Milano, Expo: turisti a casa nostra

L'atmosfera che si respira qua in questi mesi ci ha fatto venire voglia di fare i “turisti per caso” a casa nostra. Ecco quindi qualche commento, e una miniguida su ciò che abbiamo visto finora a Expo
Scritto da: Marina1983
milano, expo: turisti a casa nostra
Partenza il: 24/05/2015
Ritorno il: 24/05/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Di Expo a Milano si è parlato e si parla in continuazione. Molti sono i commenti di ogni genere, e anche le critiche, i dubbi… Dubbi legittimi, vista la storia contorta del progetto e dei cantieri, e vista la pretesa di questa esposizione di affrontare temi “nobili” come la nutrizione nel mondo.

Ma non dimentichiamo che prima di tutto Expo è più semplicemente una fiera, e se raduna gente da tutto il mondo, noi siamo curiosi! Molti sentono il bisogno di schierarsi fra “no Expo” ed “Expo ottimisti”, noi semplicemente abbiamo respirato un’aria diversa in città, e ci è venuta voglia di guardare Milano – per una volta – con gli occhi del turista.

Insomma, al posto dello sguardo assorto e assuefatto di quando andiamo al lavoro, siamo passati allo sguardo curioso di quando vediamo le città per la prima volta. Ed è solo l’inizio!

COSA SUCCEDE IN CITTà

Innanzitutto, due parole su Milano per chi volesse venire a visitarla: non ci sono solo il Duomo, il Castello, e lo shopping. E ovviamente non c’è solo Expo. Con qualche ricerchina su Internet potete scoprire un sacco di mete interessanti.

Solo negli ultimi mesi hanno aperto diverse novità, che noi ci siamo prefissati di andare a conoscere prima o poi (ma occorrono tante giornate libere!). Ecco la nostra personale lista delle mete da visitare appena possibile:

  • il Mudec, museo delle culture, nell’area ex Ansaldo di via Tortona (dicono che meritino sia la struttura, sia le mostre, sia l’aperitivo!);
  • la nuovissima passerella sopraelevata sulla Galleria Vittorio Emanuele;
  • la nuova Darsena;
  • una passeggiata tra i grattacieli di Porta Nuova, adesso che sta crescendo il grano nel “Wheatfield” (opera di un’artista americana);
  • la nuova sede della Pietà Rondanini e il riallestimento di piazza Castello (hanno progettato un’illuminazione a led con cui si può interagire tramite smartphone);
  • e poi la mostra su Leonardo a Palazzo Reale; un’interessantissima mostra sul cibo al Museo di Storia Naturale; e tante altre iniziative culturali sparse qua e là…

Poi se siete interessati a giri meno turistici, ci sono molti quartieri poco noti che meritano una visita:

  • la zona cinese in via Paolo Sarpi o la zona eritrea intorno a Porta Venezia (con relative tappe gastronomiche nei ristoranti);
  • una domenica pomeriggio multietnica tra via Padova e il Parco Trotter;
  • perdersi fra i vicoli tra via Meravigli, via Torino e piazza Missori, in centro;
  • Sant’Ambrogio e le molte altre chiese e basiliche meno famose;
  • una gita appena fuoriporta all’abbazia di Chiaravalle…

Per inciso: non prendete la macchina! Solo tram, metropolitana, e bike sharing.

Ma su tutto questo ci sarebbe molto altro da dire: se qualcuno ha in mente di venire a Milano ci scriva pure, che ci farà piacere dargli qualche dritta.

Veniamo invece al motivo principale per questo diario: la nostra esperienza ad Expo.

UNA PANORAMICA SU EXPO

Siamo entrati nel sito espositivo la domenica mattina. Alle 10, orario di apertura dei cancelli, la coda ai controlli di sicurezza non era molta. Ci siamo resi conto dopo, però, che il problema non è tanto l’ingresso, quanto le code che si formano per visitare i padiglioni più belli, soprattutto nel pomeriggio.

Se avete la passione della fotografia, comunque, potete passare diverse ore senza nemmeno mettere piede in un padiglione: molti sono bellissimi anche da fuori, e potete fotografare (o semplicemente osservare) dettagli, persone, riflessi, piante, sculture… Se poi ci si allontana un po’ dal Decumano, la folla sparisce e si trovano angolini tranquilli e interessanti.

Ovviamente non può mancare una tappa all’Albero della vita, che a ogni ora offre uno spettacolo di acqua e musica. E luci, se restate fino a sera.

Se non fa caldo, si può salire poi sulla collina mediterranea, in fondo al Decumano. Dal punto di vista botanico è stata un po’ una delusione (niente macchia mediterranea, niente descrizioni delle piante), però si gode una bella vista.

Per mangiare, non fatevi spaventare da chi dice che tutto costa un capitale: è vero che non si trova nulla a prezzi stracciati, però non è necessario andare da Mc Donald’s: in buona parte dei ristoranti nei padiglioni potete prendere un piatto e qualcosa da bere per circa 10 – 15 €. Certo, bisogna stare attenti a cosa si sceglie, ma procedendo così e dividendoci i piatti noi abbiamo provato cinque o sei cucine diverse, piluccando qualcosa ininterrottamente dalle 12 alle 20, e spendendo una cifra contenuta.

Per bere, poi, si trovano qua e là dei distributori gratuiti di acqua (purtroppo non indicati sulla mappa).

Infine, scaricando l’app o visitando il sito si può vedere il programma delle iniziative del giorno. Vale sempre la pena controllare, perché qualcosa si trova: per esempio noi avevamo il national day dell’Eritrea, e in più la sera un concerto di dodici pianoforti nel Decumano per Pianocity.

I PADIGLIONI: TENTIAMO QUALCHE “RECENSIONE”

Noi abbiamo scelto di affrontare un solo padiglione “famoso”, di quelli da almeno un’ora di coda (essenzialmente pare che siano Giappone, Azerbaijan, Italia… ma naturalmente dipende dai giorni e dall’ora: nel pomeriggio abbiamo notato che le code sono aumentate, e ne abbiamo viste anche davanti a Ecuador, Austria, quasi tutti i Paesi del Golfo, e altri ancora). Per il resto ci siamo concentrati sulla parte orientale del Decumano, puntando dove vedevamo code brevi, da non più di un quarto d’ora, perché col passare della giornata la stanchezza aumenta…

Comunque, ci torneremo almeno due volte ancora.

Per il momento abbiamo visto questi padiglioni, che elenchiamo più o meno secondo la disposizione, in senso orario:

ISRAELE Una serie di video illustra alcune peculiarità dell’agricoltura israeliana. Si scoprono cose interessanti: per esempio, non sapevamo che l’irrigazione a goccia o i pomodorini ciliegini fossero stati inventati là… Ma a dire il vero è un padiglione ci è parso un po’ troppo autocelebrativo!

STATI UNITI Ampio, con una bella terrazza bar, un po’ di contenuti interessanti, e sette brevi video abbastanza simpatici. Nel complesso, però, anche questo padiglione è piuttosto autocelebrativo… D’altronde emergono proprio i “topos” della cultura locale: se per esempio nella storia statunitense un archetipo è il migrante che arriva a New York, apre una piccola attività e fa fortuna, volete non ritrovare questa storia nei video?

In effetti è interessante notare come in un modo o nell’altro ogni padiglione riesca a riflettere una parte del cosiddetto “carattere nazionale”. Anche indirettamente, anche negli elementi che magari a noi possono sembrare strani: al di là dei contenuti specifici, passa sempre un’idea dello spirito locale…

A proposito, per mangiare americano cercate i “food truck” fuori dal padiglione, poco dietro: sono un po’ defilati ma meritano.

TURCHIA Interessante l’idea di uno stand all’aperto. Pochi contenuti, ma può rappresentare una sosta molto piacevole, in una sorta di giardno/cortile, anche per prendere un caffè turco, un tè, o due stuzzichini.

GIAPPONE Almeno un’ora di attesa, e se dicono un’ora è precisamente un’ora! Poi, circa 50 minuti di visita. Bello, molto scenografico, interattivo (scaricate l’app, vi servirà!), anche con un discreto contenuto di informazioni. La parte finale (un breve show intitolato “il ristorante del futuro”) è piuttosto kitsch, ma senz’altro anche molto “giapponese”, quindi è interessante lo stesso.

Si finisce al ristorante, dove viene proprio voglia di fermarsi. Prezzi medio alti, ma i piatti che costano meno sono ottimi!

SLOVACCHIA Piccolo, ma con un paio di opere interessanti. Un albero di flauti, per esempio. Visto che non c’è coda, buttare un occhio non guasta. C’è anche un piccolo ristorante.

RUSSIA Molto grande, l’esterno e le prime sale promettono bene… (c”erano anche assaggi di vodka, ma troppa ressa intorno al bancone). Salendo al primo piano però siamo rimasti un po’ delusi: il contenuto è scarso. Morale, si visita in fretta.

OMAN Semplice, ma accogliente e interessante. Carini gli ambienti ricostruiti al piano di sopra, con gli spazi di una tipica abitazione locale. C’è anche un piccolo ristorante.

INDONESIA Un po’ di artigianato, due bancarelle di cibo interessante, e poco altro.

TURKMENISTAN La celebrazione del petrolio. E del loro dittatore. Ma anche qui, visto che non c’è coda, vale la pena mettere il naso per sentire un po’ l’atmosfera. C’è anche una jurta ricostruita sul terrazzo al piano superiore, e un bar che però era chiuso.

IRAN Poche informazioni, ma molto bello. Piacevole, ben disposto, verde… Anche il ristorante al piano terra sembrava davvero interessante, ma non avendo trovato un menù coi prezzi abbiamo desistito.

CILE Un bel padiglione, con proiezioni dei molteplici paesaggi cileni, e una piccola parte interattiva sulle esportazioni ortofrutticole del Paese. Molto bello lo spazio al piano terra, dove si mangia e si possono comprare anche numerosi prodotti dell’enogastronomia cilena. I prezzi sono alti, ma anche qui qualcosa di economico lo si può trovare.

AUSTRIA Un bosco in un padiglione… ci sono riusciti davvero! È bello, fresco, piacevole, anche se a livello di informazioni il contenuto è scarso. C’era un po’ di coda, e immaginiamo che più verrà il caldo, più sarà una meta ambita.

CLUSTER I cluster raccolgono intorno a un tema diversi Paesi, che non avevano la possibilità di allestire un vero e proprio padiglione. Gli stand di questi Paesi sono per lo più poco interessanti: qualche manifesto in stile ufficio del turismo e poco altro. Alcuni poi paiono quasi abbandonati, soprattutto nei cluster più lontani dal Decumano (zone aride; isole…). Vale la pena però perderci lo stesso un po’ di tempo: innanzitutto dove non c’è nessuno ci si può anche permettere di fermarsi, tirare un po’ il fiato, e magari fare due chiacchiere con gli operatori degli stand. E poi alcuni degli argomenti generali trattati nei cluster sono davvero molto interessanti: per esempio, è bello vedere tutte le diverse piante di cereali e tuberi dal vivo, leggendo qualche dato su ciascuna. E ci sono anche delle mostre fotografiche di autori di livello (per es. Salgado al cluster del caffè).

ALTRI PADIGLIONI Ci mancano ancora tanti padiglioni e il padiglione Zero. Poi ci pare che non si possa andare a Expo senza visitare qualcuno dei padiglioni che fanno riflettere un po’ di più sulle tematiche più serie. Per esempio consigliamo vivamente il padiglione della Caritas (lo trovate facilmente: è piccolo, ma subito dietro la Madonnina. Che per inciso è una copia in scala 1:1 di quella che si trova sul Duomo).

Non sappiamo quando torneremo, ma certamente torneremo e provvederemo a scrivere la parte due del diario!

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Sbandieratori all'albero della vita

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Scultura in Expo

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Orto verticale

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Il Duomo e la mela

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Padiglioni in Expo

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Il padilione giapponese



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