Mission: Napapiiri 66° parallelo
E tre! Dopo Danimarca e Islanda, via verso il Grande Nord Destinazione: ROVANIEMI, ovvero il 66° parallelo, ovvero NAPAPIIRI e cioè Babbo Natale!!! Adesso sono al posto 20F del volo Finnair diretto ad Helsinki. L’emozione è grandissima, come del resto il freddo che incontrerò. Ma sono un…temerario.
Tra pochi minuti sarò con la testa fra le nuvole, ma questa volta in senso molto materiale. Sono proprio in fondo all’aereo dove ci sono le cucine. Il profumino è invitante, spero anche il resto.
Si parte! Note tecniche dell’aereo: 100 posti, arredamento azzurro e un monitor dove di vede cosa c’è sotto i piedi e vi assicuro che vedere il decollo è stato da emozione. La velocità massima è 750 km/h e l’altitudine 6920 m.
Ore 13.00 il pranzo, beh, il profumino era buono, sì giusto quello.
Già da un po’ ho la cintura di sicurezza allacciata e adesso come adesso non si vede proprio un tubo. Altro che nebbia in Val Padana. A parte ciò il viaggio è stato di per sé noioso, anche se assolutamente tranquillo, fatta eccezione per qualche turbolenza qua e là per spezzare la monotonia. Più o meno come sulle montagne russe.
Alle 15.15 con un leggero ritardo sulla tabella di marcia siamo atterrati sul…bianco. Almeno qui non fanno storie se nevica un pochino. L’aeroporto internazionale di Helsinki è futuristico, ma approfondirò meglio al ritorno.
Il volo Helsinki – Rovaniemi è strapieno come un uovo: pare che ci sia una festa in onore del loro antico re. Boh! Merenda Finnair e pare meglio del pranzo. Come non detto si vede che vogliono abituarci al freddo perché è un pezzo di pane surgelato.
…ho visto cose che neanche voi umani… Ottimo l’atterraggio su una pista di neve, sì e ha anche frenato bene! E così alle 17.40 sono entrato ufficialmente nella Terra dei Sami. Francamente speravo ad attendermi a Santa Claus (ovviamente) Rovaniemi Airport una tipica bellezza finnica, invece un vichingo. E vabbè.
Il tragitto aeroporto – Hotel Scandic è durato circa 10’ e tutt’intorno neve, neve e ancora neve. Dopo aver sistemato i bagagli, analisi del territorio. Giringiro per la città, ma sicuramente quando sarà giorno ne apprezzerò meglio lo spirito.
Le comiche. Entro nel ristorante (l’Atrium) e il cameriere con un inglese “fluid” mi elenca il menu. Avessi capito cosa mi propinava da mangiare. Repet, please. Delle 10 portate ho solo capito, e poi mangiato, bistecca di renna con patatine fritte e un gelato. Poi chiedo un caffè, anzi un espresso e il cameriere, scherzando, mi ha fatto notare che “no espresso, only normal”. Sarà stato solo “normal” , ma berlo era “a-normal”. Quasi quasi era più buono quello bevuto al Koffie List di Rejkjavik. E che è tutto dire.
Per digerire quel che ho capito, un giro dell’isolato ma alle 22.15 fa VERAMENTE FREDDO!!! A domani
SABATO 19/02/05 Mattina Buongiorno Finlandia! Qui nevica e dopo una lunga vestizione, eccomi pronto per la colazione e il Safari.
2 calze( 1 cotone + 1 misto lana) 1 calzamaglia pile 1 pantalone simil pile 1 maglietta termica 1 camicia pile pesante, 1 pile.
E questo solo per iniziare. Prevedo che con altri abiti che mi darà la Lapland Safari Great Adventure, sarò come l’omino Michelin.
Alcune, brevi, considerazioni sulle renne. Qui vivono sovrane. Alvar Aalto, il famoso architetto finlandese e non solo, ha progettato, dopo la 2/a Guerra Mondiale, la ricostruzione di Rovaniemi, seguendo le corna di renna. All’arrivo, sopra al Terminal dell’aeroporto, campeggiano delle enormi renne. Sulla coperta del letto, la poltrona e la sedia…renne stilizzate! Per chi non l’avesse capito, qui sono ospite di un allevamento di renne.
Pomeriggio Finalmente in Hotel. Che giornata: indimenticabile. Da dove inizio? C’era una volta un amante del Nord che…troppo banale.
Intorno alle 10.00 mi è venuto a prendere Pedro, la guida della giornata: uno spagnolo di Majorca trapiantato in Lapland. E poi dicono che gli italiani sono ovunque.
Giunti in agenzia, il rito della vestizione: calze di lana scarponi sciarpa di lana tuta termica, copricapo in pile, casco, guanti di renna fuori e lana dentro.
Breve spiegazione delle motoslitte e poi via verso la fattoria delle renne. La cosa più fantastica è che siamo andati sul fiume ghiacciato. E poi slalom tra gli alberi e poi salite, discese e poi uno stop, perché alcune renne in libertà stavano facendo anche loro un safari! Finalmente, dopo 22 km in motoslitta, eccoci alla fattoria delle renne, dove, per la prima volta (ma non rimarrà tale) ho guidato una renna e senza nemmeno troppe spiegazione da parte dello sciamano lappone.
È stato solo per pochi minuti, ma che emozione. Penso però alle renne: a fine giornata avranno un giramento di renne….
Poi siamo stati accolti nella tipica Kota, la tenda lappone, e qui inizia il… rito col pazzo sciamano lappone. Lo sciamano prende un coltello in mano e lo appoggia sul coppino, poi prende un tizzone acceso e dopo averlo volteggiato in aria, prende la cenere e ci fa due segni sulla fronte. Ma non è finità. Ci ha fatto ingurgitare un trito (credo) di corna di renna.
Dietro a tutto ciò, vi è una spiegazione: · la lama sul coppino: vigore · la cenere in fronte: sei accolto nella tribù come loro amico · il trito: dopo la morte rinascerai renna oppure sarai forte come una renna.
Ho la patente per guidare le renne!!! Così ne ho ben due: la “b” e questa.
Breve sosta con un simil caffè. Ma non voglio dilungarmi troppo.
Di ritorno a Rovaniemi, via motoslitta, la guida Pedro ha iniziato una gara a tutta velocità sul fiume ghiacciato: che fatica stargli dietro! Altro che Vale Rossi! Stanco, dopo essere ritornati in abiti civili, ci viene consegnato il DIPLOMA di ATTRAVERSAMENTO del CIRCOLO POLARE ARTICO. E dopo questa linea, non tanto immaginaria, tutto è più a sud: anche Rovaniemi.
Poi, col pulmino, dritti da Santa Claus. Sono tornato bambino e da oggi ho ripreso a credere a Babbo Natale, perché esiste davvero!!! Ma una doverosa parentesi lo merita il pranzo: zuppa di funghi, salmone al cartoccio con riso, dolce: dunque…pezzi di formaggio fuso con crema di non so cosa, decorato con frutti artici. Tutto sommato, molto buono.
Di corsa da Babbo Natale. Dopo una coda di 20 minuti, eccomi al suo cospetto: stavo piangendo dall’emozione.
Subito mi chiede da dove provengo e saputo che sono italiano, mi ha chiesto se quando torno a casa devo dare un dolcetto o del carbone nero al Berlusca, poi ha elencato, senza sbagliare, tutte le provincie lombarde, se a San Siro gioca l’inter e il Milan e che il Duomo è bellissimo. Sono rimasto sbalordito. Che uomo. Poi, gli ho tirato anche la barba e si è messo a ridere: e anch’io.
Anche se la sua foto costa ben 17 euro (è marchio registrato), ne è valsa la pena perché è un ricordo che rimarrà per tutta la vita.
Giringiro per compere, spedito alcune cartoline dal suo personale Ufficio postale e le foto di rito al Circolo Polare Artico.
Che giornata. Qui è tutto magico. Guidare la motoslitta sul fiume ghiacciato è stato incredibile, ma veramente difficile, soprattutto per chi non ha mai guidato una moto.
E l’aria pura, la neve che cade silenziosa, gli alberi che assumono buffe forme…ma soprattutto il vero contatto con la natura.
Da noi ci sono i cartelli “attraversamento vacche”, qui “attraversamento renne”.
Ma veniamo all’aspetto più delicato della faccenda. I speak English? Yes, maccheronico. Per fortuna la guida Pedro parlava piano e quindi, senza problemi ho capito ..Quasi tutto e la fortuna ha ancora voluto che nel safari vi fossero una coppia di spagnoli che nei momenti duri mi traducevano.
Certo, sapere cosa si dice è bello, ma se conosci: mangiare, dormire, soldi, vai dappertutto, anche da Babbo Natale! Prima di cena Proprio quello che ci voleva, una tonificante sauna, prima di partecipare al gioco: “tu parli e io non capisco cosa mi propini da mangiare”. Per domani ho prenotato un safari di 3 ore con le renne in mezzo ai boschi: tanto ho già la patente.
Notte fonda Visto che proprio non riesco a capire cosa mi danno da mangiare, ho chiesto al cameriere di farmi leggere la lista del giorno: · zuppa di pomodoro, cioè sugo allungato · petto di tacchino con salsa (?) marrone e patate, · torta gelato, caffè DATEMI GLI SPAGHETTI!!! Dopo la cena, un giro al fiume ghiacciato giusto per digerire. La temperature è -6 DOMENICA 20/02/05 Mattina Stamani non nevica, ma il cielo è molto grigio. Dopo un’ottima colazione (yogurt, cereali, lamponi artici, te nero) sono pronto per il Safari.
Oggi comunque la dedico alla natura e all’arte. Sì, perché al pomeriggio andrò all’Arktikum, Museo nazionale lappone. E la sera? Sorpresa, lo dirò solo a fine giornata.
Pomeriggio Mi sento una renna. Prelevato dall’hotel, dritti alla fattoria delle renne sul Circolo Polare Artico. Breve spiegazione di come si guida una renna e poi, stile Armaduk, via per il Safari in mezzo ai boschi. Lungo il tragitto, mi sono un pochino addormentato, anche perché il solo”rumore” era quello del fiato delle renne: il resto solo silenzio.
Un gran senso di pace. Poi sosta in una tipica Kota dove la guida ci ha raccontato tutto sulle renne. Ho fatto anch’io una domanda (sì giusto una) e ho anche capito la risposta. Incredibile! Poi Milla, la nostra guida tipicamente finnica, ha acceso il fuoco e poi offerto il caffè e dei biscotti al cioccolato mentre fuori il termometro segnava –20.
Al ritorno le comiche: ad un certo punto la mia renna (femmina) ha avuto una cotta per la renna (maschio) che aveva davanti. Avranno avute le scalmane, fatto sta che entrambe hanno preso a fare una veloce gara. Probabilmente erano delle fans di Raikkonen!!! Ma da buon domatore di renne, visto che con successo dopo un lungo e faticoso (ma dove) esame, mi sono meritato la patente int.Le di guida, ho tenuto la renna…in pugno.
Comunque tre ore per non so quanti km non è male. Mi sono innamorato delle renne. Sono animali docili (sino ad un certo punto), teneri, e terribilmente comici quando ti fanno le linguacce! Che esperienza; soprattutto non avevo paura e questo vuol dire molto.
Lo slittino, al suo interno, è ricoperto di pelle pelosa di renna, poi, tipo toast, ti sdrai e poi sei ricoperto con pura lana e così non si sente frrrrreddddddo Intanto che scrivo mi trovo all’Arktikum, il museo regionale lappone.
Francamente mi aspettavo di più, comunque (scusate la parentesi antropologica a seguire ma è doverosa) mi è servito per comprendere, ma non totalmente, la cultura lappone e soprattutto il senso di essere lappone oggi, con le discriminazioni che ancor oggi, seppur velate, esistono dagli stessi finlandesi.
Tra tutte le didascalie che ho letto, una in particolar modo mi ha colpito. Tradotta è: “eschimese è un termine coniato dagli indiani d’America per indicare colui che parla un linguaggio sconosciuto”. Eppure il 06 Febbraio c’è la giornata Nazionale dei Sami. Non solo,: “eschimese” è un termine che possiamo usare noi occidentali, ma si tralascia un particolare veramente importante: il loro nome è INUIT, e “lapponi” devono essere chiamati SAMI, poiché di “lappone” c’è solo la Terra (geograficamente parlando) dove risiedono.
Esistono 3 Sami (ho preso appunti) 1) delle Alture (i Tunturi) 2) di Inari (della città di Inari in via d’estizione) 3) Scolt (sono circa 600) E vivono nelle tipiche KOTA, ovvero tende simili a quelle degli indiani d’america, con uno sfiato in alto. Al centro c’è un fuoco acceso, dove il fumo rappresenta lo spirito della renna che prima avvolge, proteggendo gli abitanti, e poi sale in cielo.
La Kota era il luogo non solo del potere, ma anche del prosieguo delle tradizioni culturali.
Stante quanto presente sulle didascalie, già 10.000 anni fa, i sami si insediarono in questa zona dopo l’ultima glaciazione.
Sera Terminata la gita, a passeggio in mezzo alla neve intorno al Museo e poi una breve escursione… sul fiume ghiacciato.
Può sembrare un paradosso, ma c’era un silenzio…assordante! Di ritorno in città per andare al Centro informazioni (chiuso). Sapete come si chiama? Nooo? Santa Claus Turist Information: facile, no! Nel tragitto ho incontrato Pedro, la guida di ieri. Ho provato ad andare verso la Stazione dei treni, ma è molto distante, così domani, prendo un taxi. A ripensarci forse 1,5 km dal Centro non è poi molto, ma qui è tutto così bianco che si perde il senso della lunghezza.
Ad oggi sono solo 2 giorni di gite, ma le emozioni sono molto forti. Ciò che qui è naturale per noi…suddici, no. Le persone vanno tranquillamente in bici sulla neve e poi chi guiderebbe una renna o una motoslitta a Milano?, inoltre i locali usano gli sci in città.
Che avventura! Sì è proprio il caso di dirlo: si vede che non mi bastava l’Ice Bar di Milano, pure l’Ice Restaurant di Rovaniemi. Praticamente ho mangiato surgelato in un vero igloo. Il posto è sensazionale. Dentro vi sono le sculture di ghiaccio, tavoli, sedie (ricoperte con pelle di renna) di ghiaccio. I piatti e i bicchieri erano di ceramica.
Il cibo ottimo: zuppa di salmone con gamberetti carne di renna crostata ai lamponi artici sigh, caffè il tutto per la modica cifra di 81 €. Certo, una salassata, ma per una volta nella vita… sembra di vivere in una favola, si vede che la vicinanza di Babbo Natale contribuisce.
Poco fuori dar ristorante/freezer c’è un piccolo igloo con tanto di letto ricoperto di pelle di renna (si sa che di notte le correnti d’aria danno fastidio…) e un piccolo salotto.
…quasi quasi…no! Il ritorno in hotel in taxi è stato da brivido: ma al volante, chi c’era: il tassista o…Raikkonen?, forse quest’ultimo. Ad un certo punto si è messo a superare un’auto a sinistra puntando su una distesa di neve fresca, per poi ritornare in strada, pardon, pista da ghiaccio.
A domani! LUNEDI’ 21/02/05 Sono alla stazione di Kemi in attesa del treno delle 15.30 per Rovaniemi. La stazione è tutta in legno chiaro con dentro alcune panchine e soprattutto un CALORIFERO!!! Da questa parti “biglietteria” si dice: Lipputoimista, invece “Stazione”: Asema” e “deposito bagali”: Matkatavalàsailytys: un po’ lungo, vero? Giunto a Kemi con BEN 5 minuti di anticipo mi sono incamminato per circa 1 km verso il Castello di Ghiaccio passeggiano sui marciapiedi innevati. Che colpo d’occhio.
Mi ha stupito il costo: solo 5 € (pochissimo).
Ghiaccio e neve, neve e ghiaccio. C’è la Chiesa dove realmente ci si può sposare e qui di sicuro le promesse rimangono scolpite nella pietra, anzi nel ghiaccio. Poi l’hotel con 26 stanze: tanti piccoli igloo ed ognuno diversamente decorato.
E poi ancora la Galleria d’arte con dei pezzi veramente unici: da brivido in tutti i sensi.
La camera da letto reale con tanto di comodini laterali e un terrazzo con un divano ghiacciato ricoperto di pelle di renna. La sauna e l’Ice Bar.
Siccome non avevo visto ghiaccio abbastanza ho mangiato nel Ice Bar i tre panini che mi ero fatto in albergo e poi ho bevuto una cioccolata calda. Proprio quel che ci voleva. Non contento ho mangiato un trancio di pizza surgelato che mi hanno scaldato nel microonde: pur di mangiare qualcosa di caldo! La pizza (?) era col pomodoro ricoperto di carne trita di renna. No comment! Uscito dal Castello, dopo circa tre ore di visita, niente di meglio che un giro gratis con la renna sul Golfo di Botnia (Mar Baltico) e una lunga passeggiata sulle acque. Come è incredibile il fatto che addirittura un mare surgeli per 5 mesi l’anno. Non è mica da tutto camminare sulle acque.
Se Kemi non fosse famosa per il Castello e la rompighiaccio Sampo, sarebbe una città anonima.
E anche quest’avventura entra nel catalogo delle esperienze da non dimenticare.
Ecco, dimenticavo, nel Castello c’è un originale Alvar Aalto, il più grande architetto finlandese e non solo. C’è – e l’ho fotografato- una miniatura di un castello di ghiaccio creato quando aveva 12 anni, secondo un suo preciso progetto.
Arriva il treno.
Sera Proprio quel che ci voleva, una tonificante sauna, soprattutto dopo una giornata come questa a –12 gradi costanti. E oggi il freddo si è fatto realmente sentire in tutte le salse e meno male che ero ben coperto.
Penso di essermi addormentato in treno, non volevo perché il paesaggio intorno è da fiaba ma la stanchezza ha preso il sopravvento. Un commento sui treni.
Tutti i tipi hanno i posti prenotati, così tutti, e dico tutti, stanno seduti. Inoltre, nonostante le avverse condizioni climatiche, sono puntualissimi. Che dire, adesso è l’ora di cena, poi preparo le valigie e poi forse a fare un giro per la città.
Notte fonda La valigia è già pronta prima di cena. Il freddo sembra essere un pelino diminuito, ma siamo a sempre –16 gradi. La cena a buffet: salmone con salsa di funghi e patate, patate lesse, insalata con formaggi misti, gelato alla fragola e caffè (allungato con molto latte: anzi, era un latte macchiato).
Vista la temperatura non c’è molta gente in strada, ho comunque fatto un’ultima passeggiata lungo il fiume sotto un bellissimo cielo stellato dopo ben 5 sere.
Sicuramente si sarà vista l’aurora e francamente mi scoccia un po’ averla persa. Una buona ragione, però per tornarci.
La città di per sé è anonima, se non fosse perché è definita la Capitale della Lapponia, proprio per la sua posizione geografica (Napapiiri). Le case sono alte al massimo quattro piani, tutte rigorosamente senza tapparelle ma con degli “scuri”. Non spicca una casa o una cosa in particolare. Rovaniemi è la base per le escursioni, sia in inverno, quanto in estate, ma viverci proprio no, o per lo meno devi esserci nato.
Mi sto abbioccando, a domani.
MARTEDI’ 22/02/05 pomeriggio Tra 5 minuti l’aereo parte per Helsinki e così si conclude l’avventura. Ma vado con ordine.
Dopo una molto lunga e molto sostanziosa colazione (Jogurth con cereali, un caffèlatte, 5 fette di toast con marmellata, un panino con prosciutto e un bicchiere di spremuta di mele), un giro per la città a spendere gli ultimi €.
Per la verità, su 500 € stanziati, ne ho spesi 430. Ho iniziato il solito giro al termometro della via pedonale: -25 GRADI ALLE ORE 8.43.
Adesso sto sorvolando Kemi e il Mar Baltico completamene…Ice e ci stanno propinando la merenda. Evito di descriverla.
La partenza è stata un po’ brusca anche perché durante il decollo, l’aereo ha descritto una notevole virata.
Ma ritorno alla giornata. Dritto al Supermarket, dove ho fatto alcuni acquisti anche per comparare i prezzi e cioè: 1 kg di patate, 3 marmellate artiche, pane di segale.
Da queste parti: 1 jogurth costa 0,25 e 1 kg di mele costa 1,50 € 1 litro di latte costa 0,90 € lievito Bertolini, 3,00 € 1 caffè espresso 1,70 € dritto in Hotel per cambio guanti, e poi SHOPPING (1 paio di guanti, alcune cartoline, 1 dolce al cioccolato, 1 caldo caffè in tazza piccola per la modica cifra di 1,90 €) nuovamente in albergo e poi un ultimo giro in città. Cammina e cammina eccomi alla Chiesa Evangelista, peccato che era chiusa, poiché al suo interno c’è un famoso Cristo nella neve.
Finalmente l’Ufficio Turistico era aperto, così ho acquistato uno zainetto perché quello piccolo si è rotto.
(turbolenza: peccato, è durata solo pochi secondi) devo dire che è un po’ triste ritornare a casa, anche perché il mio Inglese stava diventando…fluid! E poi ancora un ultimo, ma veramente ultimo sguardo al fiume ghiacciato con le motoslitte che sfrecciavano a tutta velocità.
Che bella notizia! Siccome c’è traffico in cielo (manco fosse la tangenziale milanese alle 7 del mattino), l’aereo atterrerà con 10 minuti di ritardo. Non faccio previsioni. Intanto mi godo i circa 180.000 laghi dall’alto, completamene ghiacciati, mentre l’aereo, usando un termine tecnico, è “in circuito”, ossia in attesa di perdere quota e poi atterrare.
Allacciare le cinture di sicurezze e guardo l’orologio: help sono le 15.20 e pensare qche q quest’ora avrei dovuto imbarcarmi sul secondo volo!!! In diretta dal volo Helsinki – Milano… Incredibile ma vero. Dopo una veloce corsa stile Mennea, eccomi al posto 10 A –attaccato all’ala-. L’aereo è atterrato al Gate 3, questo è partito al Gate 27 con 10 minuti di ritardo. Che viaggio. Un po’ mi aspettavo le cose viste, ma le emozioni, no.
La più grande? Sicuramente l’incontro con Babbo Natale. Eh sì, proprio l’uomo più amato da grandi e piccini e soprattutto a casa sua.
Intanto che aspettavo di conoscerlo, mi riecheggiavano le tipiche melodie natalizie. Insomma, ho vissuto per due volte il Natale, inoltre ho avuto l’onore di tirargli la lunga barba bianca.
Altra emozione: guidare una motoslitta, soprattutto per uno che al massimo è stato sullo slittino: figuriamoci una moto! Certo, la prima volta, anzi i primi metri, sono stati uno “stop and go”, ma poi via a tutta birra; ancora l’incredibile gara sul fiume ghiacciato.
Lì sì che mi sentivo Valentino Rossi, nonostante gli 80 km/h non ho avuto paura.
Le renne, le simpatiche renne. Non è stato tanto aver avuto la Patente Internazionale di guida, quanto il Safari in mezzo ai boschi.
Ad un certo punto mi sono addormentato ed è stato piacevole cullarsi nella slitta guidando una renna. E l’unico rumore, anzi, suono era il suo fiato. Certo che al ritorno pensava di essere su un circuito di Formula Uno! Dopo “mucca pazza”, “renna pazza”.
L’Ice Castle: dove è possibile mangiare un trancio di pizza con carne trita di renna (Mc Donald, vai a nasconderti).
Concludo così il mio diario di bordo, che per l’occasione ho voluto intitolare “MISSION: NAPAPIIRI 66° PARALLELO”, in onore dell’attraversamento del Circolo Polare Artico (C.P.A.).
Ecco, il C.P.A., appunto. Sarà pure una linea immaginaria, ma esserci passato proprio a cavallo, dà quel senso di sfida. E, vi assicuro, non è per dire “io ci sono stato”, ma per dire, invece “ho vinto una mia sfida”. A proposito di sfide: la prossima? L’80 parallelo, ovvero come essere solo a 600 km dal polo Nord, nelle Isole Svalbard.
In inverno, naturalmente, sennò che gusto c’è? .P.S. GIOVEDI’ 24/02/05 Dimenticavo. Il mio bagaglio, martedì, è rimasto ad Helsinki, perché nostalgico delle finlandesi. Beato lui!. Comunque oggi è arrivato sano e salvo a casa mia.
BUONA LAPLAND A TUTTI E NON VE NE PENTIRETE, PAROLA DI VERO SCIAMANO LAPPONE !!! Roberto