Meravigliosa Cambogia: profumi e polvere
Di un paese ci interessano gli aspetti storici, geografici, artistici, ma soprattutto ci piace conoscere la gente, cercare di carpirne le abitudini, la cultura, i sentimenti. Il nostro viaggio in Cambogia è stato meraviglioso sotto ogni punto di vista, abbiamo scoperto una natura ancora prevalentemente incontaminata, monumenti grandiosi e poco conosciuti, una cucina deliziosa, gente genuina ed accogliente, dignitosa nella sua estrema povertà.
Siamo tornati in Italia portandoci le immagini indimenticabili di spiagge paradisiache e pressoché irraggiungibili, fiumi tumultuosi, campagne struggenti, cascate nella giungla alla Rudyard Kipling, profumi, colori. Nel cuore ci sono rimasti la dolcezza e la malinconia di tutti i conducenti di tuk-tuk, dei moto-drivers e alcune loro famiglie, i sogni semplici delle guide-parco, i vezzi dei piccoli venditori, la rassegnazione dei professori, le speranze di futuro dei piccoli scolari in divisa: persone con cui siamo venuti in contatto e a cui abbiamo dedicato alcune ore del nostro viaggio.
Se non avete paura di polvere e fango, sudore e lunghe attese, se amate l’avventura, se ritenete il “diverso” da voi degno di essere conosciuto e capito organizzatevi il viaggio da soli (è facilissimo, a patto che contattiate drivers e guide che parlino un po’ di inglese). Visitate la Cambogia “vera”, non solo quella di Phnom Penh e di Siem Reap, avventuratevi nelle regioni più remote, visitate i parchi meravigliosi, i villaggi delle minoranze etniche, cercate il contatto con la gente, tornerete in Italia immensamente più ricchi.
Il viaggio è durato 23 giorni; il costo dei due biglietti aerei con Thai Airways (Torino-Roma-Bankok-Phnom Penh e ritorno) è stato di 894 Euro.
La spesa per la permanenza di 21 giorni in Cambogia (esclusi ovviamente regali ecc.) comprensiva di visti di ingresso e uscita ( 45 $ a persona), pernottamenti, pasti, ingressi a musei e parchi, trasporti (bus, barche, tuk-tuk e spesso due moto con driver a disposizione per l’intera giornata) è stata di 450 Euro a persona circa.
ITINERARIO Abbiamo scelto l’itinerario basandoci sulle indicazioni della Lonley Planet e di relazioni di viaggio tratte dal sito Turisti per Caso (alcune più preziose della L.P. Stessa!).
1° giorno) Arrivo a Phnom Penh in mattinata; viaggio in taxi dall’aereoporto all’hotel 7$.
tarda mattinata e pomeriggio: passeggiata verso il lungo-fiume, ingaggio dell’autista di tuk-tuk (utilizzato anche nei giorni successivi e al ritorno a P.P. Prima del rientro in Italia).
visita ad un mercato ruspante, occhiata allo Psar Tuol Tom Pong.
visita al Museo Nazionale.
visita al Wat Phnom 2° giorno) Phnom Penh mattino: visita al Palazzo Reale e alla Pagoda d’argento.
pomeriggio: visita al museo Tuol Sleng.
passeggiata serale sul lungo-fiume.
cena ottima in ristorante khmer sul lungo-fiume (segnalatoci dall’autista del tuk-tuk) Pernottamento: abbiamo alloggiato al Golden Gate Hotel, prenotato via Internet dall’Italia ( 20 $ per camera doppia con bagno, condizionatore e doccia calda, pulitissimo ma senza finestra). Il personale di questo hotel parla un buon inglese, è ben informato e disponibile, vende anche i biglietti dei bus e dei battelli.
Il nostro conducente di tuk-tuk è stato da noi scelto perché ha chiesto tariffe meno alte di quelli che stazionavano davanti al Golden Gate. Parla abbastanza bene l’inglese, è garbato e disponibile: si chiama Um Sinuon, detto Sa. Il numero di cellulare è 012 1873396; staziona principalmente davanti ai giardini antistanti il Museo Nazionale.
3° giorno) Phnom Penh – Siem Reap mattino presto: partenza per Siem Reap con il bus Meckong Express (6 ore di viaggio): i biglietti si comprano nell’hotel e la compagnia manda a prelevare i viaggiatori con un pulmino portandoli alla stazione (tutto compreso nel prezzo di 10 $ a persona).
Se siete schizzinosi fatevi preparare i panini per il viaggio dall’hotel, perché i posti di sosta (ogni 2 ore circa) a parte frutta, bevande e qualche pacco di biscotti stantii o patatine non offrono nulla di igienicamente accettabile per noi occidentali.
pomeriggio: passeggiata a piedi nella via principale di Siem Reap visita alla Scuola di formazione artistica Les Chantiers Écoles e al relativo bellissimo negozio Artisans d’Angkor serata: visita allo Psar Chaa cena allo Khmer Kitchen Restaurant (ottima) Pernottamento: a Siem Reap abbiamo alloggiato al Jasmine Lodge, prenotato via internet dall’Italia ( 8 $ per bellissima camera doppia con ventilatore, bagno, doccia calda e finestra). Lo consigliamo caldamente: è pulito ed accogliente.
4° giorno) Siem Reap mattino: gita a Beng Mealea in tuk-tuk con sosta lungo la strada per visitare una scuola di villaggio; la strada per Beng Mealea corre fra villaggi molto belli.
pomeriggio: escursione al villaggio di Kompong Phhluk e foresta alluvionale di Kompong Phhluk (stupendi!). Ci siamo arrivati al ritorno da Beng Mealea passando dalla cittadina di Roluos in tuk-tuk fin dove è stato possibile, poi noleggiando un battello fino al villaggio di palafitte ( ore 3 andata e ritorno) ed infine una spaventosa barchetta a remi più simile ad una canoa che ad una barca (condotta da una vecchietta a prua e dalla nipotina di non più di 5 anni a poppa, abilissima vogatrice: nel silenzio irreale della foresta alluvionale più elfi che esseri umani!) per addentrarci nella foresta sommersa. Costo di battello e barca 25 $ in due, ma abbiamo accettato il prezzo richiestoci senza contrattare.
serata: cena al Jasmine Lodge; il servizio è lento ma la cucina è ottima e soprattutto l’ambiente è accogliente dopo una giornata splendida, ma faticosa! 5° giorno) Siem Reap mattino: visita ai templi di Angkor (abbiamo acquistato il biglietto per 3 giorni) Angkor Wat Angkor Thom: Bayon Terrazza del Re Lebbroso Terrazza degli Elefanti Preah Palilay (visitatelo anche se è un po’ fuori mano!) pomeriggio: Ta Prohm serata: cena al Jasmine Lodge 6° giorno) Dintorni di Siem Reap mattino: Preah Kan Ta Som Pre Rup pranzo in ristorante khmer che si affaccia su un bel lago su indicazione del conducente di tuk-tuk.
tardo pomeriggio: shopping in Siem Reap cena: siamo stati invitati a cena da una famiglia cambogiana; la casa è la tipica palafitta in legno, ci offrono cocco fresco e arachidi e poi il solito squisito piatto unico (sono andati a comprare pollo e pesce appositamente per noi). Mangiamo con il capo famiglia, mentre i bambini mangiano solo riso; le donne ci stanno a guardare, pare abbiano cenato prima del nostro arrivo (…?). Sono poveri, riusciamo a parlarci solo con il poco inglese nostro e del capo famiglia, ma ci riscaldano con il calore della loro umile accoglienza e con i loro sorrisi.
7° giorno) Dintorni di Siem Reap ( in tuk-tuk!) mattino: visita a Kbal Spean (50 km a nord-est di Siem Reap): la strada è terribilmente polverosa, ma il percorso a piedi nella giungla, la cascata, le sculture nell’alveo del fiume ripagano ampiamente le fatiche.
visita a Banteay Srei (un gioiello) tardo pomeriggio: salutiamo con tristezza il nostro conducente di tuk-tuk: siamo stati insieme a lui per 4 giorni, è stato affidabile, competente, discreto e attento ad ogni nostra necessità e ci siamo affezionati a lui. È uno degli autisti che lavorano per il Jasmine Lodge e se pernottate lì chiedete di lui: si chiama Mr. Thearin, il suo cellulare è 012 989658.
concludiamo la serata con un po’ di shopping (se vi interessano i gioielli in argento a Siem Reap sono più originali e più abbondanti che nei mercati di Phnom Penh) e la cena ancora al Jasmine.
8° giorno) Siem Reap – Battambang mattino: levata alle 5 e partenza per Battambang in battello (ore 7 circa di viaggio con solita prassi di prelievo all’hotel e trasporto alla barca stipati come sardine in uno scassato pulmino). Costo 14 $ a persona e acquisto dei biglietti la sera precedente al Jasmine Lodge.
Il viaggio è faticoso ma imperdibile; il battello scorre tra paesaggi d’acqua incredibili: villaggi di palafitte nel fiume con i bimbi che si sbracciano in saluti, barche di pescatori, reti, uccelli, villaggi di case-barca, alberi sommersi, gigli d’acqua che fanno incagliare l’elica, presepi di vita sul fiume; non crediamo a tanta bellezza, ma ci colpisce anche l’indifferenza con cui i nostri giovani compagni di avventura (tutti turisti) affrontano il viaggio: i più sonnecchiano, altri leggono senza mai volgere gli occhi a ciò che ci circonda. Siamo forse dei vecchi sentimentali? Unica consolazione: altre due coppie, francese e inglese, sono rapite come noi.
arrivo a Battambang: stravolti ci lasciamo condurre nel primo albergo che ci propongono, il Chhaya Hotel (12 $ per camera a 3 letti con finestra, condizionatore, bagno, acqua calda, televisore e frigorifero che non funzionano). È un casermone, ma le camere sono pulite.
doccia veloce.
pomeriggio: ci accordiamo con due moto-driver per le escursioni in Battambang e dintorni.
visita all’Ospedale di Emergency (rende veramente onore al nostro Paese!) percorso di 7 km con il treno di bambù, in mezzo ad una campagna splendida e scene di primitiva vita rurale (costo 3 $ a persona). Il treno è un pianale che corre su binari spinto da un motore e viene di volta in volta posizionato a braccia nella direzione voluta; non è un’attrazione acchiappa-turisti come si potrebbe pensare perché serve realmente alla gente dei villaggi per spostare le merci da un villaggio all’altro ed è l’unico mezzo di trasporto per chilometri e chilometri. Non provatelo se soffrite di mal di schiena o se avete un incipiente mal di testa! 9° giorno) Dintorni di Battambang mattino: visita ai villaggi di campagna nei dintorni di Battambang visita ad una vecchia casa khmer nel villaggio Watkor. La proprietaria, la deliziosa signora Boun Roeung, parla il francese ed è con una cugina l’unica superstite di una numerosa famiglia distrutta da Pol Pot; ha visto sparire il marito e 4 figli e dei fasti della sua casa ha salvato solo alcuni mobili e qualche strumento musicale. Vive nel ricordo; conoscerla, visitare la sua casa- museo che è anche una piccola guesthouse è toccare con mano gli orrori della guerra civile e sconvolge tanto quanto la visita al museo Tuol Sleng di Phnom Penh.
visita ad un wat di campagna dove tanti bonzi-bambini vivono e studiano. Un grosso albero del giardino ospita una colonia di giganteschi e rivoltanti pipistrelli.
consumiamo con i nostri drivers i panini che ci siamo portati all’ombra di un gigantesco albero coperto di fiori strani e bellissimi.
il moto-driver che parla inglese è molto competente, conosce bene la sua regione e ci fornisce un sacco di notizie sull’economia contadina, ci fa visitare un laboratorio dove vengono lavorati su telaio i tipici tessuti in cotone cambogiano, ci porta a vedere un mulino per il riso e un ricco e modernissimo vigneto, unico in Cambogia, dove viti importate dalla Francia forniscono ottimi vini e un brandy eccellente: discutiamo a lungo con la proprietaria che si dimostra molto interessata al progetto di far nascere in Cambogia una piantagione di querce, da cui ottenere il legname per costruirsi artigianalmente botti per invecchiare il suo vino! il moto-driver si chiama Vet, lavora per il Chhaya Hotel, ha una famiglia da mantenere e per migliorare le sue condizioni di vita frequenta a pagamento i corsi di inglese, studiando la notte a lume di candela perché la luce elettrica è troppo cara.
La sua E-mail: Bronghong@hotmail.Com. Secondo driver: Tha, stesso indirizzo Ai nostri autisti abbiamo sempre pagato le quote pattuite aggiungendo però una somma in più sotto forma di regalo per i figli o come contributo per i corsi di inglese (quasi tutti hanno figli piccoli e seguono corsi di inglese!). Bisogna tener presente infatti che la somma che vi viene richiesta non è tutto guadagno per loro: il 30 % circa finisce nelle tasche dei gestori degli hotel davanti a cui possono stazionare ( confessione sussurrata perché se troppo esplicitata rischiano il posto di lavoro). La benzina costa più di 1 $ al litro ( cifra esorbitante per un paese dove chi ha un reddito mensile di 100 $ è un privilegiato) e inoltre i tuk-tuk e le moto si guastano in continuazione visto lo stato delle strade. In Cambogia un guardia parco governativo guadagna 26 $ al mese, un maestro elementare 30 $ e se ha famiglia deve fare altri due o tre lavori. Una visita pediatrica costa 100 $, le normali medicine per curare banali disturbi di un bambino piccolo 35 $. In questo periodo molti bambini stanno morendo per la Dengue, malattia non mortale se curata per tempo, perché i genitori non hanno i soldi per pagare loro la degenza in ospedale e le medicine.
Gli ospedali che curano gratuitamente come Emergency sono pochissimi. La maggior parte della popolazione si nutre di riso, verdura, piccoli pesci che pesca da sé e frutta (cocco): la frutta più pregiata ( a partire dalle banane!) viene venduta ai turisti.
Il pollame non è diffuso come si potrebbe pensare e viene allevato per la vendita di uova essenzialmente, perché il costo di allevamento è alto per gente che può contare solo su un po’ di riso. L’acqua venduta in bottiglie ai turisti non viene acquistata dai cambogiani perché troppo cara; acquistano marche più scadenti e nelle campagne si beve l’acqua dei pozzi fatta prima bollire e conservata nelle cisterne, oppure l’acqua piovana.
Vedrete tanti cellulari ma non fatevi ingannare, qui non sono come in altri paesi uno status symbol, bensì un indispensabile mezzo per poter comunicare e lavorare tenendo presente che neanche le guide o gli autisti di tuk-tuk di città possiedono un indirizzo e durante le piogge molti villaggi rimangono isolati. Il nostro giovane moto-driver (27 anni) di Phnom Penh, pur essendo una persona informata, non sapeva che per acquistare un paio di scarpe bisogna conoscere il proprio numero di piede! Se i bambini nei villaggi sono nudi non è per una folcloristica consuetudine di vita, ma perché i vestiti costano e i bambini crescono in continuazione! I negozi di città come Phnom Penh e Siem Reap abbondano di prodotti alimentari anche occidentali, di capi firmati ed esclusivi, ma sono solo per i turisti e per una minoranza privilegiata che ha un livello di vita “stratosferico” rispetto a tutti gli altri e spesso sfrutta il loro lavoro.
La povertà non è una condizione dovuta ad indolenza, ma una maledizione da cui è difficile uscire, anche per motivo politici.
10° giorno) Battambang – Phnom Penh – Sihanoukville In una sola giornata. Biglietto dell’autobus acquistato al Chhaya per 8 $ a testa compreso il trasporto in moto fino alla stazione della compagnia G.S.T. Express.
Pernottamento a Sihanoukville: Sakal Bungalows (12 $ camera doppia con condizionatore, bagno, acqua calda e balcone). Il posto è molto accogliente con un ottimo ristorante.
11° giorno) Sihanoukville mattino: passeggiata sulla spiaggia antistante il Sakal: la sabbia è bianca e finissima, dal molo partono i barconi che portano alle isole. Veniamo contatti da due moto-driver, ci accordiamo sui prezzi e ci facciamo portare sulla spiaggia vicina che è deserta; anche qui sabbia calda ed impalpabile, capanni ombreggiati da bellissime palme.
visita al porto peschereccio e al villaggio di pescatori di Stung Hau (molto pittoreschi).
visita alla cascata di Kbal Chhay. Non è spettacolare come quelle che vedremo in seguito, ma rubiamo belle immagini di bonzi che si bagnano sotto la cascata.
pomeriggio: spiaggia di Otres Beach per il tramonto: qui deve essere bellissimo, ma il sole ci tradisce e tramonta dietro le nuvole.
cena al Sakal Bungalow.
12° giorno) Parco nazionale di Ream mattino: raggiungiamo il Parco con le solite due moto di buon mattino, poi però aspettiamo circa un’ora e mezza l’arrivo di altri turisti per ridurre il prezzo della barca, su cui saliremo in 6 al prezzo di 6 $ a persona.
la guida che ci accompagna parla un buon inglese. Ci racconta il suo sogno mentre ci dividiamo il pranzo e i nostri compagni tedeschi fanno il bagno su una spiaggia da favola: appena avrà i soldi si comprerà 5 galline da allevare nel villaggio del parco e con il ricavato aprirà una scuola per i bambini del villaggio! La bellezza di questa escursione è indescrivibile. Se ci sarà concesso di ritornare ancora in Cambogia (a 58 anni non siamo più ragazzini) torneremo nel parco di Ream e se sarà possibile, chiedendo ospitalità alle guardie del parco, passeremo una o due notti in uno dei villaggi e … magari compreremo le 5 galline per la guida! cena al Sakal.
I nostri moto-driver come sempre deliziosi: Rous Peanich, E-mail: peanich@yahoo.Com Tel: 012 1701951 Sitha, Tel 011 371020
13° giorno ) Sihanoukville – Phnom Penh – Kompong Cham mattino: Sorya Transport Company: ore 6 di viaggio, costo 3,5 $ a testa fino a Phnom Penh; ore 2 di viaggio, costo 2,75 $ a testa fino a Kompong Cham.
tardo pomeriggio: passeggiata lungo il Mekong, questa volta con tramonto, e delizioso piccolo luna park con un’inimmaginabile giostra di latta! cena al Mekong Crossing (è gestito da un americano, il cibo è buonissimo, torneremo anche per la colazione del giorno dopo e ci faremo preparare i panini per il viaggio fino a Kratie) Pernottamento: Mekong Hotel, 10 $ la doppia: un altro casermone ma con bella vista sul fiume.
14° giorno ) Kompong Cham – Kratie mattino: con il conducente di tuk-tuk che ci ha accompagnati dal bus all’hotel la sera precedente visita al Wat Nokor (la L.P. Lo definisce un po’ kitsch); a noi è piaciuto perché immerso nella pace e con la genuinità di un luogo frequentato solo dagli abitanti del posto.
dintorni di Kompong Cham: Phnom Pros e Phnom Srei Conducente di tuk-tuk: Mr. Yow Chhay 012 1950513 tarda mattinata: partenza per Kratie con bus della Hua Lian, solito biglietto comprato in albergo al costo di 5 $ a persona. L’orario di partenza e i tempi di percorrenza cominciano ad essere aleatori.
arrivo all’Hotel Heng Heng II: 12 $ per camera doppia molto carina e pulita; l’hotel si affaccia sul Mekong ed è praticamente accanto alla stazione dei bus. doccia veloce e partenza con le solite moto prenotate già da Kompong Cham (si tratta di un cugino del precedente driver!) verso il villaggio di Kampi per avvistare i delfini di acqua dolce. Costo dell’escursione 14 $ per le due moto con drivers e 10 $ per due ingressi al parco più la barca che dividiamo con un’altra coppia. È un’altra escursione da non perdere: di delfini ne abbiamo visti parecchi! cena al ristorante dell’Heng Heng II, non particolarmente buona e inoltre il posto non sembra neanche tanto pulito.
15° giorno ) Kratie – Ban Lung mattino: giro dei villaggi rurali che si affacciano sul Mekong, alcuni abitati da minoranze cinesi, e poi dei villaggi più interni (bellissimi!).
Moto-driver (e guida competente): Mr. Lucky – E-mail:ssr_lucky03@yahoo.Com primo pomeriggio: ore 12,30 partenza per Ban Lung, capoluogo del Rattanakiri. Qui inizia l’avventura vera! L’autobus è ancora della Hua Lian (esiste solo quello…); il costo è di 12 $ a persona. Le condizioni interne dell’autobus sono da … Cambogia: gli “strapuntini” sono in realtà delle seggioline di plastica per bambini, utilissime in caso di sosta forzata del bus per guasto (suo o di altre vetture che ostruiscano la strada…) per permettere ai passeggeri di aspettare comodamente seduti sulla strada! la strada dopo Stung Treng è in condizioni indescrivibili: una pista in terra rossa tutta buche. Dopo qualche chilometro il bus sosta per un ora perché la strada è ostruita da un pick-up che ha rotto una sospensione; poiché nel tentativo di passare ad ogni costo l’autista del bus ha danneggiato gravemente la porta che non sta più appesa, si aspetta la riparazione della porta. Si riparte. Per la violenza dei sobbalzi (eravamo nell’ultima fila di sedili) il nostro vicino cambogiano si ferisce battendo il capo contro il soffitto e sanguina copiosamente: lo tamponiamo con l’unica salviettina disinfettante in nostro possesso.
Non finisce più di ringraziare e tutto orgoglioso ci fa vedere che possiede una polizza di assicurazione sanitaria! Cala il buio più pesto, corriamo sulla strada stretta e sterrata tutta voragini in mezzo a foreste e campagne deserte punteggiate da fuochi accesi qua e là (le poche palafitte sparse perché questa zona è scarsamente abitata). All’improvviso un furioso acquazzone si abbatte su di noi e in un attimo la strada diventa un pantano argilloso su cui l’autobus, a velocità tutto sommato sostenuta, pattina. Rivolgiamo al Buon Dio una preghiera per arrivare sani e salvi a Ban Lung (non c’è niente altro da fare!).
Dopo quasi 10 ore arriviamo a Ban Lung: ci appare come una città da film western immersa in un mare di fango rosso. Nel fango finisce pure uno dei nostri zaini scaraventato da chissà chi! Per fortuna ad attenderci c’è Smey (era stato contattato telefonicamente da Mr. Lucky, suo amico), il nostro moto-driver per i giorni a venire nonché nostra guida competentissima ed angelo custode.
Con serafica calma Smey si accolla lo zaino infangato e ci accompagna all’hotel che ci ha prenotato, anche se è appena svoltato l’angolo (Hotel Cheng Luk, 10 $ la doppia con bagno, aria condizionata acqua calda e finestra ). Doccia e tentativo di cenare, ma è uno sforzo troppo grande (sono oltre tutto le 22 passate) e andiamo a dormire! 16° giorno ) Rattanakiri mattino: con le solite due moto Smey e un amico ci conducono all’area protetta di Yeak Lom dove un “lago vulcanico di 700.000 anni fa situato nel mezzo di una giungla incontaminata” (come cita la L.P.) ci lascia senza fiato.
Percorriamo a piedi nella giungla tutto il bordo del lago (2,5 km): non c’è anima viva, solo i suoni e i colori della giungla, i suoi profumi; il paradiso terrestre era forse così? escursione alla cascata Chaa Ong con sosta alle piantagioni di caucciù. La cascata è anch’essa nella giungla, non vi è ombra di turista; immersi nella natura primordiale per un momento pensiamo che forse da qualche anfratto comparirà Tarzan appeso ad una liana; in realtà è la nostra guida Smey ad arrampicarsi su una liana che sembra un tronco d’albero e che pende dall’alto della cascata.
pomeriggio: escursione alla cascata Ka Tieng a dorso di elefante (10 $ a persona per ogni ora; abbiamo complessivamente pagato 42 $). Smey ci noleggia un elefante “ruspante”, utilizzato e attrezzato per lavoro e non per i turisti; quelli per i turisti li vedremo al ritorno nel villaggio di Kateung con baldacchini decorati ( anche imbottiti? ) e gualdrappe colorate. Il nostro elefante è pigro e testardo, più lento della tartaruga di casa nostra, fa due passi e poi si ferma, vuole tornare indietro, vuole uscire dal sentiero, cerca in mezzo alla boscaglia il cibo che più gli piace, barrisce per protesta quando il suo conducente lo pungola. Tra due passi e una sosta arriviamo dopo più di un’ora alla cascata: è stupenda, ma non fate questa esperienza se soffrite per i postumi di un’ernia del disco! Il sesso debole della nostra coppia rinuncia perciò al viaggio di ritorno optando per il sellino posteriore della moto e … meno male, perché il sesso forte nel ritorno si becca pure un acquazzone, di quelli che si abbattono solo qui ed anticipa la doccia del dopo escursione! ritorno all’hotel, pausa ritemprante! cena al ristorante del Ratanak Hotel: consumiamo qui tutti i pasti durante il soggiorno a Ban Lung perché è accogliente, con ottima cucina e preparano buoni panini da portarci appresso.
17° girono ) Rattanakiri mattino: con Smey e le moto andiamo al mercato a comprare matite e quaderni da portare ai bimbi dei villaggi delle minoranze etniche.
visita ad un villaggio animista kreung e alla sua scuola (i bimbi sono tantissimi e i quaderni troppo pochi, siamo dispiaciuti). I ragazzini più grandi che imparano privatamente un po’ di inglese ci attorniano festanti, ci scrivono i loro indirizzi E-mail, ci chiedono il nostro, vogliono restare con noi, si sforzano di comunicare, sono intelligenti e curiosi (vorremmo portarceli tutti in Italia!). La descrizione che Smey ci fa della vita e delle abitudini ataviche del villaggio è affascinante.
arrivo alla cittadina (si fa per dire…) di Voen Sai. Pranzo al ristorante (si fa per dire …) dell’imbarcadero; il cibo, fortunatamente cotto, è buono ma l’igiene è allucinante, incrociamo le dita: è colpa nostra, abbiamo sottovalutato le possibilità di trovare posti decenti in cui mangiare fuori dei capoluoghi! imbarco su canoa a motore (15 $ per due ore di barca) per visitare il cimitero tompuon di Kachon e poi al ritorno i villaggi cinesi, laotiani e chunchiet sulla riva del fiume Tonlè San. Anche questa escursione è imperdibile ma portatevi da casa i giubbotti di salvataggio su misura, perché quelli cambogiani non sono utilizzabili da noi opulenti occidentali. Fare questa escursione su un fiume bellissimo ma terrificante, su un guscio di legno ondeggiante senza giubbotto (e senza saper nuotare!) è stata un’imprudenza tremenda di cui ci siamo resi conto solo quando non potevamo più rimediare! ritorno a Ban Lung nell’ora del tramonto: struggente! La strada di terra rossa corre fra giungla, pozze d’acqua, qualche villaggio. Lungo la strada minuscole figurine da presepe si susseguono: tornano dai campi di riso con i buoi, con i rudimentali attrezzi sulle spalle, con le gerle di bambù sulla schiena; i bimbi nudi si rincorrono, donne dalle vesti colorate si immergono nelle pozze per il bagno serale. Il tutto è pervaso dalla triste consapevolezza di vivere una vita primordiale nella civiltà del ventunesimo secolo (lo percepisci dallo sguardo, qui senza sorriso, che rivolgono al turista di passaggio). Ti domandi per quale scherzo del destino, per quale disegno soprannaturale, per quale tuo personale merito tu sei nato in Italia e non qui; chi ha deciso l’agiatezza e le comodità tue e chi le miserie di questa umanità dolente…? 18° giorno ) Ban Lung mattino: passeggiata sulla collina che sovrasta Ban Lung.
vista allo psar passeggiata a piedi intorno al bel laghetto della periferia di Ban Lung visita alla chiesetta cattolica: nessuno parla inglese, ci limitiamo ad osservare.
cena con i nostri drivers-guide e malinconico commiato.
Se capitate a Ban Lung e volete visitare la regione Rattanakiri cercate Mr. Smey: è la guida ecologica più competente e con maggior esperienza della regione. È un ragazzo sveglio ed intelligente, pieno di iniziativa e di amore per il suo paese. Cambogiano di origine resta orfano di madre a tre anni, abbandonato dal padre in Vietnam viene allevato per un po’ dalla nonna materna e poi dai bonzi in Cambogia. Ha fatto tanti mestieri compreso lavorare per dieci anni nelle nocive piantagioni di gomma. Con le sue sole risorse economiche si è iscritto a corsi di inglese, corsi per guida ecologica, ha messo su famiglia. Si alza alle quattro del mattino, poi va a scuola di inglese, lavora tutta la giornata e la notte studia le lezioni per il giorno dopo. È letteralmente impazzito quando al mercato gli abbiamo comprato un vocabolario scolastico serio di inglese-cambogiano. In Cambogia se vuoi imparare qualche cosa devi frequentare tutte scuole a pagamento! Il suo recapito: Mr. Smey, 012247713 Ban Lung, Ratanakiri Province, Cambodia. C/o Ratanak Hotel.
19° giorno ) Ritorno a Phnom Penh In una sola giornata 13 ore di viaggio in autobus al costo di 16,50 $ a persona. Arriviamo sclerati! Pernottamento a Phnom Penh: Angkor International Hotel (15 $ per camera con condizionatore, bagno, acqua calda e finestra, questa volta!) Cena al ristorante dell’hotel.
20° giorno ) Phnom Penh mattino: shopping: NCDP Handicrafts (stupende borse di seta!) Psar Tuol Tom Pong pranzo al ristorante attiguo al Rajana (è pulitissimo, vi si mangia molto bene ed è vicinissimo allo Psar Tuol Tom Pong).
pomeriggio: shopping al Villageworks passeggiata al tramonto sul lungo fiume cena sul lungo fiume
21° giorno ) Phnom Penh mattino: visita al Wat Ounalom e al Wat Moha Montrei pranzo al solito ristorante attiguo al Rajana con Sa, il nostro ritrovato conducente di tuk-tuk.
pomeriggio: Sa ci porta a conoscere la sua bellissima famiglia e la sua “casa”, di cui un po’ si vergogna. Abita in periferia in una baracca di legno costituita da una sola stanza senza mobilio. La cucina è una bombola da campo all’esterno della stanza e il lavello la solita cisterna di cemento piena di acqua, il soggiorno un’amaca appesa sotto la casa della sorella. Ha due bellissime bambine; sua moglie, 25 anni molto carina, compra per noi da una venditrice di passaggio delle deliziose polpette di riso dolci ma insaporite con il pepe. tardo pomeriggio: è l’ora dell’addio: Sa ci accompagna all’aeroporto. Ci saluta e se ne va senza più voltarsi.
Ciao, Cambogia! Ti avremo per sempre nei nostri cuori!