Messico in libertà

12 agosto, ore 16 aeroporto di Milano Malpensa , con tre ore di ritardo il Boeing 767 dell'Eurofly decolla finalmente per Cancun. Alle 21 (locali) atterriamo e risparmiati dal semaforo del controllo bagagli ci avviamo a ritirare la nostra macchina all'Executive rent a car. Ci becchiamo una bella Nissan Tsuru rossa fiammante con aria condizionata,...
messico in libertà
Partenza il: 12/08/2000
Ritorno il: 26/08/2000
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
12 agosto, ore 16 aeroporto di Milano Malpensa , con tre ore di ritardo il Boeing 767 dell’Eurofly decolla finalmente per Cancun. Alle 21 (locali) atterriamo e risparmiati dal semaforo del controllo bagagli ci avviamo a ritirare la nostra macchina all’Executive rent a car. Ci becchiamo una bella Nissan Tsuru rossa fiammante con aria condizionata, dopo circa 30 minuti arriviamo nel centro di Cancun e in un attimo troviamo il nostro albergo, prenotato dall’Italia via internet. Stremati dal viaggio ci addormentiamo subito.

13 AGOSTO [DA CANCUN A MERIDA] 280 km Facciamo colazione a buffet in albergo e ci avviamo alla volta di Chichén Itzà dove arriviamo dopo 2 ore di costosissima autostrada attraversata da ragni giganti, da persone in bicicletta contromano e gente a piedi. In effetti per i messicani il concetto di autostrada e leggermente diverso dal nostro: non esistono recinzioni e ci sono stradine che portano alle vicine abitazioni, pericolo !!! Inoltre è costeggiata da una fitta vegetazione sorvolata da uccelli enormi che sembrano avvoltoi ! Arriviamo di domenica, giorno in cui l’ingresso è libero, in compenso paghiamo il parcheggio per la nostra auto, 20 pesos. Giriamo un po’ attorno alla piramide di Kukulcàn (quella della pubblicità della Fanta) e guarda un po’ chi incontriamo ? Due amici ! Scaliamo la piramide fino alla cima per ammirare lo splendido panorama, e respirare un’aria leggermente più fresca. Fa un caldo spaziale e il tasso di umidità sarà del 90%. La discesa è più impegnativa della salita, i gradini sono così stretti da dover scendere di traverso per non perdere l’equilibrio. Scene di isterismo tra i presenti che si accingono alla discesa, chi scende col sedere, chi a quattro zampe, chi proprio non vuole scendere ! Il sito archeologico è grande e continuiamo il nostro giro tra le rovine Maya, forse più famose di tutto il Messico, pranziamo presso il ristorante delle rovine e ripartiamo per Merida passando per Izamal “la città gialla”: effettivamente è tutto giallo ! Arriviamo a Merida dopo circa altre 2 ore, un casino ! Traffico paragonabile a Milano in ore di punta, per fortuna le strade sono divise in calli numerate progressivamente e le pari si intersecano con le dispari, basta saper contare per non perdersi ! Troviamo il nostro albergo anch’esso prenotato via internet. Giusto il tempo di sistemare i bagagli e veniamo accalappiati da venditori di amache, prodotto tipico, che si spacciano tutti quanti per i migliori della zona. Sono sufficientemente noiosi e insistenti così paghiamo il nostro dazio acquistando ben due amache e ci rifugiamo nuovamente in albergo. La domenica è giorno di festa per cui la città si riempie a dismisura di gente e si può assistere a danze e concerti tipici regionali. La piazza principale viene adibita a mercato e le strade del centro sono chiuse al traffico.

14 AGOSTO [DA MERIDA A CAMPECHE] 250 km Ci svegliamo e la città sembra un’altra, tutti al lavoro, niente più zona pedonale e se non cammini sui marciapiedi rischi di essere investito da camion smarmittati ! Nonostante i numerosi cartelli “Primero el peatòn” pur attraversando sulle strisce pedonali il rischio di essere stirati è altissimo ! Lasciamo la città dopo aver prelevato un po’ di contante presso un bancomat internazionale della Banamex. Ci dirigiamo a Uxmal ma vigliacco se trovi un’indicazione ! Se volete un consiglio procedete sulla calle n 58 fino a quando non incrociate un viale alberato, a quel punto girate a sinistra sempre dritto, dopo un po’ arriverete a Uxmal. Così abbiamo fatto ! Bello anche il sito di Uxmal, dove si trova la piramide del mago, immerso nel verde e pieno di iguane ! Proseguiamo il nostro viaggio verso Palenque con sosta obbligata a Campeche, abbiamo già percorso 250 km e ne mancano altri 360 ! La strada è pessima, non più di 120 orari, i turisti scarseggiano e le topes trionfano ! Come dice la guida E.D.T. (la bibbia dei viaggiatori) la città di Campeche è poco aperta al turismo, le spiagge sono sporche e ci sono pochi alberghi però la gente del posto, che vive di pesca e di petrolio è piuttosto ricca rispetto alla media. L’albergo da noi scelto in effetti è stato il più caro di tutto il viaggio.

15 AGOSTO [DA CAMPECHE A PALENQUE] 360 km Arrivando nella cittadina di Champoton, veniamo inseguiti da una pattuglia della Polizia. Inizialmente ci chiedono della targa posteriore dell’auto, che noi non abbiamo perchè dove abbiamo affittato l’auto ci hanno detto che, le auto a noleggio solitamente non dispongono di targhe. Allora si orientano su un dare precedenza inesistente da noi non rispettato, poi sul fatto che avremmo superato il limite di velocità e alla fine ci estorgono 100 pesos per restituirci la patente ! Con perfetta tattica mafiosa ci fanno allontanare dalla zona abitata per poter intascare il grano senza essere visti. Il viaggio prosegue e cominciano i posti di blocco dell’esercito messicano, sono abbastanza gentili e timidi, perquisiscono l’auto in maniera superficiale e a volte neanche. Cinque ore di viaggio senza fermate e raggiungiamo Palenque, il nostro albergo sempre prenotato via internet si trova subito all’entrata della cittadina.

16/17 AGOSTO [PALENQUE] Facciamo visita alle rovine, le più belle in assoluto da noi visitate, il caldo è impressionante ma stranamente da quanto letto e sentito non vi sono zanzare ! Qualsiasi foto non rende giustizia come qualsiasi descrizione è inadeguata alla maestosità del luogo. Ci addentriamo nella foresta pluviale; il ronzio delle cicale è identico al rumore di una sega circolare in azione, peccato che il “tempio delle Iscrizioni” sia inaccessibile. Giriamo in lungo e in largo per la zona e visitiamo anche il museo. Decidiamo di rinfrescarci sotto la cascata di Misol-ha che dista 20 km da Palenque, molto suggestiva e alta più di 30 m. Altro punto di rinfresco sono le cascate di Agua Azul, 30 km più a sud, peccato che in estate, viste le intense piogge giornaliere, più che azul sono marron ! La città di Palenque è molto colorata e caratteristica, piena di ambulanti che vendono le coperte colorate e ricamate a mano con i famosi colori Maya e il mitico pupazzo di Marcos, il Bossi del Chiapas, anzi meglio di Bossi ! Qui acquistiamo i nostri souvenir a buon prezzo, evitando di “tirare” sui prezzi. La gente del posto è povera, semplice e molto discreta, alla faccia del nostro consumismo ! C’è da dire che, mediamente il messicano ha un ritmo di vita completamente diverso dal nostro, pur essendo a contatto con turisti provenienti da ogni parte: sorridono poco, quando vai al bar o al ristorante pur essendo l’unico cliente aspetti i suoi comodi e non usano salutare quando te ne vai ! Malgrado ciò, il messicano è una brava persona. Nella via principale troviamo, con nostro stupore, un punto internet dove poter navigare e inviare messaggi e-mail al costo di 15 pesos ogni quarto d’ora.

Il 17, festeggiamo il nostro anniversario di matrimonio con una gita di 10 ore (190 km !) in pullman a San Cristobal de las Casas, con aria condizionata modello frigorifero. Facciamo una breve tappa a Ocosingo dove veniamo “blindati” dentro il parcheggio della compagnia degli autobus ADO, ci chiediamo come mai e la spiegazione arriva dopo pochi giorni ascoltando la CNN: un servizio sulla città ci porta a conoscenza di una sparatoria, 4 morti e una trentina di feriti. Veniamo fermati, circa a metà strada, da banditi che si spacciano per militanti dell’esercito zapatista di Marcos; ci chiedono inizialmente 40 pesos a testa per proseguire, poi un messicano con noi sul pullman riesce a mediare per 5 pesos a cranio, e il viaggio prosegue. La nostra visita in città è breve e ci sembra che le cose da vedere siano veramente poche, sfortunatamente non c’è neppure il mercato. L’unica cosa che notiamo sono i colori pastello delle case, tipico stile coloniale spagnolo e qui finalmente si respira un pò d’aria fresca, vista l’altitudine di 2.100 m. 18 AGOSTO [DA PALENQUE A CHETUMAL] 480 km Lasciamo Palenque alla volta di Chetumal, vorremmo visitare le rovine di Xpujil ma arrivati sul posto troviamo il cancello socchiuso e solo una macchina parcheggiata (forse il guardiano). Così optiamo per il pranzo, a base di pollo e quesadillas, il più economico di tutto il viaggio (62 pesos). Arriviamo a Chetumal e visitiamo il Museo della cultura Maya, l’unico punto d’interesse della città, grande un intero isolato, ricco di modellini in scala degli edifici Maya e copie di stele e affreschi. 19 AGOSTO [DA CHETUMAL A PLAYA DEL CARMEN] 315 km Raggiungiamo Tulum, l’unico sito Maya costruito sul mare, piccolo e non ben conservato, forse a causa degli agenti atmosferici, però trasmette un certo fascino forse grazie al mare caraibico. Attorno ad esso c’è un giro d’affari enorme, sembra fatto apposta per i turisti. Il nostro viaggio si conclude con la riconsegna dell’auto a Playa del Carmen, breve visita alla città invasa dagli italiani e molto americana.

Decidiamo di passare una settimana di relax al mare, ad Akumal, e visitiamo il parco naturalistico di Xel-hà , dove facciamo il bagno coi delfini, nuotiamo nel cenote e facciamo snorkelling nella laguna del parco, tutto molto entusiasmante. C’era stato consigliato questo parco invece del più conosciuto Xcaret perchè più piccolo, più naturale e meno frequentato. Raffaella e Roberto



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