Merida figlia romana sconosciuta
Abito in Spagna da quasi 2 anni x lavoro. Una bella esperienza senza dubbio. Vivo a Mérida, che pur essendo la capitale della regione é in provincia di un’altra cittá la piú grande e animata della zona: Badajoz.
Mérida é una cittá storica dichiarata patrimonio dell’Unesco, di fondazione romana che arrivó ad essere sotto l’impero una delle cittá piú grandi e potenti. Tuttoggi si possono ammirari i bellissimi resti archeologici romani, purtroppo o per fortuna scarsamente valorizzati come il bellissimo teatro e anfiteatro ove si svolge un festival tutte l’estati, per farvi un’idea simili se non piú belli di quelli di Taormina e Siracusa.
E nel centro della cittá, nascoste fra case bianche e basse “di paese” e qualche condominio moderno, si trovano il tempio di Diana, perfettamente conservato, i resti del foro, l’arco di Traiano, il ponte sul fiume Guadiana, gli splendidi mosaici di antiche ville romane andate perdute ed anche il lago di Proserpina con resti romani, fra palme e oleandri.
Delle epoche successive ben poco resta se non la fortezza araba (Alcazaba) e la messicaneggiante Plaza de España abbellita da aranci e …Nidi di cicogne.
La vita scorre lenta, i bambini schiamazzano e giocano a pallone, dalle auto fuoriescono musiche a tutto volume di canti flamenchi, é un po’ la campagna di Siviglia ma senza il flusso turistico internazionale della capitale andalusa.
Ad allietare tutto questo il piatto per autonomasia spagnolo che qui viene glorificato: il jamon iberico (il prosciutto crudo di maiali neri piccolini – di razza iberica- simili a piccoli cinghiali che si nutrono esclusivamente delle ghiande delle querce da sughero, se ne vedono tantissimi qua, uno si rende conto del perché quaggiú la carne abbia un altro sapore…) e il gazpacho (zuppa fredda di verdure) cosí utile nella calura estiva.
Se non bastasse qui si producono fra i vini piú buoni e sconosciuti del mondo, dei rossi corposi ad alta gradazione.
Nella regione non bisogna perdere la visita di Zafra, verso Sud, detta la piccola Siviglia e di Cáceres e Trujillo, verso Madrid, che incorrotte svettano dall’alto dei loro colli in un tessuto urbanistico medievale intonso color miele, trasmettendo la stessa sensazione dell’etá dell’oro spagnola con numerosi palazzi nobiliari annunciati da imponenti stemmi. E che stellate le notti d’inverno cosí nitide che la luna sembra un lampione che pare di poter toccare.
Se volete trovare i prezzi piú bassi di tutta la Spagna, trovare ancora dei posti autentici in Europa e visitare bellissime cittadine ancora lontane dall’essere stravolte allora questa é la terra per voi. Vi consiglio di venire in autunno o in inverno che é tiepido fino a dicembre quando gli aranci penzolano dagli alberi o in primavera perché poi il caldo qua non conosce mezza misura ma é estremo e duro.