Minorca, piccolo gioiello tutto da scoprire
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GIORNO 1
Arrivo all’aeroporto di Mahòn intorno alle 13. Pranzo veloce in aeroporto e via diretti agli uffici della Goldcar per ritirare la nostra macchina prenotata dall’Italia attraverso il solito economycarrentals.com. In partenza verso Mahòn, che abbiamo scelto, un po’ frettolosamente, come nostra base per le due notti di soggiorno, basandoci per lo più sui costi e le valutazioni delle strutture alberghiere di tutta l’isola. La scelta si rivelerà non felicissima, nel senso che in così poco tempo e con tante cose da vedere, non abbiamo mai trascorso una serata in città, finendo per uscire dall’hotel la mattina alle 10 e rientrarci la notte, dopo due serate trascorse in paesini più caratteristici della commerciale Maò. Ad ogni modo, l’hotel scelto per il soggiorno è stato l’hostal La Isla, pulito ma con sistemazioni abbastanza modeste. Nelle vicinanze anche un parcheggio pubblico, che abbiamo benedetto, perché percorrere le strettissime stradine del centro con una macchina non tua e parcheggiare ai bordi delle strade come la maggiorparte delle persone fa, non sarebbe stata proprio una passeggiata. Avendo letto le recensioni su trip in merito alle spiagge più belle dell’isola, decidiamo di battere quelle della costa sud, enormemente affollate di giorno con il rischio di chiusura accesso alle macchine già dalle 10 del mattino: sono le 16 e crediamo sia il momento più giusto per provare a visitarle, dal momento che molta della ressa del mattino si sarà dileguata. Inoltre, detto sinceramente, siamo venute a Minorca per rilassarci qualche giorno e non abbiamo voglia di fare levatacce al mattino per essere in spiaggia già alle 9, quindi lasciamo la costa nord al secondo giorno. Sbagliando, usciamo da Maò imboccando la ME-7, che arriva comunque a Ciutadella (da cui poi si dipartono le stradine per le varie calette del sud), ma il percorso è infinito. Arriviamo alla prima delle 3 spiagge scelte intorno alle 17: il parcheggio per CALA EN TURQUETA è ancora al completo, così decidiamo di dirigerci verso CALA MACARELLA, e da lì raggiungere l’altra a piedi, attraverso il camì des cavalls. Parcheggiamo nell’area a pagamento (€ 5), vicinissima alla spiaggia ma l’impatto con la cala non ci affascina un granché, così decidiamo di intraprendere subito il camì alla volta di MACARELLETA ed en turqueta. Secondo sbaglio: all’estrema destra di cala macarella si trova una diramazione, che indica di intraprendere il percorso a destra per raggiungere le vicine spiagge, posizionando en turqueta a 2,9 km di cammino. In realtà, quel percorso è lunghissimo e non affaccia mai sul mare, portandovi a macarelleta già stanchi dopo 15 min di cammino (per percorrere 1 km) e senza alcuna voglia di proseguire a piedi per i restanti 1,9 km di turqueta. Se al bivio avessimo invece preso la diramazione di sinistra, saremmo arrivati a Macarelleta in soli 5 minuti, percorrendo un sentiero a strapiombo sul mare e sulle due baie; ma questo l’abbiamo scoperto soltanto al ritorno, rientrando da Macarelleta verso Macarella. La spiaggetta di Macarelleta è deliziosa, affollata ma non come se fosse davvero agosto, e decidiamo di soffermarci qui per un paio di ore. Verso le 19 intraprendiamo la strada di rientro verso Macarella e, una volta recuperata la macchina, decidiamo di raggiungere En turqueta, il cui parcheggio si sarà sicuramente svuotato, per osservare quella che molti definiscono una piscina naturale. Arrivati al parcheggio chiediamo a dei ragazzi la distanza della spiaggia, e ci comunicano un cammino di un quarto d’ora circa. E’ già tardi per incamminarsi e decidiamo di annullare la visita ad En Turqueta, così ci dirigiamo verso la famosa Cova d’en Xoroi a CALA EN PORTER: nonostante il sole stia già tramontando, riteniamo che lo spettacolo di un locale ricavato all’interno di una grotta a strapiombo sul mare meriti una visita. Ed è proprio entrando dentro Cala en Porter che ci rendiamo conto di aver fatto male a decidere di soggiornare a Maò: il paesino è molto carino, pieno di vita, e già più centrale per prendere le varie strade che si dirigono alle calette. Davanti al locale una coda di persone che attende di entrare: noi siamo in abbigliamento tipicamente da mare e ciabatte, e intorno a noi soffia una brezza leggermente troppo fresca. Rientrare in hotel a Maò per cambiarsi, prendere una giacca e tornare verso Cala en Porter non è semplice, per via del discorso sulle strade che ho fatto in apertura. Così decidiamo di rientrare in hotel per un cambio più adeguato alla frescura serale, e dirigerci poi a Binibequer Vell per cena. Evidentemente la brezza interessa solo la cova d’en xoroi, dato che per il resto della serata (e quella successiva), non abbiamo più avvertito quel bisogno di coprirci: al contrario, la temperatura è calda e mite anche la sera. Binibequer Vell è un paesino molto caratteristico, che vale la pena visitare: un dedalo di viuzze incornicia le case bianche dai tetti bianchi, e con i muri ricoperti di bouganville. Un cartello posto all’inizio del villaggio ammonisce il turista circa l’ingresso all’interno di un’area privata e ne invoca l’assoluto silenzio, per la quiete delle persone che abitano lì. Risalendo attraverso i vicoletti si raggiunge la piazza principale del villaggio, popolata da una miriade di ristorantini e tapas bar, con musica ad alto volume fino a tardi. Decidiamo di fermarci in un ristorante di cui non ricordo il nome, ma è il più grande e ha delle sedie rosse all’esterno: cena deliziosa a costo ridotto. Siamo decisamente pronte per affrontare la giornata successiva.
GIORNO 2
La giornata dedicata alle spiagge del nord. Prima fra tutte, Cala d’Algaiarens: ci si arriva comodamente con la macchina, lasciandola in un parcheggio gratuito, e alle 11 di un giorno di agosto è poco affollata. Bagno di rito, visita veloce in macchina al paese di Cala Morell e su fino a Ciutadella per un pranzo da Hogar del Pollo, bar piccolino che serve tapas di piatti tipici della tradizione spagnola e minorchina. Visita veloce al centro storico della città e nuovamente in macchina alla volta di Cala Pregonda: lasciata la macchina nei pressi di Cala Binimella, si procede a piedi per quindici minuti circa, passando da un’altra caletta piena di sculture fatte con i sassi, fino ad arrivare a Cala Pregonda e ad un’altra caletta ad essa affiancata, molto meno affollata e più intima: è qui che decidiamo di sistemarci per passare qualche ora di relax, con annessa una nuotata fino al vicino isolotto. Per il tramonto, decidiamo di recarci presso il faro di Cap de Cavaleria, uno dei 4 presenti sull’isola, in posizione panoramica spettacolare, immerso nel paesaggio della campagna circostante da un lato, e a strapiombo sul mare dall’altro. Foto assolutamente meravigliose, prima di recarci a Es Fornells per la cena. A giudicare da quanto letto nelle precedenti recensioni di altri turisti per caso, mi aspettavo molto di più da questo paesino che altro non ha che un lungomare a scorrimento sul porto. Sarà che vengo da un posto di mare, ma la visita a questo villaggio non mi ha dato nulla di più rispetto a quella di tante altre località marittime. Cena presso el pescador, suggerito da qualche TPC, ma risultato più deludente rispetto alla cena della sera prima. Passeggiata di rito e rientro a Maò, pronte per l’ultima mezza giornata minorchina.
GIORNO 3
Il piano è quello di recarsi al faro di Cap de Favaritx, per poi raggiungere la vicina Platja d’en tortuga. Ma, ahimè, una delle infradito della mia amica decide di abbandonarci, tradita dai sassi e dallo sterrato, quindi pensare di raggiungere la caletta percorrendo a piedi il camì des cavalls diventa follia. Urge acquistare un nuovo paio di scarpe, così rientriamo a Maò, ma è già ora di pranzo. Ci soffermiamo un po’ per le stradine e i negozietti del centro. Altra curiosità: avete presenti i negozi di souvenir che a palate popolano tutti questi posti di mare? Bene, in tutta Minorca credo di averne visti una decina, quindi se siete alla ricerca di pensierini da portare ad amici o parenti, cascate malissimo… anche per una semplice calamita! Pranzo in un bar del centro, rientro in hotel per il ritiro dei bagagli e un cambio al volo, e aereo lì pronto a riportarci in Italia. Questo assaggio di Minorca ci è piaciuto davvero molto, magari prima o poi ritorneremo!