Messico on the road fra Maya e mare

Yucatan, Chapas e Quintana Roo fai da te
Scritto da: Paolo P81
messico on the road fra maya e mare
Partenza il: 30/06/2016
Ritorno il: 15/07/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

Consigli generali

· Moneta: potete prelevare direttamente nei caselli ATM delle città. Noi non abbiamo riscontrato nessun problema per prelevare, pagando una commissione misurata. Esistono anche diversi uffici di cambio, ma sono frequenti solo nella riviera maya più turistica (playa del carmen-cancun). Al momento del nostro viaggio il cambio era dato circa 1€ = 20 pesos. Accettati quasi ovunque sono anche i dollari americani, ed il consiglio è proprio quello di partire con qualche dollaro in tasca per le emergenze.

· Valigia: partite leggeri, in Messico fa parecchio caldo e ci sono tantissime cose che potreste voler portare a casa, quindi il consiglio è partire con un considerevole margine di alloggiamento nel bagaglio.

· Volo: abbiamo volato con Neos, con un volo diretto (o quasi) da Milano Malpensa, acquistando i biglietti circa 4 mesi prima spendendo circa 750 € a testa comprensivo della solita assicurazione. Il consiglio è: prima riuscite a prendere i biglietti, meglio è!

· Assicurazione sanitaria: è la classica cosa che quando si fa, non si usa mai, e quindi il consiglio è proprio fatela sempre.

· Guida: sempre e solo Lonely Planet, esiste una versione di Yucatan e Chapas del 2015 quindi relativamente aggiornata e attendibile.

· Strutture: noi abbiamo prenotato tutte le strutture dall’Italia con Booking.com e non abbiamo riscontrato nessun problema. O meglio, qualche sorpresa l’abbiamo trovata, qualche volta positiva altre volte un po’ meno, ma anche questo fa parte del viaggio.

· Itinerario: verificate che esistano sempre almeno 2 opzioni di percorso per raggiungere la vostra meta, in quanto in caso di proteste/imprevisti (non così rari in Messico..) avrete il piano B. In caso contrario, il consiglio è quello di non prenotare l’eventuale struttura in cui volete pernottare ma di partire con qualche contatto di struttura da ricercare direttamente in loco.

· Benzina: in Messico i distributori sono poco frequenti e non tutti sono riforniti quindi ogniqualvolta arriviate a metà serbatoio fate il pieno di benzina nel prossimo distributore che incontrerete.

· Propina: ovvero la mancia. Viene richiesta praticamente ovunque ed è prassi lasciarla. (§non serve rovinarsi, bastano qualche pesos)

1 GIORNO: MILANO-CANCUN-VALLADOLID

Volo Neos da Malpensa in programma per le ore 10, con un breve scalo “tecnico” a Freeport Bahamas. Per il volo tutto bene, tranne per lo scalo che non era molto tecnico, nel senso che sono stati scaricati alcuni passeggeri e caricati altri. Siamo arrivati a Freeport con 1 ora di anticipo e terminate tutte le fasi di carico-scarico ed attesa via libera siamo ripartiti in direzione Cancun con 1 ora di ritardo…

Arrivati a Cancun, terminati i controlli dei documenti e ritiro bagagli entriamo nella hall in cerca di un banco della America Car Rental dove avevamo prenotato, dall’Italia, una autovettura per l’intera durata del viaggio. Il noleggio macchina è molto conveniente in Messico, rispetto all’italia almeno: 14 giorni di noleggio, auto intermedia, assicurazione supplementare per azzerare franchigia, il tutto a circa 350€.

Non trovando nessun banco della America Car Rental, usciamo dal terminal e siamo investiti dal clima caldo-umido di Cancun disorientandoci un attimo. Appena fuori dal terminal troviamo 30 addetti di altrettante agenzie/tour operator/alberghi/resort in attesa dei turisti appena sbarcati. Non trovando nessuno con il simbolo della America Car Rental iniziamo a chiedere a qualcuno di darci una mano e qui il nostro primo approccio allo spagnolo è davvero da brividi. Riusciamo a farci capire solo mostrando il simbolo impresso sulla prenotazione da noi effettuata e dopo una serie di “credo sia la, prova a chiedere a lui, no aspetta qui” riusciamo ad intercettare l’addetto giusto che dopo aver controllato il nostro nominativo, ci chiede di aspettare 10 minuti affinché la navetta di collegamento aeroporto-ufficio arrivi a prenderci. Ed eccoci al secondo nuovo approccio di oggi: il tempo messicano è un po’ più dilatato di quello effettivo, 10 minuti messicani si traducono in circa 25-30 minuti. Una volta arrivata la navetta, ci porta al terminal 3 per caricare altri turisti ed infine arriviamo agli uffici del noleggio macchina. Scaricati tutti quanti, attendiamo il nostro turno per ottenere la macchina e dopo altri 10 minuti messicani riusciamo ad iniziare la pratica di ritiro auto. Ci viene assegnata una Dodge Attitude Azul (azul è solo il colore…) che ci farà buona compagnia per tutto il nostro itinerario. Dopo un accuratissimo controllo facendo evidenziare ogni segno, ammaccatura e/o difetto della macchina, comprendendo verifica della ruota di scorta e livello carburante, partiamo per la nostra prima tratta in macchina Cancun-Valladolid.

Durante il controllo del carburante ci eravamo già accorti che la nostra autovettura non era piena di benzina ma aveva il serbatoio a circa ¼. Questo ci preoccupa un po’, in quanto inizia a farsi tardi, sono le 19 messicane, ma soprattutto non abbiamo neanche un pesos in saccoccia. Ci fermiamo al primo distributore che troviamo e per fortuna accetta dollari US. Chiediamo il pieno di serbatoio, e cerchiamo di fargli capire che avremmo preferito avere il resto in pesos. Dopo qualche tentativo riusciamo a capirci, e tutti fieri dei nostri primi pesos andiamo nel alimentari del distributore ad acquistare qualche sacchetto di patatine e la fondamentale acqua fresca. Il costo dell’acqua è molto variabile, ed il consiglio è di comprarne sempre nei supermercati/alimentari dove potete pagare una bottiglia da 1 litro di acqua FRESCA da 8 a 12 pesos. Nei centri turistici i prezzi partono da 25 pesos in su. Rinfrescati, tranquillizzati e rifocillati con i beni di prima necessità ci rimettiamo in strada per raggiungere Valladolid.

Sono le 19:30 ed il sole già tramonta e noi abbiamo ancora 150 km da fare. Decidiamo di rimanere sulla autostrada numero 180 Cuota, per raggiungere il prima possibile la nostra prima tappa e scopriamo amaramente che l’autostrada è abbastanza cara. Ok, non la prenderemo più. Il primo approccio con l’autostrada messicana è molto strano in quanto si guida in mezzo al nulla ed il traffico è inesistente. La strada è praticamente sempre dritta, 2 corsie, zero illuminazione e con il limite di velocità a 110 km/h. Ovviamente, da bravi turisti coscienziosi, rispettiamo i limiti e quindi arriviamo a Valladolid per le ore 21. Entriamo in città, troviamo la via del nostro albergo, e percorrendola arriviamo finalmente a scorgere l’insegna della nostra struttura: la Aurora. Parcheggiamo, facciamo il check in e stremati usciamo in cerca di un ristorante ancora aperto. Ci dirigiamo verso il centro, e troviamo una bellissima piazza centrale con una maestosa cattedrale e diversi locali nell’intorno. Troviamo il ristorante e riusciamo ad ordinare il nostro primo pasto vero e proprio con tanto di Margarita. All’interno del locale troviamo anche un ragazzo che con la chitarra e la propria voce intrattiene il pubblico. Fra la clentela, si alza un messicano che decide di dedicare una canzone alla propria compagna: tutto molto romantico. Il pasto era molto buono, poco piccante ma soprattutto molto economico. Dopo aver pagato e ringraziato, usciamo per farci un giretto nella piazza e scopriamo un parco mantenuto in perfetto ordine e molto accogliente tanto che contiene diverse panche e sedie strane ma comode. Torniamo in albergo, doccia e nanna. Nonostante ci sia una differenza di fuso orario di ben 7 ore, la notte passa tranquilla e dormiamo senza problemi.

2 GIORNO: VALLADOLID – CHICHEN ITZA – MERIDA

Dopo la sveglia, andiamo fare 2 passi in centro per trovare un posto dove fare colazione. Torniamo nella piazza, confidenti nel trovare un bar/locale che faccia al caso nostro. Dopo qualche passo ci fermiamo in una specie di mercato coperto dove attirati dal profumo ci imbattiamo in un paio di rosticcerie alle quali chiediamo la colazione. Il menù è fornitissimo ed i prezzi molto buoni, quindi decidiamo di fermarci. Prendiamo 2 piatti e 2 succhi di frutta giganti, e non contenti ci prendiamo anche 2 tortas (specie di baguette molto grandi) per il pranzo. Colazione squisitamente abbondante. Torniamo in albergo per ripartire a seguire il nostro itinerario.

Il programma della giornata è molto intenso e prevede chichen itza poi cenote di cuzama e Merida. Partenza da Valladolid per le ore 9 e dopo mezzoretta di strada arriviamo all’ingresso di Chichen Itza. Paghiamo l’ingresso al parcheggio, e poi ci avvicicniamo alla biglietteria dove ci sono molte guide che offrono il loro servizio. Ne troviamo una in italiano per 750 pesos e decidiamo di prenderla. La città e la visita è stata molto bella, ed essendo la prima esperienza con la cultura maya siamo sbalorditi dalle architetture e dalla imponenza delle strutture. La guida ci spiega il significato degli edifici e come gli archeologi hanno e stanno ricostruendo il sito. Impressionante è la dimensione della città e il numero di messaggi e implicazioni astronomiche e religiose racchiuse nelle scelte costruttive dei principali edifici. Il sito è molto vasto ma anche molto popolare difatti ci sono moltissimi artigiani o presunti tali che vendono souvenir. Noi acquistiamo qualche calamita ed una bellissima maschera in legno da un artigiano locale che ci mostra come e cosa utilizza per ottenere quelle cromie: petali di fiori. La guida ci aiuta molto a comprendere soprattutto la civiltà maya, il loro credo e le loro usanze. Terminato il giro, la guida ci lascia dandoci qualche informazione su cos’altro vedere all’interno del sito e ci consigliandoci di andare a vedere Izamal una cittadina molto bella in direzione Merida, dopo una deviazione più a nord. Dopo il pranzo, di mezza tortas vista la dimensione e la colazione fatta non troppo tempo prima, decidiamo di incamminarci verso Izamal cercando di evitare la 180 Cuota, ci affidiamo al navigatore che ci fa fare una strada decisamente scomoda ma ci permette di approcciare per la prima volta la rete stradale del messico. Strade in carente stato di manutenzione con diverse buche e moltissimi dossi chiamati “topes” o “vibradores” per rallentare o nella maggior parte dei casi fermare letteralmente il transito degli autoveicoli in quanto l’altezza di questi dossi è veramente mostruosa. Dopo 1 ora e mezza di strada yucateca, nella fascia oraria più calda della giornata, arriviamo a Izamal ma il prezzo pagato per arrivare in termini di tempo e di tensione alla guida non è ripagato affatto dalla cittadina quindi decidiamo di proseguire molto velocemente in direzione cenotes. Seguiamo le indicazione della Lonely ma fatichiamo tantissimo a trovare questi benedetti cenotes, tanto è che non vediamo l’indicazione passandoci davanti ben 2 volte fino a che un ragazzo vedendoci probabilmente in difficoltà si propone di accompagnarci ai cenote.

Decidiamo di accettare l’offerta e con la nostra machina seguiamo il ragazzo lungo strade impossibili da ricordare, quantomeno per noi. Il ragazzo ci porta a destinazione dove ci aspetta un insolito mezzo di trasporto: un carretto trainato da un cavallo su una rotaia. Ci spiegano che quello è l’unico modo per raggiungere i 3 cenotes e che il biglietto costa 300 pesos tutto compreso, ma che si dovrà pagare alla fine. Accettiamo e saliamo sul carretto. Il viaggio dura circa 10 minuti ma questo percorso è davvero particolare e strano. Arriviamo al primo cenotes quello di Celentun, molto buio con acqua non profonda ma l’aspetto è da brividi. Qualche foto ma niente bagno. Secondo cenote Bolonchojol è il meno accessibile di tutti in quanto per arrivare c’è una ripidissima scala in legno e scivolosa. Anche qui, l’aspetto tetro e le piccole dimensioni ci scoraggiano e non entriamo in acqua. Il terzo Chacsinicche è invece poesia pura. Questo è bellissimo e vale tutto il prezzo del biglietto. Acqua blu, fresca, scenario mozzafiato luce che entra dall’alto ed una grotta sotterranea dove si intravedono stalattiti e rocce bellissime. Il cenote, in alto è anche dotato di un comodo bagno dove potersi cambiare per fare il bagno e non rinunciamo a tuffarci dentro. La sensazione è bellissima ed è un misto di eccitazione-paura-rispetto. Sfoggiamo finalemte anche la nostra macchina fotografica subacquea per immortalare questo stupendo luogo. Rimaniamo in acqua mezzoretta e ci permette di rinfrescarci per bene, quando sentiamo i primi borbottii di un temporale in avvicinamento. Decidiamo di salire per tornare alla macchina, sperando di anticipare il temporale in avvicinamento ma in realtà ci becca a metà strada con tutta la sua forza. Per fortuna dura solo qualche minuto ma le secchiate d’acqua sono parecchie.. Arrivati alla macchina partiamo in direzione Merida. Sono le 5 del pomeriggio ed il navigatore ci dà altre 2 ore di strada.

Arrivati a Merida, l’impatto non è dei migliori: città caotica, molto trafficata topes e semafori ovunque rendono l’attraversamento più problematico del previsto. Il navigatore ci porta fuori città dove si dovrebbe trovare il nostro hotel. Non trovando nulla, entriamo in OXO per chiedere informazioni ma non riescono a darci nessun aiuto, e solo dopo capiamo il motivo. In messico le vie non hanno nomi ma sono semplicemente numerate, quindi il navigatore ci ha portato nella via 10 della zona industriale di Merida, non del centro storico… Dopo aver svelato l’arcano scopriamo che il nostro albergo si trova a 10 km da noi, quindi ci rimettiamo alla guida verso l’intricato centro di Merida. Prima di arrivare all’albergo, vista la situazione del traffico proviamo a parcheggiare in un parcheggio privato a pagamento ma ci dicono che durante notte chiudono e quindi non possiamo lasciare la macchina fino a quanto serve a noi. Riprendiamo la macchina, arriviamo in albergo e fortunatamente e ci avvisano che a 10 metri c’è un parcheggio privato convenzionato con la struttura dove possiamo lasciare la macchina tutta la notte. Scarichiamo la macchina ed entriamo a “Casa del Balam” Struttura bellisssima, in stile coloniale, curata, pulita e funzionale. Camere ampie e comode, con dei letti F A V O L O S I. L’albergo è sicuramente il migliore come rapporto qualità/prezzo dell’intero viaggio. Dopo una doccia velocissima, usciamo e ci dirigiamo in centro per andare a visitare Merida e in cerca di un posto dove mangiare. La città è molto viva, i locali sono pieni di turisti messicani e non, ed il centro è molto accogliente. Merida merita sicuramente di essere vista. Ci fermiamo in un ristorante del centro per mangiare un boccone, poi ci spostiamo qualche metro per prendere un gelato ed infine torniamo in albergo per riposare. Domani ci aspettano parecchi chilometri da fare.

3 GIORNO: MERIDA – UXMAL – CAMPECHE

Sveglia e colazione nell’hotel, ennesima cosa positiva di questa struttura in quanto la colazione era super abbondante e molto buona, ad un prezzo più che ragionevole. Dopo un ultimo saluto a Merida ci mettiamo in macchina per raggiungere Uxmal. Anche in questo caso siamo partiti abbastanza presto per evitare l’orda dei turisti che arrivano in autobus. Arrivati a Uxmal, paghiamo il parcheggio ed entriamo nel sito. Arrivati alla biglietteria, un gruppo di guide si propone per tour e chiediamo di averne una in italiano. La troviamo al prezzo di 800 pesos. Partiamo all’interno della struttura ed anche in questo caso il primo edificio che incontriamo è il tempio principale e quindi la struttura più grande e maggiormente ricostruita. La sua vista è impressionante, ma ancora più impressionante è la pace che troviamo in questo sito. Pur essendo molto famosa, Uxmal è relativamente fuori dalle grandi tratte turistiche quindi la visita è molto più tranquilla. La nostra guida ci fa apprezzare soprattutto la natura nella quale è immersa Uxmal, segnalandoci gli animali che vivono all’interno del parco come uccelli, iguane, pavoni. Lo stato del restauro è molto buono, e l’intero sito è più piccolo di chichen itza ma è anche più tranquillo e piacevole. Siamo saliti su una piramide nella zona nord ovest del parco ed abbiamo avuto il nostro primo assaggio di scalinata maya. Sono strettissime e ripidissime tanto è che si è costretti a salire lateralmente zig-zigando per evitare di sbilanciarsi. Questo, ci spiega la guida, era voluto dai costruttori per creare un passaggio tortuoso che per coloro che guardavano la scalinata ricordava l’andamento sinuoso di un serpente, animale tanto caro ai nostri amici maya.

La giornata è molto calda ma in altura la brezza è molto piacevole. Terminata la visita, prendiamo il nostro ricordino poi ci dirigiamo al museo della cioccolata che si trova all’ingresso della via delle rovine di uxmal. La cioccolata era una bevanda molto apprezzata dai maya, e consideravano il cacao un bene estremamente prezioso. Il museo è strutturato con una serie di stazioni a tema dove troviamo moltissime informazioni e curiosità sul cioccolato partendo dall’epoca maya fino allo sfruttamento industriale. La visita prevede anche una rivisitazione del rito della cioccolata con degli attori maya che ci evidenzia ancor di più l’importanza di questa bevanda per l’antico popolo. Verso la fine della visita c’è anche una degustazione della bevanda cucinata alla maniera maya. In uscita dal museo, dopo aver preso un paio di tavolette di cioccolata come ricordo, riprendiamo la macchina con direzione Campeche.

Dopo un paio di ore di viaggio arriviamo a Campeche e capiamo subito perché la località è stata inserita nel patrimonio UNESCO. La città è bellissima e coloratissima. Essendo una cittadina di mare è molto viva, ed il suo centro è variopinto. Ogni casa/edificio è colorato in modo diverso e rende questo centro praticamente unico nel suo genere. Arrivati in albergo, facciamo il check in ed usciamo subito in esplorazione di questa bellissima località dirigendoci verso il centro. Trovata la piazza centrale, vediamo anche il trenino per il city tour, del quale acquistiamo i biglietti. Il tour parte dopo 40 minuti quindi ne approfittiamo per visitare i dintorni del centro sorseggiando una rinfrescante agua de fruta. Il tour col trenino dura circa 1 ora, e se anche in spagnolo, la guida parla molto bene e lentamente quindi ci permette di capire un po’ tutto. Questo tour è molto consigliato perché permette di vedere le principali attrazioni di campeche comodamente seduti sul mezzo di trasporto.

Terminato il tour, facciamo un salto al mercato della città ma ci rendiamo conto che si tratta di un mercato normale quindi poco indicato per i turisti. Prima di tornare in albergo facciamo un salto nel palazzo del governatore che si trova nella piazza principale, una bellissima casa in stile coloniale con ancora mobili originali e vestiti d’epoca. Terminato anche questa visita torniamo in albergo per una bella doccia rinfrescante. L’albergo si trova a pochi passi dal centro, quindi è anche molto comodo logisticamente parlando. Usciamo per cena, ed andiamo in un ristorante consigliato dalla LP dove abbiamo mangiato davvero molto bene e con dosi da urlo accompagnati da una serenata degli immancabili mariachi. Dopo la cena, usciamo di nuovo in centro per vedere la città di notte e confermiamo le nostre impressioni ovvero Campeche è bellissima. Torniamo in albergo, a domani.

4 GIORNO: CAMPECHE – SABANCUY – PALENQUE

Sveglia mattina presto, ormai è una costanza, colazione leggera e partenza verso Sabancuy costeggiando il Golfo del Messico. La strada è la solita stradina messicana piena di curve, buche e topes ma la vicinanza al mare e gli scorci la rendono sicuramente più piacevole.

Prima di arrivar a sabancuy non resistiamo e facciamo una breve sosta per “tastare” il mare del Golfo e rimaniamo onestamente un po’ delusi dalla spiaggia… Palme e mare bello ci sono, ma anche parecchia sporcizia e degrado. Ci fermiamo per la foto di rito, ma la voglia di tuffarsi è passata.

Risaliamo in macchina, e ci dirigiamo a Sabancuy. Sabancuy è una tranquilla e pacifica cittadina di pescatori che da sulla laguna. Non c’è molto da vedere, o quantomeno noi non abbiamo visto nulla di entusiasmante, ci siamo fermati per un pranzetto veloce in un ristorante nei pressi del centro molto spartano ma con dell’ottimo pesce ad un prezzo ridicolo. Ripartiamo in direzione Palenque, la strada è parecchia e senza grandi attrattive… Troviamo anche un blocco stradale, indetto dal popolo contro la riforma dell’istruzione, ma per nostra fortuna tengono fermi solo gli autocarri, mentre le automobili seppur rallentate riescono a passare. Da segnalare inoltre un negozio di souvenir all’ingresso della città di Palenque davvero grande con tantissimi oggetti a buon mercato.

Arriviamo a Palenque verso le 5 del pomeriggio, quindi il giro alle rovine dev’essere rimandato e decidiamo per andare in albergo per riposarci e goderci la villeggiatura. Pernotteremo alla Aldea, posizionato sulla strada delle rovine di Palenque. L’entrata e la posizione è spettacolare con i grandi bungalow immersi nella giungla, piscina a sfioro con servizio bar e ristorante interno. Ok, siamo in luna di miele. Il resto della giornata passa tranquillamente in piscina sonnecchiando, fino al momento di rientrare in camera per la doccia e la cena. Rientrando in camera ci cade l’occhio sulla porta d’ingresso e vediamo che razza di fessura hanno le porte ci il collegamento logico è naturale: a porta chiusa, ci passa di tutto li sotto… Dopo uno sguardo al bagno vediamo un geco in camera da letto, nessun problema ma ci mette in allarme e decidiamo di “tappare” la fessura con degli ascugamani. Dormire in mezzo alla giungla, con scimmie urlatrici, rettili e insetti di ogni genere con una porta in quelle condizioni non è molto rassicurante… Andiamo a cena, nel ristorante della struttura, che è molto comodo con una discreta cucina a prezzi non impossibili. Torniamo in camera e la notte passa, ma le ore di sonno non sono molte, trovando per altro un bel scarafaggio nel letto…

5 GIORNO: PALENQUE – MIZOL HA – AQUA AZUL – SAN CRISTOBAL (?) – PALENQUE (…)

La mattina ci svegliamo con la consapevolezza che sarà una giornata dura per via dei chilometri da percorrere. Il programma prevede una sosta alla cascata di Mizol-Ha, poi sosta a Aqua Azul ed infine l’arrivo a San Cristobal. Ci mettiamo alla guida di buonora, e ci accorgiamo subito usciti da Palenque che la strada inizia a salire in quota, inoltre le condizioni del manto stradale sono le peggiori che io abbia mai visto ed essendo l’unica via per San Cristobal da Palenque questa passa attraverso moltissimi paesini e quindi troviamo anche una infinità di topes. La guida non è molto tranquilla, anche per via della moltitudine di ragazzini in attesa delle macchine di passaggio appostati lungo i topes che cercano di vendere aqua di frutta, banane, bananito e o semplicemente elemosina. Questa è la parte più povera del Messico, ma non per questo meno affascinante. La cosa impressionante è vedere le case di questi paesini che sono praticamente delle baracche ma nel notare la cura e la bellezza che hanno sempre le chiese e i campi sportivi. Sembra quasi che abbiamo più cura del pubblico che del privato.. Prima sosta Mizol Ha, cascata molto bella e scenografica soprattutto per la sua posizione in mezzo alla giungla. La sosta sarà abbastanza veloce nel giro di un oretta si esaurisce l’ispezione. Ci rimettiamo in macchina, puntando il mirino su Aqua Azul. Dopo aver pagato il biglietto praticamente 3 volte, giungiamo a destinazione dove troviamo l’immancabile bambino che “controlla” la macchina in cambio di una piccola mancia. Sono molto più famose di Mizol ha e le centinaia di bancarelle che troviamo lo confermano. Arrivati alla cascate, capiamo il motivo di tutto questa fama: cascate bellissime con un insolito color azzurro. Ci sono moltissimi piccoli salti che rende queste cascate molto belle esteticamente e l’azzurro della loro acqua trasformano il paesaggio in qualcosa di speciale. Ci fermiamo in una delle bancarelle lungo le cascate per una breve sosta pranzo e poi decidiamo di riprendere il nostro viaggio verso San Cristobal. Dopo aver percorso un’altra ora di strada terribilmente sinuosa e disastrata, arriviamo nei pressi Ococinco dove ci troviamo di fronte un altro blocco stradale, ma purtroppo stavolta non bloccano solo gli autocarri ma tutti i mezzi. Proviamo a chiedere spiegazioni ma notiamo che sia i collectivos che i taxi fanno marcia indietro, quindi capiamo che non c’è speranza di passare. Decidiamo di tornare indietro e rinunciare così alla nostra tappa a San Cristobal con la promessa che è solo rinviata. La decisione è stata molto difficile, ma non essendoci che una unica strada non avevano alternative percorribili, così decidiamo di tornare a Palenque.. Con l’umore a terra, decidiamo di tirarci su almeno con l’albergo e proviamo a chiedere la disponibilità di una camera nella struttura più bella e segnalata di Palenque: Quinta Chanabnal. La struttura è la più bella in assoluto di tutto il nostro viaggio. Si trova in mezzo alla giungla, ma le camere sono praticamente ermetiche, curatissime in ogni particolare, ristorante divino e con tutti gli agi e i confort di un albergo 5 stelle. Passiamo il resto della giornata a goderci la struttura e a rifiatare. Domani ci aspetta una tappa relativamente tranquilla, ma i chilometri da percorrere sono ancora tanti.

6 GIORNO: PALENQUE – PALENQUE

Ci svegliamo, per la prima volta con calma, vale a dire ore 9 e con molta calma facciamo una signora colazione! CI mettiamo alla guida per andare a visitare le rovine di Palenque e all’entrata del parco nazionale di Palenque ci sono le solite guide che si propongono per l’escursione, ne prendiamo una in italiano che per 800 pesos ci fa fare anche un percorso nella giungla. Fondamentale è contrattare il prezzo delle guide in quanto le loro prime proposte sono solitamente molto elevate. Se capite un po’ lo spagnolo, conviene sicuramente richiederle in spagnolo appunto. Il percorso nella giungla è molto strano in quanto camminiamo nella fitta giungla tropicale dove non ci sono sentieri e l’umidità è elevatissima. Percorriamo circa 2 km all’interno della giungla e troviamo liane, ragni, ruscelli, sequoie millenarie, strutture maya ancora da restaurare, scimmie ed una vegetazione decisamente variopinta. Sbuchiamo all’entrata di Palenque ed anche in questo caso rimaniamo stupiti dalle dimensioni delle strutture e dalla pace che si respira. Terminata l’escursione andiamo in centro a Palenque per mangiare un boccone e fare qualche acquisto. Il centro di Palenque non ha molta storia da raccontare ma è la classica caotica città messicana, quindi una capatina merita di farla. Terminato il giro, andiamo in albergo per dedicarci al riposo, alla piscina e alla lettura. Cena al ristorante della struttura e buonanotte. La notte passa tranquilla senza ospiti inattesi durante il sonno.

7 GIORNO: PALENQUE – CHICANNA’

Colazione e si riparte. Direzione Chicannà. La tappa è stata scelta come spezza-tratta e visita del sito archeologico omonimo. 4 ore di starda con paesaggi abbastanza monotoni. Nulla da segnalare.. Arriviamo a Chicannà, entriamo nel parco per visitare le rovine. Niente a che vedere con quelle di chichen itza o uxmal, ma la cosa più impressionante è la posizione e la giungla tutta attorno che regala quei brividi propri del presunto pericolo. Pernottiamo nel chicannà ecoresort, struttura curata e molto vasta con un buon ristorante al suo interno. Intorno non c’è praticamente nulla solo giungla, quindi ci godiamo la piscina e la pace dell’isolamento. A domani, con la grande voglia di tornare al mare.

8 GIORNO: CHICANNA’ – BACALAR

Partenza al mattino presto, dopo una buona colazione direzione Bacalar. Durante la strada, per spezzare la monotonia del viaggio facciamo una capatina a Kohulnich. Visita molto rapida per la dimensione del sito ma soprattutto anche per lo stato di manutenzione… Ci rimettiamo in marcia verso il mare. Decidiamo di saltare Chetumal e di andare direttamente a Bacalar e arrivati a scorgere la laguna ci innamoriamo al primo sguardo. La laguna è letteralmente MAGNIFICA. Sfumature di blu, azzurro e verde si susseguono nel paesaggio e la vita tranquilla della cittadina di Bacalar non fa altro che esaltare l’aspetto paradisiaco di questo incantevole paesaggio. Prima tappa Cenote Azul che è un cenote aperto che rifornisce di acqua dolce la laguna ma si trova all’esterno di essa. Il cenote è completamente diverso a quelli che lo yucatan ci aveva abituati essendo a cielo aperto e molto vasto, ma è anche vero che questa configurazione è anche più fruibile. Facciamo un bagnetto per rinfrescarci ma dopo non molto ripartiamo in direzione Laguna. Ci fermiamo al bagnadero comunale che con l’”esosa” richiesta di 10 pesos ti permette di parcheggiare la macchina ed accedere a questa magnifica acqua per il bagno su un pontile che è solo poesia. Dopo un bagno ed una rinfrescata, decidiamo a malincuore di lasciare questo posto per andare a mangiare un boccone e metterci alla ricerca della struttura prenotata. Ci fermiamo al Kai pez per fare una bella merendina a base di pesce fresco, e scopriamo l’ennesima chicca di questa zona. Ristorante ottimo a bordo laguna con pesce freschissimo e ad un prezzo super contenuto. Con l’umore a mille, partiamo verso la Rancho Encantado che avevamo prenotato per 2 notti. Arrivati alla struttura, restiamo letteralmente a bocca aperta per bellezza di questo Rancho. Bungalow grandissimi, con aria condizionata, piscina, jacuzzi, amache ovunque, giardino rigoglioso ma curatissimo, ristorante a bordo laguna fornito. Per la seconda volta in questo viaggio ci sentiamo coccolati. Al momento del check-in chiediamo se organizzano escursioni nella laguna e ci informano che ne organizzano 3 al giorno! Prenotiamo quella per il mattino seguente ed andiamo a goderci la struttura e laguna. Alla sera ceniamo nel ristorante interno e ci lasciamo dondolare dalle amache a pochi metri dal mare. E buonanotte.

9 GIORNO: BACALAR

Alla mattina ci svegliamo, e dopo una abbondante colazione andiamo ad aspettare il nostro capitano al molo per la partenza nella escursione della laguna dai 7 colori. Siamo in compagnia di 3 ragazze messicane, e anche in questo caso la guida parla in spagnolo ma in modo perfettamente comprensibile. La escursione prevede la visita di 3 cenotes all’interno della laguna e l’attraversamento di quest’ultima. Durante l’uscita il capitano ci spiega che la laguna è alimentata dall’acqua dolce proveniente da 4 cenotes: i 3 che andremo a vedre più il cenote azul che siamo andati a vedere il giorno precedente. L’acqua è dolce, ma soprattutto rimane limpidissima in quanto le mangrovie che circondano la laguna rilasciano quantità di zolfo che rendono inospitale ai pesci. Questo rende la laguna un posto quasi sterile e quindi rimane limpida e bellissima. La visita ai 3 cenotes è abbastanza veloce e ci danno la stessa impressione del cenote azul ovvero belli, ma molto meno suggestivi dei cenotes yucatechi. Il capitano ci porta anche alla bocca del canale di uscita, e ci spiega che in quel punto la sabbia è particolarmente sulfurea e invita a farci i fanghi con quella sabbia. La pelle dopo un breve contatto con questa argilla risulta morbidissima. Terminati i bagni e l’escursione il capitano ci riporta alla struttura dove decidiamo di passare il resto della giornata per riposarci. Verso sera raccogliamo le forze per andare a visitare il forte di bacalar, il paese di bacalar ma soprattutto torniamo a cena al Kai Pez. Cena buonissima e bellissima. Torniamo in albergo per l’ultima notte al Rancho Encantado.

10 GIORNO: BACALAR – TULUM

Con grandissimo dispiacere lasciamo Rancho Encantado per andare a Tulum. Decidiamo di fare una deviazione a Mahahual per tuffarci finalmente nel Mare dei Caraibi. Il mare è bellissimo, le stesse sfumature che abbiamo visto a laguna bacalar le ritroviamo nel mare ma stavolta si aggiunge il sapore della salsedine e la tipica brezza sempre presente nelle cittadine costiere. Arrivati alla spiaggia, ci rendiamo conto subito del cambio di trattamento turistico. La cittadina vive di turismo e la via principale è piena di ristoranti, negozi di souvenir e bar. Dopo una veloce ispezione del paese, ci fermiamo in un ristorante sulla spiaggia che ci offre un lettino per prendere il sole e dicendoci che sarebbe tornato verso ora di pranzo per farci vedere il pesce fresco. Ci rilassiamo dopo un bagno nel mare caraibico e verso mezzogiorno, il gestore del locale ci porta un vassoio col pescato del giorno. A noi cade l’occhio sulla aragosta, e decidiamo di prendere quella: buonissima! Terminato il pranzo decidiamo di ripartire in direzione Tulum. Arriviamo un po’ presto per fare il check-in e quindi decidiamo di andare a visitare il Gran Cenote nei pressi di Tulum. Torniamo alle conformazioni dei cenotes conosciuti, quindi una sorta di grotta sotterranea con acqua dolce ma in questo caso la zona balneabile e molto più vasta e la presenza di alcune tartarughe all’interno di questo cenote rendono la visita molto apprezzata. Decidiamo di salire e di andare verso l’albergo prenotato a Tulum. Arriviamo a Spiaggia di xcanà e il posto ci piace moltissimo. Le camere sono strette e senza aria condizionata, ma sono curatissime e il gestore Fabio si fa sempre in 4 per aiutarci. Decidiamo di stare un po in spiaggia e per la sera di andare a mangiare in una taqueria poco distante sempre sulla spiaggia. Il gestore ci avvisa che di notte le tartarughe salgono dal mare per deporre le uova, quindi di non uscire per evitare di spaventarle o disorientarle. Torniamo in camera, e ci mettiamo a nanna col fruscio delle onde nelle orecchie che ci culla.

11 GIORNO: TULUM

Ci svegliamo, facciamo colazione e il programma di oggi prevede la visita delle rovine di Tulum. Partiamo alla mattina abbastanza presto in direzione rovine di Tulum, arrivati al parcheggio le guide ci propongono alcune diverse soluzioni per visitare la zona. Versione base: solo rovine di Tulum. Versione Mare: prevede l’ingresso alle rovine di tulum poi ci dovremmo spostare a playa paraiso per una escursione in barca osservando le rovine di tulum dal mare e una sessione di snorkeling lungo la barriera corallina. Versione grotta, prevede l’ingresso alle rovine di tulum e poi una escursione nelle grotte sotterranee con l’aiuto di uno speleologo. Il costo era crescente, come è facile intuire 150 500 o 690 pesos a testa. Scegliamo la versione mare, attirati dallo snorkelling sulla barriera. Visita alle rovine in solitaria, ma grazie alla nostra guida Lonely Planet e ai pannelli illustrativi si riesce a visitare le rovine senza grossi problemi. Il sito è abbastanza piccolo ma molto suggestivo, poi ci fermiamo all’immancabile negozio di souvenir dell’ingresso per fare incetta di regalini e ricordi. Essendo Tulum uno dei centri più frequentati dai turisti americani, il sito risulta gremito di turisti già nelle prime ore del mattino. Seguendo le istruzioni fornite, ci dirigiamo a Playa Paraiso e capiamo subito il motivo di questo nome: spiaggia bellissima con una sabbia bianca finissima ed un mare favoloso. Andiamo al chiosco degli snorkeling e ci dicono che dovremo aspettare 10 minuti, i 10 minuti messicani…

Arrivato il nostro turno, ci spiegano che saremo in 4 turisti e che faremo un giro al largo di tulum, per poi andare vicino alla barriera corallina per lo snorkeling. La vista delle rovine dal mare un po ci ha deluso, in quanto non era eccezionale. Lo snorkeling invece vale il prezzo del biglietto. Ci danno un boccaglio sterilizzato, ci forniscono tutta l’attrezzatura necessaria e ci accompagnano in acqua. Esperienza meravigliosa. I fondali della barriera sono fantastici con coralli e pesci coloratissimi. L’esperienza dura 20 minuti, ma l’emozione la fa sembrare cortissima.. Tornati sulla barca, e quindi in spiaggia decidiamo di goderci questo bellissimo mare e di riposare. Anche playa paraiso è piuttosto frequentata, tanto da rendere difficile anche il solo posizionamento del asciugamano. La spiaggia è quasi priva di ombra fatta eccezione per gli ombrelloni di uno stabilimento. Durante la nostra sosta, abbiamo fatto conoscenza di due coppie di simpatici messicani. Verso le 6 di sera, torniamo in albergo per la doccia e decidiamo di andare a mangiare un boccone in uno dei locali vicini alla nostra struttura. Dopo una breve passeggiata rimaniamo sbalorditi dai prezzi: abituati a quelli messicani, i costi in questa zona sono del tutto paragonabili a quelli europei e quindi ci sembrano esosi. I locali, però sono tutti bellissimi quindi decidiamo di fermarci in quello che ci piaceva di più. Cena cara, ma vabbè siamo anche in luna di miele! Nanna, a domani per la prima delle escursioni organizzate. Noi abbiamo pernottato nella zona hotelera di tulum, e la massiccia presenza di turisti statunitensi è testimoniata anche dagl ATM: potrebbe sembrare incredibile, ma non siamo riusciti a prelevare pesos in quanto gli sportelli erano abilitati solo per erogare dollari.

12 GIORNO: TULUM – RIO LAGARTOS – EK BALAM – TULUM

Sveglia, colazione e ci dirigiamo presso il punto d’incontro concordato ovvero il parcheggio di un supermercato nel centro di Tulum. Arriviamo con certo anticipo, ed attendiamo il bus che ci venga a prendere. Arrivata la navetta, saliti sul mezzo, ci viene spiegata la tratta di oggi che partirà con l’escursione a Rio Lagartos dopo una brevissima sosta alle saline, poi pausa pranzo e nel pomeriggio si andrà nel sito archeologico di Ek Balam, ed infine una capatina in un villaggio maya “moderno”. La sosta alle saline è impressionante: vedere l’acqua con le sfumature di rosa è davvero insolito. Arriviamo alla postazione delle barche, saliamo e ci dirigiamo alla laguna salata di Rio Lagartos. Essendo una biosfera naturale, ci viene detto di non interagire con gli animali selvatici. Vicino alla nostra barca ci dicono che c’è un coccodrillo ma non appena ci giriamo per vederlo, questo va sott’acqua e non riusciamo più a scorgerlo. Durante il tragitto la guida ci fa notare la presenza di tanti altri uccelli, ma poi arriviamo alle postazioni dei fenicotteri rosa. Sono animali bellissimi, ci avviciniamo con la barca per poterli fotografare ma non troppo per evitare di disturbarli. Ci avviciniamo molto ad un gruppo di 5 fenicotteri tanto che questi decidono di volare via ed è proprio in quel momento che si fanno apprezzare ancor di più, ovvero quando volano e planano a pelo d’acqua. Terminata la parte naturalistica, la guida ci porta ad un banco di argilla dove ci dice faremo i fanghi. Dopo aver scavato qualche centimetro si trova l’argilla bianchissima. Ci spalmiamo tutti quanti l’argilla, nella speranza di donare alla nostra pelle la morbidezza dichiarata. Dopo esser stati ricoperti di argilla, rimontiamo sulla lancia e ci portano all’imbocco della laguna per fare un bagno e ripulirci. La pelle, dopo questo trattamento è davvero morbida e liscia. Bagni di fango apprezzati. Dopo esserci lavati per bene andiamo al ristorante per la pausa pranzo. Mangiamo dell’ottimo pesce cotto in 4 modi diversi. Risaliamo sulla navetta che ci porterà a Ek Balam, nel frattempo la guida ci illustra la città maya e ci dà qualche nozione sulla architettura e la storia di questo insediamento. Arrivati, a Ek Balam andiamo a fare la nostra visita guidata. Il sito è molto piccolo ma è curatissimo e la casa del governatore è in ottimo stato tanto che si vedono ancori i colori e gli stucchi originali. Terminato il nostro giro ad Ek Balam, ci fermiamo in un villaggio maya “moderno” dove la famiglia che ci ospita ci mostra le sue abitudini di vita scoprendo che sono un mix fra tradizione e modernità, dove la camera da letto è piena di amache e la cucina è il fulcro della zona giorno. In questo villaggio vengono prodotti molti oggetti di artigianato fra cui spiccano le famose amache yucateche.

Terminati gli acquisti, torniamo sulla navetta che ci riporterà a Tulum. Arrivati a Tulum Pueblo decidiamo di fermarci in un ristorante del posto e scopriamo che i prezzi sono la metà della zona hotelera. Ottimo!

Terminata la cena, torniamo in albergo. Domani ci aspetta un’altra escursione.

13 TULUM – SIAN KA AN

Sveglia, colazione ma stavolta non dobbiamo neppure aspettare in quanto la navetta di questa escursione passa a prenderci direttamente in albergo e per di più è in anticipo. Saliamo sulla navetta e ci dirigiamo verso la biosfera di sian ka an. Arrivati all’ingresso del parco, la guida ci avvisa che la strada è parecchio accidentata ma non ci aspettavamo una cosa del genere. La strada non è asfaltata ed è un susseguirsi di buche neppure schivabili, difatti sulla navetta si balla parecchio. Durante il tragitto, la guida ci spiega cosa e dove andremo a fare e capiamo che questa volta l’escursione è solo a carattere naturalistico. Dopo 1 ora di massaggio maya, così è stato definito dalla nostra guida il continuo sobbalzare della navetta, arriviamo alla postazione delle lance dove ci imbarchiamo in direzione laguna di sian ka an. Oggi dovremmo riuscire a vedere delfini, tartarughe e vari volatili. Una volta arrivati in laguna avvistiamo i primi delfini. Sono piccoli ma velocissimi e li vediamo sbuffare nell’acqua per respirare. Dopo diverse fotografie ci allontaniamo da quella posizione per andare in cerca delle tartarughe. Le troviamo un po’ più fuori, ne troviamo 3 sono velocissime in acqua e sono visibili solo quando salgono per respirare. Sono animali dolcissimi e bellissimi ma soprattutto non ce li aspettavo così grandi. Dopo aver seguito per un po’ le tartarughe, decidiamo di lasciarle in pace per andare a fare snorkeling alla barriera corallina. Stavolta sappiamo già cosa ci aspetta, anche se nel frattempo il cielo si sta adombrando per un minaccioso temporale in arrivo. Scendiamo dalla barca per fare lo snorkeling, ma stavolta andiamo un po’ più veloci per cercare di anticipare il temporale. Risaliamo in barca, e andiamo vicino alla costa per un bagnetto rinfrescante nelle cosiddette “piscine naturali” dove troviamo un cielo sempre più scuro e quindi risaliamo in barca prima del previsto per andare al ristorante. Al ristorante andiamo a punta allen, un paesino minuscolo di pescatori. Anche in questo caso pranzo a base di verdura e pesce. Terminato il pranzo, chiediamo di aprirmi un cocco per berne l’acqua. Il cocco è molto buono e sicuramente più morbido di quello a cui noi siamo abituati. Terminato il pranzo ci rimettiamo in barca per tornare alla navetta e quindi tornare in albergo, rifacendo la stessa maledetta strada della mattina. Torniamo in albergo per goderci l’ultimo pomeriggio sul mar dei caraibi. Domattina ci aspetta l’ultima tratta.

14 GIORNO: TULUM – PLAYA DEL CARMEN – CANCUN

Sveglia, colazione e partiamo in direzione nord per l’ultimo viaggio. La strada è molto scorrevole e addirittura trafficata a tratti. Ci fermiamo a Playa del Carmen per il pranzo e troviamo una città sicuramente votata al turismo ma non per questo meno piacevole. Ci mettiamo alla ricerca di oggetto che si rivelerà fondamentale ovvero il pesa valigie, per bilanciare i bagagli in vista del ritorno. Nel primo pomeriggio arriviamo a Cancun. Noi abbiamo prenotato presso la zona del pueblo, ovvero al centro e l’impressione non è piacevole. Città grande, troppo trafficata, difficile da girare e con pochissime attrattive. Spaventati un po’ dal traffico e dall’orario decidiamo di restare in albergo per il primo pomeriggio, mentre verso sera passeremo diverse ore nel mega centro commerciale che c’è attaccato alla nostra struttura per spendere gli ultimi pesos e trovare la bilancia pesavaligie. Ceniamo all’interno del centro e torniamo a letto per l’ultima notte in Mexico.

15 GIORNO: CANCUN – MILANO

Svegliati, facciamo una super colazione in albergo. Decidiamo di partire prima per la riconsegna della macchina. Arrivati al punto di riconsegna, la macchina viene analizzata per bene, ma non viene riscontrato nulla di irregolare quindi veniamo portati in aeroporto con molto anticipo. Aspettare da una parte o dall’altra non fa molta differenza. In aeroporto, dobbiamo pagare la tassa di uscita dal messico di 55 USD, poi esauriti i vari controlli dei bagagli andiamo a cenare presso il Buba Gump Gamberi dell’aeroporto. Ci imbarchiamo con un ora di ritardo, e atterriamo con la stessa ora di ritardo.

Hasta luego, Mexico.



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