Messico e Guatemala in luna di miele
Il giorno successivo siamo ritornati all’aeroporto per prendere il volo per il Guatemala. A Città del Guatemala ci ha colpito lo stato di assedio in cui sembra ancora trovarsi la città, derivato probabilmente dal fatto che in anni ancora recenti è stata teatro di una guerra civile. Infatti i muri delle abitazioni sono sovrastati da rotoli di filo spinato e le costruzioni sono spesso sorvegliate da guardie armate. La nostra guida ci ha chiesto se volevamo fare un giro per la piazza principale “da soli”. L’abbiamo fatto e in realtà non abbiamo percepito pericolo. La città è divisa in zone chiamate con i numeri. Siamo andati a cena in un ristorante molto carino e con buon cibo che si chiama Cacao, consigliato anche dalla nostra guida. Qui abbiamo iniziato a provare le specialità del posto, come i frijoles (una sorta di purea di fagioli), le enchiladas, le empanadas e i tacos, tutti basati su tortille di mais condite in vari modi. Di tutte, lo dico già adesso, quelle che ho apprezzato di più le quesadillas con carne di maiale (“cerdo” o “puerco” in spagnolo), specialmente in una versione fatta nello Yucatan, dove utilizzano la farina nostrana invece di quella a base di mais. Il giorno dopo, alcuni del nostro gruppo sono andati a fare un’escursione a Tikal, culla della civiltà maya. Abbiamo girato per la giungla con un’altra guida che ci ha mostrato diversi templi e rovine. La guida era molto divertente e condiva le spiegazioni con alcuni episodi personali, come quello in cui si è trovato faccia a faccia con un giaguaro (animale che riveste una notevole importanza nella simbologia maya). Verso la fine siamo saliti, con una scala laterale, sul tempio IV, da cui si gode una vista dell’intera area. A Floreso, da cui dovevamo partire per il rientro, si è verificato il secondo inconveniente del nostro viaggio, in quanto il volo per tornare a Città del Guatemala è stato annullato per condizioni meteorologiche ed abbiamo dovuto riparare in un hotel, ci hanno detto il migliore: il Peten Esplendido. Ma questo almeno ci ha dato l’opportunità di provare un ristorante del posto che si è rivelato simpatico e buono, di cui non ricordo il nome, ma che si trova quasi di fronte all’hotel.
Nei giorni successivi siamo stati in giro per il Guatemala, abbiamo visitato Chichicastenango, Antigua e Atitlan. A Chichicastenango in particolare c’è un cimitero molto colorato e un mercato affollatissimo. Qui abbiamo negoziato un po’ per portare a casa qualche ricordo. Siamo stati a pranzo in un hotel davvero carino, il Santo Tomas, che offriva un ottimo buffet e un cortile con almeno una dozzina di pappagalli di varie specie.
Ad Atitlan abbiamo attraversato il lago per arrivare a Santiago Atitlan, dove c’è la capanna del vecchio sciamano (in realtà lo sciamano è morto ma è rappresentato da una statua e ci sono alcuni confratelli – anch’essi sciamani – che continuano a perpetuarne il culto, una cosa un po’ simile a quella dei nostri santi). In questo villaggio vi sono alcuni negozi che vendono tipici coloratissimi quadri guatemaltechi molto interessanti a buon prezzo.
L’8° giorno ritorniamo in Messico in autobus (ci sono da pagare 20 quetzals alla frontiera) e ci dirigiamo in particolare nel Chiapas, a San Cristobal de Las Casas. Sia l’albergo in cui soggiorniamo (il Villa Mercedes) che la cittadina sono molto carini. Nella mattinata del 9° giorno visitiamo due villaggi indigeni in cui il culto religioso tradizionale si è mischiato in vari gradi con quello cattolico. Nel primo, quello di San Juan Chamula, si assiste a veri e propri riti pagani fatti in quella che forse una volta è stata una chiesa cattolica. Qui sono molto severi sulle foto, che non possono essere scattate. La sera facciamo un giro in centro e ci fermiamo a bere in un bar. L’aria che si respira nelle strade è allegra e i prezzi sono davvero modici, ad esempio vendono 2 birre a 30 pesos (meno di 2 euro).
Il giorno dopo passiamo per le cascate di Agua Azul, belle da vedere ma con un acqua un po’ sporca in questo periodo dell’anno e che pertanto non è invitante per il bagno. Nei giorni successivi ci spostiamo man mano nello Yucatan, visitando Palenque, Campeche, Uxmal e Merida. In quest’ultimo posto trascorriamo l’ultima serata del tour, passata tra gli ottimi sorbetti a cocco e mango fatti dal bar El Colon in piazza, le marquesitas e i churros comprati sulle bancarelle, qualche birra e cocktail presi in un bar nel quale due nostri compagni di viaggio si dimostrano anche buoni ballerini di merengue.
Il giorno dopo, finalmente finisce il tour, che si è dimostrato bello ma per molti versi anche stancante. Inizia per noi il soggiorno mare, che facciamo in due hotel. I primi 5 giorni li passiamo in all inclusive al Barcelò Maya Beach, che si trova qualche decina di km a sud di Playa del Carmen. Di questo villaggio sono davvero entusiasta. Certo, il cibo è quello tipico dei buffet e dopo qualche giorno stanca, ma questo villaggio ha la fortuna di trovarsi in una piccola baia, e pertanto il mare vi arriva un po’ più calmo ed è davvero eccezionale. Stare sulla spiaggia, tra le ombre delle palme (ce ne sono a sufficienza e pertanto non si sente affatto l’assenza di ombrelloni), guardando il cielo azzurro e sentendo il rumore del mare è quanto di più bello abbia sperimentato durante questa vacanza. Anche la mia compagna, che all’inizio era un po’ prevenuta verso i villaggi come il Barcelò, che definiva troppo turistici, è stata costretta a ricredersi. Per il resto, le stanze sono abbastanza spaziose e moderne. Per ben due volte, ci hanno portato in camera spumante e torta per festeggiare la nostra luna di miele. In realtà il villaggio si trova in un complesso più ampio che comprende 5 villaggi Barcelò, dei quali si può usufruire in parte. Noi eravamo al Beach e potevamo usufruire anche di tutte le strutture del Caribe. Affianco a noi c’erano il Tropical e il Colonial, che potevano usufruire di tutte le nostre strutture, mentre noi potevamo accedere solo alle loro piscine e beach bar. Infine c’era il Palace, inaccessibile a tutti tranne a quelli che alloggiavano lì (e che immagino potessero visitare tutti gli altri villaggi). A seconda dei giorni che si trascorrono in villaggio si ha diritto a una o più serate in ristoranti tematici à la carte. Noi ne abbiamo avute due, nel ristorante spagnolo e messicano. Nel primo non prendete la spigola: è di quanto più lontano dalla nostra spigola ci possa essere.
Successivamente ci siamo spostati nell’hotel Las Palapas a Playa del Carmen, dove abbiamo trascorso gli ultimi 5 giorni della nostra luna di miele. Sistemazione alquanto diversa rispetto al Barcelò, un po’ più spartana e caratteristica, anche se le cabanas che vi si trovano sono considerate di lusso: hanno infatti un ampio bagno, un bel letto e l’aria condizionata. La nostra cabana era proprio sul mare e all’inizio è stato un po’ spaventoso sentire di notte i rumori del vento e del mare, che sembravano poterci travolgere da un momento all’altro. Quando ci si abitua, la cosa assume invece connotati abbastanza romantici.
Qui abbiamo avuto la possibilità di girare un po’ di più e quindi un giorno abbiamo noleggiato l’auto per visitare la zona archeologica di Tulum e Playa Paraiso (bella ma non quanto quella del Barcelò), nonché la laguna Yal-Ku ad Akumal, in cui abbiamo fatto un po’ di snorkeling, ma non abbiamo visto nessuna tartaruga come invece sembrava promettere qualche guida. In uno dei giorni siamo andati invece al Parco Xplor. E’ un po’ costoso (in alta stagione si pagano 119 dollari a persona, ma comprando sul sito o con l’agenzia Solatino a Playa del Carmen si riesce a risparmiare qualcosa) ma secondo me ne vale la pena. Ci sono diversi percorsi da fare in diversi modi: due circuiti di zip-line, in cui, sorretti da un’imbracatura, si “vola” appesi a dei cavi a decine di metri d’altezza sulla foresta; due circuiti accidentati fatti a bordo di jeep; un circuito fatto in un fiume sotterraneo a nuoto; due circuiti fatti sempre in fiumi sotterranei a bordo di zattere. La finalità principale del parco è quella di provarsi in queste attività estreme, e quindi si finisce per perdonare la natura un po’ artificiale del sito. Il nostro ultimo giorno è finito passeggiando per Playa del Carmen, facendo qualche acquisto e provando varie prelibatezze, per finire con un mojito in una tipica atmosfera cubana offerta dal bar ristorante la Bodeguita del Medio.