Meraviglie d’Africa: 15 giorni in self-drive per scoprire il paese delle mille dune, degli orici e dei laghi nel deserto

Namibia agosto 2023
Scritto da: Pitus
meraviglie d'africa: 15 giorni in self-drive per scoprire il paese delle mille dune, degli orici e dei laghi nel deserto
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Ammirata in Italia anche grazie al documentario “Meraviglie d’Africa” di Alberto Angela, la Namibia è una delle terre più incredibili di tutta l’Africa, dove natura ed ecosistemi si alternano in paesaggi di rara bellezza. Per scoprirla al meglio ci affidiamo al diario di viaggio di Pitus, che racconta l’esperienza di un viaggio in Namibia di 15 giorni, tutto in self-drive

Diario di viaggio

Lunedì 14 agosto

Partenza h. 19.40 da Milano Malpensa con volo Lufthansa per Windhoek con scalo a Francoforte. Gli aerei sono stati prenotati tutti in autonomia mentre per il viaggio (self drive fatto su misura in base alle nostre richieste specifiche) ci siamo appoggiati all’agenzia italo/namibiana Afrozapping, con cui ci siamo trovati benissimo e che consiglio.

Martedì 15 agosto

Arrivo a Windhoek alle 8.00. L’aeroporto è piccolissimo, pertanto abbiamo avuto la speranza di sbrigare velocemente l’iter burocratico per lo sdoganamento. In aereo ci era stato fornito i modulo da compilare da consegnare agli addetti del controllo passaporti. Purtroppo ciò che a noi era sembrato scontato così non è stato per altri passeggeri e si è creata una coda infinita, perché intere famiglie si sono messi a compilare il modulo direttamente al desk controllo passaporti e ci abbiamo messo un’infinità di tempo ad uscire. Usciamo dall’aeroporto alle ore 10.45 e troviamo un incaricato dell’autonoleggio Asco ad attenderci per condurci presso la loro sede per il ritiro della nostra 4×4. Purtroppo è venuto con un pulmino e quindi dobbiamo aspettare che si riempia con altre persone per andare assieme. Altra attesa improduttiva. Per la notte abbiamo prenotato al Camelthorn nell’area del Kalahari vicino a Mariental (tempo di percorrenza circa 3 ore) e avendo prenotato alle 16.00 un sundowner drive chiediamo di velocizzare il transfer, magari con altri mezzi, ma inutilmente. Ne approfittiamo per cambiare i soldi da euro in ZAR direttamente in aeroporto (non è stato possibile avere ZAR direttamente dall’Italia e i dollari namibiani non sono commercializzati all’infuori della Namibia, pertanto è opportuno cambiare in Rand sudafricani). Finalmente anche gli ultimi passeggeri escono dall’aeroporto e riusciamo finalmente a partire alle 11.40; per le ore 12.30 siamo alla Asco. Praticamente la mattinata è andata sprecata! È seguita spiegazione sul funzionamento dell’auto, su come cambiare la ruota di scorta, su come sgonfiare e gonfiare le ruote, ecc. e poi alle ore 13.10 partiamo in direzione deserto del Kalahari.

Il deserto del Kalahari è una vasta distesa sabbiosa dell’Africa meridionale, che si estende per circa 520.000 km². È il quarto deserto al mondo per estensione. È parte di un immenso altopiano africano e si trova ad una altezza media di 900 metri. Copre il 70% del territorio del Botswana e parte dello Zimbabwe, della Namibia e del Sudafrica. Il suo nome deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana, e vuol dire “la grande sete”. È un deserto di sabbia rossa in parte arido e in parte semi arido. Alcune zone del Kalahari ricevono più di 250 mm di acqua piovana ogni anno, mentre la zona veramente arida si trova a sud-ovest, dove ogni anno piovono meno di 175 mm d’acqua, rendendo quest’area un deserto di tipo fossile. Le temperature estive variano dai 20 ai 40 °C. In inverno il clima è secco e freddo, con una temperatura minima che in media può essere sotto lo zero, e di notte sono frequenti le gelate. Considerando la perdita inutile di tempo ci rendiamo conto che anche correndo non saremo mai in grado di essere per le 16.00 al nostro Lodge per il game drive pomeridiano che avevamo prenotato, pertanto ce la prendiamo con comodo e ci fermiamo in un supermercato a fare la spesa generale per il viaggio. Verso le 16.50 siamo al Camelthorn Kalahari Lodge all’interno della riserva di caccia Intu Afrika Kalahari, composta da due lodge, il nostro, appunto, e lo Zebra Lodge. Il Camelthorn Kalahari Lodge è immerso nella natura e a contatto con gli animali, semplice ma molto caratteristico. Il blocco centrale della struttura è costituito dalla reception e dal ristorante mentre i bungalow separati l’uno dall’altro sono carini, puliti e in stile africano con il tetto in paglia. Appena arrivati chiediamo se è possibile fare il game drive mattutino senza pagare, considerando che abbiamo saltato quello pomeridiano ma ci rispondono picche. Ci tocca pagare. Doccia, riposo e cena con il falò sotto le stelle, caffè a bordo piscina ammirando il cielo del Kalahari.

Mercoledì 16 agosto

Colazione ore 7.00 e alle 8 partiamo per il safari che si rivela un safari esclusivo, essendo io e Matteo gli unici partecipanti. Nella riserva non sono presenti i carnivori, ma è comunque piacevole. Avvistiamo spingbook, orici, watherbook, zebre, bat-eyed-fox, struzzi, delle bellissime giraffe, volpi del capo e ciliegina sulla torta una coppia di bellissimi rinoceronti bianchi. Sono stati introdotti nel parco dai primi di agosto, quindi siamo stati molto fortunati. Per il momento sono stati sistemati  in una zona recintata all’interno della riserva e sono ancora schivi e diffidenti. Stiamo ad osservarli solo per pochi minuti per non stressarli inutilmente. Finiamo il safari e intorno alle 10.30 partiamo in direzione Sesriem. A Mariental ci fermiamo a fare una piccola spesa e troviamo dei preparati freschissimi e buoni che acquistiamo per la sosta pic-nic durante il tragitto. Viaggiamo con calma e alle 15.50 arriviamo a Little Sossus Lodge, carino e accogliente, con chalet molto spaziosi separati l’uno dall’altro che garantiscono appieno la privacy e con parcheggio di fianco alla porta di ingresso.

Dal patio di fronte al nostro chalet abbiamo potuto osservare gli orici che arrivano vicini alle proprietà attratti anche da una piccola pozza artificiale. Cena ottima, staff simpatico e disponibile. Alla sera e alla mattina occorre coprirsi perché il clima non è decisamente mite. Prima di andare a nanna ci viene consegnato il pocket lunch per la colazione del giorno dopo, considerando la levataccia che dovremo fare per andare alle dune del Deserto del Namib.

Giovedì 17 agosto

Sveglia presto e partenza ore 6.45 e dopo 40 minuti siamo all’entrata del parco i cui cancelli aprono alle 7.30 (cambiano da stagione a stagione quindi occorre sempre chiedere conferma al proprio lodge). Troviamo comunque già coda. Il Deserto del Namib è il più antico del mondo, si estende per 400 Km da sud a nord (e circa 120 Km da est a ovest). Da Sesriem si percorrono circa 60 km per entrare nel parco (che ha degli orari di apertura al pubblico da rispettare e che possono variare di periodo in periodo, consiglio pertanto di informarsi sempre presso la struttura di soggiorno) per raggiungere le mitiche dune di Sossusvlei. Ci si addentra in uno scenario fantastico e surreale i cui colori cambiano a secondo della luce, creando un contrasto mozzafiato tra la morbida e calda sabbia delle dune e il cielo quasi sempre limpidissimo. All’interno del parco si procede in autonomia fino al parcheggio in fondo alla strada asfaltata; da li parte la strada sterrata fino a Deadvlei, praticabile solo se si ha a disposizione una 4×4 e si è esperti guidatori (io mi sono affidata all’abilità mio marito!); in alternativa si può prendere la navetta che porta fino al sentiero per Deadvlei (ma bisogna aspettare che si riempia il pullman). Noi abbiamo optato per la prima soluzione. Dopo aver sgonfiato le ruote secondo le indicazioni dateci all’autonoleggio abbiamo guidato per circa 30 minuti fino a raggiungere il parcheggio di Sossusvlei.

deadviel

Da li parte il sentiero che dopo un cammino di circa una ventina di minuti  conduce alla valle di Deadvlei, sovrastata dal “Big Papa” (la più alta duna della zona) che ci offre un emozionante scenario di quello che è il più  fotografato panorama della Namibia. Deadvlei è un lago morto con alberi che hanno oltre 1000 anni e che ovviamente non si possono toccare! L’area è surreale e al tempo stesso fantastica. Qui da ogni angolazione si può scattare meravigliose foto al paesaggio, i cui colori si modificano di minuto in minuto, facendo risaltano maggiormente i contrasti di questo fantastico posto. Ci fermiamo a fare mille fotografie e ammirare lo spettacolo della natura di questo luogo. Col senno di poi avremmo anche potuto scalare la Big Papa ma bisognava partire in anticipo per evitare le ore più calde. Ci hanno detto che per scalare la Big Daddy ci vuole 1h 30 min più il tempo di avvicinamento alla base della duna. Matteo (come alcuni suggeriscono) ha scalato solo la prima duna dalla quale si ha comunque una buona visuale sulla Big Daddy e soprattutto sul sottostante Deadvlei.

L’escursione alle Dune è raccomandata negli orari più freschi: a mezzogiorno il caldo è insopportabile e ci fermiamo  sotto un albero per pranzare, rifocillarci e proteggerci dal caldo. Verso le 14.15 ci dirigiamo verso la Duna 45. Non troviamo molta gente (probabilmente la scelta di fare  prima Deadvlei e Sossusvlei e poi la duna 45 è stata vincente per evitare assembramenti). Per scalare la duna ci si impiega 20/30 minuti (dipende dal grado di allenamento). Da li ci godiamo lo spettacolo attorno a noi che è da togliere il fiato, e poi giù di corsa urlando e ridendo a crepapelle! Che figata! Rigonfiamo le gomme e ci dirigiamo verso il gate dove paghiamo il biglietto giornaliero per il parco (non è necessario pagarlo appena si entra ma all’uscita); approfittiamo per acquistare anche il biglietto per la Welwitschia Drive del giorno seguente; prima di uscire  facciamo una capatina al Sesriem Canyon. Carino ma nulla di chè, ma dato che è li vicino ed è compreso nel prezzo la deviazione ci sta. Rientriamo al lodge, doccia e pappa. Rincasiamo nel nostro bungalow e mentre stiamo osservando il cielo stellato si avvicinano quattro orici alla pozza illuminata del lodge per bere. Spettacolo gratuito.

Venerdì 18 agosto

Sveglia e colazione con calma, considerando che il viaggio previsto per la giornata sarà lungo. Alle 9.30 partiamo in direzione Swakopmund. Sosta a Solitaire per fare le foto alle carcasse di auto e rifornimento di benzina. La sosta è piacevole e ci godiamo un buon espresso al bar della Solitaire Bakery dove acquistiamo dei sandwich e la famosa torta di mele, tutto molto buono. Proseguiamo via Namib Naukluft Park e facciamo la deviazione per la Welwitschia Drive all’interno del Namib Naukluft Park (che implica 40 km circa in più) dove possiamo osservare e fotografare la Welwitschia Mirabilis, una pianta insolita ed endemica della Namibia, molto longeva dall’aspetto affascinante che vanta una media di 1000 anni di vita. Proseguiamo per la Moon Valley, la Valle della Luna dove il panorama è spettacolare. Per percorrere ed effettuare questa “escursione”, è importante richiedere un’autorizzazione presso gli uffici dell’NWR (negli uffici di Sesriem, dove si è pagato il permesso per vedere le dune).

oceano atlantico

La strada di per sè è molto noiosa e maltenuta. Ci si dirigiamo poi verso la cittadina di Swakopmund che si affaccia sulla costa dell’impetuoso oceano Atlantico dove abbiamo prenotato presso lo Swakopmund Organic Stay. Alla sera andiamo a cena al fantastico ristorante The Tug (necessario prenotare online in anticipo) dove ci riservano un tavolo con vetrata a picco sull’oceano. Fantastico. È necessario coprirsi molto bene perchè fa freddo e il vento dell’oceano non aiuta affatto!

Sabato 19 agosto

Per il secondo giorno a Swakopmund abbiamo deciso di fare due distinte escursioni: per Matteo Quad Biking con Desert Explorers di Swakopmund un giro di 2 ore in quad nelle dune. Per me, amante dell’equitazione, la giornata intera in escursione nel deserto a cavallo. Per entrambe le attività era compreso il pick up direttamente all’hotel di Swakopmund. Dopo colazione Kathrin dell’Okakambe Stables (www.okakambe.iway.na) mi è venuta a prendere in hotel e mi ha accompagnato al loro vicino maneggio. I cavalli sono tenuti molto bene e Kathrin e il suo staff è fatto di professionisti molto gentili e preparati. Mi hanno chiesto se preferivo cavalcare sulla spiaggia o nel deserto roccioso. Ho preferito quest’ultimo, per cui con la guida Isaya (molto ben preparato) abbiamo attraversato la Swakop River Valley  con le dune di sabbia, i piccoli canyon della Moon Lanscape e costeggiato il letto del Swakop River. A pranzo ci ha raggiunto Kathrin con l’auto e tutto il necessario per il pic-nic; dopo pranzo abbiamo ripreso a cavallo la strada per il rientro verso il maneggio. L’escursione è stata piacevole e lunga, ero da sola con la guida quindi abbiamo potuto fare andatura a piacimento: devo dire che galoppare sulla sabbia è abbastanza faticoso non solo per i poveri cavalli! Sono rientrata in albergo stanca ma molto soddisfatta per l’esperienza unica.

A cena abbiamo prenotato (sempre in anticipo da casa) al Brewer & Butcher una steakhouse/birrificio a Swakopmund. Il locale è un pò dispersivo ma la carne è molto ben cucinata e la birra buona!

Domenica 20 agosto

fenicotteri

Colazione in albergo e partenza per l’escursione a Sandwich Harbour. Alle 9.45 arriviamo all’ufficio del Sandwich Harbour 4×4 Office al Waterfront di Walvis Bay. Se non avete la colazione inclusa vi consiglio il bar vicino a tutti gli uffici delle agenzie che organizzano le escursioni. Matteo ha gradito anche una seconda colazione di rinforzo!  Con la nostra guida partiamo da Walvis Bay direzione lagoon per recuperare due ragazzi che proseguiranno con noi ma che hanno prima fatto l’escursione in kayak nella laguna. Recuperati Paky e Betty (i nostri nuovi amici) andiamo verso le dune con la jeep 4×4. Vediamo fenicotteri rosa, otarie e sciacalli. Ci fermiamo alle saline di Walvis Bay velocemente dove ci viene spiegato come il sale viene estratto e poi ci dirigiamo verso Sandwich Harbour nel Namib Naukluft Park. Si tratta di un luogo selvaggio, dove le dune di sabbia alte ed imponenti si tuffano dentro l’oceano, e dove si può accedere solo con particolari permessi e con veicoli 4×4 accompagnati da guide esperte. Percorriamo un tratto di spiaggia dove ci si sente quasi magicamente intrappolati tra i due elementi: l’oro della sabbia e il cobalto dell’oceano. Durante il tragitto lungo l’oceano incontriamo molte colonie di otarie, alcune morte: ci viene spiegato che ci penseranno gli sciacalli o le iene marroni a ripulire il tutto! Con la 4×4 ci inerpichiamo sulla cima delle dune per poi scendere a perdicollo. Che emozione! Dalle cime delle dune si gode lo spettacolo che la natura ci offre. Il vento è fastidioso e il sole cocente. Conviene portare occhiali da sole e giacca da vento pesante. Ci fermiamo in una valletta riparata dal vento e John (la nostra guida) ci prepara il tavolo per il pranzo degno di un banchetto luculliano, ostriche comprese. Dopo pranzo rientriamo verso Walvis Bay. È stata una bella giornata e un’escursione che ci ha regalato panorami mozzafiato e forti emozioni. A cena, ciliegina sulla torta, abbiamo prenotato (in anticipo!) al Jetty 1905 forse il più bel ristorante di Swakopmund. Assolutamente da non perdere. Pasteggiamo a ostriche e pesce freschissimo a prezzi assolutamente ragionevoli.

Lunedì 21 agosto

otarie

Partenza dal lodge ore 8.00 in direzione Cape Cross che ospita una numerosa colonia di otarie. Lungo il tragitto della Skeleton Coast incontriamo un paio di relitti di nave incagliate e ci fermiamo per le foto di rito. Non ne sono rimasti molti poiché nel corso degli anni l’acqua e il vento hanno eroso il ferro delle vecchie navi. Alle 9.40 arriviamo a Cape Cross che in inverno apre alle ore 10, ma troviamo i cancelli già aperti. Anche se alcuni branchi di otarie li avevamo già visti il giorno prima a Sandwich Harbour vale proprio la pena di venire qui. Migliaia di otarie che amano farsi fotografare dai turisti, che si crogiolano al sole, che litigano tra loro, che nuotano nel freddo oceano, cuccioli che ciucciano il latte della mamma. E anche cadaveri abbandonati che verranno poi “ripuliti” dagli sciacalli. L’odore è pungente, ma nemmeno così tanto insopportabile come alcuni dicono.

Alle 10.30 partiamo in direzione Damaraland con meta Spitzkoppe che con i suoi 1728 metri è senza dubbio uno degli elementi più riconoscibili della Namibia; la sua caratteristica forma ha ispirato il soprannome di “cervino d’Africa” ma l’unica somiglianza con l’originale sta proprio nella punta aguzza. Alle 13.00 siamo allo Spitzkoppen Lodge, una delle migliori sistemazioni di tutta la vacanza.  Dormire in questo lodge è un’esperienza molto particolare, perché è posizionato nel cuore del deserto, lontano da tutto e da tutti. Il lodge è costituito da una zona principale dove si trovano reception, negozio souvenirs, bar/ristorante e piscina scavata nella roccia con il fondo completamente naturale; da qui parte una stradina che porta ai vari bungalow distanti dal corpo centrale circa 5/10 minuti a piedi. I bungalow sono immersi nel meraviglioso paesaggio lunare dello Spitzkoppen dove regna il silenzio e la pace, molto lussuosi, confortevoli, ampi e completi di tutto. Gli spazi comuni sono ben curati. Staff gentile, professionale e disponibile, attento ad ogni esigenza e dettaglio. Ottima cucina. La bellezza del posto è data dalle rocce che assumono colori incredibili all’alba e al tramonto. Ma il vero punto forte del posto è al calare del sole, con il silenzio ed il tetto di stelle a farvi compagnia. Stare con un caffè caldo in mano o un bicchiere di vino guardando il cielo vale già la permanenza. Un posto che non scorderò mai.  Altamente consigliato.  Appena arrivati allo Spitzkoppen Lodge ci viene offerta una tovaglietta umida per rinfrescarci e drink di benvenuto. Ci vengono illustrate tutte le varie escursioni che il lodge offre. Noi optiamo per la Small Bushman Tour. Dopo esserci sistemati nel nostro lodge ci riposiamo un pochino a bordo piscina. Alle 16.00 partiamo per la nostra escursione: a bordo delle jeep aperte ci portano a vedere le fantastiche incisioni rupestri Small Busjman’s Paradise, Golden Snake, Zebra Pool e poi l’iconico e fotografatissimo Rock Arch. 

Martedì 22 agosto

Lasciamo lo Spitzkoppe in direzione Twyfelfontein. Sulla strada ci fermiamo a vedere gli Organ Pipes, le cosiddette canne d’organo. Le O.P. fanno parte di una formazione rocciosa che comprende un gruppo di basalti colonnari che ricordano le canne d’organo; si sono formate circa 150 milioni di anni fa a seguito dell’intrusione di lava liquida in una formazione rocciosa di ardesia esposta nel tempo dall’erosione. Interessante come visita ma non imperdibile. Paghiamo 250 dollari namibiani per la guida ma  forse si può fare anche senza. La visita dura pochi minuti, proseguiamo per la Burnt Mountain, la montagna bruciata: una vera delusione. Volevamo anche vedere anche la White Lady ma prevedeva una deviazione troppo lunga che  i nostri tempi a disposizione non l’hanno permessa. Arriviamo al Twyfelfontein Lodge in tarda mattinata. Alle 15.00 partiamo per l’escursione con macchine aperte alla ricerca degli elefanti del deserto (Ephemeral Drive) già prenotata in anticipo. Subito avvistiamo delle giraffe e poco più avanti 3 elefanti. Sono più piccoli rispetto agli elefanti sudafricani o di quelli dell’Etosha. Nel Damarlanad  ci dicono che è da 3 anni e mezzo che non piove più e la zona sta diventando sempre più desertica a causa del cambiamento climatico. Mi si stringe il cuore! Rientriamo al lodge  all’orario della cena che consumiamo nel fantastico ristorante.

Mercoledì 23 agosto

Partiamo con calma in direzione della prossima meta: Palmwag. Ci fermiamo alle incisioni rupestri di Twyfelfontein, che significa “sorgente incerta” che si trova nella valle dell’Huab, in origine si chiamava Uri – Ais, ovvero “circondata dalle rocce”, ma nel 1947 il colono europeo D. Levin, la ribattezzò con il suo nome attuale, ritenendo che la sua portata di un metro cubo d’acqua al giorno fosse insufficiente a garantire la vita in un ambiente così inospitale, ed ecco il nome Twyfelfontein. Twyfelfontein, patrimonio dell’Unesco, è un vero e proprio museo a cielo aperto in cui sono presenti magnifiche incisioni che raffigurano, per lo più, animali cacciati, impronte degli stessi, segni astratti, simboli, tutti impressi sulle enormi rocce rosse cadute dalla parete. Pare che alcuni esempi di questa magnifica arte rupestre risalgano a 8.000 anni fa e che gli autori siano stati di origine Khoi-San, in qualche modo gli antenati degli attuali “San-Boscimani”. La visita dura circa  45 minuti a piedi con la guida (obbligatoria). E’ consigliabile indossare scarpe comode ed evitare le ore più calde in quanto non ci sono molti posti in cui proteggersi dal sole. Questo luogo a mio parere  è anche una delle zone più belle e affascinanti della Namibia. Proseguiamo poi per la Foresta Pietrificata, situata circa 45 km a ovest di Khorixas, dove (sorpresa!) incontriamo Paki e Betty anche loro li. Il mondo è piccolo! La Foresta Pietrificata è il più grande accumulo di tronchi fossili dell’Africa meridionale. I tronchi sono in un ottimo stato di conservazione e sono stati dichiarati monumento nazionale. Il sedimento che li contiene è costituito da sabbie marroni a laminazione incrociata. I più grandi hanno diametri fino a 1.2 m e, almeno due alberi, lunghezze fino a 45 m. Nonostante in realtà i tronchi siano rotti in vari pezzi, questi sono rimasti pressoché in posto e nella giusta posizione. Nel sito si trovano centinaia di tronchi, più o meno esposti, perfettamente fossilizzati e per lo più completi, il che sta ad indicare che siano stati trasportati, deposti in sito e rapidamente coperti di sedimenti nel corso di un grande evento di piena in un antico canale fluviale. I fossili appartengono a sette differenti tipi di piante del tipo Dadoxylon arberi Seward, una conifera appartenente all’ordine Cordaitales, ora estinto, della classe delle Gymnospermae. Il legno ha subito quasi per intero un processo di silicizzazione. Solo alcune parti sono state riempite da calcite. I colori variano dal marrone con striature biancastre a rosso con striature chiare. La presenza di evidenti anelli di crescita nelle sezioni dei tronchi sta ad indicare il tipo di ambiente di crescita delle piante stesse, caratterizzato da un clima stagionale con marcate variazioni di piovosità. Riprendiamo poi il viaggio proseguendo per la zona di Palmwag che è ricca di fauna e si trova adagiata tra colline rosse e pianure in un paesaggio caratterizzato da pietre dalle dimensioni misteriosamente uniformi. La tappa è estremamente piacevole e durante il tragitto avvistiamo molti branchi di giraffe. Arriviamo al Palmwag Lodge,  molto bello. Siamo subito fortunati: nella vallata di fronte al nostro bungalow vediamo molti elefanti che scorrazzano. Nel campo ci sono i cartelli che avvisano i clienti di non disturbare l’elefante di nome Gimbo che a volte arriva vicino al bar del lodge, con la sua bellissima terrazza che si affaccia sulla vallata. Nel pomeriggio partiamo per un game drive pomeridiano nella riserva alla ricerca degli elefanti del deserto che troviamo non senza difficoltà in un canyon in cerca della poca acqua che rimane. Purtroppo anche qui il climate change si nota in maniera preoccupante. In giro si vedono pochi animali. Dicono ci siano anche rinoceronti neri ma purtroppo negli ultimi anni ci dicono che il bracconaggio ne ha diminuito il numero. Maledetti! Ci fermiamo per l’aperitivo al tramonto ed è uno spettacolo godersi la luce del sole che scende sulle rocce circostanti! Rientriamo al lodge per cena.

Giovedì 24 agosto

Partenza dal Palmwag Lodge in direzione Etosha National Park. Il viaggio è molto lungo ma ogni tanto ci fermiamo a fotografare i numerosi branchi di giraffe che incontriamo lungo il tragitto. Verso le 12.00 arriviamo all’Anderssons Gate. Non si deve pagare all’ingresso del parco ma quando si va via dal parco presso il camp più vicino al gate di uscita. Vediamo subito delle macchine ferme e ci accorgiamo della presenza di due leonesse. Proseguiamo in direzione dell’Halali Restcamp nel quale abbiamo prenotato per due notti. Avvistiamo elefanti, zebre, giraffe, spingbook e gnu. Poco prima dell’arrivo al camp ci giochiamo il jolly: a bordo strada un ghepardo femmina ha appena ucciso un’antilope. Ci fermiamo, siamo solo noi a pochi metri dal felino che ansima ancora per la corsa fatta per catturare la preda. Dopo poco tempo inizia a chiamare i cuccioli che arriveranno di li a poco. Siamo quasi imbarazzati e temiamo di starla disturbando, considerando anche  che nel frattempo molte macchine si sono fermate a fotografare la scena e che possano richiamare l’attenzione di altri predatori. Decidiamo di lasciarle la privacy e di entrare nel camp. Sistemiamo le nostre cose in camera e usciamo di nuovo: la nostra ghepardina ora è in compagnia dei suoi quattro cuccioli che stanno godendosi quello che resta dello springbook. Possiamo sentire il rumore delle ossa e delle cartilagine che vengono rotte dai loro denti! Finito il pranzo la famigliola se ne va sazia e contenta.  Girovaghiamo in cerca di altri buoni avvistamenti e la fortuna ci sorride di nuovo: un rinoceronte nero frettoloso proveniente da sinistra verso destra attraversa la strada proprio di fronte a noi come se nulla fosse. Rientriamo al campo. Dopo cena, poco prima di mezzanotte alla whaterhole del campo arrivano 3 rinoceronti bianchi, poi delle zebre, le quali ad un certo punto scappano spaventate e da li a poco arrivano delle iene maculate. Alla whaterhole per vedere gli animali bisogna avere pazienza e ovviamente essere fortunati. 

Venerdì 25 agosto

Ancora Etosha National, sveglia presto e usciamo subito dopo colazione. Durante il giro mattutino incontriamo molti elefanti, un grosso branco di rinoceronti bianchi, poi i “soliti”   spingbook, gnu, zebre e giraffe. Rientriamo all’Halali per pranzo dove chi si rivede? Paky e Betty! Pranziamo assieme scambiandoci notizie sui reciprochi avvistamenti e poi ci riposiamo un pochino a bordo piscina. Nel tardo pomeriggio usciamo nuovamente e ad una pozza avvistiamo un rinoceronte nero che sta bevendo. Alla sera andiamo alla whater hole del campo ma finchè siamo li nessun avvistamento (ci viene detto il giorno successivo che alle 11.30 un leopardo è passato a salutare!)

Sabato 26 agosto

Usciamo dall’Halali purtroppo tardi intorno alle 8.15 poiché abbiamo discusso con le ragazze della reception in quanto c’è stato un disguido tra loro e la nostra agenzia di viaggio per il saldo dei due pernottamenti che avevamo già pagato in anticipo. Non ci resta che pagare noi la differenza in reception che poi ci verrà restituita da Afrozzaping. Quando ho chiesto all’addetta della reception come mai non fossimo stati avvisati prima di questo disguido per evitare inutili discussioni e perdite di tempo prima della partenza la risposta “africana” è stata: “un nostro ragazzo è venuto a bussare alla porta della vostra camera per avvisarvi ma voi eravate in giro”. Ma lasciare un biglietto per avvisarci di passare in reception no? Usciamo nel parco quindi tardi. Avvistiamo molte zebre, giraffe, gnu, kudu, tre rinoceronti bianchi, tre elefanti intenti a bere e  rinfrescarsi in una whater hole, poi più avanti altri due elefanti grossissimi a bordo strada. Nessun felino. Il nostro jolly ce lo siamo ormai giocato. Decidiamo di dirigerci verso la nostra successiva meta all’Onguma Bush Camp. Ci fermiamo al Namutoni Rest Camp per pagare le tasse di soggiorno e usciamo dal parco dal  Von Lindequist Gate. Dall’uscita del Gate sulla sinistra dopo circa 200 mt troviamo già l’ingresso per l’Onguma Bush Camp che  è stata una vera sorpresa positiva, uno dei migliori in cui abbiamo soggiornato. Lodge elegante e curato nei minimi dettagli, servizio impeccabile, camere ampie e sofisticate. Sono presenti due tipi di sistemazioni: alcune nel blocco principale e pochi bungalow distribuiti nel giardino, come il nostro che era la de luxe room n. 1: un vero e proprio spettacolo! Il ristorante e la lounge sono costruiti a palafitta e si affacciano sulla pozza dove se si è fortunati si possono ammirare gli animali che vengono a bere e dove si può  bere qualcosa alle spettacolari luci dell’alba o del tramonto. Dopo la fantastica cena ci rilassiamo sulle poltroncine di fronte al booma ad ammirare il magnifico cielo stellato africano. Purtroppo anche una mandria di italiani rumorosi hanno la stessa idea, ma fortunatamente non si fermano molto e ci ritroviamo io, Matteo e una coppia di svizzeri molto simpatici e silenziosi. Ed ecco che ripeschiamo il jolly: due elefanti provenienti dall’oscurità del bush  vengono a bere nella pozza di fronte al ristorante. Spettacolo unico e fantastico. Ci ritroviamo quasi a tu per tu con i pachidermi. Andiamo a dormire soddisfattissimi del bottino della giornata. Consiglio vivamente l’Onguma Bush Camp come punto d’appoggio. Dormire dentro al campo Ethosa ti permette di partire la mattina presto per avvistamenti o di andare di sera alle pozze presenti nei vari camp per vedere avvistamenti ma le strutture sono datate e poco curate. Non hanno per nulla il fascino dei resort africani.

Domenica 27 agosto

Dopo una fantastica colazione partiamo dall’Onguma verso le 9.00 in direzione Otjiwarongo Area e precisamente Okonjima Game Reserve nel cui interno opera Africat Foundation che si occupa del reinserimento e della protezione dei grandi felini, ghepardi e leopardi in particolare nel loro habitat naturale. Lo scopo è di rimetterli in natura ma purtroppo non sempre è possibile. Noi abbiamo soggiornato in una standard room che non ha nulla di standard:  la nostra camera in realtà si trattava di un bungalow enorme, ben arredato, pulito e con una splendida vetrata sui tre lati della camera direttamente sul bush; bagno spaziosissimo con una doccia gigante e spazio toeletta per trucco. Inoltre spazi comuni sono molto grandi, ampi, luminosi. Il personale è gentilissimo e disponibile. 

Nel pomeriggio prendiamo parte all’attività Leopard Tracking (prenotata tramite agenzia in anticipo): in un ampio settore del parco sono presenti dei leopardi in semi libertà muniti di radiocollari. Semplici da trovare? Non proprio! Dopo aver girovagato per un’oretta buona veniamo ricompensati: un bellissimo leopardo femmina ha appena ucciso un giovane orice e se lo sta portando in un luogo appartato per mangiarselo con calma, il tutto “assistita” dalla sua cucciolina molta affamata che si è arpionata alla povera carcassa di orice impedendo alla mamma di trascinarla via senza fatica. Dev’essere proprio affamata. Siamo l’unica auto presente e ci godiamo la scena con calma. I due felini appaiono e scompaiono nel bush grazie alla loro pelliccia mimetica. Chissà quante volte durante i vari safari che abbiamo fatto abbiamo avuto un felino che ci osservava da pochi metri di distanza senza accorgercene! La nostra guida ci racconta che la mamma si chiama Lila. Aveva partorito due cuccioli ma purtroppo ne è rimasto solo uno. Dopo circa mezz’oretta arrivano anche le jeep degli altri gruppi e cediamo il posto a loro, proseguendo il game drive verso il settore di Mawenzi, dove vediamo un bellissimo esemplare di leopardo maschio molto imponente. Grazie infatti alla sua stazza ha ucciso un orice adulto e se lo sta pappando con tutta la calma del mondo. Non avendo competitor (se non loro stessi e le iene marroni) possono permettersi di mangiare le prede in più giorni. Anche se aiutati dai radiocollari non è così facile avvistare un leopardo e devo ammettere che il game drive è stato entusiasmante. Un’emozione unica.

Rientriamo nel lodge all’ora in cui viene servita l’ottima cena nel favoloso ristorante e poi rientriamo a piedi nel nostro bungalow.

Lunedì 28 agosto

leoni

Ci svegliamo con calma e andiamo a fare la colazione. Su una lavagnetta è scritto che qui si mangia la migliore omelette della Namibia, non ci resta che provare per dare il nostro giudizio, ultra positivo. Avendo tempo a disposizione decidiamo di fare anche il Day Center Visitor della durata che dura circa due ore. Inizia nella sede dell’Africat dove ci hanno spiegato come operano e dato informazioni sugli animali che avremmo visto. Successivamente abbiamo fatto un tour dove abbiamo potuto osservare ghepardi, leopardi e leoni in cattività, effettivamente sembra la visita ad uno zoo safari, ma lo scopo della fondazione è benemerito e questi tour sono un modo per finanziarsi.  Finito il tour partiamo per Windhoek dove arriviamo all’ora di pranzo.

Ci fermiamo al volo al Namibian Craft Centre, una sorta di centro commerciale con tanti negozietti con una serie di prodotti locali interessanti e con ottimi prezzi, dove acquistiamo gli ultimi souvenirs aiutando così l’economia locale. Alle 15.00 riportiamo la vettura presso la Asco Car Ahire e poco dopo arriva il nostro autista per il trasferimento al Naakuse Lodge per la nostra ultima notte in Namibia.

Il Naakuse Lodge si trova a poco meno di 1 ora da Windhoek, comodo sia come appoggio quando si arriva che quando si parte dalla Namibia. La struttura è costituita da un corpo centrale con reception e ristorante con ampia vetrata per ammirare il  tramonto africano, un camino al centro della sala, zona esterna area booma, area relax e piscina. Abbiamo soggiornato in un bellissimo lodge arredato divinamente e molto confortevole, con una splendida vista su un paesaggio roccioso. Abbiamo dovuto però fare attenzione ai babbuini che ti osservano per capire se possono entrare in camera per rubare qualcosa! Il Naakuse Lodge si trova all’interno del Naankuse Wildlife Sanctuary il cui scopo è aiutare a conservare i paesaggi della Namibia, proteggere la fauna selvatica e migliorare la vita delle persone con cui lavorano attraverso attività commerciali innovative e sostenibili. Nel santuario si trovano animali orfani, feriti e abituati all’uomo e che non possono essere rimessi in libertà perchè troppo malati, maltrattati o abituati troppo all’uomo. Molteplici sono le attività che il Centro offre ma occorre prenotarle in anticipo per avere la sicurezza di parteciparvi. 

Domenica 29 agosto

leopardi

Colazione divina e poi partiamo per l’attività prenotata: Carnivore Feeding delle 10 (prenotata in anticipo). Accompagnati da un ranger abbiamo visitato parte del parco dove sono tenuti in ampi recinti babbuini, licaoni, caracal, leopardi, ghepardi e leoni, cui il ranger ha dato da mangiare. E’ stato comunque interessante per le molte curiosità che abbiamo scoperto circa questi animali meravigliosi. Una curiosità: tre fratelli ghepardi tenuti assieme in un recinto sono stati adottati a distanza da Angelina Jolie che dicano sia di casa al Naankuse.

Finita l’attività pranziamo nel ristorante e ci rilassiamo a bordo piscina. Alle 16.00 il nostro autista viene a riprenderci per accompagnarci in aeroporto per ritornare in Italia.

Consigli utili per il viaggio

  • Se si atterra e si prosegue in direzione Kalahari, molto meglio fare la spesa a Mariental che a Windhoek a nostro avviso.
  • Portare sacchi neri per coprire le valigie durante il viaggio per evitare che si riempiano di polvere.
  • Se il primo giorno si va subito al Kalahari  appena atterrati, consiglio di evitare il game drive pomeridiano ma fare quello mattutino, così avrete il tempo per muovervi con calma.
  • Portare sia abbigliamento leggero che pesante (piumini, pile caldi ecc.): il clima varia notevolmente da zona a zona. 
  • Scaricare la app MAPS.ME e la mappa della Namibia per poterla utilizzare offline per gli spostamenti in città. Per gli spostamenti più grandi fate fede alla cartine che vi verrà fornita dall’agenzia. Orientarsi è molto semplice.
  • Dune: prima andare in fondo a Deadvlei e Sossusvlei, poi di rientro alla duna 45: si evita la massa di persone.
  • Sim card: noi abbiamo fatto quella virtuale. Non puoi utilizzarla per chiamare, solo per usare whatsapp, ma a sentire chi ha fatto la sim namibiana è praticamente inutilizzabile in quanto durante gli spostamenti non c’è quasi mai campo.
  • Anziché comprare colori da regalare ai bambini, è più utile acquistare cibo (biscotti, burro arachidi, patatine ec.) all’arrivo in Namibia nei supermercati per poterlo distribuire durante la strada.
  • È possibile organizzare il viaggio senza agenzia? Credo di si ma non senza difficoltà soprattutto per calcolare le distanze tra  punto di partenza e punto di arrivo. Infatti occorre calcolare oltre che i chilometri di tratta, occorre far conto di quanti chilometri di strada sono sterrati e quanti aslfaltati e del grado di degrado del manto stradale. In questo le agenzie possono darvi indicazioni molto attendibili e consigliarvi per il meglio. Afrozzapping ci ha inoltre consigliato in meglio per le strutture prenotate e per le attività. Devo dire che anche io li ho messi alla prova rompendo le scatole su alcune richieste su attività che avevo intenzione di fare e luoghi che avevo piacere di visitare. 
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