Messico: dove cultura e natura si incontrano

La destinazione che abbiamo scelto quest’anno è il Messico. Volevamo aspettare il viaggio di nozze ma considerato il fatto che dopo 15 anni di fidanzamento ancora nulla si muove abbiamo pensato bene di anticipare il tutto...
Scritto da: BETTI75
messico: dove cultura e natura si incontrano
Partenza il: 23/04/2009
Ritorno il: 01/05/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
La destinazione che abbiamo scelto quest’anno è il Messico. Volevamo aspettare il viaggio di nozze ma considerato il fatto che dopo 15 anni di fidanzamento ancora nulla si muove abbiamo pensato bene di anticipare il tutto.

Optiamo per un tour organizzato che presenta sicuramente aspetti negativi ma anche tanti positivi soprattutto quando si ha a disposizione solo una settimana e si vuole vedere il più possibile. La scelta ricade sulla formula 4 gg tour Yucatan + 3 gg in villaggio sulla riviera Maya.

GIOVEDI’ 23 APRILE 2009 – MILANO/MERIDA Partiamo da Milano Malpensa terminal 1 alle ore 11:00 e dopo 12 ore di volo, sorvolando anche Canada e Stati Uniti giungiamo a destinazione. Sintonizziamo gli orologi con quelli dell’aeroporto di Merida e attendiamo il controllo passaporti. L’aeroporto è semi deserto ma probabilmente siamo arrivati nel momento della “siesta messicana” in quanto l’attesa è stata estenuante. Ci prepariamo dunque ad una settimana dai ritmi lenti ma del resto siamo in vacanza e così deve essere.

L’Hotel che ci ospiterà a Merida per 4 notti è lo Hyatt Regency; elegante, buona la posizione, ottima la colazione e apprezzabile anche la cena. Dall’Hotel è facilmente raggiungibile il centro città grazie ai molti taxi posteggiati proprio davanti all’entrata. In media ,andata e ritorno per il centro costa al massimo 80 pesos (5 euro circa). Bisogna fare attenzione al fatto che alcuni tassisti applicano una tariffa fissa mentre altri azionano il contatore e quest’ultimi sono spesso più convenienti.

Per telefonare a casa abbiamo optato per le tessere pubbliche. I cellulari dualband non funzionano e per il triband è necessario spesso attivarli prima della partenza dall’Italia. Ci siamo sentiti inizialmente isolati dal mondo, abituati ad inviare e ricevere messaggi non è facile pensare a una settimana fatta di telefoni pubblici. Pensiamo subito: “Se succede qualcosa a casa prima che riescano ad avvisarci, considerato il fatto che siamo sempre fuori per il tour…” Bastano però due giorni per renderci conto della fortuna che abbiamo avuto rispetto a coloro che erano collegati con il resto del mondo grazie ai cellulari. Ebbene si’, abbiamo scelto la settimana dell’influenza suina e rispondere a parenti ed amici che chiamano ogni secondo non è di certo un bel modo di passare le vacanze. Soprattutto non è facile far credere che in Yucatan tutto è tranquillo, che ci troviamo a centinaia di chilometri da dove si è sviluppato il virus. Assistiamo a telefonate assurde del tipo… “ ma si mamma qui tutto bene, nessuno gira con la mascherina, i siti archeologici sono aperti … Tu tu tu…” la linea salta, la scheda di € 20,00 è esaurita e il giorno dopo la scena si ripete : ” ti ho già detto che dove siamo noi tutto è tranquillo … tu tu tu…” Altra scheda da € 20,00 esaurita e per cosa? Per ripetere tutti i giorni le stesse identiche cose causa il terrorismo psicologico fatto dai giornalisti italiani!!!!! E’ sera e sappiamo di dover resistere il piu’ possibile per abituarci al nuovo fuso orario ma per me è veramente difficile; abituata in Italia ad andare a letto prestissimo alle 21:30 ora locale crollo in un sonno profondo. VENERDI’ 24 APRILE 2009 – CHICHEN ITZA’ Sono le 2 di notte e già mi aggiro per la stanza pronta ad affrontare una giornata pesante. Dopo una squisita colazione con buffet super assortito iniziamo finalmente il nostro tour dello Yucatan. Oggi la giornata è dedicata a Chicén Itzà il sito archeologico piu’ famoso del Messico, quello presente su tutte le cartoline e raccontato in tutti i documentari. El Castilio, la piramide principale, è stata di recente restaurata e non è piu’ possibile arrampicarvisi. Le vibrazioni delle centinaia di turisti che giornalmente la scalavano hanno comportato dei danni consistenti alla struttura. Il sito è spesso affollato e soprattutto i giorni degli equinozi di primavera ed autunno quando la curiosità del turista è giustificata dallo spettacolo del sole che con un gioco di luci ed ombre produce l’immagine di un serpente che sale o scende le scale della piramide; questa piramide rappresenta il calendario Maya con una precisione che stupisce e incuriosisce allo stesso tempo. La storia dei Maya è tanto complessa quanto affascinante. Si può credere o meno al fatto che certi eventi siano stati voluti e non casuali ma il fatto stesso che si ripetano in piu siti archeologici fa riflettere. Oltrepassata la piramide è possibile visitare il Gran Juego de Pelota, il famoso campo da gioco; un campo con una acustica straordinaria dove probabilmente in passato venivano sacrificati (tramite decapitazione) alcuni giocatori. All’interno del sito sono visitabili altri monumenti quali quello del giaguaro, le colonne ecc.. Non mancano le occasioni di fare acquisti; qui, piu’ che in ogni altro sito, vi sono bancarelle di ogni genere capaci di far venire il mal di testa ai mariti disperati dalle mogli amanti dello shopping. Ecco dunque un buon motivo per scegliere un viaggio organizzato… Uomini se volete che vostra moglie non se ne resti qualche ora a contrattare prendetevi una guida che vi concederà al massimo mezz’ora per gli acquisti; a livello di portafoglio non cambia molto, anzi si spende di piu, ma il mal di testa beh forse quello ve lo risparmiate. Percorrendo una via di circa 200 metri, con bancarelle a destra e a sinistra, si giunge ad un famoso cenote al quale sono collegate diverse leggende tra cui il sacrificio delle vergini. Pranziamo all’ingresso del parco ammirando i soliti balletti organizzati ad hoc per i turisti e lasciamo Chicén Itzà per ritornare a Merida dove visitiamo la cattedrale, il palazzo del municipio con degli splendidi affreschi, la famosa piazza Grande “El Centro” e gustiamo un ottimo sorbetto in una sorbetteria situata sotto i portici attorno alla piazza.

Rientriamo in albergo verso le 18:00 e dopo cena prendiamo un taxi per visitare Merida by Night. Molti locali propongono musica dal vivo, per le strade ci sono diversi artisti e non è difficile trovare un locale carino dove passare un’po di tempo. I messicani sono socievoli, sorridenti e cordiali e non si devono avere timori di alcun tipo a passeggiare per le vie del centro.

SABATO 25 APRILE 2009 UMAN/UXMAL/S.ELENA/KABAH Come ogni mattina, prima di partire per il tour facciamo una telefonata a casa per vedere se tutto va bene. Mentre attendiamo il nostro turno sentiamo un ragazzo rassicurare casa dicendo “ stai tranquilla, qui da noi tutto è tranquillo…”; “Cosa è successo?” chiediamo, “C’è un virus a Città del Messico e tutti i telegiornali in Italia ne parlano”; a questo punto ci vediamo maggiormente costretti a telefonare, anche solo per capire cosa dicono, non avendo la possibilità in Hotel di vedere canali italiani. Rassicuriamo casa ma inutilmente, l’allarme virus si è già diffuso e non credono a ciò che diciamo… va beh, non saranno di certo due giornalisti a rovinarci le vacanze, siamo in Messico e vogliamo cogliere quanto di meglio questo paese sa darci. Oggi ci sono dei fuori programma. Uno di questi è la visita del paese di Uman per poter immergerci nelle abitudini quotidiane dei messicani. Entriamo in un luogo al coperto dove si trova il mercato della frutta e della verdura; acquistiamo del peperoncino in polvere ( in Messico si trova il peperoncino più piccante al mondo), vaghiamo per il mercato della carne, apprezzandone, rispetto ad altri mercati già visti (vedi Marocco) la pulizia e scattiamo delle bellissime foto che raccontano la vita quotidiana dei messicani “veri”. “Avanza rapido la influenza” c’è scritto sul quotidiano locale “diario de Yucatan” che acquisto per aggiornarmi sulla situazione. La destinazione di oggi è il sito archeologico di Uxmal. Credo che chiunque abbia visitato sia quest’ultimo che Chichen Itzà concordi con me nel dire che Uxmal è decisamente più affascinante. Più ricco di vegetazione e meno affollato di turisti ha un fascino diverso. Una piccola piramide è accessibile anche ai turisti e decido di avventurarmi nella breve scalata. Tutto prosegue per il meglio sino a quando non decido di sedermi per riposare sul primo gradino del primo intermedio. Inevitabilmente l’occhio cade verso il basso e quando mi accorgo che da quella posizione non si vedono più le scale inizio ad avere dei giramenti ed a non reggermi più sulle gambe, penso alla discesa e mi paralizzo. A quanti ridendo mi dicono “suvvia non è così difficile” faccio provare la sensazione del vuoto. Li faccio sedere sul mio stesso gradino e poi rido io per i loro commenti del tipo “Oddio… non ci sono più le scale… dove sono? Oddio che ripide… “ e via discorrendo.

Ancora con le gambe tremanti dallo spavento tocco finalmente terra e mi riprometto di non provarci mai più. Dopo il pranzo all’interno del sito facciamo un altro fuori programma. Ci fermiamo al paesino di Sant’Elena per vedere dall’interno una delle abitazioni tipiche. La padrona di casa (probabilmente abituata ai turisti) si presenta accogliente e ci mostra la casa, il cortile, la lavorazione del pane ecc… Avevamo portato dall’Italia diverse magliette e cappellini per i bimbi messicani e alcune di queste le abbiamo lasciate alla signora per nipotini e parenti vari.

Il pomeriggio di visite prosegue con un altro fuori programma, il sito archeologico di Kabah. Questo sito è di ridotte dimensioni e per niente visitato dai turisti, tant’è che siamo gli unici presenti e la visita non dura più di mezz’ora. Nel rientrare a Merida facciamo ancora un giro turistico della città e scattiamo qualche foto. Per la sera abbiamo in programma ancora una uscita in centro e precisamente vogliamo andare in un locale dove, al dire della guida Lonely Planet, vi si possono mangiare delle ottime crepes in un’atmosfera particolare. In realtà troviamo un locale per “giovanissimi” (età massima 13 anni) e delle crepes non all’altezza delle aspettative. La stanchezza per la giornata si fa sentire e decidiamo di rientrare in albergo e dedicare a Merida by night la serata successiva.

DOMENICA 26 APRILE 2009 CELESTUN Escursione facoltativa a Celestun piccolo paese di pescatori affacciato sul golfo del Messico. L’attrazione del posto non sono certamente le spiagge ma bensì la biosfera Rìa Celestun. Saliamo su delle lance (capacità massima 8 persone) e ci avventuriamo nella laguna. La guida continua a dirci “se sarete fortunati potrete ammirare i fenicotteri rosa”; sono le solite frasi, penso io; ti invogliano ad aderire all’escursione e poi non si vedrà nulla di particolare. In realtà, dopo qualche centinaio di metri durante i quali avvistiamo pochissimi uccelli e qualche rete di pescatori del luogo, vediamo all’orizzonte una scia rosa. “Non può essere”, penso io “non credo ai miei occhi”. Ci avviciniamo lentamente e davanti a noi uno spettacolo incredibile, emozionante. Centinaia, migliaia di fenicotteri (dal colore indescrivibile tra il fucsia e l’arancione acceso) si estendono davanti a noi. Volano leggeri a pochi metri dall’acqua e vi si poggiano con un’eleganza senza eguali. Saremmo rimasti ore ad ammirarli, credo che in assoluto questa sia stata la cosa del Messico che più mi è piaciuta e mi è rimasta dentro. Salutati i fenicotteri ci addentriamo lungo un tratto della laguna circondato dalle mangrovie. Le lance spengono i motori e siamo avvolti da un magnifico silenzio rotto di tanto in tanto dal verso di qualche uccello. Attracchiamo le lance e a piedi raggiungiamo un cenote d’acqua dolce dalle acque limpidissime dove è possibile fare il bagno.

Anche qui acquisto un ricordino, ebbene si, in mezzo alla laguna una gentilissima zanzara che denominerei “Elefante” più che tigre mi lascia un grande, grandissimo ricordo della laguna.

Finita questa splendida escursione abbiamo la possibilità di pranzare nel paesino di pescatori. All’interno del ristorante ci fanno vedere quello che con € 10,00 ci avrebbero dato, peccato che ci mostrino anche il cuoco dall’aspetto inquietante che uscito dalla cucina tutto sudato e a torso nudo ci presenta il pranzo. Inizialmente siamo un poco titubanti poi decidiamo di fidarci della guida e optiamo per questo pranzo sul mare. Una signora non se la sente, preferisce attendere il pranzo in Hotel e si lamenta continuamente chiedendo a quanti fossero in parte a lei come potessero mangiare in un posto simile; alla nostra guida non sfuggono certe frasi schifate della “signora” e di certo non gli fanno piacere. E’ vero che il posto non era invitante, tant’è che noi stessi siamo stati un po’ titubanti, ma non è educato farsi sentire dalla gente del posto a commentare in quel modo.

Dopo un’ora di spiaggia finalmente il pranzo; alla faccia della signora con la puzzetta sotto il naso credo di non aver mai mangiato del pesce così fresco e saporito.

Ci congratuliamo con la guida per il consiglio e riprendiamo la strada per Merida. Quando giungiamo all’Hotel sono le 15:00 ed il ristorante è ancora aperto. Dopo uno squisito pranzo a base di pesce non si può non mangiare un buon dolce. Ci catapultiamo dunque sul buffet e dopo vari assaggi di dolci tipici gli occhi ci cadono su una fontana di cioccolata sotto la quale poter riempire degli spiedini di frutta… E poi dicono che all’estero si mangia male! Per la sera usciamo nuovamente con il taxi, arriviamo in centro e degustiamo un ottimo sorbetto. La piazza centrale accoglie un comizio politico ed è affollatissima di gente, le vie circostanti sono piu’ animate che mai e l’atmosfera è piacevolissima.

LUNEDI’ 27 APRILE 2009 COBA/TULUM Ultimo giorno di Tour. Lasciamo Merida in direzione Cobà. Raggiungiamo il sito dopo circa due ore di strada. All’ingresso noleggiamo un caratteristico Richo per evitare di dover percorrere 4 chilometri (andata e ritorno) sotto un sole cocente. Il sito di Cobà è immerso nel verde. Anche qui si può ammirare il classico campo della pelota e delle piramidi di cui una aperta ai turisti. Mi ero ripromessa di non salire più dopo l’esperienza negativa di Uxmal, ma come si può essere stati in Messico e non aver provato l’esperienza unica di ammirare dall’alto questi splendidi luoghi? Salgo ogni gradino al motto “ce la devo fare!” e gradino dopo gradino raggiungo la vetta. Lo spettacolo è unico. Distese e distese di foresta, dei laghetti ed un silenzio rotto solo dal vento. Magnifico. Certo, da li non sarei piu’ voluta scendere non solo per la bellezza del panorama ma anche e soprattutto per la paura della discesa… Dopo un pranzo in un ristorante a 5 minuti da Cobà situato sulla riva di un lago abitato dai coccodrilli riprendiamo il cammino per dirigerci vero Tulum. Nel mio immaginario il Messico era si Chicen Itzà ma anche e soprattutto Tulum. Ogni volta che vedevo un documentario non potevo far a meno di sognare quel monumento affacciato sul mar dei Caraibi. Ad accoglierci a Tulum troviamo parecchie iguane che pare abbiano trovato qui più che altrove il loro habitat. Le spiegazioni del sito da parte della guida sono inevitabili e interessanti, ma, sarà la stanchezza del viaggio, sarà la voglia di affacciarmi sul mar dei caraibi, ascolto poco di quanto detto e mi concentro maggiormente su quanto mi circonda. Da appassionata di fotografia quale sono scatto quella classica foto da cartolina che sognavo da anni. La fortuna ci ha assistito durante tutto il tour; non ha mai piovuto e al momento giusto, quando a mezzogiorno il caldo si faceva sentire, arrivava la nuvoletta di turno che per qualche secondo rinfrescava tutti.

Il tour dello Yucatan è giunto a conclusione, il nostro villaggio è l’ultimo da raggiungere e abbiamo quindi la possibilità di salutare tutti prima di giungere a destinazione. Molte coppie sono in viaggio di nozze ed auguriamo loro una buona vacanza. Rimasti soli con la guida che dopo mezz’ora ci porterà a destinazione, abbiamo modo di scambiare quattro chiacchiere. Ci facciamo qualche risata pensando alla “signora” snob di cui ignoro il nome, che oltre ad aver infastidito molti del gruppo ha oltremodo stressato la guida che ci dice di avere molto spirito di sopportazione ma che una donna così pesante e fastidiosa come lei non gli era mai capitata. Ci ricorda di essere laureato e di aver studiato anche psicologia e mai come questa settimana ha dovuto rispolverare i testi scolastici sull’argomento per non dover mandare a quel paese lei e un altro “esemplare” di turista che di certo è il classico che lascia nel mondo un’immagine negativa di noi italiani. Infatti, nonostante nei siti archeologici sia proibito fumare per ovvi rischi di incendio, questo “signore” in barba a tutti i divieti e dopo aver addirittura chiesto alla guida se anche la pipa fosse proibita e aver ricevuto risposta affermativa continuava a eludere i divieti. Ricordo a Cobà quel giovane messicano che con sforzo non indifferente, considerata la mole di questo “signore”, lo portava a spasso per il sito archeologico ricordandogli che non era possibile fumare; ad un certo punto l’italiano (e mi vergogno a definirlo tale) lo guarda, accende la pipa sotto i suoi occhi, soffia il fumo quasi in faccia al ragazzino e si gira, della serie “faccio quello che voglio, non verrà di certo un ragazzino messicano a dirmi cosa fare … io..Io .. Io. Che vergogna!! Sto parlando della stessa educata persona che in un’altra circostanza, durante il tour, si è rivolto a me dicendomi “Spostati che devo fare una foto”. Spostati? Non userei questo termine nemmeno per mia sorella; non gli ho risposto perché ho pensato: se l’educazione non l’ha imparata in 50 anni di certo non gliela posso insegnare io in 50 secondi! Intanto tra una conversazione e l’altra siamo giunti al nostro villaggio salutiamo e ringraziamo la nostra guida quando sono le 20:30.

Il villaggio è l’Hotel Ocean Coral & Turquesa, di recente costruzione (2007), con 4 piscine, 6 ristoranti, diversi punti snack compresi nell’all inclusive e aperti 24 ore su 24, consumazioni frigo bar e alcolici compresi, insomma un all inclusive di quelli veri.

E che dire della camera? Circa 35 mq con bagno a vista immenso e terrazzino fronte giardino. Il mare? Beh purtroppo quello non è il tipico caraibico, ma lo sapevamo già prima di partire.

Il villaggio è assolutamente da consigliare per il buffet ricchissimo e di qualità, ottimo anche il ristorante messicano. Unico neo, l’animazione, ma per chi come noi ama anche la tranquillità va bene così.

MARTEDI’ 28 – GIOVEDI’ 30 APRILE 2009 – RIVIERA MAYA Passiamo 3 giorni in villaggio all’insegna del relax totale.

Assistiamo al tipico acquazzone caraibico (della serie non ci facciamo mancare niente); notiamo un cielo stranamante coperto e sentite due gocce d’acqua non ho il tempo di dire al mio ragazzo secondo me è meglio entrare che fatti pochi metri per raggiungere il coperto arriva l’acquazzone. Nel giro di 10 minuti la pioggia è finita e in meno di mezz’ora la spiaggia è già asciutta ed il cielo limpido; incredibile! Una serata la dedichiamo alla cucina messicana e degustiamo delle pietanze a base di pesce veramente squisite e che dire del peperoncino? È il piu’ piccante del mondo non potevamo non assaggiarlo.

Purtroppo anche questa vacanza è giunta al termine e non posso far altro che consigliare a tutti il Messico ed in particolare di: – Visitare assolutamente il sito archeologico di Uxmal e quello di Tulum (quest’ultimo per il panorama sul mar dei caraibi) – Addentrarsi in un mercato tipico per sentire da vicino l’atmosfera vera messicana; – Visitare la Biosfera di Celestun e degustare dell’ottimo pesce al ristorante “ La Playta” con vista sul mare; – Non perdersi Merida By night e immergersi nei ritmi messicani; – Lasciare a casa i cellulari, perché in caso di virus potrebbero trasformarsi in un oggetto pericoloso… pronto a squillare ad ogni parola pronunciata dai giornalisti italiani.

Concludo questo mio diario di viaggio con alcune considerazioni personali sulla compagnia aerea da noi scelta e sull’incidenza che ha avuto l’influenza suina sulla nostra vacanza. Quando siamo giunti all’aeroporto di Cancun per imbarcarci abbiamo trovato in coda per il Check-in anche tutti quegli sposini che dovevano effettuare una settimana ulteriore. A queste persone è stato rovinato il viaggio di nozze non dal virus ma dal tour operator in quanto non essendoci piu’ voli dall’Italia della stessa compagnia diretti in Messico (causa gli annullamenti), anno pensato bene di imbarcare tutti sui voli in partenza perché sarebbe stato troppo costoso far partire dall’Italia un aereo vuoto per venire a prenderli. Un viaggio di nozze rovinato è impagabile; non è sufficiente che venga rimborsata la settimana persa, potevano quanto meno proporgli un’altra destinazione vicina, per esempio Cuba, e trasferirli lì. Il Check-in inoltre è stato un’odissea: una coda infinita (causa l’unione di due voli nello stesso orario) che ha comportato anche diversi svenimenti e proteste, ma soprattutto un Check-in scorretto per quanto segue: io e il mio ragazzo sappiamo di avere spesso piu’ peso del consentito e siamo consapevoli del fatto che per ogni Kg in eccedenza devono essere pagati 10 euro. Mentre eravamo in coda guardavamo le casse e vedevamo molti viaggiatori costretti a pagare i supplementi e abbiamo pensato: “Questa volta ci fanno pagare”; la situazione contingente, i voli annullati, la crisi economica hanno di certo contribuito a far si che la compagnia aerea chiedesse soldi per il peso in eccesso. E’ un loro diritto, è da contratto e nulla da eccepire a riguardo anche se altre compagnie aeree (tutte quelle con cui abbiamo viaggiato sino ad ora) hanno sempre chiuso un occhio. Pronti a pagare la differenza, portafoglio alla mano arriva il nostro turno. Ci pesano le valigie ed il bagaglio a mano ( 2 valigie, 1 trolley ed un borsone) e con un atteggiamento a dir poco minaccioso l’uomo al Check-in segna un numero (il 16) sui nostri biglietti aerei e svolazzandoceli sotto il naso ci fa capire che dovevamo andare in un altro banco a pagare e che solo dopo avremmo potuto ritirare i nostri biglietti e imbarcarci. Cosa? 16 Kg, 160 EURO? Sono incredula, costa di piu’ il supplemento bagagli del viaggio. Non è possibile che siamo fuori peso di così tanti chili. Chiedo al mio ragazzo se ha letto il peso sul display e dice che secondo lui c’era scritto 56 kg che significa 20+20 per le valigie, 5+5 per il bagaglio a mano e dunque 6 kg di soprappeso… Non ci sto è torno al banco Check-in. Gli faccio capire che secondo noi ha sbagliato e l’omino, consapevole di quello che aveva fatto ci impone di pesare, oltre a quanto pesato in precedenza, anche il porta documenti ( 2 grammi) del mio ragazzo e il mio piccolo zainetto. La reazione del responsabile ci ha fatto capire la sua malafede. Se fosse stato un errore e non una “truffa programmata” non si sarebbe arrabbiato in quel modo, ci avrebbe ripesato le valigie senza pretendere di pesare piu’ cose di quelle precedenti. Morale della favola ci corregge i biglietti, mette un bel 6 (che corrisponde a 100 euro in meno) e con fare scontroso ci rimanda al banco per pagare dicendoci semplicemente “OK, OK”. Ci sentiamo in dovere di avvisare tutti quelli dietro di noi della truffa sventata per metterli in allerta.

E’ scorretto recuperare i soldi persi per il calo del turismo facendo pagare piu’ del dovuto. Preciso, oltretutto, di aver scelto il tour operator in base alla compagnia aerea che solitamente eccelle per il trattamento a bordo, ma che dopo questo episodio e dopo aver riscontrato che nel lungo raggio non ha aeromobili adeguatamente confortevoli, non prenderemo piu’ in considerazione.

Alla prossima!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche