono i piedi. Arrivati giù ai piedi della cascata c’è un mondo magnifico: il rumore della cascata è fragoroso, gli spruzzi dell’acqua bagnano il viso, e le fronde degli alberi sussurrano al lieve vento che l’acqua provoca gettandosi dalle rocce.

E’ una gita che per noi vale veramente la pena di fare, impegnativa ma non troppo.

Dopo aver mangiato un buonissimo panino ad uno dei due bar che vi sono davanti al parcheggio da cui parte il sentiero, e dopo esserci goduti ancora un po’ la pace della foresta, siamo tornati verso il mare, e abbiamo trascorso il pomeriggio nuovamente alla Palombaggia. Tra l’altro abbiamo scoperto che, se si superano gli scogli sulla sinistra, c’è una caletta da sogno praticamente deserta (roba da “Lost” per intendersi). Bisogna conquistarsela camminando un po’ tra scogli e mare, ma è un angolo di Paradiso da non farsi scappare.

Tornati in campeggio ci siamo concessi un bagno in piscina, poi doccia, e via alla pizzeria del campeggio. Tavolo in prima fila per assistere alla semifinale di Coppa del Mondo, Germania – Italia. Pizza, birra e calcio: serata tipicamente italiana!!! Partita ad alta tensione, sofferenza lunga 117 minuti, poi quasi allo scadere del secondo tempo supplementare, quando ormai tutti eravamo rassegnati ai calci di rigore, primo gol dell’Italia e di seguito il secondo!!! Capitolo Germania archiviato, la finale è nostra, noi italiani possiamo andarcene a letto felici! Ah…Quasi dimenticavo…2 pizze, 2 birre Pietra (birra tipica corsa alla castagna, molto buona, ma anche abbastanza forte) e un caffè…Udite udite… 29 Euro!!! E noi che pensavamo che le pizzerie italiane fossero care!!! 5° GIORNO I giorni storti capitano anche in vacanza… E’ giunta l’ora di lasciare questo magnifico posto. A malincuore smontiamo la tenda e lasciamo il campeggio in cui siamo stati così bene. La seconda tappa è Ajaccio. Il viaggio dura circa due ore e mezza, la strada passa all’interno, e abbiamo modo di vedere Sartene, anche se decidiamo di non fermarci. Alla fine arriviamo a Porticcio, poco prima di Ajaccio. La nostra idea sarebbe di fare base qui per evitare il traffico di Ajaccio, ma cambiamo subito idea, primo perché la località non è davvero attraente (una serie di negozi e locali costruiti dal nulla, non esiste un vero e proprio paesino), secondo perché anche volendo vi sono solo 3 campeggi e per trovarli giriamo in lungo e in largo, finché non rinunciamo…Magari siamo noi a non essere molto svegli, ma un po’ di segnaletica in più aiuterebbe.

Così, visto che ci siamo, andiamo ad Ajaccio, decisi a trovare una sistemazione lì. Il primo impatto con la cittadina è agghiacciante: il traffico è intenso e la periferia con i suoi palazzoni decadenti ci lascia a bocca aperta. Ormai stanchi e accaldati troviamo un campeggio, consigliato dalla Lonely Planet, “U Barbicaja”, sulla Route des Sanguinaires, appena usciti da Ajaccio, e decidiamo di fermarci. Il campeggio è veramente squallido, i bagni sono vecchissimi e…Insomma meglio se evitate di andarci…In quanto a noi possiamo dire letteralmente che siamo passati dalle stelle alle stalle!! Montata la tenda in 10 minuti, ormai sudatissimi, andiamo a cercare refrigerio nella spiaggia sottostante (chiamarla spiaggia è un vero complimento, ma il mare almeno è bello!). Qui ci capita una cosa curiosa: non facciamo in tempo ad allontanarci un momento dall’ombrellone, che quando torniamo ci troviamo un tizio comodamente steso sotto, all’ombra. Poco dopo lo raggiunge tutta la famiglia, e anzi la figlia si serve anche tranquillamente della nostra bottiglia d’acqua. Fanno il bagno e poi, come sono arrivati, se ne vanno, sotto i nostri occhi stupiti e divertiti.

La sera andiamo ad Ajaccio a farci un giro, ma il clima surreale. Per strada non troviamo un’anima viva, sono tutti nei bar a seguire la semifinale Francia-Portogallo, che, ormai è storia passata, porta la Francia diretta in finale a vedersela con NOI! Forse anche per questo Ajaccio non ci ha lasciato granché, ci è sembrato un grande paesone di mare, ben tenuto, ma senza nessuna particolare attrattiva. 6° GIORNO Finalmente è mattina, e possiamo lasciare questo posto! Ci mettiamo presto in viaggio per raggiungere Porto. La strada che corre da Ajaccio a Porto è bellissima, soprattutto l’ultimo tratto, quando si arriva a Piana e da lì si scorge il meraviglioso spettacolo delle Calanches, per poi passare sulla strada che è stata scavata proprio nel mezzo, con queste rocce rosse così imponenti che si innalzano maestose contro il cielo per poi tuffarsi a picco nel mare blu…Lo spettacolo lascia letteralmente senza fiato! Ogni tornante della strada offre uno scorcio panoramico mozzafiato, ad ogni slargo sei tentato di fermarti per scattare una foto,anche se poi nessuna foto potrà mai rendere la magnificenza di questo luogo, né ci sono parole adatte a raccontarlo. E con gli occhi ancora pieni di tutto questo, eccoci arrivati nella verdeggiante Porto, appollaiata tra il mare e la montagna. Ci sistemiamo al Camping “Les Oliviers”, che si incontra appena entrati in Porto. Il campeggio è molto bello, grandissimo, ombreggiato, tutto terrazzato (in fondo scorre anche un torrente) dispone di una bellissima piscina e addirittura di una palestra, e forse anche per tutte queste comodità è molto affollato, sebbene sia solo luglio (soprattutto di francesi, mentre italiani in questa zona ne abbiamo visti pochi). Dopo un bagno in piscina e un pranzo veloce, andiamo alla spiaggia di Bussaglia che si trova poco dopo usciti da Porto, sulla strada per Calvi, prendendo la strada a sinistra dopo l’Hotel Eden Park. Si lascia la macchina nel letto di un fiume asciutto, proprio dietro la spiaggia. La spiaggia è di ciottoli e l’acqua diventa subito alta, ma a noi il posto è piaciuto molto, perché è poco frequentato e perché la cornice naturale, con le Calanches che sovrastano la spiaggia, è di tutto rispetto. La sera dopo cena, siamo scesi a piedi alla Marina di Porto, che dal nostro campeggio dista circa 1 km. Arrivati giù pensavamo di trovare un piccolo paesino di mare, invece ci sono solo pochi ristoranti e qualche hotel, però il posto è affascinante, e a noi è piaciuto per la sua semplicità.

7° GIORNO Oggi la nostra avventura ci porta in montagna, più precisamente a Ota, paesino poco sopra Porto. Qui si possono ammirare due ponti risalenti all’epoca della dominazione genovese. Dal secondo ponte, il Ponte Vecchju, (quello a due archi per intendersi), inizia una bella escursione, attraverso le Gorges de Spelunca, delle gole rocciose, infondo alle quali scorre un torrente. Dopo circa mezz’ora si arriva ad un altro ponte, il Ponte Zaglia, immerso nella foresta. Qui ci si può fermare e approfittarne per fare il bagno nel torrente (auguri: l’acqua è gelida!) oppure, come abbiamo fatto noi, rinfrescarsi e proseguire per il sentiero che dopo un’ora e mezzo arriva al paesino di Evisa.

Però dobbiamo avvisarvi che la strada è tutta in salita e non è neanche bellissima, tutta immersa nel bosco, si gode poco dei panorami circostanti. Comunque noi masochisti l’abbiamo percorsa fino alla fine, e arrivati al traguardo, ci siamo fermati su una panchina a divorare i nostri panini, per poi tornare subito indietro per lo stesso sentiero, visto che il paese non aveva grosse attrattive da offrire, molto simile ai paesini dei nostri Appennini.

Ritornati alla macchina, decidiamo di andare alle famose Piscine d’Aitone, poco dopo Evisa, nella bellissima foresta d’Aitone. Le piscine non sono altro che dei punti dove il torrente forma delle pozze dove l’acqua è limpidissima. La tentazione di fare il bagno c’è, ma basta mettere un piede in acqua per cambiare idea. Così ci mettiamo a prendere un po’ di sole sui sassi e…Sarà per la temperatura perfetta, per la quiete del posto…Ci addormentiamo tutti e due!!! Sulla strada del ritorno verso Porto, incontriamo mucche sulla carreggiata, capre, e anche i famigerati maiali selvatici, con uno stuolo di porcellini al seguito che non appena ci fermiamo ci vengono tra le gambe in cerca di cibo.

La giornata di oggi è stata veramente un piacevole diversivo al mare.

8° GIORNO La mattina abbiamo voluto vedere ancora una volta le Calanches, uno spettacolo stupendo che non ci si può stancare di ammirare. Così abbiamo fatto un breve sentiero (ce ne sono molti, ma alcuni sono veramente lunghi, e farli sotto il sole non ci allettava molto) che parte dalla roccia “Tete de Chien”. Il sentiero si chiama “Chateau Fort” e in una ventina di minuti permette di arrivare ad una bella terrazza naturale, da cui lo spettacolo sulle Calanches ma anche su tutta la costa, è davvero impareggiabile.

La nostra giornata è proseguita prima a Piana, dove ci siamo fermati per una breve visita, e dobbiamo dire che è un paesino delizioso, sicuramente da vedere, poi da qui, siamo scesi fino alla Plage D’Arone. La strada che porta alla spiaggia già di per sé è uno spettacolo, visto i panorami che si godono, e la spiaggia non è davvero da meno in quanto a bellezza.

La sera siamo scesi a Marina di Porto per bere qualcosa insieme a due ragazzi di Brescia, in viaggio di nozze con la loro cagnolina Lulù, che avevamo conosciuto la mattina sul sentiero delle Calanches. La serata è stata davvero piacevole, e solo quando l’ultimo ristorante ha spento l’insegna ci siamo resi conto che era l’ora di salutarsi.

9° GIORNO Il viaggio oggi fa tappa a Calvi…Ci siamo messi in marcia con la curiosità di vedere questa famigerata strada di cui in tanti ci avevano parlato e soprattutto messo in guardia, descrivendola come una strada strettissima, sterrata, senza protezioni, con strapiombi… Effettivamente ci sono una ventina di chilometri di sterrato, dove bisogna andare a passo d’uomo, però la carreggiata è abbastanza larga da potersi scambiare con le auto che arrivano in direzione opposta, perciò non ci è sembrata così pericolosa. Abbiamo visto comunque che stanno lavorando lungo tutto il tratto di strada, per cui probabilmente verrà risistemata.

Arrivati a Calvi, ci è sembrato di respirare un’atmosfera un po’ troppo mondana, così siamo passati oltre, e ci siamo fermati ad Algajola, paesino a metà strada tra Calvi e Ile Rousse. Il campeggio che abbiamo eletto come nostra dimora per questo tratto di viaggio si chiama “De la Plage” ed è carino, molto semplice e spartano, situato proprio sulla spiaggia (basta attraversare i binari della ferrovia su cui passa il piccolo trenino della Balagne), ombreggiato e tranquillo. La pulizia lascia un po’ a desiderare, ma nel complesso ci si può accontentare.

La prima giornata qui è all’insegna del relax, e la passiamo sulla spiaggia di fronte al campeggio, che poi non è niente male. Nel pomeriggio raggiungiamo via spiaggia il paesino, dove ci concediamo un piccolo tour, per le piccole stradine deserte. Alle 19.30 tutto è pronto per assistere alla finale di Coppa del Mondo Italia-Francia. Il bar del campeggio, che trasmette la partita, è stracolmo, troviamo a stento due sedie. L’atmosfera è divertente: francesi e italiani seduti accanto scattano le foto insieme, scherzano, il clima è amichevole e festaiolo, ma quando la partita entra nel vivo, i sorrisi si smorzano un po’! L’agonia, come la storia racconterà, è lunga, lunghissima, non bastano i 90 minuti regolari e neppure i due tempi supplementari a decidere l’esito della partita. Si va ai rigori e gli italiani sono già disperati…Ma ecco che succede l’impensabile e il sogno italiano diventa realtà: la Francia sbaglia un rigore e l’Italia è CAMPIONE DEL MONDO!!!!!!!!!!!! Chiaramente la gioia è enorme, e poter festeggiare qui, in terra francese, una soddisfazione immensa.

Restiamo tutti incollati davanti al televisore (mentre ormai i francesi, ammutoliti, se ne sono andati), fino a che non vediamo alzare la Coppa al cielo. E ancora grida e salti di gioia! Ecco come abbiamo vissuto questo Mondiale e questa vittoria in terra corsa! Prima di tornare in tenda ci siamo presi un gelato, visto che ormai la cena era saltata, e poi stanchi e felici ce ne siamo andati a letto.

NOTA: a nostro discapito scopriamo che, sulla spiaggia proprio di fronte al campeggio, c’è un locale che quella sera fa discoteca. La musica rimbomba in tutto il campeggio fino alle 4 del mattino e dormire è impossibile…Alle 8 di mattina il simpaticissimo trenino della Balagne ci dà la sveglia con la prima corsa. Siete avvisati…Meglio scegliere una piazzola un po’ più nell’interno! 10° GIORNO L’idea stamattina sarebbe di farci una passeggiata rilassante tra le stradine di Ile Rousse. La guida la descrive come un posticino tranquillo, assolutamente da non perdere. A noi tutto è sembrato, meno che tranquillo. La strada N197, cioè la principale, passa proprio in mezzo al paese, creando delle code chilometriche. Nell’aria c’è un odore di smog pazzesco! Il primo impatto quindi non è dei migliori! Decidiamo di scendere verso la marina, per godere di un po’ di tranquillità, ma anche qui, nelle stradine strette, passano auto e furgoni che fanno le consegne ai negozi. Delusi, decidiamo di andarcene, dopo aver fatto un giro al minuscolo mercato coperto, dove si vendono prodotti tipici dell’isola.

Sulla strada del ritorno verso Calvi, intravediamo una bella spiaggia. Lasciamo l’auto in un parcheggio e dopo una decina di minuti a piedi, arriviamo su una bellissima spiaggia di sabbia bianca e mare azzurro. La giornata trascorre così, tra bagni in mare, bagni di sole e dormite sotto l’ombrellone.

La sera dopo cena è la volta di vedere Calvi, paesino che sicuramente ci ha affascinato più di Ile Rousse. La passeggiata sul lungo mare è gradevole (ci sono ormeggiati degli yacht da lasciare a bocca aperta) e si può salire su fino alle mura vecchie e inoltrarsi nelle vecchie stradine.

11° GIORNO Di nuovo in moto, questa volta per l’ultima tappa della vacanza, St. Florent. Dopo aver sopportato una coda chilometrica nei pressi di Ile Rousse (ed erano solo le 9 di mattina…Cosa succede in quel posto ad agosto?), il viaggio è continuato attraverso il Desert des Agriates, che a noi ha ricordato molto i paesaggi della Sardegna, per l’aridità dei panorami, fatti di rocce, arbusti e cespugli bassi.

A St. Florent abbiamo trovato posto al Camping d’Olzo, campeggio poco fuori dal paese, sulla strada per Patrimonio. Il campeggio è gestito da italiani, è piccolo ma tranquillo, carino e molto pulito.

Dopo aver montato tutto facciamo un giro a St. Florent e saliamo su fino alla Cittadelle, da cui si ha una bella vista su tutta la costa. Scopriamo subito che St. Florent è veramente piccola e forse anche troppo trafficata per le sue proporzioni.

Dopo pranzo andiamo alla ricerca di una spiaggia su cui passare il pomeriggio, e ne troviamo una sulla strada che porta a Nonza. Non è niente di speciale, ma l’acqua è bella, e va più che bene per rilassarsi un po’! 12° GIORNO Stamattina il progetto era di andare alla Plage de l’Ostriconi, ma siccome il cielo era tutto nuvoloso quando ci siamo svegliati, abbiamo optato per fare il giro del “dito”.

La prima tappa è stata Nonza, paesino affascinante, che anche se sicuramente sarà visitato da miriadi di turisti, ha mantenuto un’aria da semplice paesino di campagna. Siamo saliti su fino alla torre, da dove si può godere la vista della famosa spiaggia nera. La spiaggia è davvero impressionante, soprattutto vista dall’alto, perché è enorme e completamente deserta, in quanto c’è il divieto di balneazione a causa delle forti correnti. A noi ha fatto un po’ di fatica scendere giù fino alla spiaggia (soprattutto a causa della risalita…Una scalinata di non so quanti gradini!), ma in tanti comunque lo fanno, ed è divertente vedere dall’alto le scritte che hanno formato con i sassi bianchi, sullo sfondo dei sassi neri della spiaggia. Dopo Nonza la strada si fa sempre più dura, sempre più tortuosa, l’asfalto è sempre peggiore (in alcuni tratti non c’è proprio), ma anche sempre più bella. Più che altro ci ha colpito la velocità con cui cambia il panorama circostante: prima rocce bianche a picco sul mare, poi vegetazione bassa e arida, e infine di nuovo verdeggiante. Anche la vista sulla costa è magnifica! Guidare però è impegnativo e infatti arrivati a Centuri, siamo stati contenti di poter scendere di macchina! Centuri è un minuscolo paesino di pescatori, con il suo porticciolo in pietra. Qui però le tracce del turismo sono molto più evidenti rispetto a Nonza, soprattutto per via dei numerosi ristoranti allineati nel pur piccolo porto.

A questo punto siamo piuttosto stanchi e accaldati (nel frattempo era uscito il sole), e anche se il progetto iniziale era di arrivare in punta al dito, non ce la sentiamo di proseguire, e diamo inizio alla “ritirata”. Sulla strada del ritorno abbiamo intravediamo una caletta dal mare blu e quindi scendiamo subito con la macchina. Ma una volta giù la spiaggia (di ciottoli) è disseminata di rifiuti (scarpe vecchie ecc.) e tenuta malissimo…Comunque un bagno in mare ce lo concediamolo stesso, giusto per rinfrescarci, e poi filiamo via.

La ricerca di una spiaggia dove poter passare il pomeriggio alla fine risulta vana, perché questo tratto di costa è tutto roccioso e non vi è nemmeno una calettina. Poco prima di Nonza proviamo a scendere su una spiaggia, anch’essa scura come Nonza, e devo dire che una volta sulla spiaggia questa perde un po’ del suo fascino perché il colore scuro è dato dai ciottoli, su cui è praticamente impossibile camminare soprattutto se scalzi, e il mare non invita per niente a tuffarsi, scuro come il colore del fondale.

Così ci mettiamo di nuovo sulla strada, e questa volta andiamo sul sicuro, tornando nella stessa spiaggia del giorno prima, dove finalmente ci possiamo godere un po’ di relax.

In definitiva questo semi-giro di Cap Corse non ci ha entusiasmati tantissimo. Sarà che non siamo grandi amanti dello stare in auto, e invece lì c’è un bel po’ da guidare, ed è un guidare piuttosto impegnativo. Sarà che ci aspettavamo di trovare qualche paesino in più da vedere, e invece tra Nonza e Centuri non c’è praticamente nulla: bei panorami questo sì, ma si godono poco perché la strada richiede attenzione! Il parere ovviamente è personale, ed è anche probabile che l’altro versante di Cap Corse sia più particolare. 13° GIORNO Finalmente oggi si va a vedere le tanto decantate spiagge di Loto e Saleccia. Alle 9.30 puntuali davanti alla biglietteria del Popeye II, il battello che parte dal molo di St.Florent. La coda è lunga e soprattutto non scorre, finché non scopriamo che i posti sul battello delle 10 sono terminati, quello delle 11.15 idem, e quindi non ci resta che accontentarci di quello delle 12.30. Ah, per il viaggio di ritorno, noi avevamo chiesto l’ultima corsa delle 19.30, e invece ci è stato detto che le ultime due corse sono riservate a chi parte da St. Florent nel primo pomeriggio, così come chi parte con il primo battello della mattina deve fare ritorno all’ora di pranzo. Insomma, per quello che è il prezzo del biglietto, 11 euro a testa…La fregatura c’è e si vede! Ovviamente a nessuno venga in mente di prenotare i posti per il giorno dopo, perché non si può! Comunque acquistiamo i biglietti e per ingannare il tempo andiamo sulla spiaggia di St. Florent, subito dietro il porticciolo. Lo schifo è totale. Il mare è pieno di una poltiglia marrone (alghe) e a galla c’è tutta una patina di schiuma bianca…Certo gli effetti del porto qui si vedono eccome! Ci rifiutiamo di fare il bagno, ma stendiamo lo stesso gli asciugamani per prendere il sole, fino all’ora della partenza.

Il Popeye II ci lascia alla spiaggia di Loto che, quando arriviamo, è piuttosto affollata. Il mare qui è splendido, la sabbia è bianchissima, sembra di essere ai Caraibi. L’unica nota stonata, ed è davvero un peccato, sono le decine di imbarcazioni ormeggiate vicinissime alla riva.

Ci tuffiamo subito in questo mare stupendo, poi pranziamo e, zaini in spalla, ci mettiamo in cammino verso la spiaggia di Saleccia, sotto il sole rovente delle 2! Di sentieri ce ne sono due, uno litoraneo, l’altro più interno. Noi scegliamo il secondo, perché è un po’ più corto. Questo passa praticamente in mezzo al deserto des Agriates, perciò il clima è davvero surreale: tra il panorama, il sole a picco, e il fatto che non incontriamo nessuno! Poi ad un certo punto il sentiero si addentra in una vasta pineta, e da qui si sbuca sulle dune che dominano la chilometrica spiaggia di Saleccia. Sarà per il fatto che appunto, la spiaggia è veramente chilometrica, sarà che vi si accede solo a piedi o se si ha un’imbarcazione privata (o con i fuoristrada), fatto sta che non c’è praticamente nessuno. Il mare qui è anche un po’ agitato…Insomma questo posto ha veramente un’aria selvaggia. Ci tratteniamo il più possibile, poi però dobbiamo intraprendere la strada del ritorno. Ritornati a Loto, non c’è quasi più nessuno, e il sole conferisce al mare colori ancora più limpidi! Ci tuffiamo in acqua e non ne usciamo più finché il Popeye, ahimé, non arriva a riprenderci! 14° GIORNO L’ultimo giorno lo vogliamo sfruttare per vedere la Plage de l’Ostriconi. Non è che sia vicinissima a St. Florent (in realtà è molto più vicina a Ile Rousse), c’è da attraversare di nuovo tutto il deserto des Agriates, però, visto che qui non ci sono problemi di traffico, alla fine non ci mettiamo molto. Lasciamo la macchina sul ciglio della strada che domina la spiaggia dall’alto, e poi scendiamo a piedi lungo un sentiero che porta fino alla spiaggia (per cui conviene non portarsi molti “bagagli”). Va detto che dalla strada in alto, lo scorcio della spiaggia in basso è davvero caratteristico. Si vede il fiume Ostriconi, ricco di vegetazione, con le sue acque verdi (e le mucche che lo guadano nei punti più bassi) che sfocia sulla spiaggia (a luglio però non sfociava, perché era in secca). La spiaggia è molto selvaggia, non vi aspettate né bar né strutture…Però c’è il servizio di salvataggio e una tenda attrezzata per il pronto soccorso, e questo ci ha molto colpiti positivamente! Nel pomeriggio poi Madre Natura ci ha regalato uno spettacolo unico: un temporale che si è scatenato nell’entroterra…Dalla spiaggia, dove splendeva il sole, si sentiva il rimbombo dei tuoni e si vedeva, là oltre la piana del fiume, un cielo carico di nuvoloni minacciosi squarciati dai lampi, che contrastava con lo sfondo delle dune bianche, mentre il vento scuoteva i canneti sulle sponde dell’Ostriconi…Tutto molto suggestivo! 15° GIORNO E’ tempo di partire…Smontiamo per l’ultima volta la nostra mitica tenda…Riponiamo tutto in macchina, e partiamo per Bastia, dove il traghetto delle 15.00 ci riporta sul continente…Le operazioni di sbarco sono tragiche come all’andata (mitica Moby Lines!) anzi forse peggio, perché ci fanno scendere nei garage non so quanto prima e quindi ci tocca lì a 40 gradi e senza ossigeno per non so quanto…Ma all’ora di cena siamo di nuovo a Firenze…Con la malinconia che accompagna sempre le belle cose che finiscono.

FINE A tutti quelli che hanno nei propri programmi una vacanza in Corsica non possiamo dire altro che è un’isola bellissima, e a Luglio (per lo meno la prima quindicina) ancora semi-deserta, per cui visitarla è un piacere. Alloggiare nei campeggi si è rivelata una scelta azzeccata in quanto questi sono addirittura più economici che in Italia, e comunque attrezzati e puliti. Certo, anche noi dobbiamo dire che i prezzi in generale in Corsica sono molto alti, soprattutto per quanto riguarda i generi alimentari e l’ACQUA, ma questo è risaputo! Il luogo comune che vuole i corsi scontrosi e maleducati, dobbiamo sfatarlo. Noi abbiamo incontrato tutte persone educate e gentili…E quindi forse dipende dal modo in cui ci si pone agli altri…A gentilezza e cortesia i corsi con noi hanno sempre risposto con altrettanta educazione! Per quanto riguarda l’altro luogo comune delle strade che sono tremende, strettissime, male asfaltate…Beh, ci sentiamo di remare un po’ controcorrente, nel senso che ci aspettavamo strade molto peggiori di quelle che abbiamo trovato, e comunque abbiamo visto che stanno lavorando per migliorare la situazione. Non sapremmo consigliare una particolare zona più di un’altra, perché ognuna ha una sua particolarità…Il sud è bellissimo per le sue spiagge bianche, anche se troppo affollato (già a Luglio), ma nel nostro cuore un posto speciale l’ha occupato Porto con le sue Calanches! Che dire in conclusione? Che la vacanza è stata un gran successo, e il suo ricordo ci accompagnerà a lungo. Un grosso ciao Manuela e Niccolò



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