Messico, Guatemala e Belize “Fai da Te” – 1 parte
Prima di cominciare a raccontare nei dettagli il nostro itinerario, volevamo sottolineare il fatto che questo è stato il nostro primo vero viaggio in America Latina. Anche per questo motivo all’inizio eravamo un po’ preoccupati… Ma abbiamo deciso lo stesso di effettuare un viaggio “fai da te”, visto che non amiamo affatto i tour organizzati. Da questo punto di vista dobbiamo ammettere che non abbiamo avuto nessun problema, né di organizzazione né di sicurezza! Era molto tempo che volevamo andare in Messico, ma non avevamo ancora avuto l’opportunità di farlo… Finalmente quest’anno abbiamo deciso: le vacanze estive (purtroppo ritardate) si fanno in Messico! A questo punto c’era da decidere itinerario e mezzo di trasporto. Inizialmente avevamo pensato di girare Yucatan e Chiapas in macchina, ma poi, anche dopo aver letto diversi racconti su questo sito, abbiamo cambiato idea: a Yucatan e Chiapas abbiamo aggiunto Guatemala e Belize e abbiamo deciso di optare per gli autobus pubblici in Messico (utilissimo per orari e prezzi il sito internet www.Ticketbus.Com.Mx) e Belize, e minivan in Guatemala (tutti servizi impeccabili e a buon prezzo). Per quanto riguarda gli alberghi, ci siamo basati sulle Lonely Planet e su internet. Noi abbiamo prenotato perché avendo un itinerario così ampio da coprire in poco tempo, sapevamo che spesso saremmo arrivati a destinazione di sera (a volte anche tardi) e non ce la sentivamo di andare alla ricerca di una sistemazione per la notte. Comunque non è indispensabile prenotare… Ci sono moltissimi alberghi, per tutte le tasche e per tutti i gusti! In effetti, 3 settimane non sono proprio tante (soprattutto se si considera che gli ultimi giorni li abbiamo passati al mare…), e forse sarebbe stato meglio avere qualche giorno in più per vedere tutto con più calma e in maniera meno frenetica/stancante, ma questo avevamo… E ce lo si fa bastare! Un’ultima cosa, il periodo teoricamente non è dei migliori (e, in effetti, qualche volta ha piovuto… Soprattutto gli ultimi giorni al mare), ma ha anche dei lati positivi. Essendo bassa stagione i prezzi sono molto più bassi e poi le varie località non sono eccessivamente affollate, cosa che rende più piacevole le visite. Ma adesso cominciamo…
24/09 – Milano-Cancún Partiamo dalla Malpensa in perfetto orario. La compagnia aerea da noi scelta è AirEuropa (da non confondere con AirEurope), un vettore spagnolo che ci permette di arrivare a Cancún via Madrid, senza nessuno scalo intermedio negli USA, che volevamo evitare per le ormai famose code all’immigrazione… L’aereo non è bellissimo e il servizio lascia un po’ a desiderare (sul volo Milano-Madrid, ad esempio, il cibo e le bevande sono a pagamento… Sul Madrid-Cancún invece non si paga, ma tra un pasto e l’altro le hostess non si vedono nemmeno per dare un po’ d’acqua… Per tutte le 10 ore di volo!!!). In ogni caso, non possiamo lamentarci più di tanto… Abbiamo avuto esperienze peggiori, e poi stiamo andando in Messico! Il volo è tranquillo e tra un film e l’altro riusciamo a vedere la bella Cuba, meta indimenticabile di un altro viaggio…
Finalmente alle 18:00 ora locale atterriamo (sempre puntuali) all’aeroporto di Cancún. Dopo una breve coda all’ufficio immigrazione andiamo a ritirare i bagagli (che arrivano quasi subito) e poi via verso il famoso semaforo: verde!!! Così usciamo, e subito ci avvolge il caldo umido del settembre messicano! La strada è bagnata, deve aver piovuto da poco… Schiviamo un centinaio di tassisti che si offrono di portarci in centro e chiediamo ad una hostess di terra dove si prende l’autobus per Cancún… E così per 15 pesos a testa arriviamo in città. Alla stazione degli autobus prendiamo subito i biglietti per il giorno dopo: Cancún-Chichén Itzá (ADO, 119 pesos p/p) e poi Chichén Itzá-Mérida (ADO, 66 pesos p/p). Purtroppo il primo autobus per Chichén Itzá parte solo alle 9 cosa che ci farà arrivare al sito a mezzogiorno, sotto un sole fortissimo! Comunque, noi abbiamo sempre comprato i biglietti dell’autobus per la tappa successiva nel momento dell’arrivo alla meta giornaliera. Questo più che altro per comodità, così non dovevamo tornare in stazione. Inoltre, pur essendo bassa stagione, spesso abbiamo preso gli ultimi biglietti disponibili (anche se comprati con qualche giorno di anticipo)! Dopo aver comprato i biglietti prendiamo un taxi (15 pesos) e ci facciamo portare in hotel. Una dritta: se potete, evitate di prendere i taxi che sono fermi nei parcheggi… Se andate sulla strada e ne fermate uno di passaggio risparmiate molto (anche la metà!). Ovviamente bisogna stare attenti e fermare sono taxi ufficiali, ma noi non abbiamo mai avuto problemi di sicurezza.
E ora veniamo alla prima nota dolente della vacanza: l’hotel di Cancún prenotato dall’Italia. Dopo varie ricerche abbiamo optato per l’Hotel Suites Caribe Internacional ) perché consigliato dalla Lonely Planet, non troppo lontano dalla stazione e con un prezzo ragionevole. È un posto che però sconsigliamo a tutti. Intanto è rumoroso (è vicino ad un night club), brutto, decadente e neanche tanto pulito e poi, oltre a chiederci il pagamento anticipato, ci hanno fatto pagare di più di quello che avevamo pattuito via email. Come? È semplicissimo… Per email ci hanno dato un prezzo in US$ (45US$ per la doppia) e al momento del pagamento ci hanno applicato un tasso di cambio molto sfavorevole, per cui alla fine abbiamo pagato 50US$. Lo so, è una sciocchezza, ma dopo 16 ore di viaggio non è un buon “benvenuto”! È più che altro una questione di principio… Comunque, un altro consiglio: fatevi sempre dare i prezzi in valuta locale, così non dovreste avere problemi! In ogni caso, seppur un po’ depressi dalla stanza di albergo, decidiamo di farci una doccia e uscire: in fondo siamo in Messico e la nostra avventura è appena cominciata… Non ci faremo certo scoraggiare per così poco! Nonostante la stanchezza e il sonno terribili decidiamo di andare a cenare al famoso ristorante La Parrilla, consigliato sia dalla Lonely Planet, sia da altri viaggiatori. Il locale sembra molto turistico (ci sono anche i Mariachis), ma il cibo è ottimo. Prendiamo una Piña Colada, una birra e delle squisite fajitas (374 pesos in 2, mancia inclusa). Una delle cene messicane migliori. E così, stanchi ma soddisfatti, facciamo ritorno al nostro amato albergo… E, nonostante la musica e il rumore del condizionatore, crolliamo in fretta. 25/09 – Cancún-Chichén Itzá-Mérida Ovviamente, grazie al fuso orario, alle 6 siamo già svegli. Decidiamo così di uscire per fare una bella colazione, visto che non sappiamo se oggi riusciremo a pranzare. Leggendo la Lonely Planet notiamo che il tanto rinomato 100% Natural è proprio di fronte all’hotel e quindi decidiamo di andare lì. Ottima scelta!! Mangiamo veramente bene: due giganteschi pancakes integrali con sciroppo d’acero e due meravigliosi succhi di frutta tropicale, per un totale di 160 pesos. A questo punto non ci resta che fare provviste d’acqua (carissima ovunque… Circa 1 US$ per una bottiglia da 1,5 litri), prendere un taxi e andare alla stazione. Qui vorrei spendere 2 parole in favore delle stazioni degli autobus messicane… Sono impeccabili! Inoltre, in quelle più grandi lasci i tuoi bagagli ad uno sportello dove vengono etichettati e poi portati sui bus e riconsegnati una volta arrivati a destinazione. In tutte le stazioni poi fanno comunque il check in e ti consegnano una ricevuta… Quindi si può stare veramente tranquilli. Devo dire che i Messicani sono piuttosto efficienti. Alle 9 in punto partiamo così alla volta di Chichén Itzá dove arriviamo intorno a mezzogiorno. L’ingresso al sito costa 88 pesos (+30 pesos per la telecamera… Permesso che vale 1 giorno intero, indipendentemente dal numero di siti visitati, cosa che ci sarà molto utile nei giorni in cui visiteremo diversi siti! In più, per tutti gli interessati, al sito esiste un deposito bagagli gratuito!). La prima cosa che si vede entrando è il famosissimo Castillo… Niente male come impatto! Il sito è bellissimo e se non fosse per il caldo soffocante e per le orde di turisti che arrivano dai vari resorts, sarebbe ancora meglio! Ci sono molti altri edifici da vedere oltre al Castillo… Il campo per il gioco della palla, il tempio delle colonne… Ma quello che ci colpisce di più è l’osservatorio. Comunque… Dopo aver girato tutto il sito, alle 17 prendiamo il nostro autobus con destinazione Mérida. Una volta arrivati in città andiamo alla stazione di seconda classe per prendere i biglietti per il giorno dopo. La meta è la Ruta Puuc e riusciamo a trovare il famoso autobus della ATS che ferma in tutti i siti (113 pesos a testa). Poi prendiamo un taxi (15 pesos) e ci facciamo portare al mitico Dolores Alba (www.Doloresalba.Com, 440 pesos per una doppia)… Indimenticabile e pulitissimo! Una volta in camera però… Sorpresa… Dov’è la macchina fotografica?? Era nel mio zaino! Non può essere scomparsa! Eppure non c’è più… OH NOOOO! Deve essere caduta in autobus quando ho preso l’acqua! Non c’è altra spiegazione! PANICO! E adesso?? È il primo giorno di vacanza e già perdiamo la macchina fotografica (che tra l’altro è nuova!)?? Ci precipitiamo fuori dalla stanza e andiamo alla reception, senza avere ben chiaro che fare. Clint spiega alla gentilissima signora che ci aveva accolto 5 minuti prima l’accaduto, mentre io cammino nervosamente su e giù per il cortile. Lei si attacca al telefono… Chiama la stazione e spiega quello che è successo a chi ha risposto. Le diamo tutti i dettagli, orario del bus, origine, numero di posto… Ci dice che qualcuno andrà a controllare sull’autobus che, fortunatamente, per quel giorno aveva finito le corse. Dopo 10, per noi interminabili, minuti le dicono che sull’autobus non c’è niente. Noi però ancora non ci arrendiamo e decidiamo di andare di persona. Deve essere lì… A meno che qualcuno non l’abbia vista e se la sia presa… Così saltiamo su un altro taxi e via verso la stazione! Ora, vorrei dire che le persone che abbiamo incontrato sono state fantastiche e hanno fatto l’impossibile per aiutarci (compreso un addetto alla sicurezza). Dopo avere parlato con diversa gente, abbiamo trovato il capo (la capa…) del personale che, alla fine, ha acconsentito a farci salire di persona sull’autobus. La macchina (piccola) era in una custodia nera e pensavamo che forse potesse essere finita sotto i sedili… Alla fine siamo saliti e ci siamo diretti immediatamente verso i nostri posti… Ma niente… Non c’era. Per fortuna ho un’illuminazione… Dietro di me, chi c’era??? Ma sì, una signora giapponese, ecco chi! Figurati se si prende la nostra macchina (lei ne aveva una megagalattica!)!!!! Nessun altro poteva aver visto/sentito la macchina cadere a terra perché c’era un bambino che urlava come un matto… E poi, prima il bus era pieno di spazzatura, mentre adesso si potrebbe mangiare sul pavimento da quanto è pulito… AH HA! L’unica spiegazione logica è: “chi ha fatto le pulizie DEVE saperne qualcosa!”. Così la capa ha chiamato la signora delle pulizie (che precedentemente aveva detto di non saperne niente) che, forse vedendoci “disperati” o forse temendo ripercussioni per il posto di lavoro visto che noi sembravamo sicuri del fatto che lei dovesse quanto meno sapere QUALCOSA, ci ha detto che effettivamente sì, aveva trovato una custodia nera facendo le pulizie, ma che non la aveva aperta, quindi non sapeva cosa ci fosse, e che l’aveva tenuta da parte… SOSPIRONE DI SOLLIEVO: l’abbiamo trovata! Quasi non ci crediamo… Dalla felicità abbraccio la signora della pulizie e non la finisco più di ringraziarla, mentre Clint le dà dei soldi come “ricompensa”. In fondo, poteva sempre tenersela e venderla… Siamo così sollevati… Ringraziamo tutti mille volte con la nostra macchina tra le mani… Solo a quel punto ci rendiamo conto che sono le 21:30 passate e che stiamo morendo di fame (avendo tra l’altro saltato il pranzo). Così, su consiglio della Lonely, ci facciamo portare direttamente a Los Almendros dove non c’è quasi nessuno… Effettivamente è un po’ tardi e dopo 2 canzoni i Mariachis staccano, ma noi abbiamo fameeeee. I camerieri però sono gentilissimi, così come il proprietario (che alla fine della cena, per simpatia e per tutti i complimenti che gli abbiamo fatto, ci ha regalato un Menu!). Dopo due margaritas ordiniamo… Io prendo la specialità del posto: il Poc Chuc (fettine di maiale alla griglia con una salsa fatta con pomodori, cipolle e arance amare), mentre Clint opta per la Cochinita Pibil (maiale marinato con “recado rojo”, avvolto in una foglia di banano e cotto al forno). Cibo squisito (quello di Clint è eccellente!), per 300 pesos. Ma ora siamo veramente esausti… Così torniamo in albergo e, dopo aver ringraziato la receptionist e averle brevemente raccontato cos’era successo in stazione, ci fiondiamo a letto.
26/09 – Mérida-Campeche Anche oggi ci svegliamo presto. Facciamo colazione in hotel e, dopo aver lasciato i bagagli in custodia alla reception, andiamo alla stazione di seconda classe per prendere il bus per la Ruta Puuc che parte alle 8. Chi prende questo autobus della ATS ha due possibilità: può scegliere di visitare 5 siti (Labná 30 pesos p/p, Xlapac 24 pesos p/p, Sayil 30 pesos p/p, Kabah 38 pesos p/p e Uxmal 38 pesos p/p + 30 per il permesso giornaliero per la videocamera), oppure passare la mattina (fino alle 14:30) ad Uxmal. Noi abbiamo scelto la prima opzione perché essendo appassionati di archeologia volevamo esplorare anche i siti meno conosciuti. In effetti è stata una bellissima esperienza… C’eravamo solo noi del bus (circa 15 persone) e i siti, anche se piccoli, erano immersi nella giungla. Tutti, tranne forse Xlapac, erano anche architettonicamente interessanti. Il bus ferma per circa 30 minuti in ogni sito (che sono sufficienti per vedere i monumenti principali), tranne a Uxmal, dove si ferma per 1h30. Un consiglio a chiunque decida di recarsi in questi posti: mettete pantaloni corti o arrotolateli e magari calze scure perché la terra è rossa e macchia! Uxmal è ovviamente molto diverso… È imponente e, anche dopo aver visto altri siti “maggiori” (come Copán e Tikal), è quello che ci ha colpito maggiormente in assoluto. La piramide dell’Adivino è stupenda… Così come il Palazzo e il Cuadrangulo de las Monjas! È sicuramente il sito meglio conservato. L’unico neo è stato arrivarci alle 13… E cercare di vedere il più possibile in un 1h30 sotto un sole muy caliente non è stato facile! Ma per lo meno con un tempo tanto bello le foto e il video sono venuti proprio bene! Alle 14:30 riprendiamo il bus e alle 16 siamo a Mérida. Torniamo in hotel a prendere le valigie e poi saltiamo su un altro autobus per Campeche (ADO 94 pesos)… Che giornatina!! Arriviamo in città che è già buio e, in taxi, andiamo all’hotel che avevamo prenotato via email: il Francis Drake (www.Hotelfrancisdrake.Com). L’albergo è bellissimo e in stile coloniale… La camera poi è pulitissima e il bagno enorme… Il tutto per 495 pesos per doppia. Dopo una doccia ristoratrice, usciamo per andare a cenare. Decidiamo di seguire il consiglio di altri viaggiatori e andiamo all’Iguana Azul, ma rimaniamo molto delusi… È vero che la specialità del luogo sono camarones de coco e noi non mangiamo gamberi, ma le fajitas che prendiamo sono fredde e insipide e non c’è grande possibilità di scelta nel menu… Oltretutto il servizio è molto lento (pur essendo il locale quasi vuoto) e scadente. Alla fine paghiamo 338 pesos (per 2 cocktails e le fajitas) e torniamo in albergo molto delusi… Non avevano nemmeno il famigerato “pan de cazon”. 27/09 – Campeche-Palenque Oggi sarà una giornata di “trasferimento”… Abbiamo preso i biglietti dell’autobus per Palenque (ADO 181 pesos) che parte alle 11 e ci aspettano 6 ore di viaggio. Prima però facciamo un giro per Campeche, città carinissima. Tutte case basse e colorate e un lungomare molto bello. Anche la Cattedrale e la Piazza Principale meritano una visita. È una città molto interessante e siamo molto contenti di averla inserita nell’itinerario che inizialmente non la prevedeva! Ne approfittiamo anche per fare colazione in un ristorante vicino alla Piazza Principale, il Mangazo (uova strapazzate con tortillas, caffè e succo di frutta per 112 pesos in due), dove avevano anche il Pan de Cazon e vari piatti caratteristici… Insomma, se fossimo venuti qui ieri sera… Dopo aver fatto un po’ di spesa per un pranzo al sacco da fare in autobus, andiamo alla stazione.
Il viaggio è lungo, quasi interminabile, ma la strada è buona e passo tutto il tempo a guardare fuori dal finestrino come cambia il paesaggio. Dopo pochi chilometri siamo su una strada che costeggia un mare trasparente e calmo come una laguna… Siamo a Champotón. Poi ci addentriamo nella campagna messicana, attraversando numerosi villaggi, molto poveri, dove galline, tacchini e maialini gironzolano liberi per le strade. Passiamo per Escárcega, per lo Stato del Tabasco e per Emiliano Zapata, all’ingresso di cui troneggia una statua di Zapata a cavallo. Abbiamo visto molti ranchos e i rispettivi rancheros a cavallo, con i tipici cappelli da cowboys, che controllavano le mandrie. E poi alla fine arriviamo a Palenque… Sono le 17 passate! Andiamo subito in albergo, il Maya Tulipanes (www.Mayatulipanes.Com.Mx) che si trova nella zona turistica della Cañada, vicino alla Cabeza Maya e non lontano dalla stazione. L’albergo è proprio bello e ha anche la piscina (550 pesos per una doppia)… È un po’ caro, ma ci staremo 2 notti e volevamo concederci un po’ di “lusso”. Dopo una bella doccia usciamo intenzionati a prenotare la gita del giorno dopo per Yaxchilán e Bonampak. Non prenotatela in hotel perché costa troppo. Una dritta su questa gita: sono molte le agenzie/hotel che offrono questo servizio, ma in realtà l’unica agenzia che organizza realmente la gita è la Kukulkan (ha un ufficio vicino alla stazione) e se prenotate direttamente con loro risparmiate molto (il prezzo della Kukulkan è di 500 pesos a testa, mentre le altre agenzie chiedono tra i 550 e i 700 pesos… I prezzi includono trasporto, colazione e pranzo, ma non ingressi e guide. Inoltre portatevi molta acqua perché, anche se dicono che la portano loro, la danno solo a pranzo!!!). Torniamo in hotel per fare il bucato e verso le 19:30 usciamo per la cena. Stavolta abbiamo chiesto a gente locale di indicarci un buon ristorante… Ci dicono di andare a “La Selva” (www.Laselvarestaurante.Com.Mx) e effettivamente si mangia proprio bene! Prendiamo due piñacoladas e ci portano nachos e crackers e delle salsine buonissime. Per cena Clint prende un ottimo filetto e io le enchiladas suizas (le migliori mai mangiate), il tutto per 310 pesos! E poi i camerieri sono gentilissimi. Oggi sì che siamo soddisfatti… In realtà rimarrà il migliore ristorante di cucina locale da noi provato in Messico! E così andiamo a dormire, mentre fuori infuria un temporale terribile con tuoni tremendi… Speriamo smetta presto perché domani alle 6 si parte per Yaxchilán e Bonampak! 28/09 – Palenque Alle 5 siamo già in piedi… Fuori è buio pesto e pioviggina quando usciamo e alle 6 in punto arriva il minivan con il nostro autista! Wow, siamo i primi! Almeno così possiamo scegliere i posti più comodi visto che l’autista ci dice che saremo in 15!!!!! Dopo aver girato praticamente tutti gli alberghi di Palenque e dintorni e avere caricato tutti, alle 7:15 finalmente si parte, destinazione Yaxchilán via Frontera Corozal per lasciare chi va a Bethel, in Guatemala. Il viaggio è lungo, ma molto interessante… Siamo in Chiapas e ci addentriamo sempre più nei territori degli indigeni. I villaggi sono sempre più poveri e si vede molta gente che cammina sul ciglio della strada portando pesanti carichi sulla schiena e i bambini che vanno a scuola, quelli più fortunati, fanno parecchi chilometri a piedi per raggiungere quella più vicina. Anche qui gli animali girano tranquilli per le strade… Inoltre incontriamo parecchi posti di blocco dell’esercito… Unico segno tangibile che la situazione, in apparenza calma, non lo è ancora. Ci fermiamo in un ristorantino sulla strada per fare colazione… Come al solito prendiamo uova, banane fritte e caffè. C’è anche la frutta, ma è già sbucciata e anche se il luogo è pulito (il bagno soprattutto), non vogliamo rischiare di essere colpiti dalla maledizione di Moctezuma… Quindi niente!!! Arriviamo a Frontera Corozal (dove, non abbiamo capito bene perché, bisogna pagare 10 pesos p/p) e, dopo aver lasciato i ragazzi diretti in Guatemala, andiamo a prendere le lance che ci porteranno a Yaxchilán dopo un’ora di navigazione sull’Usumacinta. Il fiume fa da frontiera, quindi da un lato c’è il Messico e dall’altro il Guatemala… E su entrambe le sponde la Selva Lacandona! A noi questa giornata è piaciuta moltissimo ed è stata una delle esperienze più belle di tutto il viaggio! Il sito (33 pesos a testa più 30 per la videocamera) è molto emozionante e completamente immerso nella giungla. Sugli alberi vediamo un’infinità di scimmie urlatrici (le cui grida sono terrorizzanti!!!). Inoltre per accedere alla piazza principale siamo dovuti passare attraverso un palazzo (una delle rovine) completamente al buio e infestato da pipistrelli!!!! Dopo un paio d’ore risaliamo sulle lance e ci fermiamo a pranzare con i nostri compagni di viaggio (una coppia di messicani di mezza età, una ragazza americana e un ragazzo spagnolo) in una specie di baracca a Frontera Corozal. Il posto è bruttino, ma dal tavolo si vede la cucina e sembra pulita, quindi ci fidiamo. Abbiamo mangiato una zuppa di verdure, pollo, riso, tortillas e ananas. Poi saltiamo sul minivan per andare a Bonampak (33 pesos a testa), che non è affatto male. Si trova nel territorio degli indios lacandoni ed è il sito con gli affreschi meglio conservati di tutti (molto belli)… Per arrivarci saliamo su dei vecchi pullmini Volkswagen per fare gli ultimi chilometri all’interno della riserva dei Lacandoni. Ci rimaniamo 1h30, tempo più che sufficiente per vedere bene gli affreschi e i monumenti principali. Sulla strada di ritorno verso Palenque assistiamo anche ad uno strano fenomeno: le nuvole si sono colorate come un arcobaleno! Una meraviglia! Torniamo in hotel intorno alle 19 e dopo una doccia veloce andiamo di nuovo a cena a “La Selva”. Anche stasera iniziamo con un paio di cocktails, nachos e salsine… Proseguiamo con enchiladas suizas (Clint) e chilaquiles (molto simile a dire il vero alle enchiladas suizas) per me. Stavolta però abbiamo voglia anche di dolce… Così optiamo per le crêpes con cajeta, che poi sarebbe una salsa mou. Ottima cena. Il tutto per 311 pesos!!! Ma ora a nanna che domani ci aspetta un’altra giornata impegnativa! 29/09 – Palenque-San Cristóbal Anche oggi ci svegliamo presto… Abbiamo l’autobus per San Cristóbal alle 14:30 (Cristobal Colon, 96 pesos p/p), ma prima vogliamo visitare il sito di Palenque (38 pesos a testa più 30 per la videocamera). Prendiamo un colectivo che per 7 pesos a testa ci porta all’entrata superiore del sito. Sono le 7:50 ed è ancora chiuso… Dobbiamo aspettare le 8, ma poi siamo i primi ad entrare e per 5 minuti abbiamo tutta Palenque per noi… Bella sensazione! È molto bello, peccato però che non si possa più salire sul Templo de las Inscripciones e che per vedere la tomba di Pakal ci voglia un permesso speciale (che pare sia disponibile solo nel pomeriggio!)… Ci “consoliamo” con gli altri edifici: il Palazzo (bellissimo) e, soprattutto, il Grupo de la Cruz… Dal Templo de la Cruz si vede un panorama mozzafiato della Piazza Principale! Un’altra caratteristica di Palenque sono le numerose cascate all’interno della giungla… Uno spettacolo! Così come i gruppi minori… Sembra di essere soli nel mezzo della selva, una sensazione bellissima! Comunque, sarà che camminiamo in fretta o che ormai siamo “esperti” di siti, per le 11 abbiamo visto tutto!!! Dopo un giro al museo, prendiamo un colectivo che ci riporta in città e poi andiamo in albergo dove decidiamo di pranzare visto le 5 ore di autobus che ci aspettano. Prendiamo delle quesadillas buonissime, enchiladas per Clint e tacos con avocado, manzo e lattuga per me (la mia rovina, come svelerò più avanti!)… Tutto per 200 pesos. A questo punto, con lo stomaco pieno, siamo pronti ad affrontare quello che si rivelerà il peggior viaggio in autobus di tutta la mia vita… 5 lunghe ore di strada terribile (ci saranno 5000 curve!!!!!) che ho passato completamente immobile e con gli occhi chiusi, cercando di controllare lo stomaco!!! Ma appena siamo arrivati ho dimenticato tutto perché San Cristóbal è bellissima, tutta in stile coloniale e piena di vita, con un ambiente internazionale! Sicuramente la città che ci è piaciuta di più in assoluto! Ci sono molti turisti, ma rimane comunque vera. E poi che dire del clima e della meravigliosa aria fresca che si nota subito venendo dal caldo torrenziale di Palenque?? Il nostro albergo poi è proprio carino. Siamo stati 3 notti all’Hotel Posada El Paraiso (http://www.Geocities.Com/hparaisosc/) che si trova a 10 metri dalla Piazza della Cattedrale e dove alloggiamo in un una camera doppia con soppalco e terzo letto per 480 pesos! L’albergo ha anche un bel patio e un giardino di inverno dove ci si può sedere a fare 2 chiacchiere o a leggere. Inoltre c’è anche un ristorante che purtroppo scopriremo solo l’ultimo giorno… Il proprietario è svizzero (la moglie però è messicana) e la cucina è sia locale che europea. Come al solito arriviamo all’ora di cena, quindi ci tocca decidere dove andare. Scegliamo il famoso Emiliano’s Moustache, dove io prendo uno dei tanto rinomati filetes, mentre Clint prende l’Emiliano Especial… Piatto misto di carne, salsiccia, bacon, salame, formaggio, peperoni e altro… Una cosetta proprio leggera! Ma molto buona, sicuramente meglio del filete che è piuttosto insipido pur avendo una salsa di pomodoro e cipolle. Prendiamo anche il dolce: platanos fritos con rompope, ovvero banane fritte con un liquore locale. Molto buone. Paghiamo i 219 pesos e poi andiamo a nanna.
30/09 – San Cristóbal Ma che meraviglia… Erano anni che sognavo di venire in questa città e devo dire che la realtà per una volta supera la fantasia… Questo posto è più bello di come me lo potessi immaginare. Non è solo una questione di architettura o monumenti… È qualcosa di indescrivibile, una sensazione di pienezza che si respira nell’aria. L’atmosfera è frizzante, viva… Sembra sempre in evoluzione. Ci sono molti giovani, molti zapa-turisti e internet café, e poi gli indigeni… Oggi poi c’è un sole meraviglioso! Insomma sono proprio felice. ma… Oggi comincia quella che per me diventerà una costante per il resto del viaggio… È arrivata la maledizione! Ma non è nulla di forte e forse per questo diventerà praticamente cronica!!! Per fortuna mi succede solo la mattina, quindi dopo i primi due giorni di imodium decido di smettere e tenermi il dolore. Non riesco a capire cosa ho fatto per essere colpita perché sono stata veramente molto attenta e tra l’altro io ho solitamente uno stomaco di ferro e non ho mai avuto problemi simili anche in altri Paesi “a rischio” come l’India o Cuba! L’unica cosa che mi viene in mente è la lattuga dei tacos del Maya Tulipanes!!!! Mannaggia a me!!! Comunque non mi lascio scoraggiare e usciamo presto per fare colazione. Troviamo un ristorantino, il Plaza Real, con i tavoli nel patio… Molto romantico ed economico visto che per 71 pesos mangiamo uova, tortillas, caffè e succo d’arancia fresco. Poi andiamo in piazza della Cattedrale per incontrare i famosi Alex e Raul (chamul@hotmail.Com o alexyraultours@yahoo.Com.Mx) che alle 9:30 organizzano il tour per i villaggi indigeni di San Juan Chamula e Zinacantan (e anche per altri villaggi… Basta chiedere). Paghiamo 250 pesos in due (pagati alla fine della visita) e scegliamo il tour in inglese visto che Clint non sa bene lo spagnolo. La nostra guida si chiama Sandra ed è veramente brava! Tra l’altro, proprio in questa occasione, facciamo amicizia con una ragazza inglese, Tracy, e con una coppia di Rumeni che vive in Germania, Christian e Christina… Gli unici 3 partecipanti di un tour di Gap (viaggi di avventura) che incontreremo spesso durante le 3 settimane, visto che i nostri itinerari sono molto simili! Gente molto simpatica con cui ci siamo divertiti parecchio, con cui speriamo di rimanere in contatto. Tra l’altro scopriamo che alloggiano alla Posada El Paraiso! Chamula è sicuramente il più interessante dei 2 villaggi visto che gli abitanti sono molto tradizionalisti e conservano la loro cultura maya. La guida ci dice che qui esiste ancora la poligamia… Abbiamo visitato il cimitero, dove gli abitanti vanno a mangiare e bere perché per loro chi muore diventa un tramite tra i vivi e le divinità… Per questo rimangono in stretto contatto con i morti. Le croci sono di diverso colore e indicano sesso e età dei defunti. Siamo anche stati all’interno di una casa che i membri delle confraternite affittano per organizzare le varie feste religiose. La chiesa poi è incredibile: da fuori sembra una normale chiesa cattolica, ma appena si entra… È tutto buio e c’è solo la luce di centinaia di candele. Non ci sono panche o sedie, ma il pavimento è cosparso di aghi di pino. La gente è seduta per terra e prega in lingua maya accendendo candele di diverso colore a seconda di ciò per cui sta pregando. Ci sono anche molti sciamani che fanno vari rituali con uova, galline, alcool… Mentre eravamo lì uno di loro ha anche sacrificato una gallina tirandole il collo…! Pregano sia i santi cattolici che le divinità maya… So che può sembrare strano, ma è tutto vero, non è qualcosa fatta per i turisti (in seguito vedremo le stesse identiche cose nei villaggi indigeni degli altipiani in Guatemala dove noi saremo i SOLI turisti!). Da qui comincia il “problema” foto che ci seguirà fino ad Antigua. Gli indigeni non amano farsi fotografare perché ritengono che la foto rubi loro l’anima, il nahual, che poi è rappresentato da un animale (ognuno ha un nahual particolare e solo gli sciamani sanno quale sia l’animale totemico di questo nahual, almeno finché gli indigeni raggiungono la maggiore età). Per questo bisogna stare attenti alle inquadrature e non fare primi piani, perché qualcuno se la può prendere molto. Noi non abbiamo avuto problemi, anche se devo ammettere di aver “rubato” qualche immagine senza farmi vedere. Non l’ho fatto per mancanza di rispetto… Più che altro per riuscire a spiegare quello che ho visto a chi non c’era, dato che non è facile descrivere questi volti e questi occhi così espressivi e questi costumi così colorati… E poi in realtà a qualcuno ho chiesto il permesso. A Zinacantan siamo stati nella casa di alcune tessitrici per vedere come lavorano e come preparano quelle coperte e tovaglie meravigliose che poi vendono. Ho anche ripreso con la telecamera le bambine della famiglia mentre giocavano e quando ho fatto loro vedere il video non la finivano più di ridere e di sorprendersi nel vedersi muovere nello schermo! Non dimenticheremo mai le loro espressioni in quel momento! Peccato non aver potuto riprendere anche la loro reazione! Verso le 15 siamo tornati a San Cristóbal e siamo andati subito al mercato dell’artigianato di Santo Domingo, saltando il pranzo. Qui abbiamo cominciato il nostro shopping… Un paio di consigli… Non tutto quello che si trova a San Cristóbal si trova anche in Guatemala (soprattutto i tessuti con i grandi fiori ricamati), quindi se vedete qualcosa che vi piace compratela e non aspettate, perché potreste non trovarla più. Poi, ovviamente, contrattate sul prezzo e girate varie bancarelle prima di comprare, vedrete che farete dei buoni affari. Anzi… Noi ci siamo trovati meglio a San Cristóbal che a Chichicastenango: è più facile contrattare e i prezzi sono migliori. In effetti, secondo noi il Messico è meno caro del Guatemala, opinione che però sappiamo non essere condivisa da molti… Sarà… Torniamo in albergo carichi e ritroviamo i nostri nuovi amici. Ci sediamo nel patio a chiacchierare e ci mettiamo d’accordo per andare a cena insieme. Andiamo da Emiliano’s e stavolta prendiamo tutti l’Emiliano Especial e le banane fritte al rompope (215 pesos in due). E dopo una piacevole chiacchierata, ci diamo appuntamento lungo il percorso (i nostri amici partono domani per Panajachel) e si va a dormire.
01/10 – San Cristóbal Il programma di oggi prevede la visita al Canyon del Sumidero. Io a dire la verità non ho molta voglia di andare: sono un po’ preoccupata dalla strada che dicono essere piena di curve, e poi preferirei vedere qualche altro villaggio indigeno… Ma Clint insiste, quindi alla fine, un po’ a malincuore, cedo. Facciamo un’ottima colazione nel ristorante dell’hotel (su consiglio dei nostri amici), che è un po’ caro per gli standard di San Cristóbal (ha prezzi più simili a Cancún), ma vale tutti i soldi spesi.
A questo punto prendiamo un taxi per la stazione dei bus, vicino cui si prendono i colectivos per l’imbarcadero Cahuaré (85 pesos p/p). Prenderne uno non è tanto facile perché, appena arriva, tutte le persone in attesa ci si fiondano dentro e si riempiono in 1 secondo! Tra l’altro noi dobbiamo sempre chiedere se ci possono lasciare a Cahuaré… Insomma, dobbiamo farne passare una decina, ma alla fine ce la facciamo. La strada è tutta curve, ma mi consola il fatto che stavolta il viaggio dura meno di 1 ora e non 5!!! Alle 10, infatti, siamo già all’embarcadero e ci “imbarchiamo” su una lancia con altri turisti per fare il giro del Canyon da cui si sono gettati gli indigeni per non essere sottomessi dagli Spagnoli. Il panorama non è male… Sembra si essere in uno dei fiordi norvegesi visto che in certi punti lo strapiombo è notevole… Vediamo molti uccelli (soprattutto avvoltoi, cormorani e pellicani), alcuni coccodrilli, cascate (tra cui il bell’Albero di Natale) e grotte. Alla fine si arriva alla grande diga che rifornisce d’acqua e corrente elettrica gran parte della Nazione. Ma io non vedo l’ora di tornare nella fresca San Cristóbal… Per farlo ci dirigiamo verso la statale da dove siamo arrivati e per poco due tizi non ci caricano su un pick up! Io però mi rifiuto… Poi arriva una famiglia di Spagnoli che rifiuta il passaggio per tutti in maniera tassativa, così i 2 se ne vanno. Aspettiamo a lungo e alla fine, proprio quando pensavamo di dovercene andare a Tuxtla a prendere l’autobus, arriva un bus di seconda classe per San Cristóbal. Saliamo con la famiglia di Spagnoli e il padre non la smette più di parlare… io con la scusa di star male per le curve mi chiudo gli occhi e buona notte… Dopo un’ora eccoci di nuovo a San Cristóbal. Decidiamo di andare a mangiare qualcosa dal solito Emiliano che però stavolta ci stra delude! Io ordino le enchiladas suizas e dopo più di un’ora di attesa mi vedo arrivare una roba strana… E schifosissima!!!!! Non riesco proprio a mandarla giù… E io non sono tipo da far storie per il mangiare! Così, ci dividiamo l’Especial di Clint. Che nervi… Tra l’altro ci hanno fatto perdere un sacco di tempo che avremmo potuto passare in giro per la città, visto che domani mattina andiamo via… E già ci viene la nostalgia! Andiamo di nuovo al mercato per comprare quello che ancora non abbiamo preso e poi facciamo un giro per le strade, così senza meta. Abbiamo visto molti indigeni che si fermavano dietro di noi quando facevamo le foto con la macchina digitale per vedere l’immagine sul LCD… Rimanevano sorpresi quando capivano che quella che vedevano in tempo reale era già la foto finale… Non avevano mai visto una macchina digitale! Mandiamo un paio di emails a casa (qui non costa quasi niente… 10 pesos all’ora!) e, dopo l’ultimo giro, andiamo in albergo a fare le valige. Con tutta la roba che abbiamo comprato, ci tocca tirare fuori la valigia in più che avevamo portato vuota! Dopo una bella doccia e un salto alla Cattedrale per fare un paio di foto notturne, decidiamo di cenare al ristorante dell’hotel, che ci era stato tanto raccomandato dai nostri amici. È un po’ caro… Parecchio caro per San Cristóbal, ma in fondo a pranzo non abbiamo quasi mangiato e vogliamo trattarci bene. E poi è la nostra ultima cena nel vero Messico… Si deve pur festeggiare! Per iniziare prendiamo un cockail: Clint un Margarita GIGANTE e io un Mosquito (con Kaluha), il tutto accompagnato da noccioline e ottimi nachos con guacamole. E poi decidiamo di fare una cosa che solitamente non facciamo… Mangiare qualcosa di estraneo alla nazione in cui ci troviamo e prendiamo una specialità svizzera… La fonduta! Era davvero ottima… Uguale a quella che abbiamo mangiato a Zurigo! Costo totale della cena e della colazione della mattina: ben 500 pesos, ma ben spesi!!! Alla fine siamo così pieni che ce ne andiamo a letto ultra soddisfatti! Domani ci aspetta il Guatemala! 02/10 – San Cristóbal-Panajachel Il primo autobus che va da San Cristóbal a Ciudad Cuauhtemoc, al confine con La Mesilla in Guatemala, parte alle 6:45 (Cristobal Colon, 84 pesos p/p). Un consiglio… Fate questo biglietto il giorno stesso che arrivate in città: noi lo abbiamo fatto 3 giorni prima di partire e dopo di noi erano rimasti solo altri 2 posti disponibili!!! È una tratta molto richiesta… Questa volta la strada è buona e, dopo una breve sosta a Comitán, arriviamo a La Mesilla alle 10 in punto (9, ora del Guatemala). Dopo la dogana messicana, prendiamo il famoso taxi che ci porta fino al confine guatemalteco per 10 pesos a testa. Qui non si capisce nulla… Oggi è sabato ed è giorno di mercato a La Mesilla… La confusione è indescrivibile! Noi abbiamo appuntamento con l’autista di un servizio di trasporto che avevamo prenotato via email tramite l’albergo di Panajachel (60 US$ a testa compreso il tour di cui parlerò tra poco). Chiediamo in giro e per fortuna ce lo indicano! Gli altri turisti che erano sul bus con noi non trovano la dogana e se ne vanno… Per fortuna noi chiediamo all’autista che ce la indica… Non vogliamo avere problemi in uscita. Riempiamo i moduli e paghiamo 30 pesos a testa e così entriamo legalmente in Guatemala. E poi via, sul minivan prima verso Huehuetenango e poi, come pattuito, verso i villaggi indigeni di San Andres Xecul e Zunil. Sulla strada vediamo molte piante di caffè e il paesaggio è meraviglioso… Siamo sugli altipiani del Guatemala! Bellissimo… Montagne e strapiombi, villaggi colorati, cascate… A Xecul vediamo la famosa chiesa locale (tutta gialla e con la cupola multicolore)… È incredibile… Così naif… Siamo gli unici turisti e tutti in paese ci guardano… Che bella sensazione essere in un posto ancora così vero e ancora non contaminato dal turismo di massa! Ma la cosa più interessante deve ancora arrivare… L’autista ci ha portato nella parte alta del villaggio per vedere il panorama. Che meraviglia… Il villaggio è in una valle bellissima circondata da alte montagne! Da lì si vede bene la chiesa e anche i fili di lana e cotone stesi ad asciugare sulle terrazze delle case. A Xecul infatti le 2 occupazioni principali sono tingere lana e cotone e fare i musicisti (soprattutto dello strumento nazionale, la marimba). In quel punto poi c’è un’altra chiesa, quella del Calvario. L’autista ci spiega che in tutti i villaggi del Guatemala ci sono 2 chiese, quella principale e quella del Calvario che viene usata principalmente durante i riti della Semana Santa. Davanti a questa chiesa notiamo 3 croci di legno e mucchi di cenere fumante, resti di candele variopinte e di incenso… Riconosciamo gli “strumenti” dei riti maya che già avevamo visto in Chiapas e, effettivamente, l’autista conferma la nostra impressione. Gli abitanti del villaggio praticano ancora i loro antichi rituali. Proprio mentre parliamo arriva un signore anziano che si inginocchia davanti alle croci e comincia ad accendere candeline azzurre mentre prega… L’autista ci dice che sta pregando perché arrivi la pioggia!!!! E effettivamente il tempo dal giorno successivo purtroppo si guasterà… Pare che sti riti maya funzionino…! In seguito siamo andati alle terme di Fuentes Georginas (15 quetzales a testa) che, però, ci hanno un po’ deluso. La strada che si fa per arrivare è bellissima, perché le terme si trovano in cima ad una montagna attorno alla quale si vedono dei vulcani altissimi, dalla terra esce vapore e c’è un forte odore di zolfo nell’aria. I campi sono tutti coltivati a ortaggi. È un luogo molto particolare e suggestivo. Purtroppo però le terme sono in pessime condizioni e piuttosto sporche… Io non riesco nemmeno ad entrate nello spogliatoio delle donne perché è pieno di fango e quello degli uomini è allagato. Così io sono costretta a rinunciare al bagno… Cosa che in fondo non mi dispiace più di tanto visto che l’acqua è appena appena tiepida e l’aria quassù è freddina! Tra l’altro c’è solo una vasca non molto grande dove bagnarsi, insomma non è esattamente come ce lo aspettavamo. Clint però non si perde d’animo e, dopo essersi cambiato coprendosi con un asciugamano (che per fortuna c’eravamo portati dietro), si tuffa. Siamo gli unici turisti e i Guatemaltechi ci guardano un po’ incuriositi e ci sorridono in continuazione. Dopo 45 minuti decidiamo che ne abbiamo avuto abbastanza e ripartiamo con l’autista con destinazione Zunil, dove abbiamo visto Maximón, una divinità degli indigeni. Si tratta di un pupazzo a cui i fedeli offrono soldi, sigarette, alcool e candele e a cui si rivolgono per chiedere vari miracoli o favori. Per entrare però si paga (15Q p/p)! E anche per fotografie (10Q a foto) e video (20Q)… Anche qui abbiamo visto uno sciamano che faceva un rituale di purificazione ad un signore del posto. Il pupazzo viene tenuto in casa di un membro della confraternita per un anno e questa famiglia deve organizzare una grande festa in onore di Maximón… In ogni caso, abbiamo fatto un paio di conti con la guida e abbiamo capito che è comunque un buon affare… La famiglia non spende nemmeno metà di ciò che guadagna con le offerte!!!! L’atmosfera di questo villaggio è surreale. La chiesa è “normale”, non è caratteristica come quella di Xecul, ma si capisce che anche qui la gente è ancora molto legata alla cultura maya e che non si tratta di messinscene per turisti (anche qui tra l’altro siamo gli unici stranieri). Vediamo le donne negli orti e i bimbi che giocano per le strade… Qualcuno dei più piccoli ci osserva dai tetti delle case e ridacchia. L’ultima tappa della visita del villaggio è il cimitero… Molto simile a quello di Chamula. Anche qui ci sono resti di picnic e tombe di colori diversi a seconda del sesso e dell’età del defunto. Arriviamo al tramonto e la vista del cimitero con questa luce che diminuisce sempre più e il vulcano come sfondo fa una certa impressione… Ci sentiamo degli intrusi… Cosa ci fanno due turisti come noi in un luogo così spirituale? Così parliamo il meno possibile e anche quando facciamo domande all’autista-guida Gustavo, lo facciamo a bassa voce…
Dopo essere passati per Quetzaltenango e aver dato un’occhiata veloce alla piazza principale dove c’era una fiera, siamo arrivati a destinazione: Panajachel, sul Lago Atitlán. Sono quasi le 22 (che per noi sono le 23 visto che veniamo dal Messico)!!! Facciamo il check in in hotel: Posada de los Volcanes (http://www.Posadadelosvolcanes.Com, 40 US$ a notte da email, ma ci sono anche camere meno care). Il primo impatto con l’hotel e con il receptionist Francisco è positivo. La camera è all’ultimo piano e dà sul lago e sui vulcani e poi, anche se piccolina, è pulita e confortevole. Alla fine del soggiorno però dovremo ricrederci sull’onestà di Francisco e del proprietario Julio!!! Ma andiamo con ordine… Visto l’orario e il brontolio incessante delle nostre pance, decidiamo di cercare un luogo che sia ancora aperto per mettere qualcosa sotto i denti. L’hotel è alla fine della famosa Calle Santander, verso il lago, quindi decidiamo di rimanere sulla strada principale e di affidarci al caso. Alla fine entriamo da Orale, un ristorante messicano e ordiniamo due hamburgers con patate fritte (70 Q in due)… Siamo troppo stanchi per una cena elaborata. Mangiamo sulle note di Ramazzotti in spagnolo… Prenotiamo il trasporto in hotel per domani (Panajachel-Chichicastenango a/r per 7 US$ a testa), e poi a letto… Domani ci aspetta il famoso mercato di Chichi.
03/10 – Panajachel Oggi sveglia alle 7, perché alle 8 parte il minibus per Chichicastenango. In realtà durante la notte ci siamo svegliati parecchie volte a causa di un gallo che cantava ininterrottamente (pare sia una caratteristica di Pana!). Il viaggio è comodo e passiamo attraverso numerosi villaggi sugli altipiani. Uno è famoso per le mele che si coltivano… Ce ne sono migliaia! I vestiti degli indigeni sono così colorati… E diversi in ogni villaggio. Il paesaggio è come sempre bellissimo… Peccato che il tempo sia brutto (mannaggia al rito maya!!!). Arriviamo a Chichi alle 9 e cominciamo il giro nel mercato più famoso dell’America Centrale. Ci dirigiamo immediatamente verso la Chiesa di Santo Tomás. Sui gradini ci sono molti venditori, soprattutto di fiori… Entriamo e ci si ripresenta la stessa scena che avevamo già visto a Chamula: centinaia di candele e gente che prega in lingua maya. Però qui c’è anche la messa visto che oggi è domenica. C’è molta gente… E un fortissimo odore di incenso. Usciamo e aspettiamo sui gradini che la messa finisca… Un consiglio: non fatelo! Infatti ad un certo punto, prima che potessimo accorgercene, hanno fatto esplodere un petardo così vicino a noi da sentire lo spostamento d’aria e un rumore così assordante da farci pensare ad una bomba!!!! A questo ne sono seguiti molti altri (pare sia un’usanza)… Ma noi ci eravamo già spostati… All’uscita dalla messa abbiamo anche assistito ad uno spettacolo di marimba (lo strumento nazionale, simile ad uno xilofono). I gradini sono una postazione privilegiata per fare fotografie alle bancarelle e alle persone con i loro meravigliosi costumi colorati. Anche qui vale la solita regola: niente primi piani (o chiedete il permesso). Giriamo il mercato in lungo e in largo e, come accennato, lo troviamo più caro di quello di San Cristóbal. È anche più difficile contrattare… Sarà per il fatto che ci vengono centinaia di migliaia di turisti… Molti oggetti sono gli stessi del Chiapas e costano di più. Altri però sono tipici di qui, e noi compriamo proprio questi. Ci sono cose bellissime, come al solito soprattutto tessuti, coperte, arazzi… E poi la famosa miniatura del chicken bus, bellissimo, ma che ci costa ben 15Q!!! Verso mezzogiorno andiamo a pranzare all’Hotel Santo Tomás (72 Q per sandwiches e acqua), appena fuori il mercato. C’è un patio stupendo e anche qui dei musicisti suonano la marimba. E poi… Ritroviamo i nostri amici di Gap, anch’essi a pranzo lì! Così ci uniamo a loro e ci raccontiamo le rispettive avventure. Dopo pranzo però le nostre strade si dividono di nuovo: loro infatti proseguono per Antigua, mentre noi torniamo a Panajachel. Dopo un altro giretto al mercato e qualche ultimo acquisto torniamo al minibus e alle 14 ripartiamo per Pana. Purtroppo appena arrivati incomincia a diluviare, quindi il programma di andare a fare un giro in paese e sul lungolago salta… Ne approfittiamo però per riposarci… Sono giorni che non riusciamo a farlo e ne abbiamo veramente bisogno! Quando ci svegliamo, piove ancora… Così ci sediamo sul terrazzino a guardare il lago e il vulcano… Che meraviglia! Aspettiamo che spiova e usciamo per la cena. Stavolta abbiamo il tempo di girare un po’ di locali e di leggere i diversi menu. Alla fine scegliamo un ristorante un po’ più caro degli altri, ma che ci sembra molto romantico e con piatti interessanti. Il posto si chiama CasaBlanca ed è alla fine di Calle Santander. Cominciamo con un aperitivo: margarita per Clint e cucaracha per me (a base di Kaluha… Flambé). Poi prendiamo una bistecca con verdure e patate al forno, funghi trifolati e pane all’aglio… Tutto ottimo! Alla fine siamo così pieni che non prendiamo il dolce (290Q in due). Intanto fuori ha ripreso a piovere e ci bagniamo anche se abbiamo l’ombrello… Torniamo in hotel di corsa, dove prenotiamo il tour del lago (7 US$ a testa) e il trasferimento in minibus per Antigua (10 US$ p/p) per domani. Guardiamo un po’ di TV e poi a nanna.
04/10 – Panajachel-Antigua Stamattina c’è il sole. Quando abbiamo preso i biglietti per il tour del Lago, ci hanno detto che potevamo scegliere se partire alle 8:30 o alle 9:30. L’unica differenza sta nel fatto che andando dopo si sta un po’ meno tempo nei singoli villaggi. Noi siamo esausti dopo tanto peregrinare e decidiamo di partire alle 9:30 e di fare tutto con più calma. Tra l’altro dobbiamo finire di fare le valigie e pagare il conto dell’hotel, visto che il ritorno a Pana dal giro è previsto per le 15:30 e il minivan per Antigua parte alle 16:00! Decidiamo di andare a fare colazione e ci fermiamo da Orale, dove per 50Q prendiamo due colazioni (uova strapazzate con pane/tortillas, caffè e succo d’arancia). In realtà con la luce del sole questo posto ci fa una cattiva impressione. Il pane che ci portano ha un insetto nell’impasto e quando lo facciamo notare al cameriere, si scusa e se lo porta via. Quando torna dice di non averne più e si offre di portare delle tortillas. Accettiamo… Peccato che arrivino dopo 20 minuti, cioè quando le nostre uova erano già fredde!!! Oltretutto, dopo poco arrivano delle ragazze americane e il cameriere porta a loro il nostro ex pane!!! Evviva l’igiene! Ma le brutte sorprese della giornata non sono finite. Torniamo in hotel per fare il check out e notiamo un cartello che non avevamo mai notato i giorni passati… Anzi, giurerei quasi che quel cartello non fosse stato lì fino alla sera prima! C’è scritto che per chi paga con carta di credito c’è una soprattassa del 10%!!!! Ora, qui bisogna fare una premessa. Durante questo viaggio è capitato altre volte che pagando con carta di credito dovessimo pagare un po’ di più, ma solitamente ci si fermava a un massimo di 5%! Inoltre, tutti gli alberghi che avevamo prenotato e in cui era prevista questa soprattassa, ci avevano previamente informato tramite email. In questo caso, invece, sia il signor Julio che il furbo Francisco se ne erano “dimenticati”! Quando glielo abbiamo fatto notare e ci siamo lamentati, ci hanno detto che, per “venirci incontro”, potevano farci pagare “solo” il 7% in più!!!!!!!!!!!! A quel punto ci siamo sentiti ancora più presi per i fondelli… Tra l’altro, il conto finale era notevole perché includeva, oltre alle 2 notti, il trasporto da La Mesilla, il trasporto per Chichi a/r, il tour del Lago e il transfer ad Antigua! E il 10 (poi diventato 7%) in più si applicava a tutto… Inoltre anche qui i prezzi che ci avevano dato erano tutti in US$ e il conto andava pagato in quetzales… Altro tasso ultra sfavorevole e altri soldi extra che sono finiti nelle loro tasche! La nostra buona impressione iniziale si è così trasformata in una grossa delusione… Ci siamo sentiti veramente presi in giro e quasi “derubati”. Il fatto non era tanto il dover pagare in più, quanto il fatto di non essere stati avvertiti prima… Avremmo potuto prelevare più soldi dal bancomat e pagare in contanti!!! Quindi, ovviamente, sconsigliamo vivamente a chiunque si rechi a Pana di soggiornare alla Posada de los Volcanes! Ci sono molti altri alberghi, anche migliori e sicuramente più economici!!! Dopo questa prova di disonestà ce ne siamo andati con il morale un po’ abbattuto a fare il giro del Lago… Per fortuna che la vista dei tre vulcani (Atitlán, San Pedro e Tolimán) è così bella che ci rallegra il cuore! Un consiglio… Non prenotate il tour in hotel/agenzie… Basta andare al molo la mattina e cercare la cooperativa Santa Fé. Sono loro che organizzano i giri e risparmiate le varie commissioni (mi pare si facciano pagare 50Q p/p). Iniziamo la gita dirigendoci prima al villaggio di San Pedro la Laguna. Ci mettiamo quasi un’ora ad arrivare e il lago è bellissimo… Avremo scattato quasi 100 foto ai vulcani!!! San Pedro è famoso per via delle piantagioni di caffè e per la religiosità dei suoi abitanti. Saliamo fino al centro del paese e i muri di tutti gli edifici hanno scritte inneggianti a Gesù (tipo: “Dios te ama”, “Jesús es el Señor de San Pedro”…). Arriviamo al mercato e assistiamo anche al sermone di un predicatore di strada, che urla ai passanti di pregare e ringraziare Dio, mentre agita in aria la sua Bibbia, con fare quasi minaccioso!!! Dopo 40 minuti ripartiamo alla volta di Santiago Atitlán, il paese dove si trova un altro Maximón. Noi, avendolo già visto a Zunil, decidiamo di non andare a cercarlo e ci dirigiamo verso il centro. Arriviamo alla chiesa ed entriamo. All’interno c’è una lapide che racconta come il prete locale e molti uomini del villaggio siano stati uccisi tra gli anni 80 e 90, durante la guerra civile. Guardandoci intorno ci sembra quasi impossibile che questi luoghi abbiano conosciuto tanta violenza e tanta sofferenza solo qualche anno fa… Eppure è così. Fatichiamo un po’ a riprenderci e facciamo un altro giro. Prima di imbarcarci di nuovo per andare a visitare l’ultimo villaggio, decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa in un ristorantino del luogo. Per fare in fretta, visto che non abbiamo molto tempo, ordiniamo 2 hamburger con patate fritte e 2 coche (per un totale di 49Q). A questo punto siamo pronti per visitare anche San Antonio Palopó, famoso per le… Cipolle che vi si coltivano e per gli huipiles (casacche colorate) che le donne intessono. Questo è il posto più bello per fotografare i vulcani perché si vedono chiaramente tutti e tre. Passiamo il tempo che ci rimane a contrattare con una donna del posto che vuole venderci di tutto e ci insegue quasi fino alla barca… Era proprio simpatica! Alle 14:30 riprendiamo la lancia e torniamo a Pana dove arriviamo puntuali alle 15:30. Alle 16:00 siamo già sul minivan diretto ad Antigua. Dobbiamo però passare a prendere altre 10 persone e così lasciamo Pana solo verso le 17:15! Arriviamo ad Antigua che è già buio pesto… Saranno le 19:30 e per le strade non c’è molta gente. Per fortuna il minivan ci porta fin davanti all’hotel: Hotel Casa Capuchinas (www.Casacapuchinas.Com, 440Q a notte con colazione inclusa, ma sono certa che si possa pagare di meno… Provate a contrattare!), un bellissimo bed&breakfast, molto romantico. Da fuori non si vede nulla… C’è un portone chiuso a chiave e un citofono. Chiamiamo e ci viene ad aprire un signore anziano che, come scopriremo il giorno dopo, è il custode tutto fare dell’albergo. Dietro il portoncino di legno si apre un mondo… C’è un bellissimo giardino con delle costruzioni rosse a 2 piani sui 3 lati… Bellissimo! La nostra camera è una meraviglia: avevamo il caminetto e un balconcino con vista su uno dei vulcani della città e sulle rovine del convento delle Capuchinas! Chiediamo al custode se sia sicuro girare per strada di sera e lui ci dà una risposta che non ci rassicura molto… Ci dice, “fino alle 21:00, 21:30 non ci sono problemi… Dopo…”! Benone! Decidiamo di uscire subito per cenare… E ci accorgiamo di essere in una strada buia e di dover fare almeno un isolato nel buio più totale prima di raggiungere una strada illuminata! Piove e in giro non c’è nessuno… Non ci sentiamo affatto sicuri, impressione che abbiamo avuto anche la sera dopo… Probabilmente è solo una nostra sensazione visto che non abbiamo mai avuto problemi, ma ci siamo sempre sentiti più sicuri in Messico che in Guatemala. Decidiamo di non andare a vedere la Piazza della Cattedrale, ma di trovare subito un ristorante, rimandando le visite all’indomani. Andiamo a cena nel famoso La Fonda de la Calle Real (www.Lafondacallereal.Com), ristorante bellissimo e molto romantico, dove mangiamo ottimamente. Ci fanno sedere vicino al caminetto acceso e ceniamo al lume di candela, anche perché, per via della pioggia, la luce va e viene… Le pareti sono piene di scritte (detti e proverbi) e tappezzate di fotografie antiche… Sembra di stare in un romanzo di García Márquez (sensazione che dà tutta Antigua). Nel menù ci sono molti piatti tipici che varrebbe la pena assaggiare… Siamo molto indecisi, ma alla fine scegliamo la stessa cosa: la carne adobada con patate lesse. Si tratta di una fetta di carne di maiale marinata con spezie particolari e poi arrostita e servita con una salsa al coriandolo. Ottima. Prendiamo anche una birra e dell’acqua e, oggi, persino il dolce: 1 torrejas e 1 dulce de Anita. Il tutto per 222Q. Soddisfatti torniamo in albergo a passo spedito… Soprattutto nella parte buia… Tutto ok comunque. Apriamo il portoncino di legno e quando lo richiudiamo alle nostre spalle ci sentiamo a “casa”.
05/10 – Antigua Anche oggi la giornata inizia con il sole. Ci affacciamo dal nostro balconcino e ammiriamo il vulcano e le rovine del convento davanti a noi… Andiamo a fare la doccia… Ma c’è un problema… Non c’è acqua calda! Lasciamo scorrere l’acqua per un quarto d’ora e niente. Andiamo a chiedere, ma non riescono a risolvere il problema… Ci dicono che il nostro scaldabagno è nella camera sotto alla nostra e che la coppia che la occupa sta ancora dormendo, quindi non possono fare nulla. Però ci danno le chiavi di un’altra stanza e ci dicono che possiamo usare quella per farci una doccia calda. Perfetto. Così, dopo la nostra doccia, andiamo a fare colazione nella camera comune e incontriamo una coppia di Americani e una coppia di un Paese non ben definito dell’America Latina. Mangiamo uova strapazzate con purè di fagioli e banane fritte, caffè e succo di frutta. Ci sono anche cornflakes e latte fresco a disposizione. Alle 8:30 abbiamo appuntamento proprio qui in hotel con un rappresentante dell’agenzia di viaggi Turansa (www.Turansa.Com) per pagare il servizio di trasporto privato che avevamo prenotato dall’Italia per il giorno dopo. Infatti, abbiamo deciso di andare a Copán, in Honduras, e poi di rientrate in Guatemala e dormire a Rio Dulce. Idea che, alla fine, si è rivelata assolutamente non all’altezza del prezzo pagato (ben 200US$ per il solo trasporto, visto che non lo fanno come servizio collettivo, ma solo come servizio privato… Il che vuol dire che eravamo noi 2 con autista e minivan a completa disposizione). Alle 9:00 passate ancora non si vede nessuno… Così decidiamo di uscire e risolvere la questione nel pomeriggio. Alle 9:30 infatti parte dalla piazza principale, il “famoso” tour della città di Elizabeth Bell (http://www.Antiguatours.Net, 144Q p/p). Allora… Secondo noi se si ha poco tempo a disposizione non vale la pena fare questo giro… Noi pensavamo che fosse impostato in maniera diversa e che desse più importanza alla storia e all’architettura, mentre in realtà questa signora (un’Americana che vive ad Antigua da oltre 30 anni) dà più importanza a quello che lei è riuscita ad ottenere nel corso degli anni… È vero che i restauri sono interessanti, così come le informazioni che riusciamo a “leggere tra le righe”, ma lei ha qualche mania di protagonismo: sembra che Antigua la tenga in piedi lei!!! Oltretutto è anche un po’ faziosa ed evade alcune risposte a domande specifiche sulla “guerra civile”… Mah, sarà anche una storica… Ci porta a vedere il Palacio del Ayuntamiento, il Palacio de los Capitanes, la Cattedrale e le sue rovine, l’Università di San Carlos e il Museo de Arte Colonial, alcuni patii di case/alberghi, il museo della giada (pietra tipica del Guatemala) e l’Hotel Santo Domingo, albergo meraviglioso, ex convento con antiche rovine nei giardini e musei… Un luogo magico! E, ovviamente, carissimo! Passiamo anche davanti alla Casa Popenoe, ma apre solo tra le 14:00 e le 16:00, quindi dovremo tornare più tardi. Il tour si conclude all’ora di pranzo e così decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Ci fermiamo nel famoso ristorante Doña Luisa Xicotencatl (famoso soprattutto per pane e dolci), dove, per 63Q mangiamo 1 hamburger e una coca (Clint), 1 sandwich di tonno e acqua (io) e poi dividiamo una fetta di torta agli anacardi (ottima). Soddisfatti, decidiamo di andare in banca a prelevare dei soldi per i prossimi giorni… Appena arrivati però Clint si accorge di non avere più la carta di credito!!! Panico: l’ha lasciata al ristorante! In Guatemala hanno l’abitudine di tenersi la carta non solo fino a che non si firma, ma anche fino alla consegna di tutte le varie ricevute… E questa volta se l’è dimenticata! Torniamo di corsa al Doña Luisa Xicotencatl e, per fortuna, ritroviamo la carta che le cameriere avevano tenuto da parte. Secondo gran colpo di fortuna del viaggio, dopo la macchina fotografica!!! Dopo aver ritirato i soldi, torniamo in albergo e chiediamo se hanno notizie della Turansa… Niente. L’agenzia è molto lontana dal centro e per andarci non riusciremmo a vedere più niente della città dal momento che fa buio abbastanza presto. Decidiamo di telefonare… Ci dicono che la persona con cui mi ero messa d’accordo via email non c’è perché è andata ad un convegno di non so che e pare si sia dimenticata di lasciare detto in ufficio che qualcuno doveva venire per farci pagare e darci il voucher… La persona con cui parliamo tra l’altro ci dà altri prezzi (molto, ma molto più alti di quelli pattuiti)… A questo punto ci alteriamo e quasi quasi decidiamo di non farne più niente. Allora ci hanno dato appuntamento al nostro hotel alle 17:30 per risolvere la questione. Ormai si è fatto tardi e non riusciremo a visitare la Casa Popenoe, ma vogliamo almeno vedere l’Arco de Santa Catarina e la Chiesa de La Merced (3Q p/p)… Entrambi bei monumenti. All’interno della Merced poi c’è la fontana più grande dell’America Centrale. La città è bella (molto coloniale), ma a dire la verità a entrambi e piaciuta di più San Cristóbal… Era più vivace, più attiva. Antigua è come addormentata… Ma comunque affascinante. Facciamo un ultimo giro per le vie acciottolate e tra le chiese in rovina e poi torniamo in hotel per aspettare quelli della Turansa. Nel frattempo in hotel ci offrono un tè caldo… Ci voleva proprio. Alle 17:30 in punto arriva il rappresentante dell’agenzia con 2 buste. In una c’è il nostro voucher e nell’altra c’è una lettera di scuse formali da parte della persona con cui mi ero messa d’accordo. Non solo, dopo aver effettuato il pagamento chiediamo delle informazioni sui costi degli ingressi nei siti e sulle tasse di frontiera e il rappresentante chiama direttamente questa “famosa” persona che mi richiede ancora scusa al telefono… Va bene, va bene… Scusatooooo! La partenza è fissata per le… 4:00 di questa notte! Sono un po’ preoccupata all’idea di uscire per strada a quell’ora… Comunque, prepariamo le valigie e poi usciamo per andare a cena. Torniamo senza dubbio a La Fonda del la Calle Real, dove, come antipasto, prendiamo un queso fundido con chorizo (formaggio fuso con salame piccante) e ce lo dividiamo… Ottimo! Poi io non resisto e prendo di nuovo l’adobado, mentre Clint prova uno spezzatino di agnello in umido servito su una foglia di banano e accompagnato da riso e tamales. L’agnello è buonissimo, ma a me i tamales non piacciono (sono tipo gnocchi di farina di mais). Prendiamo anche una birra e dell’acqua e, anche stasera, il dolce. Clint rimangia il dulce de Anita, mentre io mi butto sui platanitos, banane fritte accompagnate da una salsa a base di panna leggermente montata, zucchero e cannella… Una vera delizia! Il tutto per 237Q. Anche stasera siamo molto soddisfatti e andiamo a letto presto: tra poche ore dovremo alzarci per partire alla volta dell’Honduras…
… Fine prima parte…