Mexico lindo
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Usciti dall’aeroporto dopo esserci spogliati di maglioni e sciarpe, abbiamo preso uno shuttle bus che con circa 15 usd a testa ci ha portati al nostro hotel, un piccolo resort all inclusive nella Zona Hotelera occidentale di Cancun, il Temptation Resort. La struttura è bella e nuova, non troppo grande e molto ben tenuta: ci sono un paio di ristoranti, una bella spiaggetta, mare azzurrissimo, alcune piscine, senza l’esagerazione degli enormi resort vicini. Abbiamo pernottato qui una sola notte, festeggiando le ultime ore natalizie con un mojito a bordo piscina… impagabile!
si parte!
Il giorno seguente dopo esserci abbuffati al buffet e aver preso un po’ di sole in spiaggia siamo andati a ritirare la macchina all’Avis del Cancun Isla Mall e siamo partiti alla volta di Valladolid. Per raggiungere questa città da Cancùn ci sono due alternative: l’autostrada a pagamento e la statale. Noi ovviamente abbiamo optato per la seconda, pentendocene amaramente: la strada è dissestata, disseminata di “topes” (i dissuasori di traffico che si trovano numerosi al centro di ogni paese e costringono a rallentare molto) e facendo buio presto non si vedono bene le indicazioni perché ovviamente non è illuminata. Mettiamoci pure che non avendo mai guidato in Messico prima non eravamo ancora avvezzi a quel tipo di strada, morale: ci abbiamo messo più di 3 ore per fare 150 km. Arriviamo verso le 19.00 al nostro hotel Meson del Marqués, che si affaccia proprio sulla piazza principale di Valladolid. Si tratta di una bella casa tipica messicana, con tanto di patio, piscina e giardinetto. Le camere, arredate in stile locale, non sono lussuose ma pulite, e c’è il vantaggio di poter cenare al ristorante dell’hotel nel bel patio.
verso le rovine
Il giorno seguente facciamo un rapido giro in centro (carino ma niente di speciale) e ci dirigiamo verso le rovine di Chichén-Itzà. Purtroppo non abbiamo avuto tempo di visitare qualche cenote nella zona ma pare ce ne siano di molto belli… Non mi soffermerò molto a commentare le rovine di Chichén-Itzà perché le guide ne parlano ampiamente: posso solo dire che senz’altro meritano un paio d’ore di visita anche se, forse a causa dell’influenza turistica troppo impattante, non sono state le nostre preferite. Dopo pranzo siamo partiti alla volta di Mérida, deviando per Izamal, altrimenti detta “La Ciudad Amarilla” (la città gialla) per il caratteristico colore dei suoi edifici principali. Sulla bella piazzetta si affaccia il Convento de San Antonio de Padua, uno dei primi monasteri fondati nell’America Latina, ma oltre alle tracce cattoliche rimangono anche le rovine di tre piramidi Maya, parzialmente distrutte dai conquistadores ma ancora visibili. Appena arrivati alla piazza principale un gentile signore, in cambio di una mancia, non solo vi terrà d’occhio la macchina, ma vi darà anche una piantina delle principali attrazioni del luogo e qualche indicazione storica. Ripresa l’auto arriviamo a Mérida, al nostro delizioso hotel in zona centrale: si tratta di un antico convento di frati (La Mision di Fray Diego) con belle camere, spaziose e pulite, piscina, bar e un prezzo davvero conveniente (circa 50 €/notte per una doppia con colazione e cocktail di benvenuto). Il valet service parcheggia la macchina e la riporta appena necessario. La sera siamo andati a mangiare un bel piatto di Mole Poblano (pollo al cioccolato) al Pòrtico del Peregrino, in una laterale del centro: i prezzi sono davvero buoni (circa 10 € a testa per un bel piatto e una birra) e il ristorante è molto carino.
a merida
La mattina seguente abbiamo visitato il centro di Mérida: la splendida Plaza Grande, la cattedrale di San Ildefonso ed i negozietti di artigianato che, non proprio a buon mercato, vendono prodotti locali, tessuti ed oggettistica. Se volete fare una buona azione comprate alla Casa de las Artesanìas, negozio patrocinato dallo Stato per sostenere l’artigianato locale e sarete sicuri di non comprare Made in China… Dopo un rapido giro in macchina della periferia, ci dirigiamo verso Uxmal e la Ruta Puuc. C’è da dire che in questa zona ci sono molte rovine e le strade non sono propriamente rapide da percorrere, per cui se volete davvero vedere bene quest’area, conviene dormire nella zona almeno una notte. Noi purtroppo avevamo solo una mezza giornata quindi abbiamo dovuto accontentarci della splendida Uxmal (queste rovine mozzano il fiato, le consiglio assolutamente, sono bellissime, ben conservate e non troppo assaltate dai turisti, quindi si possono davvero gustare, ma dovete dedicarci minimo un’ora e mezza), proseguendo poi per Kabah dove potrete ammirare il Palacio del los Mascarones e l’Arco, fino alla Gran Piramide. Avremmo voluto intraprendere la Ruta Puuc per vedere almeno Labnà, ma il mio povero marito iniziava a star male e quindi ho dovuto portarlo in fretta (si fa per dire) e furia a Campeche, la nostra tappa successiva. Qui abbiamo pernottato all’Hotel Castelmar: una bella ex caserma in pieno centro, perfettamente ristrutturata con uno stupendo patio interno dove fare colazione. La nostra camera era enorme, arredata in stile coloniale, con un bel bagno ed un letto praticamente a tre piazze… e per fortuna: visto che mio marito aveva la febbre a 40, ho potuto stargli debitamente lontana! La sera essendo distrutti abbiamo cenato proprio di fronte all’hotel ma la “comida” è stata pessima, quindi non lo consiglio assolutamente.
a Calakmul
L’indomani mattina, dopo aver lasciato il maritino a letto imbottito di tachipirina ho fatto un giro in centro. La piazza centrale è molto bella e ben tenuta: c’è una bella cattedrale e anche la possibilità di fare un giro turistico con un trenino e visitare i punti di maggior interesse. Campeche si trova sul mare, quindi merita una passeggiata lungo i bastioni (baluartes), immaginando le antiche scorribande corsare proprio sotto quelle mura… Ci sono anche un paio di musei che dovrebbero essere interessanti, ma purtroppo non ho avuto tempo di visitarli: una veloce puntata in qualche negozietto per i souvenirs, una in farmacia e di nuovo in hotel. Dopo aver ricomposto il marito, caricato le valige e pagato, mi metto alla guida per l’itinerario più lungo e complesso: quello che ci porterà a Calakmul, quasi al confine con il Guatemala. Sono circa 400 km, non troppo impegnativi perché la strada è deserta e molto semplice da seguire, ma più che altro noiosa visto che per km e km ci sono solo campi di canna da zucchero e minuscoli paesini diroccati… Purtroppo non posso farmi dare il cambio viste le condizioni di salute della mia dolce metà e quindi cerco di sfrecciare per le strade messicane il più velocemente possibile ed arrivare rapidamente al nostro eco-lodge. La tappa prevista per vedere le rovine di Edznà, poco fuori Campeche, purtroppo vista la situazione salta, e mi dirigo subito verso la città di Escàrcega dopo la quale mi fermo un attimo a sgranchirmi le gambe e mangiare un panino del nostro pranzo al sacco mentre il povero Marco dorme strafatto di paracetamolo… Ripartiamo in direzione Chicanna dove si trova l’hotel, che raggiungiamo a metà pomeriggio (son stata una scheggia). Mi sento di consigliarlo (Chicanna Eco Lodge) per il buon rapporto qualità-prezzo rispetto a tutte le altre sistemazioni della zona che sono o molto costose o veramente oscene. In questo hotel composto di casette a due piani in stile locale, pulite e spaziose, c’è anche una piccola piscina e un discreto ristorante dove poter cenare e fare colazione, considerando che intorno non c’è praticamente nulla e il villaggio più vicino, Xpujil, è abbastanza spartano.
le splendide rovine di Calakmul
Una super dormita, un bel brodino e qualche altra tachipirina dopo, Marco finalmente torna in sé e l’indomani mattina possiamo tornare indietro di un po’ di km per visitare le splendide rovine di Calakmul, nel bel mezzo della Riserva della Biosfera. Dalla strada principale, la statale 186, in direzione Escàrcega venendo da Chicanna, si trova la deviazione che sulla sinistra conduce alle rovine: appena imboccata la strada c’è una garrita con una sbarra dove si paga il ticket d’accesso al sito, dopodiché si percorrono circa 60 km in mezzo alla foresta. La strada è più o meno asfaltata ma l’andatura è abbastanza lenta, quindi considerate che ci vuole un’ora abbondante per arrivare all’ingresso del sito archeologico. Queste rovine sono le più suggestive tra quelle visitate perché si trovano proprio in mezzo alla foresta pluviale, ci sono pochissimi turisti ed è anche possibile arrampicarsi in cima alle piramidi e godere dello stupefacente panorama: km e km di foresta, vicinissimi al Guatemala, coloratissimi uccelli, l’eco delle scimmie urlatrici ed una splendida serie di edifici spettacolari che ci fanno interrogare su come abbiano fatto questi popoli a costruire una simile meraviglia là in mezzo, più di mille anni fa. L’area è anche abitata da giaguari, quindi nel passeggiare tra le rovine state all’occhio! Nel pomeriggio tornando sulla statale visitiamo i siti di Chicanna (dall’altro lato della strada rispetto al nostro hotel), Becàn e Xpujil: questi siti sono molto più piccoli ma altrettanto interessanti e con degli edifici davvero ben conservati e molto belli. Proseguiamo dunque per Chetumal, dove arriviamo verso le 19.00. Visto che la giornata è stata abbastanza impegnativa e mio marito non è ancora in forma smagliante, decidiamo di riposarci un po’ e cenare in hotel (Holiday Inn Chetumal, buon prezzo, pulito, bella camera, piscina, ristorante discreto, posizione centrale). Passando in auto ci sembra che Chetumal non abbia molte attrazioni a parte qualche bar e ristorante. Dal punto di vista culturale l’unica cosa degna di nota dovrebbe essere il Museo de la Cultura Maya, ma noi non l’abbiamo visitato. Da qui si è così vicini al Belize che non può non venire la tentazione di passare la frontiera e canticchiare “Last night I dremt of San Peeedroooo”… Stavolta non abbiamo colto l’opportunità di vedere i fantastici blue holes ma ci siamo ripromessi di lasciare questo minuscolo Paese per un viaggio futuro.
31 Dicembre
Siamo già al 31 Dicembre e ci aspetta una giornata moooolto lunga, quindi dopo esserci alzati con calma ed aver fatto colazione a bordo piscina, partiamo alla volta di Tulum passando per la bella laguna di Balacar: qui ci fermiamo ad ammirare i colori intensi dell’acqua e le rive placide di questo splendido angolo di Messico. Poco dopo si trova la Reserva de Biosfera di Sian Ka’an: una giungla tropicale di 5000 km dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Qui si possono vedere numerose specie di animali, fare birdwatching, snorkeling, pesca sportiva e visitare alcuni siti archeologici minori. Noi non ci siamo fermati ma volendo esistono visite guidate a tutta l’area e anche escursioni giornaliere che partono da Chetumal e Tulum. A metà pomeriggio arriviamo al Piedra Escondida, l’eco resort che ci ospiterà per tre notti: si tratta di una bella struttura in stile messicano, con sole 8 stanze in riva al mare, senza TV né phon perché ecosostenibile, assolutamente deliziosa. E’ gestita da italiani ed italiano è anche il cuoco del ristorante, dove si mangia davvero bene. Non è una struttura economica, soprattutto in alta stagione, ma è davvero una perla rara. La spiaggia privata è bellissima, piccola e riparata, con lettini ed ombrelloni esclusivamente per gli ospiti. Intorno ci sono altri piccoli resort, bar e ristoranti tranquillamente raggiungibili a piedi. Con l’auto in pochi minuti si possono raggiungere altri locali (verso destra sulla litoranea rispetto all’hotel) oppure raggiungere Tulum Pueblo (il centro del paese) dove si trovano banche, negozietti e supermercati, oltre ad altri ristoranti e hotel. Verso sinistra sulla litoranea invece si raggiungono le rovine di Tulum, che si trovano proprio a picco sul mare e sono splendide soprattutto al tramonto. Consiglio senza dubbio di affittare una stanza in un resort sul lungomare, perché il centro di Tulum non è niente di speciale mentre la zona hotelera è davvero graziosa. Noi dopo delle ottime linguine all’aragosta, grigliata di pesce e vino bianco nel ristorante del resort, abbiamo iniziato il giro di locali per festeggiare l’anno nuovo a suon di mojito e alla fine, con una discreta faccia di bronzo, siamo riusciti ad intrufolarci ad una fantastica festa in spiaggia presso il lussuosissimo Blue Tulum Resort & Spa.
relax
I giorni seguenti passano all’insegna del relax al mare, fino a quando dobbiamo lasciare questo paradiso per riconsegnare l’auto a Cancùn e prendere il traghetto per Isla Mujeres, dove trascorreremo gli ultimi due giorni di vacanza. Passiamo in auto la lunga sfilza di mega resort internazionali di Akumal e Playa del Carmen, e vedendoli così kitsch e mastodontici siamo ancora più felici di aver scelto una sistemazione più piccola e intima. A Playa del Carmen facciamo un rapido giro in auto e ci sembra molto turistica e piena zeppa di gente. Ci allontaniamo rapidamente ed arriviamo al Cancun Isla Mall dove riconsegnamo l’auto e ci facciamo accompagnare all’imbarcadero del traghetto. Da qui in mezz’ora approdiamo a Isla Mujeres. Il porticciolo di attracco del ferry è in centro, i marciapiedi sono dissestati e con un po’ di fatica percorriamo coi trolley la strada che ci separa dal nostro hotel, l’Ixchel Beach, sulla spiaggia a nord dell’isola (Playa Norte), che sembra essere una delle più belle: non abbiamo visto le altre ma possiamo dire che questa è splendida, una vera e propria piscina naturale dall’acqua trasparente e calma. L’hotel è abbastanza grande, composto da due ali gemelle divise da due piscine, le camere nuove e pulite. La struttura dà direttamente sulla spiaggia dove gratuitamente sono a disposizione ombrelloni e lettini per gli ospiti. C’è pure un bar e il servizio in spiaggia, le lezioni di yoga e la tenda massaggi… un mini resort abbastanza ben organizzato, con prezzi europei. Oltre al fantastico mare, il vantaggio di questa sistemazione è la vicinanza al centro dell’isola: usciti dalla stradina dell’hotel ci si trova proprio sull’isola pedonale (Hidalgo) fulcro della vita notturna di Isla Mujeres, dove si trovano la maggior parte di negozi, bar e ristoranti. Alla fine della strada pedonale si trova la piazza principale con la chiesa ed il municipio. Anche in questo caso abbiamo optato per il relax e visitato solo le zone limitrofe all’hotel senza spingerci a sud dell’isola, ma è possibile noleggiare scooters e golf carts oppure prendere un taxi, per visitare altre spiagge. Isla Mujeres è famosa per il diving e lo snorkeling essendo molto vicina alla barriera corallina: da qui partono escursioni di tutti i tipi per immergersi nelle aree circostanti. Per quanto riguarda i ristoranti, ce ne sono per ogni esigenza, seppur abbastanza turistici, in Hidalgo, quindi non resta che scegliere quello che si preferisce. Purtroppo siamo arrivati alla fine di questa meravigliosa vacanza e il 5 gennaio nel primo pomeriggio riprendiamo il ferry per Cancùn e da qui il taxi che ci porterà in aeroporto dove a malincuore lasciamo questa terra affascinante e contraddittoria che ci porteremo nel cuore per sempre.
Consigli
Mi è dispiaciuto sentire molte persone parlare male del Messico e della poca sicurezza in questo Paese. E’ vero che purtroppo alcune zone sono affette da gravi forme di criminalità ma ce ne sono altre, come la penisola dello Yucatan, lo stato di Campeche ed il Quintana Roo che sono molto sicure e tranquille. E’ ovvio che non si debba essere sprovveduti, ma a noi, come a tante altre persone incontrate, non è accaduto nulla di sgradevole e anche le perquisizioni della polizia stradale sono state fatte educatamente e senza alcun tipo di soprusi. Mi auguro che nessuno rinunci ad un viaggio tanto appagante in quest’area del Paese per informazioni falsate e faziose, perché sarebbe un vero peccato. Noleggiare un’auto non è economico perché l’assicurazione è molto cara, però questo modo di spostarsi consente la libertà che il viaggio organizzato non dà… Le indicazioni sono abbastanza ben segnalate e con una buona cartina alla mano si arriva ovunque, certo le strade non sono proprio il massimo e la sera per nulla illuminate, ma se siete in vacanza potete prendervela comoda… con ritmo messicano insomma!
Gli hotel nell’entroterra sono molto più economici che sulla costa: ci sono soluzioni per tutte le tasche e anche quelli di categoria media sono puliti e ben tenuti, addirittura spesso dimore storiche, per cui consiglio di pernottare in queste strutture piuttosto che nei mega resort o hotel internazionali impersonali fuori dal centro, dove spesso stanno i turisti dei pacchetti viaggio. Molto spesso oltre ai pesos, vengono accettati i dollari statunitensi, soprattutto sulla costa.
Se volete trascorrere qualche giorno al mare evitate Cancùn, Akumal e Playa del Carmen: praticamente la copia di Miami in versione messicana. Ci sono spiaggette splendide e luoghi più isolati come Tulum, Cozumel, Isla Mujeres, dove il turismo è chiaramente arrivato in modo massiccio ma senza snaturare eccessivamente le bellezze del luogo.
Il Messico è una terra splendida abitata da persone gentili e ospitali, una meta perfetta per vacanze culturali ma anche rilassanti e anche chi non è abituato ad organizzare viaggi complicati può tranquillamente scegliere lo Yucatan per una vacanza fai-da-te: con internet e qualche buona guida ne risulterà una vacanza strepitosa…
Buen Viaje…