Messico e Guatemala: la nostra prima volta in Mesoamerica

Mesoamerica, quasi per caso…
Scritto da: maururu
messico e guatemala: la nostra prima volta in mesoamerica
Partenza il: 03/08/2013
Ritorno il: 26/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Ci sono viaggi, luoghi, che irrompono nel cuore e nella mente. Subito. In maniera quasi violenta. Buona parte dell’Asia rientra, per noi, in questa categoria. Altri viaggi lasciano un seme che lentamente matura, cresce e si trasforma in un ricordo unico. Un’emozione che viene progressivamente assimilata e metabolizzata, risultando in un mix quasi malinconico di sensazioni e immagini. Qualcosa che si ha voglia di provare un’altra volta. Un esempio, per noi, è l’India.

Nel caso del Mesoamerica non c’è stato amore a prima vista. E’ stato interessante, abbiamo ammirato alcune bellezze uniche e vissuto esperienze che ci rimarranno dentro, ma non abbiamo avvertito quella chimica viscerale che ci pervade quando respiriamo l’aria di altri luoghi. Non escludiamo, anzi speriamo, che Messico e (con maggior probabilità) Guatemala, abbiano lasciato il proprio seme… e chissà che in futuro non si manifesti la voglia di tornare in questa parte di mondo.

Ma procediamo con ordine e iniziamo a raccontare la nostra esperienza di viaggio…

Mesoamerica, quasi per caso…

Gennaio. Appena rientrati dalla Thailandia.

Volete che non inizi già la ricerca dei voli estivi!?

Ci piacerebbe tornare in Indonesia: Flores e Komodo. Purtroppo però i prezzi dei voli sono inaspettatamente alti (se paragonati a quanto spendiamo normalmente per andare in Asia). Così decidiamo di rimandare l’Indonesia e di cambiare completamente meta. La ricerca è breve, l’occhio cade subito sui voli per il Messico! Partiamo il pomeriggio del 2 agosto da Torino con volo AirFrance. Abbiamo 2 scali (Parigi e NY) e il primo è molto breve, quindi, onde evitare perdite di bagagli (cosa molto probabile) partiamo con i soli zaini come bagaglio a mano. Alle 5 del mattino del 3 agosto atterriamo a Città del Messico. Inizia il nostro vagabondare!

3-4 agosto: Città del Messico

Città del Messico è smisuratamente enorme, ce ne rendiamo conto già dall’aereo. Sorvoliamo le luci metropolitane per una buona mezzora, prima di atterrare…senza comunque riuscire a vedere la fine della città!

Cambiati pochi euro, prendiamo un taxi che ci lascia in hotel, nei pressi dello Zocalo. Comodo ma non particolarmente carino.

E’ mattino presto, ancora buio, le strade sono deserte e non trasmettono certo una sensazione di sicurezza. Ci accomodiamo quindi in terrazza, sul tetto, dove passiamo qualche ora, mentre il sole sorge e la città inizia a svegliarsi in un’alba piuttosto fredda e umida.

Il nostro giro mattutino parte dallo Zocalo, l’enorme piazza principale, che sorge sopra i resti dell’antica capitale azteca Tenochtitlan. La piazza è quasi interamente occupata da alcuni tendoni e dall’accampamento di alcuni insegnanti che protestano contro il governo.

La città si presenta con il suo tipico caos già dal mattino!

Visitiamo la Cattedrale e il Templo Mayor. Purtroppo il Palacio National è chiuso e quindi non potremo vedere i murales di Diego Rivera.

Il Templo Mayor (con il suo piccolo museo) è un sito interessante, un primo assaggio di storia antica nel pieno centro cittadino. La posizione è quasi simbolica, un grande scavo accanto all’imponente cattedrale, al confine con la grande piazza dalla forte (inevitabile) influenza spagnola. Come a dire: la riscoperta di un’antica e affascinante cultura, accanto all’imponenza di un colonialismo a cui, in passato, aveva dovuto soccombere.

Passeggiamo un po’ tra le vie limitrofe allo Zocalo, senza innamorarcene, fino al primo pomeriggio, quando decidiamo di sperimentare la metropolitana per andare al Museo di Antropologia.

Se per le strade c’è il caos, in metro c’è da esaurire!

Un affollamento quasi sconvolgente! Fiumi di gente da e verso i binari. I treni sono sempre, perennemente stracolmi. A volte si sta fermi alle stazioni diversi minuti. Ad ogni fermata salgono persone urlanti che vendono qualunque cosa possa venire in mente! Fateci uscireeeeeee!!!

Il Museo di Antropologia si trova nel bosco di Chapultepec. Si accede subito al cortile centrale, dove spicca, imponente, una bellissima fontana ad ombrello. Il museo si compone di oltre 20 sale, inoltre ci sono molte ricostruzioni di templi e tombe all’esterno, nel giardino circostante. Ci perdiamo nella meravigliosa collezione di arte precolombiana delle culture Maya, Azteca, Olmeca, Teotihuacana, Tolteca, Zapoteca e Mixteca, popoli che occupavano il vastissimo territorio del Messico. Un tuffo in una cultura che noi conosciamo poco e che troviamo davvero affascinante.

Nel tardo pomeriggio torniamo in hotel, distrutti dal fuso orario e dalla stanchezza. Appena in tempo…intorno alle 18 si scatena il primo diluvio della vacanza!

Il nostro secondo giorno in Messico è dedicato al sito di Teotihuacan.

Altro viaggio in metropolitana fino alla stazione nord degli autobus. Dove, dalla sala partenze n. 8, ci sono pullman ogni mezzora. Alla stazione dei bus di Città del Messico (ci capiterà anche anche a Puebla) dobbiamo passare il metal detector per accedere ai mezzi, passiamo i bagagli nel tunnel come in aeroporto e, dopo la perquisizione, finalmente saliamo in bus. Quando tutti sono seduti, sale un addetto della sicurezza con una videocamera. Mentre riprende tutte le persone al proprio posto, inizia a spiegare che lo fanno “per prevenire gli omicidi”! Che bella premessa! Partiamo nella speranza che vada tutto bene… In un’ora circa, dopo aver attraversato quartieri all’apparenza poco raccomandabili, arriviamo finalmente al sito.

E’ domenica e i messicani possono entrare gratuitamente, quindi c’è moltissima gente.

Non ci scoraggiamo e, guida alla mano, facciamo un bel giro.

Il sito è molto bello e il pezzo forte è sicuramente la Piramide del Sole. Impieghiamo una buona mezzora per riuscire a salire, ma ne vale la pena. Da sopra la vista è stupenda.

Camminiamo ancora un po’ e raggiungiamo la Piramide della Luna, da qui, secondo noi, la vista è ancora più spettacolare. Si vede tutto il Viale dei Morti con i suoi edifici ai lati, la grandissima Piramide del Sole e, in lontananza, la Cittadella. WOW! Questo è sicuramente il più bel sito che abbiamo visto in Messico durante il nostro viaggio.

Tornati in città, ci rifugiamo in hotel in tempo prima del solito temporale tropicale!

5 agosto – Puebla, Messico

Salutiamo Città del Messico e saliamo su un bus per Puebla.

Dopo un paio d’ore arriviamo in questa cittadina in stile coloniale, carina, anche se dal traffico caotico e l’aria pressoché irrespirabile. Per fortuna c’è lo zocalo, pedonale, dove si respira e si può passeggiare tranquillamente!

Cerchiamo subito un hotel, preferibilmente dalle parti dello zocalo. La ricerca è breve, ci innamoriamo dell’hotel Colonial!

L’edificio, di epoca coloniale, molto carino e ben tenuto, si affaccia su una piccola via pedonale del centro. All’interno sembra di entrare in un’altra epoca. Un tocco di retrò che lo rende affascinante, un elegante ristorante, alcune antiche vetrinette che espongono collezioni di oggetti d’arte e l’antico ascensore (di quelli tutti in legno con ancora la leva per comandarlo) che completa l’incantevole quadretto.

Paghiamo 810 pesos per una notte, di più rispetto agli altri hotel in cui soggiorneremo nel nostro viaggio, per i quali il prezzo medio spesso starà tra i 400 e i 700 pesos.

Passiamo la giornata a girovagare per le viuzze e i mercatini. Spesso le vie sembrano quasi tematiche, come, ad esempio, la via dei dolci (dove ci concediamo qualche peccato di gola).

Le casette basse e colorate, con le antiche vetrine dei tanti negozietti, rendono il centro cittadino delizioso. Ci sono tantissime chiese e palazzi dalle decorazioni molto curate.

Bellissima la Capilla del Rosario, completamente ricoperta d’oro, nella chiesa di Santo Domingo.

La sera, dopo una cena tipica, facciamo una bellissima passeggiata tra le piccole case colorate delle vie centrali, ancora più affascinanti alla luce fioca dei lampioni.

6-8 agosto – Oaxaca, Messico

Dopo la breve tappa a Puebla, ci spostiamo a Oaxaca.

Abbiamo prenotato un hotel centrale tramite booking…e, una volta arrivati, il prezzo della camera non corrisponde all’importo in pesos indicato al momento della prenotazione!!!

Dopo una lunga discussione, ci fanno il conto quasi giusto…probabilmente, pensiamo, fa fede l’importo in dollari che indica booking e non quello in pesos (chissà perché visto che la moneta ufficiale è il peso)…e quindi gli hotel, nel cambio, tendono a fregare sempre qualcosa.

Anche Oaxaca è una città coloniale, casette basse e tante chiese, ma come tutte le città messicane, è molto trafficata e inquinata!

Fortunatamente ci sono alcune vie pedonali, molto graziose, e lo zocalo in cui si riesce a respirare!

Girovaghiamo così per le vie della città, visitiamo alcune chiese e il mercato.

A Oaxaca gustiamo le due migliori cene messicane della vacanza!

Ottimo il Chile rejeno a La Olla (peperone ripieno di carne e verdure) e fajitas spettacolari in un ristorantino in Parque Labastida (è quello nella casetta rossa con porte blu) che non si trova su nessuna guida.

A Oaxaca decidiamo di fare due escursioni, una, organizzata tramite un’agenzia, a Hierve El Agua, l’altra in autonomia a Monte Alban.

L’escursione a Hierve el Agua parte in ritardo di quasi un’ora…abbastanza normale da queste parti… e, a conferma che il buongiorno si vede dal mattino, dobbiamo dire che il tour non ci ha entusiasmati.

Prima tappa in un paesino a vedere l’albero del tule, che si dice abbia più di 2000 anni. Un grosso albero, dal tronco contorto, che, visto da determinati punti, sembra quasi essere scolpito a creare profili di animali.

Subito dopo ci fermiamo al sito di Mitla, di origine zapoteca e mixteca. Un paio di edifici, ben conservati, sono decorati con bassorilievi geometrici.

Dopo Mitla, andiamo a Hierve el Agua. A quasi due ore da Oaxaca si trovano queste “cascate di pietra” circondate da colline verdi. È un posto affascinante.

Peccato poterci stare solo un’oretta!

Ci sarebbero molti sentieri da percorrere e si potrebbero ammirare le cascate da diversi punti. Purtroppo noi non abbiamo molto tempo e così riusciamo a goderci il panorama solo da due view point.

In cima ci sono alcune vasche naturali, dove è possibile fare un bagno rinfrescante, ma il tempo scorre troppo in fretta e così rieccoci sul minivan.

Si parte per il pranzo, non incluso nel costo, così come tutti gli ingressi nei vari siti.

L’autista fa una lunga deviazione per portarci in un ristorante (spudoratamente turistico) che offre solo l’all you can eat a prezzo fisso. Molta scelta, ma scarsa qualità, per lo meno secondo noi.

Dopo pranzo si va a visitare una fabbrica di mezcal, liquore tipico e, infine un produttore di tessuti e tappeti. In entrambi i casi ci fanno una breve dimostrazione dei processi di lavorazione, ma la maggior parte del tempo è impiegata a cercare di venderci qualcosa (come spesso accade con i giri turistici organizzati).

Peccato aver “sprecato” molto tempo tra tappe poco interessanti e pranzo, sacrificando quindi il vero motivo della nostra escursione, le cascate.

Il giorno dopo, per fortuna in modo autonomo, andiamo a visitare Monte Alban.

Sullo Zocalo, esattamente di fronte alla cattedrale, c’è un’agenzia (insegna “TOUR” in verde) che organizza dei minivan che fanno avanti e indietro dal sito, il trasporto costa 50 pesos a testa, molto meno rispetto ai pacchetti organizzati.

Partiamo alle 9,30 dallo zocalo, in mezzora arriviamo a Monte Alban, sito archeologico di epoca zapoteca.

L’impatto visivo è splendido. La piazza principale è enorme, con alcuni templi nel mezzo e altri che la circondano.

Saliamo sui templi principali e dall’alto facciamo foto agli altri edifici immersi nel verde dei prati.

Ammiriamo i bassorilievi le sculture che sono state rinvenute nel sito e facciamo un bel giro nel piccolo, ma interessante museo.

È un bel sito, non affollato, che si può girare in autonomia.

Alle 13.30 abbiamo il bus di rientro a Oaxaca. Qui passiamo l’ultimo pomeriggio girovagando per le vie pedonali.

Alle 20 abbiamo il bus notturno, ADOgl, per San Cristobal de las Casas.

9-10 agosto – San Cristobal de las Casas, Messico

Il viaggio è piuttosto lungo, circa 12 ore. La ADO ha due servizi “lusso”, ADO gl e ADO platinum. Noi abbiamo provato solo ADO gl, i sedili sono spaziosi e comodi, unica pecca: manca il poggiapiedi. Per il resto è tutto perfetto.

Arriviamo a San Cristobal alle 7 del mattino. Ci facciamo portare da un taxi nella zona centrale (taxi evitabilissimo, il centro è abbastanza vicino alla stazione dei bus) e ci incamminiamo alla ricerca di un hotel.

Lo troviamo dopo appena 10 minuti, la posada Baron de las Casas, 400 pesos a notte!

Andiamo subito in camera e dopo una bella doccia usciamo, abbastanza riposati, a fare colazione.

Ci imbattiamo in un’agenzia che organizza tour della zona, noi vogliamo andare a visitare i paesini di Zinacantan e San Juan de Chamula. Decidiamo di partire subito per questa escursione di mezza giornata!

A Zinacantan celebrano la festa di San Lorenzo (10 agosto). Tutti gli abitanti sono vestiti con i tipici abiti viola, vediamo una processione e passeggiamo nella piazza principale in festa.

La guida ci porta a vedere un negozio di tessuti e qui ci offrono delle tortillas con fagioli bianchi squisiti!

Lasciamo Zinacantan, arriviamo a San Juan sotto alcune enormi nuvole minacciose.

Entriamo nella chiesa di San Juan Baptista.

Questo è un luogo davvero strano, completamente diverso da quello che ci si aspetta.

Non ci sono panche e il pavimento è completamente ricoperto da aghi di pino. Lungo le pareti si succedono statue di santi, mentre a terra si inginocchiano persone che pregano per chiedere grazie o guarigioni, accendendo candele e bevendo posh (una bevanda alcolica locale) o coca cola (è credenza comune che il male possa essere espulso…ruttando).

La guida ci spiega che le usanze maya si sono intrecciate con il cattolicesimo portato qui dagli spagnoli.

Così troviamo le statue di santi che conosciamo, ma di fronte ci sono sciamani che pregano, magari facendo dei sacrifici a discapito di malcapitate galline.

Che posto strano!

Lasciamo San Juan sotto una pioggia scrosciante.

Torniamo a San Cristobal e corriamo a ripararci in hotel.

Poco dopo, muniti di poncho, reperto delle cascate del Niagara, usciamo sotto la pioggia.

Giriamo un po’ per le viuzze della città, tra le basse case colorate. Visitiamo le chiese e andiamo al mercato.

Per cena, visto che continua a piovere, non abbiamo voglia di camminare, quindi andiamo al ristorante argentino di fronte all’hotel.

Buonissimo!

Il giorno successivo andiamo in escursione al Canon del Sumidero.

Il canyon si trova vicino alla città di Tuxtla Gutierrez, ci vogliono un paio d’ore per arrivare.

Il fiume Grijalva attraversa questa fenditura della crosta terrestre, si naviga su una lancia per circa un paio d’ore e si arriva alla diga Chicoasen. Il panorama è spettacolare, le pareti del canyon, in alcuni punti, sono altissime. Cerchiamo di catturare la bellezza di questo posto.

C’è però una nota negativa… sull’acqua galleggia tantissima immondizia, un vero peccato visto che basterebbe tirare delle reti e raccoglierla.

Durante il nostro percorso vediamo scimmie, coccodrilli, diverse specie di uccelli…splendido!

Arrivati al fondo, dove c’è la diga, non vogliamo crederci…ci fermiamo di fianco ad alcune barchette, trasformate in negozi galleggianti di snack e bevande!

Una cosa è certa, in Messico non si rischia di soffrire la fame o la sete: ovunque troverete qualcuno che vende qualcosa!

11-12 agosto – Panajachel, Lago Atitlan – Guatemala

Alle 6.30 siamo fuori dall’hotel, dovrebbe arrivare il minivan che ci porterà in Guatemala…aspettiamo mezzora prima che qualcuno arrivi…non ci preoccupiamo…ormai conosciamo la puntualità.

Alle 7 finalmente si parte.

Stupidamente ci siamo portati dei biscotti per la colazione, in realtà verso le 9 ci fermiamo per un’ora in un ristorante. Dobbiamo far passare un po’ di tempo poiché il minivan guatemalteco, che ci preleverà oltre il confine, non arriva prima di altre 2-3 ore!

E partire un po’ dopo?! Vabbè.

Facciamo ancora un’oretta di bus ed eccoci alla frontiera. Timbro di uscita messicano (si pagano 300 pesos per l’uscita se si è rimasti in Messico almeno 7 giorni), timbro di entrata guatemalteco!

Saliamo sul minivan per Panajachel.

Ci sono altri ragazzi italiani, che iniziano a raccontarci le loro disavventure. È da due giorni che stanno provando ad entrare in Guatemala. Non ci sono ancora riusciti a causa di proteste di minatori che hanno bloccato la frontiera. Quando i bus dei turisti provano a passare vengono bloccati, bruciati i bagagli e rimandati indietro!

Bene! Benvenuti in Guatemala!

Pensare che noi avevamo guardato il sito del Ministero degli Esteri il giorno prima, sito, a questo punto, praticamente inutile, visto che crea allarmismi infondati e non segnala le reali situazioni di emergenza!

Inoltre i ragazzi italiani ci raccontano di aver inutilmente chiamato il numero delle emergenze dell’Ambasciata italiana e nessuno ha mai risposto!

Complimenti, anche dall’estero si può apprezzare l’efficienza del nostro paese.

Fortunatamente i blocchi sono stati rimossi, non ci sono più le proteste, è rimasto “solo” l’esercito a mitra spianati a controllare la zona!

Dopo 4 ore di strada su un minivan guidato da un pazzo, arriviamo a Panajachel.

Cerchiamo un hotel, la scelta cade sulla posada de los volcanos.

Panajachel è uno dei 13 paesini che si affacciano su questo lago di origine vulcanica, nato in una caldera formatasi migliaia di anni fa, circondato da 3 magnifici vulcani: San Pedro, Toliman e Atitlan.

Passiamo i due giorni sul lago a girare tra i paesini, spostandoci con le lance pubbliche.

Molto carini San Pedro e San Marcos.

San Pedro è il paesino preferito dagli stranieri che si sono trasferiti qui, viuzze piccolissime e tante piccole guesthouse, ristoranti e locali.

San Marcos invece è un po’ più spartano, è tutto immerso nella foresta. Hotel e abitazioni sono in perfetta sintonia con l’ambiente circostante, davvero un posto tranquillo e carino.

Santiago è il paese più grande, non è particolarmente bello, ma qui le tradizioni maya si mischiano con la religione cattolica. Entriamo nella chiesa principale, ricorda vagamente quella di San Juan Chamula.

Qui ci accordiamo con una guida per farci spiegare le usanze maya e farci accompagnare a vedere il santo che protegge la città: Maximon.

È una statua che viene spostata ogni 3 mesi e viene ospitata nelle case private, quindi senza una guida è impossibile arrivarci.

La statua è di legno ed è completamente vestita con dei foulard colorati, ha gli stivali ed un cappello da cow-boy, ha un sigaro in bocca.

Ai lati ci sono altre statue di santi, la stanza è decorata con tessuti e animali imbalsamati appesi al soffitto. Un posto davvero bizzarro. Lasciamo un’offerta a Maximon e ringraziamo la guida.

Nel pomeriggio, mentre torniamo a Panajachel in barca, si abbatte un violento temporale. Siamo costretti a rimanere “fermi” (sembra di stare sulle giostre) a pochi metri dalla riva! Un vero diluvio universale! Le strade sembrano dei fiumi in piena, dai tombini vicino a riva escono delle cascate di acqua che si riversano nel lago. Dopo un’oretta il temporale passa e la situazione torna alla normalità.

Trascorriamo le serate a Panajachel, tra i vari ristoranti e locali che ci sono nella via principale.

13-14 agosto – Antigua, Guatemala

Partiamo il mattino del 13 agosto da Panajachel e, in minivan, arriviamo ad Antigua nel primo pomeriggio. Troviamo subito un hotel vicino al Parque Central e, lasciati gli zaini, usciamo alla scoperta di questa città.

Antigua fu fondata dagli spagnoli nel 1543, era la capitale di tutta l’America centrale. Nel 1773 la città venne distrutta da ripetuti terremoti e la capitale fu così spostata a Città del Guatemala.

Ci sono tre vulcani che fanno da sfondo ad Antigua, il vulcano Agua, visibile da qualsiasi punto della città, e i vulcani Fuego e Acatenango. Il vulcano Fuego è ancora attivo ed è possibile vedere emissioni di fumo dalla sua sommità.

Oggi la città è stata in parte recuperata ed è patrimonio dell’Unesco. Si può passeggiare tra le piccole casette colorate, ordinate in una scacchiera di piccole vie molto caratteristiche. Si possono visitare le numerose rovine delle chiese barocche e si può gustare dell’ottimo cioccolato.

Entriamo a visitare molte cattedrali e chiese, alcune hanno ancora la facciata e il tetto, altre invece sono completamente distrutte, altre ancora hanno solo la facciata intatta.

È una città meravigliosa, dall’atmosfera carica di storia, che si può respirare ovunque per le vie, a tratti fascinosamente decadenti.

Ottimo anche il cibo (oltre al cioccolato)! Per la cena vogliamo segnalare “la Fonda de la Calle Real”, un ristorante caratteristico, che si trova sulla via dell’arco molto vicino al Parque Central. Abbiamo mangiato una grigliata di carne ottima!

Il mattino del 14 usciamo presto per sfruttare al massimo il poco tempo a nostra disposizione. Dopo una fugace colazione in un bar sotto i portici della piazza centrale, iniziamo il nostro giro.

E’ una splendida giornata di sole e riusciamo a scorgere tutte e tre le cime dei vulcani!

Tra le rovine il tempo sembra fermo ai secoli scorsi, ma in realtà scorre veloce e purtroppo arriva mezzogiorno… è quasi ora di lasciare questa meravigliosa città, di gran lunga la più bella di tutto il nostro viaggio.

Alle 13 passa un minivan che ci accompagnerà in aeroporto a Città del Guatemala.

Appena arrivati in Guatemala, a Panajachel, dopo le 4 interminabili ore sul minivan che ci aveva prelevato alla frontiera, abbiamo deciso di non ripetere l’esperienza per il lungo spostamento che avremmo dovuto affrontare verso Tikal. Avevamo quindi acquistato il volo Guatemala City – Flores, per evitare oltre 10 ore di bus.

Volo acquistato con la compagnia TAG e pagato, in agenzia, 160 dollari a testa.

L’aeroporto di Città del Guatemala ha un terminal con i voli internazionali e un’altra parte dove si accede direttamente agli hangar delle compagnie aeree minori.

La TAG è una piccola compagnia che effettua voli interni e voli privati. I velivoli sono piccoli, quello che prendiamo noi è un Embraer 110, uno dei più grandi che hanno!

Fatto il check-in, ci accomodiamo alla saletta degli imbarchi. Poi la hostess ci accompagna attraverso l’hangar fino al nostro piccolo aereo. Ci sediamo in prima fila, la cabina di pilotaggio è divisa da una tendina. Riusciamo anche a vedere gli strumenti da una fessura. Su ogni sedile c’è una scatolina con dentro degli snack, una bibita e i tappi per le orecchie! Sarà un viaggio tranquillo, ma rumoroso!

Il volo è andato molto bene, ma non possiamo nascondere la strizza che ci ha accompagnato per tutti e 50 i minuti, perché ogni folata di vento su quel trabiccolo si sente…caspita se si sente!

Dobbiamo dire però che abbiamo visto dei panorami splendidi.

Al piccolo aeroporto di Flores recuperiamo gli zaini e prendiamo un taxi per l’hotel Casa Amelia, prenotato qualche giorno prima su booking.

15 agosto – Tikal, Guatemala

Alle 5 del mattino siamo pronti, il minivan che ci accompagnerà a Tikal arriva puntuale (WOW, è la prima volta in questo viaggio!).

Arriviamo all’ingresso del parco poco dopo le 6. Biglietti e via, altri 17 km all’interno del sito.

Il Tikal National Park è un parco molto vasto che si trova nella foresta pluviale del dipartimento di El Peten. È patrimonio culturale e naturale dell’UNESCO dal 1979.

Questo sito maya venne scoperto solo nell’800, quando il governo inviò una spedizione per scoprire cos’era nascosto sotto la fitta giungla.

Oggi si possono ammirare molti templi, ma altri sono ancora coperti da terra e vegetazione!

Alle 6.30 inizia la nostra visita all’interno della zona centrale del sito, l’area è talmente grande che si potrebbe camminare per giorni, ma noi ci accontentiamo del giro classico!

Siamo noi due, un gruppo di ragazzi americani e la nostra guida, Luis.

Cominciamo la nostra passeggiata nella giungla rigogliosa. Infatti, i sentieri che portano ai templi sono completamente immersi nella foresta pluviale che ricopre la regione.

Siamo fortunati, al primo complesso vediamo il primo tucano!

Inizia a piovere, così tiriamo fuori i poncho e proseguiamo la camminata.

Arriviamo al maestoso tempio IV. È il più alto di Tikal e di tutta la regione maya, ben 64 metri!

Del tempio si vede la punta, la foresta ha continuato a crescere lungo le scalinate e le pareti.

Da un lato parte una scala di legno che porta fino alla cima. Da qui si può ammirare uno spettacolo incredibile: la giungla dall’alto e, in mezzo, le cime di altri templi. Ha appena finito di piovere e la nebbiolina di umidità rende lo spettacolo ancora più emozionante.

Scendiamo dal tempio e ci incamminiamo verso il Mundo Perdido. Questo complesso cerimoniale è molto vasto e comprende 38 edifici. Ne vediamo solo alcuni, tra cui la grande piramide che è ancora, in parte, ricoperta dalla vegetazione.

Continuiamo la nostra camminata nella giungla e arriviamo alla Grand Plaza.

I templi I (45 mt di altezza) e II (38 mt) sono gli edifici principali. Tutto attorno altri edifici che componevano le acropoli.

Il tempio I, anche chiamato Tempio del Gran Giaguaro, era il tempio del Re di Tikal, mentre il tempio II era della Regina.

È incredibile come siano stati costruiti. Il tempio I è posizionato in modo che all’alba la sua ombra ricopra completamente il tempio II, come se il re volesse proteggere la regina. Invece al tramonto l’ombra del tempio II arriva alla base del tempio I, come per dire che la regina voglia ringraziare il re.

Questi templi sono stati costruiti nel 700 a.C. ed è pazzesco pensare alle conoscenze ingegneristiche di questa popolazione.

Nel tempio del Gran Giaguaro è stata ritrovata la tomba del re. All’interno gli archeologi hanno trovato resti di giaguaro, giada, perle e molto altro.

Passeggiamo nell’acropoli e facciamo foto della Grand Plaza da diversi punti, vediamo bassorilievi ancora ben conservati, altari e altri edifici.

È un posto davvero magico!

Il tour si avvia verso la conclusione.

Arriviamo al tempio V (alto 57 metri), un tempio impressionante per la sua altezza e grandezza, e, mentre usciamo da questa area, vediamo persone lavorare in alcuni punti. Stanno scoprendo altri edifici coperti dalla vegetazione.

Grazie alla nostra guida abbiamo imparato un sacco di cose e ascoltato storie straordinarie.

Una curiosità: se si battono le mani alla base di un tempio, davanti alla porta, si sente un suono di ritorno uguale al verso dell’uccello quetzal, venerato dai maya e aztechi e oggi simbolo del Guatemala. Come abbiano fatto i Maya a studiare ed ottenere questo effetto acustico è un vero mistero.

Finito il giro, torniamo al punto di partenza.

Aspettiamo uno dei minivan che partono per Flores e rientriamo in città.

Qui ci godiamo un bel tramonto sul lago.

16-17 agosto – Palenque, Messico

Anche oggi dobbiamo alzarci prestissimo. Alle 5 siamo pronti, fuori c’è un vero diluvio. Aspettiamo mezzora (consueto ritardino…)e finalmente arriva il pullman che ci porterà al confine con il Messico.

Ci sistemiamo nello scassone e partiamo.

All’inizio tutto fila liscio. Ci fermiamo dopo un paio d’ore per fare una sosta, ripartiamo dopo una mezzora ed inizia l’ultimo tratto di strada sterrata. Ancora due ore per arrivare sul fiume Usumacinta.

Due ore…ci piacerebbe!

Una mezzora dopo essere ripartiti dalla sosta, si piega un semiasse posteriore del pullman! L’autista scende a controllare, il bus non può andare avanti così.

Scendiamo per strada. Dai campi si avvicinano dei contadini, alcuni con il machete in mano…beh, di sicuro non succederà nulla, ma qualche piccolo timore c’è!

Ogni tanto passa una macchina e alza un bel polverone…nel frattempo l’autista ha già chiamato il meccanico della città dove ci siamo fermati.

Nell’attesa si fermano altre persone e in qualche modo riescono a raddrizzare la ruota!

Arriva anche il meccanico. Sembra che ci abbiano messo una pezza…si può ripartire.

Il meccanico, per sicurezza, viene con noi fino al confine!

Finalmente arriviamo al fiume, timbro di uscita dal Guatemala (si pagano 80 quetzales a persona) e ci imbarchiamo su una lancia che ci accompagna sulla sponda messicana.

Una ventina di minuti di navigazione sul fiume su una lancia stracarica di persone e bagagli!

Arriviamo sulla sponda messicana.

Dei taxi ci accompagnano prima all’ufficio di immigrazione e poi a prendere i minivan che ci porteranno a Palenque, dove arriviamo, un po’ stanchi, nel pomeriggio.

Decidiamo di comprare i biglietti dell’ADO per la sera successiva per Merida e poi cerchiamo una sistemazione in città. Ci fermiamo in un hotel non troppo distante dalla stazione dei bus ADO, in una traversa della via principale.

Palenque è una città bruttina…ma lo sapevamo già. Qui ci si ferma solo per il sito archeologico e molti evitano addirittura il centro abitato, per stare in un’area turistica sulla strada per il sito.

Dopo esserci rinfrescati usciamo per portare il bucato in lavanderia e facciamo una passeggiata.

Scopriamo che i collettivi per il sito partono esattamente di fronte al nostro hotel, comodo per andarci il giorno dopo!

Ceniamo abbastanza presto, appena in tempo per evitare un incredibile temporale!

Il giorno successivo, verso le 9, preparati gli zaini, lasciamo la camera e prendiamo un collettivo per il sito di Palenque.

Arrivati al parcheggio, il minivan ci lascia alla biglietteria, paghiamo gli ingressi, superiamo le decine di bancarelle ed entriamo nel sito, ordinato e ben tenuto, molto più piccolo rispetto a Tikal.

Iniziamo il nostro giro dal bellissimo Tempio delle Iscrizioni, risalente al 675, è il monumento funerario di re Pakal il Grande. Purtroppo non è possibile visitarlo ed è un vero peccato perché all’interno è custodito uno dei più grandi bassorilievi maya.

Continuiamo la nostra visita e saliamo sul Palacio, l’edificio residenziale del re, dove è possibile vedere alcuni bassorilievi. Al suo interno c’è anche una torre, alcuni cortili e ciò che rimane di alcune stanze.

Ci incamminiamo fino al gruppo delle croci, dove ci sono tre templi: il tempio della croce, del sole e della croce fogliata.

Giriamo un po’ sotto il sole, è sicuramente un bel sito…ma nulla a che vedere con il fascino e lo splendore di Tikal.

Torniamo in paese con il solito collettivo e andiamo a mangiare tacos sulla via principale.

Passiamo la giornata passeggiando qua e là e riposandoci un po’ nel salottino dell’hotel.

Dopo cena ci incamminiamo verso la stazione dei bus.

Alle 23 si parte per Merida.

18 agosto – Merida e Chichenitza, Messico

Arriviamo a Merida intorno alle 7 del mattino, nonostante la nottata sul bus siamo abbastanza riposati. Troviamo subito un hotel per la notte e cerchiamo di capire come andare a Chichen Itza senza tour organizzato.

Da Merida l’unica soluzione è andare alla stazione dei bus e prendere un bus ADO (o se va male Oriente). Se si trova il bus diretto della ADO in un’ora e mezza si arriva al sito, se invece si prende il bus di seconda classe (Oriente) ci vogliono un paio d’ore perché fa parecchie fermate.

Andata con il pullmino ADO, ritorno con Oriente… così sperimentiamo tutto!

Arriviamo a Chichen Itza verso le 11.

Paghiamo gli ingressi, parecchio cari rispetto a tutti gli altri siti visitati, ed entriamo.

All’interno del sito sembra di stare in un mercato, è impressionante il numero di bancarelle e venditori che sono sparsi ovunque. È davvero fastidioso dover continuare a dire “No, gracias” a tutti!

La visita inizia dal Tempio di Kukulkan, conosciuto come El Castillo, costruito tra l’XI e il XIII secolo. Si tratta della piramide maya per eccellenza, a gradoni, che è arrivata a noi quasi intatta.

Molto bello anche il campo del gioco della pelota. È il più grande e meglio conservato di tutto il centroamerica, sulle pareti sono rappresentati scene di gioco.

Continuiamo il nostro giro, il caldo è davvero soffocante, il sole picchia forte e l’umidità altissima. Arriviamo fino al Cenote e poi il Tempio dei Guerrieri e la Sala delle Mille Colonne.

È un bel sito, ma ben lontano dal fascino di Tikal.

Peccato il numero esagerato di turisti e venditori insistenti.

Finita la nostra visita, prendiamo il pullman della Oriente per Merida. Il pullman è quello pubblico che si ferma in ogni paese che attraversa, è strapieno e così facciamo tutto il viaggio in piedi, schiacciati come sardine!

Due ore da incubo, allietate però da una lunga chiacchierata con uno studente messicano che vorrebbe venire a studiare in Europa.

Passiamo la serata a Merida.

19-22 agosto – Tulum, Messico

Lasciamo Merida intorno alle 10.

Il viaggio per Tulum è di circa 4 ore, che passano velocemente tra le chiacchiere con due ragazzi fiorentini conosciuti sul bus, Davide e Pamela.

Dobbiamo ancora decidere in che zona cercare l’hotel: nel paese o sulla spiaggia (a qualche Km di distanza dal centro abitato, con pochi servizi nelle vicinanze…e con prezzi nettamente più alti)?

Beh, ci basta passare col bus per le vie centrali di Tulum per decidere al volo: spiaggia tutta la vita!

Il paese non è molto attraente, quindi prendiamo un taxi e ci facciamo portare sulla costa.

E’ un susseguirsi di resort… speriamo di trovare qualcosa di accessibile!

Il primo a cui chiediamo vuole “solo” 190 dollari a notte!!

Proseguiamo lungo la strada e le strutture si fanno sempre più semplici. Ci fermiamo al “Dos Ceibas” (dove hanno prenotato i due ragazzi di Firenze).

Ci piace e non costa troppo! Salutiamo il tassista e prendiamo il bungalow più vicino alla spiaggia per 110 dollari!

La posada è gestita da un ragazzo italiano (Luca), è molto carina ed è una struttura ecosostenibile. I pannelli solari produco l’energia necessaria, mentre in bagno vengono forniti saponi ecologici. La camera è molto spaziosa e colorata. Unico difetto, l’acqua un po’ salmastra…ma tutto sommato non è un grosso problema.

La spiaggia è molto bella, lunghissima, bianca.

Passiamo qui tre giorni di relax, sole e mare. Oramai è quasi la fine della stagione e non ci sono molte persone. Dos Ceibas ci regala delle giornate davvero tranquille.

Facciamo delle lunghe passeggiate sulla spiaggia.

Fortuna vuole che durante queste sere ci sia la luna piena, che ci regala un’atmosfera incantevole per le passeggiate serali sulla soffice sabbia.

E’ anche il periodo in cui le tartarughe vengono a deporre…beh, la fortuna è veramente dalla nostra parte! La prima sera vediamo una tartaruga uscire dall’acqua e andare a deporre sulla spiaggia a poca distanza dal nostro hotel! Che spettacolo! Abbiamo già avuto questa fortuna in Malesia, ma in un parco protetto, in cui eravamo andati appositamente per questo motivo. Qui invece è tutto più “casuale” e l’emozione che proviamo è un’altra!

L’ultima sera, per chiudere in bellezza, sempre vicino alla posada, vediamo decine di tartarughini uscire dal nido e dirigersi di corsa verso il mare. Sempre in Malesia avevamo visto liberare i piccoli, qui invece avviene tutto in modo naturale! Siamo quasi commossi!

Che fortuna pazzesca, per non dire altro…

Un giorno decidiamo di noleggiare un’auto, insieme a Pamela e Davide, per andare a fare un giro nei dintorni.

Un addetto dell’autonoleggio (Budget) viene a prenderci direttamente in hotel.

Facciamo colazione in paese e poi partiamo per il nostro giro.

Prima tappa al Gran Cenote, che si trova a 3 km da Tulum. I cenote sono delle grotte, sembrano quasi dei “buchi” del terreno e al loro interno c’è, di solito, acqua dolce. È possibile fare il bagno nell’acqua fresca e limpida.

Il gran cenote è bellissimo, l’acqua è incredibilmente pulita…e molto fresca.

Possiamo nuotare tra le piccole tartarughe, ci addentriamo nelle grotte e rimaniamo incantanti dallo splendido spettacolo che ci offre questo luogo. Imperdibile.

Ci fermiamo qui un paio d’ore.

Ripartiamo e prendiamo la strada che va verso Playa del Carmen.

Ci fermiamo ad Akumal. La spiaggia è grande, una bella baia, peccato solo il sovraffollamento!

Questa spiaggia è famosa come la baia delle tartarughe, infatti è molto facile vederne. Basta avere una maschera e andare un po’ distanti dalla riva.

Non ci entusiasma. Troppa gente, troppo organizzata, troppe barche. I centri diving cercano di obbligare ad andare con loro o ad affittare l’attrezzatura, per vedere le tartarughe a pochi metri dalla spiaggia. Non ci pensiamo neanche…e ci inoltriamo in acqua per i fatti nostri. Le tartarughe, ovviamente, sono splendide (noi le adoriamo), ma il contesto rovina tutto.

Peccato, perché sarebbe un posto splendido.

Verso le 15 lasciamo Akumal per andare al sito archeologico di Tulum.

Il sito maya di Tulum è molto particolare, non tanto per la bellezza degli edifici, quanto per lo scenario magnifico in cui si trova.

L’edificio più importante è “El Castillo” che si trova su un promontorio a picco sul mare.

La sabbia bianca e il colore turchese del mare rendono il sito estremamente affascinante. Scattiamo parecchie foto, qui è troppo bello!

Arriva in fretta l’ora di andare, il sito purtroppo chiude alle 17.30, un vero peccato perché sarebbe bello poter restare fino al tramonto.

Torniamo in città, lasciamo la macchina e ci facciamo riaccompagnare in hotel.

Finiscono così i nostri giorni a Tulum.

23-26 agosto – Isla Mujeres, Messico

Trascorriamo l’ultima mattina in spiaggia a Tulum e alle 15 prendiamo il pullman ADO per Cancun. In un paio d’ore arriviamo alla stazione dei bus e da qui, con Pamela e Davide, prendiamo un taxi per il porto.

Il tragitto non è lungo. Il taxi ci lascia all’ingresso, dove acquistiamo subito i biglietti per il traghetto che porta a Isla Mujeres.

Cancun sembra un altro mondo rispetto a Tulum. Addio tranquillità, addio natura, benvenuti tra grattacieli e traffico.

L’attraversata dura meno di mezzora.

Alcuni ragazzi italiani incontrati in Guatemala ci avevano detto che Isla Mujeres non era turistica come Cozumel (che abbiamo accuratamente evitato). “Isla Mujeres è più…selvaggia!”, queste sono state le parole pronunciate, con aria malinconico-sognante, da una sedicente esperta viaggiatrice.

Ci aveva assalito subito qualche dubbio…può esistere qualcosa di “selvaggio” di fronte a Cancun, a poca distanza da Cozumel?

La risposta, successivamente confermata anche dal luogo, è ovvia: NO!

Isla Mujeres è, ovviamente, molto molto turistica, ma non ci interessa.

Noi siamo qui per un’unica ragione, sperare in una giornata buona (tra le 3 che passeremo qui) per andare in escursione in mare aperto, a nuotare con gli squali balena!

L’hotel (Plaza Almendros), prenotato il giorno prima tramite Booking, è sulla via centrale, a poca distanza dalla spiaggia principale (e più bella) dell’isola.

La prima sera ci informiamo per gli squali balena e prenotiamo subito per il giorno dopo. Le previsioni sono buone, si dovrebbe riuscire ad andare!

Partenza al mattino intorno alle 9, dopo la colazione (inclusa) in un ristorante vicino al molo.

Un paio d’ore di movimentata navigazione in mare aperto e ci siamo.

Qui gli squali balena, da maggio a settembre, vengono a fare rifornimento di plancton. In alcuni giorni ce ne sono centinaia. A fine agosto normalmente sono di meno, nell’ordine di qualche decina.

Ci sono decine di barche ondeggianti che si muovono lentamente alla ricerca dei giganteschi animali, su ogni barca una decina di persone. Ci viene un rimorso…così tante persone chissà che fastidio daranno a questi poveri animali!

Per fortuna non permettono ai turisti di tuffarsi tutti insieme.

Le barche si dividono in gruppetti, ciascuno al seguito di 1 o 2 esemplari. Si entra in acqua a coppie, accompagnati dalla guida. Vietato toccare, vietato disturbare. Bene! (anche se ovviamente qualche cretino non manca mai…).

Ci buttiamo 2 volte in acqua, e abbiamo modo di ammirare da vicino queste splendide creature, che non si curano di noi (saremo grossi come una loro pinna) e nuotano tranquille, aprendo la bocca di tanto in tanto per incamerare più cibo possibile. Che emozione, solo noi (con la guida) e loro!

La fortuna ci fa incontrare anche due splendide mante! Sembrano volare, enormi ed eleganti, che meraviglia!

Nuotiamo, in tutto, una ventina di minuti. Possono sembrare pochi, ma sono di un’intensità indescrivibile.

Il rientro è piuttosto movimentato, nel mezzo di un temporale abbastanza violento, ma, a completamento della nostra esperienza, vediamo i delfini accompagnare la migrazione delle barche e, incredibile, una manta saltare fuori dall’acqua in tutta la sua magnificenza.

Escursione stancante, qualcuno è stato anche male (il mare si fa sentire), ma ne è valsa la pena.

Il resto delle giornate trascorrono in piena tranquillità tra mare e qualche giro per l’isola, a bordo di una macchinetta da golf presa in affitto.

Ci godiamo anche delle ottime cene di pesce, in particolare da Minino’s (ottimo rapporto qualità/prezzo) e al Lomita, dove il padrone, un omone pittoresco, è fantastico!

Siamo al 26 agosto, al mattino ci imbarchiamo sul traghetto verso Cancun e ci dirigiamo in aeroporto.

Finiscono qui i nostri giorni messicani.

Abbiamo vissuto delle belle esperienze e visto alcuni posti magnifici.

Come detto all’inizio, non ci siamo innamorati del Messico, nonostante sia stato un bel viaggio. E’ una questione di atmosfera probabilmente, o forse di aspettative troppo elevate.

In tutti i modi siamo assolutamente contenti di aver visto posti come Teotihuacan o Tulum e siamo entusiasti dalle esperienze con le tartarughe e gli squali balena!

Il Guatemala, per quel poco che abbiamo girato, ci ha sorpresi. Tikal, Antigua e il lago Atitlan sono vere meraviglie. Abbiamo fatto un’ottima scelta a includere questa “deviazione” nel nostro tour.

Non abbiamo avuto alcun problema con nessuno, ciononostante messicani e guatemaltechi non ci hanno trasferito grosse emozioni, forse perché troppo simili a noi, o forse siamo noi troppo innamorati di altri popoli. E’ stato comunque interessante conoscere la loro cultura e abbiamo incontrato persone piacevoli che ci hanno saputo insegnare molto della loro storia.

Come detto, non abbiamo avuto problemi, ma i vari metal detector, le riprese “anti-omicidio” sui bus, la tanta polizia e la forte presenza militare, nonostante siano tutte misure protettive, probabilmente ci hanno inconsciamente trasmesso una sensazione di insicurezza, che sicuramente ha influito sul modo di vivere e percepire questo viaggio.

Chissà che il tempo non cancelli le perplessità e amplifichi quanto di positivo ci ha lasciato questa esperienza, facendo crescere la voglia di ritornare nel Mesoamerica.

Qualche informazione pratica, i prezzi indicati sono a persona:

Cambi:

1 euro = 16,59 pesos

1 euro = 7,71 quetzales

Trasporti:

Volo AirFrance – 978 euro comprato a febbraio

Taxi Aeroporto – Città del Messico – 205 pesos

Bus ADO Mex – Puebla – 152 pesos (2 ore circa)

Bus ADO Puebla – Oaxaca – 412 pesos (4 ore)

Bus ADOgl Oaxaca – San Cristobal del las Casas – 630 pesos (12 ore circa)

Bus San Cristobal de las Casas – Panachajel – 350 pesos (9-10 ore)

Minivan Panachajel – Antigua – 95 quetzales (2 ore)

Aereo Città del Guatemala – Flores con TAG – 160 USD (50 minuti)

Bus Flores – Palenque – 150 quetzales (10 ore)

Bus ADO notturno Palenque – Merida – 486 pesos (8 ore)

Bus ADO Merida – Tulum – 266 pesos (4 ore)

Bus ADO Merida – Chichen Itza e ritorno – 186 pesos (1 ora e mezza)

Noleggio auto Tulum – 1 giorno 600 pesos

Bus ADO Tulum – Cancun – 104 pesos (2 ore)

Taxi stazione bus Cancun – porto Juarez – 60 pesos

Traghetto a/r porto Juarez – Isla Mujeres – 130 pesos

Bus ADO Cancun stazione bus – aeroporto – 52 pesos (30 minuti)

Escursioni:

Musei/siti messicani – 57 pesos

Chichen Itza – 57 più 125 pesos

Escursione organizzata a Hierve el Agua – 250 pesos più tutti gli ingressi

Escursione organizzata a San Juan Chamula e Zinacantan – 200 pesos

Escursione organizzata al Canon del Sumidero – 250 pesos

Tikal – 150 quetzales

Gran Cenote , Tulum – 120 pesos

Escursione in barca per vedere gli squali balena – 900 pesos

Noleggio macchinina da golf a Isla Mujeres – 1 giorno 450 pesos

Visti:

Tassa di uscita dal Messico – 295 pesos

Tassa di uscita dal Guatemala – 40 quetzales

A presto!

Cri ed Enzo

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Teotihuacan

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Antigua

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Tikal



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