Meravigliose Hawaii in solitaria
Per anni ed anni ho invano cercato su Skyscanner ed affini il modo di raggiungere questo arcipelago senza spendere un patrimonio, ma sempre avevo dovuto ripiegare su destinazioni più abbordabili. Ad ottobre scorso, la rivelazione: spezzare il volo. Chissà perché, non ci ho avevo mai pensato prima.
Questo non è stato che l’inizio; la programmazione del viaggio non è stata una passeggiata, principalmente perché cercare di contenere i costi è stata un’impresa ardua. Fortunatamente si è trattato soltanto di noleggiare auto e prenotare un letto da dormire, senza scervellamenti particolari per itinerari ad incastro e simili.
Una nota importante, per evitare fraintendimenti: Hawaii è come viene normalmente indicato l’intero arcipelago, tuttavia è il nome dell’isola più grande, quella con capoluogo Hilo, per intenderci, che viene chiamata dagli Americani “Big Island”
Vale la pena andarci? Dal mio punto di vista, assolutamente sì, alcuni scorci rappresentano per me ciò che più assomiglia al paradiso in terra. Anche se, è bene sottolinearlo, il mare e le spiagge delle Hawaii non sono quelli della Polinesia Francese. Specifico questo perché a volte si leggono cose tipo “le spiagge sono così così, pensavo meglio, ecc”. E’ sempre triste quando le aspettative vengono disattese, però penso che sia bene informarsi correttamente prima di partire. La natura è rigogliosissima, ed è questa secondo me il vero punto di forza.
Ci sono sentieri e trekking spettacolari da percorrere, alcuni anche costieri, Questo nella foto è il Kalepa Ridge Trail, a Kauai, i particolari si possono leggere nella sezione dedicata a questa isola, la sabbia ha tutti i colori possibili, bianca, rossa, nera e perfino verde.
E’ possibile avvistare tartarughe, foche, delfini e balene, a seconda delle stagioni.
Il mare però incute paura, c’è spesso vento, anche se non come in inverno, e le onde possono essere pericolose.
Anche in condizioni di mare calmissimo in baie riparate c’è fortissima corrente. Il moto ondoso può creare problemi nelle escursioni a chi soffre di mal di mare.
VOLI
Lufthansa – 499 Euro, Torino-Toronto, partenza 20/7 e ritorno il 17/8.
United Airlines – 395 Euro, Toronto-Kahului (Maui) il 20/7 e Honolulu-Toronto il 16/8
Con 894 Eu sono quindi riuscita ad arrivare alle Hawaii, in altissima stagione. Usando la stessa compagnia aerea sino a destinazione i costi lievitavano dai 1300 in su. Un bel risparmio, dunque! Certo, bisogna avere più tempo a disposizione, ed adattarsi. Indispensabile, inoltre, mantenere tempi di connessione tra i voli molto lunghi. Nel mio caso, all’andata ho trascorso a Toronto una notte, senza uscire dall’aeroporto, (il volo United al mattino partiva prestissimo) mentre al ritorno una sosta di una trentina di ore nella metropoli canadese mi ha permesso di dormire nel pittoresco quartiere greco, in una mansarda con bagno tutta per me di una bella casa vittoriana, (grazie Air BnB!!) a prezzi da ostello, e visitare le cascate del Niagara.
Come trovare un volo economico per le Hawaii? Le ore di viaggio sono più o meno le stesse sia sulla rotta est che quella ovest
Via Giappone da Osaka c’è un diretto Air Asia per Honolulu, i prezzi più bassi di andata erano sui 172 € e di ritorno 142 € circa, ai tempi in cui effettuai la ricerca. Un volo su Osaka dall’Italia si paga di solito sui 500 € ma si possono anche trovare offerte a prezzi inferiori al di fuori di luglio/agosto
Via Sud Corea da Roma con Asiana Airlines via Seul si arriva a Honolulu con 1060 € a/r, i costi sono aggiornati ai tempi in cui effettuai le ricerche
Via Canada i voli da Milano a Vancouver con Air Canada sono sui 440/460 €. Lufthansa sui 480. (si trova anche a meno in bassa stagione). Da Vancouver ci sono i West Jet diretti su Oahu e Maui (si parte da 186 € in andata e da 150 € in ritorno). Il West Jet da Gatwick su Hawaii sempre con cambio a Vancouver costa da 347 £ andata e 258 £ al ritorno, c’è poi da prendere un low cost (Easy Jet vola su Gatwick). Su Toronto si trova di tutto e di più, sui 480/490, con Lufthansa
Via USA ci sono poi i classici Los Angeles e Frisco, che per la date che mi necessitavano erano però più cari.
Due parole su United Airlines: le recensioni on line ed i recenti fatti di cronaca che parlavano di overbooking e passeggeri strattonati mi inquietavano un po’, ma di fatto non ho incontrato particolari problemi. Certo, bisogna pagare il bagaglio da stiva, e non danno cibo a bordo. C’è tuttavia molto spazio per le gambe. Riuscivo infatti a dormire con la testa poggiata sul vassoio porta vivande, impresa impossibile su Lufthansa ed altre compagnie, a meno che non siate contorsionisti del Cirque du Soleil 🙂
VOLI INTERNI
Per i voli interni mi sono invece orientata su Hawaiian Airlines, in quanto poco più cari (una decina di dollari) rispetto alla concorrenza, ma dotati di aeromobili più gradi ed operativi più ricchi. Nulla da segnalare in particolare, sempre puntuali. Il check-in è automatico, alla prima prova molti, io compresa, sono risultati essere un po’ impediti davanti alle macchinette, ma si trova comunque sempre del personale nei paraggi cui chiedere aiuto in caso di problemi (a me per esempio a Kona non veniva riconosciuta la mia carta di credito). Iscrivendosi al loro programma mileage e richiedendo la card si ottengono sconti sul bagaglio stivato
Arrivando su Maui e ripartendo da Ohau mi sono risparmiata un volo interno.
Questi i costi
90 Eu da Maui a Hilo
97 Eu da Kona a Lihue
62 Eu da Lihue a Honolulu
Per un totale di 249 Eu
AUTO
Benchè su 3 delle 4 maggiori isole sia presente una rete di autobus, il noleggio auto è da preferire. A questo proposito, meglio muoversi in tempo (gennaio/febbraio max per partenze luglio/agosto), per spuntare i prezzi migliori. Spiego in dettaglio: una settimana di noleggio a Maui per un mezzo di fascia basic, dal 21 al 28 luglio, costava a inizio febbraio 273 Euro, compreso tutto + zero franchigie. Incerta sul da farsi, ho indugiato troppo, ed a marzo, quando poi mi sono decisa a prenotare, il prezzo era lievitato a 376 Euro. La società di noleggio prescelta a Maui, Kauai e Ohau è stata Budget, più economica rispetto ai vari brokers. Relativamente a Hawaii ho procrastinato molto, per via delle eruzioni di maggio del Kilauea, ed a fine maggio il prezzo dei brokers era divenuto più competitivo rispetto alle società di noleggio. Ragion per cui mi sono servita di Autoeurope che mi ha poi “dirottata” su Alamo
PERNOTTAMENTI e PASTI
Un hotel economico non costa meno di 90 USD, salvo rarissime eccezioni (esempio il Manago Hotel a Captain Cook sull’isola di Hawaii che offre singole senza bagno a 40 USD). In aggiunta, ci sono le tasse, di solito il 14% circa. Cari i letti in dormitorio negli ostelli, sui 38/40 USD. Aggiungendo poco di più, sul sito di Air BnB, si riesce ad avere una stanza privata, spesso anche con bagno ad uso esclusivo. Nei capitoli dedicati a ciascuna isola sarò prodiga di foto e dettagli. Prima di confermare, ho sempre verificato che nelle varie sistemazioni fosse possibile utilizzare la cucina, e questo mi ha permesso di risparmiare molto, perché i ristoranti hanno costi proibitivi. Un aspetto interessante è che molti hosts lasciano a disposizione attrezzature da spiaggia, tipo body surf, asciugamani, maschere, pinne, ombrelloni, sedie, e soprattutto frighi portatili e contenitori in plastica, per cui anche durante il giorno è possibile portarsi dietro acqua fresca, frutta, insalate varie che quindi non si deteriorano anche se rimangono chiuse nel baule dell’auto. E questo consente di risparmiare ulteriormente.
Se devo dire la verità, il primo impatto con i supermercati americani è stato scioccante, per i seguenti motivi
primo per i prezzi (alle Hawaii è tutto carissimo)
secondo perché anche i cibi a km zero, tipo pesce ed ananas sono carissimi (sconvolta, la prima sera, al Foodland di Kihei davanti ad un filettino di maki di 150 gr a 10 USD)
terzo per le dimensioni gigantesche (confezioni di cosce di pollo o bistecche utili a sfamare un reggimento)
quarto per il tipo di cibo proposto (scaffali interi di bibite di tutti i colori, pochi yogurth, pochi prodotti caseari in generale e nessuno senza lattosio)
quinto perché le uniche cose economiche erano di genere junk food, che io non mangio. Ok, non capisco che cosa potessi pretendere di trovare negli USA di sano ed economico, comunque dopo un po’ ho imparato ad adattarmi e destreggiarmi, come è giusto che sia, e ne sono uscita sana di fegato
Oltre ad Air BnB verificare anche VRBO
SPESE
Inutile girarci intorno, ho speso una paccata di soldi. In 26 giorni netti, in tutto, 5159 Eu incluso voli. Il costo del noleggio auto ha inciso notevolmente (1628 Eu sic!). Invece le medie giornaliere di pernottamenti e cibo sono interessanti. Luglio/agosto sono considerati come alta stagione, poco meno di Natale, ma viaggiando nelle cosiddette “shoulder seasons” i prezzi si abbassano. Come escursioni ho fatto il minimo sindacale, ma sono completamente evitabili. A parte ciò, NE VALEVA LA PENA e lo rifarei altre mille volte!!
Ecco i dettagli, caso mai interessassero a qualcuno.
Voli, come già detto, 894 Eu con partenza fine luglio e rientro a metà agosto per l’intercontinentale. Più 249 Eu per i voli interni
Cibo, spesa 348.31 Eu (media di 13.40 Eu al giorno). Non ho menzionato l’acqua, perchè ho bevuto sempre quella del rubinetto, visto che quella minerale è carissima. Per una bottiglietta da mezzo litro, 0.69 USD il minimo nei supermercati, e anche 3 o 4 USD nei baretti o nei chioschi. Inoltre, non ho mai mangiato al ristorante.
Pernottamenti, spesa 1439 Eu (media di 55.35 Eu al giorno). I dettagli nelle sezioni dedicate alle varie isole.
Auto noleggio, spesa 1628 Eu (media di 62.63 Eu al giorno). Questo costo si può abbattere di molto, se si è in 4 in auto, e se si prenota a gennaio
Benzina, spesa 201.12 Eu (media di 7.74 Eu al giorno). Idem come sopra, anche se non è una gran cifra perché la benzina costa molto meno che in Europa
Escursioni, spesa 399 Eu (media di 15.37 Eu al giorno). Avrei potuto evitare del tutto questo capitolo, ma un volo in elicottero per vedere la colata di lava del Kilauea non ha prezzo, e idem una gita in barca sulla Napali Coast. Il volo in elicottero costa meno (almeno 100 USD di differenza) partendo da Hilo piuttosto che da Kona Per quanto riguarda la Napali Coast, per risparmiare qualcosina si può optare per un gommone al posto della barca, se le condizioni del mare permettono.
CLIMA / ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
Nei mesi di luglio/agosto, caldo e un po’ più umido rispetto a ciò che siamo abituati in Italia. In generale, per tutte le isole la regola è che la parte ovest è tendenzialmente secca e soleggiata, quella ad est piovosa. I venti oceanici che spirano costantemente sull’arcipelago provengono appunto da levante, si bloccano e scaricano pioggia sui massicci centrali. Ne consegue quindi che da questo lato la natura sia di tipo tropicale, rigogliosa
Consigliato quindi abbigliamento fresco e traspirante; oltre ai sandali, è necessario secondo me portarsi scarpe da trail o trekking o comunque con buona zigrinatura. Inoltre, un pile tipo orsetto per le sere più fresche o l’escursione sul vulcano Haleakala, se non avete intenzione di vederci l’alba. (io ci sono andata verso le 10). Diversamente, nelle primissime ore del mattino sarà utile qualcosa di più caldo.
COMUNICAZIONI
Ho sempre utilizzato il wifi (presente in tutte le abitazioni) per video chiamare con Messenger, evitando così l’acquisto di una carta sim locale
SHOPPING
Non ho comprato praticamente nulla, solo qualche portachiave a Pearl Harbour e alcune shoppers da Ross, è tutto carissimo, ed inoltre avevo problemi di spazio, visto che con United avevo solo il bagaglio a mano. I sarong in vendita a 15 USD sono gli stessi che a Bali o Samui si possono portar via con 2/3 USD, il resto tutta cineseria
SICUREZZA
Le Hawaii hanno un problema relativamente alla presenza di senzatetto (ecco un articolo) che vivono in tende e baracche di fortuna (altro articolo), ed è per questo che le guide tipo Lonely Planet sconsigliano i viaggiatori di dormire nei campeggi di contea e statali. Basta comunque fare una ricerca su Google per identificare quelli da cui conviene girare al largo. Gli accampamenti di homeless sono più diffusi a Oahu, verso Kaena Point, ma ne ho visti parecchi anche in un grosso parco di Honolulu non distante da Waikiki. A parte alcuni di essi che hanno problemi di droga o alcool, in genere non sono molesti e si fanno gli affari loro.
Non so se dipenda dai quanto sopra menzionato, ad ogni modo sulle guide e nei forum sono stati stati segnalati furti. Seguendo le normali regole di buon senso, ossia non lasciando nulla di prezioso nell’auto in sosta, o chiedendo ai vicini di spiaggia di controllare le mie cose mentre ero a fare il bagno, non ho mai avuto problemi.
MAUI (dal 21 al 28 luglio 2018)
Autonoleggio
376.20 Eu spese per 7 giorni per una utilitaria Nissan a 3 volumi dal bagagliaio capiente, presso Budget, i cui uffici all’aeroporto di Kahului sono raggiungibile tramite navetta. Lentissimi nel disbrigo delle pratiche di assegnazione, velocissimi al rientro
Dormire
Spesa 370.50 Eu per una settimana, non è inclusa la penale di 100 USD che ho versato e che mi è stata restituita al rientro (a seguito di mio sollecito, ad onor del vero). Tramite VRBO ho trovato la sistemazione più economica dell’isola : 43 USD per un letto nel salotto di un condominio fronte mare a Kihei, a casa di Carole, una simpaticissima pensionata, molto arzilla e molto giovanile. Vedo che l’appartamento è sparito dal portale VRBO ma si può ancora trovare su Air Bnb. Posso fornire in privato i contatti di Carole, che affitta unicamente a donne singole.
Sarei stata ovunque, pur di spendere poco, ad ogni modo Kihei è situtata nella parte soleggiata dell’isola, ed ha l’apparenza di una vera e propria cittadina, piuttosto che un semplice agglomerato di condomini tipo Wailea o Kapalua. Non saprei dire quale sia la posizione più strategica e centrale dell’isola, forse Kahului, ma resta il fatto che se mi lasciavo alle spalle nuvole a Kahului ero certa di trovare bel tempo a Kihei e nella parte ovest, anche se da qui è più disagevole raggiungere Hana
Mangiare
Il mio host concedeva la possibilità di usare la cucina, e mi ha messo a disposizione anche un frigo portatile. A Kihei vi sono diversi supermercati, i prezzi sono fra i più assurdi in assoluto delle Hawaii. Times è più economico di Foodland, si trovano piatti pronti abbastanza poco pasticciati al banco rosticceria, ed i filetti di pesce costano sicuramente meno che altrove. Non ho quasi mai mangiato carne, per via delle confezioni enormi nei supermercati.
Escursioni
A South Kihei, ed immagino anche in altre cittadine tipo Lahaina, ci sono ovunque chioschetti turistici i cui volantini promettono escursioni a prezzi stracciati, tipo l’atollo Monokini a 39 USD o simili. Ebbene, sono tutte palle. Quando si va per chiedere informazioni, i prezzi per lo meno triplicano, meglio metterselo in testa da subito, qui meno che da altre parti nessuno ti regala nulla.
Ragion per cui, l’unica escursione dell’isola è stato l’Haleakala, 25 USD ingresso al parco. E’ possibile, con 50 USD, comprare una card che permette l’accesso a 3 parchi nazionali americani. Poichè il Volcano NP di Hilo era chiuso per via dell’eruzione del Kilauea, e non avevo intenzione di salire al Mauna Kea perché sprovvista di auto adeguata, ho reputato non conveniente questa opzione. Soltanto per assistere all’alba sulla cima del vulcano è necessaria la prenotazione, nelle restanti ore della giornata il biglietto si acquista all’ingresso. Dal parcheggio si dipartono una serie di sentieri di varia lunghezza, con vista mozzafiato sulla caldera spenta del vulcano.
L’altitudine, 3000 mt, non mi ha creato particolari problemi. C’è anche un osservatorio, con interessanti cartelli esplicativi
Itinerari
Grazie all’auto a noleggio non ho dovuto pianificare nulla. Ho percorso il lato ovest dell’isola da Makena State Beach Park (sud) sino a Honolua Bay (nord), e poi il lato est da Waihee a Hana sul lato est, e la Honoapiilani Highway per raggiungere Wailuku e lo Yao Valley State Park. A questo punto, vorrei segnalare quelle che sono, a mio modesto parere, le grandi attrattive dell’isola.
COSTA OVEST.
Charlie Beach Young, una spiaggia ampia e piuttosto carina, raggiungibile a piedi dal mio appartamento.
Kamaole Beach III, la spiaggia non è niente di che, mi ci sono fermata per curiosità, perché ho trovato parcheggio libero, e perché mi attiravano questi enormi distese di erba perfettamente rasata dolcemente digradanti verso il mare. Ci sono molte panchine, ma è bellissimo sdraiarsi sul prato soffice.
Wailea – La spiaggia è circondata da condomini, e centri commerciali. In alcuni di essi vi si tengono degli show gratuiti di hula, ma non sono granchè. Vi sono splendidi campi da golf, meravigliosa è la vegetazione. Difficile trovare parcheggio gratuito
Makena State Park – Spiaggia lunghissima, e splendida. Un chioschetto nel parcheggio vende spuntini, io mi sono portata il pranzo al sacco. E’ possibile passare dalla Big alla Small Beach attraversando un piccolo promontorio, con vista stupenda.
Honolua Bay e dintorni.
Da Kapalua verso nord altissimi pini fiancheggiano i campi da golf di un verde accecante.
La baia si raggiunge dopo un ultimo tratto di strada piuttosto stretto, che prosegue poi sino a Honokohau, sul versante nord, violentemente sferzato dai venti anche durante i mesi estivi. Ci sono pochissimi posti nel parcheggio, ed è necessaria una piccola passeggiata in un boschetto per arrivare a questa distesa di sassi dove è possibile fare snorkeling. Pochi minuti verso sud si trova la sabbiosa Mokulela Reserve, nelle cui acque turchesi spesso si vedono le tartarughe. Vista eccezionale dalla strada sovrastante
Il DT Fleming Beach Park non è nulla di che, ma almeno il parcheggio è grande e c’è molta ombra, per cui per me era l’ideale per pranzare.
A Napili non sono riuscita a vedere la spiaggia pubblica, nascosta com’è dai condomini, per cui ho parcheggiato a ca@@o e mi sono infilata in una proprietà privata, tanto per sbirciare, un condominio di lusso abbarbicato sugli scogli fra palme e prati inglesi.
Kaanapali non mi ha impressionata, principalmente si tratta di un complesso di condomini e resorts, più i soliti centri commerciali, che si affacciano appunto sulla spiaggia, costeggiata da una beach walk e i soliti prati inglesi. Nel tardo pomeriggio non sono stata in grado di percepire ed apprezzare i colori e la trasparenza del mare, ma ciò che appunto mi ha disturbato era la presenza di tutti gli edifici alle spalle. Penso che non spenderei mai centinaia di dollari al giorno per stare in un posto così.
Honokeana Bay, ci ho visto le tartarughe, ma la spiaggia non era granchè
Lahaina è un villaggio grazioso, molto turistico, con un porticciolo, casette in legno colorato, un museo, qualche negozio ed un parco con banani secolari, dove stazionano anche degli homeless.
Da qui, rientrando verso North Kihei, la strada è spettacolare, stretta fra le montagne di West Maui, costantemente ammantate da nubi, e la costa.
Maalaea è di nuovo un posto carino con un bel porto, e poco più a sud si trova l’oasi di Kealia Beach Pond, dove vengono a nidificare uccelli e tartarughe. Essendo di strada per arrivare a South Kihei ci sono passata davanti un sacco di volte, ed ho sempre incontrato pochissima gente.
C’è una bellissima luce al pomeriggio. La spiaggia qui è praticamente deserta.
Segnalo che la stretta strada da Honokohau a Waihee è percorribile dalle auto a noleggio a rischio e pericolo dei drivers, in quanto le compagnie di noleggio si rifiutano di riconoscere danni provocati durante questo tragitto
IAO VALLEY
La natura nell’interno dell’isola è rigogliosissima e le alture ricordano quelle di Oahu. Sono passata un paio di volte in zona, partendo da una soleggiata Kihei, e qui purtroppo sempre ho trovato nuvole nel migliore dei casi. Lasciata la macchina in parcheggio (alle 9 di mattina non c’era praticamente nessuno, visto il tempo), basta pagare il biglietto e fare pochi passi su una rampa di scale per vedere lo spuntone di roccia denominato Needle. That’s it, non ci sono altre camminate o sentieri intorno.
Poco prima, tuttavia, segnalo il carinissimo Kepaniwai State Park, dove ci sono tavoli da pic nic protetti da tettoie, bagni, ed alcuni tempietti di diverse fedi religiose, molto fotogenico soprattutto quello giapponese.
COSTA EST
Per ammazzare il tempo, sperando in un miglioramento delle condizioni atmosferiche alla Yao Valley, mi sono fatta un giro da Kahului virando verso nord, in direzione Waiheu e Waihee. Purtroppo le condizioni meteo non hanno aiutato, ma sono rimasta profondamente colpita, visto anche che erano i primi giorni di permanenza alle Hawaii, osservando come il paesaggio vari così profondamente nel raggio di pochi chilometri. Scogliere verdissime a picco sul mare, onde ruggenti e fragorose.
La road to Hana, una delle grandi attrattive di Maui, è la parte di costa est che si snoda da Pahia, a sud di Kahului, sino appunto ad Hana. Per riuscire a percorrerla completamente in un giorno sono partita da Kihei verso le 6 di mattina. Come sempre a Kihei il cielo era sereno, ma a Pahia, dove mi sono fermata a fare benzina, ha iniziato a piovere. Nonostante l’inizio non proprio positivo, è stato tutto meraviglioso, anche prima della tregua meteo. Le vedute sono magnifiche, questa è una delle strade costiere più spettacolari al mondo, se la gioca con la Great Ocean Road australiana e la Chapman’s Peak Drive di Città del Capo. Non ho fatto tutte le soste in successione. Per colpa del tempo mi sono fermata un po’ a casaccio senza rispettare ordine logico o spaziale.
Pahia è un grazioso agglomerato di case in legno colorato sulla via centrale fiancheggiata da negozi, molta gente si ferma qui a far provviste da consumare lungo la strada. Prima tappa: Ko’Okipa State Park, che ho ammirato dal belvedere, tratto di costa molto ventoso e frequentato da surfisti, direi che bastano 5 minuti e si può passare oltre.
La Bamboo Forest più che una foresta è una specie di parco, ci sono alcune di queste spettacolari piante, con una luce splendida, visto che ci sono arrivata nel tardo pomeriggio quando il sole aveva ripreso a splendere glorioso, altri ficus benjamin, ed una cascatella monopolizzata da un gruppetto rumoroso di ragazzetti del posto.
Le Twin Falls penso proprio di essermele fumate
Waikamoi Ridge Trail, ho percorso l’anello più corto, direi evitabile, il sentiero prosegue nel bosco senza nessuna vista. Evitare le infradito, sono necessarie scarpe serie, ci sono molte radici e fango. La vista dalla strada circostante, tuttavia, è stupenda.
Kaumahina State Wayside, è un ampio parcheggio con bagni. Non ci sono sentieri. Ok per sosta foto (belle)
Ke’anae Arboretum, all’andata di mattino presto, sotto la pioggia, praticamente non c’era nessuno, nemmeno le zanzare
Pua’a Ka’a State Wayside, altra cascata affollatissima
Waianapanapa State Park, la mia prima spiaggia nera, assolutamente stunning! Quando poi arriva il sole raggiungiamo l’apoteosi
Hana Bay, vista dopo il Waianapanapa, lascia piuttosto l’amaro in bocca. C’è una specie di baretto raccomandato dalle guide, il Barefoot Cafè, tuttavia, dopo aver visto la coda, sono stata contenta di essermi portata il pranzo da casa.
Kaihalulu Bay (Red Sand Beach), altra meraviglia. Trascurata da molti perchè è difficile trovare parcheggio e non ci sono cartelli. Ho chiesto indicazioni ad altri turisti. Non avevo mai visto una spiaggia di questo colore. Molte foto che si trovano in rete sono taroccate, ma, Photoshop a parte, il contrasto naturale fra il color ruggine scuro della sabbia, il blu del mare e del cielo, il verde dei pini è qualcosa di entusiasmante.
HAWAII – Big Island (dal 28 luglio al 3 agosto)
Autonoleggio
469.61 Eu, con Alamo, prenotato tramite AutoEurope, con presa su Hilo e restituzione a Kona (sovratassa di 58 USD). Un’auto medium size, a fine maggio infatti non ne ho più trovato di piccoline. Nissan Altima, mai sentita prima, con bagagliaio davvero capiente. Qualche graffio, da me fotografato nella fase di assegnazione del mezzo, e nessuna contestazione alla restituzione.
Dormire
Ho scelto di dormire 3 notti a Hilo (178.49 Eu) e 3 notti a Waikoloa (167.19 Eu). Stanze private prenotate con Air BnB, con accesso alla cucina, e bagno riservato a me. Splendida esperienza vivere in una casa vera, soprattutto a Hilo, in un villino in legno semplice e coloratissimo, con una splendida host, Pua, per metà hawaiana, insegnante di lingua nativa, sempre pronta a condividere uova, biscotti fatti in casa, frutti del giardino, e che mi ha insegnato molto della cultura e della politica locale.
A Waikoloa, invece, i gentilissimi proprietari di casa erano americani, come nel resto delle isole. E’ stato comunque interessante interagire con loro, perché io in realtà non conosco nulla della cultura yankee, e, a dire il vero, pure essi ne erano abbastanza critici. L’abitazione era veramente ordinatissima e perfetta, in un quartiere residenziale pieno di belle villettine. Waikoloa è distante circa 6/7 km dal mare, in zona sempre soleggiata e ventosa, e soprattutto, come avevo appreso dai forum di Tripadvisor, lontana dall’aria inquinata di Kona. Ricordo che da metà maggio sino a fine agosto 2018, per via dell’eruzione del Kilauea gran parte del lato ovest dell’isola, sottovento, era appestato da vog. Pare che comunque Kona sia soggetta a questo tipo di problema anche in occasione di eruzioni più contenute.
Mangiare
A Hilo c’è un farmers market quotidiano che consiglio di frequentare perché frutta e verdura costano pochissimo rispetto ai supermercati. In zona aeroporto, vi sono comunque alcuni stores enormi, Safeway e simili. C’è pure un Ross, Dress for less, dove si possono trovare parecchie occasioni. Il lato ovest dell’isola (Kona) è più caro, in ogni caso a Waikoloa c’era un piccolo Times molto fornito
Escursioni
Hawai’i offre un sacco di escursioni di ogni tipo, basta una breve ricerca su Google, il problema sono i costi. Non ho potuto visitare il Volcano National Park vista l’inaccessibilità per via dell’eruzione. Qualsiasi attività deve essere prenotata con un paio di giorni di anticipo almeno, altrimenti bisogna un po’ accontentarsi. Mentre ero a Hilo, non sono più riuscita a trovare posto sul tour in barca che porta al flusso di lava che entra nel mare, quindi mi sono adattata all’elicottero (tanto il prezzo era lo stesso, 250 USD). Da Kona la mia stessa escursione costa almeno 100 USD in più. Il tour viene proposto da più agenzie, i prezzi sono simili. Viene sorvolata l’area sovrastante la colata di lava, poi il lato di costa dove questa scola a mare, una parte boscosa all’interno con diverse cascate, e la costa circostante Hilo. Le correnti d’aria calda emanate dalla lava, scontrandosi con quelle più fresche sovrastanti, creavano cali di pressione stupefacenti, pareva a tratti di essere sulle montagne russe. All’inizio mi sono quasi spaventata dai sobbalzi, ma dopo aver dato un’occhiata al pilota, che continuava ad operare come se niente fosse, mi sono tranquillizzata
Che cosa vedere
L’isola è molto grande, secondo me è indispensabile suddividere i pernottamenti fra costa est (dove si trova il Volcano National Park, e strepitose spiagge nere, la Waipio e Pololu Valley, Onomea Bay, Keaukaha Beach Park), ed ovest, con alcune belle spiagge di sabbia bianca (Hapuna, Waialea, Anaeho’omalu, Kahalu’u), che si contendono il titolo di migliori dell’arcipelago insieme a quelle del sud est di Oahu. La particolarità più interessante di Hawaii è la repentina e spettacolare varietà di paesaggi. Hilo e dintorni sono invasi di foresta pluviale rigogliosa
Hawi e l’estremo nord sono una immensa prateria di erba alta verdissima
Kona e tutta la parte a ovest è una distesa di sabbia bianca e mare azzurro, con un entroterra di scura colata di lava e pietra vulcanica, e pochi arbusti secchi.
Non sono riuscita a completare il periplo dell’isola in auto, e mi sono quindi persa due belle spiagge a sud, che sono la Punaluu e la Pepeekoa (green Beach).
Il Volcano National Park era chiuso ai tempi della mia visita. Da Pahoa, ad ogni modo, si è visto un’impressionante nuvola di fumo incombente sulla cittadina, e mutata in una immensa palla di fuoco la sera. Le foto sono state scattate nel piazzale della chiesa, oltre era impossibile proseguire, la 132 verso il Lava Tree Park era sbarrata.
Per raggiungere Pahoa ho percorso a circa 30 km orari, in uno scenario piuttosto inquietante, sotto una pioggia battente, un tratto di strada completamente dissestata dove lastre di acciaio sostituivano l’asfalto collassato, in mezzo a nuvole di vapore sulfureo nauseabondo. Mi ha fatto più paura questo piccolo tratto che l’escursione sull’elicottero. Mi sono poi diretta verso il mare, a Kalapana, dove ho transitato per un tratto costiero, facendo poi inversione poco prima della interruzione, sul luogo dove la lava entra nel mare (vista poi dall’elicottero)
Hilo è una città gradevole, con dei begli edifici in legno, anche se i negozi nella via centrale sono un po’ ripetitivi, agenzie di viaggio e negozi di souvenirs…
I giardini di Lili’uokalani, invece, sono un’oasi rilassante dove poter pranzare al sacco, ricchi di ombra e prati di erba soffice dove sdraiarsi.
Proseguendo verso sud, si trovano alcuni gradevoli parchi marini, tipo Keaukaha Beach Park, dove le rocce creano pozze naturali dove è possibile fare il bagno senza problemi, in un’acqua trasparentissima.
Un luogo che mi è rimasto nel cuore, pur non essendo particolarmente segnalato o conosciuto, è Onomea Bay, a Papaikou, a pochi minuti a piedi dal mio Air BnB, su una strada che si snoda fra una fitta vegetazione, incontrando alcune piccole cascate, e che attraversa gli Hawaii Tropical Botanical Garden (dalla strada l’accesso non è permesso, ci sono delle reti, è necessario transitare dall’ingresso ufficiale). Si tratta di una piccola insenatura di roccia nera, con un mare difficile da affrontare, ma che trasmette un immenso senso di serenità e pace. Un paio di pescatori ed io, in un silenzio perfetto, rotto solo dal fragore delle onde ed i canti degli uccelli.
Altra sosta degna di nota, in direzione nord, è a Laupahoehoe, dove scorgo alcune tende che sembrano appartenere a turisti, e non a homeless, disposte su un prato di un verde accecante. Non c’è però sabbia, soltanto rocce, ed anche qui il mare non è dei più tranquilli
La perla del lato est sono tuttavia le imponenti scogliere della Kohala Forest Reserve, delimitate dalla Waipio Beach a sud e la Pololu Beach a nord. Sono molto simili, la Waipio è la più conosciuta, e secondo me anche la più bella, tuttavia il sentiero per arrivarci è più lungo, più ripido e ci passano le auto (solo 4WD), spesso si creano ingorghi perché i veicoli non riescono a passare contemporaneamente e quindi si bloccano. Finita la discesa, seguendo sempre la strada senza attraversare i prati, così non si sconfina nelle proprietà private, si raggiunge la spiaggia, molto ombreggiata. Le cascate laterali sembrano molto più vicine di ciò che siano in realtà, io ho provato a raggiungerne una e poi ho desistito.
Al Wapio Look Out ci sono dei rangers gentilissimi e disponibili, una mappa dettagliata di tutti i trails, bagni, tavoli da picnic coperti ed una discreta ressa di gente che sgomita dalla balconata. Al Pololu invece il nulla assoluto, scendere dal sentiero è però meno impegnativo e più rilassante.
Hawi è un grazioso micro villaggio con qualche bar e negozio colorato, già inserito in un paesaggio completamente diverso da quello abbandonato pochi metri prima a Pololu. Niente più alberi e foresta, soltanto una enorme distesa di fili d’erba verde brillante, come già detto.
Poco dopo Hawi mi sono fermata a Kaapau, al Kapaa Beach Park
Nel trasferirmi da Hilo a Waikoloa ho fiancheggiato l’ingresso del Mauna Kea National Park. A causa dell’inadeguatezza della mia auto non avevo neppure pensato di programmare l’ascesa al vulcano, è vietato infatti l’accesso alle vetture che non siano 4WD. E’ il monte più alto della terra, considerano la base che si trova a più di 5000 mt sotto il livello del mare. Mi fermo un attimo a scattare qualche fotografia su questo altopiano brullo e flagellato dal vento. I colori del paesaggio si mantengono costanti quando inizio la discesa verso la costa ovest.
Hapuna Beach è la spiaggia bianca più famosa di Hawaii ed è affollatissima nelle aree erbose dove si trova un po’ di ombra e tavoli da pic nic. La gente non ama molto stare al sole anche perché nelle due volte in cui ci sono stata era un’impresa piantare un ombrellone e sperare che restasse al suo posto, per via del vento.
Camminando tuttavia verso sud si trova via via sempre meno gente. Proseguendo, si raggiungono altre spiaggette con sassi bianconeri, veramente curiose.
Poco più a sud, si trova invece Waialea Beach Park, detta anche Beach 69, una insenatura di acque tranquille e turchesi.
A seguire, la Anaeho’omalu Beach, altra bella spiaggia bianca circondata da un complesso di condomini di lusso, con un accesso tuttavia abbastanza facilitato
In tutta l’area sopra citata, e compresa pure tutta la costa est, da Hilo a Hawi, nonostante l’eruzione del vulcano, le condizioni del cielo erano perfette, aria pulita tersa e nessuna traccia di vog, un particolare specie di inquinamento atmosferico formato dal contatto fra gli ossidi di zolfo e l’atmosfera. Muovendomi invece lungo la costa verso Kona inizio a notare una specie di cappa grigia che avvolge il paesaggio, e ben presto il cielo diventa grigio. Nessun odore cattivo, tuttavia.
Kahalu’u è il punto più a sud che ho raggiunto sulla costa ovest, la spiaggia non è nulla di che ma lo snorkeling è apprezzabile, anche se ovviamente le moltitudini di pesci colorati tendono a stare alla larga dai punti dove si concentra la massima calca. Come biasimarli, del resto, ho notato comportamenti da veri ignoranti del mare, gente che, appena notato un pesce, cominciava ad inseguirlo e puntarlo. I peggiori maleducati tutti asiatici, comunque…. Alcuni stand in spiaggia vendono prodotti solari bio la cui composizione chimica non danneggia il reef, e forniscono informazioni sulle abitudini della fauna marina, nonché le indicazioni per il suo rispetto.
KAUAI (dal 3 al 10 agosto 2018)
Autonoleggio
436.36 Eu spese per 8 giorni (ritirando in mattinata il 3/8 e restituendo la sera del 10 ho per poche ore superato la soglia dei 7 giorni) per una Nissan Versa a 3 volumi dal bagagliaio capiente, presso Budget, i cui uffici all’aeroporto di Lihue sono raggiungibile tramite navetta. Nessun problema da segnalare
Dormire
Spesa 494.07 Eu per una settimana, stanza privata con bagno tutto per me a Kapaa a casa di Jen, trasferitasi dallo Utah alle Hawai’i per la pensione. Una abitazione in legno, silenziosissima, niente concerti di galli (onnipresenti a Kauai) alle 3 di mattina, e immacolata. Situata in un tranquillo quartiere residenziale vicino all’ospedale e alle scuole di Kapaa, a 5 minuti d’auto dalla spiaggia. Il bagno è fornitissimo di qualsiasi prodotto si possa desiderare, comprese lozioni solari e antiscottature. Sul mio comodino, una discreta quantità di guide di viaggio, fra cui le completa blue guide “Kauai unrevealed” e molte altre riportanti tutti i trekking possibili ed immaginabili. Jen poi è sempre stata carinissima, e lasciava a disposizione anche per me dei buonissimi cookies appena sfornati. Scelta perché era la meno costosa di tutte sul sito di Air bnb 52Eu, con pulizia e servizio i costi lievitano un pochino. Il servizio fornito è da 5 stelle, ma senza l’atmosfera impersonale dei 5 stelle 🙂
Mangiare
Ci sono farmers’ market nelle varie località dell’isola, a giorni prestabiliti. La mia host in stanza mi aveva lasciato un foglietto con il calendario completo. Combinazione, ogni volta che ne incrociavo uno per una ragione o per l’altra non potevo fermarmici, per cui mi sono ridotta, come quasi sempre, ad acquistare frutta e verdura al Safeway. In città, tuttavia, i ristoranti non mancano, e, a detta di Jen l’Olympic Café offre porzioni abbondanti a prezzi abbordabili, ma si tratta comunque di cibo americano tipo sandwich e hamburger, per cui ho sempre preferito comprarmi del pesce e poi cucinarmelo a casa
Escursioni
L’unica gita a pagamento imperdibile, a mio parere, di tutte le Hawai’i è la visita in barca alla selvaggia Na Pali Coast, sino alla splendida Kalalau Beach, altrimenti irraggiungibile, visto che, al momento della mia visita, il sentiero di 11 miglia che la collega al punto di partenza di Kehee Beach, Haena State Park, era chiuso a seguito della disastrosa alluvione di maggio 2018, che ne ha eroso alcuni tratti, rendendolo di fatto inagibile.
Le escursioni partono sia da Hanalei, costa nord, che da Port Allen, vicino a Waimea. Pare che, secondo la “Kauai unrevealed” da Hanalei la rotta sia molto più spettacolare, ma le condizioni del mare spesso costringono gli organizzatori a cancellare all’ultimo. A Waimea invece la costa è più riparata, riprova ne è il fatto che, al momento in cui mi sono attivata, le partenze da Hanalei erano sospese da alcuni giorni, mentre invece recandomi direttamente al molo di Port Allen ho trovato ancora alcuni posti liberi con almeno un paio di operatori per il giorno successivo. Il mare era mosso comunque, soprattutto quando si fermavano i motori, ed alcune persone sono state anche male. Viste le condizioni del mare, secondo me l’idea di includere i pasti a bordo non è il massimo, eppure non esiste nessun operatore che ti venda l’andata e ritorno e basta. C’è da dire che l’attracco alla Kalalau Beach è vietato alle barche, e questo ne ha preservato la selvaggia bellezza. Possono arrivarci solo i kayak, ma è un’impresa riservata ai soli esperti e molto allenati.
Il clima mutevole è un’altra variabile impazzita da considerare, e non è detto che, partendo col sole a Waimea, si riesca a rientrare senza incontrare acquazzoni. Noi, infatti, non siamo riusciti ad arrivare alla Kee Beach perché oltre la Kalalau le scogliere erano avvolte da fitta nebbia, e pioveva
E’ comunque un paesaggio spettacolare e primitivo, fra i più belli che abbia mai visto. Davvero emozionante, vale i soldi spesi (150 USD, cena compresa). Il pasto compreso è una specie di buffet, che non tutti, come già accennavo, sono stati in grado di portare a completa digestione, grazie al moto ondoso un po’ ballerino. Prendetemi sul serio: a nave ferma, facevo fatica a stare in piedi usando una mano per tenermi alla ringhiera del ponte, e l’altra per fotografare.
Che cosa vedere
Spiagge
Molte delle spiagge da Kapaa verso Hanalei non sono segnalate da cartelli stradali, e le piantine approssimative fornite dalle agenzia di noleggio auto non sono d’aiuto. La Kauai unrevealed guide è caduta quindi come manna dal cielo.
Sfatiamo un mito, il traffico di Kapaa riportato nei forum si riduce a qualche lungaggine nel corso principale, inframmezzato da 4 o 5 semafori, qualche altra coda la si può trovare andando da Kapaa verso Lihue aeroporto, ma per il resto ci si sposta in modo scorrevole.
Non c’è un motivo particolare per cui ho scelto di stare a Kapaa, se non quello economico: la casa di Jen infatti era la più economica, e per accaparrarmela ho prenotato con molto anticipo. Waimea e Poipu sono sicuramente più soleggiate, e più comode per raggiungere il Kokee State Park. Kapaa è però un paese vivo, con qualche albergo ma anche case dove abitano gli hawaiani, al contrario di Poipu e Princeville che sono principalmente agglomerati di condomini e case vacanza. Ci sono bar, ristoranti, un ostello, supermercati, banche, agenzie di viaggio, e soprattutto una bellissima beach walk che arriva sino a Donkey Beach passando per Kealia Beach.
Nei dintorni, ci sono escursioni straordinarie da fare, tipo lo Sleeping Giant Trail, ed alcune spiagge con vista strepitosa, tipo Anahola. Guidare al mattino presto in direzione di Hanalei e sostare al chiosco di frullati di Anahola è una gioia per gli occhi.
La Moloaa Beach è una spiaggia piuttosto carina ed ombreggiata, ma la sosta degna di nota è quella al promontorio del faro di Kilauea, che fronteggia un’isola rocciosa dove nidificano migliaia di uccelli.
Anini Beach non è niente di che. Da segnalare che nei paraggi di Larsen’s Beach Mark Zuckerberg ha acquistato 8 ettari di terreno, per cui ora è impossibile accedere a quella zona di litorale.
Alcune spiagge a sud di Kapaa non mi hanno impressionato, complice forse anche il maltempo, sto parlando di Lydgate Beach, dove però c’è uno splendido parco alberato, e un campo giochi per bambini fighissimo, una serie di passatoie in legno dove avrei voluto giocare anch’io…
Per quanto riguarda Princeville, la vista sulla costa in direzione Hanalei è splendida, ed è semplice accedervi anche per gli ospiti, l’ingresso al complesso di condomini è circondato da prati curatissimi, aiuole e fontane, tuttavia, una volta entrati, è molto difficile trovare un posto dove lasciare l’auto, e l’accesso al mare. Il parcheggio pubblico per i Queen’s Bath consiste in una ventina di lotti, forse anche meno, e ci sono lunghissime code di auto in attesa. Io ho parcheggiato a casaccio sul prato di un tizio, ed ho fatto una capatina veloce, ma non lo consiglio, perché l’area è pattugliata dalla polizia, e ho rischiato una multa. Forse non ho avuto la possibilità di apprezzare al meglio queste pozze, viste le condizioni del mare e del tempo parzialmente nuvoloso, ma devo dire che non sono rimasta a bocca aperta dallo stupore…
La baia di Hanalei, invece, è da brividi, anche se è una fatica riuscire a trovarci un po’ di sole.
Per via delle alluvioni di maggio, era impossibile proseguire oltre verso Tunnel’s Beach e Kee Beach, soltanto i residenti avevano il pass per l’accesso, presidiato da una pattuglia. Anche passeggiando lungo la battigia, oltre allo splendore lussureggiante della natura è possibile osservare i danni causati dalle inondazioni che hanno colpito principalmente Hanalei e il Kalalalu Trail
Il paesino è molto piccolo, un supermercato, alcuni negozietti in legno dipinto dai colori vivaci.
La spiaggia è molto grande, una mezzaluna di forse 1.5 chilometri, con un piccolo molo dove si dice sia possibile assistere a magnifiche albe.
Nella zona di Waimea sono passata soltanto al Mc Arthur Beach Park, uno spiaggione immenso e mare solcato da onde pericolose.
Il piccolo golfo prima dell’ingresso in città non è molto invitante, anche se l’acqua pare più accessibile. Il Salt Pond Beach Park invece permette delle camminate in un bel panorama.
Il Polihale State Park, ultimo avanposto accessibile prima della Napali Coast, dalle foto e visto personalmente dalla barca (ci passano infatti le sunset cruises dirette alla Na Pali Coast) pare essere stupendo, ma purtroppo la strada non è asfaltata e quindi è possibile arrivarci solo con un 4WD
Poipu Beach non è male, anche se è molto affollata. Pare sia prediletta dalle foche, che vanno a riposarsi per ore al sole, sorvegliate da volontari che controllano che nessuno le infastidisca.
Poco più ad ovest, seguendo una beach walk che attraversa la spiaggia di alcuni condomini, ho scorso anche parecchie tartarughe. Se a Kapaa e Hanalei piove o è nuvoloso, è molto probabile invece che a Poipu le condizioni meteo siano più clementi, riprova ne è il fatto che, nel momento di massima vicinanza dell’uragano Charlie ad Hawaii, qui tirava soltanto un vento fortissimo.
Nelle vicinanze si diparte il Maha Ulepu Trail, una beach walk che parte da Shipwreck Beach ed arriva sino alla Gillins Beach. Il punto di partenza è una spiaggia molto frequentata e ricca di ombra, delimitata da una scogliera spettacolare da cui i coraggiosi possono tuffarsi.
Il sentiero costeggia in parte un campo da golf a monte, mentre dall’altro lato si sta a bordo di scogliere a picco sul mare. I colori sono particolari, perché il terreno è costituito da argilla rossiccia, il famoso “red dirt” tipico di Kauai. Poiché Kauai è una delle più antiche isole hawaiane, l’alto contenuto di ferro dei terreni vulcanici ha avuto molto tempo per ossidarsi, specialmente con le condizioni umide dell’isola (Kauai è sede di uno dei luoghi più piovosi del pianeta).
Non solo mare
Il vero punto di forza di Kauai, come detto, è la Na Pali Coast. La si può ammirare dal mare, assaporandone la maestosità, ma è solo percorrendo i suoi sentieri, partendo dal Kokee State Park, che la si può davvero vivere e respirare. Panorami così imponenti e straordinari credo siano unici al mondo. Le escursioni del parco possono tenere impegnati i visitatori per una settimana almeno.
http://dlnr.hawaii.gov/dsp/parks/kauai/kokee-state-park/
Questo è un buon sito per avere mappe e dettagli di tutti i sentieri
Ed eccone un altro
Per quanto mi riguarda, ho fatto il Waimea Canyon Trail, il Puuhinahina Look Out Trail (interrotto quasi in fondo per via del fango) e il Kalepa Ridge Trail, ecco il sito
Il tempo durante la mia permanenza non è stato granchè, l’uragano Charlie era in arrivo e non si sapeva ancora bene quando e se avrebbe colpito l’arcipelago, ragion per cui ho deciso di fare tutto ciò cui tenevo di più il prima possibile. Il Kokee National Park si trova nella parte più arida dell’isola, ma le montagne attirano comunque nubi, mi è difficile capire se il tempo tenda ad essere migliore il mattino o il pomeriggio, mentre invece sulla costa est è matematico che è molto più probabile trovare il sereno di mattina. Anyway, nel primo giorno al Kokee il sole era splendido splendente per quasi tutto l’arco di tempo. I primi panorami mozzafiato che si godono da alcuni belvedere sono quelli sul Waimea Canyon.
Il trail poi era in condizioni ottime, e non presenta alcuna difficoltà sino alla prima cascata. Da lì poi non ho capito bene dove e come era possibile andare avanti, la maggior parte della gente arrivata fin lì non aveva altri interessi se non tuffarsi nelle pozze d’acqua, per cui dopo essermi dissetata ed aver ammirato il paesaggio sono tornata indietro.
Il Puuhinahina Trail parte dall’omonimo look out. Dovrebbe essere breve e facile, tuttavia era così fangoso che in certi punti si sprofondava nell’acqua sino alle caviglie (era piovuto durante la notte), per cui dopo un po’, quasi alla fine, mi sono stufata e sono tornata indietro (era già piuttosto tardi nel pomeriggio) senza vedere granchè. In effetti non è fra i trails più spettacolari.
Il Kalepa Ridge Trail invece l’ho tenuto per ultimo, benchè sia stata l’escursione del primissimo pomeriggio, perché meriterebbe un romanzo. Condensato tutto in una parola: WOW. Sottotitolo: non ho mai visto una cosa così bella in vita mia. Il Kalepa Ridge Trail è un sentiero non ufficiale, quindi non viene fatta manutenzione. E’ corto rispetto ad esempio al Awa’awapuhi Trail, non sono riuscita a capire la lunghezza esatta ma dovrebbe essere sui 3.5 km fra andata e ritorno. Sul sito “all trails” viene classificato come hard, esattamente come Awa’awapuhi, ma in realtà non mi è sembrato difficile come dicono. Di certo ci sono dei tratti con grande pendenza e terreno argilloso, quindi molto scivolosi, ed un’ultima parte, spettacolare al massimo, dove si cammina su un crinale, il sentiero è largo però almeno un mezzo metro, quindi basta solo stare attenti a non cadere e non soffrire di vertigini. Ovviamente ci va un po’ di buon senso, ed è da evitare in caso di pioggia. Il trail finisce su uno spuntone di roccia che si affaccia quasi sulla Kalalau Beach, guardare giù in basso stando in piedi fa paura quindi mi sono sdraiata a pancia a terra e ho strisciato come un verme per fare le foto.
L’accesso al Kalepa Ridge Trail non è segnalato, tuttavia sulla sinistra del Kalalau Look Out c’è una specie di piccolo cancelletto da cui si riesce a passare per scendere sul sentiero. Inoltre, dal belvedere, a parte lo splendido panorama, si noteranno sicuramente alcune persone camminare lungo un sentiero scosceso, deducendone che non possono essere partite che da lì. Molti si avventurano per i primi metri soltanto, non appena si rendono conto che le loro infradito non sono le calzature più consone ad affrontare la ripida discesa. Anche nei primi tratti, tuttavia, lo scenario mozzafiato è assicurato.
Kauai tuttavia non delude mai, ed è facile incrociare scorci pittoreschi praticamente quasi ad ogni angolo, guidando sulle strade principali, o facendo brevi deviazioni.
Segnalo quello che mi ha colpita di più. Andando da Kapaa verso Waimea, poco dopo Lihue ho seguito le indicazioni verso Hawiliwili. Mi sono ritrovata sul mare, al Kalapaki Beach Park, dove molti ragazzi facevano surf. Ho parcheggiato davanti ad uno shopping mall, ed ho fatto un giretto, dapprima verso il porto, e poi dalla parte opposta, entrando nella proprietà di alcuni alberghi di lusso. Ho poi proseguito per tornare sulla strada principale che da Lihue va verso Poipu, passando in mezzo alle campagne, verso il Menehune Fishpond Overlook. Qui, mi hanno attratto le montagne circostanti per cui, percorrendo la Kipu Road ho cercato di avvicinarmi il più possibile. Oltre un certo punto non si può proseguire, perché è proprietà privata. Il Kipu Ranch Adventure organizza vari tipi di escursioni in jeep nella foresta, ed amenità varie tipo zipline e simili. La spiaggia, Kipu Kai Beach pare sia strepitosa, ma è appunto accessibile solo ai clienti, oppure raggiungibile via kayak. Tutte le spiagge su Kauai sono pubbliche, per cui i proprietari non possono impedire ai kayak di attraccare. Bisogna poi però rimanere sulla parte sabbiosa, e non oltrepassare la linea degli alberi e dell’erba.
A Koloa, si possono vedere piantagioni di caffè, e visitare il museo cittadino che offre anche degustazioni (io non l’ho fatto)
Nei dintorni di Poipu ho fatto una rilassante passeggiata al Kukuiula Golf Club, aperto a tutti, con eccezione dei campi. Ci sono anche dei bellissimi giardini giapponesi.
Prima di arrivare ad Hanapepe, sulla Kuamualii Hwy, consiglio di sostare al look out sulla destra, è comunque indicato da cartelli, perché c’è una bellissima vista sulla valle.
La cittadina di Hanapepe è interessante, e vale la pena sostare per una mezz’oretta per dare un’occhiata agli edifici in legno dipinto, e passeggiare sino allo swinging bridge.
OAHU (dal 10 al 15 agosto 2018)
Autonoleggio
376 Eu spesi per 5 giorni, prenotati direttamente con Budget Autonoleggio, con abbattimento franchigie. Mi aspettavo la solita Nissan Versa a 3 volumi ed invece mi hanno rifilato una Smart.
La procedura di assegnazione auto all’aeroporto di Honolulu, piuttosto grande rispetto a quelli delle altre isole, è un po’ più complicata, nel senso che qui non ci sono gli addetti che ti portano la macchina, bensì al banco ti lasciano l’indicazione del nr. di lotto del parcheggio multipiano dove si trova, e poi sono cavoli tuoi andarla a cercare, sembra una caccia al tesoro… L’ho ritirata verso le 20, e non avevo voglia di ridiscendere 4 piani e tornare indietro a protestare, per cui me la sono tenuta, tuttavia ha un bagagliaio davvero inconsistente, e pure per il resto non è granchè. E’ comoda perché microscopica, per cui si riesce a parcheggiarla ovunque, almeno un lato positivo l’abbiamo trovato.
Dormire
Spesa 219 Eu per un Air BnB a casa di una signora coreana nelle periferie di Honolulu, in Kealia Drive, quartiere Kalihi. Deliberatamente ho evitato Waikiki. La mia sistemazione si trova non lontano dal Bishop Museum, e a 5 minuti a piedi da una serie di supermercati e ristoranti (Kamehameha Shopping Centre), in zona comoda a raggiungere l’aeroporto, Pearl Harbour, e qualsiasi altro punto dell’isola senza affrontare se non per brevi tratti la congestionata tangenziale della capitale. Casette quasi tutte abbastanza graziose abbarbicate sulla collina, abitate prevalentemente da locali non troppo abbienti ed immigrati coreani, quindi un posto dove è possibile incrociare gente normale e non solo turisti.
In 15 minuti attraverso la Likelike Highway si è a Kanehoe, sulla costa est. Il Bishop Museum poi è riportato sulle mappe poco dettagliate degli autonoleggio, e compare sulla segnaletica autostradale, per cui è sempre stato semplice trovare l’uscita, a parte la prima sera che era buio e non riuscivo ad orientarmi. Neanche qui ritengo necessaria la spesa supplementare del navigatore, a volte ho cannato direzione, ma subito mi sono resa conto ed ho rimediato tornando indietro.
A mia disposizione una camera ed un bagno, parcheggio gratis in apposita aerea di proprietà sul marciapedi davanti al garage, cucina in condivisione cogli hosts, ma raramente ci siamo incontrati. La fermata del bus nr. 2 è a 5 minuti in School Street, ed in 20 minuti si arriva a Waikiki, togliendosi così il problema di dove lasciare la macchina, ma soprattutto di quanto pagare per il posteggio.
Mangiare
Per la spesa mi sono sempre appoggiata al Times del Kamehameha Shopping Centre, a 5 minuti dalla mia casa.
Escursioni
Col senno di poi, rimpiango di non aver fatto il tour al Kualoa Ranch, che viene usato come set per la maggior parte delle serie tv e film girati alle Hawaii.
Non perché in realtà mi interessi questo genere di cose, che trovo abbastanza pacchiane, ma perché, dopo un paio di giorni, mi sono resa conto che sarebbe stata la mia unica occasione di esplorare una delle rare vallate interne che si innestano fra i pendii rigogliosi delle Koolau Mountains (le foto che vedete sotto sono state scattate una al ristorante del Ranch e l’altra dalla strada).
Le strade perpendicolari alla Windward Coast non raggiungono infatti particolari punti panoramici, e spesso finiscono nel cortile di qualcuno, o sono proprietà privata, come il Kamehame Trail o la Haiku Road, che porta alle famigerate Haiku Stairs (ufficialmente non accessibili, anche se molti ci vanno). Segnalo tuttavia l’esistenza di alcuni belvedere lungo le autostrade che attraversano l’isola, con vista mozzafiato, ad esempio il Nuuanu Pali Look Out
Mi sono presentata al Ranch verso le 10, ma non ho però trovato posto in nessuna delle partenze previste in mattinata. E quindi, dopo aver gironzolato un po’, me ne sono andata con le pive nel sacco.
Chi non ha macchina e dorme a Waikiki può acquistare tour che raggiungono ogni angolo dell’isola, ad ogni modo.
Pearl Harbor
La visita (gratuita) a Pearl Harbor andrebbe prenotata in anticipo, tuttavia, ogni mattina, all’apertura, ossia alle 7, vengono messi a disposizione alcuni ingressi ai primi che si presentano. Sono arrivata verso le 6.30, davanti a me solo 5/6 persone. Per ragioni di sicurezza, è consentito l’ingresso soltanto a borsette della grandezza di un portafoglio, tutto il resto deve essere lasciato al guardaroba (5 USD). La base di Pearl Harbour è ancora operativa, anzi continua ad essere la più grande nel Sud Pacifico. Nel teatro viene proiettato un documentario di circa 20 minuti che spiega le ragioni che hanno portato alla guerra, e le modalità e strategie seguite. Dopodichè, seguendo orari prestabiliti, i visitatori vengono fatti accomodare su barche che attraversano la baia, sino all’Arizona Memorial, al momento off limits. E’ infatti collassato uno dei moli di attracco. Dovrebbe riaprire a marzo 2019.
Al rientro, si può seguire una serie di percorsi guidati per arrivare al Museo.
Una permanenza un po’ affrettata prende un paio di ore, incluso shopping di souvenirs che sono stati molto apprezzati dai miei parenti 🙂
Il sito ufficiale per prenotare in anticipo è questo. Occhio che, digitando “Pearl Harbor” su Google, appaiono come primi risultati tours di agenzie private, con prezzi dai 60 USD a salire. Ricordate, la visita e l’ingresso sono gratuiti. Usando il link sopra indicato, l’unica cifra richiesta è 1 USD per il servizio di prevendita.
Arrivare a Pearl Harbor con la propria auto è molto facile, l’uscita della tangenziale è ben segnalata, e poi vi sono cartelli ovunque con le indicazioni “Historic site” ecc ecc. Un po’ più difficile è rifare il percorso a ritroso quando si esce, anche perchè, al momento della mia visita, c’erano dei lavori stradali con divieti di accesso e sensi unici che devono avere alterato la normale viabilità
Che cosa vedere
COSTA EST
Hoomaluia Gardens – Questo il sito. E’ ciò che per me in assoluto più assomiglia alla idea di Eden in terra.
Meravigliosi alla mattina presto. Ufficialmente aprono alle 9. Pochi sanno però che questo è l’orario in cui è permesso alle macchine di entrare, ma i pedoni possono farlo molto prima, passando da una porticina laterale accanto al cancello. Bisogna quindi camminare un po’ ma ne vale davvero la pena, immersi come si è in una natura prorompente. Pochissime persone, apparentemente, hanno voglia di sciropparsi la sfacchinata (per modo di dire, visto che sarà poco più di un chilometro), per cui io e alcune joggers mattutine avevamo questo paradiso, immerso nel più religioso silenzio, solo per noi. Al parcheggio si trovano anche un’area pic nic, le toilettes, ed un ufficio visitatori con piccola esposizione. Grandi sforzi vengono fatti per proteggere le specie vegetali native. Poco oltre, si arriva ad un grazioso laghetto con vista formidabile. Credo ci siano altri sentieri percorribili, ma purtroppo andavo di fretta. Si trovano a Kanehoe, e arrivando dalla Highway nr. 33 e seguendo le indicazioni per Kailua ad un certo punto vengono segnalati.
Tempio di Byodo-In
Questo il sito. Ingresso 5 USD. E’ la riproduzione del tempio omonimo di Kyoto, contornato da un bel giardino, ed incastonato in uno scenario naturale imponente e rigoglioso. L’edificio non è nulla di che, a mio avviso, però è un posto molto rilassante e può essere rigenerante fermarcisi una mezz’ora. Nei paraggi ci sono altri cimiteri, la zona è infatti denominata Valley of the Temples (da che ricordo questa l’indicazione appare anche sul cartello stradale). Come arrivarci? Proseguendo verso nord, da Kanehoe, svoltando a sinistra ad un semaforo, riconoscibilissimo perchè vicino ad un centro commerciale, che comprende un Mc Donalds ed un Times supermarket.
Spiagge
Da Kanehoe, proseguendo verso sud, si incontrano in successione il Kailua Beach Park, Lanikai e Waimanalo. I colori del mare sono splendidi, a Kailua ci sono alcune facilities tipo bagni e docce
A Lanikai la spiaggia è abbastanza piccola, piuttosto affollata in certi tratti, completamente nascosta dalla strada da una serie ininterrotta di proprietà private. Per fortuna ci sono stradine laterali di accesso, tuttavia qui non c’è nessun servizio, quasi fosse una imposizione dei proprietari per scoraggiare gli intrusi. Anche trovare parcheggio è una bella impresa!
A Waimanalo invece c’è pochissima gente, e la consiglio proprio, pure qui nessuna facility di alcun genere, proprio un gran posto, selvaggio…
Proseguendo verso sud, si transita su un tratto di strada spettacolare, in prossimità del Kaiona Beach Park, colori splendidi, mille sfumature di turchese, spiaggia però molto piccola
Si arriva poi allo scenico Makapuu Point, un’altra bella spiaggia accanto ad un promontorio dove, attraverso un sentiero asfaltato, è possibile raggiungere un faro o una spiaggia antistante, seguendo rispettivamente il Makapuu Trail, o il Kaiwi Trail.
Sotto il faro, alcune pozze, simili alle Queen’s Bath di Kauai, ed utilizzabili solo in condizioni di mare calmo.
Dopo il faro la strada prosegue fra splendidi scenari sino al Lanai Look Out, che si affaccia su una piccola baia, con un accesso piuttosto difficoltoso tramite ripido sentiero scosceso. Dal piazzale del belvedere scorgo delle tartarughe molto vicine agli scogli
Dopo una insulsa Sandy Beach, ecco la sontuosa Hanauma Bay. Sito. Si paga 1 USD per il parcheggio, che viene restituito se la permanenza è inferiore a 20 minuti. L’ingresso costerebbe 7.50 USD ma ho evitato perchè c’era un carnaio mostruoso. Intravvedo, dall’alto, turisti asiatici in piedi sui coralli; questa immagine, sovrapposta a quella di altri bagnanti in salvagente, braccioli, giubbotti gonfiabili, non so perchè mi fa pensare ad un ambiente subacqueo molto sfruttato e deturpato
Da Kanehoe verso nord, invece dopo Heeia State Park, che non è granchè, si raggiunge, il bellissimo Kualoa Regional Park.
Da qui e oltre, la strada corre proprio accanto alla spiaggia e ci si può fermare praticamente ovunque si voglia. A Kaawa ci sono rocce bellissime come a Anahoa (Kauai)
Il Malaekahana Beach Ground è pieno di ombra e splendidi colori.
Non mi ha colpito invece per nulla la Turtle Bay, circondata da un complesso imponente di condomini, con parcheggio striminzito dedicato ai visitatori esterni, ed accesso ad una spiaggia pure lei striminzita e affollata all’inverosimile. Una bottiglietta di acqua da mezzo litro a 4 USD. Toccata e fuga. Dopo circa una ventina di chilometri si arriva alle splendide Pupukea Beach e Wailea. Difficile trovare parcheggio a Wailea, consiglio di parcheggiare lungo la strada principale a Pupukea e poi camminare.
A Pupukea, un vero e proprio paesino, si trova anche un fornitissimo supermercato ove comprare il pranzo, se uno non avesse voglia di portarselo dietro. Sono indispensabili secondo me le scarpette da roccia, e c’è un discreto assembramento di gente. Poco più avanti, in direzione di Wailea c’è una spiaggetta molto più deserta e con molta ombra (al mattino). Anche se ci sono rocce al largo, e l’acqua è calmissima, la corrente è molto forte, e porta subito dove non si tocca. Ci sono però un sacco di pesci.
In questo tratto di strada è possibile che si formino code, in quanto tutti rallentano o per trovare parcheggio, o per ammirare il panorama. Dopo un’altra ventina di chilometri ecco che si raggiunge Haleiwa, altro grazioso paesetto sull’estremo nord.
Da lì sono approdata, al tramonto, al Mokuleia Beach Park, con una bellissima luce, anche se magari l’alba è ancora meglio. Non ho proseguito verso Kaena Point, perché oltre la strada è sterrata e le assicurazioni degli autonoleggio non coprirebbero eventuali danni.
COSTA OVEST
Completamente diversa, colore dominante è il giallo ocra in tutte le sue molteplici e gloriose sfumature, arida. Il mare è azzurrissimo ed increspato dal vento, spettacolari formazioni rocciose si affacciano sulle spiagge, bordate da prati inglesi o rocce, verso la punta nord.
Qui costa molto meno la benzina, quindi conviene arrivarci a serbatoio vuoto e fare il pieno. Ho abbinato questo itinerario alla visita a Pearl Harbour (ingresso alle 7) e ad una apparizione lampo di mezz’ora a Waikiki (nel tardo pomeriggio).
Scappata dalla disperazione dal Ko Olina Resort Bay, altro agglomerato di condomini di lusso, dove ancora mi sono intestardita a pensare di trovare qualcosa di interessante, ho fatto sosta a Nanakuli, Kelaniana ole, Lualualei, Makua, Waianae Valley e Maili.
La spiaggia più spettacolare della Leeward Coast è forse Makua, una distesa immensa di sabbia bianca sferzata dal vento, praticamente deserta, delimitata a nord da una pianura di rocce laviche che rendono il paesaggio quasi lunare.
Rientrando a sud verso Wainanae, al Maili Beach Park è possibile sdraiarsi all’ombra di striminzite palme su un vasto e morbido prato all’inglese prospiciente il mare.
Nel paesino di Waianae è possibile seguire una strada che porta nell’interno, solo fino ad un certo punto però perché poi si sconfina in proprietà private, in una vallata ricoperta di aspra vegetazione.
Ecco invece il Surfer’s Beach Park, dove ho fatto una breve sosta. Il mare è molto calmo, ed è quindi facile trovare un po’ di refrigerio in acqua senza avere il problema di essere travolti da un’onda o trascinati via dalla corrente.
A Kalanianaole il mare è di un verde turchese splendido, il panorama è purtroppo deturpato, a sud, dalla presenza di un paio di ciminiere
Waikiki
Due parole su Waikiki. Waikiki rappresenta per me il concentrato di tutto ciò che mi ha sempre tenuta lontano dagli Stati Uniti d’America. Tale visione, compressa su una piccola isola sperduta nel mezzo del nord Pacifico, così diversa, rende ogni contrasto ancora più stridente. Non c’è nulla di hawaiiano qui, come è già difficile trovare qualcosa di hawaiiano altrove. Inoltre, non capisco cosa ci faccia tutta quella gente in spiaggia, dove non riesci a trovare un francobollo di sabbia per stendere l’asciugamano, quando a 15 minuti di auto (e 30 di bus) a Waimanalo c’è un arenile magnifico, e praticamente deserto.
Per una questione di orari, il parco chiude alle 18, e l’ultimo ingresso utile per raggiungere la cima è alle 16.30 circa, mi sono persa la sommità del Diamond Head.