Mercatini di Natale alla bavarese
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Per il terzo anno organizziamo una vacanza fra di questo tipo, avendo però già visto quelli del Trentino ci viene in mente di sconfinare in Germania, dove, a sentire i racconti altrui, ci sono forse quelli più belli d’Europa.
Ci viene subito in mente Monaco di Baviera, nessuno dei due ci è mai stato e vederla in pieno periodo natalizio immaginiamo sia uno spettacolo. Dietro alla scelta c’è poi una necessità logistica, decidiamo di andare in auto visti i prezzi esosi degli aerei in questo periodo e Monaco è relativamente vicina, da dove viviamo noi sono circa 650 km.
Abbiamo diversi giorni a disposizione quindi articoliamo il percorso su 5 notti, la prima in Italia per visitare nuovamente Bressanone e Vipiteno, 3 in Germania e l’ultima, sulla via del rientro di nuovo nel nostro paese a Merano, ci siamo già stati ed è diventato un appuntamento quasi irrinunciabile.
6 DICEMBRE
Partiamo il 6 dicembre molto presto, verso le 6:30 del mattino, pur dividendo il percorso infatti abbiamo timore di trovare traffico visto l’imminente ponte dell’Immacolata alle porte, soprattutto nel tratto di autostrada tra Verona e Bolzano. La scelta non si rivela poi tanto sbagliata e neppure le nostre paure, il viaggio procede senza intoppi proprio fino a quel famigerato tratto di strada. In realtà la situazione è meno peggio del previsto, troviamo rallentamenti e piccole code ma abbastanza scorrevoli, perdiamo un po’ di tempo ma tra soste e imprevisti arriviamo a Bressanone più o meno nei tempi previsti cioè poco prima di mezzogiorno.
Qui non ero mai stato e la sensazione d’impatto è la stessa provata visitando tutte le altre località della zona, grande ordine e pulizia nonostante la folla accorsa per visitare i mercatini senza considerare il fatto che si tratta di cittadine molto piacevoli, ci si passeggia volentieri in maniera rilassata.
Per il pranzo ci fermiamo qui in uno dei tanti banchetti a sfondo culinario, per gli amanti della dieta mediterranea sconsiglio vivamente questo genere di vacanza ma se siete disposti per qualche giorno a venire a patti un’alimentazione non troppo sana ma molto gustosa val la pena fare uno strappo alla regola.
Dopo un paio d’ore abbiamo visto tutto quello che c’era da vedere e decidiamo di lasciare Bressanone alla volta di Vipiteno e ovviamente del suo mercatino. Le distanze sono minime, l’unico problema visto il periodo è quello di riuscire a trovare posto per l’auto, ma alla fine ci si ingegna tra parcheggi a pagamento ed altri trovati in maniera molto più fantasiosa.
Non mi soffermerò più di tanto sulla descrizione del mercatino, sono tutti molto simili quindi direi cose ovvie e rischierei di ripetere tutto quanto detto su Bressanone, ci tengo però a sottolineare l’organizzazione che c’è dietro eventi simili, riflettevo su quanti turisti ogni anno invadono questi centri e nonostante ciò regna la pulizia e la tranquillità, si sa la folla non è quasi mai sinonimo di educazione ma qui pare esserci la classica eccezione che conferma la regola.
La giornata volge al termine, la stanchezza e i chilometri macinati iniziano a farsi sentire in maniera prepotente, senza contare che dobbiamo ancora individuare l’hotel dove trascorreremo la prima notte del nostro viaggio quindi ci rimettiamo in auto dopo i primi acquisti natalizi.
Per la sistemazione della prima notte abbiamo scelto un hotel proprio sul passo del Brennero a una manciata di km da quella che un tempo era la frontiera, in località Brennerbad che si chiama Silbergasser. È il classico hotel di montagna, molto accogliente, pulito e funzionale, mi sento di consigliarlo a chiunque, come noi, sia di passaggio e voglia spezzare un po’ il percorso. Per una notte più cena (l’hotel ha un ottimo ristorante con prezzi onesti) e colazione 100 euro in due, cifra che mi è parsa più che adeguata alla sistemazione. Cenare qui è praticamente una scelta obbligata, intorno non c’è nulla per parecchio, a meno che non vogliate ritornare a Vipiteno che dista una quindicina di kilometri ma con il buio e il freddo meglio approfittare dell’occasione.
7 DICEMBRE
La mattina successiva (7 dicembre) ripartiamo un po’ più riposati, al nostro risveglio la sorpresa è trovare una spolverata di neve che ha imbiancato il paesaggio, tutto molto pittoresco ma per spostarsi in auto non aiuta, per fortuna siamo attrezzati con catene e gomme da neve anche se per ora non ce n’è bisogno.
Per molti km ci accompagna una fitta nebbia, oltre al già citato nevischio, le condizioni meteo migliorano quasi al confine con la Germania, la temperatura sale di qualche grado, il nevischio si trasforma in pioggia e la fastidiosa nebbia finalmente si dirada.
Non dimenticate attraversando le autostrade austriache di procurarvi la Vignette, a differenza dell’anno scorso stavolta non abbiamo trovato nessun tipo di controllo ma li organizzano a campione e possono sorprendervi in qualsiasi tratto del percorso, meglio quindi non rilassarsi troppo.
Si può acquistare la Vignette in parecchi autogrill o stazioni di servizio lungo il percorso, ma per la mia proverbiale pigrizia me la sono procurata in anticipo online dal sito www.tolltickets.com, ve la spediscono per posta giusto con un paio di euro di sovraprezzo. Consiglio di muoversi con anticipo, di norma ci impiegano una settimana a recapitare l’ordine e le poste tedesche per fortuna non sono quelle italiane ma anche loro possono avere momenti di difficoltà, tanto che a me è arrivata esattamente il giorno prima della partenza.
Arriviamo a Monaco di Baviera verso l’ora di pranzo, per la sistemazione abbiamo scelto un hotel un po’ fuorimano, l’auto al seguito è una comodità ma può trasformarsi anche in un problema in una città con poco parcheggio e con zone a traffico limitato. Per questo motivo la scelta ricade sul LetoMotel Munich Moosach, si trova ad una quindicina di minuti di metro dal centro città ma logisticamente è disposto in maniera eccellente, ha la fermata della metro (U-Bahn) proprio sotto e la metro di superfice (S-Bahn) subito dietro. Oltre questo, approfittiamo del parcheggio della metro alla modica cifra di 1 euro al giorno, l’unica scocciatura è che per avere questa tariffa la macchina non può rimanere qui per più di 24 ore, ci tocca quindi, una volta al giorno, pagare uscire e rientrare ma lo facciamo volentieri viste le cifre dei garage o degli altri parcheggi proposte in zona.
L’hotel è nuovissimo e questo è sempre un vantaggio, per tre notti spendiamo 177 euro, non offre la colazione ma proprio accanto ha una pasticceria, o se volete spendere un po’ meno (calcolate due tè e due paste una decina di euro complessivi) ogni camera è munita di bollitore per farsi caffè, cioccolata etc. Poco più avanti c’è un supermercato, ne approfittiamo per comprarci tutto il necessario per poter far colazione in camera.
La nostra stanza non è ancora pronta (unico neo è che alla reception non sono proprio gentili), decidiamo allora di andare subito in centro con la metro (linea U3) per il primo assaggio di mercatini e per vedere un po’ la città.
Come prevedibile c’è una gran folla, è domenica e il ponte dell’Immacolata favoriscono l’afflusso di turisti soprattutto dall’Italia, incontriamo molte gite, in un certo senso girando per strada non sembra neppure di essere in Germania, non fosse altro perché non si sente parlare in tedesco.
Girare tra i banchi è problematico visto il caos, fortunatamente abbiamo 3 giorni a disposizione quindi ci accontentiamo di dare un’occhiata veloce, ne approfittiamo visto che l’ora di pranzo distrae i più per dare un’occhiata a Marienzplatz e agli splendidi edifici che su di essa si affacciano.
Troviamo il tempo per goderci il Neues Rathaus (Nuovo Municipio) con la sua imponenza e la facciata coperta di sculture particolari, senza dimenticare l’orologio mobile che alle 11 e alle 12 (fra marzo ed ottobre anche alle 17) muove i suoi burattini allo scoccare dell’ora.
Saliamo anche sulla torre alta 85 metri che troneggia sulla piazza e sulla città ma è un’esperienza probante. È vero che siamo in un momento di relativa tranquillità della giornata ma non possiamo pretendere di essere gli unici visitatori, quindi per salire ci attende una paziente coda agli ascensori. Se ne devono prendere due, il primo porta alla biglietteria e il secondo alla sommità della torre, confesso che arrivati in cima resto un po’ deluso, il panorama è degno di nota ma ci sono delle sbarre piuttosto grandi a delimitare il campo visivo, tanto che per riuscire a fare qualche foto devo inventarmi dei numeri da contorsionista.
Tornati a valle continuiamo a girare tra i banchi del mercatino che ovviamente non si trovano solo in Marienplatz, e riusciamo a dedicare un po’ di tempo anche alla visita di della cattedrale e al centro storico con le sue splendide luci, certo che vedere una città in piena atmosfera natalizia cambia del tutto la prospettiva, provo le stessa emozione dell’anno scorso quando visitammo Vienna più o meno nel solito periodo.
Nel tardo pomeriggio facciamo rientro all’hotel, per goderci un po’ di meritato riposo e pensare a dove cenare. A questo proposito abbiamo scovato due ristoranti molto vicini all’albergo (5 minuti a piedi non di più) dove ci siamo divisi per le 3 sere del nostro soggiorno, il centro si trovava comunque ad una ventina di minuti di metro e viste le temperature, dopo esser stati in giro per tutto il giorno qualcosa di comodo era l’ideale.
Ad ogni modo ecco i miei consigli culinari: il primo locale dove siamo andati per due sere si chiama Alter Wirt Moosach in Dachauerstrasse, è la cara, vecchia, classica birreria tedesca. Il locale è enorme però sempre pieno, nel rispetto delle loro abitudini siamo andati a cena verso le 19 ed entrambe le volte lo abbiamo trovato stracolmo di gente, fortuna vuole che un cantuccio per due persone lo si trovi sempre. Se come noi non parlate tedesco hanno un menu in inglese, lingua che comunque il personale parla benissimo, e i piatti sono quelli della tradizione teutonica, wurstel, stinco, crauti e chi più ne ha più ne metta.
Personalmente mi sono trovato molto bene, le porzioni sono abbondanti ed il prezzo più che onesto, come in tutta la Germania si fanno pagare molto cara l’acqua (una bottiglia da 1L può costare oltre 5 euro) ma le pietanze rientrano in un budget medio-basso.
Il secondo ristorante è poco distante dal primo e ci lo abbiamo scovato in realtà perché il primo era chiuso per una festa privata, si chiama Pils Corner, non inganni il nome perché fanno cucina croata pur non facendosi mancare nulla delle specialità citate prima.
A differenza del primo è abbastanza piccolo, se da una parte questo è un rischio per trovare posto dall’altro permette di mangiare con un po’ meno caos intorno, cosa che ogni tanto ci vuole. Abbiamo cenato con 24 euro in due, le porzioni sono enormi e consistono principalmente in carne alla griglia di vario tipo (non mi metterò a fare un trattato sulla cucina croata tranquilli), io ho assaggiato una sorta di hamburger di proporzioni mai viste ma chiaramente fatto in casa, mi è bastato assaggiarlo per ritrovare il sapore della cucina casalinga!
In fase di progettazione del viaggio abbiamo deciso di dedicare una giornata a Norimberga, da sempre abbiamo sentito lodare la bellezza di questa città e del suo mercatino come uno dei più importanti d’Europa. Si trova a quasi 200 km a nord di Monaco, perciò crediamo sia meglio non andare in auto (400 km in un giorno solo iniziano ad essere troppi) ma di sfruttare le puntualissime ferrovie locali. Il problema è che oltre ad essere puntualissime sono anche carissime, noi prenotiamo i biglietti sul sito delle ferrovie tedesche e restiamo un po’ perplessi dalla cifra di 20 euro in due andata e ritorno.
Scopriamo la verità direttamente sul treno, in pratica quello che abbiamo prenotato è solo il posto a sedere, sul sito non si possono fare i biglietti. La cosa buffa è che il sito era in versione italiana e per sicurezza ho chiesto alla mia compagna di controllare con me la prenotazione per non sbagliare o dimenticare qualcosa! A questo punto entra in gioco l’italica fortuna, il controllore parlava solo, tedesco io solo inglese quindi dopo un’estemporanea conversazione decide di lasciarci perdere. All’arrivo scopriamo di aver “risparmiato” ben 110 euro in due (il treno è l’equivalente di un nostro eurostar), per il ritorno si opta per dei regionali, con il Bayern Ticket spendiamo 27 euro in tutto! Certo ci impieghiamo di più, partiamo alle 15 e arriviamo a Monaco alle 17:40 con una mezz’ora di sosta ad Ingolstadt per il cambio treno, però il risparmio è notevole.
In mezzo a tutto questo c’è la visita di Norimberga, è stato difficile arrivarci ma ne è valsa la pena. Il centro è splendido, usciti dalla stazione si entra nelle mura medioevali ed immediatamente si piomba in piena atmosfera natalizia. Rispetto a Monaco il centro storico sembra persino più grande, anche il fatto che non vi possano circolare le auto aiuta molto, i banchi sono quindi distribuiti dappertutto e nonostante vi sia parecchia gente si riesce a girare tranquillamente.
Non per sminuire i mercatini, ma mi piace sottolineare la quantità di spunti interessanti che Norimberga offre, l’Hauptmark che in pratica è la meravigliosa piazza dove si svolge il mercato, circondata da edifici splendidi come la chiesa di Nostra Signora o la Schoner Brunnen che altro non è che una scenografica fontana alta circa 20 metri e divisa su quattro livelli, interamente dorata e completamente ricoperta di da personaggi che narrano leggende antiche e medievali, quindi vi troverete Mosè, i Profeti, Cesare, Alessandro Magno, Carlo Magno e via dicendo. In ordine sparso cito anche il Municipio e le chiese di San Sebaldo e San Lorenzo. Più in generale consiglio di godersi l’insieme, in ogni città ci sono delle attrazioni imperdibili, delle cose che il turista deve vedere per non tornare a casa con l’amaro in bocca, Norimberga però mi ha lasciato la sensazione di un luogo piacevole, dove passeggiare può voler dire anche perdere la cognizione del tempo, è bello ogni tanto lasciarsi trasportare senza l’ossessione di una tabella di marcia, sedersi su una panchina per qualche minuto e godersi quel che ci circonda. Io magari sarò fissato, ma queste città fortificate con un’impronta medievale così forte e ben visibile mi affascinano sempre, inizio a viaggiare con la mente immaginando una quotidianità ormai persa da secoli nel baratro del tempo.
C’è poi il lato più leggero e ludico di queste esperienze, i colori, gli odori, il trambusto delle persone che si accalcano intorno ai banchi più improponibili ma solo per il gusto di farlo, i bambini che corrono da una parte all’altra, sono lati opposti della stessa medaglia e come tali complementari e irrinunciabili.
9 DICEMBRE
Per l’ultimo giorno a Monaco (9 dicembre) pensiamo a staccare dal filo conduttore della nostra vacanza cioè i mercatini di Natale. Andiamo a visitare il campo di concentramento di Dachau, è ad una decina di kilometri dal nostro hotel e anche per questo andiamo in auto, con i mezzi pubblici ci sarebbero voluti due cambi di S-bahn e un bus, più di quaranta minuti di viaggio. Il campo è sempre aperto e visitabile gratuitamente, da novembre a febbraio non si paga neppure il parcheggio, arriviamo verso le 10 con una temperatura sotto lo zero e una leggera nebbia che rende questo luogo di morte e sofferenza ancora più spettrale.
Non so come descrivere a parole questa esperienza e tantomeno voglio insegnare agli altri come vivere certe tragedie, credo solo che ci siano luoghi che sia doveroso visitare quando se ne ha la possibilità, la storia fin quando rimane stampata sulle pagine di un libro ha una validità relativa, vedere con i propri occhi dove è stata scritta ha un sapore diverso, chissà quanti di quelli che ancora negano l’Olocausto ha mai visitato un luogo simile.
In un posto simile mi monta dentro una gran rabbia e vedere delle scolaresche di ragazzini tedeschi che visitano il campo col sorriso sulle labbra e giocando con gli smartphone mi rende irrazionale, so benissimo che le colpe dei padri non possono e non devono ricadere sui figli, ma la mancanza di rispetto è intollerabile sempre e comunque. Entrare nelle baracche adibite a dormitorio, vedere dove quei poveri prigionieri erano costretti a vivere, lavarsi e lavorare toglie il fiato, immagino in una giornata gelida come questa quale potesse essere la loro sofferenza con i quattro stracci concessi come abbigliamento e mi vergogno un po’ al pensiero di avere tutto nella vita e di lamentarmi comunque per quel che mi manca.
Ci si accorge come uccidere non fosse l’unico obiettivo, dietro a tutto c’era la volontà di umiliare e portare allo stremo delle forze, persone che di colpo per la volontà di uno non erano più tali ma si trasformavano in cavie da laboratorio per gli esperimenti più insensati o in manodopera per lavori che chiunque altro non avrebbe voluto fare.
La baracca con i forni crematori posta a fine percorso è la degna conclusione, emotivamente è un colpo di grazia, forte ma necessario per apprezzare e capire fino in fondo un’esperienza come questa, dando per scontato che serva a qualcosa.
Lasciamo Dachau in silenzio, è relativamente presto perciò chiedo e ottengo di dare libero sfogo al bambino che c’è in me (ne ho bisogno dopo un’esperienza simile), quindi dopo aver riportato l’auto al solito parcheggio della metro vicino all’hotel, con la metro stessa andiamo a visitare l’Allianz Arena, lo stadio del Bayern Monaco.
Per qualsiasi appassionato di calcio è un’esperienza da fare, in pratica questo stadio è un tempio e tutto è proporzionato alla leggenda del club a cui appartiene. Il museo è spettacolare, la parata di trofei, coppe è emozionante e anche il fan shop merita una visita. Io non sono riuscito ad andarmene senza aver comprato qualche gadget, un po’ infantile forse ma sono occasioni da prendere al volo quindi bando all’avarizia!
Il pomeriggio lo spendiamo di nuovo in centro a Monaco, ancora in giro fra i banchi questa volta con molta più tranquillità e molta meno gente della volta precedente. Giusto il tempo necessario per comprare gli ultimi souvenir che ancora mancavano all’appello, godersi un altro po’ la città e l’atmosfera che vi si respira.
10 DICEMBRE
L’ultima tappa del nostro breve viaggio è di nuovo l’Italia, partiamo da Monaco la mattina di mercoledì (10 dicembre) in direzione Merano dove soggiorneremo per l’ultima notte. Ci attendono circa 300 km di strada, li percorriamo senza intoppi e traffico eccessivo arrivando a destinazione poco prima di mezzogiorno.
Merano per noi è ormai una tappa obbligata, è il terzo anno che ci veniamo ma ne vale la pena, la città è molto carina e il mercatino secondo me è uno dei più belli in circolazione, oltre questo visitandolo in un giorno lavorativo troviamo pochissima gente, il che ci permette di gustarcelo ancora con maggiore calma, giriamo senza fretta con la possibilità di scegliere gli ultimi doni da portare a parenti e amici. Per quanto riguarda il soggiorno abbiamo trovato un hotel a Marlengo che in realtà è a pochissimi km da Merano, il Marlingerhof. 100 euro per pernottamento e prima colazione, non economicissimo quindi ma di ottima qualità, stanza enorme, struttura ben tenuta e molto accogliente, strategicamente posizionata per visitare Merano ma non solo, è proprio accanto alla superstrada e per chi volesse è munita anche di ristorante. A questo proposito mi lancio in un altro consiglio gastronomico, a Merano fate tappa al ristorante – pizzeria ABC, consiglio di lasciare da parte la pizza e provare la cucina tipica di queste zone, qualità ottima e prezzo modico, se potete prenotate è molto gettonato.
Torniamo a casa, alla routine del lavoro e della quotidianità felici dell’esperienza, con tanti bei colori e suoni impressi nella mente, un bell’aiuto per affrontare il ritorno alla realtà.