Meravigliose Bangkok e Ko Chang
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Partiamo dal volo: dopo aver monitorato per un periodo i voli, io e il mio ragazzo abbiamo preso un volo con Etihad Airways. Partenza il 14 Febbraio alle 21 da Malpensa, scalo da Abu Dhabi ed arrivo alle 18.15 a Bangkok; ritorno il 22 Febbraio alle 8.40 da Bangkok, scalo di 14 ore per visitare Abu Dhabi e arrivo previsto alle 6.30 del mattino dopo a Milano. Devo dire che la scelta è stata buona. Mi sono trovata davvero bene con Etihad, il prezzo è stato di 550 euro circa a persona, prenotato con Bravofly circa 5 settimane prima. Prima di partire abbiamo stipulato anche un’assicurazione con www.assicurazionilowcost.it, al prezzo di 22 euro ciascuno, che per fortuna non abbiamo utilizzato.
E’ stata anche una buona scelta quella di arrivare verso sera: intontiti dal fuso, che è +6 ore, ci erano rimaste giusto quelle 4-5 ore di autonomia per arrivare in albergo e cenare, per poi crollare a letto ed essere pronti il giorno dopo per una scattante giornata, belli freschi. Anche se c’è da dire che io la seconda notte sono rimasta sveglia per metà notte, per cui qualcosa non ha funzionato nel mio piano strategico contro l’intontimento da fuso, ma il mio ragazzo invece ha dormito benissimo, mah.
La settimana era stata così strutturata: 2 giorni pieni a Bangkok per visitare la città, il 3° giorno viaggio verso Ko Chang, 4° e 5° giorno mare e relax, 6° giorno ritorno verso Bangkok per poi prendere l’aereo il 7° giorno, e visita della città di Abu Dhabi. Rientro alle 6.30 del giorno seguente.
Per questo viaggio ho prenotato 3 diversi hotel, che spiegherò volta per volta.
Il primo hotel prenotato è stato il Narai Hotel, in Silom Road: ottima scelta! E’ un hotel a 4 stelle, davvero bello, in cui mi sono trovata bene. L’ho prenotato tramite booking a circa 130 euro per 3 notti in totale. La posizione è buona, si trova a forse 500 metri dalla fermata dello skytrain Chong Nonsi, e a 10 minuti dalla fermata del trasporto fluviale. E un’altra cosa da non sottovalutare, si trova a 50 metri dal Superich 1965, un cambiavalute col miglior tasso di cambio di Bkk (dicono). Io ci sono stata 2 volte e, passaporto alla mano, cambiano gli euro in baht con un buon cambio. Ci sono solo poche filiali a Bangkok, ed è una fortuna che sia stata vicina all’hotel. L’hotel comunque è grande e la reception è aperta tutta la notte, per cui no problem se arrivi tardi o vai via prestissimo, noi in poco tempo abbiamo fatto il check in, pagato con la carta di credito senza problemi. La prima sera per cui, oltre al check in, abbiamo fatto un giro per un primo impatto con Bangkok e la cucina thai, e abbiamo scoperto che il quartiere di Patpong, quello che era conosciuto come quello a luci rosse, è lì vicino! Se si gira in quel quartiere, attenzione alle miriadi di persone che cercano di attirare la vostra attenzione con questi “show” a luci rosse: meglio non dargli retta, scansateli con educazione.
GIORNO 1: GRAND PALACE, SIAM PARAGON
Il nostro tour di Bangkok si basava su delle guide trovate su internet ma principalmente sull’ispirazione del momento, facevano ciò di cui avevamo voglia (è pur sempre una vacanza, non una maratona 😉 ). La prima mattina ci siamo alzati di buona lena e siamo andati come prima cosa a cambiare i soldi al Superrich1965. Poi abbiamo preso la direzione opposta verso il molo del trasporto fluviale per poi raggiungere il Grand Palace: avremmo camminato 10, 15 minuti. Si può ovviamente prendere un taxi o un tuk tuk, ma la camminata è piacevole (se non ti perdi). Noi avevamo comprato una scheda SIM in aeroporto a circa 8 euro, in cui avevamo chiamate (verso numeri thai, non molto utile) e internet illimitato per una settimana (notare che noi l’abbiamo fatta domenica sera e si è disattivata domenica a mezzanotte, per cui poco meno di una settimana). Ciò è stato utile per orientarci con google maps e fare ricerche su internet dell’ultimo secondo. Arriviamo al molo (Oriental mi pare) e rimaniamo sperduti: ci troviamo davanti a una passatoia che sembra abbandonata, con di fianco i rifiuti e bassa, la testa sfiora il soffitto. Ci siamo chiesti se fossimo nel posto giusto, ma in fondo c’era un tizio con un tavolo che ci ha confermato che eravamo giusti. Per prendere la barca, bisogna mettersi sul molo e aspettare che passi quella nella direzione giusta, e stare attenti a capire qual è quella giusta, poiché ne passano molte. E’ quella con la bandiera arancione quella corretta. I biglietti si fanno a bordo, in cui mentre sei schiacciato con altre mille persone (e noi che speravamo di goderci il viaggetto sul fiume, invece era già tanto che ci fosse spazio), arriva un impiegato a chiederti i soldi, che mi pare fossero 15 baht a testa, super economico. Siamo poi scesi alla fermata (quella sbagliata, mannaggia non riuscivamo a orientarci bene), siamo andati a piedi verso il Grand Palace. Lì il primo problema è come sei vestito: niente cose corte e spalle scoperte, sia per uomini che per donne, ma comunque è possibile noleggiare vestiti adatti in loco. La coda per i biglietti sembra lunga, ma è molto scorrevole; l’ingresso è 500 baht. Dopo la visita eravamo accaldati e con una scottatura sul retro del collo (portatevi la crema!), per cui non siamo andati a visitare il Wat Arun e il Wat Pho come da programma, che si trovano là vicino, ma abbiamo preso un taxi e ci siamo fatti portare a Siam square per visitare il Siam paragon. Ricordatevi sempre di chiedere al taxista di mettere il meter, poiché molti preferiscono chiedere cifre fisse, ma non convengono mai. Noi per quei 20 minuti di taxi abbiamo pagato 100 baht. Al Siam Paragon siamo andati alla food court del piano seminterrato per rifocillarci, e lì ci sono molti posti thai a un prezzo davvero basso (per mangiare alla food court bisogna prima richiedere una card, appena prima dell’inizio della court, in cui caricare i soldi: quelli non usati verranno restituiti). Al piano ancora sotto volendo c’è anche un acquario da visitare, ma noi abbiamo lasciato perdere: abbiamo preferito visitare il vicino MBT, altro centro commerciale ma molto meno di lusso. A quel punto eravamo davvero stanchi e abbiamo preferito fare una visita alla piscina del nostro hotel e un piccolo riposino, così poi da essere carichi per esplorare Bangkok di sera (in cui la temperatura è decisamente più vivibile). Per tornare indietro da Siam Square abbiamo preso lo Skytrain, davvero comodo e moderno, fino a Chong Nonsi. I biglietti si fanno alle macchinette e il prezzo varia in base alla destinazione, va dai 15 ai 40 circa baht. Gli omini di fianco ai tornelli non sono lì per vendere biglietti ma solo per cambiare i soldi, poiché le macchinette prendono solo monete. Ricordatevi di non buttare il biglietto perché servirà poi per uscire.
La sera abbiamo ripreso lo skytrain per spostarci in zona Nana: zona carina, vivace, con molti locali e bancarelle. C’è in particolare il soi 11 (una delle vie traverse, che sono numerate) in cui vi sono molti locali, ed è proprio vicino alla fermata dello skytrain. Abbiamo cenato in un posto davvero carino, con cucina thai in mezzo a piante, molto d’atmosfera, di nome Suk 11 )
GIORNO 2: JIM THOMPSON, KHAO SAN ROAD
Come accennato prima, non riesco a dormire per metà notte. Sto sveglia dalle 4 alle 8; finalmente mi addormento alle 8 per un’ultima oretta di sonno, e dò al mio ragazzo il compito di svegliarci verso le 9: pessima idea. Ci siamo svegliati alle 12 impanicati per aver dormito così tanto, e così salta la visita di China town. Vabbè. A quel punto la fame chiamava e siamo tornati al Siam Paragon per mangiare, abbiamo pranzato in un localino che si chiama Bangkok Burger. Dopo pranzo ci siamo diretti a piedi verso la casa di Jim Thompson, il boss della seta thailandese. Devo dire che è molto carina, è un oasi lussureggiante di pace e serenità in mezzo a Bangkok, e la casa è in stile thai, tutta di legno, molto bella. L’entrata costa 100 baht e si può entrare solo tramite visita guidata, in inglese o francese, che parte ogni 20 minuti e dura circa 40 minuti. E’ stata una piacevole scoperta! Da lì abbiamo provato un altro emozionante modo di spostarsi a Bangkok: il klong taxi! Si tratta di piccole barche che percorrono i fiumi secondari di Bangkok. Ci sono disseminati dei piccoli moli in cui attendere, comunque i taxi sono frequentissimi, e si hanno una decina di secondi per salire al volo. Non esistono parapetti o entrate, bisogna praticamente saltare, e sfrecciano a velocità assurda per il fiume. Costo ancora straeconomico: 8 baht a testa. Il klong taxi l’abbiamo usato per arrivare nei pressi di khao san road, per vedere questa famosa via. La via è carina, piena di locali, centri massaggi dove ho fatto un massaggio fantastico ai piedi, negozietti di vestiti per turisti, è una parte un po’ più bellina di Bangkok. Da lì poi cercando di andare alla fermata del fiume principale ci siamo persi e ci siamo ritrovati all’ università di Bangkok, che è affacciata proprio sul fiume… Molto bello lo spettacolo del sole che tramonta! Dopo una corsa per i vicoli di Bangkok siamo riusciti a trovare una fermata e a prendere il traghetto che ci riportava verso l’hotel, abbiamo corso perché so che i traghetti funzionano solo fino al tardo pomeriggio e ormai era buio, ma non ho trovato orari ufficiali da nessuna parte, per cui rimane un mistero; alle 19.30 funzionavano ancora comunque. Siamo scesi alla fermata Sathorn e preso lo Skytrain lì di fianco, Saphan Taksin, fino a Chong Nonsi.
Alla sera solo giretto in zona poiché la mattina dopo ci aspettava il viaggio verso Ko Chang.
GIORNO 3: VERSO KO CHANG!
Per andare a Ko Chang abbiamo optato per il bus vip 392 che parte dall’aeroporto Suvharnabumi e porta direttamente sull’isola (http://www.bussuvarnabhumikohchang.com/). Eravamo un po’ preoccupati per il biglietto poiché non vi è attualmente la possibilità di farlo via internet, e quando siamo atterrati domenica l’impiegato ci ha detto che l’ufficio era già chiuso e non abbiamo potuto farli in anticipo. Quindi ci siamo svegliati il giorno stesso della partenza alle 5.30 e alle 6.20 eravamo in aeroporto per fare il biglietto per il bus delle 7.50: ottima scelta arrivare presto, poiché i posti sono solo una quarantina e vi era già gente in coda. Costa 600 baht solo andata, o 900 baht a/r. Ora, non c’è scritto da nessuna parte quanto tempo dovrebbe metterci, a me era parso di leggere intorno alle 4-5 ore e mi ero illusa di arrivare per pranzo. C’è anche scritto che il bus ti porta direttamente sull’isola senza carico e scarico inutile di bagagli, poiché viene caricato direttamente sul traghetto. Non so se sia andato qualcosa storto quel giorno, fatto sta che siamo arrivati alle 13 a Trat, dove c’è il molo del traghetto; alle 13.45 abbiamo preso il traghetto, ma senza bus, e ci ha messo 45 minuti per fare la traversata. A Ko chang ci aspettavano dei taxi-jeep che ci hanno portati direttamente in hotel, ma non senza una lunga fermata alla stazione dei bus per controllare non so cosa dei biglietti. Siamo quindi arrivati alle 16 in hotel (stando nella prima spiaggia dell’isola, per cui anche vicina). Il ritorno andava prenotato chiamando a un numero un paio di giorni prima la partenza, vi erano disponibili 3-4 orari di partenza (ed effettivamente poi al ritorno ci hanno presi col pulmino in hotel e siamo scesi a Bangkok).
L’hotel che abbiamo scelta era il Chang Buri Resort&Spa, che non era male, al prezzo di circa 210 euro per 3 notti. Abbiamo scelto di alloggiare alla White Sand Beach sia per questioni di comodità, poiché è la prima spiaggia dell’isola e la più vicina al traghetto, sia perché sembrava quella più movimentata, soprattutto di sera. Siamo stati soddisfatti della scelta, effettivamente anche di giorno c’era più gente, e di sera ci sono una serie di deliziosi ristorantini in riva al mare che sono fantastici… Non so dire niente sulla vita notturna delle altre spiagge però, per cui non posso fare paragoni.
GIORNO 4: KAE BE BEACH
Ci svegliamo il primo giorno completo a Ko Chang con una brutta sorpresa… Piove! Mannaggia! Per fortuna a mezzogiorno smette, e andiamo subito a noleggiare un motorino per poter girare l’isola. E’ una scelta che consiglio fortemente: vedere l’isola così è fantastico e la spesa è irrisoria. Abbiamo noleggiato un 125 da uno dei mille noleggiatori della white sand beach, a 250 baht al giorno (ma ce n’erano anche da 200), lasciandogli la carta d’identità e la fotocopia del passaporto, poiché non volevamo lasciargli il passaporto vero e proprio, anche se in teoria era richiesto quello. Quando riporti il motorino poi devi pagare la benzina consumata, noi abbiamo pagato 140 baht dopo averlo utilizzato 2 giorni, pochissimo. Partiamo quindi per la Kae be beach, in cui…facciamo una gran fatica a trovare l’accesso alla spiaggia! Giriamo per quasi mezz’ora e non capiamo dove sia… Alla fine la troviamo passando per i resort. Piccolo consiglio: la spiaggia inizia all’altezza del resort “The chill” andando poi verso sud, quindi cercate un ingresso da quelle parti.
Verso le 15 e poi ancora verso le 17.30 sono passati degli uomini con 3 cuccioli di elefanti, e permettevano di fare le foto con loro o portavano per un breve tratto i bambini sulla loro groppa: tenerissimi! A metà pomeriggio abbiamo anche noleggiato una canoa per raggiungere le isole di fronte, è una cosa fattibile e non è molto faticoso. Nelle isole di fronte non c’è praticamente nulla ma è stato molto carino! Poi ritorno alla white sand beach e cena d’obbligo al Sea bar ).
GIORNO 5: LONELY BEACH
Il quinto giorno decidiamo di spingerci più a sud e andiamo fino alla Lonely Beach. Altra sorpresa che ci riserva Ko Chang: andando verso sud troviamo delle adorabili scimmiette! Quest’isola non finisce mai di stupirci. Questo giorno è più tranquillo del precedente, e lo dedichiamo al relax più completo, che comprende un fantastico massaggio thai di un’ora in spiaggia (200 baht). La Lonely Beach è la spiaggia che mi è piaciuta di più, anche se qualitativamente in realtà le ho trovate molto simili tra loro. Al ritorno incontriamo di nuovo le scimmie, che stavolta sono impegnate a mangiare banane date loro dai turisti, in un punto panoramico appena a nord della Kai Be.
Ultima triste cena al Sea Bar prima di separarci da questo angolo di paradiso
GIORNO 6: WHITE SAND BEACH E RITORNO A BANGKOK
L’ultimo giorno si apre con un sole fortissimo senza una nuvola (ti pareva, quando andiamo via il tempo è splendido, gli altri giorno solo nuvole), restituiamo il motorino e passiamo la giornata finalmente nella nostra spiaggia. Giornata tranquilla, un po’ distrutti da sole davvero forte. Avevamo poi prenotato 2 giorni prima l’orario di ritorno, abbiamo parlato con una signorina gentilissima e che parlava molto bene inglese (finalmente! L’inglese con inflessione thai non lo capisco proprio). Abbiamo deciso per il traghetto delle 17, e ci pensavano loro a farci venire a prendere in hotel alle 16.30, anche se il tratto fino al molo l’abbiamo pagato a parte (ma essendo sulla spiaggia più vicina al molo l’abbiamo pagato pochissimo, tipo 100 baht in due). Il pulmino, da circa una decina di posti, ci ha presi in hotel e riportati direttamente a Bangkok, in circa 5 ore e mezza, infatti siamo giunti alle 23 in aeroporto. Il nostro aereo sarebbe partito alle 8.50 la mattina successiva.
In previsione di ciò, abbiamo preso un hotel a metà strada tra il centro di Bangkok e l’aeroporto, e anche collegato con l’airport rail link, alla fermata Ramkhamhaeng. L’idea era di prendere quella, anche perché come poi abbiamo visto la fermata è esattamente davanti all’ingresso dell’hotel, ma eravamo troppo stanchi e ci siamo concessi un taxi. L’hotel era il Nasa Vegas Hotel, hotel davvero grande a prezzi molto economici, con una reception sempre aperta, grande vantaggio per chi come noi entra a mezzanotte ed esce alle 6. La nostra camera l’abbiamo pagata 24 euro totali per una notte, ma ce n’erano di più economiche, ma comunque non era un granchè. Soprattutto il bagno era vecchio, ma del resto per il prezzo che abbiamo pagato andava bene. Chiedono una cauzione di 1000 baht, che restituiranno alla fine del soggiorno.
GIORNO 7: RITORNO IN ITALIA, PASSANDO PER ABU DHABI
Il check out richiede un 10 minuti, poiché anche se è prima dell’alba c’è davvero un gran via vai. Comunque la signorina ci aveva avvisati di aspettarci 10 minuti di attesa, per cui tutto bene. Uscendo ci hanno proposto un taxi per l’ aeroporto a prezzo folle (1000 baht? Ma ne abbiamo spesi 200 la sera precedente), così lo abbiamo schivato e preso uno dei taxi in attesa fuori l’hotel. Avevamo paura non ce ne fossero vista l’ora ma la paura era vana: l’hotel, essendo grande, attirava molti taxisti.
Viaggio tranquillo fino ad Abu Dhabi, dove ci attendeva uno scalo di 14 ore, in cui volevamo visitare la città. Ho cercato su molti siti prima di partire, e ora lo posso dire con certezza: non c’è nessun problema a uscire dall’aeroporto di Abu Dhabi per recarsi in centro città. Semplicemente si espletano le solite procedure per uscire, e poi si rientra tranquillamente.
In aeroporto abbiamo prelevato soldi in moneta locale, dirham. La nostra idea geniale era stata cambiare direttamente i baht rimasti in dirham, ma forse avremmo pagato troppe commissioni, così abbiamo prelevato direttamente. Inizialmente pensavamo di vivere con la carta di credito ma era impossibile: i bus richiedono le monetine, e a parte quello dall’aeroporto che ti dà il resto, gli altri sono muniti di una cassettina in cui inserire le monete, e non c’è possibilità di resto. Spesso infatti abbiamo dovuto mettere soldi in più… C’è da dire però che sono economicissimi: il bus dall’ aeroporto (che è l’ A1) costa 4 dirham a persona, mentre quelli in città sono 2 dirham, ovvero circa 50 centesimi. Comunque al punto informazioni ci siamo muniti di una mappa e abbiamo preso il bus A1 che parte di fronte all’aeroporto, e in un’oretta porta in città. Se avete fretta meglio il taxi, ma noi avevamo tempo da perdere. Questo bus ferma alla Grande Moschea, e ci siamo fermati per visitarla (si trova circa in mezzo al nulla, noi volevamo anche pranzare ma non abbiamo visto nulla). Consiglio: chiedete bene dove sia l’ingresso principale, poiché noi abbiamo sbagliato e ci abbiamo messo un sacco di tempo in più a circumnavigarla tutta… Io (donna) mi sono dovuta munire di una veste nera per poter entrare, data gratis in cambio della carta d’identità. Usciti da lì, abbiamo preso un bus per andare in centro: la nostra meta era la Corniche, il lungo mare, e quel bus si avvicinava a quella zona. Giretto alla Corniche e, distrutti, siamo andati con un altro bus al Al Wahda Mall a ormai cenare (è uno dei mille centri commerciali di Abu Dhabi, non ha niente di speciale ma eravamo distrutti dalla stanchezza e dalla fame). Il suo punto di forza che ce lo ha fatto scegliere era la vicinanza con la stazione dei bus di Abu Dhabi: da lì sarebbe partito il bus per l’aeroporto. Verso le 20 abbiamo preso il bus (che parte da dentro la stazione, nel caso chiedete) e siamo tornati in un’oretta all’ aeroporto. Alle 2 siamo ripartiti per la nostra destinazione finale: Milano Malpensa, dove siamo atterrati alle 6 e, non ancora sufficientemente stanchi, siamo andati al lavoro. PS Etihad ha anche perso una delle nostre due valigie, e non è stato comodo ritornare a Milano in treno senza giacca, che incoscientemente non avevamo nel bagaglio a mano, visto che era Febbraio… Comunque è stata ritrovata e riconsegnata a casa 3 giorni dopo, senza danni.
In totale abbiamo speso a testa circa 1000 euro, compreso di tutto, anche shopping e regalini, che è stata una fetta consistente. Di cibo, hotel e trasporti abbiamo speso davvero poco, in paragone di ciò che abbiamo fatto.
Questa è la fine del viaggio, spero di aver dato informazioni utili a chi si accinge a partire per questa meravigliosa terra, ho cercato di focalizzarmi sui dubbi che avevo io prima della partenza per cercare di fugarli. Comunque se avete dubbi sul partire per la terra del sorriso, lasciateli a casa! E’ un posto meraviglioso e talmente vario che può soddisfare i gusti di tutti, oltre che a una esperienza di vita.
Ora per combattere la malinconia del rientro, sto pensando a quando tornarci la prossima volta, spero presto…