MGU memories, parte 4a
Probabilmente avrete notato che fra nomi cambiati e rimasti (luoghi, giornali, feste) c’ è una certa confusione . Inutile chiedersi perchè un nome è cambiato e un altro no . C’ è stato un periodo “iconoclasta”, in cui tutto sembrava dover essere “epurato”, ma è passato anche quello, come la cotte per l’ America, e più o meno per gli stessi motivi: non dava soddisfazione . Anzi, proprio seguendo troppo l’ America, in politica estera e interna, Eltsin e i suoi sono riusciti nell’ impresa, da tutti giudicata allora manifestamente impossibile, di far rimpiangere l’ Unione Sovietica . E c’ è chi la rimpiange ancora adesso .
Ovvio, “Back in USSR” è una citazione autoironica e poco più (Mc Cartney è andato lì a cantarla, quest’ anno, ed è molto piaciuto, ma tutto qui) . Quello che si rimpiange, oltre alle sicurezze “minime” del passato, è il ruolo di superpotenza (adesso sono una “grande” potenza, ma “super”, un pò meno) . Molti ragazzi vanno in giro con la felpa CCCP, e NON sono turisti . I comunisti sono il partito “singolo” più forte del Paese, e governano molte regioni (ma la loro coalizione con un piccolo partito tipo PDS non è la più forte) e ci sono anche i “pionieri” (la differenza è che non sono più l’ unica organizzazione giovanile nazionale: c’ è di tutto di più…) . Nessuno vuol tornare veramente “indietro”, anche perchè questo comporterebba una guerra civile che nessuno ha voglia di fare (l’ esempio Jugoslavo è sempre lì, e in Russia ci sono anche le Boimbe…) . Ma del passato non ci si vergogna più, almeno non in blocco . L’ inno russo attuale è praticamente quello sovietico, con un altro testo (scritto da un discendente di chi scrisse i testi del precedente: famiglia Mikhalkov) . Il testo è bello (“un grande spazio per il sogno e per la vita…”) e non troppo retorico per essere un inno (niente “elmi di Scipio”, almeno), ma chi ha più di 30 anni, inevitabilmente, “pensa” i vecchi versi (“partya Lenina, sila narodnaya…”…) . Nella fase “iconoclasta” c’ era un inno preso da un’ opera di Glinka, grande compositore locale, ma stava al vecchio “Soyùz Nerushìmi” come l’ inno di Mameli stà alla Marsigliese, e nessuno era riuscito a scrivere dei testi . Del resto, l’ inno tedesco, sopravvissuto alla scoperta di Auschwitz e alla presa di Berlino, ufficialmente non comincia più con “Deutschland uber alles” . Ma si chiama ancora così . Tra parentesi; l’ autore dei testi del “nuovo” inno di mestiere è favolista . Un umorista ha detto che allora, lo stemma nazionale dovrebbe disegnarlo un caricaturista, così tutto sarebbe a posto…
Due cose da non fare (oltre a girare la notte e “tu vò fà l’ americano”): non abbiate mai fretta, e non andate mai nel metrò vestiti tipo “centomila gavette di ghiaccio”, nemmeno in Ottobre/Novembre/Dicembre (e dopo se sà no) . L’ inverno russo E’ l’ inverno russo, e comincia in Autunno (per noi), ma in Russia il riscaldamento è una scienza che sfiora l’ arte e sconfina nella religione (“l’ anima è libera solo se la stanza è ben riscaldata”), e questo vale anche per il metrò . Se ci andate troppo coperti e chiusi, Vi sembrerà di fare la sauna vestiti . Cerniere aperte, subito (non tutte, ovvio), nessuno/a penserà male di voi .
Quanto alla fretta, in Russia dicono che serve solo ad acchiappare i pidocchi (e ve lo fanno capire già dal controllo passaporti a Sheremetievo) . Se la cassiera del metrò (o qualunque altra cassiera, categoria da non sottovalutare assolutamente) vi sembra impegnata a fare qualcosa (qualsiasi cosa) lasciatela fare, o ne pagherete le conseguenze . C’ è un treno ogni cinque minuti, rilassatevi, siete in vacanza . E lei no . Quando dice “Slùshu vas” (Vi ascolto) tocca a voi . Dimenticavo: è gente in gamba, ma poche sanno l’ inglese (la polizia si è attrezzata, il metrò, non si sà) . Del resto, siete lì per studiare il russo ? E allora esercitatevi…