Minorca: un tutt’uno tra l’uomo e la natura
La nostra intenzione è di noleggiare lo scooter, (con il quale Roby l’anno scorso a Formentera si è divertito moltissimo!), non vogliamo l’auto per paura di dover affrontare code alle spiagge, come apprendo dai molti racconti di viaggio che su internet ho potuto trovare.La domenica gli spagnoli se la prendono comoda, quindi se non avete prenotato l’auto dall’italia o non vi riferite direttamente ai rent in aeroporto, non trovate aperti i noleggiatori nè di scooter nè di auto. Oggi rimaniamo a Cala Santandria, due piccole baie di fronte all’hotel, di acqua trasparente e turchina, una delle quali ha anche la doccia in spiaggia.Sono distanti una dall’altra 10 minuti a piedi, lungo un sentiero di scogli piuttosto che lungo la strada, ci si arriva in macchina fin dietro la spiaggia, noi si va a piedi, sono praticamente appena fuori dall’hotel. Sabbia bianca, acqua bassa, non grandi ma molto carine, anche se troppo vicine alla strada, troppo poco selvagge…La nostra paura di faticare a trovare lo scooter ad agosto non era infondata, infatti sull’isola scarseggiano un pò, ma a Ciutadella individuiamo, la mattina del lunedì, (su indicazione della reception dell’hotel, nonchè dei proprietari del negozio di souvenir e supermercatino di fronte l’hotel, che sono stati subito gentilissimi),VELOS JOAN, in Via San Isidre, un ciclista che affitta scooter, non ne ha molti, alle 9.10 del mattino ( l’hotel fornisce anche orari dei bus per Ciutadella, la fermata è poco distante e i biglietti si fanno sul bus) ci sono solo 3 scooter, e ci prendiamo alla modica ( si fa per dire ) cifra di 207 euro per 6 gg, uno scattante 125 (soprannominato da noi BLUE TIGER !), col quale torniamo in hotel a prendere gli zaini e via verso la prima tappa: Cala En Turqueta. Indicazioni chiare da Ciutadella, a pochi km troviamo già la coda di auto all’ingresso della strada che porta al parcheggio (circa 1 km di auto in coda…) ; siccome il parcheggio a quanto pare è già pieno, una ragazza spagnola all’imbocco della strada, circa 2 km prima, blocca l’accesso, cioè fa entrare una macchina solo se una macchina esce ( alle 11 del mattino sono in pochi a venir via…); ma noi con lo scooter guadagnamo la precedenza e scivoliamo dentro…Con grande soddisfazione devo ammettere! Parcheggiamo, e dopo una camminata di un quarto d’ora circa tra i pini, arriviamo a En Turqueta, bellissima, mare turchese trasparente, è una caletta che si sdoppia in due parti offrendo uno specchio di mare che sembra una grandissima piscina delimitata da piccoli scogli bassi, e tutta circondata da pini e vegetazione bassa, ma con molta ombra( addirittura un tendalino sotto il quale fanno massaggi shiatsu a sottolineare l’estremo relax che evoca il luogo). Unico neo: assolutamente troppo affollata. Ci fermiamo una decina di minuti, poi decidiamo di partire per un sentiero sulla destra che dovrebbe portare a Cala Es Talaier. 40 minuti di cammino su un largo sentiero per cavalli, sotto il sole, per arrivare a uno specchio di mare altrettanto trasparente ma con molta meno gente…Spiaggia bianca e fine, subito un bagno è obbligatorio. Subito capiamo che l’accesso a Es Talaier è però più breve e ombreggiato provenendo da Son Saura, la spiaggia che si trova se si continuasse il cammino verso ovest. Il primo giorno ci godiamo Es Talaier, in un relax assoluto. Portarsi frutta, acqua e bevande in abbondanza, non ci sono chioschi e il sole picchia forte.
Esploriamo poi un pò la costa Nord nella giornata di martedì, scegliendo di esplorare La Vall, una riserva naturale dove si paga 5 auro per le auto e 2 euro per le moto per entrare ( apre alle 10, non un minuto prima, e chiude alle 20). Qui si entra in una vera area naturale, privata appunto, che comprende molte specie di piante e alberi che fanno parte di una riserva naturalistica super protetta. Pare che ci sia nascosto da qualche par tanche un lago con delle tartarughe, che ci è stato segnalato da Leòn, la nostra guida, ma che non abbiamo trovato e che non è segnalato in nessuna cartina… Comunque noi attraversiamo il mega parco, e siamo in cerca di Algaiarens, una bella spiaggia che si trova dopo una discesa in mezzo al parco, ma consiglio di non fermarsi alle prime lingue di sabbia che vedete arrivando( dove peraltro c’è qualche alga) ma di proseguire il sentiero sulle rocce, fino a un passaggio un pò impervio ma assolutamente non pericoloso, verso un’altra parte di spiaggia più nascosta e molto meno affollata, dietro un piccolo promontorio roccioso, dove è possibile spalmarsi con la terra rossa, l’argilla che mischiata all’acqua di mare vi permette di farvi una maschera su tutto il corpo di una mezz’ora (Leòn dice non più di 45 minuti, e con un costume vecchio perchè pare che li rovini, ma lascia la pelle pulitissima e levigata). Lì conosciamo i nostri amici della vacanza, Tati e Giugi, coi quali leghiamo subito e ci scambiamo i numeri telefonici. La sabbia qui non è bianca come al sud ma il mare pulitissimo e il colore rosso della terra ci dà un altro scorcio delle tante diverse facce di Minorca. Inizio ad appassionarmi a queste camminate prima di raggiungere le spiagge, indispensabili dei sandali allacciati, non delle semplici infradito,per godersele al massimo… Che si tratti di roccia, scogli, sabbia, terra, pinete, sentieri battuti, ci si sente a metà tra il trekking, l’arrampicata, la passeggiata, la montagna, per poi arrivare a un tuffo in un mare sempre cristallino, e godersi il meritato relax dopo la tonificante fatica. Anche qui ovviamente nessun ristorante o chiosco, oserei dire PER FORTUNA, il bello di tutte queste spiagge è che sono selvagge.
Terzo giorno: mercoledì, il tempo è brutto e il mare mosso, decidiamo comunque armati di giubbottini impermeabili, di volgere Blue Tiger verso Cala Macarella e Macarelleta, a Sud, qualche chilometro più lontano di Cala En Turqueta, verso est. Dal parcheggio, per raggiungere Macarella la strada si snoda nel bosco all’ombra in una discesa a tratti ripida ma scorrevole ( cioè non difficile, al massimo si suda un pò a farla in salita), fino al ristorantino sulla spiaggia cui si arriva dall’alto. Esiste anche un sentiero meno ripido, cui si accede parcheggiando più in basso, prima di giungere al parcheggio alla sommità del colle che sta sopra a Macarella; questo parcheggio più in basso però sarebbe vietato alle auto, anche se, arrivando prima che arrivino gli omini spagnoli, non credo succeda nulla a chi è già entrato, a giudicare da quanta gente vedevamo arrivare dal sentiero più facile rispetto a quelli che scendevano. Da Macarella, sabbia bianca, mare azzurro, ma mosso e un pò sporco oggi, decidiamo di proseguire verso destra e vedere Macarelleta, la prima spiaggia di nudisti della storia di Minorca, più nascosta dicono, nella speranza di trovare qualche onda di meno e poter fare il bagno più tranquilli…Il sentiero verso Macarelleta, attenzione, sandali bel allacciati, zaini tirati e aderenti al corpo, prevede un passaggio tecnicamente non difficilissimo, ma per chi soffre un pò il panico da strapiombo, assolutamente non facile. Da sotto sembra più brutto di quello che è, sembra faccia una pancia convessa assolutamente improponibile, ma ci sono scalini scavati nella roccia e una corda piantata saldamente per tutta la lunghezza del punto critico, a cui aggrapparsi. Poi il sentiero di allarga e si fa facile. All’andata si fa a salire e al ritorno a scendere. Purtroppo pare sia l’unica via per arrivare a Macarelleta, anche se molti turisti che ho visto lì ci rinunciavano ( e io stessa dopo averla fatta a salire ho giurato per tutto il pomeriggio che sarei tornata a nuoto piuttosto che ripassare di lì), si vedevano alcuni che si portavano persino le mountain bike a spalla su di lì…(pazzi…)…Comunque sia, molta attenzione. Purtroppo mare agitato anche si là, ma comunque si vedevano lo stesso colori bellissimi è una caletta stupenda e a mare calmo dev’essere spettacolare… Un pò di training autogeno per affrontare il brutto passaggio del rientro, e via una bella sudata in salita verso lo scooter, sotto qualche gradita goccia di pioggia, temprata dalla prova di coraggio appena superata…
Giovedì il tempo ancora non è a posto, mare ancora un pò mosso, andiamo a Cala Trebaluger, raggiungibile da cala Mitjana, ancora a Sud ma sempre più in là rispetto a Macarella, in direzione Cala Galdana insomma. Ci siamo divertiti un sacco con il mare mosso, spiaggiona bianca pochissimo affollata rispetto alle più famose e facilmente accessibili, mare azzurro e verde, i soliti colori da caraibi; anche qui si cammina una mezz’ora scarsa, tra rocce e pinete. Molto carina, da Mitjana camminate verso sinistra.
Venerdì, a Nord; finalmente sole, e vento favorevole,(in macchina stavolta, perchè in scooter ci pareva un pò lontano, e soprattutto perchè avendo fatto fino a Mitjana il giovedì ci siamo accorti che sulla strada tra Mahon e Ciutadella passano molti camion , bus, e auto, e corrono come pazzi, altro che limite dei 70, e in scooter è un pò pericoloso a mio avviso), raggiungiamo Cala Pregonda, dopo aver visto la spiaggia di Cavalleria e Binimella; Pregonda ( non la prima ma la seconda spiaggia, quella dove vedete la casa bianca costruita sulla spiaggia, meno affollata della prima arrivando dal parcheggio, e più pulita) come tutta la zona circostante presenta una zona di vegetazione circostante più bassa rispetto alla costa Sud, ma non priva di ombra nè di pini, e un caratteristico aspetto della terra rossissima, (ancora più che ad Algaiarens), spiaggia di sabbia rossa/dorata (cioè più gialla rispetto al sud dove è sempre bianca), rocce e alti isolotti di roccia raggiungibii facilissimamente a nuoto, dove potete esplorare facendo snorkeling o anche arrampicandosi fino alla cima ( si fa a piedi nudi, la roccia è quasi tutta smussata e tonda, e sentire il calore del sole sotto i piedi e le mani è bellissimo); uno di questi isolotti ha anche una spiaggetta spettacolare dove si è veramente in pochi 🙂 Ci sono un pò di api sulla spiaggia di Pregonda, ma non hanno intenzioni guerresche.
Al tramonto visitiamo il faro di Cap Cavalleria, da vedere, un paesaggio lunare con rocce che spuntano come messe lì apposta…Da lì si gode un ottimo panorama del cap di Cavalleria al tramonto.
Il sabato decidiamo di portare i nostri amici a vedere di nuovo cala Es Talaier, che è piaciuta moltissimo, da 10 e lode! Stavolta però ci facciamo furbi e ci arriviamo da Cala Son Saura ( attenzione i cancelli aprono alle 10 non prima), da dove appunto è più corta e ombreggiata che non passando da Turqueta.Quanto a Son Saura, ampia spiaggia con colori bellissimo e sabbia bianca, ma troppe alghe sulla spiaggia. Quindi e cala Es Talaier un ultimo giorno favoloso di sole e di bagni continuati, al suono delle cicale.Non affollata.
Un consiglio, anzi una preghiera che vale per tutte le cale che abbiamo visto, e per tutte quelle che non abbiamo visto…Rispettiamo la natura, Minorca è riserva della biosfera, rispettiamola, non gettiamo in giro spazzatura, leggiamo i cartelli, a Mitjana ci sono cartelli che dicono in 4 lingue Per Favore Non Lasciate Qui la Spazzatura, sotto il quale c’era puntualmente una montagna di sacchetti di spazzatura. …
La sensazione che ho avuto è stata di una vacanza che comprende trekking leggero, un tocco di arrampicata, mare, spiagge incontaminate ( a mio parere molto meglio quelle isolate e senza chioschi vicino, che poi sono la maggior parte), un mare caraibico, con sfumature di corallo rosa ( vedi Es Talaier, Algaiarens), paesaggi diversi tra loro, facce diverse della stessa terra che sa cambiare da costa a costa, per tutti i gusti, e che nel complesso dà la sensazione di essere a stretto, vicinissimo contatto con la natura, anche in una settimana dove la gente è tanta, come la seconda di agosto. Rumori, colori, profumi, sensazioni tattili della terra sotto i piedi, nelle mani quando ci si aiuta nei punti critici. Per girarla tutta è sicuramente meglio l’auto, nella stagione più affollata forse si fanno un pò di code, lo scooter comunque può arrivare ovunque, le strade in alcuni punti, come per Son Saura, o per Mitjana, sono piene di buchi, ma con un pò di attenzione e una bella dose di forza sul manubrio si può fare.
Torneremo a Minorca, per immergerci di nuovo nella natura incontaminata, per visitare le cale della parte sud- ovest che ci mancano, rivedere quelle che abbiamo visto a mare mosso, ed esplorare tutta la parte est.
Io mi sono innamorata di Formentera tanto da andarci 4 anni di fila, ma Minorca non ha nulla da invidiarle.
Buon viaggio!