Minorca in pochi giorni

Non molto lontano ecco un posto dove la natura è ancora incontaminata
Scritto da: Max_74
minorca in pochi giorni
Partenza il: 27/08/2016
Ritorno il: 02/09/2016
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
Salve a tutti turisti per caso! Torno a scrivere, dopo qualche tempo, di un viaggio in un posto che merita certamente di esser visitato: Minorca. Isola tra le meno esplorate delle Baleari fino a qualche tempo fa, oggi occupa un posto importante tra le destinazioni del turismo italiano e spagnolo con collegamenti aerei frequenti (Easy Jet, Vueling, ecc.) e da varie località. Un turismo costituito principalmente da famiglie e coppie, al quale l’isola ha saputo dare una risposta molto efficace in termini di organizzazione e ricettività. Sebbene siano lontani i tempi in cui Minorca era un posto tranquillo e solitario, l’isola conserva ancora, infatti, un fascino che la colloca ai primi posti tra i luoghi più interessanti del Mediterraneo, da non perdere per coloro che, come me, amano i colori e le emozioni di questo mare. Principalmente perché, in quanto riserva della biosfera, le sue innumerevoli spiagge e buona parte del suo paesaggio interno e costiero risultano soggetti ad un severo regime di salvaguardia che ne ha conservato, quasi intatto, l’originario carattere naturale. L’urbanizzazione dell’isola è, infatti, molto ridotta e si limita a nuclei poco estesi ed isolati. I principali centri dell’isola, Mahon e Ciutadella, sono quelli in cui si concentrano i servizi e le principali attività ricreative; verso di essi confluisce tutto il movimento turistico dell’isola. Altri centri minori (Fornells, Cala Morell, Cala Galdana, San Tomas, Cala en Porter, Es Castell, ecc…) presentano una dimensione più residenziale ma offrono, soprattutto nelle ore notturne, limitate possibilità di svago. Tra questi insediamenti il vuoto cosmico (adattissimo per godere del cielo stellato notturno) ed un frastagliatissimo percorso costiero fatto di cale e calette, quasi tutte sabbiose, di una varietà ed una qualità paesaggistica impressionante. Poche sono le spiagge direttamente servite da parcheggi e, quindi, facilmente accessibili con auto o mezzi pubblici; quasi tutte sono, però, collegate tra loro attraverso sentieri, talvolta lunghi ed accidentati, che ne permettono, non sempre agevolmente, il raggiungimento. I singoli tratti fanno spesso parte del “camì de cavalls”, un lungo sentiero ad anello che copre l’intero perimetro dell’isola, il cui percorso è ben indicato e segnalato attraverso numerosi cartelli ed info point. In alta stagione, le principali cale sono collegate anche da un servizio di barconi che traghetta ad orari prestabiliti i bagnanti che non intendono raggiungerle a piedi. Le carrabili che portano ai parcheggi sono quasi sempre di agevole percorribilità, tranne alcuni tratti più stretti o sterrati. Spiagge, strade e parcheggi sono, comunque, gratuiti e privi di pedaggio. Nelle ore di punta i parcheggi sono, inoltre, serviti da personale che ne disciplina la manovra e l’occupazione. Per le spiagge più affollate è in funzione, lungo i percorsi verso il mare, un sistema a tabelloni luminosi per il preavviso delle possibilità di parcheggio. Minorca, come le altre Baleari, non è un’isola economica, soprattutto per chi si muove da solo, ed il viaggio andrebbe programmato e prenotato con un certo anticipo, anche in considerazione del notevole affollamento dei mesi di luglio ed agosto. La stagione turistica negli ultimi anni si è notevolmente estesa per cui, per evitare la punta turistica, sarebbe consigliabile visitarla a giugno o, comunque, a settembre inoltrato. Io l’ho visitata a cavallo della fine di agosto e degli inizi di settembre trovandola piuttosto cara ma, soprattutto, ancora molto affollata. Ciò nonostante sono rimasto sorpreso dalla capacità organizzativa dei minorchini, capaci di gestire ingenti masse di turisti senza arrecare particolari disagi. L’isola non è grandissima, ma per poterla visitare comodamente è indispensabile l’auto, dal momento che i mezzi pubblici non raggiungono tutti i punti. Mahon e Ciutadella, posti ai capi opposti dell’isola, distano, infatti, una quarantina di chilometri. Consiglio, per soggiorni brevi (circa una settimana) come il mio, una di queste due città per alloggiare. Io ho scelto Mahon (Maò in catalano) che è anche la più vicina all’aeroporto (circa un quarto d’ora) ma, se avessi potuto, avrei suddiviso il soggiorno tra entrambe per limitare gli spostamenti. Non esiste, infatti, una carrabile che costeggia l’isola ed il raggiungimento delle varie località comporta l’utilizzo obbligato della strada Mahon-Ciutadella per poi deviare sulle poche strade alternative che trasversalmente si dipartono da essa. Anche per questo, sconsiglio di alloggiare nelle altre piccole località dell’isola, a meno che non si decida di muoversi poco oppure si abbia parecchio tempo a disposizione.

Mahon ha una dimensione più cittadina, mentre Ciutadella è più turistica. Entrambe si affacciano su un scenografici fiordi; più profondo e pittoresco quello di Mahon (nota storicamente come covo dei pirati), meno caratteristico quello di Ciutadella. Ciutadella ha, però, un centro storico più ricco sebbene Mahon offra panorami, a mio avviso, più affascinanti. Evitate, comunque, di visitarle nelle ore più calde della giornata. I dislivelli sono importanti ed è davvero bello girare per le loro stradine (quelle di Ciutadella sono un autentico dedalo di sorprese) al calar del sole: la luce è molto particolare e si apprezzano scorci molto emozionanti. A Mahon è molto bello passeggiare lungo il “passeig maritim”, che offre una splendida veduta sul fiordo, il porto ed il profilo della città, oppure, raggiungere la chiesa di Sant Francesc, di notte. A Ciutadella, invece, è bello raggiungere la torre di Sant Nicolau”, verso il mare, e godersi il tramonto dalla scogliera.

Fuori dalle principali località ho trovato particolarmente bella la Fortalesa de La Mola: fortezza arroccata su di un isolotto a presidio dell’imbocco del fiordo di Mahon costruita verso la metà del 1800, molto affascinante da esplorare nel suo intricato labirinto di cunicoli e bastioni. Particolarmente magici sono, poi, gli innumerevoli fari dell’isola, quasi tutti abbarbicati su spuntoni di roccia nel nulla più assoluto. Io ho visitato quello di Cavalleria e quello di Favàtrix, il primo su un alto ed imponente promontorio calcareo; il secondo su una frastagliata penisola scistosa. Avrei voluto visitare anche quello di punta Nati, a nord di Ciutadella. Se potete soffermatevi fino al tramonto (che in questo periodo avviene intorno alle 20:15) e sostate a guardare i diversi scorci della costa; particolarmente affascinante, da questo punto di vista, il percorso che porta al faro di Cavalleria. Se avete tempo non perdetevi un’escursione al santuario di Santa Maria del Toro, posto nel punto più alto dell’isola nei pressi di Es Mercadal, dal quale si scorge una splendida veduta su tutta l’isola. Se ci andate in prossimità del tramonto e siete fortunati potrete osservare lo spettacolo dei lanci di parapendio organizzati da una locale associazione. Tutte le località dell’isola si popolano di turisti dalle 20 in poi mentre sono pressoché vuote durante la giornata. Dopo quell’ora diventa difficilissimo trovare parcheggio ed anche un posto per cenare. In compenso, i ristoranti e le taverne non hanno limiti di orario e dopo le 23 tutto lentamente si svuota. L’isola nel complesso non presenta, infatti, grandi attrattive notturne. In genere conviene sempre parcheggiare negli spazi gratuiti all’esterno del centro, evitando il pagamento nonchè pericolosi imbottigliamenti nel traffico. Se vi piace trascorrere la giornata al mare, come ho fatto io, conviene fare una bella colazione in uno dei numerosi bar del centro (in genere non si va oltre i 4 euro per un cappuccino ed una pasta) e comprare l’occorrente per pranzo e spuntini in uno dei tanti market cittadini (facendo attenzione alle domeniche dove tutto e chiuso). Per cena, tapas e piatti combinati sono l’ideale. Molto buoni quelli a base di pesce (calamari, seppie e crostacei soprattutto). Sappiate che molti piatti (come la paella) sono minimo per due persone. 20-30 euro è il range medio di spesa, a seconda che ceniate in posti più alla mano oppure in ristoranti più ricercati. A Mahon si cena bene nei locali allestiti dove c’è il mercato del pesce (nella piazza antistante il Carme). Analogamente a Ciutadella. Eviterei sempre i locali più commerciali che si affacciano su porti, moli e lungomari. I menù sono più turistici ma il rapporto qualità-prezzo non l’ho trovato sempre ottimale. A Minorca la lingua ufficiale è lo spagnolo anche se la lingua effettivamente parlata dai locali è il catalano, al quale sono riferiti quasi tutti i toponimi. L’italiano è compreso dalla maggior parte degli abitanti, un pò meno l’inglese.

Ho lasciato le spiagge al termine di questo breve racconto, poiché ritengo che rappresentino la più grande attrazione dell’isola. Ne ho viste una decina, tutte ugualmente belle, ma avrei voluto vederne molte di più. Vi consiglio, soprattutto se avete poco tempo e desiderate muovervi a piedi senza utilizzare mezzi via mare, di scegliere con cura quelle da visitare, principalmente, perché non sono tutte ugualmente raggiungibili e conviene selezionarle a gruppi di due o massimo tre anche tenendo conto del tempo e degli sforzi che occorrono per goderne a pieno. Riporto a seguire quelle che ho scelto di vistare. Tenete presente che la variabile vento è un elemento da non trascurare: le acque sono tutte limpidissime e le spiagge offrono il meglio del loro spettacolo nei momenti di calma; potreste, pertanto, scegliere o meno le cale della costa nord piuttosto che quelle della costa sud in funzione delle mareggiate che, quando il vento rinforza, possono rendere poco piacevole la vostra permanenza. Dato l’affollamento di alcune spiagge, per evitare di trovare esaurita la disponibilità nelle aree di parcheggio, conviene sempre muoversi con un certo anticipo (grosso modo in tempo per raggiungere le aree di sosta intorno alle 10:30). Nel corso della giornata la disponibilità torna ad essere più agevole per effetto del naturale scambio tra le diverse località. E’ pressoché indispensabile muoversi con abbondante acqua al seguito, calzature comode e copricapo per fronteggiare percorsi a piedi che potrebbero risultare esposti e particolarmente lunghi e faticosi.

Il primo gruppo di spiagge è quello più rinomato e frequentato, nonché meglio servito, che va da Son Saura a Macarella, passando per Es Talajer e Turqueta. Queste quattro spiagge sono ubicate a sud di Ciutadella e le si può raggiungere con un’unica strada che si stacca poco prima dell’ingresso in città. Dopo un lungo tratto la strada si separa in tre tronchi che raggiungono altrettante aree di parcheggio in prossimità delle spiagge di Son Saura, Turqueta e Macarella. Le tre spiagge sono collegate anche attraverso il “camì de cavalls” e raggiungibili, pertanto, a piedi percorrendo il sentiero lungo la costa. Es Talajer è sul percorso da Son Saura a Turqueta, raggiungibile dalla prima con un camminata di circa mezz’ora. Con un’oretta di cammino piuttosto impegnativo si raggiunge, invece, la seconda. Un’oretta abbondante di cammino, a tratti duro, separa, infine, Turqueta da Macarella. A tal riguardo, è preferibile raggiungere Macarella passando per Macarelleta, una piccola e deliziosa caletta posta a lato della cala principale, collegata alla prima mediante un sentiero spettacolare a mezza costa, invece che arrampicarsi faticosamente per l’interno. Con lo stesso sentiero Macarelleta è raggiungibile di rettamente da Macarella, a ritroso, in una ventina di minuti. L’alternativa al percorso a piedi per la visita delle singole spiagge è il raggiungimento delle singole aree di parcheggio in auto. In tal caso si corre il rischio di non riuscire a trovare posti liberi. I parcheggi di Macarella e Turqueta sono, infatti, solitamente affollati e, per chi non è mattiniero, Son Saura può diventare la scelta obbligata. Personalmente ho trovato tutte le spiagge molto belle: sabbia bianca, contorno di pinete, acque turchesi e cristalline. Macarelleta ed Es Talajer più piccole e accoglienti; Turqueta dai colori più improbabili e Macarella la più scenica; forse l’arenile di Son Saura il più modesto. Unica nota stonata l’esasperato affollamento ed, a Macarella, bar e ristoranti in pineta. Per fortuna i natanti sempre oltre la linea delle boe. Ho raggiunto tutte le spiagge partendo da Son Saura dove sono ritornato al tramonto. Molto faticoso il percorso ma davvero bello il colpo d’occhio sulla costa.

Un secondo gruppo è quello accessibile attraverso la strada che da Ferreries porta a Cala Galdana e che, prima di raggiungere quest’ultima, devia verso Sa Punta. Di qui, con un accidentato sentiero in discesa si raggiunge, in una mezz’oretta, la bianca ed ampia spiaggia di Mitijana (alternativamente raggiungibile anche dall’omonimo parcheggio prima della deviazione), molto simile alle precedenti e parimenti affollata. Separata da una scogliera calcarea c’è il piccolo e assai più bello arenile di Mitijaneta, solitamente occupato da naturisti. Da Mitijana un ripido sentiero si inerpica su un pianoro e di qui in circa un’oretta raggiunge la bella ed ampia cala di Trebalùger: acqua limpidissima, sabbia bianca ed un’incantevole zona umida alle spalle. Il sentiero procede poi verso le cale Fustàm ed Escorxada che, però, non ho raggiunto.

Un terzo gruppo è quello delle cale d’Algariens, ubicate a nord di Ciutadella e raggiungibili imboccando la strada per Cala Morell, subito prima dell’ingresso in città. Raggiunto il parcheggio un agevole sentiero conduce rapidamente al lungo ed affollato arenile di Es Tancats. Da questo, un sentiero più impervio attraverso la scogliera conduce, in una ventina di minuti, alla spiaggia di Es Bot, secondo arenile della splendida baia d’Algariens. Entrambi molto belle ho preferito Es Bot, meno frequentata e dal basso fondale con acque limpidissime e una cornice naturale davvero unica.

Un quarto gruppo si raggiunge, non molto agevolmente, da Mahon (o anche da Es Mercadal provenendo da Ciutadella) prendendo la strada per Fornells e seguendo, dopo la deviazione per il faro di Cavalleria, le indicazioni per la spiaggia di Binimel là, con l’ultimo tratto sterrato. Dall’area di parcheggio un lungo sentiero di media difficoltà conduce attraverso un paesaggio lunare ad una serie di spiagge di sabbia e ghiaia fino a raggiungere, dopo circa un’ora di cammino, il bell’arenile bruno dorato di cala Pregonda con il suo sfondo di scogli ed isolette e le sue caratteristiche abitazioni sulla spiaggia. Ho visitato la spiaggia in un giorno molto ventoso con il mare che non consentiva di goderne al meglio. Ciò nonostante l’acqua era ugualmente limpida e lasciava intravedere i riflessi verde-blu che caratterizzano la baia durante la calma. Un rammarico ed un invito a chi potrà farlo ad esplorare i fondali in tempi migliori. Di ritorno, lungo la carrabile per il faro di Cavalleria si raggiunge il parcheggio dell’omonima spiaggia. Con un breve sentiero si raggiunge in pochi minuti il lungo e pittoresco arenile bruno dove vale la pena sostare per un po’. Ho trovato la spiaggia di Cavalleria, soprattutto l’ultimo tratto meno frequentato, davvero piacevole, nonostante il mare fosse anche qui particolarmente agitato.

Altre spiagge sono raggiungibili con percorsi dedicati e non offrono grandi possibilità di movimento, a meno che non si voglia percorrere l’immancabile “camì de cavalls” alla scoperta di cale e calette vicine. Tra le più belle segnalo cala Pilar, uno splendido arenile dorato incastonato tra rosse scogliere con acque limpide dal colore verde-blu. La si raggiunge dalla carrozzabile Mahon-Ciutadella imboccando una stradina poco dopo Ferreries (venendo da Mahon) che termina in un parcheggio. Di qui un sentiero piuttosto lungo conduce in un’oretta e mezza alla spiaggia. Il tratto terminale del percorso, soprattutto al ritorno in salita, è piuttosto faticoso. Ho trovato la cala poco affollata e davvero piacevole, in un paesaggio completamente incontaminato. Completamente differente è lo scenario del bianco arenile di Binigaus, dalla parte opposta dell’isola, raggiungibile agevolmente seguendo le indicazioni per San Tomàs ed Es Migjorn Gran. Dal parcheggio posto accanto alla rotatoria prima dell’ingresso a San Tomàs un sentiero aggira il bar e prosegue per circa una ventina di minuti sulla costa. Al termine si raggiunge l’arenile, ampio e circondato da vegetazione dunale. Procedendo oltre si può accedere ad una serie di calette appartate dove si pratica il naturismo. Seguendo il sentiero verso l’interno, invece, ci si immette sul “camì de cavalls” dal quale è possibile raggiungere, con percorso inverso a quello descritto per Mitijana, le cale Escorxada, Fustam e Trebalùger. Ho trovato Binigaus molto gradevole, poco affollata e battuta da una piacevolissima brezza. La spiaggia di cala Sa Mesquida, invece, è situata sulla costa orientale dell’isola, ad una ventina di minuti da Mahon. La si raggiunge seguendo le indicazioni per Cala Llonga e poi per l’omonimo borgo. Dal parcheggio alla spiaggia un breve ed agevole sentiero. La spiaggia è di colore bruno, in una cornice molto bella, gradevole e poco affollata, soprattutto se la si raggiunge in mattinata. In direzione della scogliera, sotto la torre, è possibile anche praticare naturismo. Ho trovato anche questa spiaggia molto piacevole e l’acqua, come sempre, spettacolare. Per ultima segnalo la spiaggia di Binibeca, bell’arenile di sabbia bianchissima incastonato nella costa bassa e rocciosa a sud di Mahon. Sebbene solitamente affollata, lo scenario è ugualmente gradevole. Bello arrampicarsi sulla vicina scogliera e guardare la costa con le case immerse nella macchia mediterranea. La spiaggia si raggiunge agevolmente da Mahon, seguendo le indicazioni per Sant Lluìs e Binibequer (Cala Torret). Il parcheggio si trova vicinissimo alla spiaggia lungo la strada costiera che attraversa la zona residenziale.

Dovendo consigliare quale spiagge visitare non avrei dubbi: se vi piace camminare ed avete tempo, cercate di vederne quante più potete; ognuna ha una sua particolarità. Se non amate la confusione eviterei, almeno in alta stagione, Macarella, Turqueta e Mitijana che sono le più inflazionate. Personalmente non mi perderei Pilar, Pregonda (possibilmente con mare calmo) ed Es Bot, ma anche Cavalleria, Binigaus e Mesquida mi sono piaciute molto. Altrettanto belle Es Talajer e Macarelleta. Le spiagge che ho visitato sono quasi tutte prive di servizi (eccetto Macarelleta e Binibeca), altre li hanno ma non a portata di mano. Il naturismo a Minorca è praticato con grande disinvoltura un po’ dovunque, anche in posti affollati. Non esitate a farlo se ne avete voglia e non vi stranite se qualcuno vicino a voi lo pratica. Particolarmente adatte sono le spiagge di Binigaus, Cavalleria, Pilar, Es Bot e Sa Mesquida. Anche Trebalùger, Macarelleta ed Es Talajer sono indicate, oltre a Mitijaneta.

Sperando di essere stato d’aiuto ed ispirazione a quanti vorranno visitare questa splendida isola, auguro a tutti un buon prosieguo di 2016.



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