Miami e la Florida del sud
1 giugno 2012
Si parte! Ore 7.00 della mattina ed un volo Iberia con partenza da Bologna e scalo a Madrid è pronto a portarci a Miami, tutto prenotato tramite internet con circa 5 mesi di anticipo. Volo e scalo procedono senza problemi ed alle 18 atterriamo all’aeroporto internazionale di Miami sotto una bella pioggia battente… ormai ci siamo abituati, ovunque andiamo arriviamo sempre con la pioggia!
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I controlli per l’immigrazione procedono senza intoppi, impronte digitali, foto con occhiaie scandalose, due battute con il poliziotto che esegue i controlli che parla un po’ di inglese, un po’ di spagnolo e un po’ di italiano… tanto per non farci mancare nulla… e via a recuperare il bagaglio.
Vista la durata purtroppo breve (8 giorni) di questa vacanza abbiamo pensato di strutturare il viaggio utilizzando Miami Beach come punto di riferimento per i pernottamenti, dedicare alla città 3 giorni e successivamente visitare il sud della Florida viaggiando in auto. L’hotel che abbiamo scelto è lo Shelborne di Miami Beach, in ottima posizione, direttamente sulla spiaggia e con un prezzo accettabile, circa 100 dollari a notte per camera con un’aggiunta obbligatoria da saldare al check out di 15 dollari al giorno per la colazione continentale, l’uso dei teli in spiaggia e piscina e l’uso di lettino e ombrellone. I vari commenti sul web inerenti questa struttura non sempre risultano lusinghieri ma devo dire che noi ne siamo stati assolutamente soddisfatti. La posizione è spettacolare, tutti i punti di interesse di Miami Beach sono facilmente raggiungibili a piedi e la spiaggia difronte è una meraviglia. Le parti comuni (hall, bar vari, ristorante, piscina) sono di sicuro impatto visivo mentre la camera risulta un po’ sottotono se confrontata al resto, con mobilio e bagno datati ma comunque funzionali e discretamente puliti.
Per raggiungere Miami Beach utilizziamo l’autobus di linea (Airport Flyer) che con 2.35 dollari a testa ci porta a destinazione in 20 minuti circa. L’autobus parte dalla fermata principale dei pullman, situata direttamente difronte all’uscita dalla dogana, ad intervalli di 30 minuti, i biglietti si fanno a bordo ma la macchina non da resto pertanto munitevi di dollari in biglietti di piccolo taglio. Servizio ottimo e sicuramente economico rispetto ad una corsa in taxi. Noi scendiamo alla fermata situata sulla Collins Avenue a livello della 18 Street, esattamente difronte al nostro hotel, effettuiamo il check in e via in camera dove, dopo una doccia rilassante crolliamo a letto nelle 22 circa (le 4 del mattino x noi). Domani si va alla scoperta di Miami!
2 Giugno 2012 – Miami Beach
Alle 8.00 siamo in piedi e la prima cosa che facciamo è affacciarci al balcone Ocean View della nostra stanza al quattordicesimo piano… la vista è commovente, oceano dai colori caraibici, spiaggia bianca immensa e punteggiata dalle torrette dei BayWatch… non ci credo sono davvero a Miami!
Scendiamo per la colazione continentale inclusa nella nostra camera, composta da succo di frutta, caffettone americano e qualche brioche. Spazzoliamo tutto, tranne il caffè che risulta difficilmente bevibile, e usciamo per esplorare South Beach ovvero la parte sud di Miami Beach (sotto la 21 street). Decidiamo di girare il quartiere a piedi per assaporarne appieno l’atmosfera, percorriamo quindi Collins Avenue celebre per la lunga serie di edifici in stile art dèco, Washington Avenue con i suoi negozi trendy, i supermercati, gli studi dei tatuatori ed infine la famosa Ocean Drive con eleganti caffè e ristoranti all’aperto situati direttamente difronte al Lummus Park, il parco che precede la chilometrica spiaggia. Certo la zona di sera, con i giochi di luce degli hotel, acquista tutto un altro fascino ma, anche di giorno, con un’atmosfera piacevolmente rilassata e vacanziera è sicuramente un bello spettacolo. Il caldo si fa sentire e la spiaggia è una tentazione forte, ci concediamo quindi qualche ora di relax in quello che potrebbe essere il set di uno dei film che sono solita vedere in Tv. La spiaggia è estesa per Km, tanto che non se ne colgono i limiti, la sabbia di conchiglie è di un bianco accecante, l’oceano è travestito da ma mare tropicale con colori che variano dal verde, all’azzurro, al blu profondo, le tipiche torrette dei BayWatch ricorrono a perdita d’occhio e i grattaceli sullo sfondo completano una cartolina mozzafiato. Foto a più non posso, compresa quella difronte alla torretta, sole e bagno rinfrescante!
Ormai si è fatta ora di pranzo e cediamo alla tentazione di mangiare in uno dei locali in Ocean Drive, location da favola ma sicuramente non a buon mercato! Prendiamo un classico hamburger con patatine ed una cesar salad con 2 birre ed un litro di acqua per la modica cifra di 58 dollari… e per fortuna che la seconda birra è in regalo! Da qui cominceremo a capire l’abitudine americana di bere bibite… l’acqua ha prezzi assurdi (8 dollari la bottiglia) e una bibita o la birra sono molto molto più convenienti, perfino la mia cesar salad costa di meno.
Nel pomeriggio acquistiamo i biglietti per il bus turistico e con 55 dollari a testa è compreso il tour di Miami Beach, quello di Miami Dade ed il giro in barca nella baia che le separa, tutto sommato un buon prezzo per un pacchetto che ci permetterà di vedere la città e le sue diverse facce. Iniziamo con il tour di Miami Beach che ci porta a vedere South Beach e North Beach con gli hotel, più o meno di lusso, la marina con enormi yatch e la fantastica vista sui grattaceli del distretto finanziario di Miami Dade fino a percorrere uno dei ponti chiamati causeway che separano l’isola di Miami Beach da Miami. Dopo essere passati difronte alla American Airlines Arena, che ospita le partite dei Miami Heat, la corsa dell’autobus termina a Bayside Market Place un centro commerciale in riva al mare affollatissimo di negozi appartenenti alle grandi catene commerciali dove gironzoliamo un po’ e ci concediamo un ora di shopping. Con il bus delle 16.30 torniamo a Miami Beach, scendiamo in Ocean Drive dove i locali sono già in pieno Happy Hour e ripercorriamo a ritroso la strada seguita al mattino per tornare al nostro Hotel. Alla sera ceniamo in un locale di Espanola Way una graziosa strada pedonale in acciottolato e terracotta costeggiata di edifici color rosa e crema in uno stile architettonico completamente diverso dalla città che la circonda, molto più europeo direi. Anche qui ordiniamo acqua e, dopo aver pasteggiato con la svizzera acqua Evian, a cena ci portano l’italianissima S. Pellegrino… ecco perché costa tanto, ma non esiste un’acqua imbottigliata in America che non debba passare l’oceano per essere sulla mia tavola?!
3 Giugno 2012 – Miami Dade
Anche oggi ci svegliamo di buon ora, colazione in hotel e si parte sotto un bel sole splendente. Con il biglietto per l’autobus turistico acquistato ieri (ha validità 24 ore) ritorniamo al Bayside Market Place e saliamo sul bus che esegue la linea blu, ovvero il percorso che si snoda tra i diversi quartieri di Miami Dade. Il primo che incontriamo è Coconut Grove, quartiere fresco e spumeggiante con costruzioni basse caratterizzate da balconi in ferro battuto, un bel porto affollato di barche da diporto bianche ed un centro commerciale all’aperto, CocoWalk, che ne definisce la zona più centrale. E’ Domenica mattina pertanto il quartiere è molto tranquillo e noi ne approfittiamo facendo una tappa sul nostro percorso per gironzolare un po’. Riprendiamo poi il bus è ci ritroviamo a Coral Gables, che più che un quartiere sembra una vera e propria cittadina immersa in una rigogliosa vegetazione tropicale. La cosa che ci colpisce di più è la sua tranquillità e la quasi totale assenza di traffico, escludendo le arterie principali. Non ci sono parcheggi, non esistono marciapiedi, non ci sono automobili parcheggiate in strada, ne negozi o centri commerciali… ci sono solo villette separate le une dalle altre, non da cancelli e muretti, ma semplicemente da alberi, palme o al massimo da siepi. Si potrebbe andare a bussare alla porta di qualsiasi abitazione semplicemente attraversando il praticello o percorrendo il vialetto, cosa decisamente strana ai nostri occhi! Uno dei simboli del quartiere è il lussuoso Hotel Biltimor che, con la sua caratteristica torre alta 96 metri domina la zona ed è uno dei pochi resort in Florida a poter vantare di essere edificio storico. A poca distanza troviamo quella che forse è la piscina pubblica più bella del mondo, dichiarata monumento storico e chiamata la piscina veneziana… un tuffo ci starebbe bene ma la tabella di marcia ci richiama all’ordine! La prossima tappa è Little Havana, il quartiere cubano della città che si snoda attorno a Calle Ocho, ovvero la SW 8 Street. Scendiamo dall’autobus proprio difronte al parco del domino, dedicato al generale cubano Maximo Gomez, dove persone di tutte le età si sfidano ad agguerrite partite di domino e scacchi, gironzoliamo quindi per il quartiere e non manchiamo di acquistare i famosi sigari cubani in un negozio che offre sicuramente ampia scelta sia in fatto di gusto che di prezzi. Little Havana è tutto sommato un bel quartiere che merita di essere visitato per conoscere tutte le sfaccettature della città, anche se mi aspettavo un’atmosfera un po’ più festosa… ma forse la domenica mattina è un po’ sonnecchiosa per tutti!
Con l’autobus facciamo quindi ritorno al capolinea, il Bayside Market Place dove pranziamo in velocità e poi ci mettiamo in fila per salire sulla barca che ci porterà a fare il giro della baia che separa Miami Dade da Miami Beach, in 20 minuti siamo a bordo e via che si parte! La navigazione inizia all’ombra dei grattaceli del distretto finanziario, veramente imponenti, maestosi e luccicanti, qui le foto si sprecano ma d’altronde la location è assolutamente spettacolare. Man mano che ci allontaniamo, il panorama ci ricorda molto lo skyline di Manhattan a New York, città che ci è rimasta nel cuore ma devo dire che anche Miami non scherza assolutamente! Successivamente costeggiamo il porto commerciale e quello turistico, affollati di Navi portacontainer ed enormi navi da crociera, fino ed arrivare al porto di Miami Beach dove i motoscafi e le barche a vela si sprecano. A questo punto inizia la navigazione tra le isole presenti all’interno della baia, sulle quali sorgono le ville e le abitazioni più lussuose di Miami, da quelle di attori e cantanti come Elizabeth Taylor o di Jennifer Lopez a quelle di giocatori di basket o a magnati dell’industria farmaceutica. Ogni casa, se così si può definire, è grandiosa nel proprio stile con piscina e pontile privato con tanto di yatch ancorato e acquascooter… un po’ come noi abbiamo la bicicletta legata al cancello di casa!
Il tour dura circa un paio d’ore ed una volta tornati al capolinea sono circa le 5 del pomeriggio, ci concediamo quindi un giretto nel centro commerciale, ci prendiamo un delizioso frullato di frutta fresca con ghiaccio tritato e ce ne torniamo soddisfatti a Miami Beach con il bus S. Per cena stasera scegliamo Lincoln Road, una ampia strada pedonale caratterizzata dai negozi più belli di Miami Beach che rimangono aperti fino a notte fonda per consentire un rilassante shopping serale! Il ristorante è l’italiano Sibilla, con menù scritto in italiano (x tutti) e camerieri italiani, in cui ci concediamo un buonissimo piatto di spaghetti alle vongole e due belle birre fresche.
4 Giugno 2012 – Relax a Miami Beach
Dopo la full immersion turistica degli ultimi 2 giorni, oggi ci concediamo un po’ di relax… dopo tutto siamo in vacanza! Passiamo quindi la mattinata nella spiaggia direttamente davanti al nostro hotel usufruendo di lettini, ombrellone e teli mare che ci vengono messi a disposizione. La spiaggia è grandiosa, il sole splendente ed il mare caraibico… cosa volere di più! Verso ora di pranzo la temperatura si fa veramente rovente e noi decidiamo quindi di andare a rinfrescarci un po’ ad Aventura Mall, uno dei centri commerciali più grandi della Florida. Dopo una doccia veloce , prendiamo l’autobus S da una delle fermate su Collins Avenue, che ci porta direttamente al centro commerciale dove mangiamo un pezzo di pizza al taglio con l’immancabile tanica di Coca Cola. Qui ci dedichiamo allo shopping e di sicuro abbiamo l’imbarazzo della scelta, Abercrombie, Armani Exchange, Calvin Clain, Guess e innumerevoli altri, peccato per i nostri limiti di budget ma se si rimane sulle marche americane il risparmio è assicurato! Sulla via del ritorno ci fermiamo nel centro commerciale di Balarbour situato a North Beach dove si ritrovano tutti… e dico tutti… i marchi fashon più famosi: Armani, Cavalli, Gucci, Fendi, Louis Vitton, Burberry… e chi più ne ha più ne metta! Questo è veramente un paradiso ed è sempre di più un peccato per il mio budget… con sicurezza però mi dirigo da Tiffany, questa non mi scappa, ed infatti si aggiunge un ciondolo al mio bracciale con tanto di anello coordinato. Il budget è finito e noi facciamo ritorno a Miami Beach veramente sfiniti… fortuna che oggi dovevamo riposarci! Ce ne torniamo in hotel per una bella doccia rigeneratrice ed appena esco dal bagno trovo il mio ragazzo che stende su letto tutto quello che abbiamo acquistato oggi… mmmm… forse il budget è stato sforato ma la soddisfazione è tanta! Per punizione cena da McDonald così risparmiamo!
5 Giugno 2012 – Everglades National Park
Questa mattina la sveglia suona veramente presto ed alle 7.20 siamo pronti a prendere l’autobus che ci porta in aeroporto dove, alle 8.30, abbiamo l’appuntamento per ritirare l’auto a noleggio. L’aeroporto di Miami è infatti collegato con un trenino veloce al centro di noleggio auto della città, dove si possono ritrovare tutte le maggiori agenzie che si occupano di questo business. Noi abbiamo noleggiato la nostro auto attraverso il sito www.enoleggio.it, il servizio è stato ottimo e la spesa contenuta, ovvero 125 euro per avere un’auto di classe economy con navigatore per i restanti 4 giorni del nostro soggiorno. Ci dirigiamo quindi ai banchi della agenzia Alamo ed esplicate le formalità possiamo procedere al ritiro dell’auto al parcheggio, dove ci informano che purtroppo le auto di classe economy sono terminate pertanto allo stesso prezzo possiamo prendere una standard. Ci ritroviamo quindi seduti su una splendida Dodge Avenger nera, con 10000 miglia al suo attivo, che si rivelerà veramente molto comoda e ci permetterà di non sentirci minuscoli difronte ai giganteschi suv che popolano le strade americane. La benzina costa 3.45 dollari al gallone pertanto, nonostante la cilindrata della nostra Dodge, la spesa per i rifornimenti è stata veramente contenuta. Le strade sono enormi e la loro manutenzione è ottima, pertanto anche viaggi di chilometraggio discreto non sono stati troppo massacranti anche se è necessario un piccolo periodo di ambientamento per capire come funziona il tutto. Negli Stati Uniti infatti si può sorpassare sia da destra che da sinistra, è consentito svoltare a destra anche con il semaforo rosso (se non espressamente vietato), è possibile arrivare ad incroci dove tutte le strade hanno il segnale di stop e ha quindi la precedenza chi ha impegnato per primo l’incrocio… l’immagine di un incrocio del genere in Italia, in una città tipo Napoli ci ha fatto sorridere non poco! Inoltre, cosa infinitamente strana per un italiano, tutti e dico tutti rispettano i limiti di velocità per quanto assurdi appaiano.
Si parte quindi per la nostra prima destinazione ovvero il parco nazionale delle Everglades, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Gli spazi americani non finiscono mai di stupirci e ben presto ci ritroviamo su strade a 6 corsie per ogni senso di marcia sovrastate da viadotti altrettanto grandi con milioni di svincoli ed uscite… per fortuna il nostro navigatore ci da una mano e riusciamo ad uscire da Miami senza grosse difficoltà. Ci dirigiamo quindi verso la città di Homestad in cui è localizzato uno degli ingressi del parco, l’Ernest Coe Visitor Center. Si potrebbe essere tentati di definire le Everglads una palude, ma in realtà per descrivere questa zona è più adatto il termine “prateria” o “mare d’erba”. Le Glades infatti sono una distesa erbosa inondata dall’acqua per gran parte dell’anno, non acqua stagnante e putrida ma acqua ricca di sostanze nutritive in lento deflusso verso il mare che garantisce all’ecosistema caratteristiche, flora e fauna uniche nel loro genere.
Una decina di miglia prima dell’ingresso ci fermiamo ad Everglades Alligator Farm dove è possibile effettuare i tour della zona in Airboat, le imbarcazioni senza pescaggio che, spinte da potenti ventole, si vedono sempre sfrecciare nei telefilm tipo CSI Miami. Questi mezzi di trasporto sono vietati all’interno dei confini del parco nazionale perché potrebbero danneggiare l’equilibrio dell’ecosistema mentre nella zona adiacente sono ammessi. Una volta arrivati, abbiamo giusto il tempo per spalmarci di crema solare e repellente per zanzare, e siamo pronti per partire. Saliamo quindi sulle imbarcazioni dotati di cuffie antirumore perché i motori sono veramente rumorosi, il pilota ci dà qualche dritta per non inzupparci ad ogni curva e partiamo; prima effettuiamo un lento tour per avvistare gli alligatori che, per nulla spaventati, si lasciano fotografare a pelo d’acqua poi inizia la parte più ludica del percorso con corse velocissime ed evoluzioni sfrenate. Il prezzo del biglietto è altino (50 dollari a testa) ma d’altronde siamo in florida nelle Everglades e non si può proprio rinunciare! Nel biglietto è compreso anche lo spettacolo dei rettili ma noi lo bypassiamo volentieri e ci dirigiamo verso l’ingresso del parco dove un ranger ci consegna la cartina della zona dove sono segnalati tutti i percorsi e ci illustra tutte le possibilità per visitare al meglio il parco. Noi decidiamo di percorrere “Anhinga Trail”, un sentiero di circa mezzo miglio costituito per lo più da palafitte che si snodano all’interno del parco direttamente sull’acqua. Il caldo è davvero notevole e dell’umidità non parliamo nemmeno ma comunque avvistiamo diversi alligatori che si riposano all’ombra degli arbusti direttamente ai lati del percorso. Al termine del percorso ritorniamo quindi verso Homestad e ci fermiamo a pranzare in un locale sulla strada con hamburger, patatine e la solita tanica di cocacola, ormai abbiamo imparato ad ordinarne una e consumarla in due perché le porzioni sono veramente senza misura! Arriviamo a Miami Beach a metà pomeriggio e posteggiamo l’auto in uno dei parcheggi coperti che si trovano su Alton Road nelle vicinanze di Lincoln Road. All’ingresso si ritira il biglietto e si paga all’uscita a seconda della durata della sosta; per 24 ore la spesa è di 25 dollari, non particolarmente economico ma comunque molto più comodi dei parcheggi lungo le strade con tanto di parcometro che funziona solo con i quarti di dollaro.
Facciamo anche in tempo ad andare un paio d’ore in spiaggia e fare un bel bagno nell’oceano prima di salire in camera e prepararci per la cena. Stasera ci dirigiamo in Lincoln Road, veramente molto piacevole sia di sera che di giorno, e ceniamo in un ristorante con spaghetti allo scoglio e saute di gamberi, tutto ottimo!
6 Giugno 2012 – Naples
Oggi ci alziamo di buon ora, facciamo colazione con il solito mezzo litro di caffè americano… comincia quasi quasi ad essere buono e, nonostante il cielo grigio, partiamo per Naples che si trova sulla costa ovest della Florida. Usciamo da Miami attraverso una miriade di strade, incroci e viadotti, tutti almeno a 4 corsie per ogni senso di marcia, e preghiamo che il navigatore non ci abbandoni perché altrimenti saremmo veramente nei guai !!! Una volta raggiunta l’Interstate 75, la strada che percorre lo stato da est a ovest, diventa tutto molto semplice ed arriviamo a destinazione in circa un paio d’ore. Durante il percorso ci fermiamo a fare benzina e, dopo una attimo di perplessità, capiamo che prima bisogna andare a pagare il rifornimento richiesto comunicando il numero della pompa e solo dopo si può avere il carburante… insomma l’inverso rispetto al “fai da te” in Italia.
Appena arrivati a Naples, parcheggiamo gratuitamente vicino ad un piccolo supermarket e ci dirigiamo all’ufficio per le info turistiche dove una gentilissima signora ci consegna la cartina della città e piccole guide inerenti i diversi punti di interesse della zona. La prima cosa che notiamo è l’ordine e la pulizia che caratterizzano la cittadina, sembra quasi un set cinematografico tanto è bella ed ordinata! Inizialmente facciamo due passi lungo la via principale, la quinta, dove ritroviamo negozietti di ogni genere ed innumerevoli bar e ristoranti eleganti. Visto che è ora di pranzo ne approfittiamo e ci fermiamo in un ristorante piuttosto informale con i tavolini direttamente sul corso ordinando un sandwich al pollo con salsina alle verdure ed una pasta al pomodoro il tutto annaffiato da litri di coca cola. I sapori sono un po’ strani, forse più a gusto americano visto che in questa zona il turismo è prettamente nazionale, la pasta un po’ troppo dolciastra e nel mio sandwich oltre al pollo ci sono dei chicchi di uva nera, ma comunque tutto mangiabile.
Dopo pranzo facciamo un giro nel centro cittadino, molto bello ed ordinato, dopodichè ci spostiamo sulla spiaggia caratterizzata da un lungo pontile che si inoltra sul mare azzurro. Il sole purtroppo non accenna ad uscire e tira un forte vento ma comunque lungo il pontile troviamo innumerevoli persone che pescano ed osserviamo i pellicani che, con mirabolanti evoluzioni, si tuffano in mare per una pesca molto più proficua di quella umana! Giunti in fondo al pontile, lungo circa 200 metri, osserviamo perfino dei delfini che nuotano tranquilli affiorando per respirare. Sicuramente con una bella giornata di sole i colori, la spiaggia ed il mare sarebbero stati splendidi, ma comunque abbiamo scoperto una bellissima zona che meriterebbe sicuramente qualche giorno in più per poter assaporare appieno l’atmosfera elegantemente rilassata di questa cittadina e la sua splendida costa.
Nelle 16 circa decidiamo di fare ritorno a Miami Beach dove arriviamo per le 18 ed andiamo direttamente in Hotel per prepararci per cena, stasera proviamo il ristorante messicano che si trova all’inizio di Lincoln Road. Ci concediamo un buon Margarita come aperitivo e mangiamo Tacos con carni varie ed una miriade di salsine piccantissime ed assaggiamo un buonissimo Platano Fritto, piatto tipico della cucina latino-americana che imperversa a Miami.
7 Giugno 2012 – Isole Keys
Oggi affrontiamo il percorso più lungo del nostro programma di viaggio ed alle 9 circa partiamo per percorrere le 162 miglia che ci separano da Key West, la più meridionale delle isole Keys. Il viaggio verso queste isole rappresenta buona parte del divertimento infatti la strada attraversa pittoresche isolette tropicali ammantate di mangrovie e collegate da una delle strade più spettacolari al mondo, la US Hwy 1, composta da numerosissimi ponti che corrono tra la florida Bay e l’oceano Atlantico. Il colore del mare e del cielo si fondono in un azzurro che va dal turchese al blu intenso ed ogni isoletta offre panorami meravigliosi e naturalmente bar, ristoranti, case vacanze, centri Diving e quant’altro per una vacanza di mare. Subito dopo Marathon percorriamo il Seven Mile Bridge, il ponte più lungo di tutto il percorso che ci permette di guidare letteralmente sospesi in mezzo al mare ed appena terminato il ponte, sulla destra ci fermiamo in un piccolo parcheggio dal quale possiamo percorrere a piedi parte del vecchio ponte, ora non più usato dal traffico automobilistico, per fare bellissime foto tra isole tropicali, mare turchese e l’imponente struttura architettonica del ponte.
Riprendiamo quindi il percorso e dopo poche miglia ci fermiamo al Bahia Honda State Park (9 dollari a testa per l’ingresso) che, con la sua lunga spiaggia di sabbia bianca disseminata di alghe rappresenta la principale attrazione dei dintorni. Il lido è molto popolare tra la gente del luogo, è perfettamente attrezzato con bagni, docce, spogliatoi e aree picnic ma sicuramente un po’ sopravvalutato. Infatti non lo troviamo particolarmente interessante e spendiamo poco meno di un’ora per visitarlo e fare qualche foto decidendo poi di riprendere il viaggio per Key West che, stando al nostro navigatore, dista ancora 50 miglia.
Arriviamo a destinazione verso ora di pranzo, parcheggiamo l’auto in una laterale della strada principale Duval St, consumando la nostra scorta di quarti di dollaro per pagare il parcheggio e ci ristoriamo con un paio di hot dog e una fetta di key lime pie. Key West è sicuramente l’isola più strana che abbiamo mai visto, con un insieme di stili, di attività, di locali e di gente che la rende veramente unica e sicuramente molto caotica… tutto il contrario di Naples che abbiamo visitato ieri! Percorriamo quindi tutta Duval St, arrivando in Mallory Square, la piazza principale dell’isola che si apre direttamente sul mare e dalla quale gli abitanti dell’isola si godono il tramonto ogni sera. Ci perdiamo in una moltitudine di negozietti, bancarelle, chioschi e gente folcloristica in modo da assaporare appieno l’atmosfera originale e folle del posto. Successivamente passiamo davanti alla casa di Hemingway, in stile coloniale spagnolo, dove intravediamo i discendenti del suo famoso gatto a sei dita, che di fatto dominano ancora la casa ed il giardino ed infine facciamo la fila per fare la foto di rito al Sauthernmost Point, ovvero il punto più a sud degli USA continentali che dista solo 90 miglia da cuba e segnalato da una boa gigante.
Verso le 4 del pomeriggio iniziamo il viaggio di ritorno verso Miami che, sarà per la stanchezza, per il limite di velocità che oscilla dalle 45 alle 55 miglia orarie (ed arriva e 35 di notte!), per la strada sempre diritta… o per tutte queste motivazione messe insieme, ci sembra interminabile! Arrivati a Miami posteggiamo nel solito parcheggio a piani, mangiamo un hamburger mentre torniamo in hotel e crolliamo a letto dopo una doccia rinfrescante.
8 Giugno 2012 – Ritorno a casa… Purtroppo
Oggi purtroppo si torna a casa ed esplicate le formalità per il chek out in hotel, dedichiamo la mattina allo shopping dell’ultimo minuto ed a fare un last tour a piedi di South beach per imprimerci nella memoria quanto Miami ed i suoi abitanti, siano splendidi. Recuperiamo quindi l’auto dal parcheggio e ci dirigiamo in aeroporto per riconsegnarla… posso sicuramente affermare che ritrovare il parcheggio del noleggio auto si è rivelato il viaggio più difficoltoso di tutta la vacanza! Tra i lavori in corso, un acquazzone di proporzioni bibliche e il navigatore un po’ confuso impieghiamo molto più tempo del previsto per portare a termine l’operazione ma comunque arriviamo, consegniamo auto e navigatore in tempo e con il trenino guadagniamo l’aeroporto internazionale di Miami. In serata si parte per tornare a casa facendo scalo a Madrid analogamente al viaggio di andata.
Conclusioni
Miami e la Florida… che nostalgia, ripartirei all’istante! Che dire del viaggio, sicuramente una vacanza dinamica e divertente in uno stato con tanta natura, un oceano meraviglioso e abitanti dall’indole latina molto caldi e accoglienti. Abbiamo percorso miglia e miglia senza sentire la stanchezza, entusiasti dei luoghi scoperti e vivendo appieno l’atmosfera magica di ogni destinazione, ci siamo rilassati su spiagge degne di un set cinematografico e sguazzato in un oceano dai colori caraibici, abbiamo assaggiato i cibi più strani e abbiamo fatto shopping in centri commerciali grandi come città… Cosa volere dì più in 8 giorni?
Ma andiamo con ordine
Nonostante le recensioni sul web riguardanti l’hotel Shelborne di Miami Beach siano piuttosto contraddittorie, noi ci siamo trovati bene e con un giusto rapporto qualità/prezzo. La posizione è veramente ottima, sia per qualche giornata di relax sulla spiaggia (con teli, lettini e ombrelloni a disposizione) che per visitare Miami Beach e Miami Dade poiché, se non vi va di camminare molto, da Collins Avenue, sulla quale è ubicato l’hotel transitano tutti gli autobus possibili immaginabili per arrivare ovunque, con un servizio puntuale ed efficiente.
Miami è una città talmente poliedrica e caratterizzata da mille sfaccettature che non può non affascinare! Pazza e gioiosa Miami Beach con i suoi locali, la sua atmosfera a metà tra chic e chitc, lo shopping, la spiaggia chilometrica ed un oceano travestito da mare dei caraibi. Miami Dade più seria ed impegnata ma anch’essa poliedrica con il suo distretto finanziario, i quartieri residenziali da cartolina, Little Havana e tanti altri. E’ un ottimo punto di partenza per visitare il sud della Florida visti i tempi piuttosto ristretti che avevamo noi a disposizione (8 gg comprensivi di viaggio) mentre se il programma è visitare tutta lo stato è sicuramente necessario spostare anche i pernottamenti. Mi è sembrata piuttosto costosa, specialmente per quanto riguarda i pasti, noi abbiamo optato per pranzi frugali e cene al ristorate, cercando di acquistare snack, bibite ed acqua nei vari supermercati aperti di solito fino a notte fonda (alcuni a Miami beach anche 24h/24) spendendo comunque in media 100 dollari al giorno in 2, solo per i pasti.
La macchina diventa veramente indispensabile per visitare i luoghi nei dintorni, noi abbiamo cercato di rimanere al disotto delle 200 miglia di distanza da Miami avendo quest’ultima come punto d’appoggio. Il noleggio auto (consiglio www.enoleggio.it) è relativamente poco costoso così come fare il pieno di carburante mentre i parcheggi, specialmente nei luoghi di maggiore afflusso turistico sono veramente esosi pertanto fate scorta di quarti di dollaro e abbiate pazienza. A Miami Beach ci sono diversi parcheggi a piani, un paio su Alton road vicino all’incrocio con la Lincoln che risultano comodi perché si paga direttamente all’uscita il valore della sosta effettuata. La manutenzione delle strade è ottima, gli autisti disciplinati ma la segnaletica un po’ carente quindi è indispensabile il navigatore. Di solito all’inizio del noleggio la carta di credito viene legata alla targa dell’auto pertanto non ci sono soste per pedaggi vari ai caselli, in florida si chiama SunPass e tutto viene direttamente addebitato sulla carta (noi abbiamo speso poco meno di 100 dollari). Un’altra particolarità è che l’auto viene consegnata con il pieno, che ti addebitano sempre sulla carta di credito e poi può essere riconsegnata anche vuota.