Monaco, Baviera e Selva Nera
Partecipi all'Oktoberfest? Approfittane per scoprire lì intorno i paesini della Romantische Strasse e le scure foreste della Selva Nera...
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Cosa c’è di meglio di un bel viaggetto primaverile per staccare dal solito tram-tram di tutti i giorni? Quest’anno abbiamo optato per la Germania dato che il budget era abbastanza limitato… e abbiamo fatto un’ottima scelta! Prima di tutto per la bellezza dei posti visitati e per la spesa limitata (370 euro a persona in 6 giorni). Poi anche perché, viaggiando in auto, non abbiamo avuto alcun problema con le ceneri vulcaniche che, di questi tempi, fanno saltare i voli aerei! Mi piace organizzare con anticipo i miei viaggi e così, già da gennaio, iniziamo ad acquistare la guida (quest’anno ho puntato sulla Lonely Planet in quanto maggiormente completa per il nostro itinerario), leggere racconti di altri viaggiatori e contattare i bed&breakfast (soluzione, quest’ultima, che ci ha entusiasmato molto più dei soliti hotel e ostelli). Ma andiamo per ordine. Ecco il racconto del mio viaggio lungo la Romantische Strasse (Baviera) e la Selva Nera. PRIMO GIORNO sabato 15 maggio Sappiamo già prima di partire che la giornata sarebbe stata decisamente intensa… come tutte le altre d’altronde! Alle 4.15 del mattino io e Cristian (che ha passato la notte nella cameretta degli ospiti della mia casina,) ci dirigiamo verso Bergamo per raccogliere Maria (che è rimasta a letto a causa della mancata sveglia del suo cellulare) e, a bordo della mia Yaris bianca (chiamata anche Fiocco di Neve), partiamo in direzione di Lindau. Ci fermiamo a fare qualche sosta lungo il percorso (acquisto vignetta alla frontiera Svizzera, pausa pipì, sosta per Fiocco che iniziava a faticare lungo la ripida autostrada che conduce al tunnel del san Bernardino e pieno benzina poco vantaggioso in Svizzera) ma per le 10 arriviamo alla nostra meta. Lindau non è proprio negli itinerari classici della Romantische Strasse ma ci fa immergere, già dai primi passi, nell’atmosfera tipica delle cittadine tedesche. Situata su di un’isoletta del lago di Costanza, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità per il fascino del suo paesaggio lacustre, dei tipici edifici colorati ed affrescati lungo le stradine lastricate, per la bellezza delle sue chiese, delle sue torri (tra cui Mangturm e Diebsturm, ai piedi della quale si trova un negozio di ceramiche con una mansarda fantastica) e del Rathaus. Tra le stradine si diffondeva il chiasso del piccolo mercatino nella piazza principale e del profumo delle panetterie. Pranziamo in una di queste addentando il nostro primo pretzel! Fantastico! Abbiamo quasi sempre mangiato in posti come questo e i prezzi sono veramente molto bassi (un pretzel e una pizzetta a meno di due euro). Torniamo alla nostra auto e ci dirigiamo verso Fussen (viaggio di un’ora e 15 minuti) attraverso colline molto basse, verdissime e disseminate di pascoli e fattorie. Peccato solo che il tempo va peggiorando man mano ci si avvicina alla meta: ai piedi dei castelli ci attende una pioggia insistente e una terribile temperatura di 5 gradi! Povera Maria che non ha portato il giubbetto invernale! Dopo aver parcheggiato (4.50 euro) ci dirigiamo alla biglietteria e ritiriamo i biglietti già prenotati via internet (17 euro + 3.60 di prevendita). Viene richiesto di presentarsi già un’ora prima della prenotazione ed è decisamente tanto dato che, per raggiungere il castello di Hohenschwangau, ci impieghiamo poco più di 5 minuti (e non i 20 indicati nelle cartine che vengono rilasciate con l’acquisto dei biglietti). La visita guidata (con audio guide incluse) dura 35 minuti ed è interessante anche se un po’ troppo rapida. A tratti, osservando il panorama da lassù, appare e scompare tra le nubi lo Schloss Neuschwanstein, il castello più famoso al mondo! Iniziamo la discesa e la risalita della collina per raggiungerlo. Purtroppo il tempo va peggiorando e, quando raggiungiamo il Marienbrucke (ponte con vista mozzafiato sul castello), siamo già completamente fradici e infreddoliti. Anche questa volta dobbiamo attendere parecchio per il nostro orario di vista. Tutti i turisti sono stipati nel portico ma noi abbiamo la fortuna di trovare un divano miracolosamente libero nel mini negozio di cartoline e decidiamo di goderci un po’ di meritato riposto. La visita è ancora più bella della precedente: ci sono delle stanze da togliere il fiato nonostante l’aria di “tarocco storico” e di parco di divertimenti che si respira. Merita decisamente tutta la faticata fatta! Bagnati come pulcini, non vediamo l’ora di una bella doccia calda. Raggiungiamo quindi l’House L.A. a Fussen (www.housela.de, 20€ a persona con colazione, in camera tripla con bagno condiviso), ci sistemiamo nella nostra bella cameretta e raggiungiamo a piedi il vicino centro della cittadina alla ricerca di un pasto caldo. Fussen è piuttosto piccina ma l’abbiamo trovata comunque affascinante, soprattutto nella zona del monastero e del castello (abbiamo trovato il cortile aperto anche alle 22.30). Ceniamo in una Gasthaus e, con soli 17 euro a testa, ci rifocilliamo con un super piatto di carne tipica Bavarese… abbiamo fatto fatica a finirlo nonostante la nostra fama di buone forchette! Dopo aver pagato, la cameriera del locale, ci fa gentilmente presente che il servizio in Germania non include la mancia e che è buona norma ricordarsene nel nostro viaggetto. Noi italiani ci facciamo sempre riconoscere! La mezzanotte non è ancora scoccata quando spegniamo le luci e ci addormentiamo nei nostri lettini. SECONDO GIORNO domenica 16 maggio Non siamo ancora del tutto abituati alle tradizioni tedesche quindi la nostra prima colazione al di là delle Alpi è solo un timido approccio a salumi e uova da ingurgitare con pane e marmellata. In meno di 30 minuti raggiungiamo la Wieskirche, un’imponente e barocchissima chiesa immersa tra prati verdissimi, giustamente entrata a far parte del patrimonio dell’Unesco. Fate attenzione agli orari delle messe perché durante le funzioni non si può gironzolare e sarebbe un gran peccato perdersi l’interno! Risaliamo su Fiocco di Neve e, attraversando sempre pascoli e paesini minuscoli, ci dirigiamo verso Monaco (1.30 h). La giornata non promette nulla di buono: il cielo è grigissimo e ci sono ancora pochi gradi (qualcuno sfodera addirittura guanti e berretta). Percorriamo Neuhauser (via commerciale dell’Altstadt) e curiosiamo in Burgersaalkirche (un po’ bruttina), Michaelskirche e in Frauenkirche. Per le 12 arriviamo puntuali in Marienplatz per goderci lo spettacolo del carillon. Visitiamo quindi Sankt Peterskirche e l’opulenta Asamkirche prima di rifocillarci in una delle solite panetterie aperte (ma stavolta, oltre al solito pretzel, prendiamo una terribile pizzetta con dell’ananas che avevamo scambiato per patate!Bleah!). L’itinerario prosegue per Theatinerkirche e sostiamo nel bel giardino di Hofgarten dove non smettiamo di scattarci fotografie. Da qui ci immergiamo nella lunga visita della Residenz (7€), in buona parte ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Alcune sale sono davvero molto ricche ed affascinanti ma il giro è decisamente lungo e la noiosa audio guida sembra volerci incitare ad una pennichella su uno dei numerosi letti regali. Ormai siamo quasi giunti al termine della nostra visita di Monaco, puntiamo su Hofbrauhaus (la birreria più famosa e caratteristica di Monaco) e accompagniamo Maria all’acquisto della consuetudinaria maglietta del vicino Hard Rock Cafe. Avevo già visitato in un’altra occasione la città e riconfermo la sensazione avuta la prima volta: non mi entusiasma moltissimo… vuoi per il tempo uggioso o vuoi per la mancanza di un’identità precisa (che abbiamo invece trovato in quasi tutte le altre tappe del viaggio). Recuperiamo l’auto al parcheggio coperto (ben 15€) e dopo un’ora e mezza di viaggio raggiungiamo la cittadina di Donauworth, ritornando finalmente sulla Romantische Strasse. Al B&B Donauworth (www.bed-breakfast-donauwoerth.com, 25€ in camera doppia con colazione) ci accoglie un ragazzo giapponese che, premurosamente, ci mostra le nostre bellissime camere che si affacciano direttamente sul Danubio. Non ci sorprendiamo più di tanto della sua nazionalità dato che tutta la Baviera è affollata di turisti dagli occhi a mandorla (addirittura si trovo cartelli stradali in giapponese e tedesco). Sono quasi le 18.30 quando arriviamo nel centro della cittadina (15 minuti a piedi dal B&B). Bastano poche occhiate furtive per innamorarsi a prima vista di questo posto! Per le strade non ci sono turisti e le vie acciottolate sono circondate da casette coloratissime, antiche porte di accesso alla città, torri medievali, passeggiate lungo le mura, dalla chiesa, dal monastero barocco e dai due fiumi che qui si incrociano prima di procedere con la loro lunga corsa verso il mare. Qualcosa di magico ci lascia incantati mentre i nostri piedi si muovono da soli alla ricerca di nuovi scorci nascosti. Per cena ci attende un bel brodino con ravioli (sarà tipico?) e un piatto di carne con gli spatzli (gnocchetti di patate da immergere nell’intingolo) in uno dei pochi locali che non offrono cucina italiana. All’estero è per noi d’obbligo cibarsi solo di piatti della tradizione locale! TERZO GIORNO lunedì 17 maggio Alle 07.00 del mattino suona la sveglia! Sollevo la tapparella della mia camera e un bellissimo sole illumina il Danubio e il paese in lontananza. Che meraviglia! Uno spettacolo è anche l’abbondante colazione tedesca che ci viene preparata dal ragazzo giapponese nella cucina dell’appartamento. La giornata inizia decisamente nel verso giusto! I proprietari del B&B non smettevano di salutarci quando siamo partiti e in 15 minuti raggiungiamo già la prossima tappa. Non sono nemmeno le 9, in giro non c’è anima viva (se non un gatto che ci ha pedinati per tutta la visita) e il castello di Harburg, illuminato da un bel sole primaverile, sembra ancora più incantato e perfetto di quanto mi immaginassi. Passeggiamo per i cortili e spiamo in ogni angolino (gli interni sono ancora chiusi) e, dopo mezz’oretta, risaliamo su Fiocco di Neve in direzione Nordlingen (20 minuti). Il nostro navigatore ci portava spesso su di una superstrada che collega più velocemente i paesini ma vi consiglio di seguire scrupolosamente la Romantische Strasse per non perdere angoli e paesaggi che, altrimenti, non riuscireste a scorgere. Nordlingen è una bella cittadina interamente circondata da mura che disegnano un cerchio quasi perfetto attorno al centro storico. Le porte di accesso sono imponenti e i camminamenti di ronda sono assolutamente da percorrere per le belle vedute che si possono ammirare sui tetti spioventi della città. Puntiamo dritti verso la Georskirche e ci arrampichiamo sui numerosi gradini del suo campanile (i 2€ si pagano ad un signore che pare vivere alla sommità della torre). La vista da quassù è sensazionale: si vedono le mura, i tetti rossi della case, i prati fuori dalla città e i campi immensi di fiori gialli! Maria, che cercava di boicottare la scalata, si è dovuta ricredere! Gironzoliamo per le stradine e seguiamo i punti più significativi segnalati dalla guida. Ci sono case veramente belle e si respira un’aria autentica dovuta forse all’assenza di turisti. Ci fermiamo in una piazzetta per addentare un pretzel e una specie di brioche con semi di papavero e, prima di ritornare all’auto, individuiamo un bell’edificio vuoto che diventerà un giorno il nostro B&B (vincita a “turisti per sempre” permettendo)! Rothenburg ob der Tauber si raggiunge in un’oretta di viaggio e, senza ogni dubbio, è la perla della strada Romantica. E’ un continuare a meravigliarsi ad ogni passo! Le mura, interrotte spesso da belle torri e da elaboratissime porte medievali, corrono attorno a tutta la città e invitano il turista a perdersi tra i tesori che racchiudono al loro interno: dal Rathaus nella piazza centrale alla Jakobskirche (ingresso a pagamento), dal silenzioso giardino del monastero alla vista mozzafiato che si può ammirare dal Burggarten, dalle viette su cui si affacciano miriadi di casette caratteristiche ai negozietti di oggetti natalizi (entrate al Kathe Wohlfahrt Weihnachtsdorf e rimarrete sconvolti dall’immensità dell’esposizione che propone ogni genere di oggetti in un contesto ovattato e luccicoso). L’unica pecca è il numero esorbitante di turisti che, in quasi tutte le altre tappe, sono solitamente discreti. E gli orientali sono tanto numerosi da dare la parvenza di trovarsi in un paesello Giapponese! D’altronde la bellezza di questo posto non poteva certamente passare inosservata al mondo intero! Il tempo ha improvvisamente deciso di regalarci un violento acquazzone e, con immenso sacrificio, abbiamo dovuto cercare rifugio in un bar dove abbiamo fatto merenda con le Palle di Neve, ovvero delle immense frittelle ammassate fino a formare una palla di circa 8 cm di diametro, tipiche di qui. Io l’ho presa con cioccolato e nocciole… una bomba di pesantezza! Ormai si è fatto tardi e così salutiamo Rohenburg mentre il sole decide di risbucare dalle nuvole. Per la notte soggiorniamo in un’elegante quartiere della periferia di Wurzburg, nel B&B Buchung della famiglia Schmit (http://bedandbreakfast.de/inn.php?id=103660&lang=en&lang=en&bkr_id=449870&bkr_pin=9193&bkn_id=660288&usr=1, 21.60€ a testa con colazione), destinata a diventare mitica nei nostri racconti! La piccola signora di casa ci invita a togliere le scarpe nell’atrio e a camminare scalzi verso la mansarda dove siamo alloggiati. La casa è molto grande e ben arredata. Ceniamo in un localino consigliato dalla Lonely Planet nella zona universitaria di Wurzburg dove una sorridentissima e disponibilissima cameriera ci aiuta nella scelta di uno dei mega sformati, specialità della casa (spendiamo circa 12 euro a testa). Al rientro, salendo le scale del B&B troviamo Bianca Schmit, la figlia dei gestori che vive ormai in Canada e che era temporaneamente tornata dai genitori. Ci avventuriamo quindi in una chiacchierata in inglese! Beh, a dir la verità io e Maria abbiamo cercato di capire quello che Tinel e Bianca stavano dicendo! E’ stato divertente e Maria si è esaltata tanto da volerci portare tutti a Vancouver il prossimo anno! QUARTO GIORNO martedì 18 maggio E’ sempre un’assonnata Bianca Schmit ad accoglierci in sala da pranzo e a servirci la colazione. Tra le altre bontà, ci avventiamo sulla Nutella (forever!) e sulle marmellate preparate dalla mamma! A malincuore lasciamo la casa e ci immergiamo nella visita di Wurzuburg. Parcheggiamo proprio di fronte alla Residenz (7€), un bellissimo palazzo con alcuni saloni spettacolari affrescati dal Tiepolo. La visita è interessante e meno lunga rispetto al palazzo di Monaco. Peccato che, non avendo prenotato una guida, non possiamo visitare un’ala del palazzo. Il giardino dietro l’edificio è tenuto benissimo. Ci sono aiuole piene di fiori colorati, fontane, scalinate e perfino uno scoiattolo rosso che, rubando una noce da chissà dove, ha animato in Maria un’inimmaginabile ossessione! Il centro della città è poco caratteristico e, personalmente, non ho trovato molto belle le chiese o i palazzi. Degni di nota sono la rossa Marienkapelle e il bellissimo ponte Alte Marienberg che a noi ricordava molto il ponte Carlo di Praga sia per le imponenti statue ai lati che per la vista sulla città e sul castello. Ritorniamo all’auto e ci dirigiamo sulla collina del castello della città, il Festung Marienberg. Contro ogni aspettativa, l’edifico è bellissimo ed immenso. Ci sono diversi stili che si fondono insieme. Abbiamo visitato solo gli esterni ma ci sono pozzi profondi, torri, chiese e, dai giardini, si ammira una vista favolosa sulla città! Con la visita di Wurzburg termina il nostro viaggio lungo la Romantische Strasse. Ci dirigiamo quindi verso Villingen (2.30 ore di viaggio), la nostra prima tappa della Selva Nera (che invece è nella regione del Baden-Wurttemberg). Come ci avevano anticipato, in questa zona non sono in molti a parlare l’inglese e, difatti, la signora che ci accoglie al Ferienwohnung Bertsche (www.ferienwohnung-bertsche.de, 15 euro senza colazione) e che ci mostra il nostro bell’appartamentino all’ultimo piano, parla solo tedesco e comunichiamo quindi a gesti. La fiducia che le persone di queste zone hanno nel prossimo è esemplare: la sera ci troviamo un post-it sulla porta in cui ci chiedono di lasciare i soldi sul tavolo della cucina in quanto il giorno successivo non sarebbero stati in casa per il pagamento. In Italia questa sarebbe pura fantascienza! Villingen viene chiamata la Friburgo in miniatura ed, effettivamente, non è del tutto sbagliato. Le città sono molto simili con il Munster in arenaria rossa, i ruscelletti che scorrono accanto alle strade, le casette colorate, le mura che circondano la cittadina e le porte eleganti che ne permettono l’accesso. Qui però si respira un’atmosfera molto più circoscritta, più da paese. La gente si saluta per strada, si ritrova a sorseggiare un the in qualche bar e va a messa; in centro alla città si realizza una fontana con scene buffe di episodi realmente accaduti nei dintori e si esce a bere un bicchiere di birra dopo cena tra amici della terza età. Appena entrati in città, sulla via principale, ci lanciamo in una bella pasticceria dove io e Tinel decidiamo di affrontare la nostra prima fetta di torta della Foresta Nera. La fetta che ci viene portata è un ammasso alto almeno 15 cm di pan di spagna, panna montata e marmellata alle ciliegie! La fetta è veramente epica e il prezzo sbalorditivo: 2,20 euro! I bar di tutta la Germania hanno prezzi ridicoli paragonati a quelli italiani! Con la pancia decisamente piena proseguiamo la visita e, diluvio a parte, ci perdiamo piacevolmente per le stradine alla ricerca di un ristorante per la cena. Ne troviamo pochi che propongono cucina locale e con il menu decifrabile. Ci fermiamo infine in un ristorante, in prossimità del centro, dove ci accomodiamo ad un tavolo posizionato nel bovindo (ovvero una specie di torretta che fuoriesce dalla struttura dell’edificio)! Avevo sempre sognato di mangiare in un posto così! Fantastico! Mangiamo carne con contorno e spendiamo sempre i soliti 15 euro. QUINTO GIORNO mercoledì 19 maggio La prima tappa della giornata è Triberg ma, prima di dirigerci alle famose cascate, parcheggiamo accanto al Rathaus ed entriamo in un bel panificio per la prima colazione. Per affrontare la nuova giornata servono tante calorie quindi non badiamo alla linea e prendiamo delle bellissime fette di torta che sembravano chiamarci dal bancone! Le spumeggianti Wasserfalle (cascate) si raggiungono in un attimo attraverso una brevissima passeggiata nel bosco. Il percorso più breve dura circa mezz’ora (andata e ritorno) considerando anche il tempo per le fotografie di rito. L’ingresso costa 3,50€ e, volendo, si possono acquistare anche delle noccioline per gli scoiattoli. Maria, armata di arachidi, passeggia scrutando attentamente il sottobosco alla ricerca dei simpatici roditori ma di questi nemmeno l’ombra. Il profumo dei pini, la pace del bosco e il rumore della cascata ci regalano una serenità immensa e finalmente riusciamo a cogliere le bellezze più nascoste di questa regione. Il paese non offre nulla da visitare se non il bell’interno della chiesa poco lontana dal bosco e i numerosissimi negozi di souvenirs carichi di cucù e oggetti in legno. Lungo la strada verso Gutach (circa 15 minuti) decidiamo di emulare l’orda dei turisti che, quasi per rito, si ferma presso l’edificio con l’orologio a cucù più grande del mondo. Decisamente molto kitsch! Foto d’obbligo e ulteriore giro al fornitissimo negozio di oggetti ricordo. Il Schwarzwalder Freilichtmuseum (museo all’aperto della Foresta Nera, 6,5€) di Gutach è decisamente molto meglio di quanto ci aspettassimo. Si tratta di un insieme di alcuni edifici tipici della zona che sono stati ricostruiti o trasportati per realizzare questo museo che vuole raccontare, a grandi e piccini, le tradizioni locali e lo stile di vita dei secoli scorsi. A noi è piaciuto moltissimo percorrere in lungo e in largo gli edifici antichi, spiare nelle varie stanzette, dar da mangiare agli animali (soprattutto le nostre amiche pecorelle), arrampicarci sulle scale che portavano alle soffitte dai tetti di paglia, osservare alcune signore che lavoravano come le donne di un tempo (c’era la cuoca che preparava il brodo, quella che cuciva e una che ha azionato un vecchio mulino). Il bello è che non si respira quella sensazione di super-tarocco che si avverte solitamente in ricostruzioni di questo tipo! All’uscita del parco ci sono diversi chioschi che vendono prodotti regionali e ci fermiamo per pranzare a base di panino con wurstel e fetta di pane con una specie di salsa che sapeva alla lontana di lardo. Dall’altro lato del parcheggio, in 10 minuti a piedi si raggiunge il Schwarzwäld Roderlbahn (2,50€ a discesa), ovvero una bella pista di bob che, scendendo da un versante della collina lungo dei binari metallici, ci ha fatto sfrecciare a 40km/h! Decisamente divertente! Proseguiamo quindi verso Schiltach (20 minuti), un favoloso paesino non assediato dai turisti, che la guida definiva come uno dei più tipici villaggi della Selva Nera. E aveva perfettamente ragione! Le case sono tutte a graticcio, un ammasso di edifici ordinati e perfetti, le strade pulite e silenziose, nei due fiumi che tagliano il paese saltella l’acqua e qualche airone ozia silenzioso sulle sponde. Il museo del taglio del legname (tipico di questa località) è veramente interessante, gratuito e ben architettato. Noi saliamo anche lungo il crinale della collina e, arrivati sopra il paese, ci fermiamo su di una panchina a sgranocchiare qualche nocciolina (che gli scoiattoli non hanno voluto) e ad osservare il bel paesaggio. Ancora una volta, dal cielo iniziano a precipitare grosse gocce d’acqua. Quale migliore occasione per rifugiarci in un’incantevole pasticceria? E’ frequentata da persone di una certa età ma il posto è delizioso e le innumerevoli torte non sono da meno. Io ne prendo una ripiena di mousse al cioccolato con lamponi interi… sublime! Il tempo va peggiorando e partiamo verso Haus Ketterer (http://www.hausketterer.de, 22€ per un appartamentino con colazione). In un’ora raggiungiamo il paesino di Waldau, dove avevamo prenotato per la notte. Si trova sperduto tra la Selva Nera e il viaggio per raggiungerlo è stato davvero bello nonostante il tempaccio. Dato che è presto per fermarci a mangiare in paese (pare non offrire molto) ci spingiamo fino a Titisee-Neustadt (20 minuti), una cittadina decisamente turistica sulle sponde dell’omonimo lago. Giriamo velocemente sotto il nostro ombrello e individuiamo un ristorante in cui trascorrere la serata. SESTO GIORNO giovedì 20 maggio Il cielo sopra Waldau non promette nulla di buono. Dopo una succulenta colazione nel soggiorno della famiglia Ketterer (è stato quasi impossibile riuscire a capirsi ma la signora è stata ugualmente gentilissima) ritorniamo a Titisee e, ligi al programma stabilito, non badiamo al tempo uggioso e noleggiamo una barchetta elettrica per mezz’ora (9€ nell’ultimo pontile del lungolago). Il lago sembra addormentato sotto una spessa nebbiolina che solo raramente si dirada per mostrare le pinete che, dai pendii delle montagne, scendono verso le acque scure del lago. Fa abbastanza freddo e continua a piovere ma la sensazione di libertà e di equilibrio con la natura è impareggiabile! Beh, diciamola tutta: se anche avessimo avuto un po’ di clemenza, il sole non avrebbe rovinato più di tanto l’atmosfera! Ma ci si accontenta. Facciamo un po’ di shopping nei negozietti turistici (con prezzi non proprio economici) e partiamo in direzione di Freiburg (30 minuti). La pioggia proprio non ci da tregua e un po’ mi rincresce non aver dedicato il dovuto entusiasmo per questa bella città in cui la gente è un po’ meno cortese ma che ringrazia sempre con un francesissimo “merci”. Il Munster, nonostante le impalcature, è veramente incantevole con l’imponente torre della facciata e l’arenaria rossa di cui è interamente rivestito. Abbiamo un sacco di tempo e passeggiamo per le strade bagnate alla ricerca dei vari monumenti (i due Rathaus, Martinskirche, Haus zum Waalfisch, Gerichtslaube, Historisches Kaufhaus, Martinstor, Bertoldsbrunner), dei caratteristici ruscelletti che scorrono accanto ai marciapiedi e di qualche negozietto di souvenir. La città è affollata di studenti data la grande Università che ha sede nei pressi del centro ed il clima che si respira è differente rispetto alle altre cittadine visitate. Pranziamo in un ristorantino in cui Tinel riesce finalmente a mangiare gli asparagi bianchi (tipici di questa stagione) e facciamo merenda in una bella pasticceria in cui affronto nuovamente la monumentale torta della Foresta Nera (ma stavolta la fetta è più piccola!). Il momento di risalire su Fiocco di Neve per il temuto viaggio di ritorno è ormai arrivato. Con i vestiti bagnati e con la malinconia che inizia a farsi spazio, attraversiamo il breve tratto di Germania, la Svizzera e giungiamo infine in Italia. Lo stereo trasmette le note della nostra Germania Compilation (ogni anno ne prepariamo una nuova!) e sulle labbra affiorano i ricordi di questa indimenticabile vacanza. E che male c’è nell’iniziare ad avanzare qualche proposta per il viaggio della prossima primavera? 🙂 Tus-operator