Mi linda Cuba
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Comunque sia ci siamo! Che il viaggio abbia inizio! Il Paseo Habana è un albergo di 30 stanze situato nel quartiere Vedado, centro economico e finanziario della città, il personale è affabile e disponibile, la struttura è piuttosto vecchia, ma ha un buon rapporto qualità /prezzo, 200€ in due per 4 notti compresa la colazione. Unico neo è che si trova piuttosto distante dal centro, quindi ogni volta ci si deve affidare a taxi (piuttosto cari ) o mezzi pubblici, oppure utilizzare i colectivos, carri americani anni sessanta che trasportano più persone per cifre irrisorie. Un’ altra soluzione intelligente potrebbe essere scegliere un taxista per tutto il periodo di permanenza e contrattare il prezzo, però attenzione perché potrebbe anche lasciarvi a piedi come è successo a noi! Come prima cosa visitiamo Plaza San Francisco de Asis, attraverso calle Amargura raggiungiamo Plaza del Cristo e lì un giovane studente(almeno come tale si è presentato) si offre di accompagnarci nell’esplorazione della zona… e qui ci imbattiamo nelle seconda fregatura! Non date retta a chi si avvicina per darvi indicazioni stradali, alla fine vi accompagna in qualche locale e voi vi sentite in obbligo di offrirgli da bere oppure, ancora peggio, da qualche amico che tenta di rifilarvi rum o sigari di dubbia provenienza. Comunque il tipo in questione ci porta in un ristorante, il Rosalia de Castro (famosa poetessa spagnola) dove ordiniamo 3 mojitos per 16,50 CUC totali e ci convincono a prendere i biglietti ( a 50 € l ‘uno) per la sera stessa in quanto ci sarebbe stato un concerto per l’anniversario dei Buena Vista Social Club(anche se in realtà penso ci sia tutte le settimane) . Il prezzo del biglietto comprendeva anche la cena e 3 bibite a scelta e devo dire che ne è valsa la pena, piatti abbondanti e spettacolo bellissimo, molto coinvolgente. Lasciamo il nostro accompagnatore e proseguiamo verso il Capitolio, l’edificio più sfarzoso de L’Havana che ospita la Biblioteca Nazionale della Scienza e della Tecnologia e l’antistante Parque Josè Martì di fronte al famoso hotel Inglaterra.
Da lì ci dirigiamo verso il Barrio Chino, il vivace quartiere cinese alle spalle del Capitolio, la via principale è Calle Cuchillo, ricca di colori e di ristoranti, ma povera di edifici degni di nota. Come ultima tappa per questa giornata visitiamo due piazze situate in Habana Vieja, Plaza de la Catedral e Plaza de Armas. La prima è un tripudio di stile barocco (compresa la magnifica Cattedrale) con edifici risalenti al 1700, mentre la seconda è la più antica della città, progettata intorno al 1520 e un tempo conosciuta con il nome di Plaza de Iglesia dalla chiesa che sorgeva dove ora si trova il Palacio de los Capitanes Generales, qua durante il giorno si tiene un interessante mercatino di libri usati.
SECONDO GIORNO
Ci svegliamo di buon’ora e dopo aver fatto colazione ci dirigiamo a piedi verso l’Hotel Melià per cambiare i soldi, al momento del nostro viaggio 1 Euro = 1,08 CUC(pesos convertibles, da non confondere con il pesos cubano che è la moneta usata esclusivamente dai cubani) . Armate di CUC aspettiamo il bus pubblico, chiamato guagua, per raggiungere la stazione Viazul (1 CUC a corsa pagando direttamente l’autista) . Ne prendiamo uno che ci porta fino ad un certo punto e poi ci fa scendere per prenderne un altro dalla parte opposta della strada e questa è stata una delle esperienze più divertenti del viaggio… il bus era stracarico di cubani, reggaeton sparato al massimo, caldo soffocante e il conducente ci ha sistemate davanti vicino a lui in modo da poter conversare! Dopo circa mezz’ora in tale situazione arriviamo alla stazione e acquistiamo i biglietti per Viñales, seconda tappa del nostro tour fai da te(costo di un ticket 12 CUC ) . Pranziamo nel bar adiacente alla Viazul e Debora afferma di aver mangiato il pollo fritto più buono di tutto il viaggio, io ho preso un bocadillo, inoltre 2 bibite e un caffè per un totale di 15 CUC.
Contrattiamo con un taxista per arrivare a Plaza de la Revolucion, il cuore del governo cubano dove si tengono i più importanti comizi politici. Al centro si erge in tutta la sua altezza il Memorial a Josè Martì, con al suo interno un museo a lui dedicato e un belvedere raggiungibile con un ascensore che al momento non era funzionante. Sul lato settentrionale della piazza si trova il Ministerio dell’Interior, mentre a oriente la Biblioteca Nacional Josè Martì e ad ovest il Teatro Nacional de Cuba. Alle spalle ci sono gli uffici governativi situati nell’edificio del Comitè Central del Partido Comunista de Cuba.
Per ritornare in centro Habana prendiamo un cocotaxi, una specie di Ape modificata, di forma ovale e di colore giallo che ci lascia davanti al Museo de la Revoluciòn ( 8 CUC con la macchina fotografica 6 CUC senza) , la visita parte dall’ultimo piano, dove si trovano cimeli di cultura precolombiana di Cuba, fino all’attuale regime socialista con qualche reperto risalente all’attacco della caserma Moncada e sulla vita del Che. Da lì si può accedere ad un cortile posteriore dove si può ammirare il Pavillòn Granma, un monumento commemorativo all’imbarcazione utilizzata da Fidel Castro e altri 18 rivoluzionari per raggiungere Cuba dal Messico nel 1956 e altri veicoli associati alla Rivoluzione. Sinceramente però il Museo non mi ha molto entusiasmata, lo consiglierei solo se rimane del tempo a disposizione.
Per cena il personale del Paseo Habana ci consiglia un ristorante a circa 20 minuti di cammino, il Doña Juana, un locale con una bella terrazza e uno staff molto cordiale, ordiniamo 2 piatti di camarones (calamari) serviti con abbondante contorno di platano, verdure e riso accompagnati da due cocktail e per digerire due rum, prezzo finale 37 CUC. Il rientro non è dei migliori, il Vedado di sera è deserto e molto buio ed è stata l’unica volta in cui non mi sono sentita molto tranquilla.
TERZO GIORNO
Per il terzo giorno a La Havana abbiamo in programma di incontrare Maikel, il fidanzato di una mia cara amica che ci ha fornito il contatto. Insieme a lui e a sua mamma passeggiamo per calle Obispo in Habana Vieja, una strada pedonale piena di gente, negozi e bar, non ci lasciamo sfuggire una visitina al Museo del Chocolate che si trova nelle vicinanze e golosa come sono non resisto alla tentazione di comprare qualche cioccolatino… semplicemente deliziosi. Dopo aver mangiato bisogna anche bere! Per cui ci avviamo verso la Fàbrica de la Cerveza dove x 6 CUC ci portano 4 birre freschissime. Adiacente si trova la Feria dell’Artesania, un mercato coperto dove è possibile acquistare a prezzi bassi oggetti di artigianato, ideale per il momento souvenir! Stanche dal troppo shopping io e Debora ci congediamo, per il momento, da Maikel e sua mamma e ritorniamo al Vedado in taxi. Dobbiamo ancora pranzare e così seguiamo i consigli del taxista e ci fermiamo ad un chiosco nei pressi del Paseo Habana, 2 bocadillos e un succo di frutta 1,50 CUC, il pasto più economico di tutto il viaggio!
Dopo un riposino ci prepariamo per la sera, aspettiamo un taxi colectivo che per 0,50 CUC ci porta a La Casa de la Musica in centro Habana. Siccome però dobbiamo ancora cenare ci dirigiamo lungo calle San Rafael per cercare un locale dove mangiare qualcosa e tra i tanti scegliamo El Rayo per la varietà dei piatti e per il prezzo molto conveniente, infatti paghiamo un totale di 24 CUC per due bistecche, una di maiale e una di pesce con i soliti abbondanti contorni e 2 cocktails. Ritorniamo a La Casa de la Musica dove ci avvisano che la seconda parte della serata inizia alle 23. 30, ma sono solo le 20. 30! Così seguiamo il consiglio del buttafuori e svoltiamo l’angolo per entrare all‘Habanacero dove è previsto uno spettacolo di rumba. L’ingresso costa 5 CUC per i turisti e 2 per i cubani, in compenso però prendiamo una coca rum e una birra a 2,50 CUC e assistiamo ad un concerto molto coinvolgente, in linea di massima una bella serata. Uscite dal locale decidiamo di fare una passeggiata lungo il Malecòn, il lungo mare della città,strapieno di gente e venditori di ogni genere alimentare, unica seccatura gli uomini cubani che alla vista di ragazze straniere fischiano ed emettono uno strano suono con la bocca per attirare l’attenzione, ma risultando solo piuttosto fastidiosi.
QUARTO GIORNO
Oggi si parte per Vinales dalla stazione Viazul. E’ importante sottolineare che anche se si è in possesso di un biglietto già pagato, questo va mostrato ad uno sportello che ce ne rilascia un altro con i posti assegnati. I bus non sono dei migliori, vecchi, piuttosto sporchi e con le bocchette dell’aria condizionata che perdevano acqua, inoltre si fermavano lungo la strada per raccogliere cubani che facevano l’autostop e che viaggiavano gratis e in piedi per tratti più o meno lunghi e questa cosa non ci è piaciuta essendo mezzi turistici. Alle 12. 45 in perfetto orario arriviamo a Vinales, tranquillo paesino nella provincia di Pinar del Rio dove le sedie a dondolo nei portici invitano al relax e a stare immersi nella natura. Ci aspetta Maria, la dueña della casa particular Villa La Cubana di Maria y Mario, molto gentile e disponibile. La nostra stanza è pulita ed accogliente con bagno privato, sistemiamo le valige e usciamo subito alla scoperta di questa meravigliosa cittadina, non prima però di aver chiesto, se possibile, l’aragosta per cena, pare non ci siano problemi. Il posto è bellissimo, regnano calma e silenzio, soprattutto rispetto alla caotica Havana. Per pranzo ci accontentiamo di una pizzetta ( pagata 1 CUC) e subito notiamo che nessun bar ha bottigliette d’acqua,ma bisogna rivolgersi alla proprietaria della casa particular. Lungo la via principale, calle Cisneros, si trovano una Cadeca per cambiare i soldi(fondamentale presentarsi con documento d’identità originale e non fotocopia e in cui si può anche ritirare denaro se in possesso di carta di credito) , una chiesetta,due banche (con il bancomat spesso fuori uso) , l’ufficio della Viazul dove compriamo subito i biglietti per Trinidad (prossima nostra tappa, a 37 CUC l’uno) e qualche agenzia turistica tra cui Havanatour e Cubanacan. Optiamo per Havanatour ed entriamo per informarci sulle escursioni e alla fine prenotiamo per Cayo Levisa a 29 CUC /persona comprensivo di bus, traghetto e sandwich più bibita per pranzo. Altrimenti c’è l’opzione buffet a 35 CUC. Incomincia a piovigginare, ma facciamo comunque un giro tra le numerose bancarelle che mettono in bella mostra i loro oggetti, bigiotteria,libri, soprammobili, souvenir vari, dagli ottimi prezzi. Prima di rientrare alla casa incontriamo un rancher che si presenta come Pupito e ci propone un tour a cavallo di 3 ore per 10 CUC a persona, la proposta sembra interessante per cui ci accordiamo per due giorni dopo.
Per cena, come promesso, Maria ci prepara l’aragosta e ovviamente non mancano gli innumerevoli contorni, riso, verdure, platano fritto e come dessert frutta freschissima. Dopo aver terminato il pasto ci prepariamo e insieme a Maria raggiungiamo un locale nella piazza principale dove si balla latino americano, anche qua piccola differenza di prezzo, turisti 1 CUC e cubani 15000 pesos (consumazioni a 2,50 CUC) . La serata si rivela divertentissima, la signora della casa particular è molto giovanile e simpatica e io e Debora balliamo tantissimo.
QUINTO GIORNO
Alle 7 siamo già in piedi, alle 8. 15 dobbiamo farci trovare in piazzetta come concordato con l’agenzia Havanatour per l’escursione a Cayo Levisa. Colazione abbondantissima preparata da Maria e poi usciamo entusiaste per la giornata che ci aspetta. Dopo un’oretta di bus arriviamo a Palma Rubia, località da cui partono i traghetti per l’isolotto. La traversata dura circa 30 minuti e verso le 11 finalmente appoggiamo i piedi sulla sabbia. Oltre a godersi il mare e il sole è possibile prendere lezioni di salsa ed effettuare immersioni, ovviamente tutto a pagamento. L’isola è ricca di vegetazione, ma la spiaggia è piuttosto ridotta. Soffia un forte vento, ottimo però per sopportare il caldo opprimente. Il mare è naturalmente molto bello. Il pranzo viene servito dalle 13 alle 15 in base al pacchetto turistico scelto (a buffet o sandwich e patatine) , con l’incongruenza però che in agenzia la prima opzione costava 6 CUC in più, in loco invece con 4 CUC potevamo usufruire del buffet. Inoltre il personale del ristorante non è per niente gentile, anzi sembra quasi scocciato dalla presenza di turisti.
La giornata scorre veloce tra bagni, passeggiate e scatti fotografici e alle 17 si rifà la traversata e si riprende il bus per Viñales. Il giudizio nel complesso è positivo e sicuramente è una di quelle escursioni che consiglierei anche se avremmo gradito un po’ di musica sull’imbarcazione e magari anche qualche intrattenimento, come ho visto fare in Repubblica Dominicana durante la gita all’isola di Saona. Al ritorno cerchiamo Pupito, il ranger conosciuto il giorno prima, per prenotare la passeggiata a cavallo fissata alle 16 dell’indomani. Per cena decidiamo di uscire e dopo varie valutazioni di prezzo e menù la fame ci porta al ristorante El Barrio, ottima scelta. . . un piatto di pescado e di ropa vieja (che letteralmente significa roba vecchia in quanto la carne viene sfilacciata come se si trattasse di stracci vecchi) con contorni e 2 cocktails per la cifra di 19,90 CUC.
SESTO GIORNO
Ci svegliamo verso le 9, facciamo la solita abbondante colazione nella “casa” (succhi freschissimi, pane,frutta,caffè, latte, formaggio, marmellate) e usciamo con l’intenzione di ritirare un po’ di soldi. Purtroppo sembra impossibile l’accesso ai due bancomat disponibili e idem alla Cadeca per mancanza di connessione che ovviamente è impossibile sapere se e quando si risolverà. Per fortuna allo sportello del cambio con passaporto e carta di credito mi permettono di prelevare (con una commissione di 8 CUC!!!) . Messe a dura prova dal caldo torrido, ci prepariamo all’incontro con Pupito per la passeggiata a cavallo. Lui però non si trova e dopo poco arriva il padre che ci accompagna ad una finca (fattoria) assicurandoci che sarebbe arrivato a breve. Passa mezz’ora e niente, lo chiamiamo e pare stia arrivando,invece trascorre un’altra ora e mezza senza ombra di Pupito. Così,deluse e adirate, ci facciamo riaccompagnare in paese. . un pomeriggio sprecato! A casa però ci aspetta una deliziosa cenetta a base di petto di pollo, verdure, crocchette di mais, riso congrì e un gustoso dessert,ci informiamo anche sui prezzi dei pasti, 8 CUC per la cena,10 se aragosta, 3 per la colazione.
SETTIMO GIORNO
Si riparte per Trinidad, terza tappa del nostro avventuroso viaggio, per cui sveglia alle 5. 40, colazione veloce e raggiungiamo il terminal dei bus Viazul accompagnate dalla splendida Maria. Durante il percorso di circa 9 ore il pullman fa tre soste e numerose fermate ai punti di autostop lungo la strada, arriviamo comunque con un ora di anticipo, ma Juanita, la dueña della nostra seconda casa particular, ci sta già aspettando. Raggiungiamo insieme a lei l’abitazione e ci mostra la nostra stanza, che è piccola e caldissima, ma dispone di aria condizionata e ventilatore, abbiamo anche un mini bagnetto un po’ sgangherato. Desiderose di conoscere Trinidad usciamo senza nemmeno riposarci un po’ e seguiamo un itinerario suggerito dalla Lonely, che però ci fa arrivare in vicoli degradati e sporchi con gente che ci guarda un po’ male, decidiamo di tornare verso il centro storico della città e ci fermiamo alla Canchanchara, il locale famoso per un cocktail, da cui prende il nome, a base di brandy, miele, ghiaccio e limone, a quell’ora è mezzo vuoto, ma due ragazzi con la chitarra improvvisano bachate e subito l’atmosfera cambia. Per cena la signora della casa ci ha consigliato il restaurante San Josè e quando finalmente lo troviamo rimaniamo meravigliate dalla fila all’ingresso, armate di pazienza aspettiamo il nostro turno per sederci. . il posto è carino, il personale molto cortese e disposto a suggerirci specialità della casa, scegliamo aragosta per Debora e camarones per me con contorno di tostones(platano fritto) , verdure, malanga (un tubero simile alla patata) , due bicchieri di vino e due mojitos a 41,50 CUC, tutto molto appetitoso. Fuori dal locale una musica latina coglie subito la nostra attenzione, proviene dalla CASA DE LA MUSICA in P. za Mayor, sta suonando un gruppo musicale e la gente è scatenata nei balli.
OTTAVO GIORNO
Ci svegliamo piuttosto tardi, verso le 9. 30, facciamo la solita colazione abbondante e ci dirigiamo alla fermata del bus che per 1 CUC a persona dovrebbe portarci a Playa Ancòn, ma guardacaso il mezzo non arriva e ben presto orde di taxisti si avvicinano per proporci lo stesso tragitto a 2 CUC a persona, riusciamo ad accordarci con una ragazza canadese e due americani e optiamo per il taxi. La playa non è male, ma è una giornata caldissima, con una calura quasi impossibile da sopportare, c’è un ranchòn dove si può bere o mangiare, ma attenzione ai prezzi !Inoltre trovare un bagno è un’ impresa, il barista si ostina a mandare la gente nell’hotel adiacente, ma la guardia all’ingresso non è propriamente d’accordo, dietro mia insistenza allora mi indica un bagno chimico ad uso dei lavoratori, ma se scappa se lo si fa andar bene! Ritorniamo a Trinidad verso le 17. 30, sempre in taxi e ci infiliamo nella Casa del Tabaco dove vendono rum, sigari e caffè a prezzi ragionevoli. Questa sera per cena rimaniamo in casa, anche perché abbiamo richiesto l’aragosta che puntualmente arriva sulla nostra tavola con ogni contorno possibile ad immaginabile( riso, patate, platano, verdure) peccato per la birra che avendola messa nel congelatore, abitudine di molti cubani, era un blocco di ghiaccio. Dopo il graditissimo pasto aspettiamo un ragazzo che organizza escursioni a cavallo e ci accordiamo per le 8 del giorno dopo, finiamo la serata a la Casa de la Trova, 1 CUC l’entrata e 3 CUC i cocktails, un bell’ambiente con molta gente e due gruppi musicali che si alternano (e chiedono continuamente mance) .
NONO GIORNO
Sveglia alle 7, colazione e partenza a cavallo per raggiungere una cascata con possibilità di fare il bagno e rilassarsi sulle rocce intorno. La mia cavalla è tranquillissima, quello di Debora molto meno, infatti il ragazzo che ci accompagna, Hector, deve controllarlo costantemente. Dopo 40 minuti di passeggiata, in cui abbiamo l’occasione di vedere molte specie vegetali, arriviamo a destinazione. Il posto è deserto, ma nel giro di mezz’ora si riempie di turisti, tutti desiderosi di rinfrescarsi in quelle acque limpide e di bere qualcosa al chioschetto. Verso mezzogiorno ritorniamo ai cavalli e sulla via del ritorno facciamo una sosta in un ristorante per assaggiare il guarapo (succo della canna da zucchero…delizioso! ). Stanchissime decidiamo di riposare un po’ e al nostro risveglio troviamo in tavola petto di pollo con contorni vari, mangiamo tutto come sempre con gusto e chiediamo il conto totale, 25 CUC a notte, 10 CUC a persona per l’aragosta, 8 CUC per le altre cene e 4 per la colazione con uno sconto di 10 CUC. Ritorniamo a la Casa de la Trova, ma stasera c’è pochissima gente e a mezzanotte chiude, probabilmente non tutte le serate sono uguali, dipende forse dal tipo di musica presentata o dai gruppi ospitati, ma è andata bene così perché domani si parte per Playa dell’Este.
DECIMO GIORNO
Ci svegliamo verso le 8, facciamo una colazione leggera, gentilmente ci preparano uno spuntino per il viaggio e aspettiamo il taxista contattato la sera prima da Juanita. Per un disguido non ben chiaro arriva con un’ ora di ritardo e ci lascia senza fiato! E’ un auto vecchia, con una portiera rotta senza aria condizionata e per di più con altre due persone a bordo che dovevano raggiungere l’Havana, inoltre l’autista guida malissimo e ci chiede più volte dove dovessimo andare, arrivati nei pressi di Playa dell’Este non ha la minima idea di dove sia il nostro hotel, dopo aver domandato mille volte finalmente arriviamo a destinazione e nostro malgrado paghiamo il pattuito, 40 CUC a persona, una vera e propria fregatura. Appena entrate nella hall però informiamo subito per telefono la dueña della casa di Trinidad che appare veramente mortificata e dispiaciuta. L’Atlantico è un complesso di stanze e appartamenti in riva al mare, è piuttosto economico (noi 400€ totali in all inclusive per 4 notti), ma è datato e non molto pulito, il cibo servito non è molto vario, ma ci si accontenta, peccato le mosche che danzano allegramente sulle verdure. Siccome dobbiamo entrambe ritirare ad uno sportello bancomat decidiamo di fermare un taxi per farci accompagnare a Guanabo, il paese più vicino. Il taxista ci lascia proprio davanti ad un Cambio, che però chiudeva alle 16… ed erano le 16. 10… chiuso. Il ragazzo della security gentilmente ci mostra una banca per prelevare e un ufficio Etecsa per acquistare tessere telefoniche, così pensiamo di offrirgli una birra e lui incomincia a raccontarci di sè, le sue aspirazioni, i suoi punti di vista su politica e sentimenti, la sua situazione economica e devo dire che questa cosa ci è capitata spessissimo durante questo viaggio, i cubani hanno veramente voglia e interesse di confrontarsi con gli stranieri, raccontano la loro vita come se parlassero con amici fidati. Dopo questa piacevolissima chiacchierata prendiamo un bus e ritorniamo in hotel per la cena, l’animazione serale è deludente e termina prestissimo perché alcuni clienti non gradiscono la musica alta!!Siamo tentate di tornare a Guanabo, ma la maggior parte ce lo sconsiglia in quanto di notte è piuttosto pericoloso.
UNDICESIMO GIORNO
La stanchezza inizia a farsi sentire, infatti il giorno dopo non mettiamo sveglie e dormiamo fino a metà mattina. Dedichiamo tutta la giornata alla spiaggia, nonostante la pioggerellina che disturba un po’, c’è comunque moltissima gente, soprattutto cubani in vacanza e c’è purtroppo molto sporco, bottiglie, fazzoletti, lattine e ogni sorta di rifiuto, una cosa veramente sgradevole. Dopo cena assistiamo all’animazione che termina alle 23 e proviamo ad uscire dal Villaggio, di fronte c’è un disco bar (Casa Club) , ma è vuoto, c’è buio e non si incontra nessuno per strada per cui pensiam bene di rientrare.
DODICESIMO GIORNO
Oggi c’è una sorpresa, torna a trovarci Maikel (il fidanzato della mia amica) con i suoi genitori. Siccome notiamo riluttanza da parte del personale dell’Atlantico nel farli entrare in spiaggia, preferiamo uscire con loro ed è stata un’ottima decisione! Come prima tappa ci fermiamo ad un chiosco lì vicino dove pare preparino una piña colada indimenticabile…. . niente di più vero, per 1 CUC un simpatico signore ci presenta un cocktail delizioso. Soddisfatti proseguiamo la passeggiata tra le bancarelle della Fiesta del Verano, dove non possiamo resistere alla tentazione di comprare orecchini e bracciali ad 1 CUC da regalare a parenti ed amici. La fame però inizia a farsi sentire, così ci accomodiamo in una caffetteria e ordiniamo cerveza e “algo para entratener la boca”, come dice scherzosamente Jesùs il papà di Maikel. Alla fine per una decina di birre, stuzzichini di olive e formaggio e un piatto di camarones grigliati con patatine fritte paghiamo 22 CUC totali. Per concludere in bellezza la giornata, la famiglia cubana acquista una bottiglia di buon rum e ci sistemiamo all’ombra di una pianta per chiacchierare, parliamo di tutto, politica, musica, televisione, vita sociale e otteniamo un invito a pranzo per l’indomani, ci salutiamo e noi finiamo il pomeriggio in spiaggia.
TREDICESIMO GIORNO
Ci svegliamo presto e usufruiamo della navetta gratuita che porta al Palacio de la Artesania a La Havana, ci accorgiamo però che non è il luogo dove in realtà volevamo scendere per cui contrattiamo con un autista di cocotaxi che per 3 CUC ci accompagna alla Feria Artesanal, un tripudio di bancarelle che vendono ogni sorta di oggetti artigianali a prezzi bassissimi e lì ci scateniamo con gli ultimi acquisti e aspettiamo quella che diventerà la nostra “familia cubana”, Maikel e genitori. Insieme a loro prendiamo un traghetto che porta nel quartiere di La Regla e in particolare Guabaracanoa dove abitano. Prima di arrivare a casa però visitiamo il santuario dedicato alla Virgen de la Regla, patrona del porto e protettrice dei marinai, facciamo due passi per le vie affollatissime e non può mancare una cerveza gelata da gustare seduti su un muretto. Il pranzo di Sorgalim, mamma di Maikel, è squisito, riso congrì, carne di maiale, platano fritto e verdure, il tutto innaffiato dall’immancabile birra e rum per digerire. Dopo pranzo ascoltiamo musica e chiacchieriamo tantissimo, Jesùs ci parla di rivoluzione, vita cubana e speranze future. Arriva sera e a malincuore dobbiamo rientrare in hotel, Maikel ci chiama un taxi e ci salutiamo con la promessa di tenerci in contatto via mail, poche volte ho incontrato famiglie così ospitali e disponibili in Italia, io e Debora ci porteremo un meraviglioso ricordo.
QUATTORDICESIMO GIORNO
Oggi è il giorno del rientro in Italia! Durante la mattinata ci dedichiamo allo shopping tra le bancarelle della Fiesta del Verano, ci beviamo l’ultima piña colada e dopo pranzo ci sistemiamo in spiaggia. Prima però prenotiamo un taxi presso la reception per il tardo pomeriggio, ci domandano se lo vogliamo “regolare”… certo che si! Inizialmente non comprendiamo il significato di tale richiesta, ma quando il taxista ci chiede i soldi prima di arrivare a destinazione perché in aeroporto potrebbe esserci la polizia, iniziamo a capire. Infatti appena scese dal mezzo notiamo che sull’auto non c’è nemmeno la scritta Taxi, praticamente un abusivo che comunque si fa pagare come un regolare…ultima fregatura di Cuba!Il volo parte con un anticipo di 20 minuti, scalo tecnico a Cayo Largo e si prosegue per Malpensa, con la compagnia aerea Neos si ha un buon servizio anche in economy, i pasti vengono serviti in recipienti di ceramica e bicchieri di vetro e non mancano mai snack, giornali e bevande durante tutto il tragitto.
Cuba rimane una delle mie mete preferite. In questo viaggio ho incontrato tante persone, ascoltato le loro storie e cercato di capire le loro vite quotidiane, ho visto paesaggi completamente differenti tra loro, la caotica Havana, la tranquilla Viñales, la bellissima e colorata Trinidad e il mare di Playa dell’Este e di ognuno ho un ricordo stupendo. L’unico avvertimento che mi sento di dare a chi volesse intraprendere un viaggio da quelle parti è di prestare molta attenzione alle truffe e a chi in svariati modi cerca di estorcere denaro ai turisti, per il resto… approfittate della bellezza di questo Paese, della musica, del cibo, dell’ospitalità e del senso di libertà che, nonostante tutto, Cuba trasmette.