Messico di Yucatan – Quintana Roo e Cuba in 15 giorni

Viaggio in auto (e raccomandazioni su come comportarsi con la polizia messicana) tra Cancun, Chichen Itza, Tulum e Playa del Carmen. Poi, volo su Cuba
Scritto da: Crigi
messico di yucatan - quintana roo e cuba in 15 giorni
Partenza il: 02/02/2015
Ritorno il: 17/02/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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IL VIAGGIO ROMA- CANCUN

Partenza da Roma alle 10.30 di mattina con delta airlines, 11 ore di volo fino ad Atlanta che passano velocissimamente con il sistema d’intrattenimento individuale con film e video giochi. Il cibo inoltre è buonissimo, bagni puliti e non affollati nonostante il volo fosse al completo. Il miglior volo di sempre.

Scalo ad Atlanta di 2 ore di cui una trascorsa per il passaggio al controllo passaporti, anche se si tratta di uno scalo negli States, l’ESTA è obbligatoria. Si può fare on line, costa 14 euro e dura 2 anni.

In due ore siamo a Cancun. Andiamo al desk della Fox rent a car per ritirare la macchina, siamo felici di essere arrivati ma vorremmo anche fare presto perché siamo stanchi. Ma la nostra attesa non sarà breve. Al desk non c’è nessuno. Dopo 20 minuti di attesa durante i quali stavo quasi perdendo le speranze di poter recuperare la macchina che avevamo prenotato, arriva l’omino che ci dice che il pulmino per raggiungere l’autonoleggio è fuori. Insieme ad altri turisti arriviamo all’ufficio poco fuori l’aeroporto. Le impiegate per quanto gentili sono lentissime, finite le pratiche aspettiamo un’altra mezz’ora per avere la nostra auto.

CANCUN

Prima notte a Cancun al The Royal Islander – An All Suites Resort, bellissimo! La colazione migliore del Messico. Costa circa 13 euro a testa ma ne vale proprio la pena. La spiaggia bianca e amplissima: se non trovi l’ombrellone il personale addetto ne prende uno e te lo pianta dove preferisci (ma non a riva). Qui acquistiamo anche i biglietti per i parchi Xel-ha, Xcaret ed Xplor con uno sconto di 30 euro complessive per i biglietti per due persone. Quello che ci sorprende subito dello Yucatan è che qui scarseggia l’acqua, non ci sono laghi e fiumi in superficie, per cui al bagno ti chiedono di riporre la carta igienica usata nel cestino e non nel wc.

VALLADOLID e CHICHEN ITZA

Partiamo alla volta di Chichen Itza. Durante il viaggio scopriamo cose molto curiose. Prima di tutto l’autostrada è tutta dritta, non ci sono uscite, ma puoi fare inversione di marcia ogni 17 km, non ci sono stazioni di servizio per cui se finisce la benzina resti lì, ad un certo punto dell’autostrada c’è il casello e, non ci avrei mai creduto, la dogana! Lasciando la zona del Quintana Roo oltre a passare la dogana cambi anche l’orario e torni indietro di un’ora. Noi non lo sapevamo e ce ne siamo resi conto solo il giorno dopo.

Passiamo a visitare la cittadina di Valladolid, città molto piccola con una grande piazza con giardino incorporato. Visitiamo la basilica e lì comincio ad avere una sensazione strana, tutte le statue dei Santi e le icone sono piccole rispetto alle nicchie in cui sono riposte. Scopriremo che è per facilitarne il trasporto sulle navi da parte degli Spagnoli e per enfatizzare l’umiltà dei Santi. Scegliamo un posto dove mangiare tra i tanti che circondano la piazza. E lì chiarisco la sensazione strana che stavo provando: in quel posto ad essere piccole non sono solo le statue, anche le persone sono minuscole! Mi guardo intorno ed io, che conto solo 160 cm di altezza, mi sento un gigante. Alcune persone non arrivano neanche alla mia spalla. Il giorno dopo Juan, la nostra guida a Chichen Itza, ci spiega che il popolo Maya era di statura molto minuta, perfino lui è piccolo anche se è robusto a causa della sua discendenza Maya.

Lasciamo Valladolid per arrivare al Mayaland Hotel & Bungalows, un posto stupendo praticamente dentro il sito archeologico di Chichen Itza, peccato esserci stati solo una notte. Il giorno dopo abbiamo visitato il sito con una guida, Juan Messicano-Maya, che parla benissimo italiano, al costo di 50 euro circa per due ore e mezza biglietti del sito a parte. Tra le meraviglie del sito scopriamo che: la lingua maya e tutt’altro che morta, continua ad essere parlata dai discendenti. Juan stesso ci saluta in lingua maya. Ci dice, anche, che nel gioco della pelota chi vince perde la testa: il vincitore ha l’onore di donare la sua vita attraverso l’atroce rituale della decapitazione compiuto proprio da parte dell’avversario battuto. Ci credo che il gioco andava avanti per giorni e giorni, il primo a fare gol era quello che ci rimetteva la pelle contento di farlo! Un posto che vale davvero la pena di vistare.

TULUM

Nel pomeriggio di mettiamo in marcia per Tulum, ci arriviamo dopo due ore e mezza circa. Sapevamo che Tulum ha le più belle spiagge della riviera, ma secondo me la spiaggia di Cancun è più ampia, bianca e con più corallo, ma non ha le palme di Tulum. Il Mestizo Hotel Boutique, che avevamo prenotato è davvero deludente. Inizialmente avevamo prenotato una camera standard dato che dalla presentazione e dalle foto su booking sembrava decente. Abbiamo scoperto che tutte le foto nelle stanze sono state scattate con il grandangolo per questo tutte appaiono più grandi di quanto realmente sono. Alla fine abbiamo dovuto cambiare con una stanza più grande, veramente luminosa pagando circa il doppio dell’importo preventivato. Se non fossi stata vincolata da booking che ci inchiodava a stare lì per le successive 4 notti, avrei volentieri cambiato posto.

Il giorno successivo visitiamo il sito archeologico di Tulum. Stupendo. Abbiamo un solo problema: la guida. E’ di origine Azteca e fanatico mormone che approfitta del suo ruolo per fare proselitismi sulla sua religione per cui anche il Dio discendete rappresentato sul tempio, diventa Gesù che scende sulla terra. Va bene, ma ci aspettavamo di conoscere la versione Maya del Dio discendente ma a quanto pare gli spagnoli hanno bruciato tutti i loro libri per cui si possono solo fare ipotesi. Terminata la visita del sito con la nostra guida, decidiamo di rifare il giro leggendo le guide vicino alle rovine così scopriamo qualcosa di più del sito archeologico di Tulum.

Ci godiamo i successivi due giorni di mare, fino a quando non andiamo a mangiare in un posto originalissimo, il Mamma Moo, a pochi passi dall’albergo e mio marito mangia una foglia d’insalata decorativa, probabilmente non accuratamente lavata e si prende la malattia del viaggiatore che lo costringe a fare la spola tra bagno e letto per i successivi due giorni. Mai dimenticare di portare qualche medicina per combattere i disturbi intestinali quando si va in quei posti!

PLAYA DEL CARMEN E PARCHI (Xel-ha, Xcaret e Xplor)

Per visitare i parchi abbiamo deciso di alloggiare un albergo economico a Playa del Carmen. In fondo dovevamo starci solo per 3 notti giusto per dormire e abbiamo scelto La Pasion Hotel Boutique dato che si trovava in una posizione abbastanza centrale, ma fuori dalla calca e a 2 traverse dal cuore della città che è la quinta avenida. I commenti su booking erano eccellenti, e in effetti lo Staff è disponibile, la stanza è ampia ed è uno dei pochi che ha il garage che non guasta mai. Il problema per noi è stato che avevamo chiesto una stanza ai piani alti vista giardino, ce ne hanno data una al piano terra dove si sentivano i più disparati rumori (autoclave, rumori provenienti dal bagni attigui, rumore dal frigorifero che fa uno schiocco mai sentito prima ecc.), rumori udibili anche con i tappi alle orecchie. Quindi se avete il sonno leggero, questo hotel non fa per voi.

Xel-ha: è un parco acquatico dove colazione, pranzo, armadietto, attrezzatura per snorkeling (pinne e maschera), giubbotto salvagente, asciugamani a volontà per asciugarsi sono gratuiti. Quello che ci ha colpito di questo posto è l’abbondanza e la bontà del cibo. Lo snorkeling è abbastanza normale nel senso che non si vedono pesci bellissimi.

Xcaret: questo è il parco che mi è piaciuto di più. Un misto tra cultura e divertimento. Spettacoli di ogni tipo che vanno dai rituali maya, ai ballerini che danzano con vassoi con bottiglie e bicchieri pieni d’acqua, spettacoli equestri e il mega spettacolone finale che rappresenta la storia del Messico e le diverse danze delle regioni. Non dimenticare di vedere lo spettacolo Maya, il villaggio e il cimitero Maya. Stupendo anche l’acquario dove si possono vedere squali e tartarughe. Se avete voglia di comprare dei souvenir meglio prenderli qui, costano un po’ di più ma sono molto più belli che altrove.

Xplor: parco stile avventura, quasi completamente sotterraneo. La cosa più particolare è quello che loro chiamano “la tirolesa”, sospesi nel vuoto passi sopra la giungla agganciato ad un filo. L’ordine migliore per svolgere le 4 attività sono: attraversata del fiume, canoa, tirolesa (noi ci siamo fatti 3 giri) e macchinina che ha il motore di un trattore. Niente di ché, meglio farsi un altro giro sulla tirolesa.

COME COMPORTARSI CON LA POLIZIA IN MESSICO

Avevo letto che in Messico la polizia stradale è corrotta. Ti fermano, ti dicono che sei in multa che, ti fanno credere, se la paghi sul posto costa meno che andare fino in centrale con conseguente perdita di tempo. Contano sull’inesperienza dei turisti e sul fatto che i nessuno ha voglia di passare mezza giornata al commissariato. Il fatto è che i poliziotti non sono autorizzati a farsi pagare le multe per strada.

Per questo motivo io e mio marito abbiamo sempre rispettato scrupolosissimamente il codice della strada e il limite di velocità, per non incorrere in nessun tipo di problema.

E’ andata bene per tutta la vacanza fino a quando, appena usciti da Playa del Carmen, direzione Cancun, proprio nei pressi del blocco di polizia, una volante ci fa accostare. L’agente ci dice che avevamo superato il limite di velocità, mio marito cerca di obiettare dicendo che avevamo fatto attenzione al limite di velocità, ma l’agente insiste che l’eccesso di velocità è stato rilevato dal radar. Afferma che per questo tipo d’infrazione non può ritirare lui la multa ed è quindi costretto a ritirare la patente a mio marito e che dobbiamo andare a pagare la multa di 1.750 pesos (125 euro circa) alla centrale. Mio marito dice che ha solo 600 pesos, ma si dimostra remissivo anche se sapeva di non aver fatto infrazione. L’agente comincia a raccogliere tutti i dati ma su un taccuino non sul blocchetto dei verbali. Quindi va verso la volante, dopo un po’ torna con quella che lui crede essere un’ottima notizia: avremmo potuto pagare la multa direttamente a lui senza il ritiro della patente al prezzo di 600 pesos (guarda un po’? Giusto quelli che aveva in tasca mio marito!). In questo modo avremmo potuto pagare una multa più bassa senza lo scomodo di dover perdere 3 ore per andare a riprendere la patente in centrale. Ma noi abbiamo una reazione che l’agente non si aspetta. Insistiamo per andare a pagare quello che è dovuto in centrale: se veramente avevamo commesso un’infrazione nel Paese che ci stava ospitando, afferma indefesso mio marito, era nostro dovere seguire la procedura senza favoritismi e di pagare l’importo previsto per l’infrazione riscontrata a seguito del rilevamento del radar. L’agente incredulo si allontana di nuovo, dopo un po’ chiama mio marito gli restituisce la patente dicendo che la centrale aveva detto di lasciarci andare.

Ci sentiamo due eroi! Non fatevi abbindolare dalla manfrina di questi poliziotti. Rispettate il codice della strada e se vi chiedono dei soldi, insistete a voler pagare in centrale. Di solito tendono ad esagerare il prezzo della multa per incentivare a pagare loro direttamente sul posto. In realtà la multa è di circa 1/3 del prezzo sparato da loro.

CANCUN

Ultima notte a Cancun che decidiamo di trascorrere nell’hotel a 5 stelle Fiesta Americana. La posizione non è ottimale, non c’è la magnifica spiaggia che avevamo visto al Royal Islander e poi si trova proprio davanti un centro commerciale molto dozzinale, ma se uno ha voglia di comprare un po’ di souvenir dozzinali qui i prezzi ci sono sembrati più bassi.

Arrivo a CUBA

L’HAVANA

Arrivo a Cuba: mai visti tanti pacchi imballati sul nostro per i ritiro dei bagagli. Chi può, infatti, va a comprare gli elettrodomestici in Messico o altrove, perché costano meno. A Cuba tutta la merce importata costa tantissimo.

Ci aspettano il nostro autista e la nostra guida. Abbiamo deciso di affidarci ad un tour che per 309 euro a testa per 4 giorni ci ha fatto esplorare l’Havana e Vinales. Il parcheggio dell’aeroporto sembra un museo di auto d’epoca vivente. Saliamo sulla nostra Ford familiare del 56 con il motore dell’IVECO e lo sterzo di un pulmino della Peugeot. Qui i pezzi di ricambio costano tantissimo e la gente si arrangia come può. Prima notte in una casa particular a l’Havana: il letto è piccolo e la finestra da un ballatoio, ma la colazione il giorno seguente è davvero gustosissima.

A Cuba il cambio è sempre molto sfavorevole per via delle commissioni al cambio. Le file sono interminabili per cambiare i soldi. Noi eravamo partiti con gli euro con l’intenzione di cambiarli lì. Le carte non vengono accettate per la stragrande maggioranza dei casi. Si paga tutto in contanti. Se non vuoi fare una coda infinita, 1 ora e mezza circa, meglio portarsi una carta Visa per utilizzarla come bancomat. Noi avevamo la Visa, ma non mi ricordavo il codice perché non la uso mai per ritirare i soldi. A Cuba è vitale. Alla fine abbiamo fatto la fila e ci siamo accorti di una cosa curiosa quanto irritante che fanno i cubani quando sono in coda: arrivano persone che pagano le persone che sono in fila, e che sono quasi arrivati al proprio turno, per saltare la coda. Il tizio davanti a noi ne ha fatti passare avanti 2. Non ho detto niente perché, come si dice, paese che vai usanza che trovi.

La guida ci porta a vedere l’università dove Fidel Castro si è laureato in giurisprudenza ed è la culla della cultura Cubana. Procediamo per Plaza de la Revolucion dove ci sono le immagini del Che con lo slogan “hasta la victoria siempre” e il meno noto combattente della rivoluzione Camilo Cienfuegos. Nella piazza è possibile ammirare anche il memoriale a José Martì. Proseguiamo per il Campidoglio, per la fabbrica di sigari più grande ed antica dell’Havana. Vediamo il bar ristorante il Floridia dove Ernest Hemingway prendeva il suo daiquiri preferito. Visitiamo anche la Bottega del Medio dove alle 12 di mattina sono già tutti alticci e si divertono da matti a ballare, suonare, cantare e fumare. Come dice la nostra guida: i cubani se si tratta di musica fumo e drink non hanno problemi.

Quello che ci ha sorpreso dell’Havana è la decadenza dei palazzi proprio in centro. Eppure ci abitano delle famiglie ma il governo non ha soldi per la manutenzione per cui le lascia cadere a pezzi. Quindi vicino ai monumenti si vedono palazzi che si potrebbero trovare nei peggiori sobborghi malfamati. E’ un vero peccato.

VIGNALES

Nel pomeriggio partiamo per Vignales, 2 ore e mezza di autopista (tipo autostrada) dove abbiamo incontrato di tutto: polli, biciclette, carrettini con cavalli, camion e pullman che fanno inversione di marcia, trattori contromano sulla corsia di sorpasso e gente che attraversa. All’inizio era un continuo metterci le mani nei capelli temendo un‘incidente imminente ma poi ci abbiamo fatto la mano. Vignales è una cittadina di campagna dove si possono vedere campi di tabacco, di canna da zucchero, mais e mango. Abbiamo visitato una piantagione di tabacco dove abbiamo visto come si fanno i sigari, per 15 cuc ci hanno dato una scatola di 8 sigari. Abbiamo poi visitato la Cueva del Indio, 5 cuc a testa. Abbiamo mangiato ad un chiostro di frutta: 1 cocco, 2 ananas 1 spremuta di arancia con una spruzzatina di rum 5 cuc in tutto. Da non perdere i manì, le noccioline croccanti, qui sono davvero buonissime. Sulla strada di ritorno all’Havana ci fermiamo a visitare le cascate di Soroa, 3 cuc a tesa. Non sono altissime ma di atmosfera.

VIAGGIO DI RITORNO

Prendiamo un po’ di frutta da riportare a casa, ma all’aeroporto di Cancun ci fanno scaricare il malloppo perché non è consentito far entrare frutta e verdura in Messico. Ci imbarchiamo per il viaggio di ritorno: Cancun- Città del Messico (è immensa vista dall’aereo) – Parigi- Roma. Arriviamo a Roma dopo 36 ore di viaggio, ma ne è valsa la pena.



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