Milano – Firenze in bici in 4 tappe
Il lunedì lo trascorro comprando tutto il necessario: portapacchi, borse, ruote da strada, sali minerali, ecc.
Martedì 5 agosto Milano-Pavia-Piacenza km:108, media: 26km/h, percorso: pianeggiante, difficoltà: 1 (max 3) Partenza alle 8.30 da Milano. Dopo circa 40km arrivo a Pavia e decido di fermarmi, sopra tutto a causa del caldo insopportabile, in un prato nei pressi del Ponte Coperto sul Ticino, rifacimento del preesistente ponte trecentesco, distrutto durante la seconda guerra mondiale . Mi compro una focaccia e della frutta fresca che in questa stagione non deve mai mancare. Nei pressi del fruttivendolo faccio conoscenza con la prima delle molte persone con cui avrò occasione di parlare in questi giorni. E’ un simpatico ragazzo napoletano che, con la sua scassata e vecchia bici, è venuto anche lui da Milano per una gita. Non mi dimenticherò mai le parole che mi disse: “diversi anni fa anch’io ho fatto come te una vacanza con la bici ed ancora oggi mi ricordo ogni chilometro, ogni ponte, ogni persona che ho incontrato nel mio cammino, vedrai sarà fantastico!”.
Dopo Pavia in direzione Piacenza il panorama varia e le risaie lasciano il posto ai primi vitigni dell’oltrepo’ . Ho fatto il conto che arrivando a Piacenza avrò percorso a fine giornata più di 100km che per il primo giorno possono anche bastare!! Giunto a Piacenza, non avendo prenotato nulla mi ritrovo a chiedere ad un gruppo di tassisti dove alloggiare e vengo indirizzato verso un motel della periferia, il fantomatico e losco motel K2!! Mangiata una pizza nell’unica pizzeria di Piacenza aperta mi butto a letto distrutto.
Mercoledì 6 agosto Piacenza-Castell’Arquato-Bardi-Cereseto Km: 96, media: 19km/h, percorso: prima parte pianeggiante poi passo Pellizzone (1.029m.) e sali scendi continui, difficoltà: 2 Appena partito da Piacenza a causa del pesante traffico stradale, decido di lasciare la Via Emilia che mi avrebbe dovuto portare ad incrociare la statale per il Passo della Cisa e devio sulla destra in direzione Castell’Arquato.
Si passano campi di pomodori maturi e la strada inizia a salire piano piano. Passo da Castell’Arquato, antico borgo medioevale. A Vernasca incrocio la Via Frangigena e visito la Pieve del paese.
La salita al primo vero passo (Pellizzone 1.029m.) mi fa capire quanto costante debba essere la mia pedalata per non andare in affanno sotto il peso mio, della bici e dei bagagli: ci vuole molta pazienza e calma.
Dopo la salita mi fermo a Bardi per una visita all’antica Rocca della famiglia Landi. Qui un simpatico signore mi segnala che a qualche km a Cereseto si trova una trattoria con annesso servizio affitta camere. Infatti trovo la trattoria Solari (fraz. Compiano, tel. 0525824801, www.Trattoriasolari.It) che consiglio a tutti (35€ per dormire e mangiare 2 primi e 3 secondi e vino a volontà!!!! Giovedì 7 agosto Cereseto-Pontremoli-Marina di Massa km:115, percorso: si fanno 2 passi (Colla 1.000 m. E Bratello 950 m.), difficoltà: 3 Parto troppo tardi ed il sole mi attanaglia da subito nella sua morsa infuocata. Supero il Passo Colla (1.00 m.) quasi subito essendo già in alto. In discesa mi colpiscono diverse immagini bucoliche che mi lasciano senza fiato.
Affronto poi la salita verso Passo Bratello (950 m.). La salita è continua ed impegnativa e anche l’ora centrale non mi agevola di certo.
Per il pranzo faccio tappa a Pontremoli dove alla destra della chiesa in piazza posso godermi dei fantastici testaroli (tipica pasta che si può mangiare solo in questa zona) nella Trattoria Da Bussè (23€ per primo, secondo, contorno, dolce e acqua: vivamente consigliato anche per via dell’obbligatorio dolce denominato”sexy” preparato dalle sapienti mani del proprietario).
Dopo Pontremoli prendo il primo acquazzone che mi rinfresca ma mi sporca tutta la bici ed i bagagli in quanto passando per un lungo tratto dove si svolgono dei lavori stradali le ruote sollevano molto fango lasciato a terra dai molti camion che trasportano la terra di risulta proveniente da alcuni lavori stradali L’ipotizzata direzione Garfagnana che avrei dovuto prendere da Aulla lascia il posto per il mare della Versilia. Andando verso il mare la bici sembra volare da sola e l’aria calda mi accoglie benevola e rassicurante asciugando piacevolmente i vestiti inzuppati. Stop a Marina di Massa: vedere un po’ di turisti non fa male dai.
Venerdì 8 agosto Marina di Massa-Pisa-Firenze km: 140, percorso: pianeggiante, difficoltà: 2 (per i molti km) Ed eccomi al lungo, interminabile giorno conclusivo. Ormai ci sono, non mi posso lasciare sfuggire la meta di arrivo ipotizzata: Firenze, anche se si trova a circa 140km!! Passo in maniera fugace da Pisa godendomi 6 albicocche e 3 pesche noci trangugiate di seguito all’ombra della Torre con qualche straniero che osserva la mia voracità incuriosito.
Giungo a Firenze verso le 16.30. Foto ricordo in centro, e scopro mio malgrado che da Firenze non partono più treni con trasporto bici fino alle 4.00 della mattina seguente: il mondo mi cade addosso anche perché sono distrutto e non ho alcuna intenzione di farmi “pelare” da un costosissimo hotel 5 stelle di Firenze! E così mi ritrovo a dover riempire quasi 12 ore. Vado a godermi gli ultimi raggi di sole di questa splendida giornata al Parco delle Cascine, splendido verde a pochi passi dal centro cittadino. Mi sistemo alla bellèmeglio (?) e appena fa buio sento della musica provenire da una villa che si trova nel parco: è una festa, per la precisione un aperitivo con musica lounge ed acid jazz e piscina: LA FORTUNA MI ASSISTE. Rimango lì fino alla 1.40 e poi giro per il centro della città finalmente svuotata dai turisti. Tiro l’ora della partenza e salgo, distrutto sul treno che mi porterà prima a Bologna e poi da lì a Milano.
Ed il viaggio si conclude di fronte alla Stazione Centrale di Milano, assolutamente stanco, ma molto, molto soddisfatto.
CONCLUSIONI Fare più di 100km al giorno (per un totale di 459 in 4 giorni) non è cosa da poco, specialmente se si considera il peso totale da spingere e le diverse salite che si devono per forza affrontare. Uno sforzo del genere lo consiglio solo ai più allenati e comunque se si soffre del caldo, sarebbero preferibili altri periodi dell’anno più freschi oppure ci si dovrebbe fermare almeno nelle ore più calde della giornata (per inciso io non mi sono mai fermato per molto se si esclude la prima tappa ed i rifornimenti di acqua sotto forma di doccia o di borraccia scolata in un unico sorso).
Che dire, è stata un’esperienza unica che mi ha segnato positivamente grazie alle persone sempre disponibili che ho incontrato, grazie al tempo che non mi ha scaricato acqua addosso (anche se erano i giorni più caldi dell’anno in tutta Italia), grazie alle strade specialmente a quelle poco trafficate sugli Appennini che mi hanno permesso veramente di immergermi anima e corpo in questa breve ma intensa avventura. E l’anno prossimo si replica magari scomodando dalle loro poltrone alcuni amici che hanno lasciato crescere quel giusto di pancetta da trentenne…
Ciao Max testo tratto dal sito assolutamente “no-profit” e low budget (scusate gli inglesismi) di Max: www.Ciclismoeviaggi.It