Mitica angkor fai da te

Amanti della archeologia come siamo, da tempo favoleggiavamo la visita della mitica Angkor. Finalmente le sospirate vacanze. Non amiamo assolutamente i villaggi e le vacanze all inclusive e decidiamo di costruirci con calma il nostro viaggio che si articolerà nell’iniziale visita di Angkor con sistemazione a Siem Reap, in una decina di...
Scritto da: Lorella Bosio
mitica angkor fai da te
Partenza il: 25/06/2005
Ritorno il: 28/06/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Amanti della archeologia come siamo, da tempo favoleggiavamo la visita della mitica Angkor. Finalmente le sospirate vacanze. Non amiamo assolutamente i villaggi e le vacanze all inclusive e decidiamo di costruirci con calma il nostro viaggio che si articolerà nell’iniziale visita di Angkor con sistemazione a Siem Reap, in una decina di giorni di relax al mare in Thailandia tra la terribile Pattaya (poco) e la tranquilla Koh Samet (tanto) per concludersi in una visita a Bangkok che già conosciamo ma che rivediamo con piacere. Tutti gli hotel sono prenotati tramite Internet. Nella nostra Agenzia di fiducia acquistiamo esclusivamente il volo.

Thai airway propone un’ottima tariffa: Milano – Bangkok 458 euro tasse incluse.

Il collegamento sino a Siam Reap viene gestito con numerosi voli giornalieri dalla Bangkok Airways. Per quest’ultima tratta, grazie alle letture fatte su questo sito ed ad una pubblicità vista su una rivista di viaggi, abbiamo optato per il Discovery pass (per informazioni SPAZIO s.R.L tel. 0258307075) Conviene infatti acquistare un pacchetto di tre voli a prezzi di 50 $ per i voli interni e di 80$ per i voli internazionali piuttosto che la sola tratta andata e ritorno Bangkok Siam Reap.

* * * * Venerdì 24 giugno puntualissimi alle 14,40 decolliamo dalla Malpensa. Il viaggio scorre via tranquillo tra pasti, films e pisolini.

Memori dell’esperienza di due anni prima, abbiamo optato per viaggiare esclusivamente con il solo bagaglio a mano. Magliette, parei e pantaloncini tengono poco posto e, in caso di bisogno, tutto ciò che può servire potrà essere tranquillamente acquistato sul posto. Inoltre in Thailandia è facilissimo e molto economico far lavare e stirare gli abiti.

Alle 6 e 30 del mattino dopo sotto il solito cielo plumbeo della Città degli Angeli atteriamo. L’areoporto è molto grande e funzionale. Una passeggiata lungo corridoi infiniti (credo circa 1 kilometro!) ci porta al desk della Bangkok Airways dove facciamo check in per il volo delle ore 8,00 per Siam Reap. Con un piccolo coloratissimo aereo atterriamo alle 9,00 a Siem Reap. C’è il sole, accompagnato da grosse nuvole e la temperatura, grazie ad un discreto venticello, è perfettamente sopportabile. L’aeroporto è piccolo ma funzionale. Le pratiche di ingresso vengono sbrigate relativamente in fretta da un numerosissimo gruppo di addetti in alta uniforme. E’ necessario acquistare il visto (25 $) e presentare una fototessera; viene scattata una ulteriore foto digitale con un piccolo e curioso apparecchio, e finalmente si può uscire.

Ad attenderci subito fuori troviamo l’inviato della guest house che regge il cartello con i nostri nomi. In auto, con aria condizionata polare, affrontiamo i 10 kilometri che separano l’aeroporto dalla Città. Abbiamo prenotato una stanza per tre notti presso la “Mom’s guesthouse“ ( www.Momsguesthouse.Com) consigliataci da un’amica. Si tratta di una piccola struttura molto recente, gestita a livello completamente familiare dal signor Leang Chhay .

Dispone di 20 stanze, piccole ma molto curate e pulite dotate di aria condizionata, frigorifero e televisore satellitare. Il costo, comprensivo di colazione, è di 20 $ a notte. La guest house è situata in buona posizione accanto al famoso ristorante Bayon e nelle vicinanze dell’ altrettanto famoso Gran Hotel Angkor a cento metri dal lungo fiume. Il signor Leang nel suo misto di inglese e francese ci chiede come intendiamo muoverci nei tre giorni di permanenza ( ha a disposizione sia l’auto che ci ha prelevato all’aeroporto, sia una moto remorque – suzuki 110 di cilindrata – con un piccolo carrozzino collegato).

Per evitare la terribile aria condizionata preferiamo senza esitazione la moto remorque: Cheng sarà il nostro autista che ci scarrozzerà in giro per i prossimi tre giorni al costo di 10 $ al giorno ( tranne l’ultimo a 15$ perché decidiamo di andare più lontano ). Nel suo discreto inglese ci dice che i turisti in questa stagione sono pochi, mentre sono numerosi in dicembre gennaio e febbraio, ovvero nella stagione secca e che comunque gli italiani sono, in ogni caso, molto meno numerosi dei tedeschi, degli inglesi e dei francesi. Il tempo di una doccia velocissima e siamo pronti a partire : telecamera e macchina fotografica a portata di mano con la nostra inseparabile guida “ The rough guide” che abbiamo preferito per qualità/prezzo alla tanto pubblicizzata Lonely Planet. Dopo pochi chilometri, lasciatoci alle spalle il caotico traffico di motorini super carichi, biciclette ed animali, arriviamo al “casello” di ingresso dell’Area archeologica. In pochissimo tempo ed al costo sicuramente salato di 40$ a testa, dopo aver consegnato un’altra foto tessera, si ottengono i pass plastificati validi per 3 giorni, che vanno sempre portati con sé e mostrati all’ingresso dei templi principali. Per la prima giornata, optiamo per la visita di Angkor Thom, lasciando al giorno seguente, quando saremo più freschi, il mitico Angkor Wat. Dopo l’imponente porta di accesso, iniziamo il nostro tour con lo stupendo Bayon, un’apoteosi di 54 torri con il loro c.A 200 colossali volti del bodhisattva ed i suoi innumerevoli eleganti bassorilievi che rivestono pareti, travi e colonne, tra cui l’Apsara (danzatrice ) è la figura dominante, elegante simbolo di femminilità orientale.

Inutile dilungarsi nel tentativo di descrivere le sensazioni provate alla vista di questi antichi templi eretti a partire dal X sec. Dagli antichi Kmer. E’ impossibile; è decisamente molto meglio vederli di persona! Dopo il Bayon, si prosegue a poca distanza l’uno dall’altro, con il Phimeanakas ( parzialmente in ristrutturazione ), la Terrazza degli elefanti e del Re Lebbroso, dalle quali la vista è davvero magnifica, per non parlare dei bassorilievi spettacolari che le adornano.

Dopo una breve sosta ristoratrice a base di frutta e riso cambogiano, riprendiamo il nostro mezzo per la volta del Pra Khan: il primo dei templi, che anche se parzialmente in rovina, abbiamo il piacere di vedere in mezzo ad una jungla maestosa.

La stanchezza dovuta all’aereo ed al fuso inizia a farsi sentire ed alle 17,00 ora locale, preferiamo ritornare in albergo per un po’ di meritato riposo.

Decidiamo di cenare al Bayon, attiguo al nostro hotel, per assaggiare due piatti tipici cambogiani ( manzo con verdure su pietra rovente ed il pollo al curry servito in una noce di cocco ), consigliati dalla nostra guida che si rivelano davvero ottimi. Il tutto allietato da uno spettacolo di marionette (teatro delle ombre).

Domenica 26 giugno alle 9,00, ripartiamo. Sotto un pallido sole eccoci al grande fossato che circonda il mitico Angkor Wat. Percorriamo la lunga strada sopraelevata che superato il fossato prosegue per oltre duecento metri oltre le mura esterne. Arriviamo al primo recinto. Ecco sulla nostra sinistra il famoso stagno con le ninfee. Siamo al recinto principale. L’ultimo visitabile dai fedeli. La galleria è interamente decorata a bassorilievo. La percorriamo tutta poi passiamo al livello successivo. Siamo nella parte più sacra del tempio ormai pronti a scalare la gopura principale cui si accede da quattro scale ripidissime e con gradini alti e molto stretti. La salita, pur difficoltosa, ripaga con un a splendida vista a 360 gradi. La discesa è sicuramente più impegnativa. Troviamo una delle scale con un piccolo corrimano e pian piano iniziamo a scendere.

Siamo di nuovo a livello terra! Proseguiamo la visita con calma e ci godiamo ogni angolo del tempio. Colpisce la maestosità dell’intero complesso.

Con ancora negli occhi queste meraviglie proseguiamo con il nostro driver il giro: ecco il Thommanon piccolo e raccolto, dedicato a Vishnu ed il Ta Keo tempioo montagna incompleto. Facciamo una breve sosta per pranzo dinnanzi all’ ingresso del mitico Ta Prohm: in un baleno, annunciata da una incredibile folata di vento, inizia una pioggia battente. Siamo al coperto ed attendiamo con calma che smetta. Passa circa un’ora. Ormai pioviggina e decidiamo di incamminarci. Cheng ci fornisce giacche antipioggia e una borsa di plastica per proteggere la telecamera. Siamo nella stagione delle piogge e tutti sono preparati. Appena entriamo nel tempio inizia nuovamente a diluviare. Rimaniamo bloccati per circa un’ora all’interno. Tutto è allagato ma la particolarità del tempio con le incredibili radici che stanno stritolando le pietre è certamente ancora più suggestiva …. E vai con le foto!! Spiove finalmente e completata la visita possiamo proseguire il giro. Vediamo il Banteay Kdey poi il Prasat Kravan ed infine sotto un cielo ormai splendido scaliamo il Phnom Bakheng per ammirare il tramonto e la vista dell’Angkor Wat. Tutti i turisti che stanno visitando il sito hanno avuto la nostra idea. C’è molta gente che fatica sulla ripida salita ed altrettanta che preferisce la salita sull’elefante. Troviamo un buon posto e ci sediamo. La stanchezza si fa sentire ma la vista è splendida.

Riscendiamo un po’ prima del tramonto del sole e guadagnamo la nostra meritata stanza. Questa sera grazie al signor Leang andremo al Bayon 2 per una cena a buffet accompagnata da uno spettacolo di danze tradizionali. Le specialità cambogiane sono varie e molto gustose ed anche lo spettacolo è di ottimo livello. ( il costo, più che accettabile è di 20$ per due persone) Lunedì 27 giugno Questa mattina a circa 40 chilometri di distanza ci aspetta il Banteay Srei, la Cittadella delle donne. La strada, inizialmente ampia e ben levigata, diventa poi stretta e sconnessa. La pioggia di ieri ha lasciato grosse pozzanghere che vanno guadate con la dovuta calma. La campagna cambogiana è estremamente verde e rilassante. Dopo circa un’ora arriviamo. C’è un bel sole ed il tempio, piccolo e raccolto, appare incredibilmente ricco di decorazioni. Proseguiamo con la visita del Pre Rup, del Mebon orientale, del meraviglioso Ta Som, con le due splendide porte d’accesso (quella orientale sormontata dal un enorme albero di Kapok) e con il Neak Pean.

E’ ormai ora di pranzo e decidiamo di ritornare al tempio del Bayon dove pranziamo al solito “ristorantino” e dove ci dedichiamo all’ultima passeggiata attorno al tempio e alle terrazze degli elefanti e del re lebbroso.

Durante tutte le soste per il pranzo all’interno dell’area e in alcuni templi ci assale un nugolo di bambini, piccoli e con un sorriso ed uno sguardo dolcissimo che offrono cartoline, braccialetti, piccole statuette, magliette ….. E’ impossibile dire sempre di no. Per fortuna, dall’Italia abbiamo portato una decina di confezioni di piccoli pastelli colorati che sono stati molto graditi.

Rinsaldato lo spirito, decidiamo che è il momento di risanare anche il fisico, comunque provato da tanti passi e da tanti scalini!. Ci facciamo quindi accompagnare da Cheng ad un centro massaggi: il “Tiger salon” e veniamo seviziati per un’ora da due giovani massaggiatrici al costo di 10$ a testa. (niente di particolare in confronto agli splendidi massaggi thailandesi). Salutato definitivamente Cheng, ritorniamo in hotel per un meritato riposo. Verso le 18,00 usciamo per una passeggiata in città. Ridiscendiamo il fiume sino all’old market ( niente di speciale) e ci immergiamo nella tipica vita cambogiana comprensiva di polvere, odori, cani, bambini e persone mutilate dalle mine che chiedono l’elemosina.

Per cena, ricordandoci di quanto letto su questo sito, optiamo per il ristorante del hotel Bopha situato sul lungofiume. In un ambiente molto raffinato gustiamo per l’ ultima volta nuovi piatti della cucina cambogiana ad un prezzo lievemente più alto dei precedenti ristoranti .. Ma ne vale comunque la pena.

Martedì 28 giugno accompagnati dal sig Leang raggiungiamo l’aeroporto per imbarcarci sul volo delle 9,40 per Bangkok. Paghiamo 25$ a testa di tassa d’uscita ed espletate le complesse pratiche doganali lasciamo questa splendida terra per un po’ di meritato riposo al mare in Thailandia.

Sicuramente il nostro piccolo assaggio di Cambogia è stato positivo. La gente è estremamente cordiale, ci sono buoni servizi, la zona archeologica è ben tenuta e curata. Anche il tempo è stato clemente. Consigliamo a tutti gli amanti delle antiche civiltà di visitarla presto prima che il turismo di massa la invada e la stravolga completamente.

Enrico e Lorella



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