Monaco di Baviera, la Germania dietro l’angolo

Alla scoperta della città, tra viuzze, castelli e musei
Scritto da: micheledemo
monaco di baviera, la germania dietro l'angolo
Partenza il: 05/03/2013
Ritorno il: 09/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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E questa volta dove andiamo?

– Io: “Medioriente!” – Lei: “Scandinavia!” – “Ok, mi sembra che ci siano poche divergenze… andiamo dove non piace a nessuno, così nessuno se la prende. Germania!” Ed è così che approfittiamo del collegamento diretto Lufthansa (anche abbastanza economico: 240 euro per due persone a/r) tra Genova e Monaco di Baviera.

Partiamo dunque senza aspettative e senza entusiasmo, ma con tanta influenza!

Infatti ogni giorno faremo i conti con febbre che sale e che scende, tosse, raucedine, vampate di caldo, brividi di freddo, nausea, e…altro…!

Dopo mezz’ora di volo (col nostro bi-elica della Air Dolomiti, partner Lufthansa) attraverso monotoni panorami nebulosi, cominciano le prime schiarite che ci regalano le visioni affascinanti delle vette delle Alpi: sconfinate, maestose, altissime, imbiancate e vergini!

Ad un tratto la catena montuosa si interrompe bruscamente lasciando il posto alla pianura: siamo in Baviera. E cosa più incredibile c’è un bel sole e 16 gradi! A Genova ovviamente pioveva… Atterriamo alle 13,30 nel modernissimo ed efficientissimo terminal 2 dell’immenso aeroporto Franz Josef Strauss. Appena entrati nell’hub cerchiamo tra le centinaia di negozi una farmacia (in tedesco apotheke, parola che impareremo ben presto) per prendere dei fermenti lattici…visti i disturbi…

La Germania per noi Italiani è una pacchia. Nei negozi i prezzi sono sempre inferiori a quelli cui siamo abituati in Italia, tranne ovviamente quelli dei farmaci… 24 euro per dei fermenti lattici. Willkommen in München! Vabbè, ora cerchiamo la navetta gratuita della Lufthansa per il centro (la mia guida Touring dice che c’è, ma non l’abbiamo mai vista)… non la troviamo e decidiamo di prendere la metro. 20,4 euro. Ottimo! Willkommen in München! Siamo arrivati da appena 5 minuti e ci hanno già scucito quasi 50 euro! Grrrrrrr

Durante il viaggio in metrò Aurora si sente svenire; devo farla quasi sdraiare sui sedili, farle vento coi giornali, detergerle il viso e i polsi con salviettine imbevute… grandioso inizio di vacanza direi.

La fermata del metrò più vicina al nostro hotel (Hotel Italia, in Schillerstrasse 19 – www.hotelitalia.de– prenotato su Booking.com a 80 euro per notte con colazione) è quella della stazione principale Hauptbahnhoof; l’hotel rimane a circa 500 metri dall’uscita della stazione.

La cosa che colpisce immediatamente quando si arriva in Schillerstrasse è l’alta concentrazione di locali di lap dance e streaptease, sexy shop e casinò. Poi l’occhio cade anche sul variopinto miscuglio di razze, culture e lingue: ristoranti greci, libanesi, italiani, cinesi; alimentari etnici, call center, ecc. In un’integrazione sociale ben diversa da quella cui siamo abituati qui.

Una volta in hotel combatteremo con l’influeanza intestinale di Aurora, che ci costringe in camera tutto il giorno. Anzi no, la sera chiamiamo un taxi per farci accompagnare al pronto soccorso…ma qui veniamo respinti perchè c’erano urgenze ben più gravi dell’influenza della mia povera Pisi!

Al ritorno in camera scopro di avere qualche linea di febbre pure io…alè…speriamo bene…

GIORNO 2 (6/3/13)

Oggi va meglio e decidiamo di sfidare i postumi dell’influenza.

Dopo la colazione risaliamo spediti per Schillerstrasse in direzione della stazione, per poi svoltare a destra verso Karlsplatz. Da qui scorgiamo poco lontano un bellissimo palazzo: è il palazzo di giustizia.

Non possiamo fare a meno di notare la compostezza e l’eleganza dei monacensi che vanno al lavoro con le loro biciclette, le auto di lusso, e l’ordine che regna sovrano.

Purtroppo, però, è mattino presto e le strade del centro (solitamente pedonali) sono invase da camion e furgoni per il quotidiano scarico delle merci ai negozi. Come se non bastasse tanti edifici e alcuni dei monumenti più importanti (ad esempio una delle due torri della cattedrale) sono avviluppati dalle coperture dei cantieri di restauro. Tutto ciò sgretola la bellezza di Monaco è ci dà una prima impressione di città caotica, disordinata, triste e rumorosa. Siamo di malumore e l’influenza intestinale ci dà il colpo di grazia. Siamo costretti a correre in albergo. 🙁 Sono le 10 e decidiamo di dare una seconda chance alla nostra vacanza e a Monaco. Usciamo di nuovo con una tabella di marcia ben definita che prevede la visita alla cattedrale e l’appuntamento delle 11 con lo spettacolo del carillon del Nuovo Municipio (Neues Rathaus) in Marienplatz.

Ma prima di affrontare la lunga camminata ci fermiamo in una panetteria fuori dal’hotel e ci gustiamo due buonissimi Bretzel (a soli 0.55 euro l’uno!)

Eccoci dunque di fronte all’imponente mole della Frauen-Kirche (le sue inconfondibili torri sono visibili praticamente da quasi tutta la città).

La cattedrale, costruita tra il 1468-94, dalle linee tardo-gotiche, presenta all’esterno un aspetto piuttosto modesto (a parte le dimensioni) e privo di decorazioni, eccetto i portali in legno intarsiato sopravvissuti alla seconda guerra mondiale.

Le sue torri, alte 99 metri e visitabili (noi non siamo saliti per via della salute cagionevole…) sono sormontate da due cupole a cipolla del 1525.

I candidi interni, e le strette ma alte finestre del deambulatorio, fanno risultare stranamente luminosa questa chiesa gotica. L’edificio è diviso in tre navate: all’inizio di quella più a destra si può notare il mausoleo funebre dell’Imperatore Ludovido IV il Bavaro in marmo nero e bronzo del 1620: sul basamento, quattro guerrieri inginocchiati e i duchi Alberto V e Guglielmo IV. In alto le figure della Giustizia e dell’Imperatore seduto sul trono. Stando ad una leggenda, l’impronta del piede accanto alla porta d’accesso della facciata principale della cattedrale, sarebbe del diavolo. Scopro che io e il diavolo abbiamo lo stesso numero di scarpe! Gironzoliamo ancora un po’ ammirando le nicchie, le cappelle, le statue, l’organo e la cripta. Nelle pareti della cripta sono sepolte alcune tra le più importanti personalità della Famiglia Wittelsbach (come l’imperatore Ludovico IV il Bavaro -morto nel 1367- e l’ultimo re Ludwig III -morto nel 1921-)

Usciamo dalla cattedrale quando mancano pochi minuti alle 11. Corriamo verso Marienplatz per conquistarci un buon posto dal quale ammirare il gioco del Carillon.

Troviamo già tantissima gente assiepata in attesa che le 32 figure in rame a grandezza naturale e le 43 campane comincino a dar spettacolo in questa grande piazza, in epoca medievale sede di un mercato del sale e del grano.

Sul lato della piazza opposto a quello della torre del vecchio municipio una sfilza di bar coi tavolini all’aperto, dove turisti e tedeschi consumano birra e wuster…(a quest’ora del mattino… – ma diciamoci la verità, io ero venuto fin qui per fare lo stesso, ma mi è andata male con lo stomaco…) Alla fine esploriamo per bene la piazza, ammirandone l’ampiezza e tutte le decorazioni, partendo dalla Mariensaule, una colonna marmorea monolitica di 11,6 metri in cima alla quale è posta una statua in bronzo della Madonna.

Il monumento è datato 1638 e fu edificato sotto il volere del duca Massimiliano I che intendeva ringraziare la vergine per la fine dell’occupazione svedese (dal 1631 al 1634).

Curiosità: è da questa colonna, posta proprio al centro della piazza, che si misurano le lunghezze delle strade che partono da Monaco.

Sempre per motivi di stomaco debole e qualche lineetta di febbre non affrontiamo la salita alla torre del municipio per ammirare il panorama e preferiamo soffermarci a guardare i particolari della Fontana del Pesce (Fischbrunnen), fontana in cui i monacensi sono soliti sciacquare il portamonete il mercoledì delle ceneri, come auspicio di prosperità.

Il cortile interno del vecchio municipio è un tripudio di architettura gotica, con gargoilles a gogò. Dopo la lunga e dettagliata esplorazione della piazza decidiamo di proseguire verso una zona della città a noi cara, che ricorda molto la nostra amata Grecia.

Per arrivarci facciamo una luuuunga passeggiata attraverso strade eleganti piene di edifici importanti: siamo in Brienner Strasse, il primo dei viali reali aperto dal duca Massimiliano I: è oggi forse la strada più elegante della città.

Forse non tutti sanno che a Monaco di Baviera esiste una piccola “enclave ellenica”.

Tutto è dovuto all’amore di Ludwig I per la Grecia e la sua cultura (e noi siamo grandi amanti della Grecia) che decise di ispirare l’architettura di questa vastissima piazza (Konigsplatz) a quella classica.

Si riconoscono gli stili Dorico, Ionico e Corinzio.

Oggi la piazza, con i suoi bellissimi palazzi, è sede di importanti raccolte di archeologia.

In fondo alla piazza troviamo i Propylaen, edificati tra il 1846-62 a imitazione dei Propilei dorici del partenone di Atene.

Mentre passavamo sotto questi maestosi portici è caduta giù una bella saccata di neve dal tetto che ci ha sfiorati per un soffio. Il tonfo però ci è bastato per un bell’infarto…

Sulla destra della piazza, invece, la Glyptothek, uno dei primi musei d’Europa, costruito come tempio della bellezza e dell’arte, a imitazione di quelli greci.

Ludwig lo volle per ospitare la sua collezione di marmi classici dei re di Baviera, con opere che vanno dal VI secolo a.c. al IV secolo d.c.

Sul lato sinistro della piazza, si trova invece, la Staatliche Antikensammlung.

È considerata una delle più importanti raccolte archeologiche del mondo, soprattutto per quanto riguarda i reperti di vasellame e ceramica, con opere che coprono un lasso di tempo che va dall’età micenea, fino ai primi quattro secoli dopo Cristo.

Purtroppo eravamo già esausti, e ci siamo ripromessi di venire a visitare queste straordinarie raccolte in seguito. Per via dell’influenza, che non ci ha mollato per tutta la durata del viaggio, non ci siamo però più tornati. Un valido motivo per organizzare un prossimo ritorno in Baviera.

Ora siamo già in panico pensando a quanta strada abbiamo da fare prima di arrivare in albego…invece ci accorgiamo di essere a non più di un quarto d’ora di cammino. Praticamente abbiamo fatto il giro dell’oca per arrivare qui…

Una volta in stanza ci misuriamo la temperatura e scopriamo di avere la febbre…

Alla sera in tv, su Rai Uno (unico canale in italiano disponibile) chi vado a beccare al gioco di Carlo Conti? Un mio amico del liceo! Tho! Fossi stato in Italia non lo avrei mai visto, dato che non amo la tv, i giochi a quiz e Rai Uno.

Nonostante tutto ci viene fame e decidiamo di provare il ristorante italiano di fronte. Pessima idea.

GIORNO 3 (07/03/13)

Sopravvissuti alla febbre notturna e a una digestione impegnativa della “simil-pizza” di ieri sera, ci svegliamo presto decisi a seguire fino all’ultimo la tabella di marcia preparata la sera prima tra una sofferenza e l’altra 🙂

Dopo la frugale colazione in albergo (frugale perché ci rifiutiamo di mangiare salumi, frittate, mozzarelle e pomodori al mattino e dobbiamo accontentarci di due fettine di ciambella asfittica) ci incamminiamo e percorriamo Schillerstrasse fino all’incrocio con Nussbaumstrasse, poi svoltiamo a sinistra e arriviamo in Sendlinger Tor Platz. Da qui prende il via Sendlingerstrasse, importante via dello shopping.

Prima tappa importante di questa giornata è la chiesa di St. Johan Nepomuk. Bellissimo capolavoro del rococò bavarese, opera dei grandi architetti e fratelli Asam. Questa chiesa nasce come cappella privata dei due fratelli (che vivevano nella sontuosa dimora accanto –Asamhaus-) come ringraziamento al santo Giovanni Nepomuceno (protettore dei ponti e delle acque) per averli salvati da un naufragio sul Danubio; in seguito, e per fortuna, le autorità cittadine costrinsero gli architetti ad aprire al pubblico questo gioiello. Quello che oggi possiamo ammirare è di una sfolgorante bellezza e noi rimaniamo a bocca aperta. Non ci aspettavamo di trovarla aperta a quest’ora, tantomeno di trovarla lì tutta per noi. In chiesa non c’è nessuno e possiamo ammirare questa esplosione di arte in riverente silenzio.

Lasciamo che lo sguardo corra lungo i magnifici affreschi del tetto, assimiliamo tutte le allegorie delle sculture, cercando di indovinare i nomi dei personaggi raffigurati e le scene bibliche da cui le opere traggono ispirazione. Ne conveniamo che gran parte delle raffigurazioni (sia scultoree che pittoriche) sono tratte dall’Apocalisse: gli ammonimenti dei santi sono ben riconoscibili.

Ok, può bastare, non sono uno che rimane troppo a lungo in chiesa… giusto il tempo di ammirarne le opere.

Proseguiamo ora (sempre lungo la Sendlingerstrasse) fino a un’altra chiesa, la St. Peter, la chiesa parrocchiale più antica di Monaco. La sua fondazione è datata 1181, ricostruita però più volte. Ciò che vediamo oggi è il recupero dopo il secondo conflitto mondiale. Purtroppo non era visitabile perchè vi stavano celebrando la messa. Optiamo, allora, per salire sul suo alto campanile (96metri) per il bel panorama che regala, ma alla biglietteria faccio la saggia domanda: “Just by steps or there is also a lift?” -Just by steps!-Fossi matto!!!! Con questa febbriciattola non ce la sentiamo di affrontare la scalata e allora addio panorama…

La tabella di marcia perde quindi un pezzo.

Svoltiamo l’angolo e arriviamo nel famoso Viktualienmarkt: mercato attivo fin dal XIX secolo, dove è possibile trovare innumerevoli delizie tipiche della Baviera. Singolari le sei fontane che adornano la piazza: con le figure di attori e cantanti molto popolari in Baviera.

Al centro della piazza del mercato si staglia l’Albero di Maggio. Comunque, sarà perchè era ancora presto e i banchi non erano tutti pronti, sarà perchè c’era confusione dovuta al carico e scarico merci, sarà perché c’era ancora poca gente… a noi questa piazza non ha dato una particolare emozione e tutto il risalto che ne danno sulle guide ci è sembrato ingiustificato. Da rivedere durante l’Oktoberfest (dato che è qui il cuore pulsante della manifestazione).

Giriamo l’angolo per ritrovarci in Marienplatz. Qui, nella torre dell’Altes Rathaus (Vecchio Municipio) è stato allestito il museo del giocattolo (Spielzeugmuseum). Ingresso 4 euro.

È stato bellissimo tornare bambini per qualche minuto!

E all’uscita dal museo guarda un po’ chi incontriamo! Una copia della statua di Giulietta di Verona! Senza però la solita ressa che si crea davanti alla statua posta sotto il famoso balcone.

Percorriamo il Tal (la strada che parte alle spalle del Vecchio municipio e porta all’Isar, il fiume di Monaco) per raggiungere la prossima tappa: l’Isartor. La più antica delle porte della cerchia muraria trecentesca che cinge la città vecchia. La torre centrale fa parte della struttura originaria del 1337, mentre il grande affresco lungo la facciata esterna (raffigurante Ludovico il Bavaro che torna vittorioso dalla battaglia di Muhldorf) è datato 1883, anno dei restauri.

Cammina cammina, ci avventuriamo per viali e viuzze, alla scoperta di piccole e grandi meraviglie (sempre tenendo d’occhio la direzione da seguire per completare il percorso culturale stabilito) e troviamo la superfamosissima birreria Hofbrauhaus, dove non manco di fare una foto! Avevo giurato di sfondarmi di birra, ma per i motivi che già sapete ho solo rimandato alla prossima volta di onorare questo giuramento…

Pensate che è la birreria più grande al mondo! Oltre 4mila posti a sedere, 4 milioni di visitatori l’anno! Fondata nel 1589 come birrificio ducale, fu aperta al pubblico nella prima metà dell’800.

Curiosità: tra gli avventori del locale addirittura Adolf Hitler, che qui tenne un discorso improvvisato che fece scoppiare una maxi-rissa…

Torniamo sulla strada principale, ovvero Maximilianstrasse, dove fanno bella mostra di sè i negozi più lussuosi di Monaco. Gli atelier di tutte le più alte firme della moda impreziosiscono questo già elegantissimo viale della Monaco bene.

Noi rimaniano a bocca aperta davanti alla vetrina di Cartier…

Gioielli faraonici che non credevamo mai di poter vedere sfacciatamente esposti in vetrina: in una sola vetrina di mezzo metro di lunghezza abbiamo contato valori per oltre 1.7 milioni di euro!

Ci riprendiamo dallo schock e proseguiamo fino ad arrivare in Max Joseph Platz, grande piazza aperta da Massimiliano Giuseppe ad inizi 800.

Contornata da edifici importanti ed imponenti come la Residenza Reale e il neoclassico Nationaltheater, eretto tra il 1811 e il 1818.

Consumiamo il nostro pranzo frugale a base di panini seduti ai bordi del monumento, prima di entrare nella magnifica Residenza Reale.

Noi abbiamo pagato 22 euro l’ingresso per due persone alla Residenza più il museo del tesoro. All’ingresso vengono consegnate le audioguide in 5 lingue (tedesco, inglese, francese, italiano e spagnolo).

La magnificenza degli interni lascia senza fiato. L’immensità degli spazi e il numero degli ambienti (112) mette a dura prova le gambe e i piedi.

Purtroppo alcune sale hanno subito danni irrimediabili durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e nonostante i sapienti restauri, molti stucchi, arredi e affreschi sono andati persi per sempre.

La visita prende avvio al pian terreno dal Grottenhof (Cortile della Grotta), singolare riproduzione baroccheggiante di una grotta naturale, abbellimento del più antico cortile interno della residenza.

Evidenti i richiami al classicismo e all’esotismo in una sorta di mosaico multicromatico e tridimensionale, impreziosito al centro dalla dorata fontana del Perseo (1595)

Quando ci si convince che ciò che si è appena visto è davvero sbalorditivo, si accede alla galleria detta Antiquarium.

Indescrivibile la sensazione di reverenziale meraviglia che si prova al cospetto di una collezione talmente vasta e struggentemente bella di busti e statue dell’antica Roma e dell’antica Grecia.

Ci si trova in uno dei più belli ambienti del Rinascimento tedesco; 69 metri di arte allo stato puro.

Va menzionata anche la Ahnengalerie (Galleria degli Avi), con i ritratti di 121 membri della famiglia Wittelsbach. Vanno ricordate anche le due splendide cappelle private baroccheggianti, la collezione di porcellane pregiate e la collezione di argenteria.

Nel museo del tesoro ci si perde tra la collezione di orologim, di arte sacra, di gioelli e arte orafa in generale.

Quella dei Wittelsbach era una famiglia ultra-religiosa, convinta di avere il potere divino dalla propria parte e che la potenza del casato fosse proprio volontà di Dio. E per ingraziarsi il favore divino credevano indispensabile collezionare e custodire reliquie di santi e martiri. Il reliquiario, dunque, rappresentava un vanto per la famiglia.

Con questa macabra galleria di stranezze riteniamo conclusa l’interessantissima e affascinante visita alla residenza e aggiungiamo gli ultimi due tasselli per completare la tabella di marcia del giorno: la Felderrnhalle e la Theatinerkirche.

La Felderrnhalle è sicuramente il monumento che più rivela l’amore di Ludwig I per il Rinascimento italiano: è, infatti, una loggia molto simile alla fiorentina Loggia dei Lanzi.

La Theatinerkirche, imponente capolavoro barocco made in Italy (gli architetti quasi tutti italiani), si staglia al lato della Felderrnhalle.

Oltre alle due alte torri, visibili da mezza città, presenta dei candidi, quanto ricchissimi interni, altari con grandissime e preziosissime tele e un pulpito ligneo in ebano.

A questo punto concediamo davvero una tregua ai nostri corpi quasi esanimi e torniamo in hotel per riposarci. Ovviamente fino a domani non ne usciremo più perchè ci sale la febbre!

Ci eravamo ripromessi di fare una escursione a Ratisbona o al favoloso castello Neuschwastein, ma purtroppo ci vediamo costretti a rinunciare… domani sarà l’ultimo giorno, e decidiamo di non sfidare l’influenza; rimarremo a Monaco, ma visiteremo comunque un luogo di assoluta delizia: il castello di Nymphenburg.

GIORNO 4 (08/03/13)

Festa della donna! Anche lo scorso 8 marzo la mia Pisi ha passato la sua festa in un bel posto…eravamo a Siviglia! Quest’anno cominciamo la giornata con una lunga passeggiata in direzione nord ovest. Destinazione: la residenza estiva della famiglia reale bavarese, il Castello di Nymphenburg!

Pensate un po’, il pretesto per la costruzione di questa meraviglia fu un regalo da parte del principe elettore Fernando Maria per sua moglie, in occasione della nascita del primo figlio, Max Emanuele. E ci lamentiamo delle spese pazze dei nostri politici! Ma poverini!!! 🙂

Probabilmente noi animali di città abbiamo perso il contatto con la natura e con le distanze… Abituati ad essere comodamente trasportati da auto e moto non abbiamo più la reale concezione di cosa vogliano dire 5 o 6 chilometri a piedi… In auto sono 10 minuti…anche dalla mappa non sembravano tanti… e invece ci siamo ritrovati a camminare per un’ora e mezza!

Ma è stato bello perché abbiamo assaporato l’essenza della periferia monacense. Le periferie da queste parti non sono oggetto di degrado, ma anzi, luoghi di benessere. Tanto verde, tanto spazio, belle casette, piste ciclabili (sempre e comunque), ordine, pulizia, vivaci attività commerciali e impiegatizie.

A metà strada ci fermiamo in un bar che ci dà l’impressione di servire un buon caffè! Non ci sbagliamo, il personale e il caffè sono italiani! Mmmm che piacere un bell’espresso!

Quando al barista chiediamo se il castello è ancora lontano da raggiungere a piedi (e soprattutto quando gli diciamo da dove siamo partiti) sgrana gli occhi… Noi invece li sgraniamo quando vediamo il prezzo della benzina… 1.55 – TRENTA CENTESIMI IN MENO CHE IN ITALIA IN DATA 08/03/13.

Qui è tutto bellissimo, a cominciare dal canale tutto ghiacciato dove pattinano le oche, alle mamme con le bici col rimorchio con dentro i pargoletti. Che bello questo stile di vita!

L’ingresso per il castello e l’annesso Marstallmuseum (museo delle carrozze) costa 8,5 euro -compreso di audioguida.

Tra tutte le stanze, gli arredi, le statue, i dipinti e le meraviglie di questa sfarzosa residenza, spicca sicuramente la Sconheitengalerie (Galleria delle bellezze di Luigi I): una collezione di 36 ritratti di donne amate dal re, tra cui la sensuale e spregiudicata ballerina Lola Montez.

L’annesso museo delle carrozze, invece, ti catapulta in una fiaba.

L’immenso parco (200 ettari), iniziato in stile italiano nel 1671 e trasformato in stile francese nel 1701 è un luogo dove i monacensi amano portare a spasso i propri cani, fare passeggiate, fare sport e rilassarsi. E come dargli torto? È bellissimo, silenzioso, pieno di panchine dove godere di un po’ di relax, un canale di 6 km contribuisce a dare al luogo un’atmosfera che sà di bosco… Il laghetto e il maniero, il villaggio tipico, l’orto botanico, la pagoda e i mille cigni non si dimenticano…

Non è mancato neanche il solito vecchietto tedesco che, desideroso di sfoggiare il suo buon italiano imparato al militare, ci chiede se avessimo votato Berlusconi…

Per tornare in albergo prendiamo il tram! bello camminare, ma non ce la facciamo più!!! Con il 17 si arriva alla stazione centrale, a due passi dal nostro hotel. Questa sera come al solito la Pisi sta male, ma io non voglio andarmene senza aver visto Marienplatz di sera, quindi esco a fare due passi.

Ne tornerò con due etti di super-datteri, una batteria originale canon per la mia Power Shot G9 (a 30 euro in meno rispetto al prezzo in Italia), una rosa rossa per la mia povera malata (ho dovuto supplicare un fiorista tedesco che stava chiudendo! “Please, please, my wife is sick! Today is her day and i haven’t a gift! Please!!!!! I pay more!!!” – I suoi “nien nein” alla parola more sono diventati Ya! maledetto crucco!)

Per cena prendo due buonissimi Pita Gyros dal ristorante greco da asporto di fronte al nostro hotel e innaffio il tutto con la mia amata birra Mythos!

GIORNO 5 (09/03/13)

Abbiamo il volo nel pomeriggio, ma non ce la sentiamo di gironzolare stamattina. Andiamo a prendere il bus della Lufthansa per l’aeroporto, credendo di aver trovato la navetta gratuita. E invece no! Costa 11 euro a testa! Più della metro! Ma che sfiga! Vabbè, almeno siamo più comodi e abbiamo la possibilità di intravedere durante il viaggio la famosa Alleanz Arena.

Arrivederci Monaco, alla prossima… magari per l’Oktoberfest!

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